Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    21/01/2021    5 recensioni
Un possibile legame tra City Hunter e Angel Heart...e se Kaori non fosse morta? L'amore può superare ogni barriera?
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Li Shan In, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter, Angel Heart
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Era passato un mese da quando Ryo era precipitato in un mondo parallelo a causa del coma inventandosi, attraverso le parole e le avventure di Kaori, un'altra esistenza.
 
I capricci della vita lo avevano separato fisicamente dalla sua partner ma niente poteva tenerli lontani per sempre. Il loro amore aveva trovato una via di comunicazione attraverso Glass Heart, la loro figlia 'di cuore'. Una tale osmosi non poteva essere mantenuta a distanza, ma cosa avrebbe riservato loro il futuro?
 
La giovane adolescente ore veniva chiamata Shan In; Shan era l'ideogramma cinese utilizzato per scrivere Kaori e In significava qualcosa di bello e prezioso come una gemma. La giovane era rimasta turbata da quella notizia perché la sua identità era associata alla donna che suo 'padre' amava più di tutto al mondo...
 
Era possibile una tale coincidenza?
 
Kaori, sospirando, guardò le belle infermiere radunarsi intorno all'uomo che pareva dormire; se fosse stato sveglio, sarebbe balzato sul gruppetto di giovani donne che lo circondavano. Un pallido sorriso apparve sulle sue labbra; lo immaginava con il viso deformato da un ghigno lussurioso a svolazzare per la stanza inseguendo giovani infermiere spaventate, e il suo martello punitivo che colpiva pesantemente il suo cranio.
 
“Come hai potuto sopportare così tanti colpi in testa senza problemi?” sussurrò tristemente.
 
Il suo sguardo si posò sull'impressionante bendaggio che ancora gli circondava la testa, i suoi lividi, dall'essere blu violacei, stavano gradualmente scomparendo.
 
“Come sta oggi?”
 
Kaori sussultò e si voltò bruscamente; non aveva sentito la presenza dietro di sé e nemmeno il suo ingresso. Il signor Li era tornato per avere notizie del suo amico; il suo volto stanco e livido tradiva la sua tristezza per il recente lutto del fratello.
 
“Le sue condizioni sono stazionarie, nessun cambiamento apparente, ma è vivo”
 
Il viso della giovane donna era raggiante di speranza e felicità; il signor Li rimase sopraffatto da quei lineamenti così dolci e radiosi. Entrambi stavano attraversando una dura prova in quel momento.
 
“Che ne dice di fare una passeggiata?” suggerì l'uomo.
 
Lei annuì e, dando un'ultima occhiata a Ryo, si avvicinò per baciarlo delicatamente sulle labbra.
 
“Torno dopo, Ryo, vado a fare due passi con il signor Li” sussurrò teneramente, poi seguì le orme del padrino.
 
Le porte scorrevoli si aprirono al loro passaggio; l'anziano, silenzioso, camminava lentamente davanti a lei. Kaori lo fissò intensamente come per leggere il suo cuore, i suoi pensieri; tanta angoscia emanava da quell'uomo dall'apparenza così fredda. La sua memoria fu assalita dalla confessione fatta qualche tempo prima proprio da lui; improvvisamente provò una strana sensazione in sua compagnia. Era dovuto al fatto che la sua infanzia era simile a quella della figlia del signor Li e che anche lei avrebbe potuto conoscere una tragica fine?
 
Un'auto nera seguiva il passo dei due, pronta a intervenire al minimo problema. Con le spalle accasciate, la figura 'consumata' e abbattuta rivelava il peso delle emozioni oscure accumulate da quell'uomo maturo; Kaori accelerò il passo e gli prese il braccio la cui mano era ben salda nella tasca della giacca, accentuando la sua curvatura. Il signor Li distolse lo sguardo e osservò il volto sorridente della sua giovane amica; l'anima pura e ancora innocente di una donna che viveva in un simile ambiente era contraddittoria, ma in quella giovane non c'erano finzioni. Gli occhi sorpresi mutarono in un'espressione addolcita e calma. A braccetto, i due camminarono per le strade di Shinjuku.
 
“Com'è cambiata questa città in tanti anni!” sospirò l'uomo.
 
“Se le va...posso farle da guida per questa giornata!” disse la donna sorridendo.
 
“Mi va, se non la disturba!” balbettò lui.
 
Con un cenno del capo e un'espressione allegra, Kaori guidò il padrino in un'esplorazione dell'evoluzione della capitale.
 
Cosa potevano pensare i passanti di quella coppia atipica? Che fossero amanti? Una ragazza alla ricerca di una probabile eredità, o di una passeggiata in famiglia, tra un padre e sua figlia? Potevano essere considerati così? A Kaori non importava, non voleva avere niente a che fare con le maldicenze degli sconosciuti.
 
Si sentiva bene, diversamente che in presenza di Ryo e non voleva in alcun modo rompere quel momento magico; si sentiva protetta da un'aura quasi paterna.
 
Kaori vagò allegramente per le strade puntando l'indice verso varie direzioni, spiegando prontamente ogni origine dello sconvolgimento degli immobili; ogni parola era entusiasta e vivace, a volte anche rabbiosa a seguito della demolizione di un monumento o di un luogo a lei caro. Kaori sembrò riprendere fiato durante la passeggiata improvvisata; la sua risata echeggiò nelle orecchie dell'anziano come una dolce melodia. I cuori di entrambi si gonfiarono di gioia inspiegabile; la giovane donna, sebbene più adulta, gli fece improvvisamente pensare a sua figlia. Come sarebbe diventata negli anni? La malinconia riempì i lineamenti rugosi dell'uomo.
 
“Che le succede?” si preoccupò Kaori.
 
“Non si preoccupi, va tutto bene” rispose lui con un sorriso timido.
 
Una bambina che correva verso suo padre attirò l'attenzione del signor Li.
 
“Papà, guarda cos'ho comprato!” esclamò la ragazzina golosa, sollevando trionfante il suo zucchero filato.
 
Il suono della loro conversazione non arrivava più alle sue orecchie, ma l'uomo non riuscì a staccare gli occhi da loro; la risata della bambina portò il sorriso sulle sue labbra.
 
“Oh papà! Guarda, un purikura*, facciamo una foto!” trepidò la bambina battendo le mani.
 
Entrambi si avvicinarono alla cabina per scattare una foto; Kaori non poté fare a meno di seguire con gli occhi l'uomo, rattristato. Lui sospirò quando vide i due allontanarsi; Kaori, con un gesto tenero, posò una mano sulla sua spalla.
 
“Se fossi stata sua figlia, sarei stata onorata di fare una foto con lei!” disse con un sorriso compassionevole. “Se le va di fare una foto con me...ne sarei felice” disse gioiosa, inclinando leggermente la testa di lato.
 
Il padrino non poté non apprezzare la gentilezza della giovane donna e la seguì. Entrarono entrambi nella cabina e Kaori fece scivolare le monete nella fessura dell'apparecchio.
 
“È pronto?” gli chiese allegramente.
 
Lui annuì mentre circondava con un braccio le esili spalle della giovane donna e lei premeva il pulsante; le immagini su carta patinata uscirono un minuto dopo.
 
Kaori le prese delicatamente e staccò due foto che porse al signor Li.
 
“Un ricordo della nostra giornata!” dichiarò trionfante.
 
Lacrime si formarono negli occhi dell'uomo dalla brutta reputazione che prese le foto come fossero qualcosa di delicato e prezioso; Kaori era riuscita a conquistare il cuore di City Hunter e del padrino. L'uomo si gettò tra le sue braccia e l'allacciò come un padre.
 
“Grazie infinite, signorina Makimura!”
 
Lei abbracciò a sua volta la corporatura massiccia dell'uomo; rimasero così per un po'.
 
Il signor Li si staccò da lei e disse:
 
“Non vorrei osare di abusare della sua gentilezza, ma vorrei chiederla una cosa”
 
“Prego”
 
“La cerimonia funebre di mio fratello si terrà questa sera perché domani partirò per Taiwan...sarebbe troppo chiederle di partecipare?” bofonchiò.
 
“Farò del mio meglio per darle supporto” disse lei con tono deciso.
 
Il vecchio sorrise in segno di gratitudine, poi tornò al suo veicolo; tenne la portiera aperta e agitò il braccio facendole cenno di entrare.
 
“Salga, signorina Makimura, la riaccompagniamo in ospedale”
 
Lei lo ringraziò con un ampio sorriso e si accomodò; un altro uomo era già seduto all'interno. Fino ad allora era rimasto lontano da quell'incontro improvvisato, notando l'importanza del momento agli occhi del suo capo, preferendo la discrezione. Kaori si voltò verso di lui e urlò di paura mentre si aggrappava al padrino. Il vecchio, nella penombra dell'auto, aveva un aspetto terrificante; la poca luce che filtrava dai vetri oscurati, si ripercuoteva sui lineamenti pronunciati del suo viso rugoso e un debole luccichio brillava nei suoi occhi globosi, leggermente sporgenti.
 
“Signorina Makimura, questo è il signor Chin, il mio ciambellano”
 
“Mi scusi, signorina, per averla spaventata”
 
“No, mi scuso io” aggiunse lei con una risata nervosa, tendendo una mano agitata.
 
Il breve viaggio verso l'ospedale fu silenzioso; Kaori non osava guardare il suo nuovo compagno di viaggio, fissando la strada che si profilava davanti a loro.
 
-Se ci fosse stato Ryo, mi avrebbe preso in giro!- pensò con un broncio che si sciolse in un sorriso raggiante.
 
Quel sorriso radioso le illuminò il viso e il signor Li fu sorpreso da tale reazione.
 
“Perché sorride così?” le chiese, aggrottando la fronte.
 
“Ripensavo a Ryo e alle sue buffonate” soffiò lei. “La reazione che ho avuto verso di lei...” disse al signor Chin guardandolo con la coda dell'occhio, “Ryo avrebbe riso apertamente di me e si sarebbe divertito a rinfacciarmelo per mettermi più a disagio. Ha il dono di sapere come farmi arrabbiare e farmi perdere le staffe! A quanto pare esasperarmi lo fa ridere!” sospirò sorridendo. “Ma avrebbe avuto diritto a un bel colpo di martello!” esclamò, battendo il pugno contro lo schienale del sedile del passeggero anteriore.
 
Una nuvola di corvi volò in macchina sotto gli occhi sbigottiti dei passeggeri.
 
I suoi occhi si riempirono di bagliore malgrado tutto, solo a parlare del suo partner di lavoro e del cuore; il tono dolce e particolarmente tenero alla menzione di Ryo Saeba faceva vibrare la voce di Kaori di palpabile emozione.
 
“Mi scusi ancora, signor Chin!” balbettò.
 
“Non c'è problema, signorina. So di poter impressionare all'inizio” aggiunse lui sorridendo.
 
Quello sguardo che normalmente avrebbe dovuto placare il suo interlocutore la terrorizzò ulteriormente; lei gli sorrise in risposta.
 
“Ah, l'amore!” sospirò il padrino.
 
“Come?” si chiese Kaori, come uscendo da una fantasticheria.
 
“Saeba è fortunato ad avere una compagna come lei al suo fianco; ogni parole che dice riflette il legame che vi unisce”
 
“Lei dice?” balbettò lei arrossendo.
 
“Ne sono sicuro!” confermò lui con un cenno di soddisfazione.
 
Su quelle ultime parole l'auto si fermò davanti all'edificio ospedaliero.
 
“Porti i miei saluti a Ryo” aggiunse, con un sorrisetto che fece arrossire di nuovo Kaori. “Il signor Chin verrà a prenderla al suo appartamento stasera verso le 19. Le va bene?”
 
“Perfetto! Grazie per avermi accompagnata” aggiunse lei inchinandosi, poi scomparve nella hall dell'ospedale.
 
“È una brava ragazza” soffiò il signor Li mentre si lasciava cadere all'indietro, facendo segno con la mano di ripartire.
 
Kaori si affrettò a tornare nella stanza di Ryo e prese una sedia, sistemandosi accanto a lui.
 
“Ho fatto da guida al signor Li questo pomeriggio! È davvero un brav'uomo”
 
Si fermò qualche istante e riprese, calmando il suo entusiasmo:
 
“Mi ha chiesto di andare al funerale di suo fratello...conosco fin troppo bene il dolore che deriva dalla perdita di una persona cara. Non deve superare questo brutto periodo da solo...ci sarò per lui fintanto che lo desidera, così come tu ci sei stato per me!” aggiunse, battendo fermamente il pugno nel palmo. “Mi chiedo come sarebbe andata questa giornata se lui fosse stato il mio vero padre” sospirò sorridendo.
 
La storia di Kaori prese gradualmente forma nei sogni di Ryo...

* * * * * * * * * *

Il signor Li aveva appuntamento con Ryo in un bar; l'uomo sedeva ad un tavolo aspettando pazientemente il suo ospite. Quando lo sweeper arrivò, si sedette.
 
“Quando si svolgeranno i funerali di Chien Da?”
 
“Stasera, perché domani parto per Taiwan...verrai a rendere un ultimo omaggio a mio fratello?”
 
Ryo sospirò ma un sorrisetto servì da conferma per la sua presenza, poi attaccò:
 
“E la ragazza? Oggi esce dalla clinica, non vai a trovarla?”
 
“No!” disse il padrino bevendo un sorso del suo caffè, senza nemmeno guardarlo.
 
Ryo non insistette, comprendendo che non era possibile alcuna discussione.
 
“Alla stazione di Shinjuku mi hai detto che non le avresti mai confessato di essere suo padre...quindi in questo modo vuoi che io adotti tua figlia perché secondo te sono l'unico che può educarla visto che non può più avere accesso a una vita normale”
 
“Sì, è proprio così”
 
“Sei sicuro che sia quello che vuoi veramente?”
 
“Ti sono grato” soffiò l'altro tristemente.
 
“Vado in bagno...”
 
Ryo si alzò e scomparve; il signor Li fissò un punto immaginario nel cielo attraverso la vetrata.
 
“Shan In!” sussurrò, sospirando.
 
Il riflesso della ragazza gli apparve davanti e i suoi occhi si spalancarono. Lei si sedette davanti a lui.
 
“Papà Ryo mi ha chiesto di venire a trovare un amico taiwanese, è lei!”
 
“Saeba?”
 
“Devo farle visitare Shinjuku. Non capisco molto il significato della sua richiesta perché non conosco molto bene questa zona, ma farò del mio meglio per rendere piacevole la sua visita”
 
Il vecchio seguì senza resistenza la giovane donna; Shan In si dimostrò una guida ben peggiore rispetto a Kaori, ma la questione riguardava soprattutto riunire padre e figlia. La ragazza presentò gli unici luoghi che conosceva, a partire dal Cat's Eye.
 
“Vuole entrare?”
 
“No, no...va bene così, grazie”
 
Il signor Li era troppo conosciuto in quel locale dal proprietario e dal suo assistente; Shin Hon uscì in quel momento.
 
“Signor Li!” fece terrorizzato, poi rientrò a tutta velocità nel bar.
 
In seguito, Shan In lo portò al commissariato dove lavorava Saeko Nogami; Mochiyama stava uscendo dopo il suo arresto per l'assalto alla via degli hotel. Quando vide il padrino, saltò tra le braccia del poliziotto che lo aveva rilasciato due minuti prima.
 
“Mi rimetta in prigione!” piagnucolò.
 
Shan In lo guardò interrogativamente, erano già due le persone che sembravano spaventate alla vista del signor Li, ma perché? Continuarono la loro escursione ignorando le reazioni sospette delle persone che incontravano; Shan In si voltò improvvisamente verso di lui.
 
“Signor Li! Dovrebbe sorridere più spesso! Lei sembra una brava persona, così rovina tutto! Spesso lo dicono anche a me”
 
“È proprio vero” osservò lui con un sospiro.
 
Una coppia composta da padre e figlia attirò la sua attenzione, stavano scattando una foto in un purikura; lui sorrise tristemente a quella visione. Come gli sarebbe piaciuto essere semplicemente un padre con sua figlia. Shan In percepì il suo malessere.
 
“E se facessimo una foto? Così ci esercitiamo a sorridere!”
 
Si precipitarono nella cabina e si piazzarono davanti ai controlli dell'apparecchio con sguardi interrogativi. Nessuno dei due era molto capace, e premettero tutti i pulsanti per attivare l'infernale macchinario, finché la voce preregistrata segnalò loro che la foto era stata scattata. Pochi minuti dopo, infatti, le istantanee uscirono; entrambi avevano una faccia buffa.
 
Ma contava poco la qualità della foto, la cosa più importante era immortalare quel momento che rovesciò il cuore dell'uomo, il quale pianse amaramente.
 
* * * * * * * * * *
 
Alle 19 in punto il signor Chin stava accompagnando Kaori al molo, a bordo della petroliera dove si svolgeva la cerimonia. Il signor Li accolse calorosamente la giovane donna che dimostrava un'eleganza discreta; si ritirò poi nella sua cabina per meditare pochi istanti prima della cerimonia. L'abito nero dal taglio semplice stretto in vita rivelava la bellezza naturale di Kaori. Quel vestito era, tuttavia, nascosto in fondo al suo armadio; l'ultima volta che le era servito era stato per il funerale di suo fratello Hideyuki.
 
Kaori aveva avvertito una fitta al cuore mentre lo indossava ancora una volta e, di fronte allo specchio, aveva scrutato l'abito che l'aveva accompagnata nell'ultimo addio a suo fratello.
Aveva chiuso gli occhi a quell'oscuro pensiero e le lacrime le avevano rigato di nuovo le guance. All'improvviso aveva sentito lo spettro di un braccio familiare circondarle la vita e tenerla stretta; Ryo era lì, come sempre. Allora lui aveva saputo sostenerla e confortarla; lei era stata forte, senza piangere né urlare, soltanto per lui, perché anche lui aveva sofferto per la perdita del suo amico.
Kaori non aveva osato aprire gli occhi per scoprire che era solo la sua immaginazione a giocarle un brutto scherzo. Quando aveva cercato persino di sfiorare il suo avambraccio, una corrente d'aria aveva preso quel posto.
 
La tristezza che ancora le invadeva il cuore al ricordo doloroso seguito alla scomparsa di suo fratello la riempiva di una malinconia ancora molto presente; eppure erano già passati dieci anni. Dieci lunghi anni da quando era stata separata dal suo amato fratello.
 
“Signorina Makimura!” la interruppe il ciambellano. “La cerimonia sta per iniziare”
 
Kaori sospirò lasciando che la sua malinconia svanisse in quel soffio pesante, poi si accigliò notando l'assenza di parenti o amici.
 
“Non c'è nessun altro?” chiese.
 
“No, era la volontà del defunto. Solo la famiglia è riunita per rendere un ultimo omaggio...e disperdere le sue ceneri in mare”
 
Kaori seguì il vecchio in silenzio e si avvicinò alla ringhiera dove si trovava il signor Li, che silenziosamente teneva con presa salda l'urna funeraria.
 
* * * * * * * * * *
 
Shan In e Ryo salirono sulla nave; lo sweeper lasciò la ragazza sul ponte e si unì all'amico in lutto. Il padrino si era ritirato in una cabina per contemplare una foto del suo passato che mostrava una giovane donna e i due fratelli; perso nei suoi pensieri, non sentì l'amico entrare.
 
“Ho bussato, ma...”
 
“Perdonami se vi ho fatto aspettare”
 
“Assomiglia davvero a Shan In!” disse Ryo, sorridendo con compiacenza, “Quella è sua madre...tua moglie?”
 
Il signor Li gli confidò che suo fratello, impicciandosi negli affari suoi, gli aveva fatto capire che se abbandonava sua moglie, lui si sarebbe preso la responsabilità di confortarla, il tutto con l'ovvia intenzione di farlo reagire. In quel momento, preso dalla furia, il signor Li gli aveva spaccato la faccia. A terra e ferito, Chien Da gli aveva detto:
 
“Dalle un figlio!”
 
Il padrino non poté contenere il suo dolore e pianse.
 
“Avevi bisogno di uno come lui al tuo fianco” sospirò Ryo. “Senza Chien Da...Shan In non sarebbe qui!”
 
Sola sul ponte, Shan In cominciava a trovare l'attesa e perdeva la pazienza; il ciambellano le si avvicinò.
 
“La cerimonia sta per iniziare”
 
I due uomini tornarono sul ponte, il signor Li si avvicinò alla ringhiera e, prendendo una manciata delle ceneri, lasciò che la polvere grigia volasse via al vento per scomparire nel fondo del mare. Ryo ne prese a sua volta un po' e la porse a Shan In.
 
“Un po' di dolcezza femminile non può che fare piacere a un uomo”
 
La giovane donna, lasciando scappare la sottile polvere, provò una strana sensazione, quasi di dolore. Le lacrime del padrino scorrevano con ancora più forza; sua figlia, senza saperlo, salutava lo zio, il suo secondo padre. Anche il ciambellano era molto commosso.
 
“Sono sicuro...che il maestro Chien Da è felice!” singhiozzò.
 
“Solo per stasera...verserò lacrime come tutti gli esseri umani...solo stasera...” sussurrò Li con voce tremante.
 
A cerimonia conclusa, Shan In e Ryo salirono su una barca che li riportò sulla terraferma e gli occhi della giovane donna si posarono sulla petroliera.
 
* * * * * * * * * *
 
Kaori usciva da quella cerimonia più turbata di quanto avrebbe potuto pensare; la polvere grigia che era filtrata dalle dita pochi minuti prima era solo un'altra vita che scorreva via. Non sapeva se fosse per la tristezza dell'atmosfera, ma si sentiva davvero male, sola, abbandonata...era perché non aveva Ryo al suo fianco? In ogni momento triste della sua esistenza, lui l'abbracciava e trovava le parole giuste per calmarla. Ma ora lui non c'era e lei era disperatamente sola; nella barchetta che la riportava alla banchina, fissava la grande nave.
 
“Se la morte venisse a cercare me prima di te, Ryo, vorrei essere sepolta accanto a mio fratello” sussurrò.
 
Una leggera brezza le passò tra i capelli.
 
“Pensa a vivere...”
 
I suoi occhi si spalancarono per lo stupore e lei si bloccò; il suo cuore batteva all'impazzata. Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille.
 
* * * * * * * * * *
 
“Se dovessi morire...vorrei che gettassi le mie ceneri in mare. Non so fin quando vivrò, ma il giorno in cui morirò...vorrei la persona che mi è più cara...papà Ryo, verrai a dirmi addio?” chiese Shan In con tono improvvisamente triste.
 
“A che serve pensare a cose così lontane? Pensa prima a come vuoi vivere oggi” sorrise lui. “Bene...dovremmo rientrare a casa e riposarci”
 
“A casa...?”
 
“Casa nostra!” le disse Ryo con un occhiolino complice.
 
* * * * * * * * * *
 
Kaori si voltò di scatto e la figura imponente dal sorriso affascinante svanì nella luce della luna e lei fece un cenno come per salutare:
 
“Vivrò per te!” disse singhiozzando e posandosi la mano tremante davanti alla bocca per attenuare il pianto.
 
Le lacrime scorrevano sulle sue guance, brillando come piccole stelle.
 
Anche lontano da lei, Ryo avvertiva la sua angoscia e aveva trovato un modo per tornare a trovarla e dimostrarle la sua perenne presenza al suo fianco.
 
 
 
*cabina per fototessere
 
Un mio piccolo appunto personale: se sono passati 10 anni dalla morte di Hideyuki, significa che Kaori ha 30 anni e avrebbe atteso ben 4 anni dalla fine del manga prima che Ryo facesse qualcosa...ecco, non lo ritengo per niente plausibile XDD credo che l'autrice in alcuni casi non abbia tenuto bene conto delle date...
  
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