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Autore: g21    04/02/2021    1 recensioni
Bert, un sognatore dall'ottimismo invidiabile, si trova a fare i conti con un amore impossibile e irraggiungibile, Mary Poppins. In una giornata d'autunno l'uomo si ritrova a pensare ai suoi incontri con la tata praticamente perfetta e arriverà alla conclusione che quel suo grande amore potrà essere solo un sogno.
- Storia partecipante al "Falling in and out of love" contest indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP -
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sogno d’autunno
 
 


 
Un grande amore non è che l’ombra di un grande sogno
(Edmond Rostand)
 

 
Bert amava l’autunno. In realtà amava anche tutte le altre stagioni, ma quando gli alberi iniziavano a colorarsi con i toni caldi, quando il sole regalava il proprio calore nonostante i primi freddi per lui era tutta un’altra storia. C’era stato qualcosa, anni prima, che aveva reso l’autunno la stagione un po’ più bella delle altre.

Poteva fare molti lavori durante quelle giornate, uno più diverso dagli altri. Le famiglie avrebbero iniziato ad accendere i camini, i bambini volevano le caldarroste e, se ci fosse stato abbastanza vento, avrebbero fatto volare un aquilone. E così eccolo passare da uno spazzacamino, al carretto di caldarroste, al venditore di aquiloni, non stava mai fermo.

Tranne quella volta, non aveva con sé nemmeno i colori per fare i suoi quadri. Semplicemente se ne andava a passeggio per il parco, sorridendo a chiunque gli passasse accanto. Perché poteva sembrare una giornata come le altre, eppure per Bert era il giorno in cui la sua vita era cambiata per sempre.


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“Grazie signore, lei è molto gentile” ringraziò un bambino che non avrà avuto più di dieci anni.

La mano aperta davanti a sé ricevette qualche moneta, al piccolo sarebbero bastate almeno per la giornata successiva. Si caricò nuovamente gli attrezzi del mestiere in spalla e, calato il berretto sugli occhi, riprese il suo cammino in cerca di un nuovo camino da pulire.

Bert aveva imparato il mestiere per strada, solamente per riuscire a sorridere un giorno in più. Sì, perché anche in quelle condizioni al piccolo non era mai mancato il sorriso. Sapeva che avrebbe sempre trovato il modo di tirare il giorno dopo e, se necessario, poteva imparare altri mestieri.

“Bert sei sicuro di farcela a portare tutto quel peso?” chiese una donna all’improvviso, che lui nemmeno aveva visto.

Il bambino non aveva mai sentito quella voce in vita sua, eppure l’aveva sentita chiaramente pronunciare il suo nome. Alzò lo sguardo davanti a sé e rimase per qualche istante senza parole.

Una giovane donna stava in piedi poco distante da lui, elegante e perfetta agli occhi di bambino. Il vestito blu sembrava fatto su misura, come anche il cappello nero, con dei piccoli fiori come ornamento. La cosa che però colpì maggiormente Bert furono i suoi occhi, sembravano come il cielo d’estate, quell’esatta sfumatura di azzurro.

“Come sa il mio nome?” domandò invece il piccolo, decidendo di sorvolare sulla richiesta della bella donna davanti a lui.

“Oh, è semplice. Perché sono Mary Poppins” rispose lei, regalando al bambino un sorriso gentile e caldo, che lo avrebbe scaldato molto di più della giacca leggera e rattoppata che aveva addosso.


-


Da quel giorno Bert aveva custodito nei suoi ricordi quel sorriso, quasi come un tesoro da preservare da ogni male della vita. E tutte le volte che voleva era lì per lui. Quando faceva troppo freddo, quando la giornata non portava grandi guadagni o quando semplicemente voleva rivederla.

Nella vita di tutti i giorni del piccolo Bert era diventata una presenza costante, sebbene non fosse presente fisicamente. Si chiedeva di tanto in tanto se fosse riuscito a rivederla almeno un’altra volta, sperava di avere una simile occasione. Sentiva il bisogno di rivedere quegli occhi blu e quel sorriso che tanto lo aveva fatto star bene.

In passato non avrebbe saputo dare un nome a tutte quelle sensazioni, ma pensandoci adesso capiva perfettamente ogni cosa. Non era più semplice affetto dato da una persona che era stata gentile. No, Bert sapeva che quello che provava era amore, forse del tipo più puro che potesse conoscere.

Rimuginando su tutto quello il giovane si ritrovò all’entrata del parco che dava su Viale dei Ciliegi. Quell’angolo aveva un posto speciale nel suo cuore, era stato il luogo del suo secondo incontro con Mary Poppins. Era un ragazzo appena maggiorenne quando, mentre provava a vendere caldarroste, le si era avvicinata la tata, con un sorriso gentile solo per lui.


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“Gradirei un sacchetto di caldarroste per i bambini” chiese una voce calda.

Al giovane Bert parve di star sognando, avrebbe riconosciuto quel suono anche in una folla di persone urlanti. Aveva paura di illudersi, tanto aveva immaginato quell’incontro e non era sicuro che potesse accadere sul serio. Tuttavia, quando alzò la testa incontrò subito due occhi color del cielo e non riuscì ad impedirsi di sorridere.

“Mary Poppins!” esclamò subito lui, il sorriso che andava allargandosi sul suo volto.

“È un vero piacere rivederti” aggiunse, mentre ancora guardava la donna.

Ed era vero, tutto quello che Bert diceva era da attribuire alla sua sconfinata sincerità. Si accorse che la tata non sembrava cambiata neanche di una virgola, ad eccezione dell’abito che questa volta era di un verde leggermente acceso. Aveva mantenuto, invece, il solito sorriso gentile e la stessa luce negli occhi che Bert aveva visto quando era solo un bambino. Anche il cappello era rimasto lo stesso, a
suo modo era un suo riconoscimento.


“Non sei cambiata affatto dall’ultima volta” ammise Bert dando voce ai suoi pensieri.

“Non dire sciocchezze Bert!” esclamò pronta Mary Poppins, senza però cambiare troppo il tono che aveva utilizzato all’inizio.

“E in ogni caso non sono cose da dire ad una signora” aggiunse scoccando al giovane un’occhiata di leggero rimprovero.

Bert abbassò subito lo sguardo, incapace di sostenere quello della donna, e si concentrò piuttosto sui bambini che erano con lei. Gli sembravano tre fratelli, il più piccolo non avrà avuto più di cinque anni, mentre la più grande forse raggiungeva i dieci anni. Si scambiavano sguardi curiosi, concentrandosi di tanto in tanto sul giovane o sulla loro tata.

“Le caldarroste!” disse il ragazzo come riscuotendosi da un sogno.

“Hai sempre la testa tra le nuvole” commentò Mary, il tono di leggero rimprovero velato da una punta di divertimento.

Bert non rispose, non avrebbe saputo cosa dire preso com’era a far attenzione a scegliere le caldarroste quasi una ad una. La donna ne aveva chiesto un sacchetto per i bimbi, ma lui voleva assolutamente colpire la tata. Sognava, lo sapeva bene, ma era sempre stato un sognatore, non c’era mai stato niente di male.

“Ecco a voi, attenti che sono calde” spiegò consegnando il sacchetto direttamente ai bambini con un sorriso sincero.

Osservò per qualche istante i piccoli dedicarsi completamente alla loro merenda, talvolta litigandosi la caldarrosta più grossa. Riportò poi lo sguardo su Mary Poppins e incrociò i suoi occhi che lo stavano studiando. Il giovane sorrise appena senza dire una parola, non voleva rovinare quel momento che sembrava quasi magico.

Bert si stava cacciando in un bel guaio, ne era consapevole, ma quei sentimenti che aveva provato da bambino non avevano fatto altro che accentuarsi. Non si azzardava a pensare che i sentimenti potessero essere ricambiati, ma a suo modo sperava in qualcosa. Anche un sorriso in più o una parola portavano un sorriso sul volto magro del giovane.

“Coraggio bambini, devo riportarvi a casa per la cena e dobbiamo ancora fare la nostra passeggiata” incitò la tata, la voce ferma e
decisa.


“Ti rivedrò ancora?” chiese improvvisamente Bert, non riuscendo ad impedirsi quella domanda.

Mary riportò lo sguardo, improvvisamente serio, sul ragazzo che aveva iniziato a sorridere. Lo guardò per qualche istante, il silenzio che iniziava ad essere teso. Poi, come se fosse stata illuminata da qualche idea, sorrise e regalò al giovane un motivo in più per andare avanti a sognare.

“Se il vento lo permetterà” rispose soltanto.

La donna lasciò poi delle monete a Bert, pagando così il sacchetto di caldarroste che per i bambini erano ormai un ricordo felice. Il ragazzo la guardò voltarsi e incamminarsi verso il parco, i bimbi che la seguivano sorridendo. Dovevano essere tanto fortunati ad avere una tata come Mary Poppins.

Bert sorrideva ancora, anche quando la donna fu sparita dalla sua vista. Sentiva il cuore improvvisamente caldo e pieno di felicità. Certo, avrebbe voluto avere più tempo, o semplicemente gli sarebbe bastato qualche istante solo con lei. Però, a suo modo, era felice.

Aveva potuto rivedere Mary Poppins e questo equivaleva almeno a una settimana di buoni guadagni. Poteva conservare un ulteriore ricordo della donna che lo faceva sorridere senza bisogno di fare niente. E per il ragazzo era stato come ricevere il regalo più prezioso del mondo.


-


Si era alzato il vento tipico autunnale e Bert si strinse istintivamente in quel cappotto sempre troppo leggero che si portava dietro da anni. Le cime degli alberi ondeggiavano facendo così cadere le foglie ormai secche dell’autunno inoltrato.

Il sole stava calando e l’uomo si chiese se non fosse effettivamente ora di rientrare. Decise però di perdersi ancora per qualche minuto nelle vie di quella città che tanto amava. Avrebbe certamente preferito trovarsi sui tetti di Londra, potendo così godere dello spettacolo unico che aveva imparato ad apprezzare durante la sua carriera da spazzacamino, ma non provò a lamentarsi nemmeno per un istante.

Passò la vetrina di un negozio, ma fu costretto a tornare indietro attirato da un dettaglio che conosceva molto bene. Scorse un cappello nero, con dei piccoli fiori a restituirgli quel poco di colore necessario. Lo riconobbe subito, lo aveva visto solo poche volte nella sua vita, eppure, il ricordo gli balenò in mete ad una velocità che nemmeno credeva possibile.

Era il cappello che vedeva nei suoi sogni, sempre accompagnato da un sorriso gentile e da un paio di occhi azzurri. Il cappello di Mary Poppins, il suo sogno più grande, quella realtà che mai e poi mai si sarebbe avverata. Perché Bert lo sapeva, non sarebbe mai stato possibile, ma continuava a sognarlo.


-


Era un lunedì, un bellissimo inizio di settimana secondo Bert. E non solamente perché il sole era alto nel cielo e gli scaldava gentilmente le ossa. Accanto a lui passeggiava in silenzio Mary Poppins, venuta dal cielo per un’altra famiglia da salvare.

Era il lunedì libero della tata e i due si erano incontrati davanti alla cattedrale di Saint Paul. Per l’uomo era stato un bel colpo di fortuna e aveva invitato subito la donna per una passeggiata. Inaspettatamente lei aveva accettato volentieri e avevano iniziato a girare senza una meta precisa.

Quel giorno, se possibile, era ancora più bella delle altre volte. Bert non sapeva spiegarsi il perché, ma ogni volta sembrava fosse uguale a quando l’aveva vista anni prima. Conservava persino quel cappello nero che ormai veniva associato a lei in automatico.

“Posso dire che sei perfetta?” chiese l’uomo senza risparmiare un sorriso solo per lei.

Mary non rispose, si limitò ad abbassare leggermente lo sguardo e a sorridere appena. Bert sapeva che le piacevano i complimenti e ogni occasione era buona per rimarcare quanto fosse bella ai suoi occhi. Non poteva farci niente, era davvero perfetta, nell’aspetto e nei modi.

All’improvviso una musica sembrò invadere piacevolmente la strada e l’uomo, se possibile, sorrise maggiormente. Allungò il passo per poi voltarsi verso la donna. Le porse una mano e la guardò, gli occhi scuri che brillavano dalla felicità.

“Mary Poppins?” la invitò soltanto, nascondendo malamente la gioia per un’occasione simile.

La tata lo guardò scettica, quasi per niente convinta di quella richiesta. Poi però accettò quella mano e sorrise al suo accompagnatore. Gli occhi blu sembrarono riempirsi di vita mentre accennava qualche passo di danza.

A Bert venne una voglia improvvisa di ridere e di cantare, il cuore che sembrava ad un passo da esplodergli nel petto dalla troppa emozione. Il suo era stato un gesto avventato, non credeva nemmeno che la tata potesse accettare una proposta simile. Eppure, stava ballando con lei per le strade di Londra.

Mary Poppins sorrideva anche lei, contagiata dall’allegria dell’uomo e dalla sua spontaneità. Era sempre stato così con lui, imprevedibile e pieno di sorprese. E alla donna piaceva la sua compagnia, nonostante non lo facesse vedere molto.

Chi li vedeva da fuori avrebbe pensato ad una coppia felice, forse qualcuno lo pensò anche. Veniva spontaneo pensare una cosa simile da fuori, ma anche Bert lo aveva pensato. Era stato inevitabile, gli sembrava davvero di vivere quel suo sogno impossibile, quell’amore così lontano e intoccabile.

La musica andò sfumando e l’uomo, per un singolo attimo, conobbe la tristezza. Avrebbe voluto far durare quei momenti all’infinito, avrebbe voluto stringere a sé quella donna che le aveva cambiato la vita. Fu tentato di farlo, qualcosa gli suggerì che avrebbe anche potuto baciarla, ma si fermò in tempo.

Non voleva rovinare tutto, non ora che aveva vissuto uno dei momenti più belli di tutta la sua vita. Così si limitò a guardarla sorridere, desiderando che quel sorriso non sparisse mai. Era ancora più bella quando sorrideva e lui era profondamente grato di aver potuto assistere a quella meraviglia.

“Bert, sei sempre una sorpresa” ammise la donna, un luccichio felice negli occhi.

E a Bert questo bastava, sebbene non completamente, perché farla felice era la cosa che più amava fare da quando la conosceva. Era forse l’unica cosa che poteva permettersi di fare senza guastare tutto quello che c’era tra loro due.


-


Bert sorrise, perso nei ricordi di quei tempi lontani, e sentì il cuore scaldarsi nonostante il freddo. Alzò gli occhi al cielo in una muta ricerca che era solito fare quando il vento soffiava sulla città. Cercava una sagoma familiare, sperava di poterla vedere ancora una volta.

Quando fu certo di non poterla vedere abbassò lo sguardo sulla strada e vide qualcosa che gli fece battere quel cuore innamorato. Una donna, poco distante da lui, in un elegante abito nero. Era di spalle, ma l’uomo la riconobbe subito, i suoi occhi si erano posati immediatamente su quel cappello che poteva appartenere a una persona soltanto.

“Mary Poppins?” chiese incerto, per la prima volta vacillando appena su quel nome.

La donna si voltò e Bert si ritrovò improvvisamente in mancanza di aria. Era lei, proprio di fronte a lui, e sorrideva gentile come al solito. L’uomo allungò una mano per scoprire se fosse reale, ma quella svanì come in un sogno.

Stava sognando ad occhi aperti, se ne accorse non appena la tata sparì davanti a lui. Incassò la testa nelle spalle, mise le mani in tasca e riprese a camminare. Quel suo grande amore sarebbe rimasto solo un sogno, un bellissimo sogno, e a Bert sarebbe bastato.

Gli era sempre bastato, andava bene così.
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Angolo autrice
 

Buonasera, o buongiorno a seconda di quando scorgerete questo mio testo.

Ebbene sì, ho deciso di fare un’incursione in un mondo che mi è sempre stato molto a cuore, il mondo della tata praticamente perfetta. Mary Poppins è sempre stato quel film che, fin da quando ero bambina, mi ha sempre portato in un mondo lontano e bellissimo.

Mi sono sempre identificata molto in Bert, per certi aspetti siamo molto simili di carattere. Forse per questo mi è venuto facile (o almeno credo) fare questa sorta di introspezione nei suoi sentimenti. Forse anche perché, a questo punto della mia vita, condividiamo questo sogno di un amore impossibile.

Niente, spero che questo spaccato nei pensieri del mio sognatore preferito possa piacervi.

Vi saluto

Giulia
  
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