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Autore: time_wings    21/01/2021    1 recensioni
Una corsa sulle montagne russe. Buio sotto e vento sopra. Quattro rassicurazioni e una sola che sia vera. Ogni passeggero non ha pagato il biglietto, perché è al Circo delle Streghe ed è esattamente il luogo a cui appartiene.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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In mezzo alla zuppa di BOH che state per leggere ci sono riferimenti all'ansia, panico, suicidio e generale inquietudine, quindi NON leggete se l'idea di sfiorare una di queste tematiche può trasformare la vostra giornata in un incubo. Sono presenti anche parole sbagliate, quindi se anche questo può trasformare la vostra giornata in un incubo sapete cosa fare. Per tutti gli altri, benvenuti!

 




Il Circo delle Streghe

 




Buongiorno e benvenuti, miei signori, al Circo delle Streghe, ove ogni cosa è dubbia e a tratti ignota. Benvenuti e mettetevi comodi, per quello che potete.
Ebbene, prima qualche regola.
  • Punto 1; qui non ci sono finestre.
  • Punto 2; potreste temere di restare bloccati, ma per voi ci sono uscite a ogni angolo.
  • Punto 3; se siete deboli di stomaco evitate di salire, perché spesso viaggiamo veloci.
  • Punto 4; divertitevi, ma sappiate che è solo una simulazione.
Ora, se posso avere la vostra attenzione, vi intimerei di non fidarvi di nessuno, perché è un mondo distorto, fa paura e a volte puzza di morto.
Oh, dimenticavo, non masticate gomme: potreste soffocare.
Ecco che, oplà, le sicure si serrano sui vostri stomaci e la carrozza parte!
È forse inquietudine, quella che accompagna gelida la mia risata?

Cari spettatori, benvenuti, benvenuti!
Ecco una fontana di fuoco che s’illumina e getta scintille sui malcapitati! Benvenuti, spero siate curiosi. Ebbene, l’attrazione non è nient’altro che la mia testa.
Siete sorpresi?
Oh, signora, lì con la giacca blu, sì, dico a lei. Potrebbe, di grazia, smetterla di divincolarsi? In quest’inferno ci è entrata da sola e al momento non m’è concesso farla uscire. Sì, esattamente, è prigioniera, ostaggio della mia testa.
Come? Ho mentito sulle uscite? Ce ne faremo una ragione. Adesso mettetevi comodi, ché vi devo guardare annaspare.
Be’ dicevo...
Alla vostra destra potete osservare il Lago del Pentimento. Indubbiamente oleoso, nevvero?
Sembra quasi che un orco oggisposo ci abbia pisciato stufo di questo gioco.
E in effetti è così: nient
altro che l’accozzaglia magica e miracolosa dei giocattoli rotti per il puro gusto di scoprirne il funzionamento. Peccato che i danni siano stati irreparabili. Be’, che dire? Nulla di tanto eclatante, vorrei vedere i vostri, di laghi goffi e gialli.
Oh, ma avanti, avanti, non vi ci fossilizzate, perché davanti a voi c’è il grande e pulsante Cuore della Perdizione. Non era forse ovvio? Batte all’impazzata quando semplicemente entrambe le vie al bivio sono così fitte, così scure, se l’italiano me lo consente mi piacerebbe definirle peste che non sembrano tridimensionali. Peste di imprudenza mista a troppa paura di cadere. Ossimorica, forse per voi, ma oh-che-coerente qui, nella mia dannata testa.
Eppure ci servirà, miei cari, ci servirà più avanti, a comprendere montagne russe e parole altisonanti.
Ehi! Lei, sì, lei coi capelli rossi, per piacere non tocchi, non mi pare il caso di rompere il cazzo ogni dieci rintocchi.
Orbene passeggeri, mi pare che qui abbiamo finito. Questo mondo per voi è chiuso. Ormai sapete tutto, ma proprio tutto. D’altronde è ovvio: non basta che uno sguardo a comprendere un volto, un’anima e una personalità.
Se mi concedete un leggero incremento di velocità...
bene, direi che ci siamo… Ecco, ecco che un nuovo lenzuolo secco si dispiega ai vostri avidi occhietti, curiosi di aneddoti con cui riempire pagine e pagine di blocchetti dai righi dritti.
Che ne direste se, per una volta, li scriveste in verticale? Capireste molte più cose, capireste perché mi piace così tanto
URLARE
Ma non mi va di continuare a star qui a temporeggiare. Quindi eccoci, eccoci davanti al Letto dell’Amore, candido, teso, per nulla spiegazzato.
Che? Siete strabiliati? E da cosa, suvvia, da cosa? È chiaro e limpido come il sole che io non lo sappia dimostrare.
Ma oh, OH, quasi dimenticavo, lì proprio alla vostra sinistra, mie deboli figure quasi-umane, c’è l’Orologio! È lui, quasi non mi sembra vero! L’ho cercato in lungo e in largo, ma pareva essersene andato in letargo.
Sì, idiota incravattato, lo so bene che non sembra affatto andar lesto come il tuo imbarazzante polso orologiato.
Ma non temere, è tutto in regola, mi preoccuperei se combaciasse col tuo quadrante dorato.
Vedete lui, signori belli, lui non è nient’altro che ciò che è andato storto.
Quando quest’attrazione è nata ci dev’esser stata una rotella assolutamente fuori posto. Insomma, non mi guardate così, qualcosa si è rotto! Capita, sarà capitato a tutti, forse anche a voi.
Ma che dico anche a voi? Io un giro sulla vostra giostra non me lo farei mica. No, assolutamente no, è piena di fatica e a sbrinarla dovrei esser io.
Per l’amor del cielo, tenetevela pure, io c’ho quattro gatti da sfamare, una famiglia, qualche amica.
È colpa dell’Orologio, scusate, a volte a stento mi so controllare. È che l’avete visto, non sta bene, al posto della lancetta ha una matita. Sarebbe da buttare.
Ho un annuncio. Un annuncio per voi, passeggeri, in via del tutto eccezionale.
Che ne direste di concedermi il vostro? Vi pagherei mille quattrini e un fungo morto.
Un’offerta succosa, nevvero? Una parentesi rosa nella vostra vita burrascosa.
No? Nessun passo avanti?
Allora state attenti a non cadere, perché da ora in poi la carrozza non andrà lenta come i vostri pensieri.
Signora, quella bionda col cappotto costoso, per piacere, la smetta di guardarsi attorno. Gliel’ho già detto, è nelle regole, qui non c’è alcuna finestra. Siam congestionati, c’è poco da fare.
Io l’ho detto all’idraulico che abbiamo un cesso da sturare, ma lui non ne vuole sapere di aprire uno scorcio e farlo passare.
Non so che dire, davvero, lo sapete bene, mi sono messa pure a
URLARE,
ma non mi ascolta neanche se mi strappo le carni a mani nude. Giuro. Ci ho provato.
Ma come ho potuto dimenticarlo? Che ospite sono, maledizione?
Signori, alla vostra destra, lì, tra le luci ora che sfrecciamo, ci sono le Tazze dei Traumi! Sì, lo so che le piacciono, donnaccia. Mi fischiano le orecchie, dev’essere la sua puzzolente traccia.
Quella piccola l’ho collezionata il sette ottobre dell’anno zero sette. L’ho colmata di tè nero e cinquantasei sigarette. È tutta verde perché è lampante presagio del mare in tempesta che è successivo alla quiete.
Quella con la frangia e tre codini l’ho comprata nella Bottega dei Tuoni e dei Panini. Che fila per accaparrarmela! Io la volevo soffice e col ciuffo, ma quella signora col naso brutto e i capelli neri, sì, parlo di lei signora, è inutile che si indica e fa finta di niente. Dicevo… lei, sì, me l’ha soffiata un attimo prima che potessi metterci le mani. Pazienza, ma sappiate che tra voi ci sono ostaggi scelti e misurati.
Sette metri e ventidue era il massimo accettabile. È stato un duro colpo per Pim, ma ha dovuto rinunciare al tour nel Circo delle Streghe.
Poi c’è quel tazzone. Che depressione. È stato un regalo della donna in carriera bionda che prima per poco non è morta.
Che peccato! Maledetto il giorno in cui l’ho accettato.
Ma che brillantezza, che lucentezza, signori, alla vostra destra è comparsa la Matassa di Tristezza!
Lenta e inesorabile, cresce ogni giorno sempre più in fretta. Come ogni figlio che...

Signore, ma sbaglio o si è tranciato di netto la gola?
Ma dico io, poi l’orologio rotto è il mio? Bah, che modi e che maniere!
Diciamo addio al primo corpo spento! Io ve l’avevo detto: se siete deboli di stomaco non restate. Non ha retto, poverino. Signori, fate spazio all’imbianchino, gli deve tingere la gola di rosa dove adesso scorre sporco cremisi.
In fin dei conti se l’è meritato.
Ma no, non mi guardate così intimoriti, non c’è ragione di temere che io sia qui per giudicarvi, il signore ha scelto questa via, non c’è mica da scomporsi.
Forse il mio solo errore è stata chiamarla una simulazione.
Beh pazienza, lì c’è una Cascata di Sudore!
E… Oh, mi hanno appena detto che c’è stata un’altra col malore. Oh, la donna vestita di blu, signora non doveva. Che disgrazia e che pena! Dev’essere stato un duro colpo.
Gettarsi dalla carrozza è permesso, ma fortemente sconsigliato.
Però fate pure ciò che volete.
E vi prego, voi tre, non urlate. Sembrate tre coglioni dalle membra affusolate. Forse se provassi a…
E adesso siamo rimasti in tre! Che strano e che sorpresa!
Proprio lì, alla vostra sinistra c’è tutta la mia Vita Spesa. Che poi non sono che i soldi vostri e nessuna pretesa.
Sì, so cosa vuole fare, vecchio scemo col cappello, vada avanti, la prego, ecco a lei uno scalpello.
Ah-ah-ah, che gioia!
Siam rimaste solo noi.
È tempo che lei scenda, signora bella, è la sua fermata. Davanti a lei si stende il campo di grano dell’Ansia Malcelata. Buona permanenza, anche se ci è già stata.
Boing
Uh, che fatica, quelle molle funzionano ancora bene, vedo con piacere.
Vorticano feroci, queste spirali molli, quasi non le capisco. Un saluto speciale ai ricci di mare per averci fatto compagnia, stanno correndo lì nel Mare del Terrore. Che carini, ricoprono così bene il ruolo del timore.
Sì, lo so, basta giocare, bisogna prepararsi al prossimo show. È che questo carillon mezzo stonato mi ha fatto pensare di aver perso la via. Sì, so bene che si riconosce dalla puzza, ma che ci vuoi fare? Inizio a farci l’abitudine e poi avete spostato la trapezista russa.
Va bene, non fa niente, vi perdono.
Cosa? Di già? Dannazione mi serviva un po’ di preparazione.
Oh, ohibò, che modi, che maniere! E che stress, la vita del pagliaccio che sguazza nel pallore.

Buongiorno e benvenuti, miei signori, al Circo delle Streghe, ove ogni cosa è dubbia e a tratti ignota. Benvenuti e mettetevi comodi, per quello che potete.
Ebbene, prima qualche regola.
  • Punto 1; qui non ci sono finestre.





 

Due note che sia mai che non parlo a fine storia.
CIAO questa è la prima originale che pubblico ed è tra l'altro la prima volta che rischio grosso che le persone che conosco becchino il mio profilo EFP e leggano tutte le mie zozzate. Nella vita si deve rischiare.
Siete arrivati alla fine della giostra! Questo pezzo risale a tipo una cosa come due anni fa, si chiamava "lettera a..." e poi c'era il nome di una mia professoressa del liceo, poi l'ho aperto per scrivere 'sta lettera ed è uscito il delirio. Sono sempre stata una fan fuori di testa della personificazione delle emozioni, ma nulla di quanto scritto qua sopra risponde effettivamente a un lucido corso di pensieri. No, gente, io tremavo, piangevo e c'era letteralmente NESSUN filtro tra quello che pensavo e quello che scrivevo, il tutto per la bellezza di tipo dieci minuti... Imbarazzante. Quindi sì, insomma, o ha tutto il senso del mondo o darà solo l'idea di una serie di parole a casissimo che pretendono di essere esteticamente bizzarre. Non sta a me decidere. Intanto grazie veramente anche solo per aver letto 'sta... cosa fino alla fine.
A mai più, probabilmente. Però grazie!

El.

   
 
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