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Autore: The sweeter sister    21/02/2021    1 recensioni
La storia è tratta dall'omonima canzone che mi ha fatto immaginare una situazione tra due migliori amici maschio e femmina. Io sono sicura che esista l'amicizia tra maschi e femmine, ma questa situazione è completamente diversa.
Lei, follemente innamorata di lui, non sa come dichiararsi ma il problema si risolve in breve tempo grazie alla sua sbadataggine.
Il finale aperto non è il mio genere, ma dovevo provare e lasciare a voi il gusto di immaginarvi il seguito come meglio preferite.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Wait a minute!

 
Questa mattina sono in anticipo quindi mi siedo sul muretto mentre aspetto i miei compagni. Ne approfitto per ripensare al pomeriggio di ieri.
Il mio migliore amico, oltre che crush, ha invitato tutta la classe a studiare a casa sua dopo troppo tempo che non lo facevamo. Abbiamo passato da lui tutta la giornata fino a che, la sera, abbiamo cenato insieme con la pizza. Poi abbiamo guardato il film “Seduto su una nuvola” che è diventato il mio nuovo preferito perché l’ho passato sdraiata sul divano e accoccolata sul suo petto dove mi sono quasi addormentata.
Mentre ripercorro le ore vengo improvvisamente assalita alle spalle.
“Hey!”.
Eccolo qui, con il suo solito ciuffetto spettinato davanti agli occhi smeraldo. Mi salta addosso prendendomi alla sprovvista e facendoci quasi cadere.
“Ma buongiorno anche a te biondino”.
Gli rispondo ironica e spontanea, ma il cuore sussulta nel petto. Lui, però, cambia subito sguardo fissando intensamente i miei occhi.
“Ieri hai lasciato il tuo diario a casa mia”.
Mi sventola davanti agli occhi  un taccuino rigorosamente giallo ed evidentemente parecchio utilizzato.
Sorpresa gli rispondo: “Ecco dov’era finito. Grazie, non lo trovavo più ed è insostituibile”.
“Ci credo”.
Mi risponde forse senza pensarci troppo e mi lascia perplessa.
“Ho letto quelle pagine” confessa con noncuranza. “Mi ami veramente, tesoro” constata con sguardo malizioso.
“Cosa?!” esclamo terrorizzata richiudendomi subito la bocca con le mani per evitare di peggiorare la situazione.
Sono sul punto di chiedere spiegazioni o inventare scuse implausibili, ma vengo interrotta.
“Ciao ragazzi, come va?”
Gli altri miei compagni sono arrivati e non credo sia il momento più adatto per portare avanti la conversazione.
“Che compiti c’erano per oggi?” chiede uno sbadigliando.
“Ma scriverseli mai eh?” risponde un’altra dandogli uno schiaffetto leggero sotto la nuca.
“Come fate ad avere così tante energie di prima mattina?” esclama un altro stiracchiandosi.
Loro continuano a parlare, ma le voci si affievoliscono e non raggiungono più le mie orecchie mentre tanti pensieri si fanno spazio nella mia testa chiudendomi in una bolla.
 
La mattinata passa troppo lentamente e io non sono riuscita a seguire che qualche sporadico minuto.
Quasi tutto il tempo l’ho passato a inventarmi cosa dire e ad immaginarmi tutti i possibili scenari e conversazioni imbarazzanti. Di nascosto l’ho fissato cercando di non farmi notare da nessuno, più o meno come ho sempre fatto da quando ho capito i miei sentimenti.
All’intervallo è fuggito con gli altri uomini e sono andati chissà dove a correre per i corridoi della scuola lasciandomi con le mie compagne e le mie paranoie.
Ho la mente distrutta  e non vedo l’ora di porre fine a questa storia, ma solo a pensare a tutto quello che ho scritto sul diario mi viene la pelle d’oca. Le poesie, le canzoni, le descrizioni. Lui le ha lette tutte!
La campanella suona e come un lampo ripongo i libri nella borsa tenendo bene d’occhio la mia preda. Con lo sguardo fisso lo seguo lungo le scale e l’aula magna mentre lui chiacchiera beatamente con gli amici.
Appena si salutano e si separano lo afferro per un braccio costringendolo a voltarsi verso la mia faccia corrucciata.
“Che brutalità. Pensavo quasi volessi baciarmi” mi risponde tirando fuori un sorriso malizioso.
“Non scherzare, è una cosa seria” l’agitazione mi fa tremare la voce, ma il mio sguardo è fermo.
Come faccia a prenderla così sottogamba io non capisco, sa benissimo quanto sono sensibile e permalosa.
“Non guardarmi così dai, sembri un cucciolo arrabbiato” replica divertito.
Il suo volto è perfettamente rilassato provocando una reazione inversa nel mio che esprime sempre di più il mio disappunto.
“Senti Serena” è da molto ormai che non ci chiamiamo più per nome, perché preferiamo utilizzare i soprannomi. È ora di cominciare a preoccuparmi. “devo farti una confessione”.
Il mio cuore perde un colpo. Cosa vuol dire? Che mia ama anche lui? O magari che non prova nulla e vuole troncare qualsiasi rapporto con me. Il che è molto probabile. Allora avrò rovinato tutto.
Silenziosamente dentro di me mi prende il panico, sento il cuore in gola e lo stomaco rivoltato.
“È da un po’ che volevo dirtelo ma non trovavo il coraggio. Penso sia arrivato finalmente il momento”.
Ci guardiamo intensamente negli occhi, il tempo si ferma e ora esistiamo solo noi due. 
“Devi sapere che...”
Queste pause mi stanno uccidendo e non riesco a respirare per la tensione.
Finalmente mi confessa: “Sto morendo di fame, andiamo al kebab?”
Mi prende in giro. È chiaro che si sta prendendo gioco di me. Non posso permettere che mi tratti così, neanche se è il mio migliore amico. Spero solo che questo lo riporti alla realtà.
La mia mano si alza verso il cielo e con velocità ed energia colpisce fragorosamente la sua morbida guancia lasciando un segno rosso a cinque raggi.
Sento gli sguardi dei presenti addosso, ma non mi importa.
Lui si prende la guancia con la mano e mi rivolge il suo sguardo più scioccato.
I miei occhi sono pieni di lacrime che, però, nessuno vedrà perché prima che chiunque possa proferire parola fuggo in sella alla mia moto.
 
   
 
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