È ormai sera ai Cinque Picchi e, come sempre, Sirio il Dragone ritorna più morto che vivo dopo un estenuante allenamento col Maestro. La sua unica consolazione è rivedere Fiore di Luna.
La ragazza, nel vedere Sirio traballante, gli va incontro per sorreggerlo, mentre il Maestro si apparta di fronte alla cascata per la sua solita meditazione serale. Finalmente i due hanno un po’ di privacy.
«Non ne posso più di questi allenamenti massacranti, li trovo inutili. Insomma, ormai sono un Cavaliere!» La tentazione di buttare il Maestro giù dalla cascata è forte, rivela Sirio, ormai stremato.
«Stai esagerando! E poi a me non piacerebbe un fannullone che si dà delle arie!» confessa Fiore di Luna, ferendolo nell’orgoglio.
«Oh, ma io non intendevo dire che non devo più allenarmi, solo che vorrei farlo in maniera da non ridurmi a uno zombie tutte le sere! E non mi sono affatto dato delle arie!»
«Comunque ho preparato una minestrina con le erbe dei Cinque Picchi.»
«Oh, no! Ehm, cioè, volevo dire: sai che preferisco il riso.»
«Lo so, ma ho pensato ti avrebbe fatto piacere mangiare qualcosa di diverso.»
Dal momento che Sirio non sopporta l’effetto che quelle erbe hanno sul suo povero intestino, cosa che non ha mai svelato alla ragazza, rifiuta gentilmente la cena, mostrandosi addolorato.
«Davvero, Fiore di Luna, proprio non me la sento di mangiare, ma non te la prendere! Puoi sempre conservare la minestra per il Maestro, gradirà di sicuro una doppia razione.»
Lei, dispiaciuta, annuisce. Sa che il Maestro ne va matto, dunque accoglie il suggerimento di Sirio e mette via il piatto. Approfittando della situazione, il ragazzo le chiede poi di fargli dei massaggi, poiché è ancora dolente a causa dei numerosi crampi post - allenamento. Lei accetta più che volentieri, il contatto fisico col suo Cavaliere la inebria sempre. Purtroppo, a causa della presenza del Maestro e dei lunghi allenamenti, i momenti di intimità tra i due sono spesso ridotti al minimo. Sirio rimarrebbe nelle mani di Fiore di Luna tutta la vita, ma la magia del momento, ahimè, viene bruscamente interrotta.
Toc, Toc. Sentono improvvisamente bussare.
«Oh, no, il Maestro è già tornato!» esclama agitato Sirio. Ma alla porta non è l'anziano Cavaliere, bensì Tiscia, una vecchia conoscenza di Fiore di Luna, che non perde occasione di avvicinare i Cavalieri. Così, ogni volta, trova delle scuse per andare a trovare Sirio o Crystal, che è invece fidanzato con Galaxia, la migliore amica di Fiore di Luna.
Tiscia è una ragazza attraente, bruna e formosa, ma anche estremamente antipatica e invadente. Questa volta indossa un tubino rosso, che lascia ben poco all’immaginazione. Sirio e Crystal non ne sono minimamente interessati, eppure lei non si arrende. Come di consueto, entra in casa spavalda. «Oh, ciao, Fiore di Luna! Sirio, mi sembri un po’ rigido, vuoi dei massaggi?» chiede subito, senza pudore.
«Ti ringrazio, ma ci stava già pensando egregiamente Fiore di Luna. Cosa sei venuta a fare a quest’ora?»
«Ma insomma, è così che tratti gli ospiti? Non ti fanno più piacere le mie visite?»
Il ragazzo, in verità, non ha mai gradito le sue visite inopportune. Tiscia ne è consapevole, ma fa finta di nulla.
Questa volta, però, la disturbatrice seriale non dura molto. Poco dopo, infatti, rincasa il Maestro che, nel vederla, inizia subito a sbraitare e, senza troppi complimenti, l’accompagna alla porta.
«Quante volte devo dirvi di non fare entrare quella donna ai Cinque Picchi? Disturba la serenità interiore di Sirio!»
«È stata colpa mia, Maestro. Non volevo essere scortese!» si giustifica Fiore di Luna, addossandosi la colpa come sempre. Poi, quando riprende a massaggiare la povera spalla del Cavaliere, il Maestro rivolge a entrambi un’occhiata sinistra.
«Fiore di Luna, lascia perdere Sirio, lui è un Cavaliere e deve soffrire in silenzio. Piuttosto, vieni a massaggiare un povero vecchio.»
“Brutto vecchiaccio insolente, devi sempre rovinare tutto” pensa Sirio furente, mentre la sua ragazza lo abbandona per dedicarsi alla schiena gobba e raggrinzita del Maestro.
Tiscia, intanto, non si dà per vinta e, avendo fallito con Sirio, si reca a casa di Crystal il Cigno, che nel frattempo si sta godendo una romantica cena con Galaxia.
«Salve, Galaxia. Scusate se vi ho interrotto, pensavo che una mia visita vi facesse piacere.»
Crystal sta per rivolgerle un Sacro Acquarius, ma frena la lingua in tempo.
«Tiscia, non è che potresti passare più tardi? Vedi, Crystal e io stavamo cenando.»
«Oh, ma continuate pure, non fate caso a me.» L’ospite indesiderata finisce così per cenare con loro, come accade quasi tutte le volte. Terminata la cena, Crystal prende Galaxia in disparte.
«La prossima volta non apriamo.»
«Sai com’è lei, continuerebbe a bussare fino a sfondarci i timpani. Ad ogni modo, domani andrò a parlare con Fiore di Luna per cercare una soluzione. Non si può andare avanti così. Quella ragazza vuole un Cavaliere a tutti i costi, che vada a cercarselo altrove!» Crystal non potrebbe essere più d’accordo. Come stabilito, il giorno seguente Galaxia si reca ai Cinque Picchi, per sottoporre l’incresciosa questione a Sirio e Fiore di Luna.
«Ieri è venuta anche da noi, per fortuna ci ha pensato il Maestro a cacciarla» spiega la ragazza.
«Io la odio quella Tiscia! La prossima volta che si presenta a casa nostra, le riverso contro un Drago Nascente di straordinaria potenza.»
«Sirio, riprenditi, gli allenamenti ti danno alla testa! Forse il Maestro potrebbe suggerirci un’idea migliore.» Il ragazzo, tuttavia, non vuole interpellare il vecchio. Ce l’ha ancora con lui per averlo obbligato a mangiare la minestra che ha rifiutato la sera prima. Di conseguenza adesso è costretto a correre in bagno ogni cinque minuti, a causa dell’effetto collaterale che le erbe dei Cinque Picchi hanno su di lui.
Nel mentre che i quattro sventurati pensano a una soluzione per allontanare Tiscia, lei comincia a provarci anche con Phoenix, Andromeda e Pegasus. Chissà se, almeno con uno di loro, avrà fortuna.