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Autore: sissi149    14/02/2021    6 recensioni
San Valentino è la festa degli innamorati o forse è la festa dell'amore?
Amore che cambia, muta, si evolve nel tempo, ma resta sempre amore.
E ciclicamente ritorna, come una partita lungo tutta la vita.
[Raccolta di Flash Fic]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Nuovo personaggio, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prepartita
 
Yayoi era in camera intenta a disegnare un biglietto di San Valentino: voleva portarlo a scuola e consegnarlo a Tsubasa-kun prima che qualche altra bambina avesse la sua stessa idea. Si era finalmente decisa ed aveva trovato il coraggio di dichiararsi, nessuno l’avrebbe fermata.
Prese la scatola dei pennarelli ed iniziò a colorare di rosso il cuore che aveva disegnato.
“Yacchan, giochi un po’ con me?”
Yayoi sobbalzò, ritrovandosi Miyuki a pochi centimetri.
“Tu non stavi facendo il riposino?”
La bambina scosse la testa.
“Non ho sonno. Giochiamo?”
“Non adesso, sto facendo un lavoro.”
Miyuki si alzò sulle punte curiosa, ancora faceva fatica a spuntare sopra la scrivania della sorella.
“Posso disegnare anch’io?”
Yayoi sbuffò un poco contrariata, eppure avvicinò la seggiola di Miyuki, quella che aveva un grande cuscino per permetterle di stare alla sua altezza. Sollevò la piccola e la sedette con cautela.
Miyuki si sbizzarrì, riempiendo il foglio con strisce di tutti i colori e strani rettangoli sormontati da cerchi che rappresentavano lei e i suoi amichetti dell’asilo.
“Yacchan, perché stai disegnando un grande cuore?”
La ragazzina arrossì di colpo: le domande del tutto innocenti di Miyuki sapevano colpire con la precisione di Tsubasa quando mirava alla porta da calcio.
“Perché domani è San Valentino.” Spiegò.
“Che cosa vuol dire San Valentino?”
“Un mucchio di sciocchezze!”
Jack stava passando in corridoio ed aveva sentito le domande di Miyuki a Yayoi.
Quest’ultima si era affrettata a coprire il disegno con le braccia ed a gridare:
“Jack!”
“Io non credo che Yacchan disegni per delle sciocchezze! Yacchan è intelligente.”
Se si fosse trattato di un’altra situazione Yayoi avrebbe ringraziato la sorellina per aver preso le sue difese, ma così aveva solo allertato Jack.
Il fratello si sedette sul suo letto, senza chiedere il permesso.
“Dì un po’, non starai pensando di fare qualche stupido bigliettino?”
“Non sono affari tuoi!”
“Io sono tuo fratello maggiore, devo proteggerti.”
Miyuki spostava la testa a guardare prima uno e poi l’altra, senza capire per che cosa stessero quasi per litigare.
“Ma insomma, mi spiegate che cosa è San Valentino?”
“San Valentino è una festa…”
“In cui le femmine fanno cose sciocche.” Concluse Jack, alzando le spalle.
“Jack! Non ascoltarlo Miyuki: San Valentino è una festa per le persone che si vogliono bene in modo speciale.”
Jack alzò gli occhi al cielo, se a dieci anni Yayoi aveva già la testa piena di quelle stupidaggini avrebbe dovuto stare molto attento.
Miyuki invece batté più volte le mani di colpo, come ad applaudirsi.
“Mamma e papà si vogliono bene in modo speciale! Quindi la festa è per loro!”
Yayoi e Jack restarono un attimo bloccati, entrambi stupiti dalla logica per certi versi perfetta della bambina.
Yayoi si rilassò e le fece una carezza sulla testa.
“Hai ragione, San Valentino è la festa di mamma e papà.”
“Allora il cuore è per loro?”
“Ma certo! Adesso mettiamo anche una bella scritta!”
Con una biro colorata aggiunse al disegno la dedica: Buon San Valentino dalle vostre bambine.
 
 
 
Primo tempo
 
Jun era nervoso, nemmeno dovesse andare ad una visita dal dottore. Cercava di ripetersi che quella era una sera come tante, un’uscita come altre, che non era la prima volta che andava al cinema con Yayoi, ma quello non era un giorno come altri, era San Valentino.
Non avevano in programma niente di particolare, avevano quindici anni e l’autista di famiglia lo avrebbe accompagnato alla multisala e poi avrebbe riportato entrambi a casa terminato il film. Tuttavia non riusciva ad impedirsi di essere nervoso.
Prese un profondo respiro prima di infilarsi il cappotto e scendere al piano di sotto.
“Ciao caro, buona serata.” Lo salutò sua madre.
Salì in auto, attento a non schiacciare la rosa che aveva raccolto un paio d’ore prima dalla serra e che aveva lasciato sul sedile per non rischiare di dimenticarla.
Yayoi era già fuori dal cinema che saltellava leggermente sul posto, era una serata parecchio fredda.
Le si avvicinò con le mani dietro la schiena.
“Potevi aspettarmi dentro, si gela qui. – con un movimento rapido le presentò la rosa – Per te.”
Gli occhi di Yayoi si spalancarono e le guance si imporporarono.
“Non è molto…”
“È perfetta!” Gli diede un veloce bacio sulla guancia.
All’interno della multisala era pieno di coppiette in coda per l’ultimo film con Zac Efron, l’idolo delle teen agers. Jun aveva messo in conto che gli sarebbe toccato quello, ma Aoba lo sorprese.
“C’è un po’ troppa gente per quel film stasera, che ne dici se scegliamo qualcos’altro?”
Lui annuì, felice di una sala più tranquilla, anche se per lei avrebbe affrontato l’intero club delle sue tifose.
Alla fine scelsero comunque una commedia romantica, ma decisamente meno inflazionata, c’erano parecchi posti liberi.
“Sai – esordì Yayoi quando si sedettero – anch’io ti ho portato qualcosa, ma non so…”
Jun era curioso.
“Qualunque cosa hai portato andrà benissimo.”
“Non so…”
La ragazza cercò nella borsetta che portava a tracolla ed estrasse un paio di cioccolatini.
“Da mangiare durante il film. Ma non so se siano venuti bene, è la prima volta che provo col cioccolato e Jack mi ha dato il tormento in cucina tutto il giorno.”
Stranamente il pensiero del fratello di Aoba che dava i numeri per la loro uscita lo fece sorridere.
“Saranno di sicuro buonissimi. Facciamo uno per uno.”
Fece appena in tempo a scartare il cioccolatino ed a metterlo in bocca che si spensero le luci.
Sentì la mano di Yayoi cercare la sua ed afferrarla, mentre il cuore di colpo accelerava. Ricambiò la stretta e si voltò verso di lei, anche al buio poteva intuire il suo profilo.
“Yayoi – sussurrò – Buon San Valentino.”
Si chinò su di lei e la baciò sulle labbra: sapeva di buono, di cioccolato e di sogni per il futuro. Per un momento così era disposto a sopportare l’ansia che gli aveva fatto compagnia tutto il giorno. Desiderò che quello fosse il primo San Valentino di molti.
 
 
 
 
Secondo tempo
 
Jun si era addormentato sul sedile dell’aereo, esausto dalle mille emozioni che negli ultimi giorni li avevano travolti, senza quasi avere il tempo di fermarsi a respirare. Yayoi fece un cenno alla hostess per farsi portare una coperta per il marito.
Ricordava perfettamente la telefonata dell’avvocato che li informava che la loro richiesta era stata finalmente accolta e che addirittura c’era una possibilità immediata. Il mondo aveva allora cominciato a vorticare intorno a loro: lei era riuscita ad ottenere delle ferie arretrate e Misugi aveva sfruttato una pausa del campionato, avevano lasciato Sumiko ai nonni ed erano partiti carichi di speranza ed aspettative. L’avvocato li aveva rassicurati più volte e tutto era andato bene, anzi, era andato meglio del previsto.
Yayoi si voltò a controllare le bambine: Kanika e Karasi dormivano tranquille nei loro porta neonati, ignare della gioia che avevano portato nella vita dei loro neo genitori.
Quando lei e Jun avevano fatto domanda per un’adozione internazionale avevano pensato di dare un fratellino a Sumiko, ma una volta arrivati in Africa si erano trovati davanti una coppia di gemelle. Dopo l’iniziale sconcerto era scattata la scintilla e dentro di lei era divampato l’amore per quelle due creature, poco importava che non le avesse partorite, erano le sue bambine. E poteva scommettere che per Jun fosse la stessa cosa.
L’aereo atterrò sulla pista senza problemi. Si infilarono in un taxi, mentre Misugi avvertiva i genitori del loro rientro.
Arrivati a casa portarono le bambine, ancora addormentate, nella loro stanza.
“Per stanotte dormiranno insieme, domani andrò a comprare un altro lettino.” Disse Jun adagiando la piccola Karasi sul materasso.
“Chissà come reagirà Sumiko quando le vedrà.”
“Ne sarà entusiasta, conosci nostra figlia. Però abbiamo fatto bene a non dirle che andavamo a cercare un fratellino.”
Un passo affrettato sulle scale fece capire alla coppia che Sumiko era arrivata.
“Mamma, papà! Siete tornati!”
“Ecco la piccola principessa di papà! – Jun di slancio prese in braccio la bambina di cinque anni – C’è una cosa che devi vedere.”
Sumiko si fece curiosa mentre il suo papà la faceva sbirciare sopra le sponde del lettino.
“Ti presentiamo Kanika e Karasi, le tue sorelline.”
La bambina si fece un poco perplessa, poi si voltò verso Yayoi guardandola in maniera strana.
“Mamma, ma la tua pancia non era diventata grande come quella della zia Yoshiko.”
Yayoi sorrise e si fece passare la figlia dal marito.
“Hai ragione, tesoro, ma non sempre la pancia delle mamme cresce quando arriva un bambino.”
Il trillo di un promemoria sul cellulare distrasse Jun.
“Maledizione, ho perso il conto dei giorni!”
Yayoi guardò Misugi non capendo.
“Avevo prenotato al ristorante per stasera, dovevo portarti fuori, poi…”
Solo allora Yayoi si rese conto che era il 14 febbraio. Fece un piccolo passo ed appoggiò la testa alla spalla del marito. L’uomo con un braccio strinse a sé la moglie e la figlia, guardando le due più piccole nel lettino.
“Non fa niente. Questo è stato il miglior San Valentino di sempre.”
 
 
 
 
 
Calci di rigore
 
“Sparite fuori da questa stanza, immediatamente! Non capite niente!”
Sumiko sbatté la porta della sua camera alle spalle delle sorelle. Kanika e Karasi si lanciarono un’occhiata perplessa ed un po’ triste: non avevano mai visto la sorella maggiore così in collera con loro, eppure ne avevano combinati di pasticci in passato.
“Forse ha ragione a dire che non capiamo niente!” Sussurrò Karasi alla gemella.
“Non dire sciocchezze, se non ci spiega non possiamo capire!”
Si diressero verso la loro camera, ma incontrarono Yayoi che era salita, allarmata dal bisticcio.
“Ho sentito vostra sorella gridare, che è successo?”
Kanika abbassò lo sguardo:
“Stavamo parlando e lei si è arrabbiata.”
“Le abbiamo solo chiesto se doveva uscire proprio stasera con Yoichi-Kun invece di restare con noi ed ha cominciato a gridarci contro.”
Yayoi sorrise intenerita alle bambine e le prese per mano.
“Per vostra sorella uscire stasera con Yoichi è molto importante.”
“Ma ci è già uscita un sacco di volte!” Ribatté Karasi.
“Ma è la prima volta che escono insieme per San Valentino – spiegò paziente Yayoi, sedendosi in cima alle scale – Tutti sono nervosi al loro primo San Valentino con una persona speciale.”
Karasi annuì, ma Kanika si fece di colpo triste.
“Di solito a San Valentino stiamo tutti insieme a festeggiare il nostro arrivo in famiglia. Se lei va da un’altra parte vuol dire che non ci vuole più bene?”
Yayoi abbracciò la figlia.
“Ma no, solo che quando si diventa più grandi si trovano delle nuove persone speciali con cui festeggiare. Succederà anche a voi! Noi faremo la nostra solita festa domani e se Sumiko non vorrà esserci la legherò alla sedia! Promesso!”
“Dici davvero mamma?”
“Certo. Ora andate a fare pace con vostra sorella ed aiutatela a scegliere un vestito.”
Le bambine partirono di corsa, mentre Yayoi raggiunse Jun nel suo studio.
“Che era successo?”
“La tua primogenita è nervosa per il suo appuntamento e se l’è presa con le gemelle. Normale amministrazione.”
“Se è per questo sono nervoso pure io.”
“Jun, ha sedici anni.”
“Vorrei ne avesse ancora sei.”
“Mi sembri Jack quando fai così! Spero non ti venga in mente di pedinarla.”
“Per chi mi hai preso? Sono geloso di mia figlia, ma non fino a quel punto. – Misugi sgranò gli occhi, comprendendo di colpo qualcosa – Aspetta, Jack ci pedinava?”
“L’ha fatto un paio di volte.”
Jun si gettò una mano sulla faccia.
“Impediscimi di diventare così, non voglio che le mie figlie mi prendano per psicopatico.” Spostò leggermente la sedia dalla scrivania.
Yayoi si sedette sulle sue ginocchia e gli diede un bacio su una tempia.
“Visto che Sumiko sarà fuori, potremmo anche mandare le piccoline dai miei…” Gli sussurrò.
La porta dello studio si spalancò e Kanika e Karasi entrarono di corsa.
“Mamma, papà! Abbiamo un regalo per voi!”
Lasciarono sulla scrivania un disegno con un grande cuore rosso e la scritta Buon San Valentino dalle vostre bambine.







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Ewan ultimamente si sta fissando con le ricorrenze, ma almeno a questo giro mi ha dato qualche giorno per ragionarci.
Mi rendo conto che non è la classica fanfiction che ci si aspetterebbe per San Valentino, ma spero siate arrivati in fondo lo stesso.

Un ringraziamento particolare a Sakura Chan che ha dato una sbirciata in anteprima fugando parte delle mie perplessità. Dì a Paride che Ewan sta arrivando con le frittelle. XD
  
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