Serie TV > La casa di carta
Segui la storia  |       
Autore: Ivy001    23/02/2021    1 recensioni
Se la quarta serie non fosse finita con la morte di Nairobi? Se Gandia fosse stato freddato alle spalle o anche solo attecchito con un colpo alla gamba, prima di compiere quell'atto atroce? Come sarebbe proceduto il colpo se Lisbona fosse stata liberata e ricondotta dal Professore, anziché entrare nella Banca dai suoi compagni?
Tanti SE ... e mi piace immaginare che le cose siano andate davvero come nella mia fantasia.
Quindi partirò proprio da lì, da quando il fanatico Capo della sicurezza della Banca di Spagna, è prossimo a far fuori Nairobi.
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All’oscuro di quello che accade nel nascondiglio del Professore e tantomeno dei piani della polizia, la Banda continua a lavorare ininterrottamente.

In fonderia, i saldatori sono esausti e Bogotà esige da loro più del massimo.

“Non ti pare che debbano riposare? Almeno un paio di orette, tra poco li vedremo stesi a terra” – sostiene Denver all’amico.

“Bisogna uscire il prima possibile da qui. Un po' di sforzo in più ora, per la sicurezza della libertà” – commenta l’omone, asciugandosi la fronte sudata con il dorso della mano.

“Sono d’accordo con te, anche perché ogni minuto in più qui è un rischio per tutti. Però..”
“Però nulla Denver! Io voglio uscire, voglio tornare alla mia vita”

A quel punto il sorrisetto malizioso del ragazzo e la sua solita e buffa risata, spiazza Bogotà – “Che hai da ridere adesso?”

“Ammetti che non vedi l’ora di rivedere Nairobi e di…” – a quel punto si zittisce perché è l’uomo a farlo dandogli una sberla dietro la nuca.

“Piantala di fare queste battute! E’ normale che voglia stare con lei, ma non come credi tu”

“Ah si certo! A chi la vuoi dare a bere? Ma ti capisco, sappilo!”

“E’ da quando siamo al monastero che mi prendi in giro, scemo!!” – nascondendo l’imbarazzo, Bogotà chiude il discorso – “Adesso torniamo a lavorare! Meno chiacchiere…”

Eppure in quel momento, un flash è piombato nella mente dell’uomo.

 

------------- FLASHBACK

 

E’ pomeriggio e Nairobi, seduta in giardino e sfoglia alcuni appunti presi durante le lezioni di Sergio, approfittando anche del sole caldo e piacevole che le illumina il viso.

Indossa un giacchettino rosa confetto e una maglietta nera aderente con una scollatura che ovviamente non può non essere notata, soprattutto dai maschietti.

O meglio, da Bogotà!

Ed è proprio lui che, qualche metro lontano, la osserva non togliendole gli occhi di dosso. Fuma il suo sigaro e contiene il nodo allo stomaco che avverte ogni volta che ha Nairobi vicino.

Gli basta vederla accavallare la gamba, così sinuosamente, o sistemarsi i capelli, per cadere preda dell’estasi.

Una volta gli passò accanto, con passo felino, ancheggiando i fianchi, e lui si sentì morire dentro.

Ormai svegliarsi al mattino sapendo di poterla vedere, sempre più bella, è la gioia della giornata.

Si limitava tante volte a guardarla immaginando come sarebbe accarezzarla, o baciarle il collo. Una notte sognò anche di fare l’amore con lei.

E proprio in quei minuti, mentre Nairobi è alle prese con la sua solitudine, Bogotà ricorda frammenti di quello strano sogno.

Arrossisce al solo pensiero e scuote il capo, come a voler rimuovere idee che sembrano fin troppo spinte nei confronti di una donna che, in fondo, non conosce e che vive solo durante le lezioni del Professore.

Sospira profondamente, tornando ad inalare il fumo del suo sigaro.

In quel preciso istante, qualcuno lo raggiunge per fargli compagnia.

O forse non proprio per fargli compagnia. Piuttosto per prenderlo in giro.

 “A furia di guardarla, la consumerai sai?”

“Come?” – l’omone grande e grosso riconosce la voce di Denver e voltandosi verso di lui, si mostra alquanto confuso da tali parole.

“Non vorrai farmi credere che eri immerso nei tuoi pensieri? Perché se è così io quei tuoi pensieri li ho ascoltati chiaramente e non erano molto puliti… e per di più avevano a che fare con la moretta laggiù” – il giovane punzecchia il compagno di squadra perché è fin troppo evidente che questo ha una cotta folle per Nairobi.

“Che cazzo dici? Hai fumato erba, per caso?” – imbarazzato, Bogotà cerca di contenere la vergogna, dando uno scappellotto affettuoso al giovane che vista l’età potrebbe essere suo figlio.

“Dai, ammettilo una buona volta che Nairobi ha fatto perdere la testa anche a te e ti piacerebbe…” – il gesto esplicativo di Denver  che si sostituisce alle parole, fa ridere l’adulto che  a quel punto non può che dirgli – “Che idiota che sei! E’ così che definisci le notti con la tua Stoccolma? Con quel gesto?”

“No, ovviamente. La mia Monica ed io ci amiamo. Lei lo chiama “fare l’amore”. Sono anni che non facciamo più sesso” – spiega, nostalgico di momenti di intensa passione.

“E non è la stessa cosa di “fare l’amore”?” – domanda Bogotà, mentre tenta di distogliere lo sguardo da Nairobi, ancora fissa al suo posto.

“Bo, chiedilo a lei. Le donne fanno sempre le romantiche. Però…sei furbo, sai?”

“Che vuoi dire?”

“Hai volutamente cambiato discorso, spostandolo su di me e le mie scopate. Io piuttosto vorrei che anche tu avessi di questi momenti. Da quanto tempo non stai con una donna? Dai, a me puoi dirlo. Ormai ci conosciamo”

Bogotà sospira profondamente, rassegnandosi alla curiosità dell’amico. Però ripensa alle sue ultime parole: Nairobi ha fatto perdere la testa ANCHE a te.

“Chi altro si è infatuato di Nairobi?” – domanda, mostrandosi fin troppo interessato.

L’espressione di Denver è palesemente soddisfatta di tale quesito – “Ahhhh vedi che è come dico io? Ti piace, ti piace, ti piace” – ridacchiando, gli dà una pacca sulla spalla e aggiunge – “Guarda che lei ha il suo fascino gitano. Quando il Professore ci portò nella casa di Toledo, anche Berlino fece apprezzamenti su di lei”

Berlino?!  Il maschilista che durante la rapina quasi la soffocò?

“Perché questo non mi stupisce? Lui ha avuto ben cinque mogli non è affatto indifferente alle belle donne” – puntualizza poi Bogotà, ricordando le storie del defunto amico.

L’uomo torna, così, a guardare Nairobi e in quel momento lei si libera del giacchetto.

La sua pelle olivastra sembra luccicare sotto i raggi del sole.

“Caspita” – commenta, stavolta ad alta voce, riferendosi a quanto ciò che ha visto lo ha eccitato.

“Fossi in te mi butterei! Domani è il compleanno di Monica. Dille qualcosa di carino, provaci insomma”

“Hai visto quanto è dura parlarle? Ha un muro invalicabile davanti a se”

“E’ che è innamorata dell’uomo sbagliato, tutto qua” – dice Denver.

“Già” – commenta amareggiato Bogotà.

Il figlio di Mosca però pensa di agire da Cupido e in quel momento decide di intervenire a modo suo.

“Hey Nairo, puoi venire un attimo” – la chiama a gran voce.

“Che cazzo fai?” – gli sussurra l’altro, afferrandogli un braccio.

“Tranquillo, fidati”

La donna, si volta e riconosce la voce dell’amico. Alzando gli occhi al cielo, li raggiunge, già consapevole di qualche battuta da parte dei due.

“Che succede? Qualcosa non va?”

“Vorrei chiederti se ti va di mettere su un po' di musica. Così da ballare, che dici?”

“EH?” – esclamano in coro Nairobi e Bogotà.

E in quel momento i loro sguardi si incrociano e una strana vibrazione viene percepita da entrambi.

Però la donna sorvola, dando l’ok al ragazzo, seppure spiazzata da una richiesta tanto assurda.

“Dovremmo chiedere al professore, questo è un monastero. Non uno stadio o una discoteca, Denver”

“Ah certo! Vado io, allora. Voi aspettate qui”

Con quella scusa, fila via.

“Io torno a sedermi lì” – dice Nairobi.

Nota come Bogotà sia rimasto impassibile e per di più in un muto silenzio.

“Vuoi venire anche tu?” – chiede lei, scioccando totalmente l’omone grosso che annuisce.

Quello è il primo se non l’unico momento che i due vivono uno di fianco all’altro.

In fondo a Bogotà bastava solo quello: starle accanto ed ammirarla.

Sì, gli bastava quello…per ora!

 

-------------------------- FINE FLASHBACK

 

Ripensare a quel momento, deconcentra Bogotà dal suo lavoro tanto da prendere una decisione.

“Ragazzi, Denver ha ragione, prendiamoci qualche minuto di pausa”

Tra la gioia dei chicos de oro, e lo stupore del figlio di Mosca, Bogotà si siede sul pavimento, invitando il compagno di Banda a fare lo stesso.

“Sai che ho ripensato al pomeriggio della musica al monastero?” – dice l’adulto al ragazzo.

La risata di Denver è chiaro segno che gli è rimasto impresso nella mente quel giorno.

“Sì, ammetti che grazie a me ti sei avvicinato a lei”  - si autoelogia, scherzosamente.

“Già, sei un vero amico! Potrei dire quasi un figlio”
“E tu sei il padre che mi è mancato in questi due anni. Grazie di esserci sempre” – lo scherzo cede il passo ad una forte emozione e a un legame ormai diventato essenziale per entrambi.

Dopo un tenero abbraccio, i due si godono un bel panino, pronti a tornare a sgobbare, pronti a riprendere in mano la situazione e sistemarsi per la fuga dalla Banca, pronti a riabbracciare i loro cari: Cincinnati per Denver, e Nairobi per Bogotà.

Ma Nairobi è chiusa nel nascondiglio di Sergio e Alicia minaccia di far esplodere il posto!!
E’ davvero certo, Bogotà, che una volta fuori può riabbracciare con certezza assoluta la sua amata?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: Ivy001