Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: vanessie    05/02/2021    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 26

“Sentirsi bella”

 

 

POV Kate

Nella scala dei miei gusti, la mia festa preferita dopo il Natale era la fine dell’anno. Uscire con gli amici a divertirsi, lasciarsi alle spalle le cose brutte dall’anno che terminava e fare i buoni propositi per quello in arrivo. Quell’ultimo dell’anno, inoltre, era davvero speciale, erano sette anni che non ne festeggiavo uno con Matthew e la cosa mi esaltava, anche perché tra noi era nato qualcosa di nuovo, oltretutto lui mi aveva invitato a dormire a casa sua, visto che i suoi genitori partivano per Parigi. Già dalla mattina mi preparai, volevo essere carina e soprattutto restare a casa sua per la notte significava una cosa ben precisa. Per questa ragione in mattinata andai al mio appuntamento dall’estetista, dove si occuparono della ceretta in varie zone del corpo, che andava rinnovata. Feci anche la manicure, scegliendo uno smalto carino. Pranzai con mamma, papà lavorava. Nel primo pomeriggio una bella doccia, poi dal parrucchiere, dove feci una piega con capelli mossi morbidi. Tornata a casa, trucco. Avremo partecipato ad una festa con i nostri amici Liv, Tyler, Peter e Kimberly, la sua ragazza, in un locale molto alla moda del centro di Dublino. Mi ero comprata della lingerie molto carina, bianca con inserti rossi qua e là, adatti alla sera di capodanno. Mutandine, reggiseno un po’imbottito, calze autoreggenti color carne. In realtà volevo semplici collant, ma la commessa mi aveva conquistato mostrandomi quelle autoreggenti e…sì, perché mentire? Volevo essere sexy. Indossai la biancheria e infilai il vestito bianco di Yves Saint Laurent ricevuto per Natale da Matty. Caspita ero carina, il vestito cadeva benissimo sulle mie forme, lo adoravo. Infilai scarpe rosse con tacchi alti, sia per spezzare il candore dell’abito, sia per restare fedele al rosso di buon augurio per il nuovo anno in arrivo. Il vestito era abbastanza leggero, senza maniche, di sicuro nel locale sarebbe andato bene, fuori era freddo quindi sperai vivamente di non ammalarmi. Avevo deciso di coprirmi con un cappotto rosso, insomma tutto coordinato. Scelsi gli orecchini con il brillantino. Infilai tre cose essenziali in una pochette nera: smartphone, portamonete con pochi contanti e al suo interno carta d’identità e carta di credito, lucidalabbra.

 

cap-26

 

Portai in soggiorno uno zaino con dei vestiti comodi di ricambio per il giorno successivo, poiché mi sarei risvegliata a casa Black, misi lì le chiavi di casa, un piccolo beauty con spazzolino da denti, dentifricio, pettine, elastico per i capelli, salviette struccanti. Il pigiama non era necessario, quando ci ricapitava di avere un letto a disposizione? Ero appena rientrata in camera per prendere il cappotto dall’armadio, quando lo sentii arrivare. I miei genitori sapevano che avrei dormito da lui, non c’era la minima vergogna nel dirglielo, noi fin da piccoli avevamo spesso dormito insieme. Certo adesso era diverso, ma questo loro non dovevano saperlo. Lo raggiunsi in soggiorno. Mi sorrise, dandomi una lunga occhiata da capo a piedi, anzi per la precisione dai piedi alla testa, soffermandosi abbastanza sulle mie gambe. Sorrisi imbarazzata mentre i miei genitori interruppero augurandoci buona serata. Era davvero molto carino: pantaloni neri che come al solito mi facevano cadere l’occhio sul suo fondoschiena sodo, una maglietta di cotone bianco, un maglioncino elegante con cerniera aperta. Ai piedi delle semplici sneakers bianche. Quando finimmo i saluti e gli auguri ai miei genitori, lo presi sottobraccio per scendere i tre gradini che portavano al giardino antistante alla mia abitazione, non volevo rischiare di cadere dai tacchi alti. Fuori era freddissimo, sicuramente colpa del mio abitino leggero. Entrammo in macchina e gli chiesi il favore di accendere il riscaldamento. “Il vestito ti sta benissimo!” esclamò, alludendo al suo regalo di Natale “Indossandolo è ancora più bello” “Sei sicura di non congelare?” scherzò “No” “In ogni caso non credevo che ti cadesse così tanto bene addosso. L’ho scelto perché mi piaceva e immaginavo ti potesse star bene, però non così tanto” ammise. Gli sorrisi “Grazie ancora, anche tu stai bene vestito in questo modo” affermai, lui fece un flebile sorriso. “Oggi cosa hai fatto?” mi domandò “Mi sono preparata per stasera” “Per tutto il giorno?” ribattè divertito “Sì, è una festa importante l’arrivo del capodanno, tu invece?” “Ho dormito fino a tardi, poi il pomeriggio sono stato qualche ora con mia sorella” rispose. Arrivati al locale consegnammo i cappotti al guardaroba. Chiedemmo al cameriere di essere accompagnati al tavolo prenotato a nome nostro e degli altri amici. Ci salutammo tutti con entusiasmo. Erano trascorsi solo cinque minuti e avevo ricevuto un sacco di complimenti da Liv, Tyler, Peter e dalla sua fidanzata Kimberly. L’aperitivo veniva servito direttamente al bancone “Cosa vuoi ordinare?” mi chiese Matt “Una caipiroska alla fragola” “Ok, resta pure con Liv, la vado a prendere io” disse allontanandosi con tutti gli altri ragazzi.

 

giphy

 

“Wow sei una strafica stasera” affermò Liv una volta rimaste sole “Grazie, anche tu stai benissimo” “Yves Saint Laurent ti dona” scherzò, facendomi ridere “È tutto il giorno che mi faccio carina: stamattina un giro dall’estetista per la ceretta e la manicure” esordii mostrandole le unghie “Belle, non le avevo ancora notate” “Il pomeriggio una piega dal parrucchiere e poi trucco, vestiti, zaino per domani” terminai. “Per domani?” “Sì…stasera…resto da Matthew. Sai, Kevin e Evelyn festeggiano a Parigi” confessai.

 

giphy

 

“A Parigi! Dio, perché non ho mai trovato un uomo come Kevin!” esclamò ridendo e contagiando anche me, insomma era risaputo da chiunque lo conoscesse che Kevin fosse davvero galante con sua moglie. “E soprattutto doppio wow: dormi a casa Black! E quando dico dormi ovviamente sto usando un eufemismo, dormi poco” precisò, sorrisi leggermente imbarazzata “Ecco perché tutto il giorno a farti bella! Ora capisco! Parrucchiere, estetista…dov’è che hai fatto la ceretta?” domandò con sguardo malizioso “Beh era una ceretta periodica…gambe, braccia, sopracciglia” “Inguine…cos’hai sotto Yves Saint Laurent?” chiese sorniona, alludendo alla lingerie. Risi abbassando lo sguardo, eravamo sedute e in quell’istante notai che due centimetri del pizzo che contornava l’elastico delle calze autoreggenti era visibile, tirai giù il vestito per coprirlo. Lei doveva averlo visto in tempo, spalancò la bocca “Le autoreggenti? Serata da sballo proprio” mi prese in giro “È che…” annaspai per trovare una giustificazione “Oh ma non devi sentirti in colpa per niente. Andiamo…guardalo” disse indicandolo al bancone mentre aspettava i nostri drink, ridendo con Peter e Kimberly. “Per uno così altro che autoreggenti! Ti comunico che stasera non so se riuscirò a guardarlo, senza rischiare di rimanere incinta” affermò “Liv!” la ripresi “Dai Kate, non fingere di non condividere questo pensiero, odora di maschio da laggiù” precisò.

 

cap-26n2

 

Scoppiammo a ridere, poi lui ci raggiunse “La tua caipiroska” disse porgendomi il bicchiere “Grazie” “Se vi disturbo torno dagli altri” aggiunse notandoci in clima di confidenze “No, figurati! Vado da Tyler” rispose la mia amica. Restai sola con lui “Che caldo qui dentro” asserì, togliendosi il maglioncino e lasciandolo sullo schienale della sedia. E io volevo morire, poiché la maglietta bianca gli dava una luce pazzesca, rendendolo ancor più attraente e facendo risaltare l’azzurro dei suoi occhi. “Non è buona?” mi domandò alludendo alla caipiroska “No, no, è buonissima” “Hai una faccia strana” “Non è per il drink” ammisi “E per cosa?” chiese. Di certo non volevo dirgli che era per il colore della sua maglietta, che tra l’altro oltre ad illuminarlo, rendeva visibili le sue spalle larghe, il suo torace scolpito e la sua schiena sexy. Scrollai le spalle “Non ti ho nemmeno dato un bacio nel tragitto, che stupido! Adesso ci sono gli altri” “Me lo dai dopo” suggerii, lui sorrise ed io ricambiai. La cena cominciò e noi mangiammo con gusto. Ma soprattutto bevemmo. Oltre all’aperitivo iniziale, infatti, la cena si accompagnava con bottiglie di vino di due diverse etichette. Quando uscivo ero abituata a bere qualcosa, forse un pelino meno di ciò che avevo bevuto quella sera, comunque stavo benissimo, poiché avevo lo stomaco pieno per la cena. Dovevo dire a Matt di togliersi quel vizietto di accarezzarmi le cosce a tavola, nessuno ci vedeva grazie alla tovaglia, ma era difficile per me restare lucida in qualsiasi conversazione con gli amici, se lui mi provocava in quel modo. Doveva essersi accorto delle autoreggenti…sperai che si fermasse ma ad un certo punto arrivò a toccarmi le mutandine. Diedi un sorso al vino, avevo il cuore che batteva freneticamente e dovevo tenere la bocca occupata per evitare di sospirare per il piacere. Sebbene volessi che lui continuasse, mi sforzai di bloccargli la mano dopo qualche carezza, stavo rischiando di fare una figuraccia. Lui mi sorrise e mi lasciò stare. Era il momento del brindisi di mezzanotte, conto alla rovescia, qualcuno stappò la bottiglia di spumante servendola nei calici e poi brindisi. Ci lasciammo tutti coinvolgere dalla festa, andammo a ballare sulle note di canzoni di moda in quel periodo e di altre tradizionali per il capodanno. Ballare con Liv era divertentissimo, entrambe non eravamo affatto le regine della disco, anzi tentavamo di stare al ritmo, aiutate anche dalle luci che erano nel locale e che facilitavano, facendo sì che dei semplici movimenti ci rendessero davvero brave! Vidi Liv sorridere apertamente, puntando lo sguardo su qualcuno o qualcosa alle mie spalle, iniziai a voltarmi, ma prima che ci riuscissi totalmente, sentii due mani intorno ai fianchi prendermi da dietro. “Posso rubarti la compagna di ballo?” urlò Matthew rivolgendosi a Liv, per sovrastare il volume della musica “Certo” rispose lei. Mi girai verso di lui, adesso era più facile ballare, lui era bravo e sapeva guidarmi facendomi apparire migliore del previsto.

 

giphy

 

Mi accostai al suo corpo il più possibile per dirgli alcune cose “Dovresti evitare di toccarmi le cosce quando siamo a tavola” gridai “Pensavo ti piacesse, ma se non vuoi non lo faccio più” rispose avvicinandosi al mio orecchio. “Mi piace, ma non mi pare il caso di farlo sapere a tutti” risposi ridendo “Scusami, non si ripeterà” disse, gli tirai una spinta leggera mentre ballavamo “Non volevo che ti scusassi, volevo solo farti capire che mi piace, ma potresti farlo quando siamo soli” “Va bene” affermò. Avevo una voglia assurda di baciarlo, soprattutto se lui continuava a guardarmi dritta negli occhi e a sorridermi, ma lì non potevamo farlo. “Sei migliorata a ballare” affermò “Sì da morire” giocai “Sempre meglio di quando eri una ragazzina e mi pestavi i piedi!” esclamò.

 

giphy

 

“Beviamo qualcosa?” gli chiesi quando l’attrazione divenne insopportabile “Credevo che gli alcolici della serata ti fossero bastati” scherzò “Solo uno shot e per la cronaca sto benissimo” “D’accordo” disse prendendomi per mano e dirigendosi al bancone. Lasciai che fosse lui a ordinare, tanto conosceva i miei gusti. Il barman ci presentò un piccolo vassoietto con tre shot a testa “Ne volevo solo uno Matt” “Hai detto che stai benissimo, la notte di capodanno non si può tornare a casa senza nemmeno una lieve allegria da alcool” “Ok” mi arresi. Bevemmo il primo tutto d’un fiato. Era buono, mi piaceva “La puoi piantare di guardarmi così da vicino?” lo implorai quando avvolse un braccio intorno alla mia vita. Rise, invitandomi a prendere in mano il secondo bicchierino, bevendo un altro shot. Questo era più forte “La posso piantare se tu smetti di provocarmi” disse alludendo alla mia richiesta precedente “Non sto facendo niente” mi giustificai “Il pizzo delle calze autoreggenti che si vede dal vestito, non lo definirei non fare niente, lo chiamerei provocazione allo stato puro” affermò al mio orecchio, visto che la musica era altissima. Abbassai gli occhi, mi ero appena seduta su uno sgabello e non mi ero proprio accorta della cosa, calai il vestito “Adoro le autoreggenti” tornò a dirmi all’orecchio. Mi era appena arrivato alla testa l’effetto immediato dei due shot, risi “A che ora pensi di voler andar via?” domandai spudorata “Sono le tre, se vuoi stiamo ancora una trentina di minuti e ce ne andiamo” “Perfetto, beviamo l’ultimo?” domandai indicando il terzo bicchierino, lui annuì. Un altro po’ di alcool mi avrebbe resa meno impacciata, era l’ultimo dell’anno e io non mi lasciavo andare così da una vita. Quella sera inoltre mi sentivo bella e seducente, come non mi ero mai sentita prima. Perché mentire dicendo che non avevo voglia di averlo? Lo volevo eccome, lo volevo tanto e a lungo, volevo che mi desiderasse come se mi avesse appena rimorchiata in un locale, che mi facesse morire di piacere, volevo addormentarmi esausta tra le sue braccia e svegliarmi tardi ancora confusa. Buttai giù l’ultimo shot, doveva essere più forte di tutti, mi bruciò la gola quando il liquido transitò. Nel giro di cinque minuti mi sentii lievemente sballata, risate libere, meno compostezza. Restammo ancora un po’ con gli altri, poi salutammo. Recuperammo i cappotti al guardaroba. Una volta usciti avvertii un freddo terribile, nonostante il calore dell’alcool nelle vene. Matty doveva averlo notato, mi tenne abbracciata mentre andavamo alla macchina. All’interno si sprigionò il calore del riscaldamento. Ecco mi girava la testa, continuavo a guardarlo e sorridere come una scema. Entrammo in casa, appesi il cappotto all’attaccapanni, poi mi sentii sollevare. Accavallai le cosce intorno ai suoi fianchi, mentre mi portava in camera. Ci sdraiammo a letto, finalmente ci baciammo. Lo avevamo desiderato da tutta la sera. La sua lingua assaporava la mia, avvolsi le sue spalle larghe, poi lui si alzò. Si spogliò mentre mi incantavo a guardare i suoi muscoli perfetti.

Mi misi seduta, lui tolse il vestito che mi aveva regalato, sfilò i miei slip e slacciò il reggiseno “Che bella che eri con questa lingerie sexy” sussurrò, sorrisi cominciando a togliermi le autoreggenti, ma lui mi fermò. “No, queste le tieni!” esclamò “Per fare l’amore?” bisbigliai “Sì” “Come preferisci” risposi schiava dei miei desideri e confusa dalle bevute. Mi buttò giù, prese un preservativo dal cassetto, sdraiandosi poi tra le mie cosce, qualche bacio, le sue dita su di me, poi lo sentii entrare. Anche lui forse aveva desiderato farlo da tutta la sera, era infatti deciso nei suoi movimenti, mi baciava poco e non mi dava nemmeno il tempo di riprendermi da un sospiro che già me ne usciva un altro. Era così che lo volevo in quell’istante, in modo profondo e quasi rude, mi sollevava le cosce ogni tanto per arrivare dove voleva, facendomi gemere, accarezzandomi quel pizzo che contornava l’elastico delle calze autoreggenti. Ormai non riuscivo più a respirare regolarmente, ero sconvolta dal piacere, il ritmo cambiò, diventando ancor più rapido. Mi sentivo sempre più vicina al desiderio di esplodere, assecondai ogni suo movimento e riuscii ad assaporare quelle scosse di piacere che mi condussero una dopo l’altra alla vetta delle sensazioni. Poco dopo lui mi raggiunse. Restammo immobili, ci scambiammo dei baci a fior di labbra, delle carezze. Quando si tolse da me volevo quasi implorarlo di restare. Ero confusa, leggermente alterata dalle bevute, speravo che tra poco mi concedesse un secondo round. Parlammo poco, sguardi profondi, sorrisi, bacetti, carezze. “Ti amo, sai?” bisbigliò, annuii “Anch’io” trovai la forza di rispondergli “Stasera eri bellissima, mi piaceva tutto: il vestito, i capelli, il trucco, le scarpe, la biancheria…” disse lasciando la frase in sospeso, gli sorrisi “E sei ancora bellissima, senza tutte quelle cose sexy che rendono fantastica una donna” aggiunse. “Potrei togliere anche le calze? Ho le gambe sudate” domandai “Certo, scusa” rispose. Le tolsi, la pelle a contatto con l’aria si sentì riavere. Venne a prendersi un bacio, palpandomi il seno quando ero ancora seduta. Scostò i capelli da un lato, leccandomi il collo, lo lasciai fare, era così piacevole! I brividi mi percorsero il corpo “Ho bisogno di averti” sussurrò al mio orecchio, girai appena la testa indietro per guardarlo, invitandolo a prendermi di nuovo, anch’io ne avevo bisogno. Mi spinse in avanti, aspettai che prendesse delle precauzioni, poi si prese lo spazio che occupava poco prima restando dietro di me. Iniziò dolcemente, un lento andare avanti e indietro, mi lasciai coinvolgere accogliendolo sempre più. A quel punto la cosa divenne mano a mano più veloce, lo sentivo scivolare riempiendo ogni centimetro di me. Spostai la mano sulla sua, intrecciando le nostre dita, sospirai più forte, era tremendamente fantastico. Si aiutò mettendo una mano sul mio fianco, tirandomi ancor più verso il suo bacino ad ogni spinta. I sospiri divennero lamenti, poi gemiti, ringraziai dio che fossimo soli in casa, altrimenti sarebbe stato evidente che stavo perdendo ogni barlume di lucidità. Capii che stesse sentendo le mie identiche sensazioni, non era nella mia indole, non mi era mai successo con nessun altro, ma mi ritrovai ad implorarlo di resistere ancora un po’ per un paio di volte. I gemiti erano frequenti da entrambe le parti, sperai che mi accontentasse perché volevo quell’orgasmo, lo volevo con tutta me stessa. Riuscimmo ad averlo insieme. Restai sdraiata a pancia sotto del tutto fuori di me, anche quando dopo un po’ lui si staccò e lo vidi uscire, probabilmente diretto in bagno.

Qualche minuto dopo sentii il suo peso sedersi sul letto. Non mi voltai neppure per l’imbarazzo. Che diavolo mi stava facendo Matthew Black? Non riconoscevo me stessa. Non disse nulla, mi lasciò stare, solo più tardi mi sentii sfiorare la pelle nuda dai suoi polpastrelli. Mi voltai, ci regalammo un bacio. Restammo su un fianco a osservarci. Le sue iridi azzurre mi facevano sognare di navigare nel mare dei suoi occhi a lungo. “Vuoi qualcosa da bere?” mi chiese “Sono già stranita di mio, meglio non aggiungere altro alcool” risposi con una voce che stentavo a riconoscermi. Lui rise “Intendevo un bicchiere d’acqua” “Ohhh d’acqua…sì” affermai. Andò a prendermelo, lo bevvi, poi tornammo a guardarci distesi su un fianco. Prese ad accarezzarmi dalla spalla, scendendo sul braccio, sul fianco, sulla parte alta della coscia. Nel frattempo ero immobile, ipnotizzata dal suo sguardo magnetico. “Spero che sia un anno magnifico, come lo sono state queste prime ore con te” dichiarò “Ci ho pensato sai?” “A cosa?” domandò “A quanto sia diversa quando sei con me. Talvolta non mi riconosco” confessai “A me sembri la stessa di quando eravamo adolescenti” “Davvero?” “Sì” mi rassicurò “In certe occasioni mi sento così…non lo so, non so trovare la parola migliore. Non ho mai avuto tutto questo desiderio per un ragazzo” “Non mi sembra una cosa brutta” ammise sorridendo “Non ho detto che è brutto, solo che è strano. Forse è perché per la prima volta sono…davvero innamorata” confessai. Notai che lui non riuscì a nascondere la voglia di sorridere a quella mia ammissione. Ci lasciammo andare a qualche bacio, non seppi dirgli di no quando calò la bocca sul mio collo, sul mio seno e poi ancora più giù. Mi stava facendo impazzire di nuovo, ero bagnata, molto bagnata, la punta della sua lingua mi suscitava sensazioni indescrivibili, approfittai di un raro momento di lucidità per alzarmi a sedere, costringendolo a smettere. Volevo ricambiare quelle sensazioni e dargliele a mia volta. Lo spinsi sul letto e feci altrettanto, sentendo crescere la sua eccitazione a poco a poco. Mi fermò e continuammo a turno a dare e ricevere più volte lo stesso trattamento, era così ricco di passione quel gioco e così esaltante. All’ennesima volta in cui mi stava procurando piacere lo fermai bruscamente, non volevo raggiungere l’apice così, mi imbarazzava. Non glielo dissi ma sperai capisse. “No Matt” mugolai allontanandolo e mettendomi seduta, lui forse inizialmente non capì, mi scrutò, poi vedendo che ricambiai il suo bacio mi buttò giù, infilandosi dentro di me. Ci riuscì con estrema facilità, ero sull’orlo di dargli qualsiasi cosa e forse la situazione lo aveva alquanto eccitato. Mi sollevò le cosce mettendosele sugli avambracci, quel cambio di sensazioni mi fece riprendere fiato, lui si mosse dentro di me con molta foga, ben presto trovammo la giusta sintonia, sprofondai nei suoi occhi lasciando la mia razionalità ad ogni spinta. Respiri affannati, sospiri…un sacco di sospiri, gemiti. Ero piena di qualsiasi sensazione, dischiusi la bocca, quelle ultime due spinte erano state quasi fatali, ormai dovevo avere un’espressione di godimento totale. Ancora un’altra spinta, eravamo entrambi persi, ancora una, un gemito lungo e profondo, ancora una volta lui ed io eravamo una cosa sola.

Soltanto quando lui andò in bagno ed io restai in camera, riuscii a rendermi conto del fatto che ero completamente bagnata di ciò che quel rapporto aveva scaturito in me ma anche in lui. Cazzo il preservativo! Mi voltai verso il comodino per averne conferma, ce n’erano due ma noi lo avevamo fatto tre volte quella sera. Ripensai a come era successo quell’ultima volta, era vero, era stato dentro di me senza nessuna barriera. Rientrò in camera, non dissi niente, andai in bagno e mi accorsi che non provavo alcun rimorso. Tornai da lui, stendendomi a pancia sotto, una mano sul suo torace e la sua mano ad accarezzarmi la schiena. Nessuno aggiunse alcuna parola. Dormimmo esausti, ero solo felice, mi sentivo al sicuro tra le braccia di colui che amavo.

 

NOTE:

Buongiorno ragazze, per la festa dell'ultimo dell'anno Katelyn avverte la netta esigenza di volersi sentire bella, è una sensazione che talvolta a noi donne capita, dovuta ad un particolare stato emotivo o al desiderio di piacere a qualcuno. Indossa il regalo di Natale di Matt e lo correda di una serie di altri accessori sexy. Ammette di volersi lasciar andare e pensare solo al momento, di volersi godere il capodanno come non le succedeva da molti anni. Qualche bicchiere in più l'aiuta ad essere maggiormente disinibita, meno composta e timida, ad esternare a voce alta cosa vuole davvero, soprattutto quando restano soli a casa di lui. Vi avevo avvertito che questa serata sarebbe stata un tantino più appassionate del normale 😍 Nel prossimo aggiornamento racconterò del risveglio insieme e di una serie di riflessioni con le quali entrambi dovranno inevitabilmente fare i conti! A venerdì, baci,

Vanessie

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: vanessie