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Autore: ElfaNike    05/02/2021    0 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Egregio ministro Black,
ricevo con rammarico la notizia della scomparsa del predestinato erede al trono. Sono sicura tuttavia che il vostro illustre alleato non avrà alcun problema a ritrovare in tempi brevi suo nipote e sono altrettanto sicura che nel frattempo lo sostituirà con sicuro successo nelle sue cariche e nelle sue incombenze di fronte a Sua Maestà l’Imperatore stesso.
Vi scrivo dunque per salutare con il massimo rispetto i suoi sforzi e per comunicarvi un altro avvenimento che aiuterà tutti noi a raggiungere i nostri nobili obiettivi.
La sera di qualche giorno fa è giunta alla mia dimora una giovane, che già avevo accolto presso di me in seguito a un’orribile esperienza e a cui mi ero legata da profonda amicizia. Questa giovane mi ha confidato di essere stata riconosciuta da poco come la legittima reincarnazione di Avatar Darje stesso e di voler trovare in questo suo ruolo recentemente adottato un senso che vada al di là delle semplici cerimonie da Nomadi dell’Aria. Lei stessa ha ammesso di voler agire per il bene dell’equilibrio del mondo e di tutti e quattro i popoli. Tralasciando queste bazzecole, riflettendo insieme a lei ho compreso che è disposta ad aiutarmi a riappacificare le nostre regioni martoriate dalla rivolta che Sua Maestà l’Imperatore non riesce in alcun modo ad arginare.
Lungi da me pensare che il nostro amatissimo Imperatore non sia più in grado, a causa dell’età sicuramente, di gestire un Impero importante com’è il Regno della Terra, e tantomeno che sia il caso che qualcuno di più adatto possa liberarlo dal peso del suo ruolo! Tuttavia non mi sento di offrire a lui direttamente anche l’incombenza di gestire una ragazzina spaventata.
Per questo motivo io offro a voi, egregio ministro, e al vostro illustre alleato, la possibilità di appoggiarvi a vostro piacimento al potere del nuovo Avatar. La giovane Rapunzel è spaventata ma intelligente e coraggiosa, e sa che le mie richieste sono tutte spinte da una necessità superiore: sicuramente non rifiuterà di aiutarmi nel caso glielo chiedessi.
Nel caso vogliate approfittare di questa opportunità, vi raccomando di non dimenticare del mio ruolo di ponte con l’Avatar, e vi prego di considerare attentamente la possibilità di invitarmi a risiedere al palazzo di Sua Maestà l’Imperatore dove potrò sicuramente contribuire in maniera più efficace all’esercizio del potere.
Attendo dunque un vostro segno, egregio ministro, che mi faccia intendere che io e voi ci muoviamo nella stessa direzione.
Vi porgo i miei più calorosi saluti
Dama Gothel
 
Nobile dama Gothel,
vi ringrazio per la vostra tempestiva missiva e vi porgo anche i saluti del mio nobile alleato, che non mancherà di condurre le sue ricerche con sicuro successo come voi dite.
Mi associo a voi nel giudicare impossibile pensare di sostituire il nostro amato Imperatore, tuttavia concordo nella vostra scelta di mettere a disposizione a me i poteri del nuovo Avatar.
Ordinatele di sedare le rivolte. Che lo faccia a nome mio e del mio alleato, e ovviamente vostro. In questo modo, noi tre potremo presentarla alla corte di Ba Sing See come portatrice di pace, esattamente come lei stessa desidera.
Appena il suo lavoro sarà concluso, che sia a mezzo della parola o della forza non è importante, sarete entrambe invitate al palazzo dell’Imperatore con tutti gli onori.
Accettate i miei ossequi
Ministro Pitch Black
 
Merida e Mulan tagliarono per i campi in un’unica corsa che durò tutto il giorno e che non si interruppe nemmeno al calar delle tenebre. Quando il crepuscolo cedette il passo alla notte, Merida accese una fiammella nel palmo della mano: alla sua luce tremolante osservò la strada ampia e sterrata a cui erano giunte. A sinistra, il tracciato curvava a destra e si dirigeva alle montagne ormai vicine.
Le due ragazze si scambiarono un’occhiata e presero a seguirla. Camminarono, esauste dalla lunga fuga, fino a quando il sentiero non prese a salire. Lì si fermarono a riprendere fiato, ma Merida fu costretta a spegnare la fiammella che assottigliava sempre più, e lasciò cadere la mano lungo il fianco. Appena in tempo, poiché dopo qualche minuto di buio più completo uno scalpicciò si avvicinò rapidamente. Le due ragazze si nascosero fra le rocce, per vedere degli uomini sui cavalli struzzi, armati fino ai denti e con le torce accese, passare a pochi metri da loro.
Merida e Mulan si appiattirono a terra il più possibile e, quando fu tornato il silenzio, ripresero la marcia verso l’interno delle montagne. Non passò molto, e Mulan inciampò su qualcosa nascosto dal buio.
Merida si lasciò sfuggire un gemito: -Stai bene?-
La ragazza si sollevò sulle mani: -Scale?!-
Merida raccolse le poche energie che sentiva nelle braccia e accese un’altra fiamma: in effetti c’erano scale, ripide, incastrate nel fianco della montagna, che salivano ininterrotte a perdita d’occhio.
-Che facciamo?- chiese allora.
Mulan si rimise in piedi: -Saliamo.-
Merida annuì e aprì la strada, illuminando dove mettevano i piedi. Le due ragazze salirono per qualche ora, poi a Merida cedettero le gambe e furono costrette a fermarsi. Si sedettero sui gradini e osservarono il vuoto davanti a loro. Merida sforzò gli occhi per provare a vedere la colonna di fumo che si alzava da casa sua, ma ormai dovevano aver domato tutto. Chissà sua madre... e suo padre... e i suoi fratelli!
Per evitare di farsi prendere dal panico si concentrò sul altro. Sorrise stancamente e Mulan la guardò interrogativa.
-Mi viene in mente Rapunzel.- spiegò lei -Soffre di vertigini... non sarebbe mai riuscita a salire così in alto e non patire a guardare giù.- allora le vennero in mente i suoi amici, e due lacrime di stanchezza e nostalgia le rigarono le guance.
Mulan le sfregò una spalla: -Dai, vediamo se riusciamo ad arrivare in cima. Ho bisogno di dormire, ma qui non credo riuscirei a chiudere occhio.-
Merida annuì e riaccese la fiammella. Salirono ancora per un bel pezzo, quando finalmente le scale finirono.
Le due ragazze si tirarono lontano dal vuoto, e si lasciarono andare per terra, osando per la prima volta sentirsi al sicuro. Sopraffatte dal sonno chiusero gli occhi e senza neppure rendersene conto si addormentarono lì dov’erano.
Il sorgere del sole non bastò a disturbarle, ma Merida fu riscossa da qualcosa che l’aveva colpita alla spalla.
Aprì gli occhi, e Mulan subito dopo di lei: su di loro troneggiavano due figure femminili, le braccia incrociate e lo sguardo diffidente, stagliate contro la luce del giorno, e una l’aveva svegliata con la punta del piede.
 
-Chi siete?- domandò secca la ragazza. Merida e Mulan si alzarono sulle mani e si guardarono intorno: si erano addormentate in mezzo al piazzale antistante un massiccio portone di legno dipinto di rosso, incastrato in un solido muro alto, spesso e bianco, coperto di tegole blu.
La ragazza che aveva parlato sfoggiava una pelle bronzea dai sinuosi tatuaggi neri sulle braccia nude, cortissimi capelli rossi e uno sguardo felino e aggressivo, e vestiva un’uniforme attillata, rossa dai ricami gialli, e dei pantaloni neri. L’altra ragazza aveva grandi occhi allegri e lunghi capelli neri, che teneva tirati indietro da due fermagli ornati di piccoli fiori di loto rosa. Portava una lunga tunica verde chiaro dai nastri gialli, i pantaloni della stessa tinta fasciavano stretti le sue gambe esili così come le scarpe, che lasciavano isolato, rispetto al resto delle dita, l’alluce. E non aveva le braccia.
Merida e Mulan osservarono a bocca aperta quei due personaggi così strani, e la prima ragazza le incalzò: -Allora?-
-Ehm...- le due nobili si alzarono incerte -Dove siamo?-
-Questo non risponde alla mia domanda.-
-Come mai siete salite quassù?- chiese l’altra ragazza, dalla dolce voce sottile.
-Stavamo... fuggendo da dei mercenari.- tentennò Merida.
-Oh poverine! Vi hanno aggredito lungo la strada?- chiese sempre la ragazza in verde, mentre l’altra la interrompeva con un gesto perentorio.
-Non dare loro troppa fiducia, Vipera.-
-Non stiamo mentendo!- protestò Merida -Siamo davvero scappate per due giorni per evitare di essere rapite! E, se proprio lo vuoi sapere, io sono Merida DunBroch, figlia del nobile che domina queste terre!-
L’altra ragazza la osservò perplessa per un secondo senza muovere lo sguardo di un millimetro, sempre con le braccia incrociate, mentre Vipera passava gli occhi dall’una all’altra.
Mulan aspettava una sua reazione stringendo la spada con le due mani.
Allora quella fece un sorriso ironico, e si girò per tornare dentro le mura: -Devi essere proprio stupida per dichiarati così a degli sconosciuti, soprattutto se davvero state fuggendo da dei mercenari.-
-Aspetta! Dove vai?!- le urlò dietro Merida piccata.
-Voi non appartenete a questo posto. Se dici il vero, tornatene al tuo palazzo!- le rispose quella senza girarsi.
Allora Merida si irritò ulteriormente e tagliò la strada alla ragazza con una frustata di fiamme. L’altra si fermò un secondo, poi si girò di un passo e così, di profilo, la guardò con un occhio assassino: -Non provare a metterti contro di me, dominatrice.- ringhiò.
In quel momento qualcuno scoppiò in una risata rumorosa e le quattro ragazze alzarono lo sguardo: sulle tegole azzurre che ricoprivano il portone rosso erano comparsi tre ragazzi: uno era alto e allampanato, aveva il viso pallido e affilato con un codino nero sotto un ampio cappello piatto e portava una larga camicia bianca e altrettanto larghi pantaloni viola; il secondo era piccolino e all’apparenza gracile, vestito di verde scuro, dai larghi baffetti sottili e l’aria scocciata; il terzo, quello che aveva riso, portava solo i pantaloni viola, sfoggiando un torso abbronzato e una barba sotto il mento di un biondo scuro.
-La grande Tigre in azione, ragazzi!- rise quest’ultimo -Guardate e imparate come atterra la straniera!-
-Fatti i fatti tuoi, Scimmia.- rispose Tigre, facendo segno a Vipera di seguirla per rientrare.
La sua compagna aveva fatto appena un passo quando intervenne Mulan: -Scusate...- chiese -Potreste solo indicarci la via più breve per un rifugio, o una locanda dove cercare del cibo? Sono due giorni che scappiamo senza mangiare o bere. Avremmo davvero bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.-
Vipera passò lo sguardo da lei a Tigre, poi di nuovo a lei, poi di nuovo a Tigre.
-Non potremmo chiedere al maestro?- domandò infine.
Tigre sbuffò rumorosamente: -Sapevo che ti saresti lasciata piegare!-
Scimmia scoppiò nuovamente a ridere: -È inutile che ti ostini, Tigre! Gru è già andato a chiedere!-
E Vipera spiegò alle due straniere: -Avete raggiunto la nostra scuola di arti marziali. Questo è un posto isolato dal mondo per permetterci di focalizzarci al massimo sulla nostra disciplina. Non troverete ristoro in nessun luogo qui vicino.-
E infatti nel giro di pochi minuti il portone rosso fu aperto da Gru, che con un sorriso fece loro cenno di entrare. Tigre si fece da parte e scambiò uno sguardo di astio con Merida quando questa le passò davanti.
Le due ragazze furono fatte accomodare nella cucina e il giovane più piccoletto, che scoprirono chiamarsi Mantide, servì loro un pasto caldo.
-Non saranno i vostri veri nomi!- esclamò ad un certo punto Merida, dopo aver mandato giù come una belva tutti gli spaghetti udon e una bella sorsata di brodo bollente.
-Le nostre identità sono legate alla nostra disciplina.- spiegò freddamente Tigre -Qualunque nome avessimo prima non ha alcuna importanza dal momento che siamo completamente devoti al nostro stile di arti marziali.-
-E questo discorso vale anche per gli altri o solo per te?- la provocò allora Merida, beccandosi una gomitata da Mulan e suscitando occhiate divertite negli altri quattro ragazzi. Tigre, dal canto suo, aveva uno sguardo che, se avesse potuto, avrebbe incenerito qualcosa.
-Dunque, dunque...- li interruppe a quel punto una voce -...chi abbiamo accolto nella nostra umile scuola?-
A quel suono, come per un riflesso condizionato, i cinque ragazzi si disposero in riga di lato alla porta, la schiena dritta e lo sguardo fisso. Era appena entrato un ometto basso e canuto, dai lunghi e sottili baffi bianchi che cadevano ai lati della bocca e una tunica marrone.
-Maestro Shifu, queste ragazze affermano di far parte della famiglia DunBroch, padrona del feudo ai piedi della montagna.- spiegò Tigre.
Il maestro squadrò le due ragazze per qualche istante, poi andò ad accomodarsi davanti a loro: -Della famiglia DunBroch, eh?- chiese -E cos’altro affermate?-
Allora Merida e Mulan si lanciarono nel racconto dettagliato dell’aggressione dei mercenari in casa DunBroch, e della loro fuga.
-E perché siete venute fino a qui, quando sareste potute andare direttamente da Fergus DunBroch facendo il giro del palazzo?-
-Sta scherzando, spero!- si scaldò Merida -Quelli mi hanno già rapita una volta, quella era la seconda! Non potevo restare lì, se tanto scappano e ci riprovano tutte le volte! C’è mia madre in quella casa!!- esclamò infine alzandosi in piedi.
-Vostra madre...- ripeté piano il maestro -Fatemi capire bene: voi siete la figlia dei due potenti Dominatori della Terra Elinor e Fergus DunBroch. Eppure poco fa avete usato il Dominio del Fuoco.-
Merida si risedette pesantemente, interdetta.
-Merida...- le mormorò Mulan -Forse è il caso di dirglielo... almeno a loro...-
Merida strinse le labbra, poi mormorò: -Sono la reincarnazione dell’Avatar Darje.-
A quelle parole, Scimmia si coprì una risatina incontrollata con la mano, mentre Mantide si lasciava scappare un -Cosa?!- incredulo.
E Merida riprese a raccontare, solo con molta meno foga e molta più nostalgia. Quando dovette parlare di Monaco Norbu trattenne a stento un singhiozzo.
Quando finì di parlare alzò gli occhi in quelli di Maestro Shifu: -Adesso che sapete tutto, potete rispondere alla nostra domanda? Si può sapere dove siamo?-
L’uomo si alzò e fece loro segno di seguirlo, portandole nel cortile fuori dalle cucine, seguiti sempre dai suoi cinque discepoli: -Questa è una scuola di arti marziali.- spiegò -Aperta dal mio amato maestro, Oogway. Dedicata esclusivamente a guerrieri non dotati di dominio.-
Merida ebbe un movimento perplesso, ma Mulan esclamò: -Davvero?!-
Il maestro la guardò dal basso: -Sì. Ciascuno dei miei allievi può vantare una tecnica e un livello tali da battere a occhi chiusi un dominatore. Senza che nessuno di loro sia dominatore a sua volta.-
-State scherzando!- si stupì Merida, ma in Mulan era scattata un’idea. O piuttosto una speranza.
-Vi prego!- esclamò portandosi davanti al maestro e inchinandosi, la spada stretta nelle due mani -Vi prego, insegnatemi!-
Shifu la guardò alzando un sopracciglio: -Non tutti possono diventare abili guerrieri. Perché dovremmo proprio insegnare la nostra arte a te?-
-Non so se sono degna della vostra arte...- rispose Mulan senza alzare lo sguardo -...però non posso combattere accanto all’Avatar e risultare per lui solo un peso. Inoltre, se al feudo dei Fa, la mia casa, dovessero arrivare le rivolte, non potrei sopportare di non sapermi difendere.-
-Noi non ci dedichiamo alle arti marziali per rivolgerle contro persone indifese come i contadini che sembrano essere coinvolti in queste rivolte.-
-Non voglio attaccare nessuno! Voglio solo proteggere chi mi è caro, ma adesso non ne sono in grado e questo mi ricopre di vergogna. Voglio davvero solo proteggere chi mi è vicino! Lo capite, questo, maestro?- Mulan alzò la fronte per incontrare nel suo inchino gli occhi dell’uomo.
Maestro Shifu la osservò un secondo in silenzio, poi decretò: -Sottoporrai la tua richiesta al nostro maestro Oogway in persona. Vipera ti accompagnerà da lui e tornerà con la risposta. Se ti rifiuterà, sarete tenute ad andarvene seduta stante.-
-E se accetta?- chiese Merida.
-Se accetta...- l’uomo si voltò verso di lei -...i miei discepoli si occuperanno di intrattenervi con le loro arti finché questa giovane non sarà alla fine del percorso stabilito per lei dal nostro maestro.-
Merida inarcò le sopracciglia, mentre Scimmia e Gru si scambiavano un’occhiata e Tigre assumeva un’espressione sadica.
Allora Mulan seguì Vipera, che la guidò canticchiando su fino al tempio che dominava la scuola. Una volta arrivate alla porta, la ragazza fece segno e Mulan l’aprì. Dall’interno si sentì una voce tremula e sorridente: -Vieni dentro, mia giovane amica. So già quale tormento ti porta da me: ti insegnerò.-
Vipera se ne andò fischiettando, mentre le porte si chiudevano dietro Mulan.
 
Il terreno, scoprì presto Merida, era molto più duro di quanto pensasse. E quella Tigre maledetta godeva a ribaltarla per permetterle di non dimenticarlo più.
La ragazza si rialzò grugnendo e, seduta per terra, si voltò per guardare la sua rivale in faccia: gli altri quattro discepoli ormai aveva capito che fra quelle due non ci sarebbe mai stata pace. E se la ridevano.
-Ancora.- esclamò Merida, e si rimise in piedi.
Si rimise in piedi tutte le volte, fino a sera.
La pomata che Gru le aveva fornito per i lividi era fredda a contatto con la pelle, ma nel buio della notte Merida poteva applicarsela lasciandosi andare a tutte le smorfie che voleva.
Mulan entrò nella stanza e si sedette accanto a lei.
-Come vanno gli allenamenti?- chiese Merida torcendosi il braccio dietro la schiena -Ormai sono tre giorni che quel Maestro Oogway ti allena. Quando finisci? Non possiamo stare qui troppo a lungo.-
Mulan osservò i lividi sulle braccia dell’amica e sorrise: -Lo dici perché hai fretta di rientrare o per salvare il tuo onore?-
Merida le fece una smorfia e Mulan sorrise: -Il maestro mi ha detto di lasciar perdere la spada. Sono abbastanza abile, dice. Adesso devo concentrarmi sull’autocontrollo attraverso il corpo a corpo.-
-Attraverso quell’arte marziale strana...-
-Il wing chun, sì.- Mulan annuì convinta. Poi riprese: -Sai... secondo me dovresti accettare che anche noi non dominatori possiamo essere forti.-
-Ma io lo accetto! Tu sei forte, Mulan!-
-Ma quando ci hanno attaccate tu mi hai subito protetta col tuo dominio.-
-Non l’ho fatto perché ti credevo debole.- rispose lei -Ci siamo allenate insieme per tutto questo tempo. Non credo affatto che tu sia debole.-
-E Tigre?-
-Lei mi sta antipatica, e basta.-
Mulan rise, poi diede la buonanotte. Merida rimase ancora un po’ seduta sul pavimento intrecciato, a mettersi la pomata e a meditare.
Il giorno dopo andò a mettersi davanti a Tigre con un’espressione diversa.
-Finalmente mi prendi sul serio.- le disse l’avversaria.
Merida attaccò con una fiammata senza aggiungere altro, mentre Tigre si portava al corpo a corpo: il Dominio del Fuoco risulta inefficace se l’avversario è troppo vicino, poiché nel momento in cui il dominatore stende il braccio per fare partire la fiammata l’avversario si trova all’altezza del suo gomito e non viene coinvolto nell’attacco. Merida questo l’aveva capito a suon di ribaltamenti e adesso fu rapida a spostarsi indietro per disimpegnarsi: Tigre rimaneva sul combattimento ravvicinato, ma Merida non temette il contatto fisico e riuscì a reagire e a farle fare quel passo indietro che la mise improvvisamente nel campo di azione del suo fuoco: Tigre dovette inarcare indietro la schiena per non essere presa in pieno da una fiammata che sfiorò il suo naso.
Le due ragazze si fermarono un istante e guardarono il maestro Shifu, che sorrise e annuì.
In quel momento arrivò Scimmia trafelato: -Ci sono degli uomini che stanno salendo la scalinata.-
Merida e i guerrieri andarono a vedere: i mercenari stavano venendo a cercarle anche lassù.
-Com’è possibile?-
Maestro Shifu guardò Merida: -Voi siete salite di notte, giusto? Come avete fatto a non inciampare?-
Merida si ricordò della fiammella: -Era un fuoco troppo debole... come hanno potuto vederlo dalla valle?-
-Evidentemente hanno potuto, c’è solo volto un po’ prima che facessero il collegamento.- replicò amaramente Tigre.
Maestro Shifu fece un gesto perentorio: -Va’ a chiamare Mulan, Merida. Prendete il sentiero dietro la scuola, e andate via di qui. Li fermiamo noi.-
Merida annuì e corse via.
 
Quando i mercenari arrivarono di fronte al portone rosso, il loro capo latrò: -Aprite immediatamente, se non volete che demoliamo la porta.-
Maestro Shifu saltò al centro del piazzale, proprio di fronte a lui: -Chi siete, e cosa siete venuti a fare qui?-
-Stiamo cercando una ragazzina dai capelli rossi. Sappiamo che la nascondete qui: vi conviene consegnarcela immediatamente o buttiamo giù questo bel palazzo.-
-Non credo proprio.-
Uno dei mercenari lanciò un masso contro il portone in guisa di avvertimento, ma Tigre saltò dal tetto e con un calcio potente deviò il colpo. I cinque guerrieri saltarono di fianco al loro maestro: -Dichiarate chi siete.-
Il mercenario rise: -Sono Drago Bludvist, e vi pentirete di esservi messi sul mio cammino.-
 
Merida e Mulan arrancavano sul ripido sentiero che le avrebbe portate alla valle vicina. Un colpo improvviso fece tremare la montagna e le due ragazze si fermarono a guardare indietro.
-Sicuramente li rallentano...- mormorò Merida -...ma non credo che in mezzo ai monti abbiano vita facile contro una truppa di briganti Dominatori della Terra.-
Mulan non disse niente. Aveva la spada al fianco, e fremeva all’idea che non si fossero ancora liberate di quei mercenari... e ancora di più che quei mercenari stessero minacciando un luogo in cui lei aveva finalmente trovato un maestro!
Si girò verso Merida, che la guardava perplessa da poco più in su.
 
Maestro Shifu e i suoi discepoli combattevano ferocemente contro la truppa di mercenari. Il maestro era rapido e scattante e la sua corsa lo rendeva impossibile da colpire con attacchi diretti. Gru schivava leggero qualunque tipo di masso, con ampi movimenti di braccia neutralizzava i nemici e con la punta delle dita rigide mirava agli occhi; Mantide era se possibile ancora più veloce del maestro: nella sua taglia ridotta ritorceva la forza degli avversari contro di loro, approfittando dei loro movimenti per ribaltarli; Scimmia si muoveva saltando direttamente da un masso in volo all’alto, dandosi la spinta con braccia e gambe: ruotava per terra, e sfruttava lo slancio per attaccare; Vipera andava di gambe e addominali, se cadeva con un colpo di anche si rimetteva in piedi, fustigava gli avversari di calci e li bloccava circondandoli con le gambe e impedendo loro di muovere le braccia; Tigre frantumava a colpi di pugni tutte le rocce che le volavano addosso e attaccava di pura potenza. I mercenari, dal canto loro, erano più numerosi e potevano supportarsi a vicenda. I loro passi ribaltavano il terreno, i loro pugni creavano dei muri per intralciare i giovani guerrieri, con le mazze sparavano rocce micidiali.
Alla lunga, finalmente uno dei dominatori riuscì a inchiodare per terra i piedi di Vipera. La caricò con un pugno, Scimmia si mise in mezzo e con un calcio rotante lo mandò lontano, ma fu subito impegnato a bloccare un altro. Tigre corse ad aprire a forza di braccia la roccia intorno ai piedi di Vipera, ma così lasciò il fianco scoperto, che fu preso i pieno da un masso volante. La ragazza fu sbalzata di lato, mentre Drago Bludvist si concentrò direttamente sulle mura candide: spingendo e sbuffando, una porzione della cinta cominciò a tremare e a creparsi, mentre l’uomo cercava di sollevarla. Maestro Shifu si girò e vide la sua scuola tremare: -NO!-
Drago Bludvist sbuffò più forte ma una fiammata lo costrinse ad abbassare le braccia per difendersi. Dal fuoco emerse Mulan che con un colpo di palmo deciso alla mandibola lo allontanò di parecchio dalle mura.
Merida era in piedi sulle tegole crepate e guardava il mercenario con gli occhi sgranati e pieni di odio: -Non solo i miei amici...- ringhiò -Non solo la mia casa...! Pure qui devi venire a fare del male?!-
-E tu, ragazzina... così spaventata da farti difendere da dei non dominatori? Finirai schiacciata come loro!-
Tigre si sollevò su un braccio tenendosi il fianco con l’altro, e con la coda dell’occhio poté giurare di aver visto lo sguardo di Merida illuminarsi di azzurro per un istante.
Merida saltò contro l’uomo roteando su se stessa e con un calcio dall’alto lanciò un cerchio di fuoco. Drago Bludvist fu costretto a schivare quel calore improvvisamente così inaudito, mentre Mulan e Merida prendevano posto nella formazione di Maestro Shifu e i suoi discepoli.
Tigre chiudeva il trio con Mulan e Merida, e quest’ultima disse: -Oggi voi sarete sconfitti qui.-
Il mercenario lanciò i suoi uomini all’attacco, e i guerrieri corsero incontro ai loro avversari: Merida prese di petto Drago Bludvist mentre Mulan schivava due o tre massi e prendeva lo slancio da un attacco avversario, che le sollevava la terra sotto i piedi per ribaltarla: lei invece ne approfittò per darsi la spinta e saltare addosso a lui e ingaggiarlo. Gli altri discepoli avevano allargato il campo di combattimento ai cortili della scuola, ma lì giocavano in casa e i briganti furono rapidamente messi in fuga.
Anche il loro capo, a vedersi abbandonato così, fu costretto alla ritirata.
Quando tornò la pace, Merida si inchinò a Maestro Shifu: -Sono desolata che la vostra scuola sia stata danneggiata.-
-Non temete, madamigella DunBroch.- rispose l’uomo -La ripareremo. Al massimo manderemo il conto delle spese a vostro padre.- e le fece l’occhiolino.
Merida e Mulan sorrisero. Maestro Shifu le invitò a restare ancora una notte, per riposare prima di affrontare il viaggio di ritorno verso casa.
Le due ragazze accettarono, e Merida rivolse un pensiero ai suoi amici: “Visto, ragazzi? Ho sconfitto i briganti che ci hanno rapiti. Chissà se da casa vostra potete sentire quanto sono soddisfatta...”.
Tigre la guardò entrare nella sua scuola senza dire niente. Adesso che l’adrenalina calava, ripensò a quello che aveva visto. A Merida in piedi sulle mura... e dubitò. Davvero l’aveva vista potente, carica di energia... o se l’era solo inventato?
 
 

 
Angolino dell’autrice:
Questo capitolo è stato iniziato tre settimane fa. Poi gli impegni si sono accumulati...
Due riflessioni rapide:
Questo capitolo nella scuola di Maestro Shifu dovrebbe teoricamente durare (nell’idea di fare episodi narrativamente più o meno tutti equivalenti) tanto quanto gli altri capitoli. Il problema è che ci sono un sacco di scene di combattimento. E quindi un sacco di duelli da descrivere. E questo prende spazio. Per questo tra una scena e l’altra i passaggi sono stati celeri: devono portare al succo in breve tempo ponendo contemporaneamente tutte le basi per lo scontro finale. E nonostante i passaggi ridotti il capitolo risulta comunque il più lungo scritto finora.
Mulan diventa brava in poco tempo nell’arte marziale del wing chun: per quanto non si possa diventare dei maestri in pochissimo tempo di nessun’arte marziale, per questo level up improvviso posso appoggiarmi a molteplici argomenti: Mulan si era già dedicata alle arti marziali spiando il campo militare nel suo feudo; Mulan si è sempre allenata con Merida e gli altri Grandi Quattro per cui era già stata battezzata allo scontro con i dominatori; Sokka nel Libro 3 della serie originale sembra non passare neppure un mese dal suo maestro di spada. È vero ci passa più di tre giorni... ma si forgia pure un’arma. E poi la mia è una storia di finzione.
I cinque cicloni... li riconoscete? Mi sono guardata una quantità di video dei loro stili di combattimento nel mondo reale per cercare di descrivere i loro movimenti! E questi stili sono una cosa pazzesca, e mi sono divertita a descriverli nella loro versione umana! A voi dirmi se sono riuscita a fare una cosa decente!
Detto ciò, spero di non far passare un altro mese prima della prossima pubblicazione. Quindi...
A presto!
Nike
  
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