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Autore: Haji42    05/02/2021    0 recensioni
Può un Genio soffrire l'incomprensione e la solitudine? Jeannie è molto dotata, e mi è piaciuto confrontarla con un personaggio misterioso realmente esistito e anche lui molto dotato, mentre con il suo padrone fa un viaggio da tempo atteso in Europa, come turista e non solo, un viaggio che per lei sarà molto significativo.
Genere: Drammatico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cap.1 - Vento Freddo e Burlone

1970.

L'aria era fresca, cosa normale trattandosi dei primi giorni di aprile, l'anticamera dell'uscita dall'inverno.

E la pelle tutto sommato gradiva questa sensazione inedita, pur reagendo con un minimo di irrigidimento, altra cosa normale considerata l'abitudine al clima caldo e umido di chi abita non così distante dai tropici ed è sempre allacciato da camicia cravatta ed uniforme: non che amasse il caldo, questo no, ma in certi momenti il condizionatore, essenziale per sopravvivere da quelle parti, risultava un pò ingombrante, quasi una sorta di campana di vetro o bolla protettiva, e questo refolo di aria era così diverso dalle tempeste a cui era abituato... gentile,frizzante, con un cielo così limpido e luminoso...
era una novità che sentiva di voler sperimentare.

Posò per un attimo il bagaglio a terra e si slacciò la polo, chiudendo gli occhi e tirando un respiro a pieni polmoni, quasi a volerci immagazzinare il massimo possibile di quel frizzore. Si sentì pervadere da un brivido rinfrancante, sì, pensò tra sè e sè, decisamente abbiamo scelto bene la tappa.

"Padrone Cosa fai, sei pazzo?" queste parole lo fecero momentaneamente tornare sulla terra (e sorridere al pensiero che ci era abituato visto che era il suo lavoro) e rivolgere lo sguardo alla donna bionda al suo fianco elegantemente vestita nel suo abito azzurro terminante a minigonna (molto mini) e che, a differenza di lui si stringeva le braccia attorno al busto, tremando di freddo e guardandolo come se lo vedesse per la prima volta: "ti vuoi ammalare proprio adesso?"

"Oh ma stai tremando?... non dirmi che hai freddo, su è solo un pò di aria fresca" le disse in tono scherzoso e rilassato "lo sai che non abbiamo molte occasioni di apprezzarla così in Florida".

"Dimentichi che sono abituata al sole del deserto, Padrone" rispose lei rivolgendogli uno sguardo lievemente contrariato e sfregandosi le cosce nude per riscaldarle.

Per il Maggiore Anthony Nelson questo era un chiaro segnale che la sua compagna di viaggio stava sprofondando verso l'irritazione, e sapeva fin troppo bene che mentre con tutte le altre donne sulla terra era possibile abbozzare una sorta di gestione della cosa, con Lei il discorso decadeva totalmente... se non altro per rispetto alle sue "doti"...

"Ho capito, aspetta un attimo" disse mentre si chinava sul bagaglio cercando di recuperare un golfino che le aveva visto mettere via "Ecco, dovrebbe essere qui...nno, qui non c'è...proviamo qui... nneanche... a-aspetta sono sicuro che è qui...eppure ti ho vista mentre lo mettevi in valigiaa..." sputò fuori cominciando a farsi prendere da un malcelato nervosismo.

Al vederlo coinvolto e anche affannato, l'irritazione le si sciolse e le labbra le si aprirono in un sorriso leggero.
"Aspetta Padrone" disse e incrociando le braccia sbattè le ciglia e subito un golfino di fine cachemire si avvolse intorno alla faccia di lui, facendolo annaspare e inciampare sulla valigia.

"Jeannie! Jeannieee!" bofonchiò attraverso il golfino gesticolando come un cieco, mentre lei spaventata si portava alla bocca le dita della mano destra, mordicchiandole.

"Oops, Scusa Padrone ho sbagliato mira" e così dicendo sbattè nuovamente le ciglia e il golfino sparì rivelando la faccia di lui che boccheggiava come se gli avessero messo contro un cuscino.

"Yyeuuphh" tirò con il fiato il Maggiore dalla bocca, tossendo ancora due colpi, mentre lei si chinava su di lui in totale dispiacere "Oh, scusami Padrone, è colpa del freddo, mi annebbia i sensi".

Aspettando qualche istante per riprendersi, Tony poi si guardò intorno e vedendo la piccola folla che si era avvolta attorno a loro cominciò a sorridere in modo ebete afferrando il braccio di lei alzandosi e tirandola in piedi da una parte all'altra senza staccare gli occhi dagli spettatori:
"Eh Eh.. salve, siamo due prestigiatori in viaggio, e stiamo provando un nuovo numero, eh eh... venite a vederci tra due sere a Teatro, vi assicuro uno spettacolo da non dimenticare eh eh... Jeannie andiamo via" le disse sottovoce avvicinandosi al suo orecchio con un'espressione decisamente imbufalita; Jeannie d'altro canto era ancora stordita dal rapido susseguirsi degli eventi che potè solamente mostrare a sua volta alla piccola folla uno sguardo più ebete dell'altro.

Lentamente e sempre sorridendo come due ebeti arretrarono entrambi ripetendo all'infinito saluti ringraziamenti e inchini finchè raggiunta una certa distanza si girarono e presero a correre via come due invasati, inseguiti dallo sguardo sbigottito del piccolo pubblico che aveva assistito a tutta la scena senza fiatare.

"Aspetta Padrone" Disse Jeannie fermandosi di colpo.
"cosa c'è adesso?" Esclamò Tony guardandola con uno sbuffo sconsolato.
..."Hai dimenticato i bagagli"

"I bagagli, ma certo, eh eh" prese a ridacchiare Tony, prima di cambiare espressione in una maschera di terrore e urlare:
"I BAGAGLIIII"
Jeannie si spaventò all'urlo improvviso e istintivamente incrociò le braccia e sbattè le ciglia.
Subito comparvero i bagagli davanti a loro.

Tony chiuse gli occhi come se stesse per svenire e portandosi le mani sul viso piagnucolò, "Oh Jeannie cosa hai fatto?"
"Cosa ho fatto, Padrone? Ho recuperato i bagagli" gli rispose lei risentita.
"Oh certo" la incalzò Tony in tono sardonico "e lo hai fatto DAVANTI AI LORO OCCHI"
"OH!" Esclamò lei ad un fiato portandosi di nuovo in bocca le dita della mano destra...

"Oh Padrone..." esclamò Jeannie mettendosi a piangere...
"Scusami, si lo so" gli fece eco Tony con voce a metà tra l'alterato e il disperato, poi afferrò i bagagli esclamando con la stessa voce: 
"Ora vogliamo per favore allontanarci il più possibile da questo pasticcio e riprendere finalmente la nostra luna di miele?"

Jeannie emise un gemito e iniziò a singhiozzare, Tony girò lo sguardo e la rabbia si sciolse in un istante come neve al sole:
lasciati i bagagli a terra, corse ad abbracciare la sua sposa, dicendole:
"Scusami Jeannie, mi sono lasciato prendere dal panico con tutta quella gente intorno, e tu invece sei stata bravissima a far tutto ciò che era in tuo potere per sistemare l'inconveniente".
Jeannie rimase avvolta nell'abbraccio e dopo qualche istante si calmò.

Tony attese quell'istante poi allontanandola cercò di tirarla su "beh, a parte il golfino, devi ammettere che non si respira molto bene con un cachemire avvolto in faccia" disse guardandola con occhi divertiti.
Jeannie alzò lo sguardo e vedendolo così sputò fuori una risata nervosa che ebbe l'effetto di stoppare le lacrime e riaprirle il sorriso.
"Ecco il mio Genio" le disse dolcemente, e lei si buttò tra le sue braccia piena di gioia.
"l'unico Genio di tutta la mia vita".
"Oh Padrone..." Esclamò Lei, mantenendo le braccia avvinghiate al busto del Maggiore.
"Jeannie ascoltami, vorrei che non mi chiamassi così: io non ti ho sposato per renderti schiava ma perchè ti amo, e ti amo così come sei, con tutto lo sconquasso che hai portato nella mia vita, e che non cambierei per niente al mondo"
"Oh padrone, cioè Tesoro..."
Stavolta fu Tony a lanciare una risata nervosa, e a stringerla ancora di più...

Nel frattempo gli spettatori dello spettacolino di prima rimasero ammutoliti dopo aver visto sparire le valigie
"Accidenti..." si sentì esclamare... "Gran bel numero..."
   
 
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