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Autore: ValeKikyo    09/02/2021    0 recensioni
Questa sarà una raccolta di fanfiction Hurt/Comfort, in generale one-shot totalmente a sé stanti, scritte per il gruppo FB "Hurt/Comfort Italia Fanfiction & Fanart", nelle challenge altre persone danno un prompt e lo scrittore deve adattarsi ad esso, quindi tratteranno tutti di temi diversi, unica cose in comune, la dinamica hurt/comfort, spero vi piacciano!
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ritrovo Prompt: A si sveglia legato in una stanza al buio e non ricorda cosa gli sia accaduto. B lo cerca disperatamente

Ritrovo

Rumore di spari, urla sia in tedesco che in francese, Germania che irrompeva nella sua stanza furiosamente.
-Cos…-
Non aveva fatto in tempo a rendersi conto di nulla, era giunto il buio.
Al suo risveglio, era legato come un salame da capo a piedi, non riusciva a muovere un muscolo, e ovviamente era imbavagliato.
Cosa diavolo era successo? Che ci faceva lì?!
L’ultima cosa che ricordava era il volto furente di Germania.
Francia sospirò, appoggiando la fronte sul pavimento.
Circolavano voci, che finalmente gli eserciti Alleati stessero per entrare a Parigi, per liberarlo come gli avevano promesso, ma considerando quanto poco filtrava per colpa del regime Nazista, non era più sicuro di cosa fosse reale e cosa non lo fosse.
Ma se Germania lo aveva rinchiuso là sotto, evidentemente un motivo c’era.
Imprecò, cercando di slegarsi in qualche modo.
Non aveva idea di dove fosse, sperava solo di essere ancora a Parigi, o sarebbe stato un grosso problema.

Canada guidava i soldati, aiutato da suo fratello e da Inghilterra.
Avevano mantenuto la promessa, erano finalmente entrati a Parigi, pronti a strappare Francia dalla presa di Germania, che adesso non era poi così tanto salda.
Il problema era che non si riuscivano a trovare nessuno dei due.
La Resistenza diceva di aver visto Germania scappare con dei soldati, ma di Francia non c’era alcuna traccia.
Matthew era terrorizzato all’idea di non rivederlo mai più.
Gli avevano spiegato che, esattamente come era successo secoli prima ad Impero Romano, in condizioni estreme loro potevano morire, se venivano distrutti geograficamente e politicamente.
Ma in fondo, la Francia come Nazione esisteva ancora no? Francis non poteva essere morto, giusto?
Certo, era stato invaso, ma non completamente distrutto!
Se lo ripeteva come un mantra, mentre spalancava ogni porta, irrompeva in ogni edificio, cercandolo disperatamente, non si preoccupava nemmeno dei pochi nazisti rimasti che gli sparavano contro.
Francis aveva la priorità assoluta.
-Alfred! Lo hai trovato?-
Il fratello scosse la testa, prima di tornare dai suoi uomini.
-Maledizione!-
Lui non era un tipo che imprecava, chi lo conosceva lo sapeva bene, ma la guerra, esattamente come per i mortali, aveva tirato fuori il peggio di lui.
Possibile che non ci fosse un modo?!
Parigi era enorme, ci avrebbe messo il resto della sua vita immortale per setacciarla tutta!

Gli arrivavano voci ovattate, spari, rumori confusi.
Non riusciva a distinguere gli accenti che sentiva, ma era abbastanza sicuro di aver sentito qualcuno che parlava in inglese.
Quindi erano arrivati? Arthur aveva mantenuto la promessa?
Provò ad urlare per quanto il bavaglio glielo consentisse, sperando che qualcosa, qualcuno, lo sentisse.

Possibile che non ci fosse un modo?
Loro nazioni erano speciali, non erano esseri umani, possibile che non esistesse la possibilità di creare un legame psichico o qualcosa del genere?
In fondo loro parlavano già una lingua tutta loro non sempre compresa dagli umani, doveva significare qualcosa!
Dove avrebbe nascosto una Nazione nemica ad un passo dalla sconfitta?
Possibile che…

La testa gli faceva male e stava cominciando a disperarsi.
Sapeva che tecnicamente non poteva morire di fame o di sete, ma non era comunque piacevole ritrovarsi in quella situazione, quanto tempo era passato?
Non riusciva nemmeno più ad urlare, o almeno a provare ad urlare.
Sentì degli spari, la serratura della porta che saltava.
Preso dal panico, cercò di allontanarsi il più possibile, strisciando contro il muro.
La luce fu accesa e i suoi occhi ci misero un po’ ad abituarsi, ma…
-Francis!-
Il canadese si gettò su di lui, togliendogli il bavaglio.
-Matthew…o mon dieu…-
Canada prese il coltello e cominciò a slegarlo, facendo attenzione a non ferirlo.
-Matthew…Matthew!-
Non appena ebbe le braccia libere Francia si gettò su di lui, abbracciandolo.
-Sono qui Francis…-
Il francese lo afferrò delicatamente per le guance, guardandolo.
-Sei tu? Sei davvero tu? Il mio Canada? Siete finalmente arrivati a Parigi?!-
L’altro si limitò ad annuire, accarezzandogli le mani.
-Ci siamo Francia, stiamo vincendo, ci sono anche Arthur e Alfred con me, c’è ancora un po’ di resistenza nazista per le strade, ma pensiamo di riuscire a riprenderci Parigi in pochi giorni-
Francia cominciò a piangere, lentamente, singhiozzando leggermente.
Era finita, la sua prigionia con Germania, era finalmente finita.
Matthew lo abbracciò, facendogli affondare la testa sul suo petto, accarezzandogli dolcemente i capelli.
Era libero, dopo cinque anni, era finalmente libero.

Buonasera a tutte!
Eccomi dunque tornata con questa nuova piccola storia, dedicata ai miei amati Francia e Canada verso la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Spero che questa raccolta continui a piacervi, alla prossima!
  
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