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Autore: B_Yul    16/02/2021    0 recensioni
Una storia antica lega la giovane Jia al Dragon Hole nel sud della Cina.
Quando arriva a Seoul per assumere il ruolo di vice del CEO di Elite Entertainment, Park Chanyeol, si trova al centro di uno scambio di messaggi che le sveleranno la verità sulle sue origini.
Riuscirà il CEO Park a conoscere ogni lato della strana "signorina Wein" prima che mamma Park lo spinga all'altare?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò alle 5:30, guardai la valigia come fosse colpa sua quell’alzataccia ma il mio pensiero passò subito alle circa due ore di viaggio su un aereo dove mi avrebbero portato il caffè col piattino di porcellana e al fatto che non avrei potuto sfruttare la luce colorata della prima classe per dormire.
Misi su il tea, preparai la colazione e iniziai a rendermi presentabile, decisi tutta via di infilare un completo morbido che mi permettesse di muovermi bene, ero già abbastanza maldestra in ciabatte e pigiama, i tacchi per volare non sarebbero stati una buona idea così presi dalla scarpiera le scarpe più comode che avessi ripromettendomi di non inciampare sul trolley appena arrivata a destinazione.
Mentre cercavo di fare mente locale, mi accorsi di aver lasciato il telefono acceso tutta la notte. C’era già un messaggio di Kris che mi chiedeva di scrivergli appena fossi arrivata. Mi chiesi quanto fosse sensato accanirsi sulle abitudini che sembrano buone finché non se ne guardano i dettagli penosi. Ogni volta che mi alzavo del letto la mattina, sentivo una specie di nodo allo stomaco, come se qualcuno mi stesse sussurrando: “Ecco qua, ci risiamo, altre 24h per te”.
Una sorta di ticket rinnovabile con la vita che mi ricordavo ormai spesso di ringraziare per avermi resa tutto ciò che avrei sempre voluto.
Però ero lì, persa tra i miei ‘grazie’ con un buco al centro come un puzzle di cui perdi proprio l’ultimo tassello.
Mi misi seduta con un occhio fisso sull’orologio del salotto, erano le 6:00 in punto ed eravamo lì io, il mio tea rosso, la mia frittata di albume e la radio accesa che già all’alba preferiva parlare di gossip che raccontare qualche bella storia. Forse il gossip era la bella storia della gente comune, alla fine. Per me le belle storie erano diventate sempre più simili ai K Dramas  da un paio d’anni a quella parte, me la prendevo a tratti con la disperazione di sapere che esistesse una normalità banale e piacevole, dall’altra con la voglia di sapere come si stesse ad essere davvero innamorati. Per qualche strano motivo, a quel punto la mente mi portò all’attenzione l’espressione di Chanyeol di fronte al mio filo rosso. Sorrisi dandomi dell’inguaribile post romantica e mi decisi a truccarmi, prendere la giacca, controllare di aver chiuso acqua e gas e innaffiare le piante prima che la puntuale telefonata del mio capo, arrivasse a svegliarmi del tutto:
“Eccomi! Devo portare qualcosa?”
“No, ho preso tutto in ufficio, scendi quando sei pronta. Non abbiamo fretta”.
 
Approfittai della sua pazienza per tornare in bagno e darmi un’occhiata, un altro sguardo a casa e presi una sciarpa.
Lo avevo visto poche ore prima ma mi sembrò più stanco e affaticato invece che riposato, non doveva aver dormito granché, eppure riusciva ad essere impeccabile ugualmente.
“Buongiorno! Ti ho portato una coperta, tieni”
Mi porse un plaid e lo poggiò sulle mie gambe, mi sembrò FeiFei nei panni di uno con cui mi sarei addormentata e svegliata volentieri per un po’. Un bel po’.
“Grazie! Hai dormito?”
“Non molto. Non molto. Mi farà bene stare lontano per qualche giorno. Sei bella miss Wein, neanche tu hai riposato bene ma anche stamattina sembri uscita da una vetrina.
“Ma smettila!”
“Ma è vero, sei contenta di andare a casa un po’?”
“Mmh … si, di andare a casa si”
Mi guardò di sfuggita con fare indagatore: “Ma …?”
“Ma preferirei non inciampare in Kris. Invece sembra proprio inevitabile”
“Non sono proprio adatto a dare consigli su come evitare le situazioni stressanti.
Tutto ciò che posso dirti, è che se non vuoi vederlo da sola puoi invitarlo a raggiungerci in ufficio così ci sarò io, ci sarà il personale e non avrà troppa libertà di azione. Sentiti libera”
“Non ti da fastidio vederlo lì?”
“Si che mi da fastidio, ma non si tratta di me adesso. Quindi, ripeto: sentiti libera. Ok?”
“Grazie. Tu hai dei giorni liberi?”
Prese una borsa nel sedile posteriore, una di quelle che vanno a tracolla e mi fece segno di aprirla: “Prendi il telefono per favore, così controlliamo l’agenda”.
“Ma io …”
“Tu, esatto”.
Rise scuotendo leggermente la testa e io mi sentii per un attimo fuori ruolo ma lieta di poterci stare.
“La password è 117229”
“Egocentrico.”
“Moltissimo. Allora, che dice l’agenda?”
“Che sei libero domani, lunedì e giovedì. Quindi credo sia lo stesso per me?”
“Credi bene. Hai in mente qualcosa?”
“Si, c’è un posto dove vorrei portarti, se per te va bene”.
Eravamo arrivati al parcheggio dell’aeroporto, si sistemò in modo che per i successivi 15 giorni l’auto non desse fastidio a nessuno e poi spense il motore. A quel punto, mentre slacciavamo le cinture, tolse delicatamente la coperta dalle mie gambe e guardandomi disse: “Ovunque tu voglia, signorina Wein, ti seguirò”.
Stava prendendo tutto una piega così strana che decisi di rimandare i commenti a FeiFei. Era così bello, che anche mi avesse seguita davvero ovunque, non me ne sarei lamentata sul serio.
Mi arrivò un messaggio di Miji che si assicurava avessi fatto colazione e preso un pigiamo pesante. A volte sembrava la mia terza madre, ma anche l’unica che si fosse mai preoccupata di farmi stare al caldo tra le tre, esclusa nonna Fei.
“ah … quando torniamo, impari a guidare a Seoul. Non accetto scuse”.
“Ma non guida nessuno a Seoul!”
“Tu guiderai. Non voglio decidere al posto tuo, ma devi essere tranquilla di poterti spostare come e quando vuoi anche quando sarai sola”
Mi preparai mentalmente al traffico mortale e agli automobilisti stressati ma mi dissi che qualora lui fosse partito per la leva militare, avrei avuto bisogno di spostarmi con più flessibilità anche senza autista, perché faceva orari ben diversi dai miei e per quanto fossi vicina a casa, sarebbe stato più sicuro uscire dal garage che a piedi, la notte.
“Andata. Lo accetto solo perché quando ti faranno fare il soldato per quasi due anni non potrò abbandonare la nave prima di mezzanotte. Però potrei dormire in palestra. Ci devo pensare bene, ne riparliamo al rientro!”
“Smettila! Sei perfettamente in grado di farlo, visto tutto quello che già fai. Quindi hai intenzione di firmare il rinnovo? Devi trovarti proprio bene”.
Touché.
Ci avvicinammo al checkin con un po’ di anticipo ma riuscimmo a farlo ugualmente, l’hostess guardava Chanyeol come fosse sotto incantesimo e mi venne da ridere al pensiero che forse lo avrebbero guardato così tutte le donne che avremmo incontrato di lì in avanti.
Guardò poi anche me con la stessa aria sognante e ci salutò con un fin troppo sentito: “Buon viaggio a lei e la sua signora, signor Park”.
Lui sorrise soddisfatto, io lo guardai come fossi appena caduta da un albero ma non mi diede il tempo di contraddirla: “Grazie, lo sarà sicuramente”.
Ci allontanammo ed io continuai a sentirmi una pera crollata al suolo per un po’, finché lui se ne accorse forse e mi mise un braccio intorno alle spalle.
“Hai freddo ancora?”
Tornai lucida ma non troppo.
“Un po’, starò bene se avranno pietà e accenderanno i riscaldamenti.
“Ci saranno le coperte anche in aereo. Adesso ti va di guardare gli appuntamenti dei prossimi giorni mentre aspettiamo?”
Annuii e ci sedemmo ad una delle panche in attesa dell’annuncio del gate, presi l’agenda e la penna e iniziai a prendere appunti.
“Domani puoi fare visita a tua nonna se vuoi, è domenica, non ci sono cose da fare in ufficio ma io andrò ad incontrare i trainees nuovi. Decidi tu come organizzarti, a pranzo o a cena però dovrò presentarti Huang, il supervisore dei ragazzi”
“Da nonna andremo lunedì, se per te va bene. Passerei prima da lei per poi andare dove ti dicevo, è di strada”.
“oh … certo. Allora Huang vediamolo a pranzo così saremo più liberi la sera”
Ah, interessante.
“Ti farò conoscere i ragazzi e le ragazze prima”.
“Bene. Riesci a gestire tutto questo?”
“Assolutamente no, lo hai visto dalla quantità di rimedio di tua nonna che impiego per farlo. Ma non riesco ad immaginarmi fare altro, certi giorni vorrei mollare tutto poi mi dico che, infondo, almeno la musica mi è stata sempre accanto”.
Fu un sorriso amaro quello di Chanyeol in quel momento, perché sapeva di essere onesto e consapevole della tua condizione. Se si fosse staccato da quel lavoro, non avrebbe davvero saputo cosa fare della propria vita e doveva tenere fisso il focus sull’amore che provava per quell’arte a cui dava benzina. Soprattutto per non rischiare di trasformare tutto in un incendio nei giorni in cui proprio non sopportava il clamore che lo circondasse e la solitudine che lo tormentasse dentro.
Guardò Jia e cercò di ricomporsi, almeno fisicamente, la vedeva così bella e libera nonostante l’evidente tensione verso il futuro, le avrebbe voluto dire di dare un’occhiata al presente, che stava lavorando bene e che non serviva tutta quell’ansia di masticare istanti per vivere, le sarebbe bastato sentire addosso, tutta la luce che le vedeva intorno.
“Perché mi guardi così?”
“Hai un sacco di cose da gestire anche tu ma ti preoccupi di come gli altri facciano a gestire le proprie. Stai cercando di privarmi del mio amato egocentrismo per caso? Che sagittario sei?”
“Pft, dovresti ritenerti fortunato, non molti possono dare testimonianza della mia benevolenza, Park Chanyeol”
Mi accarezzò la testa come fossi un gatto: “Ma io so di essere fortunato, Wein Jia. Il gate è il 258, pronta?”
“Mai. Andiamo”.
Rise di me e della mia ansia da volo, ma una volta sull’aereo si assicurò che mi dessero un calmante e una coperta: “Sei ghiacciata dio mio, appena atterriamo ti porto in un negozio di abbigliamento sciistico, non c’è modo di scaldarti”.
Chanyeol le prese le mani cercando di scaldarle un po’, poi le passò anche la sua coperta e Jia chiese un tea nella speranza le fosse di aiuto.
“Sai cosa dice sempre mia madre?”
Sbirciai il suo profilo mentre le mani iniziavano finalmente a cambiare temperatura.
“Cosa?”
“Che se qualcuno ha le mani tanto fredde, è perché ha avuto un tempo il cuore estremamente caldo”.
   
 
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