Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: MaryFangirl    28/01/2021    2 recensioni
Un possibile legame tra City Hunter e Angel Heart...e se Kaori non fosse morta? L'amore può superare ogni barriera?
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Li Shan In, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter, Angel Heart
Capitoli:
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Con la pistola in mano dal cannone fumante, una Kaori spaventata, tremante ma fiduciosa puntava ancora l'arma sull'energumeno. Quest'ultimo si accasciò terrorizzato, fissando con occhi sporgenti la giovane donna di fronte a lui. Il proiettile, che gli aveva solo graffiato la guancia, lasciò sgorgare alcune gocce di sangue, traccia di quanto il passaggio fosse stato vicino. Indietreggiò a tentoni e, come uno scarafaggio, strisciò sul pavimento, poi scomparve dietro un angolo senza attendere.
 
Kaori aveva sparato, sparato a un uomo...ma non era ferita, almeno non fisicamente.
 
A poco a poco, le palpitazioni cardiache di Ryo si calmarono per trovare un ritmo tranquillo e regolare. Gli infermieri, notando il ritorno alla normalità, non prestarono molta attenzione a quel turbamento, perché le persone in coma facevano sogni che poi si traducevano nel tumulto dei dispositivi elettronici.
 
Con il cuore che batteva all'impazzata, Kaori abbassò gradualmente la guardia e ripose la pistola nella borsa, poi barcollò all'indietro, appoggiandosi contro una parete.
 
Erano già le 18, non sapeva per quanto tempo aveva camminato; non sapeva nemmeno più dove fosse. I suoi passi l'avevano condotta casualmente per le strade della grande città che si incupivano con il passare delle ore. Con sguardo vacuo, alzò la testa per osservare i dintorni e riprendere la sua marcia vagabonda, poi, pochi istanti dopo, raggiunse finalmente la clinica di Doc. automaticamente aprì la porta e camminò con l'andatura di un funambolo lungo il corridoio. Ancora vacillante per quell'alterco, non sentì la voce di Tomo.
 
“Kaori...Kaori...”
 
“Ehm, sì!” disse lei come uscendo da un sogno.
 
“Che ci fai qui?” chiese l'infermiera.
 
“Sono venuta a vedere Doc” balbettò.
 
“Aspettami qui, vado a chiamarlo”
 
Tomo fu sul punto di andarsene poi, accigliata, la scrutò. L'espressione strana della giovane donna la preoccupava.
 
“Tutto bene?” chiese.
 
“Sì, sì” disse Kaori sorridendo.
 
Tomo scomparve all'angolo di un corridoio; Kaori, con la punta delle dita, afferrò lo schienale di una sedia dove cadde pesantemente con un sospiro, un sospiro che proveniva dalle sue viscere, dal suo cuore. Si chinò e si appoggiò sulle cosce, tenendo la testa tra le mani.
 
“Kaori!”
 
Lei sussultò, l'ometto di mezza età era al suo fianco e posò una mano amichevole sulla spalla della giovane donna.
 
“Non stai bene? Sei molto pallida!”
 
“Sì, sì...solo un po' di stanchezza!” soffiò. “Ma non è per questo che sono venuta; volevo chiederle un favore!” dichiarò, riprendendosi.
 
“Andiamo nel mio studio, staremo meglio lì” disse lui mostrandole la strada.
 
Kaori si alzò lentamente e lo seguì; presero posto nel piccolo studio e Doc si sistemò dietro la sua scrivania, incrociando le braccia.
 
“Forza, ti ascolto” disse con voce dolce.
 
Durante una lunga conversazione, Kaori gli spiegò gli ultimi esiti sulla salute di Ryo e soprattutto le proprie paure per quanto riguardava la sua sicurezza. Ascoltando con attenzione il discorso della giovane donna e annuendo, Doc si strofinò il mento.
 
“Devo prima parlare con il medico che si sta occupando di lui...”
 
Kaori balzò dalla sedia come un pupazzo che saltava fuori dalla scatola.
 
“Andiamo, non perdiamo tempo inutilmente!” esclamò, trascinandosi dietro l'uomo.
 
Tornando all'ospedale di Shinjuku, Kaori, insieme a Doc, si diresse verso l'accoglienza. L'anziano si piegò in due, posandosi le mani sulle cosce per riprendere fiato mentre Kaori si rivolgeva all'addetta alla reception.
 
“Salve signorina, vorremmo vedere il dottor Takamoto” chiese gentilmente.
 
“Per quale motivo?” chiese l'altra senza nemmeno alzare lo sguardo verso il suo interlocutore.
 
“Per il paziente della stanza 412...”
 
“Ah, il signor Saeba!” la interruppe la donna alzando la testa, improvvisamente tutta un sorriso.
 
“Sì, infatti!” balbettò Kaori sorpresa. Cominciava a innervosirsi e a vedere rosso. “Anche privo di sensi, gioca a fare il casanova” borbottò.
 
“Aspetti in sala d'attesa, lo mando a chiamare” aggiunse gentilmente indicando con la mano le sedie apposite.
 
Kaori e Doc obbedirono.
 
“Sono tutti così amichevoli in questo ospedale?” chiese l'uomo.
 
“Sì certo, lei non ha avuto a che fare con la vecchia strega che mi ha accolto per il parto di Miki!” si arrabbiò, cercando di contenersi mentre ricordava quell'episodio.
 
Qualche istante più tardi un uomo alto sulla cinquantina, con i baffi, gli occhi scuri e occhiali piccoli si avvicinò:
 
“Salve signorina, cosa posso fare per lei?” chiese con un sorriso che rivelò denti ingialliti.
 
“Beh...”
 
“Vorrei parlare con lei dello stato di salute del signor Saeba” intervenne Doc.
 
I due uomini di scienza e Kaori si ritirarono nello studio del dottor Takamoto; una figura femminile ne approfittò per squagliarsela ma la familiarità della sua aura catturò l'attenzione di Kaori che la intravide.
 
“Saeko!” si stupì.
 
Corse per assicurarsi che fosse proprio lei, ma se n'era già andata.
 
Alzando le spalle e pensando che fosse un'allucinazione, raggiunse i due medici; il dottore aprì il grande cassetto in metallo e tirò fuori un fascicolo in cartone contenente la cartella clinica dello sweeper. Si sedette mentre fissava Kaori con aria strana, lei rabbrividì. Lesse coscienziosamente gli ultimi rapporti e, al termine delle elaborate discussioni con il suo collega, disse:
 
“Sono d'accordo, ma...”
 
Il cuore di Kaori le si strinse nel petto.
 
“...voglio sottoporlo ad altri esami prima di lasciarlo uscire”
 
Alzò i suoi occhietti furbi sulla giovane donna:
 
“Li farà anche lei, signorina. Ha una brutta cera, la mia coscienza professionale mi obbliga. Il letto vicino a quello del suo fidanzato è libero, quindi vi metteremo nella stessa stanza”
 
Kaori volle protestare, ma non sarebbe servito a nulla, quindi si rassegnò. Era un balsamo al cuore pensare che finalmente si sarebbe ritrovata con Ryo.
 
“Credo che io e Ryo passeremo la notte insieme” sussurrò. A quella riflessione, si mise ad arrossire.
 
* * * * * * * * * *
 
Shan In stava trascorrendo la sua prima notte nell'appartamento di City Hunter; con naturalezza, Ryo l'aveva sistemata nella stanza di Kaori. Quella piccola camera sembrava essere l'unica a 'vivere', era l'unico luogo in cui il calore di una strana sensazione riempiva l'atmosfera. Quell'autra spettrale che regnava in ogni angolo della stanza sembrava voler persistere in modo da non essere mai dimenticata. Shan In si sentiva soffocare in quel nuovo ambiente, non che quelle emozioni non le piacessero, ma le nuove sensazioni aggiunte la turbavano ed era ovvio che cercasse conforto nel suo protettore, suo padre.
 
Il giorno dopo Saeko, preoccupata per la bella adolescente, andò al Cat's Eye per avere conferma dei suoi timori.
 
“Dov'è Glass Heart?” si seccò.
 
“Il suo nome è Shan In e vive con suo padre, il signor Saeba, l'ha adottata proprio come il signor Falcon ha fatto con me!” intervenne Shin Hon.
 
Quest'ultimo ricevette un colpo di vassoio da parte di Umibozu, stampandovi la forma del suo viso per la violenza della botta.
 
“Ti ho solo assunto!” si arrabbiò.
 
“Ma allora vivono insieme!” fece Saeko. Si precipitò verso la porta e come un tornado la attraversò, facendo tintinnare il campanello.
 
* * * * * * * * * *
 
L'ospedale era silenzioso, i primi bagliori della notte illuminavano il cielo, le luci negli appartamenti sbocciarono su ogni lato della città. Kaori sospirò soddisfatta e si voltò verso la figura sdraiata, poi vi si avvicinò lentamente. Sorrise quando vide i suoi lineamenti ammorbiditi.
 
“Sembra che tu stia dormendo!” disse, sfiorandogli il viso.
 
Kaori decise a malincuore di mettersi nel suo letto.
 
“Buonanotte!” aggiunse, tirando su le coperte.
 
Si addormentò pacificamente; i suoi sogni furono dolci e confortanti. La vicinanza del suo partner influiva; per la prima volta dopo più di un mese, Kaori era rilassata e il suo respiro regolare rifletteva il suo sonno privo di frustrazioni o incubi. Ryo era lì...
 
* * * * * * * * * *
 
Saeko si presentò nell'appartamento e corse nella stanza di Ryo, come una furia:
 
“Dov'è Glass Heart?” gridò alla forma umana camuffata sotto la trapunta.
 
“Lasciami dormire...deve essere di là!” grugnì lui con voce confusa, indicando una direzione indefinita.
 
“Ryo!” urlò lei, togliendogli la coperta energicamente.
 
Il suo sguardo si bloccò sulla palla umana raggomitolata su se stessa che non aveva trovato pace se non al fianco di suo padre.
 
“A-Shan!” sussurrò lui sorpreso.
 
* * * * * * * * * *
 
Nelle prime ore del mattino, Kaori si stiracchiò a lungo; era rilassata, serena ma all'improvviso le sembrava di essere stretta nel suo letto. Aprì gli occhi con difficoltà, appoggiandosi su una mano per mettersi a sedere.
 
“Ma cosa...?” balbettò.
 
Con occhi spalancati, esaminò il proprio letto...non era il suo, ma quello di Ryo!
 
Per essere sicura della sua deduzione, confusa com'era, lanciò un'occhiata al letto vicino: arrossendo eccessivamente per la prossimità con il suo partner, si separò rapidamente, facendola cadere dal letto.
 
“Ahia!” gemette, massaggiandosi il sedere.
 
In quel momento un'infermiera entrò nella stanza.
 
“Buongiorno signora! Ha dormito bene?”
 
“Ehm, sì...sì!” dichiarò lei arrossendo.
 
“Anche il suo fidanzato deve aver apprezzato” sorrise l'altra.
 
Kaori, aggrottando le sopracciglia, guardò Ryo: un ampio sorriso era disegnato sulle sue labbra.
 
L'infermiera spiegò poi i vari esami a cui il suo partner sarebbe stato sottoposto: elettrocardiogramma, encefalogramma, esami del sangue...quanto a lei, un semplice esame della pressione e del sangue, per il quale fece una smorfia anticipatamente.
 
* * * * * * * * * *
 
Nella clinica di Doc, Shan In arrivò per i suoi controlli settimanali per il trapianto di cuore, tutto era in ordine ma la giovane era in ansia. Se lei poteva morire in qualsiasi momento, perché suo padre avrebbe dovuto essere risparmiato dalla Mietitrice? Voleva che la scienza le togliesse i dubbi e, per essere sicura che Ryo avrebbe accettato, lo minacciò dicendo che avrebbe smesso di prendere gli immunosoppressori e le visite da Doc. Lui aveva solo potuto cedere a quel 'ricatto' per paura di perdere di nuovo Kaori e la loro figlia. Doc chiese comunque delle spiegazioni.
 
“Shan In! Perché hai chiesto a Ryo di fare un esame completo?”
 
Shan In rispose:
 
* * *
 
“Ryo morirà prima di me?”
 
* * *
 
Le parole erano uscite naturalmente dalla bocca di Kaori, persino sorpresa di averle pronunciate. Perché una simile domanda? Era vero che lo stress legato agli esami non aiutava; si trovava sola nella stanza, ma un'ansia sorda aveva le aveva fatto esprimere ad alta voce le sue paure nascoste.
 
* * * * * * * *
 
Dopo essere passato al Cat's Eye per rimpinzarsi, Ryo si presentò nella sala degli esami.
 
“Salve Doc! Hai i miei esiti, dimmi tutto!” esclamò come un ebete.
 
Dopo il riepilogo dei vari esami, risultò che tutto andava per il meglio, aveva ancora una forma impressionante. Durante la visualizzazione della radiografia allo stomaco, si notò una macchia:
 
“È cancro!” fece Ryo.
 
“Ma no, triplo idiota!” gridò Doc, lanciandogli il taccuino sulla testa.
 
Il suo mokkori non era riuscito a rimanere inattivo davanti all'occasione di farsi vedere.
 
“Allora sei tranquilla, Shan In?” chiese Ryo, sorridendo.
 
La giovane, avendo avuto risposta alle sue angosce, aveva approfittato del piccolo battibecco per sgattaiolare e andare al Cat's Eye per bere un buon caffè e ritrovare quindi una dimensione di normalità. Il Doc confidò allora a Ryo la paura della ragazza.
 
“Allora era così!” sospirò lui sorridendo.
 
Doc continuò con l'analisi degli esiti di Shan In.
 
“No, è impossibile!” esclamò. “Gli antigeni di istocompatibilità di Shan In e Kaori sono così affini che è come se fossero identici! La probabilità che i gruppi HLA* siano compatibili è una su diverse migliaia!” si sbalordì.
 
“Intendi dire che Shan In e Kaori sono quasi...uguali?” chiese Ryo.
 
Doc e Ryo si recarono al Cat's Eye per annunciare la buona notizia a Shan In, il medico dettagliò i risultati.
 
“Una miracolosa istocompatibilità? Ma cosa significa?” si preoccupò la giovane.
 
“Non dovrai prendere così tanti immunosoppressori per evitare il rigetto. In altre parole, non dovrai quasi preoccuparti degli effetti collaterali degli immunosoppressori” la rassicurò Doc. “Il rischio di infezioni o lesioni è ridotto”
 
“Per quanto tempo potrei vivere allora?” chiese la ragazza.
 
“Solo Dio lo sa” aggiunse teneramente Doc.
 
“Quindi vivrò più a lungo di papà Ryo?”
 
“Diciamo che le tue possibilità sono aumentate” dichiarò lui.
 
Shan In sentì il cuore batterle forte in petto.
 
“Kaori! Grazie, Kaori! Vivi in me il più a lungo possibile” sussurrò, posandosi teneramente le mani sul petto.
 
“D'accordo, ma...A-Shan, io sono super resistente! In nessun modo ti renderò infelice morendo prima di te” fece Ryo con un occhiolino complice.
 
“Sì, ma io...non ti farei mai subire la peggiore disgrazia per un genitore!” dichiarò lei gettandogli le braccia al collo.
 
* * * * * * * * * *
 
Ryo era rientrato dagli esami da un po' ormai; Kaori, tenendogli la mano, temeva la prognosi del dottore che avrebbe potuto rifiutare l'uscita dello sweeper. Le porta si aprì sull'uomo vestito di bianco preceduto dal loro amico dalla corporatura più minuta; i loro atteggiamenti così seri non erano di buon auspicio. Kaori, il cui cuore batteva forte, istintivamente si portò la mano inerte al petto, in attesa del verdetto. I due medici guardarono insieme la giovane donna ansiosa. Il dottor Takamoto prese la parola:
 
“Per prima cosa parleremo di lei, signorina. È in mancanza di ferro e magnesio, cosa che le provoca una stanchezza generale, le ho preparato una ricetta per rimediare, ma deve anche dormire per riprendersi completamente. In ogni caso è in buona salute. Quanto al suo amico...”
 
Kaori strinse la mano indifesa.
 
“I risultati sono molto incoraggianti nonostante il signor Saeba sia in coma, quindi posso autorizzare la sua uscita” confermò.
 
Kaori sentì le lacrime scorrerle selvaggiamente sulle guance e si gettò sull'uomo addormentato.
 
“Potrò vegliare su di te d'ora in poi, non ci separeremo mai più!” singhiozzò, soffocando i pianti nel suo collo.
 
 
 
*Human Leukocyte Antigen, cioè antigeni leucocitari umani.
  
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