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Autore: Angie_Dreyar    24/02/2021    2 recensioni
Stavano parlottando fra di loro quando sentirono un urlo dal piano di sopra e si zittirono di colpo. Perché quello, con grande sorpresa di tutti, non era Laxus. No, quello era Fried che urlava contro Laxus.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Luxus Dreher, Makarov
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: questa oneshot è un po' diversa, più introspettiva diciamo. Partiamo con un Fried incazzato con Laxus, ma l'avvertimento OOC riguarda più Laxus che Fried. Buona lettura a tutti <3



 
 

Punto di rottura

 
Nessuno in gilda capiva cosa stava succedendo. In realtà avevano tutti notato da giorni come Fried si era allontanato da Laxus non standogli più addosso. Nessuno se n’era interessato particolarmente i primi giorni, qualcuno aveva supposto che semplicemente si fosse stancato di stargli sempre attaccato, qualcuno pensava invece che fosse stato lo stesso Laxus a dirgli di smetterla di assillarlo. Nessuno comunque aveva osato chiedere nulla a nessuno dei due. Si parlavano lo stesso come al solito, solo che Fried preferiva passare le giornate in missione con i Raijinshuu o in biblioteca a leggere.
 
Quel giorno stranamente si era presentato in gilda e si era messo a leggere in un angolo e tutto stava andando bene finché Gajeel non aveva rovinato tutto. Non che fosse colpa sua, il ragazzo aveva solo chiamato Laxus “Stronzo fulminato” comparando poi il suo cervello a una lampadina bruciata. Quando Fried non aveva reagito in alcun modo, Gajeel gli aveva chiesto «Perché diavolo non difendi il tuo dio?» e la sua risposta aveva lasciato scioccati tutti, ed evidentemente perfino lo stesso Laxus.
«Non mi pare che abbia bisogno di aiuto, oltretutto è un soprannome che gli si addice» aveva detto tranquillamente senza staccare gli occhi dal libro. Da quella frase era calato il silenzio in gilda, e perfino Natsu aveva smesso di fare casino osservando i due ragazzi. Laxus poi, sembrava sorpreso quanto tutti gli altri e dopo un po’ aveva ordinato a Fried di salire in ufficio a parlare.
 
Perciò ora erano tutti curiosi di sapere cosa fosse successo tra i due ragazzi, e nessuno, nemmeno Evergreen e Bickslow avevano la minima idea di cosa poteva trattarsi. Stavano parlottando fra di loro quando sentirono un urlo dal piano di sopra e si zittirono di colpo. Perché quello, con grande sorpresa di tutti, non era Laxus.
 
No, quello era Fried che urlava contro Laxus.
 
-Non intendevi questo? E allora cosa cazzo intendevi?- aveva urlato Fried. I ragazzi sgranarono gli occhi spostando lo sguardo verso le scale, ma non riuscirono più a sentire nulla dopo quelle urla. Rimasero in silenzio come se potessero captare qualcosa, ma gli unici che effettivamente potevano farlo erano Natsu, Gajeel e Wendy, e tutti e tre erano impietriti e non osavano dire niente.
 
-Che sta succedendo?- chiese Makarov ai tre ragazzi. Wendy scosse la testa.
 
-Io…penso…non dovrei sentire…- mormorò angosciata. Makarov passò lo sguardo su Natsu, che aveva i pugni stretti e si stava evidentemente irritando per un qualche motivo.
 
-Non le pensi ma le hai dette!- sentirono l’altro urlo di Fried dal piano di sopra. Makarov osservò i tre ragazzi e le loro reazioni per sperare di capirci qualcosa, quando vide tutti e tre sgranare gli occhi e Natsu alzò la testa di scatto.
 
-Fried non doveva dirlo- fece ma debolmente, come se in fin dei conti lo capisse. Makarov a quel punto si decise e raggiunse le scale per salire al piano di sopra, incrociò Fried che le stava scendendo a gran velocità senza nemmeno guardarlo. Fece per fermarlo ma il ragazzo corse via prima che potesse dire o fare qualunque cosa, a quel punto il Master entrò nello studio preoccupato per Laxus.
 
Quando vide l’espressione sul volto del nipote e lacrime silenziose rigare le sue guance capì che qualcosa di grave era appena successo. Chiuse la porta dietro di sé e si sedette sulla scrivania, un po’ incerto su cosa dire.
 
-Ragazzo, che è successo?- osò chiedere dopo un po’, quando vide che il ragazzo si era asciugato il volto e stava fissando fuori dalla finestra senza dire una parola. Laxus si voltò verso di lui, come se si fosse accorto solo in quel momento che era entrato.
 
-In sostanza? Sono un idiota- disse in uno sbuffo.
 
-Questo lo sapevo già- disse Makarov calmo -Mi chiedo solo cosa tu abbia fatto per far urlare Fried in quel modo, onestamente non pensavo che fosse in grado di arrabbiarsi con te- gli fece con voce pacata, sperando solo di non infierire ancora di più. Ma conosceva Fried e sapeva che il ragazzo non si arrabbiava se non per una buona ragione, specialmente con Laxus. Conosceva anche Laxus da sapere che probabilmente aveva fatto una cazzata di cui si era pentito.
 
-Una cazzata- mormorò Laxus -E…non so come risolverla- concluse con la voce spezzata.
 

 
***Qualche minuto prima - La litigata***
 
Fried era entrato nella stanza e se ne stava in silenzio in attesa con la schiena poggiata sulla porta, Laxus lo osservò chiedendosi perché ce l’avesse con lui. Era già strano che fosse arrabbiato con lui, ma la cosa che lo sorprendeva di più era che Fried non gli aveva detto nulla e il mago delle rune era sempre molto chiaro riguardo le sue intenzioni. Anche se andavano contro Laxus. Perciò il biondo non aveva idea di come prenderlo.
 
-Che ti succede?- chiese. L’espressione di Fried non mutò.
 
-Cosa dovrebbe succedere?- domandò freddo in risposta. Laxus lo osservò un attimo allibito. Perché quella non era una risposta da Fried, il ragazzo era sempre chiaro e diretto nelle risposte, se doveva dirgli qualcosa non ci girava attorno. Perciò quella domanda come risposta lo spiazzava un po’.
 
-Te l’ho chiesto io- disse quindi cercando di trattenere il nervosismo.
 
-Non mi pare di comportarmi in modo strano. Perciò, perché me lo stai chiedendo? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato?- domandò Fried con tono calmo ma deciso. Laxus incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio, non lo riconosceva davvero.
 
-Ti stai comportando in modo diverso dal solito, e se ne sono accorti tutti- gli fece notare. Per un attimo vide passare un’ombra scura nei suoi occhi, ma fu solo un istante tanto che Laxus pensò di esserselo immaginato.
 
-Immagino che il problema sia il soprannome, ma sai, in effetti è quello che sei, uno “Stronzo fulminato”, esattamente come ha detto Gajeel. Il commento che ha fatto sul tuo cervello non lo condivido, ma tutto il resto sì- disse velenoso e Laxus corrugò la fronte confuso e un po’ preoccupato, chiedendosi che diavolo era successo perché Fried si comportasse in quel modo. Poche volte si era incazzato con lui, ed erano passati anni dalla loro ultima litigata quando erano ancora ragazzini.
 
-Parla chiaro e dimmi cosa c’è che non va- fece a quel punto Laxus secco. Fried rise.
 
-Oh, capisco. Io dovrei parlare chiaramente, ma tu puoi fare il cazzo che ti pare- fece e si passò le mani sulle tempie come fosse esasperato. Laxus continuava a non capire e quel comportamento lo rendeva solo più nervoso. Lo fissò in silenzio attendendo e Fried tornò serio.
-Bene. Se proprio lo vuoi sapere mi sto solo adeguando ai tuoi desideri, d'altronde non ti servono dei “ridicoli fan boy che ti leccano i piedi”, ma solo dei “buoni sottoposti che facciano il lavoro sporco per te”- fece tagliente alla fine. Laxus rimase per un attimo perplesso, poi però sgranò gli occhi sentendo il proprio sangue gelarsi.
 
-Tu…hai sentito?- chiese sorpreso. Stavolta gli occhi di Fried si scurirono davvero e, mentre Laxus poteva notare che quello sinistro aveva solo ottenuto una tonalità di un blu più scuro, era abbastanza certo che quello destro dietro la frangia si stesse scurendo velocemente.
 
-Sì- fu l’immediata risposta. Laxus deglutì nervoso. -Ho sentito tutto, dovresti essere contento di non avere più attorno un “fastidioso ragazzino gay che brama di succhiartelo”. Ringrazia il fatto che io sia un uomo d’onore che rispetta le promesse che fa, perché fosse per me la squadra sarebbe già sciolta- gli disse lasciando trasparire tutta la rabbia.
 
-Io…non intendevo questo- gli disse sgomento Laxus.
 
-Non intendevi questo?- sbottò Fried stavolta davvero adirato lasciando tutta la sua compostezza -E allora cosa cazzo intendevi?- urlò e cercò di calmarsi riprendendo il respiro e alzando un dito verso di lui.
-Quando Orga ha detto quelle parole non mi aspettavo certo che ci difendessi, ma saresti potuto rimanere zitto e sarebbe stato meglio. Invece gli hai dato ragione, esattamente quanto della nostra amicizia in tutti questi anni è stata unilaterale?- sbottò. Laxus si sentì sprofondare, perché sapeva che Fried aveva perfettamente ragione ad essere arrabbiato.
 
-Fried, sono stato un idiota, lo so ma…cazzo…lo sai che non sono bravo con le parole e…-.
 
-Lo ripeto, potevi stare zitto come fai al tuo solito- sibilò Fried.
 
-Comunque non penso quello che ho detto, né niente di tutto ciò che ha detto Orga- si affrettò a dire Laxus -Non puoi credere davvero che io pensi quelle cose- Fried lo fissò per un attimo in silenzio e quando mostrò tutta la propria delusione Laxus sentì un tonfo al cuore, perché era evidente che l’amico ci stesse soffrendo. E tutto a causa sua.
 
-Come faccio a crederti? Le hai dette, ti ho sentito io stesso e lo hai appena ammesso- fece questa volta quasi sull’orlo delle lacrime, ma le ricacciò indietro velocemente riprendendo il controllo sul proprio volto. Laxus però ormai aveva visto e non poteva ignorarlo, Fried non piangeva mai e sapere di averlo spezzato così tanto gli mandò una fitta allo stomaco.
 
-Non le penso- gli ripeté Laxus lentamente e intensamente, per lasciar trasparire tutta la sua onestà.
 
-E allora perché non lo hai smentito, ma anzi, gli hai dato man forte?- chiese Fried incrociando le braccia e fissandolo dritto negli occhi. Laxus abbassò lo sguardo temendo che qualunque cosa avesse detto potesse essere fraintesa. Fried riprese la propria grinta.
-Puoi essere negato per le conversazioni, negato con i sentimenti, forse volevi solo tirarti fuori da una situazione imbarazzante, ma ciò non ti rende meno colpevole. Non dici delle cose del genere senza pensarle. E onestamente, mi aspettavo che gli tirassi un fulmine in testa facendogli capire che tra noi quattro c’è una vera fiducia e una vera amicizia, ma non lo hai fatto! Gli hai detto che serviamo solo per i tuoi comodi, per semplificarti la vita, per…-.
 
-Smettila, ti ho detto che non le penso- sbottò Laxus nervoso. Perché sentire quelle parole da lui faceva male.
 
-Non le pensi ma le hai dette!- urlò Fried e, rendendosi conto che probabilmente lo avevano sentito al piano di sotto, abbassò la voce -Ho ripensato a quella conversazione ogni sera in questi ultimi giorni sperando ci fosse una spiegazione e sai, sono giunto a una conclusione. Il problema non è la squadra, il problema sono io-.
 
-Che cosa?- chiese Laxus stupito sgranando gli occhi.
 
-Il problema è l’amico gay perdutamente innamorato del Dio del Tuono. Dato che ti dà così fastidio avermi intorno e dato che mi schifi, non penso sia un problema se le missioni d’ora in avanti le completiamo senza di te- continuò Fried e si voltò verso la porta poggiando la mano sulla maniglia.
-E tanto per chiarire, il mio amore per te era davvero sincero, cresciuto da un’amicizia profonda che credevo di condividere con te, non mi sono mai avvicinato con doppi fini e non mi sarei mai permesso di forzare una nostra relazione, perché per me la nostra amicizia valeva più di qualunque altra cosa. A quanto pare non c’è mai stata, se è bastato scoprire che sono gay per schifarmi e trattarmi come una qualunque patetica ragazzina che richiede le tue attenzioni- le parole uscivano velenose, Fried però non aveva ancora finito.
-Aveva ragione tuo nonno, non saresti mai dovuto rientrare a Fairy Tail. E ti ricordo un’ultima cosa: sono io il Capitano dei Raijinshuu, una squadra che è nata per sostenerti e che sceglie le battaglie in cui seguirti. Non hai alcun potere su di noi- con quelle ultime parole uscì dalla stanza incrociando il Master nel corridoio, ancora furioso e pieno di adrenalina in corpo per ciò che aveva detto camminò velocemente giù per le scale e uscì dalla gilda, allontanandosi il più in fretta possibile da tutti prima di scoppiare in lacrime.
 
***
 
Makarov non era riuscito a evitare di pensare al nipote da quando quello era tornato a casa senza dirgli nulla. Onestamente era parecchio preoccupato, perché Fried era sembrato fuori di sé. Ma Makarov era preoccupato soprattutto per il nipote, perché sapeva quanto si appoggiasse a Fried e temeva che potesse avere un crollo. D'altronde in tutti quegli anni non pensava avessero mai litigato e l’unico periodo in cui erano stati separati era stato l’esilio. Il Master rigirò il liquido nel bicchiere osservandolo pensieroso e Mirajane gli si avvicinò.
 
-È preoccupato per Laxus?- domandò. Makarov sospirò.
 
-Sono sempre preoccupato per lui- disse -Ma sì, sono davvero preoccupato questa volta- ammise portandosi poi il bicchiere alle labbra e bevendo un sorso.
 
-Sono sicura che qualunque cosa sia successa la risolveranno- disse la barista tranquilla -In fin dei conti, non ricordo una volta in cui non fossero assieme-. Makarov sospirò, era proprio quello il problema.
 
-Dimentichi che parliamo di mio nipote, non esattamente il migliore nei rapporti sociali- le fece notare. Mirajane sorrise candidamente.
 
-Oh, sono sicura che da quando è tornato dall’esilio sia migliorato parecchio- disse convinta. Makarov non ne era altrettanto certo ma finì di bere dal proprio bicchiere e si avviò verso casa, sperando che Laxus volesse parlarne con qualcuno.
 
Quando arrivò notò subito che il nipote era seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto. Makarov non lo salutò nemmeno ma entrando in cucina notò che la cena era già pronta, perciò prese i due piatti e li portò in salotto dandone uno al nipote che bofonchiò un ringraziamento. Il Master si sedette sul divano pensando che forse Mirajane non aveva tutti i torti e fissò lo sguardo sul ragazzo.
 
-Allora, vuoi parlare?- gli chiese. Laxus annuì con la testa ma rimase in silenzio cominciando a mangiare. Per un po’ di minuti si sentì solo il tintinnio dei cucchiai che si scontravano con i piatti, finché Laxus non si decise a parlare.
 
-Penso di essere gay- buttò fuori. Makarov alzò lo sguardo sorpreso, ma il biondo aveva lo sguardo fisso sul piatto e non osava guardarlo.
 
-Lo sai che non è un problema, no? Che non c’è nulla di cui vergognarsi?- gli chiese Makarov. Laxus sbuffò.
 
-Teoricamente lo so. Ma in pratica…è tutto un casino- borbottò poggiando il piatto sul tavolino davanti a sé. Makarov lo guardò dolcemente e comprensivo.
 
-Capisco che può essere difficile e caotico, ma lo sai che non mi importa. La cosa importante è che tu sia felice, e se lo sei accanto a un uomo, non ho assolutamente nulla da ridire- gli disse. Laxus annuì.
 
-In ogni caso…penso che l’uomo che voglio non vorrà più parlarmi- mormorò -E avrebbe ragione a farlo, perché sono un fottuto idiota- fece passandosi le mani sul volto stancamente.
 
-Ti ascolto- disse Makarov e Laxus annuì.
 
 
 
Laxus cominciava a sentirsi a disagio, il problema era quella stupida festa a cui era stato costretto a partecipare, era già stato fermato da fin troppe persone che volevano parlare con lui. Laxus odiava parlare, odiava le persone che si facevano i cazzi suoi e odiava gli impiccioni. Ancora di più, trovava fastidiose le persone come Orga che facevano insinuazioni troppo vicine alla verità.
-Sai, avere una guardia del corpo è ridicolo, uno come te non ne avrebbe bisogno- stava dicendo il God Slayer.
-A te invece servirebbe- fu la risposta. Orga rise.
-Sei un tipo simpatico- gli disse. Laxus non rispose, onestamente aveva sperato che con quella risposta si levasse dalle palle e anche in fretta. Invece il ragazzo continuò imperterrito.
 
-Non ti dà fastidio avere dei fan boy così sfegatati? Sono ridicoli, sai. Voglio dire, una volta forse incutevano timore, ora però…la ragazza è ok, ma il tipo con l’elmo da dov’è uscito?- gli chiese.
-Prega che non se lo tolga- fu la secca risposta di Laxus che cominciava a innervosirsi. Orga rise ancora.
-E il tipo con i capelli verdi? Dovrebbe essere il Capitano, giusto? Onestamente, come fai a dare un ruolo così importante a lui?-
-Si è autoproclamato- rispose subito Laxus.
-Oh capito, quindi non hai avuto modo di dire di no. Non ti dà fastidio che sia gay?- Laxus si irrigidì immediatamente a quella domanda, non sicuro di cosa dovesse rispondere.
 
-Non mi interessa- tagliò corto e cercò con gli occhi qualcuno da cui andare ma c’era fin troppa gente che copriva la sua visuale e Orga a quanto pare lo aveva preso in simpatia.
-Lo sai che ti sbava dietro? Probabilmente non vede l’ora di ficcartelo nel culo- ridacchiò Orga. Laxus posò lo sguardo su di lui nervoso, sia per come stesse parlando di Fried, ma soprattutto per cosa implicasse quella frase -Onestamente non so come fai, io sarei agitato ad avere attorno un fastidioso ragazzino gay che brama di succhiarmelo, soprattutto dato come allunga sempre le mani su di te, ho sentito che ti fa un sacco di massaggi, non è che…-.
-È comodo averli attorno- lo interruppe Laxus non volendo sentire la continuazione. Orga corrugò la fronte.
-Oh, immagino che in effetti così puoi usarlo per i tuoi comodi, in effetti farebbe qualunque cosa per te- sghignazzò Orga. Laxus bevve dal bicchiere per avere una scusa per non rispondere, non sapendo che dire. Avrebbe dovuto difendere l’amico, ma onestamente in quel momento stava pensando più a sé stesso. In fin dei conti, sapeva che a Fried di quelle chiacchiere non interessava nulla. -Insomma, usi quei tre così fanno il lavoro sporco per te- commentò. Laxus si rese conto che stava aspettando una risposta.
-Sì- disse soltanto seccamente, voleva andarsene da lì.
 
-Quindi sopporti di avere intorno quel tipo gay solo per avere tutta la squadra di fan boy al seguito?- Laxus sentì fin troppo un’insinuazione sotto quella domanda e si mise subito sulla difensiva.
-Perché altro dovrei sopportarlo altrimenti?- sbottò. Orga scrollò le spalle.
-Non lo so, ma fossi in te starei attento a non fargli allungare troppo le mani- gli disse.
-Sono abituato con tutte le ragazzine che mi ronzano attorno- ribatté Laxus irritato, poi vide finalmente Evergreen e, anche se era in compagnia di Elfman, decise di avvicinarsi alla ragazza in modo da avere la scusa per allontanarsi da lì.
 
 
 
-E Fried ha sentito tutto- concluse Laxus passandosi una mano tra i capelli. Makarov restò in silenzio e il biondo si voltò verso di lui, ma il vecchio era pensieroso e forse non sapeva nemmeno cosa dirgli. -Ho rovinato tutto, e solo perché sono stato un codardo- sbottò Laxus. Makarov prese un profondo respiro.
 
-Dovresti parlargli e spiegargli perché lo hai fatto- gli disse. Laxus però era ancora più nervoso.
 
-Lo so- rispose -Solo…non è facile, e ogni volta che parlo finisco per dire qualche stronzata-.
 
-Bhe, se vuoi risolvere è meglio che tu vada da lui. Soprattutto se è lui il ragazzo che ti piace- gli disse. Laxus annuì, sapeva che il nonno aveva ragione. Quel vecchio aveva sempre ragione. Nervoso riprese il piatto finendo la cena in silenzio, non sapeva nemmeno cosa dire a Fried, doveva dirgli tutta la verità? E lui come l’avrebbe presa? Non c’era comunque la certezza che lo avrebbe perdonato. Lo aveva paragonato alle ragazzine che gli ronzavano attorno e aveva detto chiaramente che lo sopportava soltanto per sbolognarsi dei lavori più seccanti. Si sentiva una merda, e pensò che Fried aveva ragione: non sarebbe mai dovuto rientrare a Fairy Tail. Quelle forse erano le parole che gli avevano fatto più male.
 
Sbuffò e posò il piatto vuoto sul tavolino. In ogni caso era meglio andare il prima possibile, perché sapeva che l’indomani il mago delle rune sarebbe partito per una nuova missione e Laxus non poteva sopportare di saperlo arrabbiato per troppi giorni.
 
***
 
Fried aveva il nervosismo alle stelle.
 
Aveva urlato contro a Laxus.
 
Aveva urlato contro a Laxus e non se ne era pentito. No, tutte quelle cose che aveva detto erano vere, si era perfino dichiarato e ora era praticamente sicuro che il ragazzo non avrebbe più voluto avere nulla a che fare con lui. Ma non si era pentito nemmeno di quello. Perché non poteva sopportare il fatto di essere confrontato con quelle stupide ragazzine che si aggrappavano alle sue braccia senza nemmeno conoscerlo. Perché non sopportava che i suoi sentimenti fossero ridotti a una semplice attrazione ridicola. E perché aveva pensato che tra di loro ci fosse amicizia sincera, ma a quanto pare si era sbagliato, a Laxus non gliene fregava nulla, e come al solito l’unico che ci stava male era lui.
 
Continuava a camminare su e giù per il salotto frustrato con le lacrime che gli salivano agli occhi mentre le parole che Laxus aveva detto a Orga gli rimbombavano per la testa. Era il peggior dolore che avrebbe mai potuto provare e nemmeno vomitarlo addosso a Laxus era servito a nulla.
 
Lo odiava, lo odiava, cazzo.

No, non poteva odiarlo. Ma era deluso, tremendamente deluso e non capiva, perché nessuno avrebbe detto nulla del genere senza pensarlo davvero. Nemmeno Laxus. E dopo tutto quello che avevano passato assieme, Fried aveva pensato di essere un suo amico, oltre che un compagno di squadra e il Capitano dei Raijinshuu. Ma no, lui era solo il suo servo pronto ad accontentarlo in qualsiasi modo.
 
Era stato pronto a seguirlo ovunque, a fare qualunque cosa per lui e cosa aveva in cambio? Un fottuto cazzo di niente. Avrebbe dovuto ascoltare i compagni quando gli dicevano che Laxus era solo uno stronzo egoista, che non aveva amici e non li avrebbe mai considerati tali. Lo avevano avvisato anni prima, e lui cieco e testardo li aveva ignorati, credendo che con lui fosse diverso. Sentì le lacrime salire agli occhi e si sforzò di calmarsi portandosi le dita sulle palpebre e premendo per trattenere le lacrime.
 
Ripensò un’altra volta a tutto ciò che aveva detto a Laxus, ma anche quello gli faceva solo salire dolore al petto e una rabbia che non gli permettevano di ragionare lucidamente. Non era da lui.
 
Sentì qualcuno bussare alla porta e si fermò corrugando la fronte e prendendo due profondi respiri per non farsi vedere così disperato da nessuno. Probabilmente però erano Evergreen e Bickslow. Irritato e deciso a sfogare tutta la sua rabbia su di loro andò ad aprire ma quando si ritrovò davanti Laxus rimase impietrito.
 
-Devo parlarti- disse lui subito. Fried sentì una nuova ondata di ira salire a quel tono.
 
-Esattamente di cosa? Hai bisogno che ti faccia un altro lavoro?- gli ringhiò addosso, perché era meglio mostrare la rabbia che la disperazione e non voleva farsi vedere piangere da lui.
 
-No- rispose subito Laxus -Devo solo parlarti e spiegarti perché ho detto quelle cose. Per favore- lo pregò. Fried lo guardò sorpreso dal tono e dalla sua frase, e fu solo quello il motivo per cui spalancò la porta permettendogli di entrare, pur sentendo che la rabbia non si era ancora dissipata. Laxus entrò e Fried chiuse la porta, poggiandosi poi sopra e fissandolo con astio incrociando le braccia. Non avrebbe pianto, non si sarebbe reso vulnerabile davanti a lui, gli avrebbe riversato tutta la sua furia addosso.
-Senti, capisco che tu sia arrabbiato con me, ne hai tutte le ragioni e…-.
 
-Sono furioso e deluso- precisò Fried non riuscendo a trattenersi.
-Pensavo che l’esilio ti avesse aiutato ma a quanto pare sei solo diventato più egoista- gli sibilò addosso. Laxus alzò lo sguardo e Fried notò che la sua espressione era davvero di colpa e per un attimo si pentì di ciò che aveva detto, ben sapendo che con l’argomento dell’esilio aveva toccato un tasto dolente.
-Ti ascolto- disse tra i denti.
 
-Non penso davvero quelle cose di voi, niente di ciò che ho detto quella sera, e le ho dette soltanto perché sono andato in panico. Orga stava per insinuare che fossi gay e…non lo volevo- gli disse Laxus. Fried assottigliò lo sguardo sentendo ancora più nervosismo salire dentro di sé.
 
-Immagino non volessi essere associato a feccia come me- disse maligno. Laxus sgranò gli occhi.
 
-No!- esclamò subito -Non è per questo! Io…non penso nulla del genere di te. Sei mio amico, un mio caro amico- disse sottolineando le parole -E fidati, ci tengo a te più che a chiunque altro-.
 
-Strano. Non sembrava- sbottò Fried questa volta però più calmo e prese un profondo respiro. Poteva almeno provare a mettersi nei panni di Laxus, anche se faceva male. Perché Laxus era stato chiaro, non voleva che la gente pensasse qualcosa del genere su di lui. E ciò aveva una diretta implicazione su Fried. E quello…faceva male, ma non poteva forzare i pensieri dell’amico.
-Bene, posso capire perché lo hai fatto. In ogni caso, penso di avere il diritto di rimanerci male. Ma va bene, ti perdono, se è questo che volevi- disse cercando di trattenere il nervosismo, ma lasciandolo trasparire ugualmente. Voleva soltanto finire quella discussione e partire per una nuova missione, sperando di distrarsi. Fece per aprire la porta ma la voce dell’amico lo fermò.
 
-Non ho finito- disse Laxus. Fried abbassò la mano dalla maniglia e gli fece cenno di andare avanti. Per un attimo Laxus rimase in silenzio e Fried inarcò un sopracciglio, ma decise di non mettergli fretta perché era evidente che stesse cercando le parole adatte, qualunque cosa volesse dirgli.
-Questo non ha nulla a che fare con te, voglio dire, sei gay, non è un problema ma…- Ovviamente c’era un ma. Laxus rimase in silenzio e Fried capì.
 
-Se non vuoi che ti stia vicino come prima va bene. Dimmi cosa ti dà fastidio e non lo farò più- gli disse freddo. Laxus corrugò la fronte.
 
-No, non è questo che intendo. Senti, mi piacciono gli uomini- sbottò a quel punto. Fried per un attimo lo fissò senza dire una parola, quando capì cosa intendeva corrugò la fronte confuso mentre Laxus andava avanti.
-Non mi dà fastidio che tu sia gay, in effetti, non me ne è mai importato granché. Solo…per me è diverso- spiegò il biondo. Fried lo osservò, questa volta capendolo davvero e tutta la poca rabbia che gli era rimasta gli passò. Quello non se lo era aspettato.
 
-Ok, capisco- disse calmo -Ma dovresti sapere che non c’è alcun problema nell’essere attratti dagli uomini. E tutte le persone che dicono il contrario sono ignoranti e bigotte-.
 
-Lo so, lo so- disse Laxus -È solo…non so, sono…un po’ spaventato, e non voglio che la gente lo sappia. So che non c’è nulla di male, ma…- non concluse la frase e Fried lo osservò un po’ in silenzio ammorbidendo lo sguardo.
 
-Non lo sapevo, mi dispiace aver reagito in quel modo- gli disse pacato.
 
-No, hai avuto ragione. Cioè, ho parlato malissimo di te e sei l’ultima persona che se lo merita- borbottò Laxus -E mi dispiace aver detto quelle cose su di te, davvero-.
 
-Va bene- disse Fried -Voglio dire, ha fatto male sentir dire quelle cose, ma ora mi rendo conto che ho esagerato e so il motivo per cui lo hai fatto- spiegò. Laxus annuì e si passò la mano tra i capelli nervoso.
 
-Tu…hai detto di amarmi- disse. Fried si irrigidì, ma annuì. Ormai lo aveva detto, non valeva la pena nasconderlo. Anche se a ripensarci avrebbe preferito dirglielo in un altro modo.
 
-Sì, ma come ho detto la mia amicizia con te vale molto di più e, so che è difficile, ma vorrei che il rapporto tra di noi non cambiasse- gli disse quindi. Laxus non rispondeva, ma lo osservava intensamente. Fried onestamente non capiva cosa passasse per la sua mente, ma non era sicuro fosse qualcosa di negativo.
 
-Io…uhm…- cominciò Laxus ma si interruppe -Ecco…mi sono accorto che mi piacciono gli uomini a causa tua- disse. Fried corrugò la fronte un po’ confuso, non capendo inizialmente cosa intendesse con a causa tua, e gli ci volle qualche secondo per sentire una piccola speranza dentro di sé.
 
-Intendi che ti piaccio?- chiese quindi. Laxus si passò una mano tra i capelli nervoso.
 
-Sì- borbottò -Voglio dire, non è attrazione, o meglio, c’è l’attrazione ma…è qualcosa di più, ti conosco da anni e sei l’unica persona di cui mi fido ciecamente e, insomma, mi piaci davvero, so che non è il momento adatto per dirtelo ma…dovevo farlo- concluse un po’ impacciato. Fried lo guardò per qualche istante stralunato, non poteva crederci. E tutta la rabbia e la delusione che aveva provato ormai erano stati sostituiti da confusione ed euforia. Quello era Laxus che si dichiarava. A lui. Certo, non era il massimo, e avrebbe preferito saperlo in altri modi, ma quello era Laxus che gli diceva che aveva dei sentimenti per lui.
 
-Quindi?- chiese Laxus dopo un po’ e Fried si risvegliò dal suo stato di trance senza riuscire a impedire che un sorriso gli si aprisse in volto. Si sentiva ancora un po’ stordito dopo tutte quelle emozioni, ma osservando Laxus poteva notare che aveva le guance arrossate e sembrava nervoso e intimorito.
 
-Quindi…potremmo provare a uscire e vedere come va- gli propose Fried. Laxus annuì.
 
-Sì, direi che va bene- disse subito evidentemente a disagio. Fried non sapeva nemmeno come agire. Era elettrizzato, avrebbe voluto saltargli addosso e baciarlo, ma aveva paura che qualunque cosa fosse troppo, in fin dei conti Laxus non era sembrato molto a suo agio e non pareva pronto per una relazione con un ragazzo. Gli si avvicinò di qualche passo.
 
-Sai, possiamo fare le cose con calma e se non vuoi dirlo a nessuno a me sta bene. Non voglio davvero mettere fretta e voglio che le cose funzionino bene tra noi due, perciò vorrei che tu mi dicessi sempre cosa vuoi e se faccio qualcosa di troppo- gli disse chiaramente. Notò le guance di Laxus farsi ancora più rosse e quasi non ci credette, ma vederlo così era qualcosa che gli piaceva, era carino.
 
-Vorrei baciarti- gli disse Laxus. Fried sgranò leggermente gli occhi a quell’ammissione, poi sorrise e posò le mani sul suo petto stringendo la camicia tra le dita.
 
-Bhe, questo puoi farlo quando vuoi- disse prima di tirarlo giù verso di sé e baciarlo teneramente, volendo dissolvere tutte le emozioni negative della giornata.
 
 
 
 
 
 
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Nota: Grazie a tutti per aver letto ed essere arrivati fino a qui. Era da tempo che volevo scrivere qualcosa sul tema ma non sapevo esattamente come, e non volevo rendere le cose né banali né troppo angoscianti. Non so se sono riuscita nell’intento, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Ho cercato di mantenere i personaggi il più possibile IC, ma penso di essere uscita un po’ con Laxus.
Spero vi sia piaciuta e scrivetemi pure tutto ciò che ne pensate.
Angie <3
   
 
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