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Autore: Blyth    25/01/2021    2 recensioni
L'Hanahaki è una malattia che nasce dal provare per troppo tempo un amore non corrisposto.
I sentimenti che stagnano nell'animo portano alla formazione di fiori nei polmoni, fiori che consumano pian piano ogni cosa.
Vi sono solo due modi per uscirne: Vedere il proprio amore corrisposto o sottoporsi ad un operazione che cancella sentimenti e ricordi della persona amata...se non curato l'Hanahaki porta ad una lenta morte.
Taemin è malato già da tempo, in segreto, e Jongin che sta per sposarsi gli ha chiesto di essere il suo testimone.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Sorpresa, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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cap6
Capitolo  6












- Sicuro che non devo passare?- domandò Jongin al telefono.
Taemin sorrise - No tranquillo, ci vediamo al tuo addio al celibato. C'è già qui Minho.- lo rassicurò mentre si faceva la sua iniezione serale di morfina, per calmare i dolori che altrimenti lo avrebbero fatto impazzire.
- Va bene...- lo sentì dire soddisfatto di non saperlo da solo - Ah prima che me ne dimentichi, siamo riusciti a rinviare il viaggio di nozze, riuscirò ad esserci quando ti sveglierai!- gli disse con quella voce che faceva intuire un largo sorriso dall'altro capo del telefono.
- Ah...oh...- fu tutto quello che riuscì ad emettere Taemin, mentre lasciava cadere la siringa a terra.
- Minnie tutto bene?- gli sentì chiedere con un repentino cambio di tono.
- Ah io....io...ah ah...- Taemin provava a parlare per dire una qualsiasi falsissima frase per mantere la facciata ma l'aria semplicemente non voleva riempirgli i polmoni e le sue corde vocali, rigide e rovinate, non volevano collaborare.
Si sentiva semplicemente morire.
- Minnie, di qualcosa? Mi stai facendo morire....- era preoccupato, tremendamente preoccupato per quel respiro affannoso e rantolante che sentiva.
Taemin cercò con tutte le sue forze di controllare il fiato, lasciando che le lacrime gli rempissero gli occhi.
- Si...grazie Nini....sono..ahh..ah.. felice.- riuscì a pronunciare con una fatica immane prima che Minho prendesse in mano la situazione levandogli il cellulare dalle mani.
- Hey Jongin sono Minho, Taemin non ha ancora preso le gocce...sì è sempre così quando ritarda...te lo saluto...si sta bene.- Minho gli rovolse un occhiata mentre Taemin tratteneva i singhiozzi con le mani davanti alla bocca - ...Tranquillo, qualsiasi cosa ti chiamo...okay...vai Jongin.- riuscì finalmente a riattaccare.
Fu subito inginocchiato accanto alla poltrona su cui era seduto Taemin, raccolse la siringa per evitare spiacevoli incidenti e la posò su un mobile li accanto.
- Hey Taem, respira. Piangi se vuoi ma respira.- gli stava massaggiando con forza le spalle, non che fosse di vero aiuto ma Taemin appezzava il gesto.
Taemin recuperò un fazzoletto da una manica per tossire qualche petalo mentre le lacrime scorrevano sulle sue guance come fiumi in piena e tra rantoli e singhiozzi riuscì a dirgli del vaggio di nozze.
Minho, davanti a quelle parole spezzate e piene di dolore, storse le labbra e gli prese una mano, mentre con l'altra gli accarezzava le gambe.
- No, non farti questo. Non anche questa colpa.- gli disse con un tono fermo, un tono che in pochi oramai riuscivano ad usare contro di lui.
Era una richiesta inpossibile, come poteva pretendere che non si sentisse in colpa quando per colpa sua, per amor suo, Jongin aveva rimandato il viaggio di nozze non sapendo che quando si sarebbe svegliato avrebbe riconosciuto tutti tranne lui.
Jonghyun aveva ragione, avrebbe dovuto dirglielo, avrebbe dovuto mettere fine a quella bugia. Confessare tutto e dire a Jongin che se per tutto quel tempo si era rifitutato di confessare il nome della persona di cui era innamorato era stato perché era lui.
Lui e solo lui, il suo unico, grande e tremendamente doloroso amore.
Si sentiva svenire, continuava a respirare affannosamente alla ricerca d'aria mentre i petali gli si incollavano alla gola ad ogni colpo di tosse.
Minho cercava di tenerlo dritto per farlo respirare ma Taemin vedeva solo le proprie lacrime e sentiva solo quel dolore, come se qualcosa lo stesse dilanando dall'interno, al petto.
Continuava a mentire a se stesso dicendo che glielo avrebbe detto, eppure aveva avuto centinaia di occasioni per farlo in quei mesi, le aveva lasciate passare tutte..era solo un codardo incapace di frapporsi tra Jongin e Soo Jung, un vigliacco che non poteva accettare l'idea di un rifiuto diretto.
I singhiozzi lo squassavano come convulsioni mentre le mani si sporcavano di sangue ed i piccoli petali fradici di sangue si attaccavano alle dita e alle braccia.
Perché doveva essere così? Perché doveva innamorarsi proprio dell'unica persona che non avrebbe mai potuto avere? Perché aveva deciso di soffrire in quel modo, accettando quel dolore fino a farlo diventare parte di sé, piuttosto che affrontare la realtà e andare avanti?
Perché doveva essere così egoista da scegliere di far soffrire in quel modo Jongin piuttosto che esporsi davanti a lui?
Con le mani al petto cercava di prendere fiato, era caduto dalla poltrona e Minho continuava a chiamarlo mentre il suo sterno si alzava e abbassava a piccoli intervalli, troppo piccoli per essere chiamati respiri.
Dopo tutto quello che aveva fatto per lui, vederlo aprire gli occhi e non riconoscere il suo volto...Taemin sapeva che gli avrebbe spezzato irrimediabilmente il cuore.
La dichiarazione d'amore postuma più triste e misera di tutti i tempi.


***

Quando si svegliò sua madre piangeva accanto a lui con il volto posato sulla mano che gli stava stringendo.
Taemin si guardò attorno, era steso sul letto di un ospedale ma non ricordava come ci fosse finito.
Sentiva solo il fastidioso tubo dell'ossigeno nel naso e un senso di intorpidimento in tutto il corpo, girando piano la testa guardò fuori dalla finestra, era buio fuori e tutto quello che si vedeva erano le luci di Seoul su uno sfondo nero.
- Sei sveglio!- un esclamazione improvvisa, la voce di Jongin lo portò a girarsi subito verso la porta.
Jongin aveva l'aria sfatta e due pesanti occhiaie sotto gli occhi, sul viso aveva i segni del pianto, come sua madre che gli si buttò addosso baciandolo e accarezzandogli il viso.
-Il mio bambino....grazie Dio....grazie mio Signore...- continuava ripetere mentre gli bagnava il viso con lacrime di gioia e disperazione.
Jongin, che si era avvicinato dopo aver chiamato qualcuno fuori in corridoio gli accarezzò una mano abbandonata sul fianco, sorridendogli senza dire nulla.
Minho fece il suo ingresso, anche lui sembrava esausto ma gli rivolse un mesto sorriso di incoraggiamento.
- Grazie.- mimò Taemin con le labbra, scoprendosi incapace di parlare.
Forse era per via degli anestetici che dovevano avergli dato, forse la sua gola aveva in fine ceduto ma in quel momento si sentiva solo grato per essersi svegliato.
Ricordava vagamente il momento in cui aveva smesso di respirare, ma sapeva di aver pensato "è la fine".
- Grazie a dio Minho era lì.- sua madre, che non aveva smesso per un istante di muoversi agitata tra sentimenti discordanti, si girò verso Minho per abbracciarlo.
Lui le strinse le spalle con forza, lasciando che piangesse continuando a ripetere quanto Taemin fosse stato fortunato ad andare in arresto mentre c'era un miliare in grado di dargli il primo soccorso.
Quando si fu finalmente calmata Jongin riuscì a portarla via per prendere un té caldo e lavarsi la faccia, laciando momentaneamente Minho e Taemin da soli.
Minho prese la sedia su cui era seduta sua madre e si accomodò accanto a lui - Hai smesso di respirare all'improvviso, ho chiamato l'119 e ti ho massaggiato fino a che non hai ripreso a respirare decentemente...- storse leggermente un angolo della bocca, fissandolo sconsolato per un attimo - Potrei averti rotto qualche costola.-
Taemin agitò leggermente una mano per fargli sapere che non gli importava, poi si indicò la gola con un dito tremante.
Minho si incupì e tentennò per un attimo, tamburellando il ritmo dei suoi pensieri con una gamba - Hanno detto che domani ti faranno degli esami, ma dopo averti guardato in bocca...è un po' messa male Taem. Una dottoressa ha accennato a delle operazioni per "arginare le perdite".-
Taemin annuì abbassando piano lo sguardo, come sempre apprezzava la sincerità di Minho, sua madre o Jongin probabilmente avrebbero provato a addolcire la pillola, ma oramai era inutile sentirsi raccontare dolci bugie.
Così Dio lo aveva punito per non aver mai dato voce a quelle parole, gli aveva tolto la parola in un contrappasso.
Se lo meritava.

***


Aveva dovuto firmare per forzare le dimissioni ma alla fine era riuscito ad uscire dall'ospedale per assistere al matrimonio.
Dopo tutto quello che aveva passato non avrebbe mai accettato di restare confinato in una stanza d'ospedale. Aveva dovuto ancora una volta mentire per rasserenare tutti, raccontare di come il medico fosse assolutamente d'accordo perché tanto oramai mancava poco alla data dell'operazione.
Mentire era stato anche più facile ora che non aveva più l'inflessione della voce a tradirlo.
Così adesso era lì nel suo vestito ristretto per tornare a calzargli quanto meno decentemente, la sartoria aveva fatto il possibile e gli stava ancora visibilmente largo ma almeno non dava l'idea di essere un bambino nei vestiti del padre come la prima volta che lo aveva riprovato.
Si era perso l'addio al celibato di Jongin, ma lui era comunque passato in ospedale il pomeriggio prima della grande serata per stare insieme e festeggiare insieme.
Adesso era tremendamente agitato davanti a lui, Taemin lasciò qualche colpo di tosse in un fazzoletto di stoffa nera poi con un pennarello scrisse un paio di parole su un taccquino.
Picchietò un paio di volte la schiena di Jongin per farlo girare, lui si voltò con lo sguardo pallido per l'ansia e Taemin sorrise mentre i petali e il sangue gli riempivano la gola, gli mostrò la scritta.
"Andrà tutto bene, le spose sono sempre in ritardo."
Jongin sorrise - Grazie, sono solo nervoso...ho paura di incepparmi durante i voti e rovinare tutto.- si morse le labbra, come era solito fare quando era nervoso.
Taemin si sbrigò a scrivere la sua risposta mentre lui attendeva con pazienza.
" Soo Jung ti ama, non c'è modo in cui puoi rovinare tutto" l'unico che avrebbe potuto rovinare la festa a tutti era lui, con una delle sue crisi ma Jonghyun e Minho avevano il compito di tenergli l'ossigeno nel caso ne avesse avuta una.
Jongin sorrise, un po' più rilassato e gli regalò una leggerissima pacca sul braccio, tirandolo poi in un abbraccio.
- Grazie per essere qui, non vorrei nessun altro al mio fianco oggi.-
Taemin chiuse gli occhi godendosi quelle parole e dimenticando per un attimo che da li a poco ci sarebbe stata Soo Jung al suo fianco prima di ogni altro.
Sciolsero l'abbraccio poco prima dell'inizio della marcia nuziale che annunciava l'ingresso di Soo Jung, preceduta dalla figlia di Monkyul che spargeva petali sulla navata.
Petali azzurri, come quelli che tossiva Taemin.
Dopo poco fece il suo ingresso nel suo meraviglioso abito da sposa.
Era semplicemente bellissima nel suo vaporoso abito finemente ricamato con motivi floreali in avorio. Le maniche a sbuffo, in tulle come il resto dell'abito le davano un aspetto etereo, come una dolce fata quale era, mentre i capelli le ricadevano su una spalla dall'acconciatura ornata di perline che le incoronava il capo sotto il velo.
Lo sguardo di Taemin corse fugace su Jongin al suo fianco, gli occhi gli brillavano come se stesse ammirando un angelo.
Era uno sguardo che per anni Taemin aveva desiderato che gli rivolgesse e adesso fialmente lo vedeva, ma rivolto su un'altra persona.
Soo Jung era la donna più fortunata del mondo e Jongin era altrettanto fortunato ad averla al suo fianco.
Mentre si volgevano all'altare e Jongin la scopriva dal velo così come si disvela un'opera d'arte in una mostra, Taemin ringraziò il cielo di saperla al suo fianco.
Non la odiava come chiunque si sarebbe aspettato, conosceva Jongin dall'asilo e sapeva di non aver mai, mai in ventisette anni di vita, aver avuto una possibilità con lui. Lei non gli aveva rubato niente e se proprio aveva una colpa era quella di essere troppo gentile, amorevole e meravigliosa per essere odiata, lasciando Taemin senza nemmeno una scusa per poter sfogare il senso di vuoto che vederla tra le braccia di Jongin gli procurava.
























Note Autrice:

Siamo ad un capitolo dalla fine, ci siamo trascinati per tutto il corso della storia il giorno di questo fatidico matrimonio, un po' come un ombra scura che volteggiava sulle nostre teste...ed in fine eccoci qua.
Taemin (con buona pace del suo cuore) ce l'ha fatta, è stato accanto a Jongin nel giorno del matrimonio, anche se gli è costato tutto. Forse non potrà più parlare, forse non riuscirà più a ballare...ma oramai è troppo tardi per i rimpianti, lo vediamo anche nei suoi gesti e nel modo in cui affronta queste ultime "mutilazioni". Ha fatto le sue scelte e deve accettarne le conseguenze. 
E' un amore sano? Ci tenevo a specificare che non lo è, un amore che ti logora fino a questo punto, un amore al quale sei morbosamente legato non è un amore sano. Spero che dalla storia riesca a trasparire ma voglio specificarlo,  perché non voglio romanticizzare certe tematiche (anche se si tratta di una storia con una malattia fittizia).
Ringrazio tantissimo i lettori che si sono aggiunti, chi ha recensito qui e chi mi ha mandato messaggi su varie piattaforme; grazie infinite a tutti vuoi che mi infondete coraggio nel pubblicare quello che scrivo. Vi sono immensamente grata.
Ci vediamo all'epilogo, come finirà? Non vi prometto un finale felice ma vi prometto un finale coerente.

Blyth


  
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