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Autore: kirax94    05/02/2021    0 recensioni
Clare Smith, un affascinate agente del FBI, sta indagando su una potente famiglia mafiosa di Los Angeles, ma non tutto andrà come dovrebbe, perché si ritroverà a collaborare con un egocentrico affascinate proprietario di un nightclub, il Vanity, Tom Harrison. I due nonostante le continue divergenze di parere, e di stili di vita, si ritroveranno a confrontarsi con i loro segreti più nascosti.
Ma saranno davvero disposti a rimettersi in gioco e riaprire il loro cuore?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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California, Los Angeles 2020

Sono in moto sto attraversando il ponte del Golden Gate, improvvisamente la moto non frena più, non riesco a fermarla, anzi sembra prendere sempre più velocità. Alzo lo sguardo, un tir di fronte a me, non riesco a decelerare, è tutto così veloce.
<< No!!! >> urlo.
L'impatto!
<< No!!! No, no >> mi sveglio urlando.
Apro gli occhi sono nel mio attico. Dalle finestre si vedono le prime luci dell'alba che si fanno spazio tra i grattacieli di Los Angeles.
Mi metto subito seduto, madido di sudore.
Un altro incubo.
Sento un grugnito vicino a me, mi giro, e vedo, una massa di capelli castani e il magnifico corpo di... Molly... o Kety... o Charlotte... o come diamine si chiama.
Nonostante, il richiamo di un corpo invitante come quello, mi alzo, ho bisogno di una doccia.
Mi dirigo lentamente al bagno, mi guardo allo specchio. La prima cosa che noto subito sono le profonde occhiaie, se non altro testimoni dell'ennesima notte brava.
Così, mi fiondo in doccia, devo recuperare il mio aspetto, e cosa c'è di meglio di una fantastica doccia fredda, ottima, anche, per tonificare la pelle. Subito dopo prendo il rasoio e sistemo la barba, rendendo il mio viso più affascinante e irresistibile. Quando finisco di sistemarla, mi guardo allo specchio compiacendomi di quello che vedo. Il mio fisico, è invidiabile. Alto, scolpito, perfino la migliore scultura avrebbe invidia di me.
Cosi, dopo essermi ripreso, punto la cabina armadio, per mettere il mio vestito giornaliero. Si, amo l'eleganza, amo portare camicie e giacche, e qualche volta anche il tre pezzi. Penso, che nell'uomo l'eleganza sia un qualcosa di necessario che ti aiuta a risolvere tutto, dal più piccolo affare economico alla migliore scopata che ti possa capitare per trascorrere la serata. E, onestamente, per l'ultima opzione, penso sia una cosa fondamentale.
<< Mmm... Tom... non vieni a letto ancora cinque minuti? >> borbotta la ragazza , che avevo lasciato a letto, alzandosi e mostrandomi tutte le sue meravigliose grazie, e venendo verso di me in modo sensuale
<< Oh tesoro, per quanto tu possa essere invitante, purtroppo la mia presenza è richiesta altrove questa mattina... Quindi, non sai quanto mi dispiace, ma devo proprio andare >> dico avvicinandomi a lei e mostrandole il mio miglior sorriso e spostandole una piccola ciocca di capelli dalla guancia.
<< Ho capito... Beh, ti lascio il mio numero sul tavolo, così quando hai voglia puoi richiamarmi >>sussurra in modo sensuale mentre mi guarda con i suoi occhioni castani da cerbiatta.
<< Oh, non mancherò... mia piccola tigre >> rispondo in modo adulatorio, per poi spostarmi per prendere la giacca e uscire dalla cabina armadio. Mi dirigo verso l'ingresso ed entro in ascensore, che collega il mio appartamento con la reception del palazzo.
Una volta fuori, incontro come di consuetudine il vecchio Harry, nonché portiere di questo enorme stabilimento. E' una brava persona, a volte si sofferma a raccontarmi degli aneddoti, e, per me riesce sempre a trovare una buona parola.
<< Buongiorno, Mr Harrison!! >>
<< Buongiorno a te, caro Harry, la mia auto? >> risposi cortesemente sorridendo
<< Sta arrivando come ogni mattina, signore >> rispose mentre sopraggiungeva il veicolo con alla guida il fattorino del palazzo.
<< Magnifico, una buona giornata Harry... >> risposi, senza aspettare una risposta in cambio, e andando verso il ragazzo che mi stava consegnando le chiavi della mia nuova Corvette.
Così, salito in macchina mi metto alla guida pronto per affrontare quella che sarebbe stata una magnifica giornata.

****

<> disse il tenente Preston
<< Siamo certi che l'incontro sarà oggi? >> chiese Peter
<< Degli informatori ci hanno comunicato che questa sera al Vanity si stabilirà il loro accordo. Probabilmente, affitteranno una sala privata in modo che nessuno li possa disturbare. >> risposi in modo sicuro
<< Ottimo. Domande? >> chiese infine il capo.
Nessuno risponde. Tutto chiaro.
<< Bene potete andare, buon lavoro a tutti >>
Così, tutti ci alziamo dalla sala riunioni per ritornare al nostro lavoro
<< Ah, agente Smith, la prego rimanga devo ancora dirle alcune cose, riguardanti il caso. >> afferma il tenente in tono severo.
Faccio un cenno di assenso, e non appena furono tutti fuori parlò.
<< Clare sei sicura di questa cosa? Insomma potrebbe essere pericolosa >>
<< Sta tranquillo zio, andrà tutto bene. Insomma, mi sono infiltrata in altre missioni in passato e me la sono cavata sempre egregiamente >> rispondo facendogli un sorriso
<< Si ma qui si parla di criminali di alto livello. Se dovesse succederti qualcosa, non saprei proprio come dirlo a tua madre >> disse preoccupato
<< Ascolta, questa è una missione importante, io voglio diventare Detective, e soltanto affrontando cose del genere posso raggiungere il mio obbiettivo >> risposi
<< Essere un buon Detective non è andare solo sotto copertura mettendo la propria vita a rischio o facendo l'eroe della situazione. Ma significa essere capaci di fiutare la pista più giusta grazie al proprio intuito. Si può essere grandi anche senza rischiare la propria vita. E, anche, se devo dire che questo a te non manca... Sono in dovere di dirti sta attenta lo stesso... >> rispose preoccupato, ma anche rassegnato, proprio come un papà .
Improvvisamente qualcuno busso interrompendoci. Era Peter
<< Tenente, noi siamo pronti >>
<< Bene, arrivo subito. E'tutto agente Smith, per il resto buon lavoro >> disse porgendomi la mano e mostrandomi un piccolo sorriso.
Io la strinsi con fierezza ricambiandola lo sguardo. Sta tranquillo zio, ti renderò fiero di me.
Subito dopo esco anche io dalla sala e trovo Peter ad attendermi fuori.
Lui è un mio collega il mio partner di indagine. Per essere precisi io sono la sua partner, lui è già detective.
E' stato l'unico che fin dal primo giorno che sono arrivata in centrale si è mostrato cortese e gentile. Peter, è il classico ragazzo californiano. Alto, castano, muscoloso, pelle costantemente abbronzata e amante delle tavole da surf. In questi anni io e lui abbiamo collaborato molto risolvendo numerosi casi. Lui, è l'unico a sapere che il grande e severo tenente Preston non è altro che il mio caro e amorevole zio. Ho sempre voluto evitare di dire che fossi la nipote, non volevo incappare in quelli che potevano sembrare favoritismi o giudizi vari.
Fortunatamente Peter, non mi ha mai giudicato, anzi ha sempre elogiato il mio lavoro davanti a tutti gli altri. 
<< Ehi... >> dice sorridendomi
<< Ehi... >> rispondo ricambiando il sorriso
<< Pronta per oggi pomeriggio? >>
Ma che avevano oggi tutti quanti... hanno così poca fiducia in me?
<< Prontissima... a proposito, che sappiamo del proprietario del Vanity? >> risposi mentre mi dirigevo verso la mia scrivania
<< Tom Harrison, 35 anni nato a San Francisco. Incensurato. >> mi spiega porgendomi il suo fascicolo
<< Un cittadino modello da quello che vedo. Non abbiamo una foto di questo tizio? >> chiesi curiosando tra la carte
<< Purtroppo no... però secondo alcune ricerche, sappiamo che si trova a LA da 5 anni, ma prima di allora non si sa che vita facesse; E' tutto avvolto in un grande mistero. Sappiamo solo che è uno tra gli uomini più ricchi della California, e che 5 anni fa, non appena è approdato a Los Angeles ha aperto il suo locale, facendosi su quattrini su quattrini. >> conclude sedendosi all'angolo della mia scrivania e porgendomi una tazza di caffè.
<< Potrebbe avere a che fare con i nostri uomini... magari anche lui è in affari con loro, altrimenti non si spiegherebbe tutta questa ricchezza. O magari, il suo locale è soltanto una copertura per i suoi loschi affari, che ne so potrebbe avere a che fare con qualche organizzazione malavitosa... >> dico buttando giù varie ipotesi
<< Probabile, ma senza prove abbiamo soltanto un pugno di mosche. Comunque una cosa certa la sappiamo, oggi verrai presentata direttamente a lui, ovviamente sarai sotto falso nome >>
<< Perfetto, allora presto conosceremo il nostro uomo >> affermo chiudendo il fascicolo e sorseggiano il mio caffè.
<< Senti Clare... io invece volevo parlarti di una cosa >> dice improvvisamente in imbarazzo
<< Si certo dimmi >> rispondo cercando di intuire il cambiamento del suo umore
<< Che ne pensi se, non appena chiudiamo il caso, una di queste sere uscissimo... che ne so, per andare a vedere un film o mangiare una pizza insieme... cioè io e te? >> conclude buttando fuori tutta l'aria come se la trattenesse da minuti.
Non ci posso credere Peter mi sta chiedendo un appuntamento.
<< Oh! beh si certo, perché no... magari non appena tutto sarà chiuso, perché no >> rispondo, anche se con un po d'imbarazzo
<< Davvero? Grandioso. Allora a dopo, io vado >> dice mostrando un sorriso rilassato.
Io sorrisi, ma si perché no, forse dopo tutto un appuntamento potevo anche concederglielo.

****

<< Tom, è arrivata la ragazza per questa sera >> mi informa Jonny entrando nel mio studio.
<< Si falla entrare >> rispondo in modo distratto, mentre visiono tutta la contabilità del locale.
Dopo un paio di minuti, Jonny entra seguito da una ragazza.
<< Tom, lei è Katy l'aiutante barista per questa sera. >> Alzo lo sguardo per osservare la ragazza. Ma, non appena la vedo, rimango quasi stupito. Una ragazza di statura non molto alta, capelli e occhi chiari, con una corporatura piuttosto mingherlina. Il suo viso è ben visibile grazie alla coda di cavallo che tiene raccolti tutti i suoi capelli, dandomi la possibilità di mostrarmi un viso piccolo ed indifeso, proprio come lei. Insomma, una ragazza semplice. Ma cosa ci poteva fare una ragazza così semplice in un posto come il Vanity.
<< Oh, molto piacere. Tom Harrison, proprietario del Vanity >> dico avvicinandomi a lei per stringere la sua esile mano. Al tatto la sua pelle è liscia e morbida. Avevo quasi paura di stringerla troppo e fargli male.
<< Molto piacere. Io sono Katerin, ma per gli amici Kate >> risponde ricambiando la stretta con decisione. Forse non era così gracile per come appare.
<< Bene, Tom io adesso vado, devo sbrigare alcune cose per questa sera. Ci pensi tu? >> mi dice il mio socio ricordandoci della sua presenza.
<< Si certo, ci penso io a Kate >> affermo senza guardarlo e mostrando il mio sorriso a Kate e mantenendo i miei occhi incollati ai sui.
Jonny uscì senza dire una parola, e, sicuramente alzando gli occhi al cielo. Mi piace definirlo un po come il mio angelo custode, nonché braccio destro al Vanity. E' un amico fidato sicuro che non mi tradirebbe mia. Lo avevo incontrato circa cinque anni fa non appena arrivato a LA. Eravamo interessati entrambi alla stessa struttura e dopo varie contese arrivammo all'accordo che io avrei rilevato il Vanity e lui sarebbe diventato il mio braccio destro.
Ma adesso basta con i ricordi e i sentimentalismi, devo occuparmi di questa gracile fanciulla, chissà se questa sera dopo la serata ha impegni. Potremmo passare del tempo insieme, magari al mio attico.

****

Non appena arrivo al locale, mi venne subito incontro un ragazzo sulla trentina. Alto, biondo, occhi verdi e fisico scolpito. Insomma, tutto quello che ogni donna vorrebbe in un uomo
<< Buon pomeriggio, posso esserle d'aiuto in qualche modo? >> mi chiede con il suo spiccato accento inglese.
Secondo le mie ricerche lui dovrebbe essere Jonny Becket, nonché socio di Harrison.
<< Oh, si io sono Kate Clark, l'aiuto barista che cercavate per questa sera >> rispondo.
<< Ah si... ben arrivata io sono Jonny. Avviso Tom del tuo arrivo cosi ti spieghiamo tutto >> mi dice stringendomi la mano, e mostrandomi un sorriso mozzafiato, mettendo in luce la sua dentatura perfetta da far invidia anche alla migliore pubblicità per dentifricio.
<< Ok >> rispondo semplicemente, ricambiando la stretta.
Subito dopo lui si reca nel retro del locale. 
Non appena sparì dalla mia vista, mi guardai subito intorno per capire come fosse composto l'edificio.
L'ambiente è molto grande e tendente ad avere una forma circolare.
Da una parte della stanza è presente la zona bar, da cui si può accedere salendo una piccola scalinata. C'è un bancone molto lungo e ampio, e dietro al bancone c'è una grande vetrata con delle mensole in cui sono posizionate tutte le bottiglie di liquori. Il resto della stanza è circondato da divanetti vari lasciando lo spazio centrale libero per ballare. L'interno del locale si presenta con colori scuri, per mantenere l'atmosfera da nightclub, e l'arredamento è molto elegante e costoso. Guardandomi intorno noto che ci sono soltanto due porte antincendio e un separè che probabilmente porta alla zona interessata per questa sera.
<< Kate? >> mi richiama il giovane.
Io mi volto subito verso di lui, come fossi stata scoperta con le mani nel barattolo di marmellata.
<< Eh... si >> mi affretto a dire.
<< Se vuoi puoi seguirmi... >> mi chiede titubante non capendo il mio atteggiamento.
<< Oh, si si certo arrivo... >> rispondo affrettandomi per raggiungerlo e andando dietro la zona bar. Entriamo in un piccolo corridoio molto illuminato, fermandoci poco dopo vicino ad una porta.
<< Tom, lei è Katy l'aiutante barista per questa sera >> afferma Jonny spostandosi per farmi entrare nella stanza.
Non appena entro, noto l arredamento moderno, lineare e di classe.
Vedo subito l'uomo seduto dietro alla scrivania intento a controllare dei fogli, simili a quelli delle contabilità.
Non appena percepisce la mia presenza, alza lo sguardo verso di me.
Rimango molto colpita nel vedere un ragazzo di bell'aspetto. Non so perché ma mi ero immaginata che il famoso Tom Harrison, fosse altro che uno sporco figlio di papà che mai nessuno avrebbe considerato, con una stempiata da paura e un giro vita simile ad un pallone. Invece lui era tutt'altro che uno sfigato. E' alto, il suo fisico statuario porta un completo blu elegante spezzato da una camicia bianca. Porta i capelli corti con un ciuffo leggermente sollevato formando un piccola ondina laterale. Nonostante il suo viso sia magro riesce a delinearlo con un ombra di barba curata, e, il che lo rende elegante, e devo ammetterlo, dannatamente affascinante. Insomma un uomo di classe.

<< Oh, molto piacere. Tom Harrison, proprietario del Vanity >> mi dice.
<< Molto piacere. Io sono Katerin, ma per gli amici Kate >> rispondo stringendo in modo deciso la stretta.
Per un istante ci perdiamo occhi negli occhi. I suoi, castano chiaro, da sembrare quasi dorati, mi appaiono profondi e magnetici, nasconde di certo qualcosa. Chi era veramente questo Harrison, che cosa nasconde?
Ma i miei pensieri vengono subito interrotti dal socio
<< Bene, Tom io adesso vado, devo sbrigare alcune cose per questa sera. Ci pensi tu? >> afferma per smorzare la situazione
<< Si certo, ci penso a Kate >> risponde Harrison senza degnarlo di uno sguardo, ma continuando ad osservare me e sorridendomi in modo ambiguo.
Ma che stronzo... pensa di avere a che fare con una delle sue donne.
Improvvisamente, mi accorgo che stava iniziando a sudarmi la mano, lui non aveva staccato la presa. Così, inizio a ritirare la mia mano per sciogliere la presa. Ma, fortunatamente, lui rendendosi conto di stringere forte la mia la lascio subito dopo.
Che schifo, penso asciugandomi la mano di nascosto.
<< Allora immagino che tu abbia già visto il tuo posto di lavoro... dietro il bancone >> dice in modo professionale.
<< Si l'avevo intuito >> rispondo con sarcasmo. 
<< Bene, noto che ami il sarcasmo... che mi dici di farmi assaggiare qualcosa di tuo? >> mi chiede improvvisamente
<< Eh... ma certo... >> rispondo un pò sorpresa. Non mi aspettavo una richiesta del genere. Insomma non preparo cocktail da un po, quindi...
<< Perfetto... allora da questa parte... >> afferma indicando la porta
<< Oh prego dopo di lei... >> rispondo con imbarazzo
<< Oh, signorina dopo di lei, non vorrei rovinare la mia fama da gentiluomo proprio questo pomeriggio >> risponde in modo ambiguo e adulatorio.
<< Ma certo non sia mai... >> affermo tenendo testa al suo sguardo e uscendo dalla stanza.
Ritorniamo alla zona bar, e vedo che lui si accomoda sullo sgabello dietro al bancone e mi inviti a procedere.
Ok Clare, rispolveriamo i vecchi tempi.
Ma certo ci sono! So cosa fare.
Inizio a prendere le varie bottiglie, dosando i vari ingredienti per inserirli all'interno dello shaker. Mentre mi muovo, noto attraverso lo specchio della credenza, che i suoi occhi non perdono neanche un minimo movimento del mio corpo. Ok, è chiaro che mi sta studiando. Subito dopo mi giro e sempre sotto il suo sguardo, finisco di preparare il mio cocktail versando il tutto in una piccola coppa per drink decorando il tutto con una fragola incastrandola al bordo del bicchiere.
<< Ecco qua, le presento una mia creazione "The Sensual" >> dico porgendogli il bicchiere.
Lui non risponde, mi guarda con sfida. Prende il bicchiere e sorseggia il contenuto.
<< Mai assaggiato, qualcosa del genere. Direi che rispecchia sotto ogni aspetto il nome che gli hai attribuito >> conclude scrutandomi
<< Dove hai imparato? >> mi chiede con tono indagatorio poggiando il bicchiere sul bancone.
<< Oh, beh... io fin da piccola frequentavo locali e ho avuto buoni insegnanti... >> rispondo cercando di inventare qualcosa di sensato.
<< Bene! sei assunta... >> afferma improvvisamente passando da uno sguardo inquisitorio a uno sereno.
<< Oh! Ok... >> rispondo stupita dal repentino cambio d'umore
<< A questa sera... >> conclude prendendo il mio bicchiere e alzandolo a mo di brindisi e ritornando probabilmente nel suo studio.
Wow, me la sono vista brutta. Adesso devo solo avvisare gli altri.
"SONO DENTRO... PREPARATEVI PER QUESTA SERA!" invio un veloce messaggio
Bene adesso non resta che prepararmi per il più grande arresto di tutta la California.

  
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