Gabbia di libertà
E così mi accorsi che avevo provato,
ci avevo provato davvero a spiegare le ali.
Ma non le avevo.
Ed aveva fatto così male scoprirlo.
Che avevo finito per strisciare per terra come il bruco che sono.
Ho strisciato a terra, ho mangiato fango, mi sono congelata con la pioggia battente.
Mi sono insudiciata di ogni sozzura.
Ho lasciato la dignità agli altri.
E non sapevo che il bozzolo
si costruisse
così.
Tutto quanto
quello
che
avevo
passato.
Il freddo, la solitudine, la fatica, la terra, il buio, le lunghe notti.
Così, quel dolore che mi aveva scavato dentro, aveva costruito
il bozzolo fuori di me.
Credevo di esserne imprigionata. Imprigionata dal mio stesso dolore.
Invece ero libera.
Quel bozzolo che mi stava così stretto era la mia gabbia di libertà.
Quel bozzolo mi stava trasformando
tanto quanto
mi aveva trasfigurato il fango.
Come il fuoco per la fenice. Stavo rinascendo.
Ancora non vedevo le mie ali,
ma potevo sentirne il primo pizzicorio
sulla schiena.
Angolo dell'autrice
Nulla, sono solo io. Quello che sono e sento in questo momento, nulla di più, nulla di meno.