Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    28/01/2021    0 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Ciao a tutti! Chiedo perdono per la mia lunga assenza. Eccomi qui con un nuovo capitolo. Visto che è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, vi lascio un breve riassunto delle "puntate precedenti" in modo da non perdere il segno.

La crisi tra Elsa e Jack si fa sempre più profonda e la loro scorsa notte d'amore, invece di riunirli, finisce per separarli del tutto. Elsa, ormai sicura dei propri sentimenti nei confronti di Jack, viene messa con le spalle al muro da lui stesso che, stanco e confuso da quei mesi di trambusto, decide di andare oltre ed iniziare una nuova vita. L'amica Stella, infatti, follemente innamorata di lui, sembra mandarlo in crisi più del previsto e l'uomo finisce così per lottare tra la ragione e l'attrazione che lo spinge verso le sue braccia. Anna e Kristoff, informati dai vari dottori sulla propria condizione, decidono di proseguire la gravidanza ed attendere il giorno del parto che, a causa della malattia di Anna, potrà anche toglierle la vita. Le gemelle, invece, sveglie e vivaci, decidono di agire per riparare il matrimonio dei propri genitori, motivo per cui iniziano a pianificare una serie di marachelle.

 

CAPITOLO 39

La settimana trascorre normalmente anche se, per Anna, tutto prende una piega diversa. L’obbligo di rimanere a casa la spaventa più del previsto e, da ottima psicologa, decide così di cominciare un percorso di psicoterapia oltre ad aderire a un progetto musicoterapeutico per permettere anche alla bambina di beneficiarne.

Kristoff, invece, comincia a lavorare di più in modo da poter dare maggior sostentamento alla famiglia anche se, nei momenti liberi, non esita a tempestare di chiamate la moglie e riempirla di piccoli doni al rientro a casa.

Elsa vive le giornate con pesantezza, rifiutando di incontrare l’ex marito che pare averla scartata una volta per tutte. La donna cerca di riempire il tempo a disposizione ma, ogni secondo, il pensiero delle parole dell’uomo le ritorna alla mente, imbambolandola e immergendola nella rabbia per diversi momenti.

“Mamma…” saluta Sofia entrando in bagno e trovando la madre intenta a buttare violentemente degli indumenti nella lavatrice.

“Dimmi” risponde Elsa con fermezza, cercando di mascherare il brusco gesto che, però, viene notato dalla figlia.

“Io e Lia abbiamo pensato una cosa. Questo weekend vogliamo andare anche noi in montagna con papà” comunica la piccola dondolando sui piedi per l’agitazione.

“Non si può! Questo weekend siamo rimasti d’accordo che dovete restare con me perché lui deve andare in montagna con…” comincia a dire Elsa, per poi fermarsi di colpo e serrare i denti al pensiero di lasciarlo vivere tre giorni nella loro casa in montagna in presenza di Stella.

“Con Stella… lo sappiamo. Noi vogliamo andare per giocare con la neve! Almeno in questo modo possiamo divertirci! Per favore mamma!” la supplica Sofia, sbirciando dietro la porta dove Lia continua a incitarla sottovoce, consigliandole di incarare la dose per convincere la madre.

Elsa ci riflette per un secondo. Lasciare andare le bambine significava concedere a tutti loro di vivere da bella famigliola felice e permettere così a Stella di avvicinarsi ancora di più alle sue figlie.
D’altro canto, però, la presenza delle gemelle avrebbe frenato i due piccioncini che avrebbero dovuto limitare la loro reciproca conoscenza.

“Ok, in effetti Anna mi ha chiesto di stare da lei. Lo dirò a vostro padre… potete pure confermarglielo!” comunica Elsa mostrando un ghigno e fantasticando.

Poco dopo…

“Ciao Elsa sono venuto a prendere le bambine” afferma Jack suonando al citofono della propria vecchia casa.

“Veramente stasera le bambine potrebbero stare con me, visto che domani verranno in montagna con te” risponde Elsa dopo avergli aperto la porta.

“Che cosa?! No! Gli accordi non erano questi! Lo sapevi dell’impegno della montagna! Immagino che è stata un’idea tua” si arrabbia lui immediatamente, scaldandosi e diventando rosso.

“Veramente l’idea è stata loro e visto che ho bisogno di una pausa è anche giusto così. Perché ti stressa tanto la cosa? Alla fine quella è soprattutto casa loro no?” lo colpisce Elsa sorridendo ironicamente, sicura di averlo messo con le spalle al muro.

Jack si limita a non rispondere e, scocciato, si allontana dall’appartamento pur sapendo che, in effetti, alle figlie avrebbe fatto bene un po’ di aria fresca.

Dietro al muro del corridoio, infatti, le due gemelle origliano la breve conversazione dei genitori e, felici dell’esito, non possono che sorridere soddisfatte.

“Si va in scena” sussurra Lia orgogliosa battendo il cinque alla gemella e dirigendosi verso la propria camera.

Il giorno seguente…

“Permesso? Posso?” chiede Elsa educatamente varcando la soglia della casa della sorella.

“Certo! Entra pure” risponde Anna da lontano, per poi fare cenno alla maggiore di avvicinarsi.

“Che stai facendo?” ride Elsa notando la minore seduta per terra circondata da candele profumate.

“In qualche modo devo tenere lontano lo stress non trovi? La meditazione fa benissimo, dovresti farla anche tu” risponde Anna in pace con sé stessa, senza aprire gli occhi.

“Ma che scherzi? Ho capito che sei una psicologa ma forse è meglio di no” nega subito la bionda, imbarazzata dalla situazione.

“Su, su, siediti e provaci” incita con calma Anna sospirando profondamente.

“Ma non ci penso nean…” prova a dire Elsa facendo per alzarsi dal divano.

“ELSA! Muoviti e vieni qui!” la obbliga Anna alzando la voce, riuscendo così ad attirare l’attenzione della sorella che, finalmente, abbassa le barriere e si siede di fronte alla consanguinea.

“Ok, ok, che devo fare? Su cosa devo meditare?” chiede Elsa rossa in volto per l’imbarazzo.

“Su niente” risponde Anna immobile senza aprire gli occhi.

“Si chiama meditazione e non bisogna meditare? Senti “ Miss pace interiore”, questo non fa per me” si altera la maggiore, sempre più a disagio trovandosi al di fuori della propria confort zone.

“L’obiettivo è quello di restare seduta, immobile per un tempo definito. Devi tenere la concentrazione sul respiro e cercare di non pensare a nulla. Quando ti accorgi che stai pensando a tante cose, recuperi l’attenzione e la fai tornare sul respiro” spiega accuratamente Anna, spalancando gli occhioni azzurri solo per dare più sicurezza all’esposizione.

“E a che cosa serve quindi?” chiede Elsa sempre più scettica.

“Lo scoprirai tu stessa alla fine. Ora basta domande e cominciamo, facciamo solo 10 minuti perché è un esercizio graduale” conclude Anna azionando una sveglia sul telefono per poi dare il via all’esperimento.

Elsa prova a concentrarsi sul respiro come consigliato dalla sorella e, a sua sorpresa, si accorge di star conducendo qualcosa di complesso. Il corpo comincia a prudere in molti punti e la richiesta di stare immobile diventa sempre più difficile. I primi minuti, interminabili, si trasformano in una cascata di pensieri. Elsa non riesce a soffermarsi sul proprio respiro per più di un minuto perché, subito dopo, Jack, le bambine, le paure, la vita, i genitori, Stella e le angosce sembrano invaderle la mente. Solo verso gli ultimi minuti le pare di riuscire a concentrarsi e, in parte, anche a rilassarsi.

“Com’è andata?” domanda Anna spegnendo la sveglia e allungando le gambe.

“Ho pensato tutto il tempo…è difficile” si arrende Elsa, colpevolizzandosi per aver sminuito un insegnamento importante della sorella minore.

“Lo so, per questo ti dico che ne hai bisogno. Vedi, si chiama meditazione proprio perché sono i nostri pensieri a comandarci e il controllo di noi stessi è l’unico modo per non farci comandare da essi. A che cosa stai pensando?” chiede Anna alzandosi in piedi per poi sedersi sul divano, invitando la sorella a fare lo stesso.

“Ho lasciato andare le bambine in montagna con Jack e Stella, solo perché così posso impedire ai due di stare insieme. Jack mi manca e finalmente l’ho capito, ma ormai è troppo tardi. Giustamente lui sta iniziando una nuova storia con lei… e magari le bambine la preferiranno a me” si confida Elsa abbassando lo sguardo.

“Quando ti metterai in testa che sei la loro unica mamma e loro questo lo sentono? Sofi e Lia non hanno bisogno di un’altra donna! Hanno bisogno di te e basta! Per quanto riguarda Jack non devi fasciarti la testa. Ne avete combinate delle belle in questi mesi e ancora non riuscite a comprendere voi stessi. Questo è il momento in cui lui deve capire chi è, anche se questo significa trascorrere del tempo con Stella” risponde con dolcezza e fermezza Anna, rivolgendo lo sguardo alla maggiore e mettendole una mano sul ginocchio.

“E tu? Non hai pensieri?” chiede Elsa cambiando argomento come suo solito.

“A volte, ma riesco a fare anche mezz’ora di meditazione senza troppi pensieri” risponde Anna sorridendole.

“Ma non hai paura? …io non riesco a nascondertelo Anna! Ovviamente siamo tutti preoccupati per questo parto, lo temiamo moltissimo. Come fai tu ad essere così serena?” domanda Elsa scioccata di fronte alla tranquillità della sorella.

“Sono spaventata, certo… ma non ho paura. Tu lo sai, io ho sempre sognato di essere una mamma e questa bimba me lo permetterà, qualsiasi cosa accada. È il mio sogno e non ci pensi? Io per questo sogno sono disposta a dare la vita. Far nascere mia figlia, anche se questo metterà a repentaglio la mia esistenza, mi permetterà di concretizzare il mio sogno” risponde Anna emozionata, guardando la sorella con occhi lucidi.

Elsa non sa che cosa risponderle. Quelle erano le parole più belle che avesse mai sentito e che la rendevano fiera della propria sorellina.

“Vuoi sentirla? Sta scalciando…”chiede Anna sorridente.

Elsa risponde annuendo leggermente e, lasciandosi guidare, posiziona la mano sul pancione rotondo della sorellina avvertendo, dopo qualche secondo, un leggero movimento.

Anna stava diventando una donna, una persona meravigliosa e, grazie a quella malattia, si stava dimostrando molto più mamma di quanto lei non fosse nei confronti delle gemelle.

Intanto in montagna…

“Wow! Siamo arrivati che meraviglia!” affermano le gemelle felici, entrando nella piccola baita in legno ed aprendo le braccia in segno di gioia.

“Non mi avevi detto che sarebbero venute anche le tue figlie” sussurra Stella scocciata, rimasta in silenzio per tutto il viaggio.

“Sì scusami è che c’è stato un cambiamento dell’ultimo minuto e, alla fine questa è anche casa loro…” risponde Jack imbarazzato, senza darle però troppo peso, contento di avere lì le proprie piccole pesti.

“Bambine, che ne dite di andare a giocare con la neve? Io e Jack intanto possiamo prepararvi la cena e accendere il camino che cosa ne dite??” domanda Stella con voce apparentemente dolce, cercando di mostrarsi affettuosa anche se in realtà intenzionata a trascorrere del tempo con l’uomo dei suoi sogni.

“Sì ok!” risponde felice Sofia, ricevendosi una gomitata dalla sorella che, attenta alla situazione, capisce l’imbroglio della donna.

Ormai il loro piano era andato in fumo e, per non dare troppo nell’occhio, conveniva ad entrambe uscire a giocare come richiesto dagli adulti.

“Sai, questa casa è proprio bella! Mi puoi far vedere la mia stanza così lascio giù la valigia?” chiede Stella con un ghigno, ovviamente indirizzata verso uno scopo ben preciso.

Jack, rosso in volto a causa del freddo, non esita a mostrare il piano superiore alla donna. Una volta nella stanza la ragazza non fa che complimentarsi per l’arredamento rustico e, attraverso una serie di trucchi, riesce a chiudere la porta alle sue spalle senza dare nell’occhio.

“Jack, che cosa c’è che non va?” domanda Stella dolce, avvicinandosi al ragazzo e mettendogli le braccia al collo.

“Niente, assolutamente niente!” nega lui imbarazzato dalla situazione, ma in parte anche elettrizzato nel trovarsi di fronte una ragazza così bella.

“Ma perché non dormiamo insieme stanotte? Mi sentirei sola qui in questa stanzetta” afferma lei languida, sempre più diretta al raggiungimento del proprio obiettivo. La ragazza, infatti, non dà tempo all’altro di rispondere e, con inaudita dolcezza, appoggia le proprie labbra a quelle di lui. Jack all’inizio cerca di opporsi al bacio, ancora reduce dello scorso inconveniente con la ex moglie.

Questa volta, però, la situazione è diversa e, covando rabbia e frustrazione nei confronti di Elsa, finisce per abbandonarsi alla passione e rispondere positivamente al bacio.

“Hey Lia ma cosa fai?!” afferma Sofia sconvolta dalle idee strampalate della gemella, intenta a correre verso un ruscello.

“Dobbiamo allontanarli e non permettergli di stare insieme. L’ho visto fare in un video su internet! Basta versare dell’acqua sui tubi e in pochi minuti la caldaia verrà bloccata!” risponde convinta la gemella più frenetica, riempiendo una bottiglietta di plastica a una sorgente lì vicina.

“Ma così congeleremo! Non ti sembra di esagerare?!” domanda Sofia sempre succube delle bravate della sorella.

“Ma no! Papà l’ha già fatto mille volte, dovrà solo venire qui e schiacciare due pulsanti… ma almeno in questo modo si distrarranno” spiega Lia sicura di sé, versando il contenuto sui tubi della caldaia.

Intanto la situazione in camera da letto si fa sempre più bollente e i due, ormai seminudi, sono pronti a condividere un momento intimo tutto per loro quando, improvvisamente, la voce delle sorelle distrugge la pace creatasi.

“Papà! Papà! L’acqua calda non funziona! Come mai?” urla Lia entrando in casa, seguita da Sofia che, da brava attrice, si dirige in cucina per aprire il rubinetto.

Jack, a disagio per l’imprevisto, si riveste velocemente e, senza badare a Stella, corre dalle proprie figlie per vedere l’origine del problema.

Le due bambine osservano il volto preoccupato del padre e, felici del proprio operato, si scambiano un sorriso complice, pronte a pianificare la prossima mossa.
  
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