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Autore: Shainareth    25/08/2009    2 recensioni
[Gundam SEED Destiny] «Non li ho accompagnati perché non volevo, non potevo aspettare fino a domani per rivederti», ricominciò l'Emiro, prendendole una mano fra le sue con fare galante.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Yuna Roma Seiran
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Decenza




Non sapeva più dove nascondere la faccia.
   Era rientrata in casa in fretta e furia, senza accorgersi dell'auto ferma davanti all'ingresso della villa, e subito era corsa in cerca dell'amante per fargli sapere che di lì a poco sarebbe arrivata in visita la famiglia del suo fidanzato. Appena varcata la soglia, non aveva neanche ripreso fiato che, travolgendo la cara Myrna che le stava andando incontro, aveva urlato con fare allarmato: «Amore!»
   Tempo di fare una decina di passi e sulla soglia del salottino del piano inferiore era finalmente stata in grado di scorgerlo. Non da solo.
   Ora la guardavano entrambi con fare sorpreso: lui pallido per quell'imprudenza, l'altro rosso per l'irritazione. «Merda», imprecò la ragazza; e non appena si rese conto di cosa aveva detto, ringhiò una seconda parolaccia che costrinse il suo innamorato ad alzare gli occhi al cielo ed il loro ospite a storcere il naso in segno di disprezzo per quel modo di fare per nulla consono all'erede degli Athha.
   Cagalli si era chiesta tante volte per quale dannato motivo lui si ostinasse a voler ostentare adorazione nei suoi riguardi se in realtà non gli andavano a genio i suoi difetti – e lei era ben consapevole di esserne piena.
   «Non mi aspettavo un'accoglienza tanto calorosa, my honey», cercò allora di riparare al guaio lo stesso Yuna, facendo buon viso a cattivo gioco.
   La ragazza si accigliò, rimanendo in silenzio per qualche istante per non peggiorare la situazione. «Ero convinta che non venissi prima delle cinque», puntualizzò quando lo vide lanciare un'occhiata significativa al proprio rivale, così che fosse chiaro che quell'epiteto affettuoso non era destinato a lui nella maniera più assoluta. Assicuratasi che l'affondo avesse colpito a dovere il fidanzato, Cagalli riprese: «Non dovevano esserci anche i tuoi genitori?»
   «Sfortunatamente», iniziò lui, avvicinandosi con un sorriso tanto comprensivo quanto risentito, «il padre di mia madre ha avuto un malore improvviso, e così loro sono dovuti correre al suo capezzale.»
   «Mi spiace», si affrettò a dire la bionda con sincerità. «Avresti dovuto accompagnarli», si curò di fargli notare.
   Yuna scosse il capo come a voler sdrammatizzare. «Tranquilla: conosco mio nonno, so che non ha nulla di grave e che camperà altri cent'anni.»
   Cagalli notò Athrun che, alle spalle del giovane, abbassava lo sguardo. Anche i loro genitori erano stati in perfetta salute fino a non molto tempo prima, eppure erano stati spazzati via dal mondo in un lampo. «Avresti comunque dovuto andare con loro», insistette allora la fanciulla, quasi in tono di rimprovero.
   Il figlio di Unato Nara Seiran distese di nuovo le labbra, questa volta con onestà. «Quello che amo di te, Cagalli, è la bontà di cuore.» Uno sbuffo li fece voltare verso il Coordinator, il quale, trovandosi i loro occhi addosso, mormorò delle blande scuse, senza però dare a vedere di esserne convinto. La sua amante dovette sforzarsi di tornare seria quando Yuna riportò la propria attenzione su di lei. «Non li ho accompagnati perché non volevo, non potevo aspettare fino a domani per rivederti», ricominciò l'Emiro, prendendole una mano fra le sue con fare galante. Un po' per devozione, un po' per ripicca nei confronti dell'ex-soldato di ZAFT, impegnato ora a stringere i pugni che avrebbe volentieri picchiato con forza contro il naso di quel farabutto.
   La Principessa indietreggiò di un passo, sperando di riuscire a divincolarsi senza troppe difficoltà. «Ci siamo visti anche stamattina», gli ricordò.
   «E già mi mancavi», la informò lui, appassionato. «Quando siamo in riunione, oltretutto, non posso starti vicino quanto vorrei. Con tutta quella gente, poi... è impensabile avere un minimo di intimità.»
   «Anche ora siamo in pubblico», cercò di sbollirlo Cagalli, facendo cenno verso Athrun e Myrna, rimasta in attesa di ordini. Il figlio dei Seiran non le andava molto a genio, ma Uzumi-sama lo aveva scelto come promesso sposo della sua unica bambina e pertanto lei si sforzava di farselo piacere – cosa che invece a Cagalli non riusciva neanche a pagare.
   «Per questo», convenne subito Yuna, «potremmo ritirarci in un'altra stanza per parlare un po' di noi, non credi?»
   «Sarebbe quantomai sconveniente», intervenne inaspettatamente Myrna, precedendo una risposta ben poco felice già pronta sulla bocca della sua padrona e del di lei amante.
   Sorpreso da tanta sfacciataggine da parte di una serva, il giovane ospite allentò finalmente la presa sulla fidanzata e domandò: «Prego?»
   La donna si fece avanti, piazzando le nocche delle dita sui fianchi paffuti ed affondando lo sguardo in quello di lui senza il minimo timore: era già una sofferenza sapere dell'amore infelice della sua Principessa e di quel ragazzo Coordinator caduto in disgrazia, per cui, anche a costo di apparire irriverente, non avrebbe permesso che la situazione si fosse aggravata prima del tempo. «Le buone maniere di questa famiglia vietano categoricamente che la nostra signorina rimanga da sola con un uomo.»
   Athrun corrucciò la fronte, temendo di aver trasgredito un'infinità di volte a quello che sembrava essere un comandamento assoluto nella casa degli Athha. Cagalli si morse l'interno della bocca per impedirsi di correre a baciare Myrna all'istante, accontentandosi piuttosto di quell'attimo di distrazione per riprendersi la mano che le era stata precedentemente sottratta.
   Yuna si lasciò scappare una breve risata, adombrata tuttavia da un leggero nervosismo. «Sono il suo fidanzato.»
   «A maggior ragione», insistette la sua interlocutrice, testarda.
   «Diventerò suo marito.»
   «Un giorno, forse», finì per lasciarsi scappare, costringendo la sua padrona a spalancare le orbite per la sorpresa. «Fino ad allora, però, la prego di attenersi alle buone creanze e di rispettare la verginità della mia signora.»
   I tre avvamparono nel medesimo istante. «My-Myrna...» Cagalli si schiarì la gola ed intervenne per dividerli. «Grazie, davvero», disse, senza avere il coraggio di guardare i suoi spasimanti. «Ora calmati, okay? Sono sicura che Yuna Roma non si tratterrà ancora a lungo, ha una visita importante da fare, dopotutto.»
   La donna tornò a volgere i piccoli occhi scuri sull'imputato, il quale, a quel punto, dovette arrendersi. «Giusto», balbettò.
   «Bene», fu soddisfatta Myrna. Poi aggiunse con un inchino: «Tornerò al mio posto, vogliate perdonarmi.»
   «Via, via», lasciò correre il maggiore dei due giovani, impettendosi e sorridendo per scacciare l'imbarazzo. «È commovente l'amore che lei ha per Cagalli, bisogna rendergliene atto.» Si rivolse quindi a quest'ultima e si limitò ad omaggiarla di un leggero inchino. «A domani, allora.»
   «A domani», rispose lei, educata.
   Quando fu uscito, la Principessa gettò le braccia attorno al collo della donna. «Mi hai salvato la vita.»
   «A dirla tutta, non credo che avrebbe osato sfiorarla», confessò Myrna, scrollando le spalle ma accettando di buon grado quella manifestazione di affetto: in fin dei conti, era un po' come se Cagalli fosse anche figlia sua, visto che si era presa cura di lei fin dalla più tenera età. «Ma mi seccava comunque l'idea di saperla in difficoltà. Inoltre credo che Uzumi-sama non avrebbe approvato una tale intimità prima del matrimonio.» Pronunciando quelle parole, spostò lo sguardo sulla guardia della sua padrona, scrutandola per qualche attimo con fare sospetto, ed aprì la bocca come a voler dire qualcosa. La chiuse poco dopo, come se ci avesse ripensato, e si accomiatò anche lei, farfugliando fra sé che aveva da fare altrove.
   «Ricordami di accendere un cero per la sua beatificazione, quando sarà il momento», affermò Athrun, poggiando il proprio peso contro lo stipite della porta del salottino, le braccia conserte. La sua innamorata rise, ma lui non riuscì a godersi quell'attimo di gioia perché ossessionato da un'altra questione. «Potrai davvero usare sempre questa scusa per sfuggirgli?»
   La biondina si stiracchiò le membra, capace di rilassarsi ora che si trovava da sola con lui. «Beh, lui ci teneva a vedermi anche dopo il lavoro, per cui posso sempre mettergli in mano una copia del giornale di quando mi hanno eletta Delegato di Orb.»
   L'ex-pilota di Mobile Suit si passò una mano sul viso, e da dietro di essa mugugnò di malavoglia: «Pessima idea: mai dare la propria foto ad un uomo.»
   «Perché?»
   Lui non rispose subito. Si concesse invece il tempo per avvicinarsi a lei e di prenderla per un polso. Quindi, trascinandola su per le scale e lasciandola interdetta, disse: «Chiedilo a Myrna: sono sicuro che lei sarà molto meno esaustiva di me, ma per lo meno non si prenderà uno schiaffo. O una pallottola.»













Buuu! Orribile! XD Non ho più le idee di una volta, forse perché sono quasi sempre impegnata a confabulare con mia cugina (qui sull'EFP ha il nick di Jud91, anche se non posta più da un pezzo ciò che scrive) e pertanto ho meno tempo per pensare alle solite boiate.
Un bacio a chi legge, a NicoDevil, a Rinoa87heart, a Lightning_ (Bentornataaa!) e ad Atlantislux (Bentornata anche a te, mogliettì!), la quale pare sia anche lei alle prese con una fanfiction su Gundam SEED. *_* Ed era ora che qualcun altro si decidesse a scrivere su questa serie! Sono stufa di leggere solo le mie storie dementi! XD
Alla prossima!
Shainareth
P.S. Per errori, sviste e ripetizioni, portate pazienza, per favore: quando tornerò a casa mi stirerò le dita con calma per ogni strafalcione. :)





  
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