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Autore: Brume    28/01/2021    4 recensioni
Si sono incontrati per caso, Ryo e Kaori, sei anni dopo la morte di Hideyuki; durante un brevissimo incontro in un bar riemergono ricordi dai Kaori fugge mentre lui vorrebbe capire: capire perchè anni prima è andata via, capire cosa è quella sensazione che prova pensando e stando insieme a lei, l' unica in grado di avergli dato un pò di pace. E' il seguito di "Una -quasi- favola natalizia".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Illustration2 Accidenti, non credevo andasse così.  
 
Sono disteso a terra e sento il calore del sangue impregnarmi la giacca; quella specie di animale senza anima mi è balzato addosso all’ improvviso e non mi è restato che sparare ma, a quanto pare, lo ha fatto prima lui. Con la differenza che ora lui è disteso a terra poco lontano da me, morto; io….credo e spero di riuscire a portare a casa la pelle anche stavolta…ma una cosa mi rode: ho fallito.
Dovevo prenderlo vivo.  Avrebbe potuto aiutarmi a capire qualcosa sulla morte di Hideyuki ma soprattutto riguardo alla persona che ho sempre chiamato padre e che l’ ha ucciso. Pazienza, c’è sempre quel microchip.
 
Cerco di alzarmi; tu arrivi subito nella mia mente, i tuoi occhi arrivano fino al mio cuore e mi danno le forza per tirarmi su.. è un dolore lancinante quello che sento e che non pensavo così atroce… ma devo farcela, mi sforzo: sono in piedi.
Le ginocchia mi dolgono, nel fianco sinistro sembra si siano conficcate chissà quante pallottole invece sono schegge di vetro e acciaio, quelle della finestra che ha rotto nel saltarmi addosso.
 
Guardo la ferita.
È brutta.
Perché proprio ora? Perché? Dico imprecando a bassa voce; il fianco mi duole, sanguina.
Mi trascino fuori di li in qualche modo; nella mano con cui cerco di coprirmi gli occhi dal sole c’è ancora la pistola. Questo sole, il  sole di una vigilia di Natale che doveva essere bellissima  mi fa male agli occhi ed al cuore e  l' ultima cosa che vedo è la faccia di Saeko che, insieme ad un gruppo dei suoi, si è avvicinata a me.
“Ryo!” Esclama vedendomi  così “ ti faccio portare subito in ospedale!”
“No, Saeko, chiama Mick; lui sa dove portarmi” le rispondo dissimulando l’ enorme sofferenza che mi pervade e sconquassa.
 Mi fa un cenno con il capo, va verso una auto di servizio e si fa passare il telefono in una delle macchine.
Io chiudo gli occhi, non ce la faccio più.
 
 
KAORI
Oggi è la vigilia di Natale.
Mi è sempre piaciuto il Natale: per me, che una famiglia vera non l’ ho mai avuta, era l’ occasione per immaginare immense tavolate di amici e parenti e da piccola ero perfino arrivata a mettere a tavola, insieme a mio padre e mio fratello, tutte le mie bambole.
Anche ora che sono sola adoro questo periodo; mi piace regalarmi qualcosa, fare buoni propositi per l’ anno che verrà e prendere regali per le persona a cui voglio bene; Midori, per esempio, una delle mie migliori amiche dal liceo... e ora, Ryo.
Oddio, su di lui sono un attimino indecisa: ci siamo rivisti solo ieri e ...non lo so; però l’ idea di fargli trovare qualcosa, se passerà di qui, mi attrae.
Decido di vestirmi: da ore giro in pigiama, è tardi, sono più vicina all’ ora di cena che del pranzo quindi.,,non sistemo la casa ma vado subito a farmi una doccia e meno di mezz’ ora dopo sono per strada, nel quartiere illuminato di luci e lucine. L’ aria è fresca, la neve rende tutto magico; sorrido, mentre cammino.
 
“Kaori, buonasera!”
 
La signora Ueda mi chiama, è dietro di me di alcuni passi. Non me n’ero accorta tanto sono immersa nei pensieri; la saluto e mi fermo, la attendo mentre con il suo incedere lento e aiutata da un bastone mi raggiunge.
“Buonasera, Signora Ueda. Dove va con questo freddo?” le chiedo educatamente; mi indica allora una borsa della spesa.
“...alcuni piccoli acquisti per la cena di stasera, mia cara; sono vedova, ma non per questo mi lascio andare. Soprattutto a Natale, preparo qualcosa per me e per il mio Toshiro, anche se la sua ciotola rimarrà capovolta. E  tu? Cosa farai? Non startene sempre rinchiusa in casa!” mi dice sorridendo, poi , non sentendo la mia risposta, mi ha dice se voglio farle compagnia. Sorrido.
Beh, non sarebbe la prima volta; almeno una volta al mese mi invita da lei.
“…mi farebbe davvero piacere, ma permetta che porti io qualcosa di pronto, così non dovrà affaticarsi" le rispondo.
La signora Ueda mi sorride ma vuole comunque essere una ospite perfetta e insiste: vuol cucinare lei quindi…mi arrendo: le dico che arriverò per l’ ora stabilita con una bella torta fatta da me e dopo esserci separate continuo la mia ricerca.
 
Dunque…Midori sicuramente passerà, di solito rientra per le festività.. poi…Ryo, i miei colleghi… chi manca ancora?  penso tra me.
 
Allungo il passo e vado innanzitutto a prendere gli ingredienti per la torta; mentre giro tra gli scaffali mi ritrovo a fischiettare e vedo il mio sorriso nello sportello di un banco frigo.
Da quanto tempo non mi sento così? penso arrossendo; mi tornano in mente i baci di Ryo…il nostro incontro dal quale sembrano passati secoli ed invece non sono nemmeno trascorse 24 ore.
A proposito: chissà dove sarà…
 
 
RYO
Ho preso proprio una bella botta; Doc mi ha svegliato poco fa, ho dormito qualche ora dopo l’ intervento. Mi ha subito rassicurato: la ferita è meno peggio di quanto pensavo e tra una settimana al massimo potrò tornare quello di sempre…
 
Grazie Doc “ gli dico “ spero proprio sia così…” mentre mi viene in mente lei, subito, come fosse aria che mi è mancata.
 “Kaori!” esclamo  facendo quasi sobbalzare il nonnino intendo a leggere i miei parametri. S rride sotto i baffi; mi fissa mentre posa la cartella e poi  sistema la flebo. Io  allora volto lo sguardo altrove, fisso un punto a caso.
“…una nuova fiamma?” mi domanda mentre infila l’ ago nel mio braccio.
“…la sorella di Makimura … maledizione Doc che dolore! Ma cosa ci hai messo dentro? Piombo fuso? Brucia! “ rispondo urlando; che dolore, santo cielo, e si che ci sono abituato.
 
Doc mi guarda.
 
“ ...cosa è questa novità?” chiede; finalmente ha finito di torturarmi, riesco a rilassarmi un po'.  Lui si siede poco lontano da questo letto, proprio sotto la finestra alla mia sinistra. Si fa serio.
 “ Lei lo sa che tuo padre le ha ucciso il fratello?
“NO….  e non chiamarlo così…lui non è  mio padre. Non lo è più da quando ha perso la testa…” rispondo serio; divento all' improvviso di malumore e vorrei tanto cambiare argomento.  A salvarmi arriva Mick ; entra nella stanza a grandi passi.
“…ehilà, sei già sveglio? Credevo avresti tirato fino alla mattina di domani" mi dice sedendosi in fondo al letto, opposto al Professore.
“…Doc mi ha svegliato poco fa, siccome è sadico ha voluto torturarmi…da sveglio" rispondo ridacchiando.
Mick prende un pacchetto di sigarette e me le lancia.
“…regalo di Natale" dice; lo ringrazio e fissando quel pacchetto penso…a te, Kaori. Volevo essere da te stasera…. Invece…
“Mick, devo chiederti un favore" gli dico; mi è balenata in testa una idea.
 I suoi occhi azzurri, incorniciati da sopracciglia aggrottate e curiose, mi fissano.
“…dimmi tutto, Ryo" risponde; attendo che esca Doc e gli parlo.
Di solito non sono propenso a divulgare i fatti miei…ma è l' unico a cui posso chiederlo.
“…dovresti andare da una persona “ dico. Una fitta improvvisa al fianco mi fa perdere il respiro; Mick mi viene vicino.
“…se mi dai un foglio ti trascrivo il suo indirizzo. Dovresti dirle che per qualche giorno non potrò muovermi…per favore, portale un mazzo di fiori. E prendile un regalo: un bracciale con una libellula. So che le piacerà.".
Mick  solleva le sopracciglia e si alza in piedi, sempre più sorpreso.
“…e non mi dici nulla? Allora?” insiste.
Non gli dico nulla.
“…va bene, Ryo” mi dice alla fine, dopo aver atteso cinque minuti inutilmente. Ci salutiamo;  sorrido e gli dic0 nome, indirizzo  ma soprattutto  di fare più in fretta possibile .
 
 
KAORI
È sera, ormai.
Sono rimasta da quella tenera vecchietta per qualche ora e ci siamo perse nei ricordi; è sempre tanto gentile con me…quanto avrei voluto una nonna così!
Ora sto tornando a casa; mi stringo nella giacca e sollevo la sciarpa fin sotto il naso perché davvero si gela. Chissà se Ryo si è fatto vedere, o mi sta aspettando; ho quasi paura di illudermi.
Metto le mani in tasca e sento la forma del pacchettino che contiene il suo regalo: ho un piccolo portafortuna, un ciondolo d' argento a forma di quadrifoglio… alla fine ho ceduto, glie l’ ho preso…ci tenevo e non mi interessa cosa potrà pensare di questo mio gesto. Credo…credo di…non lo so, si può forse chiamare amore, questo?
E se fosse….può un sentimento esplodere così, dopo anni, in meno di un battito di ciglia?
E’ tutto reale?
 
Sento le lacrime – non so nemmeno io se per la tristezza o per la gioia -  scendere sul mio viso. Cerco di darmi un contegno; sono quasi arrivata a casa, devo resistere…una volta in quelle mura potrò piangere finchè ne ho voglia.
 
“Miss Makimura…posso disturbarla?”.
 
Una voce dall' inconfondibile accento americano arriva dalla mia destra; nemmeno mi ero accorta che qualcuno mi seguisse e sono un po' spaventata. Quando mi volto in quella direzione vedo un uomo biondo, dalla carnagione chiara e gli occhi azzurri; ha  un magnifico mazzo di fiori  tra le mani.
“Posso parlare nella sua lingua, se lo desidera. Cos vuole da me?" gli dico cercando comunque di essere gentile; siamo davanti a casa, a qualche metro dal cancellino d’ entrata. Lui sorride e mi rassicura subito.
“…non so preoccupi, non la voglio importunare . Devo solo consegnarle questo mazzo di fiori…ed un pacchetto" mi dice.
“…scusi ma…” faccio per ribattere.
 
 Che razza di scherzo è questo? Se è Midori la strozzo.
 
“Mi chiamo Mick Angel, sono un amico di Ryo.  Lui è impossibilitato a muoversi. È stato ferito , non gravemente…ma non potrà muoversi per una settimana almeno”  dice, sistemandosi il cappotto di ottima fattura che indossa.
 
Credo di impallidire perché lo vedo avvicinarsi preoccupato; lo fermo con la mano, dico che va tutto bene. Lui mi rassicura.
 
“…vuole salire? Le andrebbe di spiegarmi tutto” chiedo; lui nega .
“ Grazie ma….non vorrei essere inopportuno.” dice con fare affettato.
  “…Troverà un biglietto, signorina, lo legga…lo ha scritto Ryo. Ora devo andare...Le auguro un buon Natale “.
 Le sue mani mi porgono i fiori ed il piccolo pacchetto.
Li guardo per una frazione di secondo e poi guardo l’ uomo.
“…grazie" gli dico alzando un braccio,  come un saluto tardivo; infine, salgo le scale, curiosa di rientrare e leggere il contenuto del biglietto.
Ho il cuore in gola…Ryo è stato ferito e le mie gambe si fanno di burro.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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