Il pianto dell'agnello

Dal capitolo due.
Hannibal lo guarda, poggia il giornale al suo fianco, inclina leggermente il viso.
Buffalo Bill ha rapito l’ennesima ragazza, è stato ritrovato l’ennesimo corpo.
Will se ne sta davanti a lui, seduto sulla poltrona di fronte, con il petto nudo e un paio di jeans.
Un telo poi a coprirgli il capo, ad asciugargli i capelli, coprendogli parte degli occhi.
Le gambe divaricate, i gomiti poggiati alle ginocchia, la schiena ricurva in avanti.
“Il momento è arrivato Will”, accavalla le gambe, respira piano.
L’altro annuisce muovendo il capo, ancora il volto nascosto.
Si alza poi, muovendosi sicuro, andandogli vicino. Allunga una mano sfiorandogli la guancia, ed Hannibal inclina di nuovo il volto, poggiando il suo naso sul suo palmo, aspirando.
“Ti troveró qui quando torneró?” Chiede.
Hannibal lo guarda da basso, scuote impercettibilmente il capo.
“Allora ci incontreremo alla meta”, lo supera e si dirige in un’altra stanza, lontano, come se non volesse assistere all’abbandono dell’altro.
Sussurra: “Buona pesca, Hannibal”.
“Buona caccia, Will”.