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Autore: Ori_Hime    19/02/2021    0 recensioni
Tachihara e Gin Akutagawa sono compagni di squadra ma quando smettono di lottare per la Port Mafia si scontrano l'uno contro l'altro, detestandosi a vicenda... Ma sarà solo odio i sentimenti che provano l'uno verso l'altro?
Dal testo:
-Sembri un'altra senza mascherina.- commentò lui per rompere il silenzio, sollevandosi un po' da lei, lasciandola respirare. La provocò anche per sentirla parlare perché potesse esprimersi, chiarendo i suoi sentimenti per lui. Doveva già essere preso molto da quella ragazza senza che se ne rendesse conto...
Gin non sapeva che rispondere e ancora un po' incredula disse: -Io ti piaccio, Tachihara?-
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gin Akutagawa, Michizou Tachihara
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Conoscersi, scoprirsi… Amarsi

 

“Lui conobbe se stesso, perché in verità non si era mai saputo. E lei conobbe lui e sé stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta conoscere così.”

 

Il barone rampante – Italo Calvino

 

“Sei inquietante”

Questa era la classica definizione che Tachihara faceva di Gin, quasi un'accusa che feriva ma allo stesso tempo rendeva orgogliosa la ragazza. Già, dietro quella maschera e quell'aggettivo si nascondeva una giovane donna di età adolescenziale e Tachihara lo aveva scoperto un po' per caso, vedendola travestirsi in un vicolo prima di una missione. Quello che per tanto tempo aveva creduto un ragazzo glabro e ancora dai tratti infantili in realtà era una ragazza, piuttosto carina anche, ma non aveva mai avuto abbastanza il tempo di vederla per poterlo dire con certezza, ma da allora era rimasta una certa curiosità nei suoi confronti, senza tener conto della sua voce così dolce… L’aveva sentita così troppe poche volte che quando parlava si sentiva sempre sciogliere, ma il suo caratteraccio lo faceva desistere dal conoscerla davvero.

Tachihara era insopportabile, pensava Gin quando la provocava quasi senza motivo. Che voleva, coccole? Facevano parte dei Black Lizard, mica un club di cucito, se risultava inquietante tanto meglio, aveva raggiunto il suo obiettivo! Ma il ragazzo usava con lei sempre un tono di disprezzo, tanto che ribatteva rivolgendogli il pugnale contro. Prima o poi gli avrebbe persino tagliato il collo... Se non fosse per quell'espressione che assumeva quando pensava: appariva quasi tenero, innocuo, carino. Non era completamente da buttare quel ragazzo, nonostante la sua arroganza e la sua presunzione, capiva che nascondeva ben altro dietro la sua felpa, i piercing alle orecchie e i capelli tinti di rosso...

Nonostante tutti questi sentimenti di odio, nessun altro avrebbe potuto sostituirli sul campo di battaglia: ormai si conoscevano come pochi e sapevano prevedere le mosse dell'altro, come dovrebbero fare due buoni compagni di squadra. Era la Port Mafia che li univa dopo tutto e per il compimento delle missioni dovevano andare d'accordo per forza, vedendone anche però gli aspetti positivi dell'altro: Gin per esempio era velocissima, nemmeno Tachihara che ormai la conosceva bene riusciva a sentirla arrivare pur sapendo che ci sarebbe stata. Anche la ragazza sapeva di poter contare su di lui in un momento di difficoltà, non l'avrebbe mai tradita e abbandonata, pensava. Quelli erano gli unici momenti in cui erano affiatati, appena finivano una missione tornavano ad odiarsi e a minacciarsi come prima, almeno apparentemente. Solo in quelle occasioni Tachihara era consapevole che fosse una donna perché aveva direttamente a che fare con il suo corpo esile, che anche se era nascosto da vestiti maschili, era decisamente differente dal suo, ma, nonostante le mancassero le sue spalle e braccia forti, non era comunque da sottovalutare. Sarebbe dovuto essere forse più cauto con lei? Non sembrava che volesse essere trattata diversamente però, visto come lo provocava. Era anche strano fare a pugni con una donna, non era nel suo stile, ma Gin era un'eccezione, diventando quasi un passatempo, un allenamento. Non era poi così male, era pur sempre una ragazza e starci a stretto contatto ogni tanto gli provocava strane idee... Poteva intravedere e sentire attraverso i vestiti scuri le docili curve della giovane, sebbene ancora acerbe, e in un certo senso le riteneva sue perché nessun altro aveva accesso al suo corpo in maniera così ravvicinata. Strano da pensare, ma ne era quasi geloso se qualcuno le si avvicinava troppo... Erano normali tutte queste emozioni contraddittorie per la sua partner inquietante e la curiosità che ogni tanto provava nei suoi confronti? 

Gin lo provocava perché, sebbene a volte odiasse l'impulsività del partner, era buffo vedere le sue reazioni eccessive e sapeva che in fondo non le avrebbe mai fatto davvero del male, stuzzicandolo con gusto. Non si tratteneva, ma nemmeno lei in fondo era delicata, ma era più un continuo botta e risposta tra due compagni di lotta, che due e veri nemici. Era un modo in fondo per studiarsi, comprendersi anche poi nei veri momenti di azione, oltre che ad essere stimolante... E non solo nel senso combattivo del termine. Tachihara probabilmente se ne dimenticava, o non gli dava importanza, ma lei era una ragazza e dietro ai suoi indumenti scuri aveva pur sempre un cuore che batteva quando lui la sfiorava in punti delicati, preso dalla foga del momento. La sua vicinanza non le era di certo indifferente, anzi, adorava sfiorargli i pettorali, i muscoli delle braccia e i capelli, anche se velocemente, vederglieli per un attimo scomposti e vedere la sua rabbia salire… Erano momenti di goduria per lei, anche se non era normale provare quei sentimenti quando facevano a botte, eppure fino a che punto sarebbe riuscita a resistergli?

Fu proprio in un momento come questo dopo una missione, rimasti soli nel salone del quartier generale della Port Mafia momentaneamente vuoto, che Tachihara, stufo di lottare con Gin, la bloccò a terra sovrastandola con il suo peso e le tolse la mascherina per vederla bene in viso. Quel giorno la curiosità verso la Gin donna aveva avuto la meglio del continuare a dare corda alla Gin inquietante. Era davvero bella come gli era parsa la prima volta che l’aveva intravista e anche il suo sguardo si era improvvisamente addolcito. 

La ragazza si sentì come violata, togliendole quella parte del suo travestimento e i suoi occhi divennero spalancati, quasi supplicanti di aver pietà di lei e lasciarla in pace, tanto che Tachihara poteva leggerle la paura che emergeva sempre di più. Lui prese a sorridere con quel suo sorriso beffardo e malizioso al tempo stesso che spesso a Gin piaceva, ma in quel momento metteva solo panico: non poteva intuire la sua prossima mossa, non le era mai successo che la vedesse senza mascherina, che ricordasse. Voleva nascondersi, si sentiva tremendamente vulnerabile... Come se non fosse la solita Gin combattiva che lui conosceva. Il ragazzo nel frattempo si stava abbassando verso il suo viso, per dei secondi che le sembravano interminabili, ma prima che potesse fare qualcosa la baciò. Fu completamente una reazione inaspettata per la giovane, non poteva certo immaginare che potesse provare qualcosa per lei, non di romantico almeno. Cosa significava? Anche lui la trovava attraente? Era davvero possibile? 

Tachihara nel vederla così impaurita voleva solamente tranquillizzarla, dirle con quel bacio che non voleva certo farle del male... Solo porre fine a quelle continue risse inutili e conoscersi meglio in maniera più civile. Non era indifferente al suo fascino femminile in fondo... Ma qualcosa non era andato come si aspettava: lei non aveva risposto al bacio, era stato così pessimo? Possibile non le interessasse nulla di lui?

-Sembri un'altra senza mascherina.- commentò lui per rompere il silenzio, sollevandosi un po' da lei, lasciandola respirare. La provocò anche per sentirla parlare perché potesse esprimersi, chiarendo i suoi sentimenti per lui. Doveva già essere preso molto da quella ragazza senza che se ne rendesse conto…

Gin non sapeva che rispondere e ancora un po' incredula disse: -Io ti piaccio, Tachihara?- prendendolo per un complimento, ancora sorpresa per il bacio e la sua affermazione.

-Sì, ma non mi sembri più tu ora... che fine ha fatto la Gin che conosco, determinata e vendicativa? Non hai più reagito da quando te l'ho presa...- continuò il ragazzo indicandole la mascherina che teneva in mano, volendo capire che fine avesse fatto la ragazza che lo assaliva sempre, anche se udire la sua voce dolce e delicata, fu già una grande soddisfazione, un passo dal scoprire sempre più di lei… Avrebbe voluto farla parlare ancora e ancora...

Fuori dalla Port Mafia Gin in fondo era una ragazza come tante altre, timida, emotiva… Era il suo ruolo a renderla forte di sé. Imbarazzata, prese poi un bel respiro e ribatté: -Mi sento insicura se non posso nascondermi dietro a qualcosa... Mi si legge tutto in faccia come vedi...-  Si rese conto poi che con lui era un ragionamento stupido perché in fondo già la conosceva e le chiedeva appunto di mostrare le sue emozioni, proprio ciò che lei voleva nascondere. Il volto di Tachihara nel frattempo aveva assunto l'espressione che tanto le piaceva, quella seria e pensierosa, così decise di tirarlo su facendo emergere quel suo lato deciso: Port Mafia o meno alla fine era capace di esserlo e quello era il momento giusto per mostrare il suo carattere. Lui l’aveva già accettata per quello che era, perciò perché avrebbe dovuto nascondere i suoi sentimenti nei suoi confronti? Il bacio non le era dispiaciuto, solo che non aveva saputo godersi il momento così gli prese il volto tra le mani e gli catturò le labbra, facendo tacere i loro tormenti interiori.

Entrambi smisero di pensare: quel bacio divenne ipnotico, distaccandoli dal resto del mondo, facendo loro dimenticare di essere seduti su un freddo pavimento di marmo. Man mano che lo approfondivano Tachihara la fece sdraiare, tenendole una mano sotto la testa, tra i lunghi capelli corvini che aveva liberato dalla coda di cavallo, per attutirle il colpo sul marmo. Tanto era stato violento prima, tanto era premuroso adesso. Gin per tutta risposta si aggrappava ancora di più a quel bacio, tenendo stretto il ragazzo attraverso i suoi vestiti, afferrando proprio la sua felpa per il colletto, quasi per affermare che era suo.

Ormai ogni loro gesto era dettato dall'impulso e Tachihara si aprì la felpa lasciando che Gin gliela togliesse, staccandosi per un attimo da lei, mentre la ragazza si era rialzata per rispondere al suo gesto e permettergli di ricambiare. Infatti lui aveva cominciato a liberarla dal cappotto nero e dal manicotto grigio che indossava solo su un braccio per compensare la manica corta, per poi rifarla stendere sotto di sé facendola appoggiare sul suo cappotto steso come un tappeto, baciandola e spostando poi le sue labbra lungo il collo della ragazza. Lei aveva colto l'occasione per accarezzare i suoi capelli morbidi senza che si distraesse, la sua pelle per lui era come una nuova terra da conquista da marchiare con i suoi baci bollenti e aveva iniziato a spostarsi nell'incavo della scollatura a v della maglia, accarezzandole poi il seno attraverso il tessuto. Fu allora che per liberarla dalla maglietta Gin dovette rialzare il busto e prendendo i lembi di quella di lui lo svestì, mettendogli in mostra il petto nudo ben scolpito che ebbe bisogno di un momento di contemplazione. Purtroppo Tachihara non era una statua e non le diede il tempo di guardarlo per bene che si era subito occupato di spogliarla a sua volta, scoprendo la sua pelle incredibilmente candida. La giovane indossava un reggiseno a fascia che le comprimeva il poco petto che aveva, ma nonostante questo il suo pudore fece in modo che si coprisse con le braccia, tornando ad essere vulnerabile, rossa e imbarazzata in viso, anche se nascosto dai capelli neri spettinati. Mai con nessuno era arrivata al punto da rimanere così svestita... Conoscere Tachihara in questa maniera ne sarebbe valsa la pena? Poteva permettergli quella vicinanza senza che ne venisse scottata? Cosa avrebbe fatto suo fratello se lo avesse saputo?! Presa dai suoi pensieri balbettò appena un “onii-chan”, facendo cogliere al ragazzo le sue preoccupazioni.

-Onii-chan non è tenuto a saperlo, no? Rimarrà un nostro segreto... Tu lo vuoi, Gin? Cioè… mi vuoi?- era tornato serio anche Tachihara e lei poteva scorgere ora nei suoi occhi castani una lieve incertezza, un velo di preoccupazione nei suoi confronti e forse un briciolo di paura di averla delusa e spaventata. Aveva seguito il suo impulso in fondo, non si era fermato con lei ed era stata semplicemente la prima volta che la vedeva davvero per quello che era, una bellissima ragazza dal viso angelico. Dopo tutto quel tempo che avevano lavorato a stretto contatto aveva finalmente scoperto il suo vero aspetto e non voleva più lasciarla. Gli dispiaceva quasi averla trattata male, averla chiamata inquietante, ma alla fine quelle due Gin così diverse erano sempre la stessa persona e la cosa lo divertiva per lo strano caso che gli aveva riservato la vita: si sentiva già perso della sua compagna di squadra maschiaccio… Che bambino stupido era stato! Ma voleva rimediare, conoscere ogni singola cosa di lei, anche i suoi aspetti più fragili e nascosti. Sperò che anche per lei valesse lo stesso e che quella sua prepotenza non l’avesse spaventata...

Gin pensò che lo stava già conoscendo con tante nuove espressioni e modi che non voleva ancora finire di comprendere e allo stesso tempo si era scoperta anche lei una nuova persona che non pensava di poter essere e solo Tachihara, sentiva, poteva farla emergere così. Anche lei voleva conoscersi attraverso di lui, quella Gin le piaceva perché era sempre sicura di sé e avrebbe voluto che non l'abbandonasse ancora... Non ora, almeno. Quel ragionamento le diede il coraggio per togliere le braccia dal petto e dal levarsi quel pezzo di stoffa che lo nascondeva e Tachihara si fiondò subito su di lei, sollevato dal fatto che non lo rifiutasse e la baciò ancora appassionatamente, come se fosse la prima volta a mo’ di ringraziamento per essersi lasciata scoprire da lui. Con foga poi le accarezzò i seni, baciandoli e adorandoli, mentre la ragazza inarcava la schiena concedendosi completamente a lui, ribaltando alla fine la situazione, finendo col dedicarsi lei al suo petto scolpito, graffiandolo con le sue unghie lunghe, e baciandolo per lenirgli il suo perfido passaggio. Arrivata all'altezza dell'inguine gli aprì la cerniera dei pantaloni, facendoli calare affinché se ne potesse poi liberare da solo e osò poi solo spostare l'elastico dei boxer che lui le afferrò i fianchi e la fece ricadere sotto di sé, togliendo glieli a sua volta. Gin gli fece spazio tra le sue gambe mentre lui le accarezzava la pelle rimasta coperta dalle mutandine osservando le reazioni della ragazza al suo tocco. Quando sembrava che anche lei non sapesse più resistergli Tachihara le levò quell'ultimo piccolo indumento e lasciò che anche lei lo togliesse a lui, rimanendo completamente in balia delle sue mani e delle sue labbra, ricambiando un po' il piacere che le aveva fatto provare. Non bastava però, voleva farla sua, sentirsi dentro di lei, essere una cosa sola. La fermò sul più bello, cercò i suoi pantaloni e un preservativo che teneva nelle tasche posteriori, se lo infilò e ribaltando la situazione con un colpo entrò nel suo corpo, cogliendola un attimo impreparata, ma quando lei lo afferrò per i glutei non si fece più problemi a muoversi a ritmo con lei, come un unico corpo, un'unica anima.

Tachihara non seppe spiegarsi come Gin trovò la forza ad un certo punto di farlo rotolare di fianco e finire sopra di lui, ma ne fu completamente ammirato, anche se aveva ricevuto non poche botte e lividi, ma a lei in quel momento avrebbe permesso di tutto perché lo stava facendo portare all'estasi, mentre continuava ad accarezzarle la pelle liscia... 

Quando il tutto ebbe fine, eccitati e accaldati la ragazza si accoccolò al suo petto, lasciandosi cullare dal respiro del partner che l'avvolse dentro il suo abbraccio per tenerla al caldo. Quando entrambi ripresero un po' fiato il rosso prese a parlare: -Come siamo arrivati fin qui?- la domanda probabilmente era retorica, ma Gin un po' ironicamente rispose “ormoni”, facendogli fare una mezza risata. In fondo i due non erano certo estranei e il sarcasmo di Gin era ben noto a Tachihara, anche se prima di allora aveva usato la scrittura per le sue battute. Era bello che ora potesse sentirsi libera di esprimersi con lui. Erano entrambi alle prime esperienze con l'altro sesso, ma tutto sommato se l'erano cavata eccome, potendo dare la colpa solamente all'istinto nascosto che non sapevano di avere e che solo l'altro aveva risvegliato, come poter giustificare altrimenti gli ultimi momenti di passione?

Era troppo presto per dichiarazioni romantiche, nessuno dei due lo era particolarmente, si lasciarono tutto il tempo di conoscersi ancora prima di potersi dire “ti amo”, anche se ormai tra loro era implicito, come ogni richiesta di soccorso, ogni bacio nascosto agli altri componenti della Port Mafia. Continuarono a conoscersi insieme e fin quando sarebbero stati uniti avrebbero continuato a scoprirsi a vicenda, non solo come Tachihara e Gin, ma anche come coppia, sebbene attesero a lungo a renderlo pubblico. Lo sguardo che si scambiavano però era cambiato, era più dolce, meno severo e solo uno stupido avrebbe pensato ancora che tutte quelle risse fossero davvero tali e non un rituale di corteggiamento… In fondo i due erano fatti l’uno per l’altro e il tempo gliel’aveva dimostrato.


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Note: 
Ho terminato questa storia ancora settimane fa ma c'era sempre qualcosa che non mi convinceva e che avrei voluto aggiungere... Ora sarà una settimana che non la modifico quindi ho deciso di pubblicarla, spero sia valsa per voi la pena di leggere i miei scleri su loro due, la mia coppia het di Bungou per eccellenza (che spero possano diventare canon... Tachihara e Gin datevi una mossa!!!)
 Grazie per essere arrivati fin qua...  Alla prossima, spero!
   Un abbraccio, 
    Ori_Hime

  
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