10
“Dai
mancano cinque minuti” disse Josh invitando tutti a spostarsi nel salotto di
casa Dallas. I piccoli erano sul
tappetone, c’erano Oliver, Hugo e la piccola Joy distesi a pancia in giù a
guardare lo schermo.
Jen
si mise seduta vicino a Lana sorridendo "Pronti?"
“Io
si, sperando tu non svenga” ridacchiò ricordandosi della gonna che indossava
nel primo episodio.
"Tu
ci speri eh" sorrise.
"Vedremo
tesoro mio" sorrise intrecciando le sue dita a quelle di Jennifer.
La
bionda sgranò leggermente gli occhi "Dov’ero mentre andavi in giro
così?"
"Penso
che stessi tubando con nostra figlia" ridacchiò guardandola.
Rise
poi guardò la figlia che indicava la TV "Ama"
“Si
amore sono io” sorrise “Che c’è faccia furbetta?”
La
bimba guardava tra la TV e la madre non capendo perché ne vedesse due.
“Vieni
amore che c’è?” Allargò le braccia.
La
bimba zampettò incerta continuando a guardare la tv.
“Oddio
come glielo spieghiamo questo?” Disse Lana guardando prima Jen e poi Josh e
Gin.
"Lo
capirà col tempo" sorrise l’uomo. La bionda la prese in braccio e la posò
sulle gambe dell’altra.
“Am”
indicò la tv “Uu?”
"Si
paperotta è la mamma" sorrise Jen.
"Sono
bella vero?" ridacchiò Lana durante la pubblicità e poi Joy andò
gattonando verso Jared che era seduto accanto a lei sul divano.
Il
ragazzo la prese sorridendo.
"Si"
rispose la bionda.
***
Stagione
settima, episodio venti "Sei Henry Mills?"
Esterno,
locale di Roni.
R:
"Devi smetterla Elise, è inutile" Regina sbuffò erano trascorsi
alcuni mesi da quando Emma/Elise, era tornata nella sua vita e non riusciva a
capire quello che stava succedendo con lei.
Elise
era appoggiata al muro di fianco a lei "Di fare cosa esattamente?"
R:
“Ti starmi sempre dietro” la guardò -Sei una fottuta spina nel fianco Emma
Swan-
E:
"Ti da così fastidio?" Inclinò la testa guardandola intensamente.
R:
"Si mi dà fastidio, perché ... perchè c'era un'altra persona che faceva la
stessa identica cosa, anni fa..." Sospirò -Ma tranquilla Gina, dille
tutto-
Elise
strinse gli occhi e la scrutò "Non mi stai dicendo la verità... sento di
averti già conosciuta... ogni volta che parliamo hai questa strana
espressione... ti vedo e manca qualcosa... alla mia stessa vita manca
qualcosa... e credo che tu in qualche modo ne sia coinvolta... non so in che
modo..." parlando si era avvicinata lentamente tenendo i loro occhi
incatenati.
R:
-No... sempre indagatrice, dannazione!- “Stai dicendo delle complete assurdità
Em...Elise” la guardò sapeva che quel iniziale aveva insospettito l’altra dal
principio “Non ci siamo mai viste prima” strinse i pugni sul barile di birra
vuoto.
Era
vicinissima "Perché non credo ad una sola parola di quello che dici?"
Il
cuore di Regina fece una capriola nel petto e la guardò “Stai giocando con il
fuoco Elise” disse fissandola.
E:
"Bene è la cosa più onesta che mi hai detto fino ad ora Roni..."
R:
“Che vuoi dire? Cosa vuoi da me Elise? Portarmi dal procuratore? Ti assicuro
che è tutto in regola qui” .
E:
"Io sono il procuratore Roni. E no, non voglio.... credo che sia qualcosa
di personale ... qualcosa che ho davanti agli occhi e non vedo"
R:
"Ti ripeto, non ti conosco Elise”
E:
"Perché ogni volta che lo dici esiti? Perché non ricordo bene il mio
passato fino a che non ti ho vista?"
R:
“Cosa ti avrebbe fatto ricordare l’avermi incontrata? Sentiamo” poteva solo
essere un altro giochetto della maledizione, non poteva essere diversamente,
Emma era sposata...
E:
"Non lo so. Sei un’immagine sfocata nel retro della mia mente... e ho
anche un’altra domanda perché nonostante siamo attratte l’una dall’altra tu
scappi sempre? Mi dai segnali contrastanti. Prima quasi flirti, poi assumi
quell’espressione omicida e te ne vai..." L’aveva presa per le spalle.
R:
“Tu sei sposata e sei tu quella a flirtare con me. Ho anch’io le mie fonti...”
sbuffò, cercando di farsi mollare.
E:
"Cosa? Io non sono sposata" la guardò malamente.
R:
“Vuoi la verità? È questa”
E:
"E quando mi sarei sposata visto che tra la scuola di legge e il
praticantato non ho avuto vita sociale?" Le ringhiò guardandola negli
occhi. Perché sembrava, dicesse la verità.
R:
“Perché tu non sei chi credi di essere, come io non sono Roni, ma Regina”
l’avrebbe scambiata per pazza, tanto meglio, almeno l’avrebbe tenuta lontana da
lei e al sicuro.
Il
nome le sembrava familiare. Ma non era incline a farglielo sapere "Che
stai dicendo?"
R:
“Sto dicendo la verità, era quello che volevi sentirti dire. Ricordi Henry,
quel ragazzo di qualche sera fa? È nostro figlio, tu sei la madre biologica e
io l’ho adottato quando tu lo hai abbandonato anni e anni fa” disse
allontanandosi bruscamente da lei.
Elise
scosse la testa le sembrava terribilmente familiare. Ma non tornavano i conti.
Voleva la verità sembrava una buona pista per quanto strampalata "E di
grazia quell’uomo ha trenta anni, io anche, tu non sembri sopra i
trentacinque/quaranta. Come sarebbe possibile?"
R:
“È complicato non capiresti Emma” Dannazione le era uscito senza remore.
E:
"Chi è Emma? Non è la prima volta che ti sbagli" la guardò
intensamente voleva sentire il suo lato per quanto delirante. Si avvicinò di
nuovo "Provaci" Non lo sapeva ma aveva la stessa espressione che
aveva avuto Emma Swan tutti quegli anni fa quando aveva tagliato l’albero di
Regina.
R:
"Cosa vuoi?" Elise era esasperante quanto Emma, incredibile.
E:
"O vorrei tante cose Roni o Regina. E vorrei farti tante cose te lo
assicuro. Ma quello che voglio ora ...Prova a dirmi questa verità
complicata..." era di nuovo vicina.
R:
“Non posso” la guardò terrorizzata a quella vicinanza.
E:
"Perché?" Era talmente vicina che l’altra poté sentire il calore del
suo respiro.
R:
“Perché è sbagliato”
E:
"Cosa è sbagliato?" Era esasperata e avanzò facendo finire l’altra
contro il muro.
R:
“Emma per favore” abbassò lo sguardo verso i suoi stivali.
E:
"Ancora..." la osservò.
R:
“È il tuo nome, mi dispiace” osservò i suoi occhi verdi, non pensava sarebbero
arrivate a quel punto, chissà di chi si era innamorata.
Scosse
la testa "No è Elise" la guardò "Perché dovrebbe
dispiacerti?"
R:
“Okay allora Elise perché ti piaccio?” Disse guardandola ancora.
La
bionda la guardò "C'è qualcosa quasi di magico intorno a te. Un campo
magnetico che mi attira... le tue battute... le tue risate ... la tua
intelligenza ... il tuo corpo..." le sfiorò il mento. Anche se era una
situazione assurda aveva deciso di essere onesta.
R:
“E ti sei innamorata di me? Perché...”
Sospirò “Perché a me è
successo…”
E:
"Perché? Non c'è mai un perché quando ci si innamora... io mi sono
innamorata di te e basta.... avrei provato a nasconderlo ma il colore delle mie
guance mi ha tradito"
R:
“E perché non me lo hai detto prima?” La guardò.
E:
"Come ho detto prima mi dai messaggi contrastanti... come ora..."
R:
“Perché? Cosa ho fatto?” La guardò intensamente.
E:
"Ti scansi, mi dici cose che non capisco... poi mi guardi come ora... mi
dici che sei innamorata ..."
R:
“Perché questa è solo un’illusione Elise”
E:
"Perché?... Anzi sai cosa... se pensi che sia solo un’illusione... ti
chiedo solo una cosa... poi prometto che non farò più domande, se vorrai non
verrò nemmeno più qui..."
R:
“Cosa?” La guardò.
E:
"Un bacio" la guardò gli occhi verdi malinconici.
R:
“Elise” Regina arrossì.
E:
"Cosa?" Le accarezzò di nuovo il mento.
R:
“Questo complicherà le cose”
E:
"Tu credi?"
R:
“Tu non hai idea”
E:
"Hai paura? Hai paura di affrontarne le conseguenze? Non ce ne saranno....
siamo solo io e te..." la guardava dritta negli occhi e le accarezzò la
guancia.
R:
“Vorrei non c’è ne fossero conseguenze Elise”
E:
"Allora non ce ne saranno" Si avvicinò lentamente ancora di più.
Regina
le accarezzò le spalle, ormai erano lì e tanto valeva, andare avanti.
Elise
si fermò voleva che l’altra fosse sicura. Aspettò la sua mossa.
Regina
posò le labbra su quelle dell’altra.
Elise
le mosse leggermente. Poi un formicolio le percorse il corpo, come fu per
Regina. Una piccola scintilla magica sprizzò tra loro, mentre Emma apriva gli
occhi e guardava la mora.
R:
“Elise?” Regina si scostò appena.
E:
"Regina?" La guardò la bionda.
R:
“Emma?” Abbassò poi il viso contenta e stranita al contempo.
Emma
la guardò mentre faceva due più due e il suo cervello si riabituava a tutto.
Poi qualcosa finalmente le illuminò il viso "Dopo mi spieghi perché siamo
qui. Ma seriamente ci sono volute sette maledizioni e un tailleur color....
McDonald per riuscire a baciarti?!?!"
“R:
Cosa stai dicendo Emma?” la guardò “È sbagliato, e lo sai”
E:
“Perché?" la guardò. Poi si ricordò "Oh Hook. Nah ci stavamo già
lasciando. Non funzionavano come coppia sposata" scrollò le spalle.
“Sei
seria Swan?” La guardò accarezzandole il viso.
Annuì
sorridendo "Bene visto che ora so di nuovo chi sono e non penso tu sia
pazza... e prima che ci buttiamo in una nuova corsa alla maledizione .... mi
daresti un altro bacio perché il primo non l’ho capito" sorrise.
R:
“Emma sei proprio idiota non sei cambiata per niente” la guardò e l’attirò
dalla giacca.
L’altra
la baciò con trasporto e ci fu un altro piccolo scoppio di energia "Ma
siamo noi?"
R:
“Cosa intendi Emma?” disse restando abbracciata all’altra.
E:
"Queste scintille magiche?"
R:
“Si chiama bacio del vero amore, Swan”
E:
“Ah.... Ti dispiace che sia io?" La guardo incerta.
R:
“Dopo tutto questo tempo? No Emma”
E:
"Bene... perché sono molto contenta che tu sia il mio" poi si guardò
intorno "Senti ma perché tu fai la barista e io sto facendo... il
procuratore ... a Seattle?"
R:
“Non chiedere, ho lanciato io la maledizione, ma non perché volessi...”
sospirò.
Adam
gridò la fine del ciak.
La
bionda fece un sospiro tornando in sé e guardando la mora "I fan
impazziranno.... ma tu in quella giacca stai facendo impazzire me..."
“Smettila”
sorrise attirandola a sé.
“Beh,
si lo ammetto ma tu..." si guardò intorno nessuno in quel momento le
guardava, troppo presi da vedere se il ciak fosse venuto bene
"Fuggiamo?"
“Possiamo?”
La guardò dolcemente.
"Non
lo so. Ma a chi importa?" Sorrise sbarazzina.
“Sei
terribile Morrison”
"E
non ti dispiace nemmeno un po’" ridacchiò trascinandola via dietro le
spalle degli altri. Corsero come due adolescenti verso la roulotte di Jen e si
fermarono sulla soglia della porta baciandosi lentamente. Chiuse la porta
dietro di loro mentre stringeva a sé la mora.
“Come
pensi che siamo andate?” sorrise sfilandole la giacca rossa.
"Magnificamente
come al solito" sorrise per poi guardarla “Sai non vorrei toglierti quella
giacca sei troppo dannatamente erotica con quella" le sfiorò il collo.
“Jennifer!”
le prese il mento e mosse le labbra lentamente su quella dell’altra.
“Si?"
Mentre le mani si infilavano sotto il top.
Lana
mosse le mani sulla sua schiena.
Le
baciò le labbra mentre trovava il reggiseno e glielo slacciava "Credi che
si arrabbieranno se strappo queste misere bretelline?"
“Il
reggiseno è il mio tesoro, puoi fare quello che vuoi”
"In
questo caso..." invece di strapparlo sganciò gli agganci dalle asole. Poi
inizio a farlo scendere insieme al top. Non voleva seriamente toglierle quella
giacca "Sai sei una barista eccezionale"
“Quante
lusinghe” ridacchiò sbottonandole il pantalone.
"Ma
è vero" sorrise "Spenderei tutto il mio stipendio solo per venire al
tuo bar e vederti"
Il
reggiseno era sparito ed il top l’aveva fatto scendere per le gambe. Ora aveva
i seni della sua ragazza a malapena coperto da quella giacca. Si leccò le
labbra mentre la portava contro il muro e le slacciava i jeans.
Lana
era molto eccitata a quel modo di fare. Era davvero qualcosa che non si sarebbe
aspettata, fare qualcosa di davvero così adolescenziale, ma con la bionda si
sentiva libera di essere sé stessa.
La
baciò "Tutto ok?"
“Si
amore, sto solo pensando a quanto mi fai stare bene” sussultò sulle sue labbra
quando le fece sfilare i pantaloni e i loro bacini si sfiorarono.
Sorrise
mentre le passava sul collo ed entrambe le mani andavano ad accarezzare i seni.
Le
mani di Jen la toccavano come fosse di porcellana, l’adorava per
quel suo essere così delicata sempre “Andiamo in
camera tesoro?”
Staccò
le mani e gliele portò sui fianchi "Avvolgi le gambe intorno a me"
“Non
dovresti fare questi sforzi amore” sorrise.
“Amore
pesi talmente poco" sorrise e la stese sul letto.
“Sei
dolcissima, non so come ho fatto a non capire prima tante cose”
"Non
importa ora ok?" La baciò di nuovo.
Lana
le portò le mani dietro la nuca e avvolse le gambe intorno alla vita
attirandola verso di sé.
La
bionda si resse sulle braccia osservandola. Era stupenda. Poi si lasciò
trascinare dall’altra.
Lana
rotolò su di lei mettendosi cavalcioni “Ciao” la guardò e si chinò a baciarla.
Poi si dedicò al suo collo, baciandolo leccandolo, mordicchiandolo. Scese
ancora più giù alla valle dei seni e prima li massaggiò, ci portò le labbra prima a lasciare dolci
baci tra il tessuto del reggiseno e la pelle scoperta. Le levò quell’intimo e
poi scese con la mano destra verso il monte di venere e senza remore immerse la
mano nelle mutandine dell’altra. Sussultò al calore che sentì sulle sue dita.
Poi si mosse con il bacino muovendo al contempo la mano, lasciando che l’altra
ammirasse il suo seno sobbalzare appena nascosto dalla giacca di pelle nera
fiorata.
Jen
era a bocca aperta. Persa nei movimenti dell’altra e non sapendo dove mettere
le mani. Quella visione e le dita dell’altra le stavano provocando seri
problemi al cervello. Mise le mani sulle spalle dell’altra per poi gemere di
nuovo leggermente mentre una spinta dell’altra veniva accompagnata da un
sorrisetto.
“Problemi
tesoro?” Sorrise muovendo lentamente il pollice sul clitoride.
Scosse
la testa incapace di fare altro a quella visione.
“Ti
amo lo sai?” Scese sulle sue labbra a leccarle lentamente.
"Ringrazio
dio ogni volta che me lo dici" sorrise.
“E
tu? Mi ami?” Le mordicchiò il labbro inferiore mentre un dito si insinuava in
lei, e Lana ne catturava l’espressione.
"Si!
" le prese il volto tra le mani e la baciò "Si"
Sorrise
nel bacio e piano inserì un secondo dito “Sei così...”
"Così?"
“Bollente”
sussurrò sulle sue labbra mentre gli occhi nocciola si perdevano in quelli
verdi dell’altra.
Era
vicina e quei gesti e quelle parole non l’aiutavano.
“Vieni
per me amore” sorrise baciandole una guancia mentre le dita si uncinavano
brevemente.
Venne
mentre si inarcava sotto l’altra tirandola a sé per la giacca.
Lana
sorrise amorevolmente accarezzandole il petto e accoccolandosi a lei.
Respirava
a fatica mentre si riprendeva "Sei qualcosa di inqualificabile amore"
sorrise.
“Shh
riprendi fiato” sorrise baciandola sul collo e accarezzandole l’addome.
Le
infilò le mani sotto la giacca e sorridendole le ribaltò lentamente "Oh
signorina barista sei in grossi guai"
Lana
ridacchiò e sorrise alla sua ragazza “Cosa ho mai fatto signor procuratore?”
"Oh
non lo so, ma lo scoprirò te lo assicuro" sorrise mentre le sue mani
iniziavano a vagare.