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Autore: eli_mination    19/02/2021    2 recensioni
[AU Distopico]
Sembrava tutto troppo perfetto per gli abitanti del Satellite. Dopo anni, finalmente si sarebbero riscattati con la costruzione del ponte che collega la zona malfamata alla grande città, Nuova Domino. Qualcosa va però storto, a qualcuno piace giocare con il tempo e inserisce un pezzo mancante nella storia che Allen, neo-diplomato nato nel Satellite che è cresciuto con i cambiamenti del suo luogo, conosce. Perché, improvvisamente, si ritrova in una guerra civile che vuole rivendicare i diritti di quell’isola? Con quale assurda coincidenza si unisce ad una banda di sciroccati del Satellite capitanati da Crow Hogan? E come mai quest’ultimo gli ride in faccia quando Allen gli racconta della lotta contro Z-ONE? In quello che sembra un assurdo sogno, Allen abbraccia la causa e darà un’importantissima mano alla rivoluzione in corso. Il tutto mentre cerca di capire come sia finito in quell’arco temporale a lui totalmente nuovo…
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Allen’s POV

“Bene, allora siamo d’accordo? Niente più droga?”

Crow scambia le ultime parole con Draven.

“No, credo di aver capito cosa posso fare. Sono sicuro che, se mio figlio Josh e la mia ragazza dovessero guardarmi dall’alto, approverebbero questa decisione. Ho sbagliato un po’ di cose… Poi ho sempre contato solo su me stesso anche se in società con Anya, Elliot, Strong e altri… Posso contare anche sul loro aiuto per proteggere i bambini!”

“E faresti benissimo!” dice Elliot con un pollice in su, rivolgendosi dopo a noi. “Comunque, scusate per l’accoglienza brusca. Siamo stati tutti stupidi, in effetti…”

“Ah, non c’è problema!” lo rassicura Tom. “Più che altro, dovreste scusarvi con Rodd… Sapete com’è, uno di voi gli ha sparato su una spalla…”

“Ah, il tale che si è permesso di sparargli in questo momento non è tra i presenti… In ogni caso, ci assicureremo di trovarlo e fargliela pagare. Rodd, in fondo, è un bravo ragazzo e non si meritava quel trattamento.” spiega il capo degli X-Saber. “Se volesse tornare, anche se ne dubito fortemente, le nostre porte sono aperte.”

Fatto ciò, è ora di congedarsi. Che giornata intensa… E non è ancora finita. Dobbiamo recuperare Rodd e andare subito a curarlo. Per questo, Crow e Jasper sono tornati alla base a bordo delle loro moto, mentre il resto di noi è andato a prendere il nostro “amico” ferito. Lucy ci segue con il suo mezzo.

“Finalmente, iniziavo a credere… che mi avreste abbandonato qui. Onestamente, me lo sarei aspettato da gente… infame come voi.” commenta appena ci vede. All’apparenza sembra più stanco, ma per il resto è lucidissimo. Come quando lo abbiamo lasciato.

“Oh, non c’era affatto bisogno di ringraziarci. Non ce li meritiamo tutti questi complimenti, alla fine facciamo solo il nostro lavoro!” risponde sarcasticamente Tom, aiutandolo ad alzarsi e facendolo entrare nell’auto guidata da Alyssa. Dopo di che, anche noi saliamo a bordo e partiamo, con la dark che segue le indicazioni del biondo.

 

“She’s a killer… queeeen! Gunpowder, gelatine, dynamite with a laser beam!” cantiamo a squarciagola. A quanto pare, il precedente proprietario della macchina è un fan dei Queen, abbiamo trovato alcuni CD di quel gruppo nel portaoggetti. Beh, meglio, chi saprebbe resistere a quelle canzoni così belle? Ah, giusto, Rodd… Dimentico che abbiamo un ragazzo agonizzante in macchina con noi e che non si unisce al coro.

“Tom, questo dottore è bravo?” domando per rompere il ghiaccio, mentre la voce di Freddy Mercury continua a cantare.

“Oh, assolutamente! Lo conosco sin da quando ero bambino! Ogni volta che mi facevo male sullo skate era una garanzia. Tutte le volte che mi sono rotto un osso ero perennemente nel suo studio. Insomma, sa chi sono e mi fido di lui!” racconta, ondeggiando la testa a ritmo di musica.

“Aspetta, andavi sullo skateboard?!” dico sorpreso. “Non sembravi quel tipo!”

“Hahaha! Sai quanto rimorchiavo?” scherza lui. “Se vuoi ti insegnerò qualche trick!”

“Ma se cadi anche da sdraiato!” puntualizza Alyssa, provocando una piccola risata in Ruby. Rodd, d’altro canto, sembra che voglia dire “Fatemi scendere subito da questa macchina, non li sopporto più…”. Beh, Rodd, soffri. Un po’ te lo sei meritato!

 

Dopo un po’, arriviamo davanti ad un edificio che presenta una scala che porta ad un seminterrato. A giudicare dall’indicazione di Tom, credo che quello sia lo studio medico.

“Io rimango qui fuori, vi aspetto.” sussurra Alyssa. Lucy scende dalla moto e ci aiuta a tirare fuori Rodd.

Aiutandolo con il suo braccio sano sulle mie spalle, entriamo con Tom che ci tiene la porta aperta. Lucy ci segue dentro, poiché anche lei si è procurata una ferita, quella alla mano. Non proprio gravissima, ma ha comunque bisogno di farsi medicare. Anche Ruby è con noi.

Appena metto piede in quello studio medico improvvisato, noto che gli attrezzi e le apparecchiature sono ben sistemate e l’odore di alcool che penetra nelle mie narici mi fa capire che questo dottore prende davvero sul serio il proprio lavoro. Menomale, viste le condizioni del Satellite ci si aspetterebbe ambienti molto meno curati. Tom ha davvero fatto centro, trovando quest’uomo.

Ovviamente, non siamo gli unici presenti già lì. Appoggiato ad un lettino d’ospedale, c’è proprio lui: un uomo sulla cinquantina, dai capelli brizzolati grigi e una barba incolta, che indossa un camice. Dietro gli occhiali si nascondono occhiaie e rughe, che incorniciano degli occhi scuri. Appena solleva lo sguardo su di noi e nota la brutta ferita di Rodd, si fa da parte e ci ordina di metterlo sul lettino.

“Oh, cielo, cosa è successo?” chiede, con tono tranquillo mentre si sistema gli occhiali.

“Gli hanno sparato…” risponde Tom.

“Beh, questo lo posso vedere… Intendevo, come mai ti hanno sparato, giovanotto?”

“Lunga storia… Mi tolga questo schifo dalla spalla… Argh…” dice Rodd, fermandosi a causa di una fitta di dolore.

“Prima togliti i vestiti che ci intralcerebbero.”

Rodd obbedisce, facendosi aiutare da me e Lucy per togliersi la giacca e la felpa. Rimane a petto nudo, mostrando sul corpo altre cicatrici e lividi.

“Da quanto tempo hai questa ferita?” domanda l’uomo, esaminandola tastando la parte attorno ad essa e dando delle scosse di dolore al ragazzo.

“Purtroppo abbiamo dovuto ritardare il soccorso, dottore.” gli spiega Tom. “Tra l’altro, abbiamo nel gruppo un aspirante medico… Sarebbe utile se gli insegnasse come si toglie un proiettile dal corpo. Ci tornerebbe molto utile!”

“Oh, davvero? Chi sarebbe?” chiede in modo pacato. Timidamente, mi indico facendomi avanti.

“Bene, osserva attentamente quello che faccio…”

 

Alyssa’s POV

Il crepuscolo. Un’altra giornata è andata.

Mi fa male lo stomaco, sarà perché non ho mangiato? Oppure perché è stata letteralmente una giornata difficile da digerire? Certo, siamo riusciti a portare a termine il nostro lavoro contro gli X-Saber e adesso ce li siamo fatti amici, eppure… Sento che non tutto sia al suo posto.

Le cose sono diventate alquanto strane quando Draven ha nominato la parola “eroina”. Nella mia testa si sono accese un sacco di luci, tante sensazioni diverse tutte in una. Dopo ho smesso di comportarmi come al solito, la mia mente era altrove e non riuscivo semplicemente ad essere me stessa. A volte credo che, dopo tutto quello che mi è successo, la faccia da dura la utilizzi per mascherare le mie insicurezze e le difficoltà che ho dovuto affrontare. Seppur mi sia ripresa, ho ancora dei dubbi che vorrei risolvere… Sarà stato Draven a fornire l’eroina a Grant? Sarà stato lui a rovinargli la vita e indirettamente rovinarla anche a me?

No, non ne sono sicura. Una parte del comportamento di Grant era chiaramente visibile anche quando era lucido e non sotto effetto di quello schifo… Ma non ne sono tanto sicura, sono solo così confusa…

Oh, merda, ora che ci penso questo mio cambiamento di personalità è stato notato da Crow… Accidenti, spero solo che non si faccia domande, non mi sento ancora pronta a parlarne con qualcuno…

“Ohi, Alyssa!”

Mi giro. C’è Tom che è appena uscito dallo studio medico, chiudendosi la porta alle spalle ma non senza aver lasciato scappare le urla doloranti di Rodd dalla stanza. Assumo un atteggiamento rilassato.

“Ti faceva impressione vedere il medico fare quelle cose?” gli domando. Lui scuote la testa.

“Nah, semplicemente Rodd mi stava spaccando i timpani… Purtroppo, il dottore ha finito l’anestetico. Gli tocca soffrire!”

“Dai, un po’ se l’è cercata. Dopo tutte le volte in cui ha pestato i piedi alle persone sbagliate… Spero che impari la lezione, stavolta.”

Faccio spallucce.

“Secondo me lo rivedremo a collaborare con un altro gruppo malavitoso… Non mi fido di quelli con i capelli rossi…”

“Cosa ti hanno fatto di male?” ridacchio.

“Non lo so, esistere?” scherza lui. “Comunque, abbiamo nuovi alleati ma io non mi fido ancora di loro… Certo, la storia strappalacrime ha fatto breccia nel cuore di Crow, ma penso che lui sappia meglio di me che un conto è parlare, l’altro agire… Insomma, spero non ci denuncino…”

“Se lo facessero e sopravvivessimo anche stavolta, avremmo un motivo per poterci vendicare.”

Tom mi guarda, cercando di capire cosa intendo. Poi realizza.

“Oh, cazzo… No, non farei mai del male a quei ragazzini. Non se lo meritano, d’altronde.”

“Neanche io, ma qui nessuno si merita nulla di quello che siamo costretti a vivere. È per gente come lui abbiamo tanti problemi al Satellite, sia da prima che durante la dittatura.”

Rimaniamo in silenzio, a riflettere forse su quanto possiamo diventare stronzi e vendicativi in tempi del genere.

“Io non voglio essere costretto ad uccidere di nuovo…”

“Oh, Tom, non accadrà!” lo sprono io. “Quella volta hai agito d’istinto e mi hai salvato la vita!”

“Si, ma quell’uomo, per quanto fosse un nemico, era comunque una vittima di questo schifoso sistema.” protesta lui, calciando un sassolino.

“Se avesse avuto anche solo un minimo di buon senso, avrebbe fatto la stessa cosa che ha fatto Jasper…” ribatto. “Jasper è un bastardo, ma se c’è una cosa buona che ha fatto è stata abbandonare la polizia.”

“Alyssa, io voglio solo che quell’incubo ricorrente in cui ammazzo quel poliziotto la smetta di tormentarmi…” bisbiglia. “Non so nemmeno come potrebbero reagire gli altri se venissero a sapere che la nostra precedente banda è stata smembrata perché gli altri sono tutti morti. Per una fottuta retata in cui sono noi due siamo sopravvissuti.”

Mi viene un tuffo al cuore a pensare ai nostri vecchi compagni… Eravamo un gruppo davvero unito, per quanto, a volte, il loro modus operandi non rispecchiasse quello che siamo io e Tom. Anzi, non so se mi faccia più male questo o il fatto che abbiamo dovuto mentire per entrare nella banda di Crow… Come reagirebbero gli altri? Se avessimo detto la verità, per quello che sappiamo, ci avrebbero potuto uccidere… La situazione è alquanto complicata…

“Forse avremmo dovuto dirglielo subito… Crow è un mio amico, mi fa schifo avergli detto bugie per tutto questo tempo…”

Non dirlo a me, Tom… Anche a me fa schifo…

Nella confusione dei miei sensi di colpa sento anche delle grida di aiuto. Cosa vuole farmi capire la mia testa? Che forse dovrei aprirmi di più con gli altri? Dovrei parlare di me e di come la mia vita è peggiorata nel corso del tempo?

“Alyssa, cosa…”

No, le voci non erano nella mia testa. Non me le stavo immaginando. E in mezzo a quelle grida di aiuto, c’erano anche dei rumori inconfondibili… Scontri…

“No… No…” balbetto, capendo quello che stava succedendo. Inizio a correre. Non importa, devo cercare in qualche modo di fare qualcosa. Non possono esserci altre vittime. Però la mia corsa si interrompe quando qualcuno mi strattona trattenendomi per la vita.

“No!” esclamo, divincolandomi.

“Alyssa, non farlo! Ti metterai solo in pericolo, non siamo abbastanza per impedirglielo!”

“Tom, tu non capisci! Non ci devono essere altri morti perché vogliono andarsene via da qui! Le persone devono essere ascoltate, non sparate perché sono in difficoltà!”

“Lo capisco, ma nelle condizioni attuali la nostra lotta finirebbe qui perché moriremmo! Abbiamo ancora troppe cose da sistemare prima di andarcene, quindi calmati e cerchiamo di avvisare gli altri capibanda nostri alleati!”

Smetto di divincolarmi e cerco di riflettere. È vero, non posso fare nulla. Non possiamo fare nulla. Non da soli, non così.

Il casino aumenta, il vociare incessante si avvicina.

“Stanno venendo qui…” sussurra Tom.

“Dobbiamo nasconderci!” esclamo, prendendo il mio amico per un braccio e conducendolo dietro dei cassonetti. Siamo abbastanza riparati per non essere visti, con l’unico difetto che noi invece abbiamo il posto in prima fila per quel massacro. Con le mani che tremano, chiamo il primo numero che mi appare sulla cronologia… Crow.

 

Allen’s POV

Taglio il filo della sutura. Rodd, a furia di urlare, ha esaurito il fiato e cerca di riprenderselo con dei grossi sospiri.

“Finito.” dico soddisfatto. Devo dire che non è stato facile, soprattutto con le espressioni di disgusto di Lucy e Ruby. D’altronde, hanno scelto loro di assistere. Nessuno ha detto loro che non potevano girarsi.

“Ah…” si lamenta ancora Rodd. Cosa diamine vuole? Gli abbiamo salvato la vita, teoricamente è in debito con noi.

“Se quel proiettile fosse stato sparato più in basso, probabilmente non sarebbe stato qui…” commenta il medico, strofinando delicatamente del disinfettante sulla ferita, prima di fasciarla. “Il ragazzo è stato molto fortunato. Ora dovrà solo riposare.”

Guardo la benda sulla mano di Lucy. Anche lei ha avuto alcuni punti sul palmo, con la raccomandazione di non usare troppo quella mano.

“Dottore, grazie mille per avermi insegnato come si fa! Ora sarò in grado di aiutare i miei compagni!” lo ringrazio, riconoscente.

“Figurati, Allen! Continua così e andrai molto lontano!” mi incoraggia l’uomo. Davvero molto utile!

“È normale che i punti tirino così tanto?” domanda Lucy, storcendo il naso. “Fa un po’ male… Cioè, nulla di insop-”

Lucy si silenzia non appena Ruby alza un dito, come ad invitarci a prestare attenzione. C’è qualcosa che non torna, dall’esterno iniziano a sentirsi rumori alquanto strani. È quando sento delle urla separate che intuisco cosa sta succedendo fuori… Non mi piace affatto.

“Un altro scontro… Riconosco questa sinfonia…” dico gravemente. È la stessa che ho avuto il dispiacere di sentire al mio risveglio. La stessa in cui ho visto quell’uomo morire sotto il mio sguardo.

“Alyssa e Tom… Sono lì fuori…”

Cazzo, è vero! Ruby ha ragione, ci sono i nostri amici in pericolo.

“Allen, cosa fai?!”

Troppo tardi, mi sono già buttato sulla porta e sono uscito fuori, con l’aria gelida e tesa che subito mi investe il viso. Mi guardo intorno, con il buio che mi fa vedere ben poco… Eppure li vedo, dietro un mucchio di spazzatura. Riesco a riconoscerli perché Alyssa ha il telefono, la cui luce le illumina il viso, vicino all’orecchio. Anche Tom è vagamente riconoscibile, ma sono sicuro si tratti di lui. Sento il suo sguardo poggiarsi su di me.

Cautamente e rapidamente, mi avvicino a loro.

“Chi state chiamando?” domando, cercando di farmi sentire tra i rumori di spari ed esplosioni.

“Aiuto.” dice rapidamente Alyssa.

“Tu perché sei uscito fuori?!”. Tom è arrabbiato con me. “Hai l’abilità innata di cacciarti nei guai quando sei al sicuro in una stanza!”

“Oh, scusami se mi preoccupo per voi!” ribatto. Che trattamento… Non solo provo ad aiutarli… Poi penso che non sia il caso di soffermarsi su questi dettagli e rifletto su cosa potremmo fare. La scelta più saggia sarebbe quella di ritornare tutti insieme nello studio medico. Siamo ancora in tempo per farlo, così faccio segno con le mani ai ragazzi per condurli lì.

Lentamente ci alziamo in piedi e come vediamo lo spiraglio di luce della porta dell’edificio aprirsi e il timido sguardo di Ruby affacciarsi, ci gettiamo subito all’interno. Ed è lì che mi blocco all’improvviso. Tutti ci giriamo verso la strada e vediamo un manifestante a terra, con una gamba sanguinante e il viso contratto dal dolore. Chiunque sia, quella persona non può stare lì. Deve sopravvivere.

Mi lancio subito in soccorso. Un braccio, anzi, più di uno mi afferra per la camicia. Riesco a sentire gli strappi dei vestiti, come anche un altro sparo rivolto verso quella figura, che solo dopo capisco che è una donna. L’urlo straziante si propaga per tutta la strada, prima di farle crollare la testa a terra. È morta. Non c’è più nulla che possa fare.

Non so più cosa sta succedendo, non capisco più nulla. Ora sono nello studio medico, trascinato dai miei compagni. L’unica cosa che penso adesso è che ho visto un’altra persona morire davanti ai miei occhi, che di nuovo non ho potuto fare nulla per salvarla.

“Accidenti, Allen, sei impazzito?!” mi rimprovera Lucy, agitata. Deve aver visto anche lei quello che ho visto anche io…

Mi manca il respiro, i miei polmoni fanno fatica ad accumulare aria. La mia pelle inizia a sudare e al tempo stesso sento freddo.

“Allen, calmati…” si preoccupa Ruby, venendomi vicino. Io mi accascio a terra, piegandomi su me stesso e tremando.

“Un attacco di panico…” commenta il dottore, avvicinandosi anch’egli. “Lasciategli spazio, deve respirare e non sentirsi oppresso.”

Io non guardo in faccia nessuno, rimango con gli occhi fissi sul pavimento e una sensazione di soffocamento in corpo. Sto iper-ventilando e non capisco il motivo preciso. Ho un sacco di pensieri per la testa… Questo posto fa schifo, fa davvero schifo… No, è una merda! La gente si comporta una merda, quelli che non lo fanno vogliono solo stare in pace e invece rischiano ogni giorno di morire. Ed io che ho fatto? Niente! Non ho fatto nulla per poterlo fermare, ho solo pensato a salvare i miei amici ma non ce l’ho fatta a salvare un’altra vita. Come penso di diventare un medico?! Come penso di riuscire a fare qualcosa? Avrò quelle persone di cui ho visto la morte sulla mia coscienza per il resto dei miei giorni.

Senza neanche volerlo mi escono le lacrime. Ora capisco cosa hanno provato i miei amici. Pensavo di averlo capito sin da subito, invece non avevo ancora sbattuto contro la realtà. Non avevo visto ancora nulla. Ora che so perché lottano, perché ogni giorno sono costretti a vedere tutto questo, provo una rabbia insormontabile. Perché tutti si saranno ritrovati nella mia stessa situazione. Tutti avranno pensato “Cazzo, io potevo salvarle, quelle persone, e non ce l’ho fatta!” e questo mi fa male. Non dovremmo essere noi a farci giustizia, dovrebbe essere qualcun altro.

Voglio spaccare la faccia a quel qualcun altro. Lo voglio morto.

“Quando te la senti, bevi un po’ d’acqua…” mi suggerisce il dottore, riempiendomi un bicchiere che poi appoggia sul pavimento accanto a me. Mi appello alla mia parte razionale, se è rimasta… Per favore, calmati… Potrei essere fin troppo impulsivo adesso. Non mi riesco a controllare, con un colpo di braccio rovescio quel bicchiere e ritorno a piangere.

 

???’s POV

“Ehi, abbiamo avuto un’altra segnalazione di una protesta! Qualcuno mi riceve?!”

Il walkie talkie appoggiato ad una pila di casse mi distrae mentre cercavo di prendere sonno sul pavimento. Cosa succede… Un’altra? Accidenti… Mi avvicino al dispositivo e rispondo, mentre indosso la giacca.

“Dove?”

“In una zona poco lontana dalla piazza centrale, sarebbe meglio perlustrare tutta la zona… Così possiamo dissuadere chiunque voglia parteciparvi e mettere al sicuro degli esterni alla faccenda…”

La voce di chi parla, molto roca, è abbastanza agitata. Così lontano? Non arriverò mai in tempo, ma sempre meglio tentare. Dopotutto, se dovessi andare troppo veloce, alla polizia non fregherebbe nulla. Non mi sbatterebbero di nuovo nella Struttura.

“Adesso arrivo, mantenetevi sull’altra linea così comunichiamo mentre sono in moto. Passo.”

“D’accordo. Passo e chiudo.”

 

Angolo Autrice

A rieccoce! xD

Sono stata puntuale anche stavolta (ho terminato il capitolo un paio di giorni dopo aver pubblicato il precedente ^^), come sempre spero di mantenere vivo il ritmo ^^

Il titolo della canzone di oggi è “Hunger” degli Amaranthe. Ah, gli Amaranthe… Belle canzoni ma video musicali trashissimi XD Per fortuna, dovete leggere il capitolo senza vederlo ^^’

Allora, ohibò… Oggi tante rivelazioni strane, n’è vero?! Alyssa e Tom che nascondono un segreto come quello al resto del gruppo e Allen che perde il controllo. Per non parlare di chi sarà il tipo misterioso a cui è dedicato un POV… A voi scoprire di chi si tratta, spero di poterlo inserire il prima possibile nella storia (anche perché si tratta di un personaggio chiave u.u)!

Detto ciò, ci vediamo la settimana prossima! Bye, chicos! ^^

  
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