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Autore: Arvistloe    28/01/2021    0 recensioni
Tre storie, tre favole molto deckerstar.
Tre storie, tre favole dove realtà, magia, ricordi dolorosi o piacevoli, famiglie speciali o famiglie da schifo, si mischiano, divenendo un bene o un male per qualche personaggio.
Colonna sonora: Sanctuary (welshly arms)
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo

Fine della quarta serie.

Los Angeles. Appartamento Chloe. Notte.

Distrutta Chloe entro nell'appartamento. Aveva pianto ore nel balcone dell'attico. I pensieri su Lucifer si allontanarono un po' vedendo Trixie addormentata sul divano. Vide sul tavolo basso di fronte al divano tutto pronto per una partita di Monopoli, ma con tre postazioni. Il cuore di Chloe perse un battito quando vide che uno dei posti era per Lucifer, con un biglietto di Trixie con scritto

"Ben tornato in famiglia Lucifer"

Trixie si mosse, aprendo gli occhi con un grande sorriso, chiedendo alla madre guardandosi intorno
"Mamma dov'è Lucifer? Te l'ha detto che abbiamo deciso questa serata di giochi perché vuole tornare con noi?..."
Trixie si alzò, cercando Lucifer, continuando alla madre
"...ne abbiamo parlato una mattina nel giardino della scuola. Era volato dentro per sapere come stavo, dopo quelli che avevano sparato nel suo attico. Lui vuole tornare con noi…"
Si voltò verso la madre che era in piedi vicino al divano, con gli occhi lucidi. Trixie ebbe paura
"...Lucifer sta bene?"
Chloe indicò alla figlia il divano. Sedute vicine, Chloe gli spiegò quello che era successo. Alla fine Trixie si alzò in piedi, dicendo alla madre, con rabbia
"Neanche un saluto? Poteva venire qui per dirmi addio. Io prima di tutti gli sono stata sempre amica, accettandolo in tutto. Mamma io l'odio tantissimo. Spero non torni più, spero soffra tantissimo all'inferno"(br) Trixie corse nella sua camera per non farsi vedere piangere. Rimasta sola, Chloe fu scossa da nuovi singhiozzi di pianto.

Un mese dopo.

Il covid diventò una pandemia mondiale. La scuola di Trixie fu chiusa, facendo le lezioni on line. In quel periodo, Chloe e Dan dovettero partecipare a Washington per una settimana a un convegno con altri colleghi da tutti gli Stati Uniti, tra cui Ella, per sapere tutto sul covid nel loro lavoro. Trixie rimase con sua nonna materna Penelope, nella sua villa sulla spiaggia. Quell'ambientazione marina, leniva nell'animo della bambina tutte le paure per il covid.

Inevitabilmente, ogni tanto tornava il ricordo di Lucifer per Trixie, facendola piangere arrabbiata con il re dell'inferno perché si era dimenticata di lei. Molte volte, prima del covid, sua madre le aveva detto che quella sua arrabbiatura verso Lucifer era ridicola, ma lei gli rivelò un giorno esasperata
"Mamma non immagini quante volte sono scappata da scuola per andare all'attico preoccupata perché mi dicevi che Lucifer aveva avuto questo o quello. Quante lettere gli inviavo con Maze, che lui apprezzava rispondendo a sua volta. Io avevo visto il suo viso bruciato, i suoi occhi rossi, le sue ali d'angelo e di demone, accettandolo sempre, senza nessun timore..."
Quasi ogni volta gli occhi di Trixie diventavano lucidi
"...io lo difendevo da chiunque parlasse male del diavolo, dicendo che dovevano conoscerlo prima di giudicarlo. Ero certa fosse l'unico che mi comprendesse. Finalmente qualcuno mi prendeva sul serio, oltre Maze. Credevo non fosse come tutti gli adulti per cui io sono solo una bambina stupida. Invece come tutti gli adulti, nei momenti importanti si dimenticano di me, anche lui l'ha fatto. Si mamma anche tu lo fai pensando di proteggermi dal mondo. Non sono ridicola mamma, sono arrabbiata e delusa da Lucifer"
Vide per la prima volta in sua madre la consapevolezza che non era più una bambina da proteggere dal mondo. Comunque nel cuore di Trixie restava quella ferita verso Lucifer.

Una mattina, mentre Trixie faceva la solita passeggiata sulla spiaggia, sua nonna era nel balcone della villa, leggendo una sceneggiatura per un film sui vampiri, alla bambina le sembrò di vedere qualcosa di strano nascondersi sotto le fondamenta di una altra villa abbandonata. Cautamente si avvicinò alla villa, dandosi della pazza, perché credeva di aver visto delle piume di angelo bianche. La scena che gli presentò davanti fu per lei scioccante ma anche bellissima.

Nelle fondamenta di quella villa abbandonata c'erano ali d'angelo di qualunque forma e colore. Solo ali. Le due ali si erano unite, usando le punte quasi come mani. Vedendo Trixie le ali si nascosero in un angolo buio. Solo un paio di ali bianche ed enormi rimasero dove erano. Trixie si avvicinò a quelle ali che sembravano armeggiare con qualcosa. Vide le ali che gettavano dell'acqua di mare in un catino su delle piccole ali. Le piccole ali erano distese sulla sabbia immobili. Trixie notò che quelle piccole ali erano piene di piccoli animaletti. Cautamente si avvicinò alle piccole ali, dicendo a quelle grandi ali accanto
"A lui serve un bagno, del borotalco con una pettinata"
Le grandi ali sembravano pregarla, unendo le punte. Improvvisamente Trixie le sembrò di sentire nella sua mente una voce dirle
"Aiutaci ti prego, percepisco in te un cuore buono…"
Trixie guardò le grandi ali sorpresa
"...Siamo ali d'angelo cui un criminale dal nome Cain ci tagliò da angeli che uccise. Ci teneva in un magazzino, strappando le piume, che ricrescevano con dolore. Siamo scappati quasi tre mesi fa, restando qui. Ora stiamo male. Aiutaci"
Trixie volle farlo. Quella notte tutte le ali passarono dalle fondamenta della villa abbandonata, al garage della villa della nonna di Trixie.

La mattina dopo.

Dopo aver fatto colazione con sua nonna Penelope, Trixie le disse (br) "Nonna se mi cerchi sono nel mio garage…"
Cercò di trovare le parole giuste
"...voglio mettere un po' in ordine tutte le mie cose"
Sua nonna fece una smorfia
"Ricordati che io odio la polvere. Se mi vuoi esci dal garage..."
Penelope sorrise leggendo un messaggio nel cellulare, continuando alla nipote
"...portati guanti, mascherina e sacchi della spazzatura"
Trixie cercò tutto nello sgabuzzino vicino la cucina, domandando a sua nonna
"Mi serve anche del borotalco e dei pettini"
Penelope guardò la nipote confusa, chiedendole
"Borotalco e pettini? Perché?"
Trixie cercò in fretta una scusa plausibile
"Voglio pettinare le mie vecchie bambole. In internet dicono che il borotalco toglie la sporcizia"
Penelope annuì di si, dicendole
"Telefona al supermercato qui vicino. In pochi minuti ti porteranno tutto"
Trixie si avviò verso il garage con tra le braccia una scopa, guanti e mascherine. Arrivata vicino il mobile dove c'era il cordless, telefonò al supermercato ordinando tutto il borotalco che avevano e pettini.

Nel garage.

Accese la luce nel garage, il paio di ali cui sentiva la voce si fece avanti, mentre le altre erano raccolte in un angolo. Le ali le domandarono
"Ma è la tua abitazione?"
Trixie sorrise. Il garage era enorme, dove Trixie portava tutto quello che era importante per lei. Spiegò alle ali
"Mia nonna Penelope voleva comprare una Ferrari. Ha fatto fare questo garage enorme per tenerla qui. Ma lei odia la polvere o le cose sporche in generale. Così quando gli hanno detto che polvere, olio per motore, odore di benzina sarebbe stato la consuetudine, al mio ottavo compleanno mi regalò il garage…"
Si guardò intorno. Il garage era pieno di grandi contenitori di plastica, più altre cianfrusaglie
"...Ce persino li dietro quella porta, un bagno con doccia..."
Sentì suonare il campanello alla porta della villa
"...Il Borotalco con i pettini devono essere arrivati. Restate qui dentro, mia nonna non osa entrare"
Uscì dalla porta del garage nella villa, dicendo a sua nonna che guardava la tv nel soggiorno
"Vado io nonna"
La donna alzò un braccio per dire si. Sulla porta, Trixie trovò un enorme pacco di cartone. Cercò di trascinarlo nella villa, ma era troppo pesante per i suoi undici anni. Sentì dietro di lei delle voci. Alcune ali portarono la scatola nel garage.

Poco dopo.

A una a una tutte le ali si sentirono sicure da parlare con Trixie. Trixie che presse da alcuni contenitori grandi asciugamani di cartoni animati o serie tv, per asciugare le ali. Quella che gli parlò per prima, gli disse
"Non vogliamo distruggere questi tuoi bei tessuti"
Trixie gli sorrise
"Per me va bene. Su mettiamoci al lavoro. Tu…"
A quelle ali
"...laverai nella doccia ogni paio di ali. Usciti si asciugheranno con gli asciugamani. Poi io gli metterò il borotalco, pettinandoli"

Un ora dopo.

Pettinato l'ultimo paio di ali, che Trixie conteggiò erano venti paia di ali, la bambina si avvicinò al bagno, dicendo alle due ali che le parlarono per primi
"Ora tocca a te"
Le ali si posizionarono nel piatto doccia, mentre le altre ali brillavano. Trixie domandò alla due ali mentre le bagnava con acqua calda
"Le altre ali hanno detto che se voglio dargli un nome, posso usare quello dei loro proprietari. Ma tu hai detto di no. Come mai?"
Trixie percepì dolore da quelle ali che gli dissero
"Piccola umana, le ali mantengono dentro di sé l'inconscio sia di un angelico che un demoniaco. Quando siamo tagliati, se sopravviviamo, portiamo con noi una coscienza con ricordi dei nostri proprietari. Gli altri sono stati tagliati da angelici che li volevano. Io fui tagliato da quel mezzo angelo e demone che mi odiava. Mi rinchiuse in un container al buio. Poi fui rapito, venduto a quel Cain. Io scappai con tutti i miei compagni di sventura. Non sai quanto odio quel re dell'inferno"
Trixie si bloccò, sgranando gli occhi, dicendogli
"Mi sa che odiamo lo stesso re dell'inferno"

Trixie raccontò ogni cosa di Lucifer al paio di ali, mentre lo asciugava, pettinando con cura quelle morbide piume. Finito, le ali le dissero(br) "Un egoista come pochi. Capisco il tuo odio. Bimba io voglio chiamarmi Al. Niente a che fare con quel Lucifer"
Trixie gli domandò
"Cosa volete fare ora?"
Le ali Al si avvicinò alle altre ali sembrando a Trixie come se parlavano tra loro. Finito, Al tornò da Trixie, dicendole
"Qui dentro ci troviamo bene. Puoi lasciarci anche giorni al buio, noi dormiamo. Non abbiamo bisogno di cibo o altro. Noi sentiamo come veleno solo le cattiverie, l'odio e l'abbandono. Qui invece percepiamo grande amore. Oppure dobbiamo andare via? Non vogliamo crearti problemi"
Trixie abbracciò Al dicendogli felice,
"Siete i benvenuti. Potete stare quanto volete"

Nello stesso momento.
Inferno. Trono di Lucifer.

Lucifer odiava quei vestiti che era obbligato a indossare all'inferno. Era una specie di armatura nera leggera fatta si scaglie di drago. Molte parti erano macchiate di rosso, sangue dei demoni che aveva ucciso. Aveva passato più di un secolo cacciando nei corridoi dell'inferno demoni che si erano ribellati. Era stato aiutato dai demoni rimasti sempre a lui fedeli. Solo poco tempo prima aveva finito quella ricerca dei rivoltosi, riempiendo di teste mozzate su bastoni una collina dell'inferno, come promemoria per tutti gli altri demoni, cosa succedeva in caso dì ribellione. Stava già pensando di tornare per un periodo sulla Terra, quando l'arrivo di un alato dal paradiso gli tolse il sorriso.

L'arcangelo Michael, il comandante dell'esercito angelico, gemello di Lucifer, odiava fare da messaggero di suo padre Dio al suo odiato fratello.

I due gemelli non erano mai andati molto d'accordo, ma la ribellione di Lucifer peggiorò le cose. Soprattutto perché Lucifer con un colpo di spada gli rompete la spalla destra con l'ala. Il comandante dell'esercito celeste, nonostante l'immenso dolore, riuscì nel bloccare il fratello ribelle, chiudendolo per eoni nella cella di una torre in paradiso. In quegli eoni, Michael che Dio loro padre aveva decretato come carceriere del suo gemello, permetteva altri angeli di torturare liberamente Lucifer, che era senza poteri e invulnerabilità. Tutto perché Dio il padre dell'arcangelo Michael' gli aveva negato il permesso di vendicarsi lui stesso sullo sconfitto Lucifer, lasciando via libera agli altri angeli con altrettanto odio verso Lucifer. Angeli che durante la ribellione dell'ancora Samael, avevano perso altri angeli importanti o avevamo handicap fisici. Per Michael era una soddisfazione sentire le urla di Lucifer durante le torture, come se stessero vendicando anche lui, sperando che la prigionia del fratello non avesse mai fine.

La prigionia di Lucifer terminò dopo eoni, per le proteste di altri angeli inorriditi dalle urla del prigioniero. Solo che Dio che non voleva più vedere in paradiso quel figlio ribelle, nominandolo re dell'inferno. Ma Michael non trasportò quel distrutto fratello all'inferno, lo gettò dal paradiso, facendolo arrivare in una pozza infernale, dove il suo corpo bruciato divenne permanente.

Nel vederlo lì, Lucifer divenne come re dell'inferno bruciato, con enormi ali di pipistrello, dicendogli con un ringhio
"Cosa vuoi? Sei qui perché? La tua presenza mi fa venire da rimettere"
Il gemello Michael, vestito con un'armatura che ricordava una della Roma imperiale, gli disse con freddezza
"Non mi fai paura. Ogni mia paura tu l'hai distrutta, quando uccidesti le mie ali, obbligandomi a queste sintetiche. Comunque sono qui per avvertirti che sei sotto accusa. Accusato di essere stato il socio di Cain nel rapire angeli per tagliargli le ali. Ali vendute, sempre con il tuo socio Cain, al mercato nero di oggetti divini sulla Terra"
Lucifer tornò nella sua forma angelica, dicendo esterrefatto al gemello
"Non l'avrei mai fatto"
Michael scosse la testa
"Durante il suo processo, Cain condannato all'eternità in purgatorio, tra le anime senza memoria, diede prove che eravate amici"
Lucifer si sarebbe picchiato da solo. Cain aveva portato le prove di quando lui credeva di farla a suo padre, togliendo la maledizione al primo assassino del mondo. Stava per dire altro al gemello, quando vide altri tre angeli, vestiti come Michael, dell'esercito angelico che tenevano tra le mani catene dorate, catene angeliche. Quelle erano le uniche catene che potevano bloccarlo. Michael con un mezzo sorriso gli disse
"Vieni con noi in paradiso! Per subire il processo"
Lucifer sapeva bene che tutto era contro di lui. Mosse le ali di pipistrello, spostando lontano con l'aria i tre angelici. Ripresi, i tre angelici non trovarono più Lucifer. Michael urlò
"A tutte le realtà! A tutti gli angelici e demoniaci! Chiunque trovi re Lucifer lo catturi portandolo in paradiso o ci chiami. Quel maledetto non può farla franca"

CONTINUA
   
 
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