Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    28/01/2021    2 recensioni
Se Sansa fosse stata più grande quando ha dovuto sposare Tyrion?
Se le cose tra di loro fossero andate diversamente?
Cosa accadrebbe adesso che si trovano alla fine del mondo, a combattere contro la Morte, separati dal ghiaccio e dal fuoco e da una vita che non hanno vissuto?
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lunga notte di rimpianti

Stanno arrivando e Sansa non ha il tempo di razionalizzare questo pensiero che si trova sulle mura con Arya che le mette in mano un pugnale e poi giù nelle cripte, insieme alle donne e ai bambini e a Tyrion che parla di piani e di ingiustizia e di eroismo.
Vorrebbe chiedergli di tacere oppure di parlare più forte, e visto che non sa quale sia il modo migliore di scacciare i fantasmi (non lo ha imparato nemmeno dopo tanto tempo. Se li porta tutti addosso, pesi morti sulle spalle e raggomitolati dentro al cuore) si limita a sospirare.
-È la cosa più coraggiosa che possiamo fare. Guardare in faccia la realtà- e intanto da sopra le loro teste arrivano, ovattati, le grida della battaglia.
Per un momento non riesce a respirare.

(-Tu sanguinerai qui dentro come loro sanguineranno lì fuori-)

Tyrion però protesta e Sansa vorrebbe ridere perché nemmeno si rende conto di quanto somiglia a sua sorella; non sa che Cersei le aveva fatto un discorso del genere anni prima, quando si combatteva ancora una guerra tra Re e non tra Regine, quando Joffrey era vivo e lei era solo una piccola colomba spaventata.

(Vorrebbe zittirlo con un bacio come faceva nel segreto delle loro stanze. Vorrebbe fingere che sia una notte come le altre. Vorrebbe essere ancora felice. Vorrebbe zittirlo artiglianodgli il viso, percorrendo con artigli da lupo la cicatrice che gli deturpa il viso. Vorrebbe sparire perché Sansa l'ha già provata troppe volte l'ansia dell'attesa e la detesta più del risultato).

-Saremmo dovuti rimanere sposati-
-Sei stato il migliore di tutti-.

Lo stomaco si contorce e la bile e la paura risalgono lungo la gola al ricordo di Ramsay e delle sue torture.
Tyrion se ne accorge perché le prende la mano e la tiene stretta, le regala un'ancora cui aggrapparsi e Sansa sa che non dovrebbe ma lo ama un po' di più per questo.

(-L'amore è un veleno, dolce certo, ma sempre un veleno-
-Più persone ami più sei debole-.
Forse è sempre stato questo il suo più grande difetto: che ama e odia con tutta se stessa, che sotto la maschera di ghiaccio c'è un fuoco che aspetta solo il permesso di bruciare con più intensità).

Solo che non può illudersi. Non può dimenticare, nemmeno per una notte. Lui è il Primo Cavaliere di Daenerys e Daenerys é venuta a reclamare ciò che Sansa ha costruito minacciando fuoco e sangue.
-... a lungo andare la tua lealtà divisa sarebbe stata un problema-.
Si appoggia alla parete e chiude gli occhi per non vedere la sua espressione ferita, rifiutato da qualcun'altro che ama e decide che non vale la pena di discutere con Missandei che è leale in maniera tanto cieca che a Sansa un po' fa paura.
Si passa una mano tra i capelli che prendono fuoco alla luce delle fiamme.
(Uno: ti prego perdonami)
(Due: ti prego capisci)
(Tre…)

(... Voglio uscire viva da qui), anche se è nascosta dietro ad una bara mentre i morti prendono vita e in effetti che idea stupida nascondersi in un cimitero quando i loro nemici sono le ossa e i brandelli di pelle di coloro che hanno sepolto.
C'è il caos intorno a loro e sopra di loro e il pavimento trema e Sansa immagina mani che si alzano e scheletri che si avventano su di loro (su donne e bambini indifesi). Riesce a vedere gli Stark Protettori del Nord attaccare il popolo che hanno giurato di proteggere, armati della spada che li ha accompagnati per tutta una vita. Immagina anche sua zia, quella Lyanna che un po' detesta, egoista e sciocca e colpevole, morta con le mani sporche del sangue di uomini innocenti, in una stanza di rose appassite.
Poi si riscuote. C'è Tyrion accanto a lei, che le prende la mano (ancora) e posa un bacio leggero sulle nocche (ti prego, ancora) e la guarda negli occhi mentre lei estrae il pugnale (colpiscili sempre con la punta) e decide che se deve morire lo farà combattendo.

(-Lo trovavo terribilmente ingiusto-...
-Fa che temano te più di quanto temano il tuo nemico-...
"Se sarò mai Regina, mi farò amare da loro"...
Cersei nei suoi ricordi é vestita di rosso come il sangue, come il vino che quella sera era scorso a fiumi e i suoi occhi erano di un verde vivo, brillante, come l'altofuoco che avrebbe illuminato il cielo e squarciato la notte.

-Pregherò per il tuo ritorno-
-Davvero? -
-Come farò per il Re-)
(Si aggrappa a quella visione, a lei e a Tyrion felici; si stringe alla sua mano e si lascia guidare dall'istinto come non si è mai concessa di fare; lascia che la voce di Cersei le scivoli addosso insieme alle paure e alle titubanze. Non le sono utili, non adesso, non oggi che la morte ha una spada e occhi blu come il mare).

Stringe la mano di Tyrion perché ne sarebbero usciti vivi e insieme.
   
 
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