Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    05/02/2021    1 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
-
Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Livello 19

Colui che invita


Ryoko spalancò gli occhi a quel contatto. Aveva le labbra di quell'idiota appoggiate sulle sue e le stava tenendo una mano sulla nuca.
Cosa cazzo stava facendo?!
Indietreggiò di colpo, interrompendo quell'assurdo atto. Lui la guardava con occhi quasi supplicanti, sembravano chiederle di non andare. Uno schiaffo in pieno volto e fu nuovamente all'interno della villa.
-Aspetta...!- La sua voce la raggiunse, assieme al suono dei suoi passi in un tentativo di seguirla, ma lei accelerava sempre più, chiudendosi ogni porta alle spalle cercando di seminarlo in tutti i modi.
La vista si stava annacquando pericolosamente, mentre continuava a correre tentando di asciugarsi gli occhi con il dorso della mano. Arrivata in giardino, ormai non le importava più di essere vista con quell'abito addosso e nemmeno di essersi persa le scarpe chissà dove; l'importante era attraversare quel mare di folla ed andarsene il più lontano possibile da Håkan. Giunse fuori dal cancello principale e si sedette sul marciapiede, leggermente nascosta da alcune auto parcheggiate; lì, lasciò uscire le lacrime senza alcun ritegno, permettendo loro di percorrere tutta la linea delle guance e raggiungere la gola.
-Idiota, idiota, idiota, idiota, idiota...- sussurrava, con voce strozzata.
Non poteva crederci, era successo di nuovo. Iniziava a provare affetto per qualcuno, e l'altro prontamente la baciava, rovinando tutto. Non voleva che accadesse, voleva stargli lontano il più possibile proprio per evitarlo, perché non si fidava.
Aveva tanti amici, era qualcuno su cui contare... eppure a lei trasmetteva una sensazione strana, non riusciva ad avere fede in lui, nonostante l'avesse aiutata tante volte, e non ne capiva nemmeno il motivo.
-Yoyo...?- Una voce femminile, inconfondibile, la stava chiamando. -Che succede?-
La rossa alzò la testa, incontrando due occhi neri; senza proferire parola, la voltò dall'altro lato. Era ancora arrabbiata con lei per averla conciata in quel modo... era sicura che l'idiota non avrebbe mai tentato quel gesto se fosse stata la solita "barbona", come la chiamava lui.
Artemis aveva arricciato e legato i capelli in una coda alta e addosso aveva il vestito rosa comprato durante l'uscita con Yuichi, ai piedi un paio di scarpe bianche dotate di un tacco non troppo alto. Le si sedette accanto, posandole una mano sulla spalla.
-Ascolta... mi spiace per quello che ho fatto, ma ora vuoi dirmi perché stai piangendo in quel modo? Mi fai preoccupare...-
-Nulla.- Sibilò, non degnandola di uno sguardo.
-Qualcuno ti ha detto o fatto qualcosa?- Domandò, cercando di estorcerle qualche informazione... ma anche se fosse successo, non capiva perché stesse lì a piangere, non ne era il tipo.
-... Non so se mi va di dirtelo.-
-Devi farlo se è grave; se non lo è, allora puoi tenerlo per te.-
-Beh... Håkan mi ha baciata.- Disse tutto d'un fiato.
L'amica spalancò gli occhi, poi sorrise.
-Ma è fantastico!-
-No, non lo è! È un idiota, anche se mi concedessi a lui mi userebbe e getterebbe via dopo una settimana.-
-Perché lo dici? Non mi sembra il tipo...-
-Me lo ha detto una sua amica, una vera stronza. "Si porta a letto le ragazze per un po' e quando si stanca passa alla prossima".-
-E tu ci credi?-
-Non so quanto ci sia di vero, ma in un certo senso... lo ha ammesso lui stesso, da mezzo ubriaco: "Ci avrei già provato, ma quella picchia forte".-
-Ryoko... non puoi star dietro alle parole di una a cui evidentemente non sei simpatica e di uno che ha alzato il gomito. Secondo me ad Håkan piaci veramente, gli è solo complicato dimostrarlo... se avesse voluto solamente portarti a letto non ti avrebbe né ospitata in casa sua per un mese, né si sarebbe fatto prendere a pugni e quasi accoltellare pur di accompagnarti in quel posto.- Lei alzò la testa, rivolgendo lo sguardo altrove. -Dovresti dargli una possibilità.-
-Non gli darò una possibilità, Artemis.-
-Perché?-
-Perché a me non piace! È un coglione senza cervello!-
Dopo quella frase ed il gonfiare le guance dell'amica, la più giovane scoppiò a ridere, tentando di nascondersi portando la mano davanti alla bocca.
-Va bene, va bene, ho capito. Vedremo con il tempo...-
-"Vedremo con il tempo" un cazzo! Se si avvicina ancora a me gli tiro un calcio nei denti che non se lo scorda più. Grr... stupido, stupido, stupido!- Iniziò a battere i piedi a terra con rabbia. -Appena vedo mio fratello glielo dico, così non devo nemmeno scomodarmi a pestarlo, ci penserà lui!-

L'aveva persa. In mezzo a quella folla sarebbe stato quasi impossibile ritrovare Ryoko e non poteva rischiare di farsi vedere da Yuichi. Si sentiva in colpa per ciò che aveva osato fare a sua sorella e voleva evitare di raccontarglielo.
Dopo aver girato a vuoto per un bel po', rassegnato, riuscì a scorgere Akito, Chie e Suzaku fermi a parlare sulle sdraio a bordo piscina.
-Akito!- Lo chiamò, ma senza dargli il tempo di formulare una risposta lo afferrò per il braccio e lo trascinò lontano dagli altri due e da occhi indiscreti.
-Hai visto Ryoko?- L'altro scosse il capo, assumendo un'espressione pensierosa.
-Non l'hai ancora trovata? Chissà dove si sarà cacciata...-
-... l'avevo trovata, ma... credo, anzi, ho rovinato tutto.-
-Rovinato cosa? Che hai fatto?-
-Io... io... non so cosa mi sia preso! Volevo farlo, ma subito dopo aver visto la sua reazione me ne sono pentito. Cazzo, ho fatto un disastro!-
-Gentilmente... puoi dirmi qual è questo "disastro"?! Almeno posso capire!-
-L'ho baciata, Akito!-
Il ragazzo tacque e lo fissò dritto nelle iridi diverse, con la bocca semiaperta. Non poteva crederci.
-Per questo devi aiutarmi a sistemare le cose... se suo fratello venisse a saperlo, mi spaccherebbe la faccia.-
-Ed io cosa dovrei fare? Non capisco...-
-Forse se l'andassi a cercare e le chiedessi gentilmente di non spifferare tutto a Yuichi ti ascolterebbe. Se dovessi andarci io probabilmente prenderei solo delle botte, mi ha già tirato un ceffone.-
-Uff...- l'amico sospirò, incrociando le braccia. -Andrò a cercarla, ma non posso assicurarti nulla. Non la conosco così bene da prevedere le sue azioni.-
-Grazie, grazie, grazie. Non smetterò mai di ringraziarti.-
Akito si allontanò, iniziando a pensare a dove potesse essersi cacciata quella ragazza. Da quel poco tempo che avevano trascorso assieme, poteva dedurre le piacesse la tranquillità; non gli sembrava una tipa da feste. Ma se era uscita dalla villa, quale altro luogo poteva tenerla lontano dal casino e da Håkan?
Forse si era proprio allontanata dalla casa, sperava non troppo in là da perdersi, o da risultare impossibile da trovare.
Decise di seguire quella pista ed uscì dal giardino, trovandosi in mezzo alle auto parcheggiate degli invitati. La musica era ovattata, ma poteva sentire chiaramente una voce che cantava una canzoncina per bambini provenire da piuttosto vicino. Seguì il suono, finché non vide una ragazzina dai capelli arancioni vestita di rosa piroettare, mentre una testa rossa stava seduta sul marciapiede a canticchiare e battere le mani a tempo. Quando entrambe si accorsero della sua presenza, si fermarono all'istante, fissandolo.
Che imbarazzo...
-Oh, ehm—- ridacchiò nervosamente, portandosi un braccio dietro la testa. -Vi ho interrotte? Scusate...-
-Lui chi è, Yoyo? Un altro dei tuoi spasimanti?- Chiese la più piccola, guardando l'amica in basso.
-Ma no, è un amico dell'idiota.-
-Ooh!- Gli si avvicinò, scrutandolo con due enormi iridi nerissime. -Ciao! Come ti chiami? Io sono Artemis, piacere!-
-Piacere mio! Io sono Akito... cosa stavate facendo qui da sole?-
-Yoyo ha problemi di cuore.-
-Sta zitta!- L'urlo dell'altra provenne da dietro di lei, facendola sobbalzare.
-Tranquilla, so già tutto.-
-È per questo che sei qui?-
-... In parte.-
-Spiegati.- Il castano la raggiunse, sedendosi anche lui per terra e poggiando le braccia sulle ginocchia.
-Håkan spera che tu non dica nulla a tuo fratello.-
-E perché non dovrei, scusa? Se lo merita.-
-Perché è pentito di averlo fatto. Sai, era mezzo ubriaco... non ragiona bene quando beve.-
-Non lo fa nemmeno da sobrio.- A quell'affermazione, Artemis scoppiò a ridere, dietro di loro.
-Tutti commettono degli errori, Ryoko... ha già capito di aver sbagliato, dovresti perdonarlo.-
-Lo perdonerò e non parlerò solamente se si scuserà con me di sua spontanea volontà, perciò non dire nulla quando tornerai da lui, fingi di non avermi trovata.-
-Signorsì signora!-
Ridacchiò, alzandosi in piedi e facendo il saluto militare ad entrambe, per poi allontanarsi.
Ryoko... gli piaceva davvero tanto quella ragazza, aveva attirato la sua attenzione sin dal loro primo incontro; ma ormai aveva deciso di fare un passo indietro e lasciarla al suo amico, sperava solamente potesse renderla felice.

 
***

Sbadigliò, rivolgendo gli occhi blu fuori dalla finestra, non degnando nessuno dei presenti di uno sguardo.
La notte prima lei ed Artemis avevano liquidato Yuichi dalla stanza ed avevano dormito assieme; avrebbe sicuramente riposato meglio se la più piccola non l'avesse abbracciata tutto il tempo. Come faceva, suo fratello?
Quest'ultimo era appena entrato in cucina assieme all'idiota ed aveva preso posto su una delle sedie attorno al tavolo. Mentre quell'altro scaldava l'acqua per il tè, lui armeggiava con il telefono.
-Ryoko.-
-Mh?- Gli rispose, continuando a guardare fuori.
-Ho due notizie: la prima è che Stelle Cadenti è stata ammessa al Gran Premio Individuale di Nuova Domino di settembre, la seconda è che sono già uscite le coppie che si sfideranno. Ed è un problema.-
-È un problema per te, non sono io a duellare.-
-No, è tuo, dato che il tuo sfidante è Izanagi Nakamura.-
-Porca puttana.- Fu tutto ciò che disse, marcando fortemente la prima "P" e mettendosi le mani tra i capelli.
-Vuoi ancora partecipare?-
-Certamente. Non posso abbandonare tutto ad una sola canzone dal traguardo. Non c'è nemmeno bisogno di vincere, basta cantare ed aprire il portale e poi, in alternativa, puoi prenderlo a pugni.-
-Si può sapere chi è questo tizio?- Si intromise il biondo, sedendosi anche lui.
-Un mio ex amico.-
-È per caso quel bel ragazzo dai capelli ricci che io e Yoyo abbiamo visto l'altro giorno?-
-Proprio lui.-
 
***

Lunedì primo settembre.
Ancora una volta, la quiete aveva regnato fin troppo; nessun evento particolare aveva scombussolato le vite dei ragazzi, ma la preoccupazione affliggeva comunque i due fratelli, i quali avevano entrambi terribili sensazioni.
Poco dopo il suo compleanno e con grandissimo disappunto di Ryoko, Håkan si era trasferito in un appartamento vicino al centro di Nuova Domino ancora più grande e bello del precedente e dal quale si poteva ammirare la città nella sua interezza.
Quello, però, era il primo giorno del Gran Premio Individuale di Nuova Domino.

Tirò su la zip della tuta, divincolandosi un poco per rendersela più comoda, quell'abbigliamento ridicolo era anche troppo attillato per i suoi gusti, lo odiava.
-Uff, non la ricordavo così stretta... per fortuna oggi sarà l'ultima volta in cui la indosserò.- Borbottò, legandosi i capelli con un mollettone, in modo che non si vedessero una volta indossato il casco.
-Non è che sei ingrassata negli ultimi mesi?- Yuichi dovette subito alzare le mani in segno di resa a causa dello sguardo truce scoccato dalla sorella. -Scusa, scusa...-
-Cosa ne dici, la usiamo per fare un falò stasera?-
-Sarebbe stato bello tenerla come ricordo, ma se proprio vuoi...-
-Se dovessi tenere un ricordo di tutta la faccenda, opterei per il casco. È meno volgare.- Rispose, prendendoselo sottobraccio ed uscendo dalla camera da letto. Fuori, Artemis e Håkan stavano aspettando.
Per il biondo risultò nuovamente incredibile vederla vestita come Stelle Cadenti, ancora non aveva assimilato per bene la faccenda, mentre la ragazzina con il pappagallo in testa si era messa a fianco a lei, osservandola con ammirazione.
-Stai proprio bene con questa tuta!-
-Evita di raccontare balle, Mis.-
-Aaah, ma dai, era un complimento!-
Scese le scale ed entrati in garage, ad aspettare il gruppetto c'era Yusei, il quale sostava accanto a qualcosa coperto da un telo beige, con un gran sorriso sulle labbra e le mani ancora sporche d'olio.
-Ryoko, chiudi gli occhi. Voglio stupirti.- Disse alla figlia, non appena la vide.
Lei eseguì e l'uomo subito scoprì ciò che vi era nascosto sotto. Versi di meraviglia e stupore riecheggiarono nella stanza.
-Ora puoi aprirli.-
La rossa riaprì gli occhi, trovandosi al cospetto di una duel runner a dir poco meravigliosa: il suo design era semplice ma estremamente aerodinamico, il motore e le ruote erano di un nero opaco, per far risaltare al massimo la scocca. Il bianco perla precedente era stato sostituito da uno ancor più bello, dai riflessi iridescenti, mentre sulla coda erano state disegnate tre stelle cadenti stilizzate ed intersecate tra loro, anch'esse di colore nero.
-Wow... io non ho parole... è stupenda.- Biascicò, avvicinandosi e sfiorando il manubrio quasi con paura di rovinarla.
-E l'aspetto non è l'unica cosa ad essere migliorata: ora le prestazioni sono molto elevate, pur essendo più stabile. Quella vecchia ho scoperto avesse un difetto, per quello è stato così facile andare a sbattere, ma ora non accadrà di nuovo.- Avrebbe voluto parlare ancora della sua creazione, ma dovette arrestarsi a causa del fortissimo abbraccio arrivato dalla figlia.
-Grazie, grazie... anche Krigsgaldr ne sarà contento.-
-A me basta la tua di felicità, Ryoko.- Si lasciarono e sorrisero entrambi.
-Vogliamo andare, Yuichi?-
-Certamente.-
Entrambi i fratelli si sedettero sulla moto e Ryoko si mise il casco, per poi sfoderare un certo mostro synchro e rivolgerlo verso l'alto.
-Krigsgaldr, teletrasporto!-
"Ricevuto."
Ancora una volta, un paio di ali celesti fuoriuscirono dalla carta, un lampo di luce ed entrambi erano spariti assieme alla due ruote.

Håkan, Artemis ed Uroboro erano arrivati all'Arena Kaiba a bordo della macchina di lui, avevano preferito dividersi da Ryoko e Yuichi per non destare alcun sospetto.
Entrambi si trovavano però in un posto d'onore, ancora meglio della prima fila, ovvero ai box, nello stesso luogo in cui gli sfidanti potevano prepararsi prima di entrare in pista. Il giovane Atlas aveva pagato un sacco di soldi per permettere sia a lui che all'amica quei posti.
-Mi vuoi spiegare perché hai speso così tanto anche per me? Bastava la tribuna! Mi sento fuori posto qui...-
-Ah, ma dai, non preoccuparti! Proprio oggi che sarà l'ultimo duello di Stelle Cadenti voglio vederlo il più da vicino possibile.-
-Guarda che puoi vederla tutti i giorni, anche da ancora più vicino.-
-Shh, non parlare troppo! Se qualcuno ci stesse ascoltando capirebbe che sappiamo qualcosa...-
-Oh, vero, la sua identità in teoria è ignota.-
Poco dopo, arrivò qualcuno in sella ad una moto nera, dalla silhouette sembrava essere un ragazzo, piuttosto alto, magro e slanciato, vestito con una tuta da motociclista prevalentemente bianca e viola, con alcuni sponsor sul petto. Quando si tolse il casco e scosse la testa per assestare i capelli, in lui Artemis riconobbe il ragazzo visto al centro commerciale: ciocche castane e ricce, viso dai tratti armoniosi e due occhi azzurri che sembravano fari nella notte, di un colore quasi inumano. Sceso dalla duel runner, con grande sorpresa di entrambi si diresse verso di loro, soffermandosi sulla ragazzina, che squadrò da capo a piedi con quelle iridi estremamente saturate.
-Wow, che bel pappagallo! È tuo?-
-Sì, si chiama Uroboro.- Annuì lei, sorridendogli.
-Come il serpente atto a mordersi la coda simbolo della vita eterna, eh...? Nome stupendo, proprio come la sua padrona.- Assottigliò lo sguardo, ampliando il suo sorriso. -Ci siamo già visti da qualche parte? Hai un non so che di familiare.-
-Non credo proprio, mi ricorderei di te.-
-Oh... capisco. Allora presentiamoci, no? Io mi chiamo Izanagi, e tu?-
-Artemis. Quindi sei tu a dover scendere in campo per primo oggi.-
-Proprio così! Farai il tifo per me, Artemis?-
-Mi spiace, sono qui per veder vincere Stelle Cadenti.- Rispose, mostrandoglisi sorridente.
-Allora siamo avversari, che peccato... purtroppo per lei, sarò io a vincere.-
-Tu credi? Lei è bravissima, su di un altro livello, non la raggiungeresti neanche tra un milione di anni.-
-Dici queste cose perché non mi conosci, bambolina. Sono così sicuro di batterla che ti propongo una scommessa.-
-Sentiamo, se vinco cosa succede?-
-Decidi tu, qualsiasi cosa. Ma se perdi... mi darai un bacio.-
-Solo? E va bene, se proprio vuoi accetto.-
-Fantastico!- Si strinsero la mano, ma nel momento in cui la loro pelle si sfiorò, Artemis sentì una leggera scossa. Non ci fece troppo caso, però.
Izanagi la salutò e si allontanò da loro, qualcuno di più importante era appena giunto ai box ed aveva parcheggiato una splendida moto bianca poco lontano dalla sua: Stelle Cadenti, in tutto il suo splendore, bella come non mai seppur dal viso celato.
-Hey!- La chiamò, dato che sembrava non essersi accorta della sua presenza.
Quella voce… l’avrebbe riconosciuta tra mille, no, di più. Il cuore sembrò impazzire all’improvviso, tanto da provocarle spasmi al petto quasi visibili ad occhio nudo; non ebbe il coraggio di voltarsi… chiuse gli occhi, intrecciando nervosamente le dita delle mani.
-Giusto… non parli, che stupido!- Una risata cristallina, era davanti a lei, a pochi centimetri. -Ma sicuramente avrai le orecchie per cantare così bene, perciò sono qui per presentarmi.-
“So bene chi sei.” Pensava lei scrutando quelle bellissime iridi da dietro la visiera a specchio. In due anni non era cambiato, quell’espressione suadente ed il tono di voce mellifluo c’erano ancora, se non più accentuati. Perché doveva tanto sembrare un angelo, quel demonio?
-Probabilmente lo saprai già, ma il mio nome è Izanagi, ci tenevo a dirlo di persona, ricordati bene del viso di colui che ti batterà, Stelle Cadenti.- Rise di nuovo, posandosi una mano sul fianco.
“Prova a dire queste cose a mio fratello se ne hai il coraggio, lui non lo hai mai battuto, nemmeno da bambini.” Avrebbe voluto urlarglielo in faccia, ma non poteva, non ora, se si fosse tolta il casco non avrebbe più potuto sentire la voce di Yuichi e di conseguenza non avrebbe mai potuto duellare, dato che non sapeva minimamente giocare a Duel Monsters.
-Sembri tesa, lo sai? Ti ho messo paura, allora!- Ryoko si morse il labbro, voleva tirargli un pugno dritto su quel visetto perfetto.
-Oh, beh… sembra sia ora di prepararsi, mancano cinque minuti all’inizio della gara!- Con un movimento quasi fulmineo, Izanagi si chinò su di lei e le prese entrambe le mani, stringendole tra le sue. Il suo sguardo era così fisso da farle sembrare che potesse comunque vederla.
-Sta tranquilla, è solo un gioco…- Un ennesimo sorriso e la lasciò, allontanandosi e salutandola con il braccio alzato.
Stelle Cadenti si guardò la mano. C’era una caramella al lampone su di essa.
 

 
 
 
   
 
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