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Autore: EleWar    14/02/2021    13 recensioni
Giornata dolce-amara un po' per tutti, ma quando si parla di Ryo e Kaori innamorati, la glicemia sale sempre alle stelle!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Eccomi qua con questa shottina senza pretese, giusto perché avevo bisogno di un po’ di dolcezza e leggerezza. Non tengo particolarmente a questa ricorrenza e non perché sia single (hihihihi) ma con Ryo e Kaori come si fa a non scrivere di amore e dintorni? Ogni scusa e buona. Quindi Buon San Valentino con i nostri innamorati preferiti <3


E’ SAN VALENTINO, E ALLORA?
 
I due sweepers avevano appena finito di fare colazione, e Ryo si era seduto sul divano del soggiorno a leggere un quotidiano, mentre la ragazza finiva di riordinare.
 
Ad un certo punto Kaori chiese, quasi distrattamente, sempre affaccendata:
 
“Ryo?”
 
“Mmmmm?” mugugnò quello in risposta.
 
“Sai che giorno è oggi?”
 
“Sì, domenica…”
 
“Ma no!!! Che giorno è oggi?” rincarò lei.
 
“Il 14… il 14 febbraio” rispose lui, immerso nella lettura, per poi aggiungere “Caspita, questo è il giornale di ieri, dovrò uscire a comprare quello di oggi.” E poi rivolto alla socia “Ti serve qualcosa se esco?”
 
“Ma come mi serve qualcosa!!! Te lo ripeto: che giorno è oggi!”
 
A quel punto Ryo, facendo capolino da dietro la cortina di carta che lo aveva celato tutto il tempo, la guardò stupito, con faccia da ebete.
Kaori era ferma sulla porta, con le mani sui fianchi, e lui vedeva che si stava innervosendo; presto si sarebbe arrabbiata sul serio:
 
“Che giorno è oggi?” chiese il socio con aria svagata “Be’ è San Valentino, e allora?
 
“Come allora????” sbottò Kaori “E’. La. Festa. Degli. Innamorati.” Scandì la socia.
 
“Ah” commentò Ryo per tutta risposta.
 
“Basta, ci rinuncio, sei il solito zotico…”
 
“Ma Kaori perché ti scaldi tanto? Cosa ho detto di male? Ormai stiamo insieme già da un po’, non c’è bisogno di certe, di certe smancerie, no? Ti ho pure detto che ti amo e voglio stare con te!” si giustificò lo sweeper.
 
“E allora? Una donna ha bisogno di essere corteggiata, di sentirsi amata anche… anche con certe smancerie, come le chiami tu. Almeno un cioccolatino me lo potevi anche comprare, no? Niente! Dimenticavo che tu il romanticismo non sai nemmeno dove sta di casa” finì per mormorare, leggermente afflitta.
 
Lui invece bofonchiò un:
 
“Se lo dici tu, mah!” e si immerse nuovamente nella lettura; poi sentendola ciabattare per casa, e dirigersi verso la porta di uscita, sicuro che stesse per portar di sotto la spazzatura, le gridò: “Ah, visto che sei lì, mi prenderesti una cosa dentro la tasta sinistra della giacca appesa? Grazie!”
 
“Eh certo! Il signorino vuole pure essere servito e riverito” borbottò lei di rimando, ma a lui rispose così:
“Certamente, amore della mia vita!” calcando sulle parole, giusto per farlo sentire in colpa e prenderlo in giro.
 
Lui non si scompose.
Attese.
Infatti poco dopo, lei si precipitò da lui, tutta affannata:
 
“Ryo, Ryo cos’è questa?”
 
“Sì?” rispose lui tirando fuori di nuovo la testa da dietro il giornale.
 
“Allora? Rispondi: cos’è questa?” lo incalzò ancora.
 
“Direi una scatolina di velluto rosso” spiegò lui con noncuranza.
 
“Quindi?” chiese Kaori al limite.
 
“Quindi cosa?”
 
“Ryo non farmi da eco, ti prego! Dimmi cosa c’è dentro!”
 
“Ummm? Non ricordo, apri e guarda no?” rispose lui con lo stesso tono svagato.
 
Esasperata, Kaori gli tolse di scatto il giornale dalle mani, e lo guardò intensamente, lui per contro le restituì lo sguardo, e alla fine l’incoraggiò con un cenno della testa.
Kaori, tremante, aprì la scatolina che conteneva un semplice ma elegantissimo anello in oro bianco, con un’unica pietra preziosa, un piccolo rubino.
Alla ragazza salì alla gola un singhiozzo.
 
“Ti prego… ti prego… dimmi cosa significa…” chiese la socia, con un misto di speranza e paura nella voce.
 
“Kaori, mi pare ovvio…” le rispose Ryo “Sono o non sono il tuo ragazzo?”
Aspettò che lei annuisse, profondamente commossa, quindi riprese: “Bene, allora quello” e lo indicò “è il mio regalo per te” e le sorrise finalmente con dolcezza.
 
A quel punto lei gli saltò al collo felice, e prese a baciarlo per tutto il viso, emettendo una serie di “Grazie Grazie” sospiri e paroline dolci.
Lacrime di gioia scorrevano copiose, e i baci che presero a scambiarsi furono teneri e salati.
 
“Sciocchina! Ti pare che non mi ricordavo che festa è oggi? Lo so, non sono molto romantico, hai ragione, ma non ho bisogno di aspettare questa data in particolare, per ricordarmi di essere innamorato di te” le disse Ryo, al termine di quel piacevolissimo assalto.
 
Ora la ragazza sedeva sulle ginocchia del suo innamorato, con le braccia intorno la suo collo, e si fissavano, uno perso negli occhi dell’altra, ma si riscossero quanto udirono il campanello della porta trillare, e lui le disse, con voce bassa e suadente:
 
“Tesoro, ti dispiacerebbe andare ad aprire?”
 
Kaori si sciolse dall’abbraccio di mala voglia, ma effettivamente non poteva pretendere che andasse lui, viste le loro rispettive posizioni.
 
Ryo, ancora imbambolato e soddisfatto dall’effetto che le aveva fatto il suo regalino per San Valentino, rimase lì, ad attendere…
 
“Ryoooooo!!!” questo.
Un grido di felicità.
 
Kaori rientrò nella stanza, stavolta con passo incerto: il viso sprofondato in un enorme mazzo di rose rosse, e si distinguevano solo i capelli, rosso nel rosso.
Quando riemerse, i suoi occhi luccicavano come stelle in una notte serena.
Ryo si emozionò vedendola in quello stato, e una felicità senza nome s’impossessò di lui.
La sua socia era una ragazza dolce e romantica, e certi gesti la riempivano di gioia.
Lui aveva fatto lo sforzo di piacerle, di tirar fuori il suo lato romantico, che pensava nemmeno esistesse, ed aveva fatto bene.
Farla felice era il suo unico scopo nella vita, quindi perché no?
 
“Ryo, Ryo… non ho parole! Hai veramente superato te stesso” esclamò Kaori in preda alla beatitudine, poi all’improvviso si voltò a guardarlo e gli chiese, a bruciapelo: “Non avrai mica qualcosa da farti perdonare, eh?” alzando un sopracciglio, con occhi fiammeggianti.
 
“Ma-ma, ma che stai dicendo, sciocchina!” prese a balbettare il socio, con un enorme gocciolone di sudore lungo la tempia “Mi dici sempre che non sono romantico, e una volta che mi comporto come vorresti, pensi che ci sia qualcosa sotto?” cercò di giustificarsi, alzando le braccia in segno di resa.
 
“Hai ragione, tesoro, scusami” rispose lei, addolcendosi, e tornando la ragazza profondamente innamorata che era.
 
Poi, nuovamente si voltò a guardarlo, con occhi spalancati, e lui tornò a preoccuparsi; pensò:
 
Cosa ci sarà ancora?
 
“Ryo…” proruppe Kaori.
 
“S-sì?” rispose a disagio il socio.
 
“Io-io… ora…”
 
“Su dimmi, non farmi stare in pena” rincarò l’uomo.
 
“Non-non so se il mio regalo può… può essere degno del tuo!”
 
Mentalmente lo sweeper tirò un sospiro di sollievo; quella ragazza, quella benedetta ragazza lo mandava sempre fuori di testa, o per una cosa o per un’altra.
Quell’adorabile sciocchina era tutto cuore e amore; era impagabile e lui non riusciva ad immaginare una vita senza di lei.
 
“Sugar, ma dai! Fai così tanto per me, tutti i giorni! Non ti preoccupare, non ho bisogno di niente, veramente!” cercò di tranquillizzarla Ryo, guardandola teneramente.
 
“Va be’ intanto ti do questo” e corse al mobile della dispensa, dove, dietro ai soliti barattoli, aveva nascosto il suo regalo, e glielo portò.
 
Era un elegante confezione a forma di cuore, rossa e blu, con tante scritte incomprensibili, e lei, porgendogliela spiegò:
 
“Questi cioccolatini vengono dall’Italia, paese romantico per eccellenza…” e le scappò un sospiro “Si chiamano niente meno che Baci Perugina, e prendono il nome dalla città in cui vengono prodotti. Sono buonissimi, una vera rarità dalle nostre parti… Ecco, pensavo che sarebbero stati un regalo speciale, ma tu mi hai superato…” finì per dire con amarezza.
 
“Vieni qui!” la chiamò il socio, e quando lei si avvicinò ulteriormente, lui l’attirò nuovamente a sé, fino a farla risedere sulle sue ginocchia.
Le circondò amorevolmente il corpo e le disse: “Il tuo è un regalo speciale, come tutto quello che viene da te. Ora, non pensiamoci più, e gustiamoci questi famosi baci”.
 
E liberandola temporaneamente dal suo abbraccio, aprì la confezione, con cura, senza rompere la scatola, prese un cioccolatino dalla carta stagnola argentea con tante stelline blu sopra, e glielo porse.
Entrambi ne scartarono uno, lo misero in bocca e si lasciarono avvolgere dal sapore inconfondibile di quella vera leccornia, mugolando di piacere.
Cioccolato fondente, granella di nocciola, addirittura una nocciola intera!
Ci sapevano fare questi italiani in pasticceria eh? Finirono per constatare i due giapponesi.
 
Poi Kaori si bloccò, come se le fosse venuto in mente qualcosa, e ancora assaporando il gustosissimo bonbon, si avvicinò all’orecchio del socio, e gli bisbigliò qualcosa; qualcosa all’odor di cioccolato, che fece spalancare gli occhi allo sweeper e irrigidirsi sul posto.
Si voltò giusto un secondo a guardare la sua innamorata, poi afferratala per i fianchi, si tirò su a sedere, e con lei fra le braccia, prese a correre su per le scale.
 
E mentre Kaori rideva felice, lui prese a gridare, in preda all’euforia:
 
“Sì, sì,sì. Sarò il tuo valentinoooooo!!!”
   
 
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