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Autore: Nives_as_snow    26/01/2021    0 recensioni
Il professor Solo insegna Storia presso il blasonato Boston College.
Brillante ed acuto, viene tuttavia, descritto da alcuni colleghi e corsisti come un sadico, dispotico, egomaniaco.
La giovane insegnante di Psicologia Rey Palpatine è all'assegnazione della sua prima cattedra.
I consigli dei docenti sembrano interminabili e la vena polemica di Solo pare acuirsi, considerevolmente, nei confronti della nuova collega.
Tuttavia la giovane si dimostrerà all'altezza delle sfide che affronterà, dopo il trasferimento, da una tranquilla cittadina di provincia, alla metropoli più storica ed affascinante degli States.
Imperturbabile, all'apparenza, un'aura di compostezza la avvolge.
Suo malgrado, insieme al collega, porterà alla luce verità recondite.
I personaggi sono presi in prestito dall' universo Star Wars e le fan art presenti non sono di mia proprietà. Alcune aesthetics, sono state create da me.
La trama è completamente di mia invenzione e di mia proprietà. Ne è vietata la riproduzione, anche solo parziale, senza consenso della sottoscritta.
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ahsoka Tano, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Tu pure, oh Principessa,
nella tua fredda stanza, guardi le stelle che tremano d'amore
e di speranza...

Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!

Ed il mio bacio scioglierà il silenzio, che ti fa mia.

🌟- Il nome suo nessun saprà... e noi dovrem, ahimè, morir, morir! -🌟

Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!"

'Nessun Dorma' 
- Principe Calaf -
- Turandot - 
Giacomo Puccini

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Burlington - Vermont- Parte Ultima

Così, inerme, senza difese, il capo e le mani esili, dalla pelle diafana, arresi sul suo petto.
In un' espressione candida era rimasta cinta nel tepore del suo abbraccio.

Al risveglio, le dita ancora immerse nei capelli di lei, come a tesserne le delicate ciocche di seta.
Il viso appoggiato alla fronte.
Timidi raggi che filtravano attraverso le feritoie di una veneziana malandata, proiettavano sottili fasci luminescenti intrisi di corpuscoli di polvere, a solleticargli le ciglia sopite.
Non si mosse, se non impercettibile, per udirne il respiro lieve.

Come fossero riusciti a riposare, dopo aver visto l'inferno, non avrebbe saputo spiegarlo.
Nel conforto del calore di  quell'abbraccio vi era - senza ombra di dubbio - la più potente delle cure.

Pian piano, il sorgere del sole, aveva ridestato anche Miss. Palpatine, rendendo evidente, sul suo volto, agli occhi di Ben Solo, un pudico rossore che tentava di celare fuggendo i suoi occhi attenti e il calore delle robuste braccia che, fino a quel momento, l'avevano cullata.

"Buongiorno" biascicò a fior di labbra, la voce ancora intorbidita dal sonno profondo, ristoratore che l'aveva avvolta.

Ben Solo allargò in un sorriso pieno le labbra, di rimando.
Ne seguì, discreto, ogni movenza, fino a che non la vide eclissarsi dietro la porticina del bagno.

Allora, solo allora, si sentì libero di stropicciare il viso e stirarsi nel suo modo solito.
Incrociò le braccia sotto il capo standosene, naso in sù, a godere di essersi messo comodo, dopo quanto stretto era stato, addossato a Miss. Palpatine, tutta la notte.
Non che gli fosse dispiaciuto - sia chiaro - però se ne sarebbe stato sbragato, almeno fino a che lei avesse finito di sistemarsi.

Una vibrazione da un cellulare lo riebbe dai suoi pensieri, era quello di lei. Lo lasciò squillare. Finito che ebbe, la tentazione di vedere chi fosse prevalse.

Tre chiamate perse e due messaggi in sovrimpressione, sullo schermo, da Poe Dameron
"Hey, tutto ok?"
"Rey, ti sto chiamando da un po'... appena riesci richiama... ti amo."

In un moto di stizza, scorse il dito sul display azzerando le notifiche. Per ora, l'inopportuna insistenza del pilota era stata silenziata.

Il momento appena condiviso con lei era riuscito a creare un livello di intesa così profondo tra loro, attraverso il parlarsi degli occhi, il tacito comprendersi.
Braccia che si erano fatte scudo, rifugio, casa l'uno per l'altra.

Si lasciò accarezzare dalla dolce illusione che - riemersa dal bagno - sarebbe tornata a stringersi a lui, ancora bisognosa del suo abbraccio.
Se solamente fosse riuscito a bloccare il tempo, che nessuna interruzione infrangesse la sottile cortina di quella complicità appena creatasi.

Rey fece capolino all'improvviso, per poco non lo beccò con le mani in pasta, appena sistemato il cellulare della ragazza sul comodino, per poi sfoderarle un sorriso smagliante.

"Hai fame?"

"Muoio!" languì lei.

"Faccio in un attimo e andiamo a cercare un posto, in città, dove fare una colazione super, ok?"

Gli restituì un sorriso grato, stavolta, non tinto d'imbarazzo come il precedente.
Quello era il tipo di rapporto che avrebbe voluto avere, sempre, con il suo collega.
Quegli sprazi di sereno, tra gli umori plumbei di lui, riuscivano a creare un contatto tangibile, che funzionava... fino all' ergersi di nuovo muro, sorretto dagli spettri invisibili del passato.

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***
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"Rey, che ti sei messa in mente di andare in un posto così sperduto da sola?
Perché non rispondi?
Che ti sia successo qualcosa? 
Testarda...mi farai morire."

L'eco dei pensieri lo corrodeva, come un tarlo, dall'interno.
Un presentimento serpeggiava strisciante, tra le certezze del tenente colonnello Dameron.
Era in pericolo.
Lui... la sentiva, sempre.

Giunto che fu allo Starlight Inn Motel - Lady Tano gli aveva detto dov'era diretta, lui aveva fatto in modo di rintracciare la prenotazione, era pur sempre un ufficiale dell' Aviazione - si accorse con amara sorpresa che non era sola.
La corvette grigia, parcheggiata fuori l'interno cinque era di inequivocabile proprietà.

Che l'avesse chiamato perché in difficoltà lo escludeva categoricamente.
C'era solo una persona cui si era sempre rivolta, le rare volte nelle quali le cose si mettevano male.
Era abituata a cavarsela egregiamente.
O peggio, che l'avesse seguita nonostante lei non volesse?
Lady Tano era stata chiara, Solo aveva rinunciato al caso!

Picchiò alla porta piuttosto infervorato.
Ad aprirgli fu proprio il professore che lo guardò con un'espressione indecifrabile tra il disappunto e il soddisfatto.

"Dov'è lei?" mugghiò Dameron senza nemmeno cercare di dissimulare.

"Poe!" cinguettò con voce squillante riemergendo dal bagno.
"Stavo finendo di raccogliere la mia roba, stavamo giusto per rimetterci in viaggio, verso casa."

Lanciando un'occhiata tagliente al professore, si diresse verso la sua fidanzata per abbracciarla.
"Ero preoccupato, da tre giorni cerco di contattarti."

"Qui le comunicazioni sono state un disastro Poe, mi dispiace, non ho ricevuto i tuoi messaggi ed ho avuto tanto lavoro da sbrigare."

"Metto i bagagli in macchina da me, allora."

"Oh... certo, grazie."

Il tenente colonnello, in tutta fretta, caricò in macchina il trolley ed altro armamentario di Rey.

"Ben, allora... grazie, davvero, per tutto, puoi incaricarti di restituire il furgone e relativo fucile?" glielo disse mentre Poe, dall' auto, già scalpitava impaziente, con un lieve colpo di clacson.

"Ci penso io Rey, tu vai, tranquilla. Stai meglio adesso?"

"Sì." mormorò sommessamente.
Infilò il cappotto e si voltò, sull'uscio, un'ultima volta, a guardarlo, sorridendogli mesta.

***

"Credevo si fosse ritirato dall'incarico, ti ha dato fastidio?"

"No Poe, alla fine ha deciso di restare nel progetto, quindi mi ha raggiunta per continuare il lavoro insieme. Il rettore Johnson, ovviamente, sapeva dove ero diretta, perciò non è stato un problema, per lui, trovarmi."

"Ah, capisco... non sai del perché abbia cambiato idea?"

"Non me l'ha detto, ad ogni modo abbiamo trovato ulteriori indizi."

"Di che si tratta, vuoi parlarmene?"

"Non prendertela, ma fino a quando non avremo finito vige uno stretto riserbo, è una questione molto delicata. Un po' come i vostri segreti militari."

Un po' pensieroso, il tenente colonnello Dameron sospirò, sollevando poi lo sguardo verso la donna che più di chiunque meritasse fiducia incondizionata.
Le fece cenno di sedere accanto a lui e la avvolse in uno dei suoi abbracci familiari, ma lei se ne ritrasse ben presto.

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Il paragone, nella mente di lei, corse infausto sulle ali di un'immaginazione sleale.
Ad altre braccia dalle quali si era sentita avvolgere, rilasciando ogni paura in quel contatto casto, pregno di tenerezza.

Più che in qualche occasione, tra le braccia dell'uomo che amava, s'era ritrovata irretita tra pensieri colpevoli!

***

Ma il mio mistero è chiuso in me

Il nome suo nessun saprà...-

Giunta ormai notte, liberava il peso di quelle estenuanti giornate, rilasciando le lunghe braccia penzolare dal letto del Motel, che pareva sempre troppo piccolo per contenere la sua altezza.

Le lunghe dita artigliarono un lembo delle lenzuola che portò al viso, chissà che vi fosse rimasto intriso il suo odore - profumo di cannella, di mela e di rose - forse sì, o probabilmente si era solo mescolato al proprio.
Lasciò scivolare la stoffa sgualcita tra le dita e fantasticò su cosa sarebbe potuto accadere se Dameron non fosse piombato a marcare il territorio.

E poi, eccolo bussare. Sordido. Ineluttabile. Puntuale. Emetteva la sua sentenza. Colpevole!
Dichiarò il senso di colpa e il pensiero si ricompose tornando alla sua principessa venuta dall'Oriente. 
La stava dimenticando?

Non avrebbe mai potuto!
La gioia di vivere contagiosa che sprigionava, insieme ad un ottimismo incrollabile Lara era la sua musa.
Gli occhi ridenti, gioia e tormento, lo visitavano quasi ogni notte, per poi trasformarsi in quello sguardo fisso, pieno di terrore, pochi attimi prima che precipitassero.

La sua condanna era segnata. 
A volte lacrime inaspettate accompagnavano quei ricordi.
Come spine le sentiva risalire graffiando internamente l'esofago, la gola, le narici, le cornee e si chiedeva da quale fonte inaridita - prosciugata da una disperazione senza tregua - fossero ancora capaci di sgorgare a solcare le asperità del suo volto indurito dal tempo e da troppo dolore.

Il rimorso aveva diligentemente assolto al suo compito, fustigandolo a dovere per aver solo osato provare una qualche sorta d'emozione, lui che si era inflitto una sentenza eterna e inappellabile.

Il suo dolore, lei, Peter, sarebbero rimasti chiusi, stretti nello scrigno impenetrabile dei più insondabili anfratti dell'animo.

***

Aveva tuttavia, trovato il modo di rendere proficuo il restante di quello scomodo soggiorno, perché lui, non era ripartito!
Dato che si era fatto vivo il cavaliere senza macchia, per riportare la donzella in difficoltà al castello, altresì professor Solo aveva deciso di restare e proseguire le ricerche per suo conto.

L'indomani mattina si recò presso l'Arcidiocesi di Burlington, era già riuscito a fissare un'udienza dal cardinale Lorenzetti, annunciandosi, in via ufficiale, come figlio del sindaco Organa.

Lorenzetti era una conoscenza di sua madre - ambizioso e dai modi piuttosto subdoli, dietro l'abito talare - Solo ricordava di averlo intravisto a qualcuno degli eventi di beneficenza indetti proprio dalla giunta comunale di Boston, sempre entusiasta di essere in prima linea a raccogliere consensi e laute donazioni a sostegno delle opere caritatevoli dell' Arcidiocesi.

Le residenze private del cardinale tradivano un fine gusto architettonico, non propriamente alla portata di tasche modeste. 
A Solo pareva abbastanza ovvio che le cospicue cifre delle donazioni non servissero unicamente per i bisogni più essenziali, di manutenzione, o per la causa dei meno abbienti della comunità.

Soprassedendo al forte dissenso personale che nutriva nei confronti delle autorità ecclesiastiche, cercò di concentrarsi sui fatti.
Sul perché un alto prelato del suo calibro, fosse stato in precedenza membro degli Skulls and Bones.

Abilità di parola e scaltrezza erano le peculiarità salienti del porporato. Cercava di glissare su quasi tutti gli argomenti, sviando l'attenzione verso discorsi generici, ma più Solo incalzava senza tregua, mentre ne studiava meticolosamente il linguaggio non verbale, incredibilmente pacato, tradendo la maestria nell'arte della dissimulazione.

Eppure all'occhio attento del docente di Storia non fu difficile intravedere, dietro il fare compassato, un certo fervore nelle pupille sfuggenti e dilatate.

Rimase a Burlington, rintanato nello Starlight Inn Motel a catalogare gli appunti, trascrivendoli in maniera metodica.

Con sua sorpresa - ma neanche troppa, vista la fama che lo precedeva - il senatore Palpatine stesso, insieme  a Lorenzetti erano stati membri onorari dei Bonesman proprio negli anni a cavallo tra il 1970 e il 1978, quelli nei quali la società era stata investita dall' ennesima bufera mediatica a causa di misteriose morti.

Ci aveva passato almeno tre notti bianche per finire nei tempi stabiliti dalla prenotazione del Motel, per tornare a casa entro il venerdì sera.
Ne era valsa, però, la pena.
Stava rientrando con parecchie consapevolezze in più, sul caso, su Miss. Palpatine e - non l'avrebbe mai ammesso - persino su sé stesso.

 

Note dell'Autrice:

Andiamo per ordine e partiamo da Turandot, ho scelto quest'aria ed anche l'altra citata nel capitolo 13 - Colpevoli - appunto perché, Lara, la fidanzata di Solo, è una ragazza cinese, di buona famiglia.

Una ragazza cinese di nome Lara, vi starete chiedendo?
Certo, perché i suoi genitori, dignitari cosmopoliti, le hanno dato il nome della protagonista 
Lara Antipov dal romanzo di Pasternak, Il dottor Živago

Compagna di corso di Ben, timida e un po' spaesata, arriva a Boston dove non conosce nessuno e nessuno sembra troppo amichevole nei suoi riguardi. Una creatura delicata e bellissima con la quale Ben instaura da subito un rapporto protettivo molto forte.

La principessa venuta dall'Oriente è introversa e riservata.

Soltanto a Ben, come al principe Calaf in Turandot, è dato di scioglierne la ritrosia.

 

Colpevoli: questo si ritrovano ad essere Solo e Miss Palpatine quando i loro pensieri - non più esclusivi, riservati ai rispettivi partners - si ritrovano già da diverso tempo a vagare laddove non dovrebbero.

Bonesman: nome dei membri degli Skulls and Bones.

Bene, chiedo venia per le note lunghissime, ma certi riferimenti vanno spiegati successivamente a quanto letto in precedenza così da lasciarvi un po' in sospeso.

A presto con un prossimo capitolo fiammeggiante.

 

   
 
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