Mi chiamo Ned. Sono un fabbricatorte
in una piccola città fantastica. E quando dico fantastica non è perché è
mitica, ma perché non esiste. Il nome del suddetto luogo è Coeur’d Coeurs,
tripudio di sgargianti colori e noiose giornate passate a produrre torte.
Gestisco un negozio, il Pie Hole, assieme alla mia fedele commessa, Olive. Io
sono diverso dagli altri, sono speciale. E non lo dico per vantarmi: io posso
riportare in vita le cose morte. E le persone, ovviamente.
Il giovane
fabbricatorte Ned, consapevole del suo dono-maledizione, un giorno si era per
sbaglio trovato a che fare con il famoso investigatore privato Emerson Cod il
quale, scoperto per sbaglio il suo dono, non altrettanto per sbaglio aveva
reclutato il giovane per risolvere gli omicidi e incassare le ricompense. Al
fabbricatorte inizialmente piaceva quella nuova maniera di usare il suo dono,
poiché avrebbe aiutato le famiglie dei defunti, e i defunti stessi, a trovare
un po’ di pace nella loro vita, e nella loro morte. Ma, dopo qualche tempo,
iniziò a chiedersi se fosse veramente
felice e trovò la semplice risposta che gli mancava qualcosa. Il tutto era
riconducibile a quando il giovane fabbricatorte Ned aveva nove anni e la madre
morì, scivolando giù per le scale. Il bambino era solo con lei in casa e
guardandola, mentre giaceva immobile a terra, decise di toccarla. Aveva
scoperto da poco il suo dono e gli sembrava una cosa magnifica avere la sua
mamma di nuovo tutta per sé. Quello che il piccolo Ned non sapeva ancora, però,
era che se non avesse toccato la persona riportata in vita entro un minuto, al
suo posto sarebbe morto qualcun altro. E fu così che il quarantenne Charles
Charles morì improvvisamente nel giardino accanto, mentre annaffiava con cura
le sue gerbere gialle. il giovane fabbricatorte, inoltre, avrebbe imparato
un’altra lezione, quella sera stessa: se avesse toccato un’altra volta la
persona che aveva riportato in vita, ella sarebbe morta di nuovo. E questa
volta per sempre. E fu così che con un bacio della buonanotte, l’innocente
fanciullo si trovò qualche giorno dopo al funerale della sua mamma, mentre tre
lapidi più in là si svolgeva quello del compianto Charles Charles. Qualche
giorno dopo, il padre lo portò in un prestigioso collegio piuttosto lontano
dalla cittadina, con una semplice promessa: “Tornerò”. Ora il giovane Ned non è
più tanto giovane. Ha 29 anni, produce torte e aspetta ancora il ritorno del
padre, che lo abbandonò in quella tiepida mattina di fine aprile.
Mi manca una famiglia, una vera
famiglia. Mentre guardo fuori, sembra che il tempo di questa triste, folle,
colorata cittadina rifletta il mio umore, perché d’improvviso il cielo è
plumbeo e piove, come se le lacrime del cielo riflettessero le mie, che non
cadono per l’orgoglio, ma che restano sospese, attaccate alle ciglia. Nemmeno
il tempo di accorgermene sono di nuovo a impastare torte, di nuovo, ancora,
come sempre. La vita che fino a ieri mi piaceva sembra improvvisamente
sconvolta dalla noia. E abbasso lo sguardo sulle All Star sporche di farina e
lo alzo di scatto, quando trilla il campanello. La porta del negozio si è
aperta.
Il giovane
fabbricatorte guardò la porta, con uno strano fremito all’altezza dello
stomaco. Fu come se il tempo si fosse fermato. Forse perché in fondo al cuore
anche lui sapeva che da un momento all’altro la sua vita poteva avere una
svolta decisiva. E che quel momento era molto più vicino di quanto lui
sperasse.