Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: thors    03/02/2021    3 recensioni
A seguito delle vicende narrate in "Una nuova monarchia", Daenerys sta regnando sui Sette Regni con saggezza, ma questo non significa che non abbia dei problemi da affrontare con lord e lady del suo regno.
Ad Approdo del Re viene riconosciuto un personaggio che si credeva morto e sepolto ormai da tempo e che potrebbe reclamare il suo titolo in virtù delle alleanze formate durante la guerra. Condotto alla Fortezza Rossa contro la sua volontà, dovrà dimostrare con tutti i suoi mezzi di meritare la fiducia della Regina Targaryen.
[Ottava classificata al contest “Titoli a Catena” indetto da Freya_Melyor sul Forum di Efp]
[Questa storia partecipa alla challenge “One, Two… Three!” indetta da fantaysytrash sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa alla challenge "Quella volta in cui..." indetta da MissChiara sul forum di EFP]
[Storia partecipante alla challenge "Solo i fiori sanno" indetta da Pampa313 sul forum di EFP]
["Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Daenerys Targaryen, Margaery Tyrell, Sansa Stark
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Threesome
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

One night only

 

Introduzione

 

Questa storia si svolge nell’universo del Trono di Spade (serie TV) dopo il termine dell’ottava stagione, ma dalla vittoria contro gli Estranei in poi, le cose sono andate un po’ diversamente.

Se vi interessa sapere in modo dettagliato cosa sia accaduto prima di questo racconto, non posso che consigliarvi la lettura de “Una nuova monarchia”. Altrimenti il prologo vi fornirà gli eventi principali.

 

Prologo

 

Dopo la battaglia contro gli estranei, Sansa si rende conto di doversi affidare a Daenerys perché il Nord possa sopravvivere: se il suo popolo non morirà di freddo e fame a causa di un inverno molto più lungo e freddo dei precedenti, sarà l’esercito di Cersei a sterminare le sue genti non appena i tepori della primavera scioglieranno neve e ghiaccio. A malincuore, lei china il capo alla Madre dei Draghi, ottenendo però in cambio la promessa di aiuti che permettano alla sua gente sia di sfamarsi finché i terreni non saranno di nuovo coltivabili sia di tenere sotto controllo i Bruti. Questi ultimi, infatti, sono stati convinti da Jon a insediarsi nella fascia di Bran, perché era ovvio che nessuno potesse resistere per mesi in quel deserto di terra gelata che diventerà ben presto la regione oltre la Barriera.

Durante il viaggio a Roccia del Drago, Drogon viene centrato al petto da uno dei dardi lanciati dagli Scorpioni, ma precipita prima che gli uomini di Euron possano colpirlo ancora. Mentre Jon, messosi al riparo di una scogliera, incendia le navi sotto di lui, il drago di Daenerys arriva alla spiaggia ancora vivo ma in condizioni critiche.

Per settimane Drogon si trova in bilico tra la vita e la morte, e la Regina, in collera con Jon che non vuole più giacere con lei, tradita da Varys e furiosa con Cersei, nutre solo il desiderio di bruciare quest’ultima insieme alla città di Approdo del Re, colpevole di non volersi ribellare alla vile usurpatrice del trono.

Nonostante l’oscurità in cui Daenerys è piombata, due incontri imprevisti architettati da Bran riescono a riportare alla luce i nobili principi della Distruttrice di Catene. Il primo è con una bambina della capitale, la quale le porge un pugnale per essere uccisa dalle sue mani e la fa capire quanto sia mostruosamente in errore nel voler massacrare miglia di innocenti come lei. Il secondo incontro è con Sansa, che proprio da Bran ha saputo quel che Daenerys ha fatto e subito prima di approdare nel Westeros, ma anche quel che sta vivendo a Roccia del Drago. La donna del Nord, affascinata dalla regina Targaryen, si era quindi messa in viaggio per convincerla a risparmiare la capitale, ma anche per aiutarla a riconquistare Jon e per far riemergere in lei gli ideali che sembra aver dimenticato.

L’incontro tra le due regine avviene nella camera della Daenerys, dopo il tramonto. La Madre dei Draghi, memore di una bambina entrata nella sua camera con un coltello e desiderosa di umiliare un po’ l’orgogliosa donna del Nord che era stata tanto restia nell’appoggiare la sua causa, le chiede di spogliarsi e poi di infilarsi nel suo letto per stare al caldo. Mentre le due ragazze discutono – Sansa nuda sotto le coperte e Daenerys seduta sul letto coi vestiti ancora addosso –, accade qualcosa di imprevisto per entrambe: complici la situazione, il momento di debolezza dell’una e l’ammirazione dell’altra, le due ragazze scoprono di piacersi.

Il piano di Sansa funziona, Drogon migliora e la Regina subisce un netto miglioramento d’umore. L’idea di bruciare la città diventa così l’ultima soluzione da attuare, e la strategia adottata è quella proposta da Tyrion e Yara: bruciare le navi di Euron e assediare Cersei interrompendo ogni rifornimento alla sua città.

Quando poi Drogon si riprende dalla ferita, lui e Rhaegal distruggono le mura della città, dove gli scorpioni erano installati, e fanno così capire all’usurpatrice quanto fosse errata la sua fiducia in quelle armi.

Gli Immacolati arrivano alla Fortezza Rossa guidati da Jon, senza compiere spargimenti di sangue. Daenerys conquista il Trono di Spade, sposa l’uomo che ama, ma le sue notti continuano ad essere riscaldate anche da Sansa, che ne frattempo è diventa il Maestro delle Leggi. Quest’ultima, vincendo il disgusto per gli uomini che Ramsay Bolton, il suo ultimo marito, le aveva instillato, accetta di risolvere il più grande problema che resta alla sterile Regina: partorirà al suo posto e in segreto i figli di Jon e le assicurerà così una discendenza con sangue Targaryen,.

Durante l’inverno, Daenerys prepara il terreno per la sua rivoluzione; e, all’inizio della primavera, i Sette Regni conoscono il matriarcato.

 

 

***

 

Era una splendida mattina di primavera, ed una donna, vestita di mantello e cappuccio d’un bianco immacolato e col viso celato fino agli occhi da un velo della stessa tinta, camminava per le vie affollate di Approdo del Re volgendo uno sguardo curioso sulle numerose bancarelle. Al suo passaggio, la gente si ritraeva per farle spazio e accennava un leggero inchino con riverenza, perché la sua veste l’identificava come una Servitrice della Misericordia dei Draghi. Queste donne non erano vere sacerdotesse dato che non si riferivano a nessun credo, ma erano considerate come tali perché facevano funzionare gli ospedali della capitale ed elargivano la preziosa carità della Regina.

Da quando Daenerys era salita al trono, la città era cambiata profondamente. Le opere di ricostruzione delle mura e del Gran Tempio di Baelor tenevano occupati tutti gli indaffarati che prima affollavano le strade, e sempre meno erano gli emarginati che vivevano di furti ed espedienti al margine della società. La Madre dei Draghi era benvoluta, e benvolute erano anche le sue servitrici, libere di muoversi quasi ovunque senza dover temere di essere molestate.

In realtà, la sacerdotessa che spostava i suoi occhi curiosi sui volti delle persone e sui tavoli delle mercanzie non era una normale servitrice, e questo lo confermavano le quattro guardie armate che la seguivano senza farsi notare. Prese una delle vie a lei ancora inesplorate e, compiuta una trentina di passi, si fermò a guardare l’umile ragazza dai capelli castani che vendeva fiori in un negozio poco più grande di uno stanzino. Quel che, in un primo momento, l’aveva colpita era la pulizia di quel posto e la cura con la quale la merce era presentata; difatti, mentre l’osservava, più di una persona si era avvicinata per comprare qualcosa. Poi, il volto di quella giovane graziosa le parve familiare e, infine, il sorriso che ella rivolgeva ad ogni cliente le rivelò chi fosse. Così, si avvicinò al bancone e le chiese: «Siete voi la proprietaria di questo di posto?»

«Sì, mia signora», rispose umilmente la venditrice, chinando leggermente il capo.

Un cenno impercettibile della donna ammantata di bianco diede ordine alle guardie di avvicinarsi. «Da quanto tempo svolgete questo lavoro?»

«Da dopo l’inverno, mia signora. Posso esservi utile in qualche modo?»

«Vorrei sapere cosa avete fatto prima.»

La ragazza fissò pensierosa gli occhi d’un azzurro chiaro della sconosciuta, poi riconobbe la voce che le aveva parlato attraverso il velo, e la sorpresa le si dipinse in volto. Nello stesso istante un soldato l’afferrò da dietro, impedendole di scappare e tappandole la bocca; e, subito dopo, la sacerdotessa le sussurrò: «Non ti accadrà nulla di male se mi seguirai, ma sarò costretta a farti legare e imbavagliare se cercherai di dire il mio nome.»

La ragazza annuì spaventata, si lasciò condurre docilmente sino alla via principale, ma qui un piccolo tafferuglio sbilanciò una delle sue guardie, e lei sfruttò l’occasione per liberasi. La sua fuga, però, durò solo un passo, perché un soldato riuscì ad afferrarla per la tunica, strappandogliela quanto bastava per mettere in mostra uno dei suoi seni, e poi la prese saldamente per un braccio.

Sistemandosi l’abito alla meglio con la mano libera, la ragazza esclamò arrabbiata: «Non ho fatto nulla per meritarmi questo trattamento! Voi avete sbagliato persona!»

«Non credo affatto, Margaery», disse piano la sacerdotessa, che nel frattempo le si era avvicinata. «Non ho intenzione di farti niente di male, anzi, mi scuso per l’incidente. Voglio solo parlarti con calma in un luogo più discreto, perciò ti prego di non attirare ulteriormente l’attenzione.»

«Allora avvisa i tuoi soldati di non tirarmi più il vestito, Maestro delle Leggi, altrimenti resterò senza nulla addosso e di certo non passerò inosservata.»

La sacerdotessa si guardò attorno con circospezione, ma anche Margaery aveva parlato a bassa voce e nessuno l’aveva sentita. «Hai ragione, sarebbe davvero disdicevole, ma non farmi un altro scherzo o te ne pentirai.»

 

Dopo esser stata condotta a palazzo, Margaery venne fatta entrare in una delle camere riservate agli ospiti, e qui, mentre una donna Dothraki armeggiava con i rubinetti della vasca da bagno più grande che la ragazza avesse mai visto, un’altra le portò un abito color avorio degno di una principessa. Quel vestito, i mobili sfarzosi, i tendaggi di seta, il letto rivestito di un finissimo tessuto… fu impossibile per lei non ricordare quando viveva in quello stesso palazzo come una giovane regina.

Vide l’acqua uscire da due distinte condutture di bronzo prima di finire nel catino, e fu sorpresa di notare un leggero velo di vapore alzarsi da una delle bocche. L’ultima volta che era stata in quel palazzo non c’era nulla di simile, e toccava alle domestiche armate di vasi il compito di riempire le vasche. Si avvicinò per curiosare, ma venne spogliata da due serve e subito dopo si ritrovò immersa in un’acqua già piacevolmente calda e profumata. La sua meraviglia, però, fu ben presto sostituita dalla malinconia, e lei, indispettita con Sansa per averla rapita e per la tristezza che le stava provocando, si spostò verso un ampio ripiano colmo di boccette e svuotò tutte quelle che contenevano aromi di suo gradimento. Mentre si lavava non riuscì a trattenere le lacrime e, piangendo, si domandò adirata cosa stesse tramando la donna del Nord. Farle ricordare i piaceri che da tempo aveva dimenticato era forse un sottile e crudele scherzo giocato ai suoi danni? E per quale motivo prendersela con lei, che era una semplice venditrice di fiori? Un tempo era stata la legittima erede di Alto Giardino, ma aveva perso ogni diritto dopo che il castello era stato affidato ad un altro lord. Se avesse avuto denaro e potenti sostenitori, forse avrebbe potuto riprenderselo, ma aveva abbandonato la speranza di rientrarne in possesso già da anni.

Sua nonna Olenna si era alleata a Daenerys durante la guerra, mentre Margaery viveva la parte più oscura della sua vita e il mondo intero la credeva morta. Forse la nuova Regina era riconoscente alla sua famiglia? I Tyrell, però, erano stati annientati dalle truppe guidate da Jaime Lannister, perciò cosa poteva aspettarsi da lei? Il popolo, inebriato dalla carità che la Madre dei Draghi sembrava elargire a piene mani, la celebrava già come una santa, se non come una dea; Margaery avrebbe avuto modo di scoprire quanto fosse davvero generosa.

Ma perché la Regina avrebbe mandato una sua preziosa consigliera a prenderla? No… Daenerys non ne sapeva nulla, perché l’incontro con Sansa era stato certamente fortuito. E allora perché l’aveva portata lì? Non poteva nemmeno pensare di andar via da quella stanza, perciò si rassegnò ad attendere che qualcuno le fornisse delle risposte e, poiché non le restava che far buon viso a cattivo gioco, si godette il bagno più sontuoso che potesse ricordare.

 

Quando Sansa si sedette sul letto, Margaery era intenta a lavarsi la testa. La ragazza si fermò di colpo, sorpresa dalla matura bellezza della giovane donna apparsale davanti: era splendida nel suo abito di corte, e magnifici i suoi lunghi capelli ramati. Le rivolse un sorriso incerto e attese che fosse lei a parlare per prima.

«Non voglio metterti fretta,» disse la consigliera con tono pacato, «volevo soltanto parlare con te, perché non mi spiego come tu sia ancora viva. Oh, sono sinceramente felice che tu stia bene… e sono anche curiosa di sapere cosa hai fatto negli ultimi tre anni.»

Dopo essersi versata un po’ di sapone sulle mani, Margaery riprese a massaggiarsi i capelli e le rispose solo dopo un paio di respiri: «Ero regina l’ultima volta che ho trovato tanto piacere nel lavarmi, perciò perdonami se impiegherò ancora un po’ di tempo, prima di finire. Sarò lieta di raccontarti tutto, ma prima gradirei sapere perché mi trovo qui.»

Il volto di Sansa si incupì all’improvviso. «Ora mi sembra solo un brutto incubo, ma un tempo io ero promessa a Joffrey, e tu mi hai salvata chiedendo la sua mano. Quel ragazzo era un mostro, eppure tu l’hai tenuto a freno, eri riuscita a… imbrigliarlo, mentre io ne ero terrorizzata. So che non lo hai fatto per me; tu desideravi essere la regina e per questo hai sopportato la sua crudeltà, ma io ti sono grata comunque. Ho saputo che poi hai sposato Tommen. Lui era poco più di un bambino quando l’ho conosciuto, ed era diverso dal fratello. Ti avrebbe ascoltata, e tu ti saresti dimostrata un’ottima sovrana.»

«Già, sarei potuta essere una regina», rispose la ragazza, senza trattenere il suo rancore. Poi, con tono più umile e cordiale, continuò: «Come hai visto tu stessa, ora non sono più niente. Non sono più la sposa di un re, non ho più Alto Giardino… È già tanto che io abbia ancora la mia misera vita, ma non ringrazierò nessuno dei Sette Dei per questo. Apprezzo la tua stima e la tua gratitudine, apprezzo anche i profumati oli che mi hai offerto, ma non so ancora cosa vuoi da me.»

«Per ora soltanto ascoltare la tua storia. Non posso prometterti nulla, ma voglio aiutarti. E più tardi, quando Daenerys mi riceverà, le parlerò di te.»

Margaery non si dispiacque dello sguardo interessato che Sansa rivolse alle sue nudità mentre si alzava in piedi, finse di non averlo notato e si lasciò ammirare intanto che si sciacquava e usciva dalla vasca. Numerose pallide cicatrici erano ben visibili sul suo corpo, ma lei era ancora giovane e sapeva di esser bella. Si asciugò con un telo, indossò gli abiti puliti che le serve avevano lasciato e, sedendosi vicino alla donna del Nord, le chiese con una espressione di studiata amarezza: «Vuoi davvero sentire la mia storia?»

«Hai un bel corpo,» replicò Sansa con gentilezza, «ma non ti servirà a nulla farne sfoggio, né otterrai qualche vantaggio apparendo più triste di quanto tu non sia. Comunque io non ti ho mai mentito, perciò sai già che voglio sentirla.»

Gelata da quelle parole e sorpresa d’esser stata scoperta, la ragazza rispose con tono remissivo: «Sei cresciuta molto dall’ultima volta che ci siamo viste. Scusami, non avrei dovuto.» Poi, ad un cenno di Sansa, iniziò il suo racconto.

«Eravamo tutti riuniti nel tempio di Baelor per il processo, aspettavamo Cersei, e lei non arrivava. Lì dentro c’erano tutti i septon che l’accusavano del suo rapporto incestuoso con Jaime, c’erano i testimoni che avevano confessato, e c’ero io, la regina che insediava il suo potere. Ho intuito che stava tramando qualcosa e che eravamo tutti in pericolo, così ho parlato all’Alto Passero… Purtroppo sono riuscita a convincerlo quand’era ormai troppo tardi. Abbiamo provato ad aprire le porte, ma erano state tutte chiuse, ed allora è scoppiato il panico. Nella confusione, un septon mi è venuto vicino, mi ha presa per un braccio, e mi ha trascinata verso un passaggio nascosto che dava sui sotterranei.»

Si concesse una pausa mentre si passava una mano sugli occhi umidi, poi continuò: «Non so bene cosa accadde dopo. Mi ricordai di Loras e credo di essermi liberata per cercarlo, ma quel maledetto septon deve avermi colpita alla testa perché persi conoscenza. Rinvenni dentro una galleria scavata nella roccia quando il tempio era già esploso. C’era tanta polvere che non riuscivo a respirare; tossivo, sentivo male ovunque e avevo schegge di pietra conficcate nelle braccia, nelle gambe e nella schiena… Il septon mi afferrò di nuovo per un braccio e mi portò via. Riemergemmo nella parte vecchia della città. Io ero sporca e coperta di sangue, e nessuno avrebbe potuto riconoscermi con indosso la semplice veste che l’Alto Passero mi aveva fatto mettere. Ero ferita, debole e intontita, perciò non fui capace di reagire quando il septon mi trascinò in quella topaia che credo fosse la sua casa. Lì mi curò, ma mi tenne legata al letto per settimane, finché un giorno le mie suppliche e la mia finta docilità…» Fissò Sansa col volto rigato dalle lacrime che non riusciva più a trattenere. «Feci tutto quello che potei perché si fidasse di me! Un giorno finalmente ci riuscii e gliela feci pagare per tutto quel che mi aveva fatto. Pensai di scappare da Approdo del Re, ma non avevo denaro e temevo…» L’odio che aveva brillato nei suoi occhi si spense del tutto, ed una risata breve e priva di allegria le uscì dalle labbra. «Per apparire come una buona regina, avevo visitato gli orfanotrofi e dato da mangiare agli affamati… Quando fui libera, temetti che chiunque mi avesse vista mentre cercavo di guadagnarmi il favore della città potesse riconoscermi e consegnarmi a Cersei. Allora mi nascosi e cercai un modo sicuro per tornare da mia nonna… finché non scoprii che Olenna era morta e che quella puttana era diventata proprietaria di Alto Giardino. A quel punto pensai solo a sopravvivere come potevo. Le porte del mio castello erano chiuse e non si sarebbero più aperte per me, ed io non avevo nemmeno più una famiglia alla quale far ritorno.»

Grazie agli insegnamenti di Petyr, Sansa aveva imparato a diffidare di chiunque. Durante il racconto, però, non poté dubitare della sincerità di Margaery, della sua rabbia o della profonda tristezza che l’aveva colta mentre parlava. Anche se sapeva essere fredda e calcolatrice, in quella situazione si sentì intimamente commossa, così abbracciò la ragazza e l’accarezzò con fare materno.

Dopo essersi calmata, Margaery si scostò di colpo, un po’ arrabbiata con se stessa per essersi dimostrata tanto debole, e si voltò per nascondere le ultime lacrime che le stavano scendendo lungo il viso. «Bene, ora sai la mia storia. Mi farai attendere qui perché anche Daenerys possa esaminarmi?»

«Non scherzavo quando ti ho detto che ti sono grata per quello che hai fatto. Ricordo che hai cercato di consolarmi quando ero ancora una sciocca ragazzina e dovevo sposarmi con Tyrion. Allora non riuscii ad apprezzare le tue parole e non ti ringraziai nemmeno: ora è il mio momento per ricambiare l’aiuto che cercasti di darmi. Inizierò col pranzare assieme a te, se la mia compagnia può farti piacere.»

La ragazza, che per breve tempo era stata regina e che era finita col vendere fiori in un vicolo, si appoggiò alla spalla di Sansa e le rispose: «Non sei più la ragazzina che conobbi, ora sei una donna matura, ed io ascolterei volentieri la tua storia, se tu volessi raccontarmela.»

 

Poco dopo aver mangiato con la sua ospite, la donna del Nord uscì dalla camera per svolgere i suoi compiti di Maestro delle Leggi, e Margaery, non avendo di meglio da fare, si distese sul letto e qui si addormentò. A metà pomeriggio Sansa fece ritorno da lei, e la svegliò dolcemente, mentre Daenerys, che l’aveva accompagnata, giocava con una ciocca dei suoi lunghi capelli argentati e osservava attentamente la sua ospite dalla poltrona su cui si era accomodata.

«Così tu saresti Margaery Tyrell di Alto Giardino», disse la Madre dei Draghi con voce calma e dura. «Tua nonna si schierò con me per sconfiggere la falsa regina, e questo le costò la vita. Ho avuto modo di parlare con lei, una volta. Era una donna eccezionale, e mi rincresce non aver potuto far nulla per proteggerla.»

Margaery si mise seduta, e le sue labbra si piegarono in un sorriso malinconico. «Olenna era davvero una donna come poche, la persona migliore che abbia mai guidato la Casa Tyrell. Ma era anche incapace di pazientare, e la sua lingua era la più tagliente che io abbia mai conosciuto. Le volevo un gran bene.»

«Ho sentito come hai vissuto mentre tutti ti credevano morta. Mi domando, però, per quale motivo tu non te ne sia andata da Approdo de Re, dove era più facile che qualcuno ti riconoscesse.»

«Non avevo il coraggio di passare sotto lo sguardo dei saldati di guardia alla porte, e nei bassifondi mi ero fatta qualche amico, in più avevo imparato come nascondermi.»

«Eppure ti sei fatta trovare», disse Daenerys, concludendo la frase con un freddo sorriso.

Per un momento, Margaery osservò in silenzio il volto duro della Regina e poi le rispose senza alcun risentimento: «Non avevo più nessuna possibilità di rimettere piede ad Alto Giardino e credevo che il mio nome non suscitasse più alcun interesse da parte della Regina o dei suoi consiglieri. Volevo guadagnarmi una vita più rispettabile, perciò dovevo uscire dall’ombra.»

«Un negozio di fiori?» rise Daenerys. «Era questa la vita rispettabile che desideravi?»

La ragazza deglutì e solo per un attimo il suo sguardo brillò dell’ira di cui il suo animo orgoglioso stava ribollendo. «Le famiglie ricche amano abbellire le loro case con composizioni floreali. I miei affari andavano bene perché ho avuto la fortuna di apprendere qualche utile trucco nei giardini della mia famiglia. Quando avrò un buon posto per il mio negozio, sono certa che i clienti più generosi non tarderanno ad arrivare.»

La Regina si voltò verso la porta e disse alcune parole in una lingua che Margaery non comprese; poco dopo una serva entrò con una bottiglia scura e tre calici, depose tutto su un tavolino e se ne andò dopo un leggero inchino. Sansa riempì i bicchieri, ne passò uno a Daenerys e poi un altro alla sua ospite, che ora appariva un po’ sorpresa.

«Ti ho detto che ho un debito verso tua nonna», disse la Regina con voce pacata, quasi allegra, portandosi il bicchiere alle labbra e bevendo un sorso di vino. «Credo che tu possa essere una sua degna erede, perciò dimmi: ti piacerebbe far ritorno in casa tua?»

Presa alla sprovvista, Margaery quasi si fece sfuggire il bicchiere di mano. «Ma Alto Giardino è occupato… Un cavaliere al quale voi stessa avete dato il titolo di Lord è il…»

Daenerys l’interruppe: «Quell’assassino non mi è mai piaciuto e comunque è tornato ad essere solo un misero cavaliere. La sua Lady l’ha cacciato di casa, ma anche lei mi sta dando qualche pensiero. Dovrò spiegarti molte altre cose, se pensi possano interessarti.»

La ragazza si concesse il suo primo sorriso da quando la Madre dei Draghi era entrata nella stanza. «Ascolterò tutto quel che vorrete dirmi, mia Regina.»

«Bene, allora. Se riterrò di potermi fidare di te, domani mattina potrei già consegnarti una pergamena che certifichi la tua nomina come nuova Lady di Alto Giardino. Spero non ti dispiaccia essere mia ospite fino ad allora, poi, in attesa che l’attuale lady lasci il castello, potrai soggiornare ovunque tu voglia.»

«Una notte sola, e poi…» Margaery non poté continuare, perché le sue parole furono soffocate da un pianto improvviso.

«Una notte sola, e la famiglia Tyrell potrebbe riavere i suoi diritti su Alto Giardino. Ora seguimi: voglio presentarti i miei figli.»

La ragazza s’incamminò docilmente dietro la Regina quando questa le porse una mano, ma, mentre si asciugava gli occhi, era troppo commossa per comprendere dove lei volesse portarla.

 

Quel giorno, Daenerys aveva dedicato molto più tempo di quanto avesse desiderato ad ascoltare le lamentele dei cittadini. Continuava a credere che fosse importante dar modo a chiunque di ottenere udienza presso i sovrani, ma molto di quel che sentiva erano fatti di poca importanza che riuscivano solo ad annoiarla, e rare erano le osservazioni che le avrebbero permesso di migliorare il suo regno. Per trovare una soluzione che ormai era giunta a ritenere necessaria, aveva convocato Tyrion e discusso con lui, ma altri argomenti urgenti si erano aggiunti, e questi, insieme all’ironia del folletto, l’avevano trattenuta fino a farle trascurare i suoi figli.

L’ospite inattesa diede l’opportunità alla Regina di sfruttare la visita ai draghi anche per farle vedere da vicino il simbolo del proprio potere e per assicurarsi che lei, un tempo tanto ambiziosa da voler controllare l’intero Westeros tramite i figli di Cersei, scordasse ogni desiderio di sedere sul trono dei Sette Regni che ancora albergasse nel suo animo.

Dopo averla condotta nella spiaggia sotto la fortezza, Daenerys prese nuovamente la mano di Margaery, che però ora tremava, e la fece avanzare verso i due draghi in vigile attesa. «Non aver paura. Sai, sono creature molto intelligenti, abbastanza da capire cosa offro loro come cibo e cosa no.» Posò una mano sul muso di Drogon, il suo figlio più caro, e invitò la ragazza a fare altrettanto.

Non fu facile compiere l’ultimo passo che la separava da quella bestia, ma Margaery capiva che la Regina la stava ancora studiando e non voleva mostrarsi paurosa, perciò posò le sue dita sulle scaglie nere, accanto alla mano di lei, e si sorprese di quanto fosse piacevole accarezzare una creatura tanto grande e pericolosa. «È bellissimo», s’azzardò a dire quando la tranquillità del drago la rasserenò un poco.

«Sono tutti e due bellissimi», replicò Daenerys, con aria malinconica. «Questo è Drogon, e l’altro è Rhaegal, che forse hai visto mentre bruciava le navi nel porto. Avevo anche un altro figlio, Viserion, ma lui è stato ucciso dagli Estranei.» Dopo un momento, aggiunse: «È anche grazie a loro se i Sette Regni esistono ancora e vivono un periodo di pace.»

Margaery si inchinò e abbassò il capo. «Mia Regina, li ho visti danzare sopra le mura e illuminare la notte con le loro fiamme, ma sono anche sopravvissuta durante l’inverno solo grazie a quel che voi avete fatto per la città. Nel conquistarla avete dimostrato di saper dosare saggiamente la vostra forza e la vostra pietà, perciò, per il bene dei Sette Regni, mi auguro che la pace possa perdurare.»

Dopo averla fatta rialzare, Daenerys le disse con pacata allegria: «C’è un’ultima cosa che voglio farti vedere, e sono certa che a questa ti avvicinerai con meno timori.»

La condusse fino alla Sala del Trono perché vedesse che il seggio di spade intrecciate, il simbolo di un potere corrotto e sanguinario, era stato sostituito da uno fatto di legno e cuoio imbottito, ben più vicino ai suoi ideali. Come lei aveva detto, Margaery non avrebbe avuto timori – non con il consenso della Regina – ad avvicinarsi a quel che le parve una comoda poltrona, ma preferì osservarlo con reverenza, tenendosi a debita distanza.

Le due giovani donne ritornarono poi nella camera offerta all’unica discendente rimasta dei Tyrell; e qui, intanto che quest’ultima apprendeva quali nuove casate avessero preso il posto di quelle scomparse durante la guerra, Sansa le raggiunse per partecipare alla discussione e aiutarle a finire la bottiglia di vino.

Poco più tardi, le serve portarono la cena; e la Regina, tagliando un pezzo di carne succulenta, disse: «Lady Jeyne, l’attuale Lady di Alto Giardino, è una donna che, a voler essere gentili, si potrebbe definire ingenua. Era sposata con un poco di buono, un certo Bronn, e questi l’ha fatta impazzire con la sua infedeltà.»

«Quando Daenerys ha istituito il matriarcato,» continuò Sansa, «lei si è liberata del marito, ma non si è più ripresa. Non è in grado di governare il suo territorio e neppure di scegliere persone affidabili che la possano consigliare, e noi non possiamo accettarlo. Al Nord il terreno è ancora ghiacciato, perciò abbiamo bisogno di tutto il grano possibile, ma lei rischia di compromettere la produzione dell’intero altipiano.»

«Una donna notevole», commentò Margaery. «Io potrei aver perso dimestichezza con l’arte di comandare, ma sono certa che non mi occorrerebbe molto tempo per mettere in riga i contadini delle mie terre. Certo, se la Madre dei Draghi presenziasse al mio insediamento, avrei alcuni argomenti in più su cui far riflettere la mia gente. Ma voi, Daenerys, come libererete il castello?»

La Regina osservò per un momento il vino nel suo bicchiere, ne bevve un buon sorso, piegò le labbra in una smorfia severa e infine rispose con voce dura: «Non le lascerò alternative.»

«Io non credo ci saranno problemi», intervenne Sansa. «Abbiamo ancora un paio di piccoli castelli da assegnare. Non si trovano in zone importanti, ma offrono entrambi paesaggi incantevoli e un clima mite. Uno ha anche una sorgente termale, perciò è su quello che punterei. Se le ricorderemo che Bronn si è appartato con metà delle ragazze di Alto Giardino, credo potrà esserci persino grata del trasloco.»

Dopo essersi versata un altro bicchiere di vino, Margaery rispose: «Io non me la sarei presa tanto, ma, se la cosa mi avesse infastidita, gli avrei fatto passare la voglia di giacere con un’altra donna ben prima di chiedere il divorzio.»

«Bene,» disse Daenerys, «Lady Jeyne in qualche modo la convinceremo. Far digerire il cambiamento al padre, invece, sarà più complicato, ma per fortuna il suo è un piccolo casato. E tu, Margaery, quale sarebbe la prima cosa che faresti se la famiglia Tyrell riavesse anche il titolo di Protettore del Sud?»

«Seguirò il vostro esempio», rispose subito la ragazza. «Mi assicurerò di avere buoni servitori, un buon esercito e molte abili spie. Mi mostrerò benevola e generosa, presterò attenzione ad ogni problema che potrebbe intralciare le coltivazioni dell’altipiano e userò la mia forza se sarà necessario. Mi rendo conto che ci vorrà un po’ di tempo, perciò la primissima cosa sarebbe quella di ottenere informazioni precise su Vecchia Città, Collina del Corno, Tre Torri e sui castelli minori, per poi invitare ad Alto Giardino tutti i lord e le lady dell’altipiano. Mia nonna si rivolterà nella tomba, ma questa primavera le coltivazioni di fiori dovranno lasciare il posto a quelle dei cereali, ed io mi assicurerò che non vi siano dubbi a riguardo. Ovviamente chiederei anche a voi, mia Regina, di unirvi all’incontro e vi farei sedere vicino a me confidando che la nostra intesa appaia evidente a tutti gli altri.»

La Regina apprezzò quella risposta e sorrise. «Credo che la fiducia di Sansa nei tuoi riguardi, futura Lady di Alto Giardino, sia ben riposta. Verrò a quell’appuntamento assieme ai miei figli, perciò dovrai preoccuparti anche di sfamarli.»

Ora che l’esame della Regina era finalmente terminato, tutte e tre poterono rilassarsi. Margaery alzò un calice e, invitando le altre a bere con lei, promise: «Riserverò loro le bestie più grasse.»

L’atmosfera si fece subito più spensierata, e la conversazione si spostò sui pettegolezzi vecchi e nuovi circa le famiglie nobili del Westeros, argomento sul quale Margaery aveva parecchio da insegnare alle altre.

Dal giorno in cui era stata data per morta, la ragazza dell’altipiano non aveva più assaggiato un nettare simile a quello che stava sorseggiando ora e, prima di quel giorno, non si sarebbe mai immaginata che Sansa e Daenerys potessero dimostrarsi tanto affabili e piacevoli. Provò poi un moto di vera gioia quando gli animi di quelle due si distesero a tal punto da mostrarle chiaramente la vera natura della loro relazione. In quel momento si sentì completamente a suo agio perché seppe di avere ancora delle carte da giocare: non avrebbe mai avuto una carica più importante di Protettore del Sud, ma poteva stringere un legame di intima amicizia con la Regina e non riusciva a trovare nulla di più eccitante che dar sfoggio delle sue armi.

Man mano che anche la seconda bottiglia di vino si svuotava, la chiacchierata si faceva sempre più allegra; e, quando anche quella fu finita e rimpiazzata, la stanza prese a riempirsi di risate ad ogni battuta. Margaery ritenne che si fosse bevuto già abbastanza, perciò fissò la grande vasca in fondo alla camera e, strascicando un po’ le parole, esclamò: «Era davvero da tanto tempo che non mi facevo un bagno decente!» Si rivolse quindi a Daenerys e aggiunse con tono un po’ risentito: «I tuoi draghi mi hanno fatto sudare freddo… Penso dovresti concedermene un altro.»

«Non c’è nessun problema,» rispose Daenerys dopo un momento, quando comprese cosa la sua ospite le aveva chiesto, «possiamo continuare a conversare anche mentre ti fai il bagno.»

Chiamata dalla padrona della fortezza, una serva fece un po’ d’ordine nella stanza e se ne andò dopo aver nuovamente riempito d’acqua calda la vasca.

La ragazza dell’altipiano si spogliò con gesti impacciati, assicurandosi di attirare l’attenzione della Regina, ed infine propose: «Possiamo continuare a chiacchierare lì dentro, tutte e tre, se non vi faccio paura.»

Sansa rise divertita. «Per starci, ci staremo, ma tu dovrai rimanere in piedi, o non avrai spazio per lavarti.»

«Vogliamo provare?» chiese Margaery con tono di sfida.

Lei entrò per prima ed accolse senza smettere di ridere la Regina e poi la consigliera. Così, tutte e tre si ritrovarono sedute con le gambe piegate, l’una attaccata all’altra, e ad ogni movimento di Margaery, un fiotto d’acqua usciva dal catino pieno fino all’orlo.

Nel mezzo si trovava Daenerys, e i continui sfregamenti sui suoi fianchi l’avevano eccitata ben oltre la sua capacità di sopportazione. Allungò una mano tra le gambe di Sansa e poi, lieta di esser ricambiata, trattenne i suoi gemiti per non farsi notare dalla vicina, che in quel momento sembrava troppo intenta a pulirsi i capelli per prestar loro attenzione.

Venne il momento per Margaery di pensare alla sua schiena, ed allora si alzò in piedi sorridendo, perché, contrariamente a quel che le altre pensavano, non le aveva mai perse di vista. «Potreste essermi d’aiuto», disse raggiante, scivolando loro in grembo. Poi, con il sedere all’aria e nonostante una voce impastata, fu con tono autoritario che esclamò: «Mettetemi un po’ di sapone sulla schiena e massaggiatemi per bene!»

Sansa fu felice di soddisfare la richiesta, e Daenerys la imitò senza esitare troppo. Quando la vasca ebbe finito di riversare il suo contenuto sul pavimento, le tre si sciacquarono continuando a ridere e si spostarono sul letto senza neppure asciugarsi. Lì proseguirono quel che avevano solo iniziato, massaggiandosi e baciandosi a vicenda i seni, le cosce e ogni altra parte dei loro corpi caldi e frementi.

Chinandosi sulla testa della Regina senza smettere di solleticarle i genitali con consumata maestria, Margaery si sforzò di parlare in modo comprensibile nonostante le deliziose attenzioni di Sansa e, con un tono carico di malizia, sussurrò: «Una notte sola, mi avevi detto, e poi me ne sarei potuta andare.»

E Daenerys, che in quella situazione non riusciva a parlare, dovette staccare una mano dal corpo della sua fidata amante per fermare le dita che la stavano torturando, e solo allora fu in grado di rispondere alla ragazza che le sorrideva compiaciuta: «È stata una decisione… un po’ troppo affrettata.»

 

 

Note dell’autore

 

Innanzi tutto, mi preme chiarire perché ho chiamato Margaery “ragazza” e Sansa “donna”, sebbene delle due la più vecchia debba essere la prima.

Margaery è certamente ancora una giovane donna dall’aspetto avvenente, perché sono passati non più di tre anni da quando era scomparsa. Sansa, invece, è diventata tutt’altra persona rispetto a quando era una ragazzina, perciò ho ritenuto opportuno sottolineare la sua maturazione chiamandola “donna del Nord”.

 

Alta questione, temo più importante, è giustificare l’attrazione tra Sansa, Daenerys e Margaery. Inizio da quest’ultima, che mi pare la più immediata da capire in base al racconto e alla sua storia. Margaery è passata per da un letto ad un altro pur di essere la regina dei Sette Regni. Inoltre le attribuisco un atteggiamento piuttosto libertino perché mi pare di ricordare una scena in cui lei, suo fratello Loras e altre ragazze e ragazzi se la spassano insieme, ma potrei confondermi con un episodio nel bordello di Petyr in cui sono Ellaria Sand e Oberyn Martell i protagonisti… Ad ogni modo mi pare sensato che lei sfrutti volentieri il suo corpo per rendersi più amica la Regina.

Daenerys aveva sicuramente apprezzato i rapporti con altre donne quand’era tra i Dothraki e una schiava le faceva da insegnante, mentre Sansa, come ho scritto nel prologo, nella mia versione della storia è stata segnata dalla brutta esperienza con Ramsay Bolton, tanto da farle apprezzare le intime carezze di un’altra donna. Non è detto che entrambe dovessero essere propense a desiderare un’altra amante, neppure occasionale, ma, di nobili di alto rango che non si siano concessi una certa libertà, direi che le sale della Fortezza Rossa ne hanno visti pochi. Se questo è opinabile, forse la bellezza di Margaery, la sua volontà di irretirle, e il vino che le inebria possono apparire più convincenti, o almeno me lo auguro.

 

Passo ora ad un’altra questione che ritengo sia importante per me spiegare: questo racconto partecipa a un numero imbarazzante di challenge…

La motivazione principale sta nel fatto che non so mai come consumare le 120 parole dell’introduzione, quindi ho pensato di risolvere il problema riempiendolo con le diciture di partecipazione.

 

Dunque, questa storia partecipa a:

 

  • Contest Titoli a Catena indetto da Freya_Melyor sul Forum di EFP.
    Come dovrebbe esser facile capire, è questo contest ad avermi fornito il titolo, “One night only”, altrimenti non avrei mai pensato di usarne uno in lingua inglese.
     

  • Challange Quella volta in cui… indetto da MissChiara sul Forum EFP.
    Da qui ho ottenuto il prompt: "Qualcuno... rimane chiuso fuori casa!"
    Penso sia evidente che quel qualcuno non può che essere Margaery.
     

  • Challange One Two Three indetto da fantaysytrash sul Forum di EFP.

    La storia è nata proprio qui, con l’idea di usare i personaggi Margaery, Sansa e Daenerys in una relazione amorosa (Threesome).
     

  • Challenge Solo i fiori sanno indetta da Pampa313 sul forum di EFP.

    Il fiore che ho scelto è Calla (amicizia e stima sincera), perché questo è l’innesco della vicenda qui narrata, senza il quale una ragazza in miseria non sarebbe mai tornata in possesso del suo castello.
     

  • Challange delle Parole Quasi Intraducibili organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
    La parola che ho scelto è stata questa:

    Gemütlichkeit: derivato da Gemüt “animo” (inteso come insieme dei sentimenti umani), è un concetto tipicamente tedesco di difficile traduzione. Indica uno stato d'animo, un'atmosfera serena in cui una persona si sente a suo agio, accolta con calore, in pace, serena. L'aggettivo gemütlich si usa spesso per connotare positivamente atmosfere, momenti o luoghi.

    Temo che questo promt abbia avuto più impatto sul piacere con cui ho scritto la storia che non sulla storia in sé. L’atmosfera serena è quella che si forma alla fine tra le tre giovani e che dà a Margaery la volontà di giocare tutte le sue carte. Se non avessi cercato di metterla totalmente a suo agio, sono certo che avrei fatto finire le tre protagoniste a letto insieme senza che vi fosse sotto il suo piano malizioso. Forse è solo un dettaglio, ma mi ha reso molto più divertente scrivere il racconto.

 

 

Confessione dell’autore: un altro finale che mi avrebbe tentato

 

Ho accarezzato a lungo l’idea di far entrare Jon in quella stanza alla ricerca di sua moglie, ma ho preferito terminare il racconto con le parole di Daenerys, che suggellano la vittoria di Margaery.

Davanti a quelle tre ragazze disposte ad accoglierlo, il Re avrebbe scosso il capo e mormorato un semplice e confuso: «No…»

E loro, nel vederlo andar via perplesso e sconsolato, avrebbero riso senza ritegno prima di tornare a deliziarsi dei loro splendidi corpi.

Qualche tempo dopo, Daenerys si sarebbe rivestita velocemente e sarebbe andata a cercare il marito. E cosa sarebbe poi accaduto, quando avesse trovato Jon? Si sarebbe ritirata con lui nella loro camera nunziale o sarebbe riuscita a convincerlo che nulla aveva da temere nella stanza di Margaery?

Davvero questo non lo so, perché il decoro e la moralità di Jon gli facevano ancora vedere di cattivo occhio simili baldorie, ma la Regina già l’aveva persuaso a giacere con lei e Sansa insieme. Quel che è certo è che, dopo questo episodio, Jon sarà scosso sin nel profondo e cercherà di riordinare i suoi pensieri compiendo il suo primo viaggio, come Re dei Sette Regni, oltre la Barriera.

 

Tornando alla storia di Margaery, lei prese possesso di Alto Giardino, come Lady del castello e Protettore del Sud, meno di una settimana dopo. Data l’importanza dell’altipiano, la Regina, accompagnata dal suo fidato Maestro delle Leggi, volò regolarmente da lei per valutare di persona il rispetto delle sue direttive e per mantenere accesa l’amicizia delle tre giovani donne. Quegli incontri non si fermarono neppure quando Margaery trovò marito, ma quest’ultimo, per volontà di Daenerys, non si intromise mai nelle faccende delle ragazze.

Lady Jeyne, infine, protestò timidamente e solo una volta davanti a Daenerys, poi accettò a malincuore di lasciare il castello e ne ebbe un altro molto più piccolo, ma ella lo trovò più accogliente e fu felice di esservisi trasferita.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: thors