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Autore: ilbilbo    22/02/2021    3 recensioni
Cos'è l'alba? Quanto è lontana? In questa storia, i due protagonisti, travolti in un vortice di fatalità e passioni, riusciranno ad arrivarci?
L'abbiamo scritta in due come vedrete dal prologo. Se vi piace, recensite! Se non vi piace, recensite ancora di più! Grazie.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II ~ VIAGGIO

 

 


Kallen

Ho perso la cognizione del tempo. Troppi spaventi uno dopo l'altro. Ho raggiunto il tizio dai capelli bianchi. Sembra vecchio e incapace di difendersi. Rassegnato, non pericoloso. Ho fatto del mio meglio per convincerlo ad alzarsi. Chi si ferma è perduto, bisogna fare qualcosa, scappare via da questo deserto ostile, nascondersi. Bisogna unire le nostre forze per sopravvivere.
Il vecchio non mi dà retta, sembra ignorarmi.
Ho sperato piú volte di essere nel bel mezzo di un sogno, non è la prima volta che faccio sogni strani. Ma questa storia va avanti ormai da troppo tempo, non sembra finire mai. Con grande fatica ho trascinato il vecchio alla base di una piccola roccia che sporge dalla sabbia, e subito dopo ho visto uscire dalla torre una specie di pattuglia, uno squadrone composto da una ventina di individui piuttosto bassi. Tutti hanno qualcosa che manda sinistri riflessi sotto la luce spietata di questa luna. Lunghi fucili, spade? Sono incappucciati. Ho paura quando vedo che si dirigono compatti verso di noi. Paura, freddo e paura. Come se non bastasse, il vecchio si mette a ronfare. Ma i bassotti non ci vedono, passano oltre, spariscono rapidamente.
Poi inizia la battaglia. E' un continuo apparire di strani animali, uccellacci veloci e spietati come aquile, gonfi e pesanti come grossi tacchini. Volano alti. Hanno un collo e un becco lunghissimi, puntano dritto agli occhi. Le zampe hanno artigli minacciosi, pericolosamente vicini ai miei capelli. I miei lunghi capelli rossi, guai a chi me li tocca.
Cerco di spaventarli, con gesti scomposti e urla disumane. Anche quelli emettono suoni rauchi, ma piú bassi. L'altro continua a russare. Ogni tanto colpisco uno di quei mostriciattoli col tacco dei miei stivaletti. Qua e là si posano sulla sabbia  delle specie di insetti verdi, giganti, disgustosi, tipo mantidi o cavallette di dimensioni esagerate. Sono prontamente divorate dai polli assassini. La battaglia non finisce mai, mi sento distrutta.
Poi sento un rombo basso di motori, e compaiono due specie di moto, senza ruote, nell'aria, basse, quasi a contatto del terreno. Sono cavalcate da due ragazze dai lineamenti molto simili, occhi di taglio orientale, dolci, capelli neri lunghi, lucidi. Cercano di parlarmi per rassicurarmi, ma non le capisco. Parlano una lingua strana, fatta da una mescolanza di parole e pronunce diverse. Mi sembra di capire qualche parola giapponese, tipo "amicizia", "aiuto", ma non sono giapponesi. Sono esasperata, non capisco e non riesco a farmi capire. Tiro un calcio alla spalla sinistra del vecchio che dorme, con i nervi a fior di pelle, con le poche forze che mi rimangono.
Si sveglia.
 

Vincent

Vedo avvicinarsi la ragazza dai capelli rossi, scalza, gesticolante, quasi comica. Ha le unghie delle mani e dei piedi smaltate di colori assurdi. Sembra fare di tutto per essere appariscente, sia per la corporatura, alta e magrissima, sia per i capelli, rossi e lunghissimi, sia per il viso, dolce e bellissimo. I vestiti, ormai ridotti a stracci infangati, dovevano essere ricercati e stravaganti.
Cerca di convincermi ad alzarmi. Non le dó retta. Continua a parlare con fare convincente, con mosse aggraziate, mi fa subito capire di essere dalla mia parte.
Ha una strana capacità di scavalcare strati di convenzioni sociali e di arrivare direttamente al nocciolo della questione. Mi ispira simpatia, eppure continuo a non darle retta. Specialmente da dopo che mi sono sposato non riesco piú a fidarmi delle donne. Sono esseri affascinanti, sono il sale della terra; ma hanno un modo di ragionare assolutamente incompatibile con quello degli uomini. E sono pericolose, so che non riuscirei mai a difendermi da loro. Non devo e non voglio dare retta a questa ragazzina dai capelli rossi e dalle mossette accattivanti. Ognuno per la sua strada. Continua a ispirarmi fiducia. Tanta fiducia che alla fine mi viene sonno e capisco di potermi addormentare senza correre rischi. Che diamine, la notte è fatta per dormire!
Mi risveglio con un dolore intenso alla spalla sinistra. Uno sguardo al mio inseparabile orologio: sono le cinque, ed è ancora notte. Percepisco appena un albeggiare lontano, nascosto da nuvole scure. Sono passate solo quattro ore? O forse un giorno e quattro ore? Ho perso la cognizione del tempo. Mi guardo intorno. Qualcuno deve avermi trascinato verso la base di una roccia. Le ragazze adesso sono tre: la rossa, che è come se fosse reduce da combattimenti all'ultimo sangue, distrutta, e quelle che sembrano due gemelle dall'aspetto un po' orientale. Le gemelle mostrano una certa preoccupazione per me, mi guardano con apprensione, come se avessi qualcosa che non va. La rossa invece mi fa capire minacciosa che è finito il tempo di dormire.
Peccato.
 
 

 
   
 
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