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Autore: Maggiechan_75    09/02/2021    6 recensioni
“Ero solo un bambino quando sei entrata nella mia vita. Eri così piccola ed indifesa.
Ti ho subito amata, come un fratello ama la propria sorella, perché questo mi disse di fare mio padre quando ti mise tra le mie braccia.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hideyuki Makimura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ero solo un bambino quando sei entrata nella mia vita. Eri così piccola ed indifesa.
Ti ho subito amata, come un fratello ama la propria sorella. Perché questo mi disse di fare mio padre, quando ti mise tra le mie braccia.

La mamma ti ha subito accolta a braccia aperte. Ha aperto il suo cuore e ti ha riconosciuta come sua figlia. Io ero solo un bambino, ero geloso perché ero il suo unico figlio .

Non ti sopportavo! Eri solo una seccatura, piangevi a tutte le ore, soprattutto di notte. Mi continuavi a svegliare. La mamma o il papà correvano da te alla velocità della luce. I miei incubi, la mia paura del buio o il mio bisogno di una carezza, veniva sempre in secondo piano.

Gli anni passavano, tu crescevi ed io con te.

Quando avevi l’età per giocare, per me era venuto in momento di mettere in soffitta le mie vecchie macchinine e i miei soldatini. Ricordo ancora il tuo sguardo di speranza, quando mi vedevi rientrare da scuola. Puntualmente te lo spegnevo quel sorriso quando ti rispondevo: “Non posso giocare, ora devo studiare”.
Correvi da mamma con le lacrime agli occhi, con uno sguardo pieno di risentimento nei miei confronti.
Mi urlavi: “Ti odio! Non ti voglio bene!! Sei cattivo!!!”. Il mio cuore vibrava a quelle parole. Era una tremolio leggero quasi impercettibile, ma man mano che gli anni passavano, vibrava sempre di più.

Era arrivato anche il tuo turno, era il momento di portare le tue bambole e le pentoline in soffitta, accanto ai miei giochi.
Eri una ragazzina e pretendevi di essere chiamata così. Il tuo corpo stava dando i primi segnali di cambiamento. Il nostro rapporto era maturato. Non mi odiavi più e per me non eri più una seccatura.

Passavamo interi pomeriggi nella mia camera ad ascoltare i nostri cantanti e gruppi preferiti. Ricordo con affetto la mamma che, con la scusa di portarci il tè, usciva lasciando la porta aperta.

Noi volevamo stare soli e volevamo la nostra privacy. Ora sorrido, a quel pensiero. La mamma aveva già capito. Io invece ci ho messo molto più tempo. Allora non ero pronto, e francamente nemmeno ora

Ti ho visto trasformarti da bruco a farfalla e ne sono rimasto affascinato.
Avevi sedici anni quando me ne accorsi.
Ero affascinato non solo dalla tua bellezza, ma soprattutto mi ero reso conto quanto mi piaceva trascorrere il mio tempo con te.

Mi chiamavi “fratellone” e questo faceva vibrare il mio cuore ancora più intensamente di quel “ti odio” che mi urlavi da bambina.
Ogni mattina lo ripetevo come un mantra. “E’ mia sorella, è mia sorella, è mia sorella”. Lo dicevo davanti allo specchio mentre facevo la barba, o durante la doccia gelida.

Ogni volta che uscivo dal bagno mi prendevi in giro. “Quanti sono oggi?” dicevi osservandomi il mento, con quel sorriso a cui non riuscivo a resistere. Il mio viso era sempre coperto da tagli. Quelli che mi procuravo ogni volta che la mia mano tremava pensando a te. Vibrava perché la mia mente lo sapeva, non mi era permesso pensarti in modo diverso. Tu eri mia sorella.

Ogni giorno però era sempre più difficile. Per te, oltre che essere un “fratellone”, ero diventato anche il tuo migliore amico e tale mi trattavi.
Lo ricordo come se fosse ieri, quando mi ritrovai ad assumere anche il ruolo di tutore, perché mamma e papà se ne erano andati prematuramente.

Non hai nemmeno idea di come potevo stare quando tornavi a casa con occhi che brillavano e con l’aria sognante. Si capiva lontano un miglio che eri persa per qualche ragazzo. Ogni volta venivi a chiedermi consigli, o ti confidavi con me quando avevi l’ennesima delusione.

La mia reazione era sempre la stessa. Tutti a pugni li volevo prendere!! Quelli che ti facevano soffrire, ma soprattutto quelli che ti facevano sognare.

Eppure sapevo benissimo la differenza! Innamorarsi era tutt’altra cosa.
Tu avevi solo fretta di ricevere il primo bacio solo per capire cosa significasse e cosa si provasse. Ogni volta era una pugnalata al cuore. Quante volte avrei voluto prendere il tuo viso tra le mie mani e avvicinare la mia bocca alla tua. Quante volte ero sul punto di farlo. Mi sarei accontentato anche di un bacio rubato, mentre dormivi.
Una sera entrai in camera tua. La tua bellezza risaltava al chiaro di luna e mi aveva rapito. Mi ero avvicinato a te con dolcezza. Sussurrai il tuo nome a pochi centimetri dalle tue labbra. Nel sonno risposi al richiamo, ma il nome che pronunciasti non era il mio.

Solo poche ore prima eri rientrata a casa con quello sguardo. Lo stesso che io ebbi nei tuoi confronti quando capii che che per me non eri mia sorella.

I tuoi occhi da quel giorno, hanno un velo di tristezza, la stessa che hanno anche i miei. Mentre i tuoi luccicano di speranza e determinazione, i miei non l’hanno fatto.

Sono consapevole che per te sarò sempre e solo il tuo fratellone, anche quando conoscerai la verità. Il sentimento che tu provi per me non cambierà. Le minime speranze che potessi ricambiare sono svanite quando mi resi conto di chi ti eri innamorata.

Che crudele il destino! Ho cercato di tenerti lontano da lui in tutti i modi. Sono arrivato anche a mentire. Ho cercato di proteggerti da quell’uomo. Il suo cuore conosce solo tristezza e solitudine. Vede le donne come un oggetto, o almeno così credevo.Ora che vi vedo interagire sto avendo i miei dubbi. Mentre vi sto osservando in questo momento, vi state punzecchiando come siete soliti fare.
Non l’ho mai visto sorridere, come non ho mai visto quel sorriso tra le tue labbra. Per fortuna lui ti vede come la “sorellina del suo socio”, ma già i suoi occhi stanno iniziando a luccicare e non tarderà a capire che non sei una ragazzina, ma una donna.

Sento il mio cuore spezzarsi in mille frantumi quando prendo il mio soprabito, ricordando che in tasca è nascosto il regalo per il tuo compleanno. Ti prometto che stasera ti racconterò tutto.

Buon Compleanno Kaori

   
 
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