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Autore: FreDrachen    18/02/2021    1 recensioni
Luca aveva davvero tutto nella vita. Era una promessa del calcio, popolare tra i suoi coetanei tanto da essere invitato a ogni festa, ed era oggetto di attenzione di ogni ragazza e non.
Insomma cosa si poteva volere dalla vita quando si aveva tutto?
Basta, però un semplice attimo, un incidente lo costringerà a una sedia a rotelle, e per questo sarà abbandonato dalle persone che un tempo lo frequentavano e veneravano quasi come un Dio.
Con la vita stravolta si chiude in se stesso e si rifiuterà di frequentare la scuola. Sua madre, esasperata da questa situazione, riesce a ottenere la possibilità, dalla scuola che Luca frequenta, di lezioni pomeridiane con un tutor che avrà lo scopo di fargli recuperare il programma perso.
E chi meglio di uno dell'ultimo anno come lui può riuscire nell'impresa?
Peccato che Luca sia insofferente agli intelligentoni e non sembra affatto intenzionato a cedere.
Peccato che Akira non sia affatto intenzionato ad arrendersi di fronte al suo carattere difficile.
Due ragazzi diversi ma destinati ad essere trascinati dall'effetto farfalla che avrà il potere di cambiare per sempre le loro vite.
[Storia presente anche su Wattpad, nickname FreDrachen]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 5


Dovevo ammettere a me stesso che il peggio non aveva mai fine. Perché se nei giorni settimanali l'agonia durava qualche ora, quel weekend le mie energie erano andate a farsi friggere.

Akira, peggio di un dittatore, aveva imposto una sessione di studio che partiva dopo una veloce colazione fino alle sette di sera e con pochissima pausa a pranzo.

Ma neanche i carcerati erano trattati in quel modo. E a pesarmi più di tutto era stato lo svegliarsi alle otto del mattino, praticamente all'alba!

Il lunedì dovetti nuovamente presentarmi a scuola, dopo una lunga ed estenuante discussione con mia madre affinché mi lasciasse in santa pace, ma ovviamente non ero riuscito a smuoverla dalla sua intenzione. Quando entrai in quella che era diventata la nostra aula, o meglio sala delle torture, trovai Akira seduto di traverso con le gambe poggiate sui braccioli della sedia e delle vistose cuffie alle orecchie. Muoveva appena la testa a ritmo delle musica che ascoltava e tamburellava con le dita sulle ginocchia.

Poi ad un tratto cominciò a cantare: «Kore ijou no jigoku wa nai darou to shinjitakatta

Saredo jinrui saiaku no hi wa itsumo toutotsu ni

Tobira wo tataku oto wa taezu hidoku busahou de

Manekarezaru saiyaku no hi wa akumu no you ni

Sugishi hi wo uragiru mono yatsura wa kuchiku subeki teki da

Ano hi donna kao de hitomi de oretachi wo mitsumeteita?

Nani wo sutereba akuma wo mo shinogeru

Inochi sae tamashii sae kesshite oshiku nado wa nai

Sasageyosasageyoshinzou wo sasageyo!

Subete no gisei wa ima kono toki no tame ni

Sasageyosasageyoshinzou wo sasageyo!

Susumu beki mirai wo sono te de kirihirake*».

La sua voce era leggera e molto intonata mentre cantava in quella lingua così diversa eppure musicale che doveva trattarsi senza dubbio del giapponese. Rimasi a fissarlo ammaliato dalla passione che imprimeva in ogni singola parola pronunciata.

Aspettai che finisse la canzone prima di renderlo partecipe della mia presenza.

«Stai per caso facendo un provino per il Festival dei nerd?»lo provocai e non mi persi la sua occhiata al cielo.

«Ciao anche a te» ribattè riposizionandosi in modo composto sulla sedia con fare elegante e leggiadro come si vedeva raramente in un ragazzo e che mi lasciò per un attimo ammaliato.

Mi feci avanti e mi appiccicai un sorriso strafottente sul volto, incrociando pure le braccia al petto concentrando lo sguardo verso la maglia che indossava quel giorno, nera con due ali incrociate una bianca e una blu, un simbolo mai visto in vita mia**.

Akira si accorse del mio comportamento ed emise un lungo e controllato sospiro.

«Ancora sei dell'idea che il tuo comportamento mi convinca a cedere? Mi spiace deluderti, ma come ti ho già detto più volte non ti libererai di me».

«Davvero Akira?»ribattei pronunciando il suo nome, quasi scandendo ogni singola lettera, al che vidi le sue spalle irrigidirsi e i suoi occhi ossidiana allacciarsi ai miei del colore del cielo unito alle nuvole in tempesta.

«Per te sarò il tuo sensei, il tuo maestro. E lo sarò fino alla fine del mese. Per cui ogni tuo tentativo di ribellione sarà vano credimi, e una perdita di tempo per entrambi».

Sensei? L'aveva già pronunciato qualche volta come termine, ma non avevo la più pallida idea di che cazzo significasse. Ci mancava pure che cominciasse parlare in mandarino.

«D'accordo, Sensei cinese»risposi trascinando le parole per infastidirlo.

Lo fidi ridurre ancora si più gli occhi tanto da chiedermi se riusciva ancora a vedermi, ma non rispose alla mia frecciatina. Akira esercitava su di sé un notevole autocontrollo che ammirai.

Lo vidi estrarre il libro di letteratura e avrei tanto voluto pugnalarmi al cuore.

Se consideravo le chimica, che mi aveva costretto a riprendere quel weekend, inutile lo pensavo ancora si più con l'italiano. A parer mio bastava saper leggere e scrivere, poi che i Promessi sposi li avesse scritti Manzoni o chissà chi non me ne fregava poi molto.

«Dal tuo programma ho visto che hanno cominciato da Leopardi e per fortuna lo devo studiare pure io».

Già che fortuna, ero davvero al settimo cielo per la notizia, pensai con sarcasmo.

«Dunque il conte Giacomo Leopardi, al battesimo Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi nacque a Recanati il 29 Giugno 1798...»

«Chissà se doveva scrivere tutti questi nomi per firmare» dissi esprimendo i miei pensieri a voce alta pentendomene subito dopo. Adesso si sarebbe reso conto che in realtà lo stavo ascoltando, cosa che non doveva minimamente pensare e sapere.

«Spero proprio di no. Altrimenti sarebbe ancora lì a scriverli».

Rimasi per un attimo imbambolato. Ma allora non era un automa tirannico senza un briciolo di sarcasmo!

Alla mia espressione sbigottita Akira si permise un sorrisetto fugace.

«Non avrai mica pensato che non avessi sentimenti?»

«Si» mi lasciai scappare e in risposta lui alzò gli occhi al cielo ma lasciò cadere il discorso.

Dopo neanche quindici minuti di lezione me ne uscì con un: «Faccio un salto alle macchinette. Sto morendo di fame».

Non era vero, e questo Akira poteva capirlo dato che mi ero tradito a casa qualche giorno prima ma speravo che mi lasciasse andare comunque. A furia di ascoltare mi stava venendo l'emicrania. E poi magari proprio perché sapeva avrei potuto fare leva sui suoi sensi di colpa a lasciarmi andare.

Ma stranamente Akira cedette subito e per questo sospirai di sollievo.

Girai la sedia e mi spinsi fuori dalla stanza dopo aver aperto la porta. Attraversai il corridoio fino all'ascensore che chiamai senza problemi. La macchinetta era situata al piano strada e in quel momento mi trovavo due piani più su.

Non appena arrivata entrai nell'ascensore, e solo all'ultimo mi ritrovai a dividere lo spazio con Akira, che si era infilato all'ultimo secondo sgusciando di lato. Ancora qualche secondo e mi sarei ritrovato un sensei sogliola.

Lo fissai un po' troppo e lui si voltò parzialmente.

«Ne approfitto anch'io a prendere qualcosa» minimizzò lui con un'alzata di spalle.

Rimanemmo in silenzio, lui che osservava il soffitto mentre io tamburellavo distrattamente con le dita sulle cosce il motivetto della canzone da stadio della mia squadra del cuore.

Ma smisi quasi subito per osservare meglio il mio tutor, per poterlo inquadrare meglio. Era pallidissimo da fare invidia a un vampiro, e speravo che non lo fosse realmente, altrimenti avrei dovuto temere per la mia incolumità, e vestiva sempre con pantaloni scuri e giacchettino che si apriva sempre au una maglia diversa ogni giorno con trani simbolino personaggi di cartoni cinesi, o coreani...bè asiatici, o frasi che dovevano essere battute ma non mi facevano poi così ridere.

Dovette avvertire il mio sguardo su di lui perchè si voltò verso di me cogliendomi sul fatto.

Avvertì le mie goti tingersi di rosso e non ne capivo il motivo.

Maledetta circolazione sanguigna!

Prima che lui potesse aprire bocca facendomi venire voglia di sprofondare, le porte dell'ascensore si aprirono e mi fiondai fuori a razzo, avvertendo la presenza di Akira alle mie spalle. Credeva forse che me la dessi a gambe? Come pensava che facessi? Mi dovevo forse dare la spinta e scendere a rotta di collo per la discesa o rotolare giù dalle scale?

Irritato e con un forte calo di zuccheri mi avvicinai alla macchinetta, constatando che ormai non c'era rimasta poi tanta roba commestibile. Intravidi subito quelle specie di barrette ipocaloriche che parevano di cartone ma per cui la maggior parte delle ragazze andavano pazze tra cui la mia ex, che era a dir poco terrorizzata a mettere qualche centimetro in più di grasso nei fianchi sottili.

E poi lo vidi. Un Kinder Bueno, e le mie papille gustative andarono in visibilio. Ecco cosa avrebbe potuto tirar su il morale in quel momento.

Ma prima che potessi estrasse il portafoglio dalla tasca della felpa Akira mi superò infilando i suoi spiccioli e con estremo orrore vidi che aveva selezionato il numero proprio per i Bueno...ed era l'ultimo pacchetto!

Giammai glieli avrei lasciati! Doveva passare sul mio cadavere.

Ma Akira lesto come una volpe fece sgusciare la sua mano dalle dita lunghe e sottili e recuperò il bottino prima che potessi muovermi.

Dovette avvertire il mio guardo perchè voltò la testa verso di me, inclinandola leggermente.

«Li volevi te?»

«No» risposi con troppa enfasi e fretta, certo che i miei occhi urlavano il contrario.

Lui sospirò ed aprì la confezione, e me ne porse uno.

Le mie dita si allungarono verso la sua mano e quando le sfiorai avvertì come una piccola scarica elettrica, come un movimento cinetico di molecole eccitate.

Afferrai in fretta il dolcetto e lo divorai, non riuscendo a capire il motivo di tale voracità quando la maggior parte delle volte avevo lo stomaco chiuso.

Akira fu più lento e alla fine mi cedette anche l'ultimo quadratino che senza proferire parola mi cacciai in bocca, masticandolo con gusto.

«Kisu» lo sentì mormorare, e di nuovo nella sua lingua incomprensibile!

«Eh?»

Lui parve accorgersi solo in quel momento di aver detto ad alta voce quello che doveva essere semplicemente un pensiero, e arrossì un poco.
Un momento. Ma che accidenti voleva dire quella reazione?
«Torniamo su»disse poi incamminandosi, senza lasciarmi il tempo di chiedergli spiegazioni

Lo seguì a mio malgrado pensando che se lo meritasse. Ma questo non significava che mi avrebbe fatto cedere del tutto.

Tornato a casa mi gettai sul letto a pancia in su, il braccio che mi copriva gli occhi

Tornato a casa mi gettai sul letto a pancia in su, il braccio che mi copriva gli occhi.

Alla fine Akira non si stava poi dimostrando una così brutta compagnia.

Ma. Che. Cazzo. Stavo. Pensando?

Mi diedi degli schiaffetti sulle guance per farmi tornare in me.

«Non devo lasciarmi abbindolare. Il piano va avanti. Non devo abbassare mai la guardia, anche se ti corrompe con il cibo».

E al pensiero del Bueno mi tornò in mente quell'ultimo cubetto che aveva toccato le sue labbra.

Che...cosa?

Oddio mi aveva dato una specie di bacio indiretto?! O così mi era parso di capire si dicesse in giro.

Nascosi ancora di più il mio volto tra le mani, ma sia la mente che il corpo parevano quasi bearsi di quel gesto, fatto che mi lasciò disorientato e impaurito. Erano sensazioni sconosciute che mai avevo provato e mi facevano paura perchè non sapevo come gestirle. Era come l'entropia per cui non avevo mai trovato un modo per arginarla.
Prima o poi ero certo che tutta questa faccenda mi avrebbe inghiottito, senza lasciarmi via di scampo.

Cosa mi stava facendo?

 

*testo dell'opening "Shinzou wo Sasageyo" della seconda stagione dell'Attacco dei giganti, opera di Hajime Isayama

**Il simbolo sono le ali della libertà dell'Attacco dei giganti


Angolino autrice:

Buonsalve :3
Ecco il nuovo capitolo *-* Akira canta e pure bene XD e il pezzo del Bueno? Spero vi sia piaciuto *-*
Ringrazio voi che state seguendo la storia ❤️❤️ per ora vi sta piacendo? Si sono molto paranoica XD ma ai miei bimbi tengo tantissimo e vorrei che vi trasmettano al meglio le loro emozioni :D
Commenti e critiche costruttive sono sempre ben accette ^^

A presto!
FreDrachen

 

   
 
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