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Autore: Giandra    25/02/2021    1 recensioni
❧ Hisoka/Machi
➥ pre-canon
Il sorriso di Hisoka le sembrava una via di mezzo tra una battuta di scherno e una dolce rassicurazione. «Non capita spesso che due stelle si incontrino» aggiunse lui, «non si può parlare di coincidenze.»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hisoka, Machi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stelle cadenti

 

La prima volta che Machi conobbe Hisoka aveva quindici anni, lui probabilmente pochi più di lei — non aveva mai voluto rivelare la sua età, dannata primadonna del cavolo. Si era finalmente decisa a uscire da Meteor City, nel tentativo di respirare un'aria che non sapesse di abbandono, di solitudine, di inesistenza; era corsa via di lì per essere qualcosa, per diventare qualcuno.

La prima volta che Machi conobbe Hisoka, lui era circondato da cadaveri, eppure lei non scorse una singola goccia di sangue. Non si scompose: era abituata all'odore della morte, alla vista di volti deformati dal dolore e di bocche aperte per il loro ultimo grido.

La prima volta che Machi conobbe Hisoka si scontrò con il suo sorriso strafottente, di una superbia tale che la affascinò — quella sicurezza di vincere, di essere il migliore, gliela leggeva negli occhi —, ma non si spaventò. Non deglutì, non fece un passo indietro, non abbassò lo sguardo, anzi: incastrò i propri occhi di un viola molto chiaro in quelli gialli da serpente di lui.

Il sorriso sul volto di Hisoka crebbe ancora di più.

Si avvicinò con una lentezza esasperante a lei, passo dopo passo, e si fermò solo quando furono a pochissimi centimetri di distanza l'uno dall'altra, entrambi a un metro o poco più dai cancelli della Città delle Stelle Cadenti.

«Che ci fa, una come te, in un posto come questo?» le aveva chiesto e Machi avrebbe voluto rispondere che nessuno, come lei o meno, decideva di vivere in un posto come quello, o di nascerci, o di morirci, e che allo stesso modo nessuno lo meritava; voleva anche chiedergli come facesse ad avere un'idea di lei dopo averla guardata in volto solo per pochi secondi, ma temette che se avesse parlato quella maschera di completa indifferenza che indossava si sarebbe stropicciata e non poteva permetterlo. Non disse nulla. Hisoka rise. «Una stella che non ha intenzione di cadere, eh?» Le sfiorò il mento con due dita e — pur consapevole, per puro istinto, del divario incolmabile che c'era tra le loro forze — Machi si scostò, veloce, con un movimento elegante e preciso, continuando a guardarlo negli occhi.

Hisoka, senza smettere neanche per un dannato istante di sorridere, le diede le spalle e andò via.

 

La seconda volta che Machi incontrò Hisoka aveva diciotto anni e aveva appena ucciso un uomo; parecchi uomini, a dir la verità, ma solo un istante prima di sgozzare l'ultimo si era resa conto di essere osservata e nello stesso momento in cui il bastardo moriva le sue iridi incontrarono quelle di Hisoka, che la squadrava dall'alto, appeso alla grata di un edificio fatiscente, un piede fasciato da uno stivale che si muoveva avanti e indietro seguendo un ritmo scoordinato.

Lui lasciò la presa e atterrò con estrema grazia di fronte a lei, evitando abilmente i corpi insanguinati per terra. Sorrise, poi applaudì.

Quel gesto la sorprese, sgranò di poco gli occhi, maledicendosi mentalmente poiché quello lo avrebbe notato di sicuro. Difatti, Hisoka ridacchiò divertito. «Ottimo lavoro» le disse suadente, con una voce serpeggiante che sembrava lambirti e imprigionarti in una morsa d'acciaio. «Perché li hai uccisi?» le domandò, con un tono così indifferente che Machi non comprese perché glielo stesse domandando, se comunque non gli interessava; o forse era la morte di quelle persone in sé a lasciarlo impassibile, mentre le sue ragioni lo incuriosivano.

«Loro volevano uccidere me» rispose con sincerità.

«Lo sai che giorno è oggi?»

Il repentino cambio di argomento la confuse, ma questa volta non lo diede a vedere. «Il sette agosto.»

«Brava. Oggi è “la settima notte”. Tanabata

Di che diavolo stava parlando?

Hisoka dovette intuire il suo disorientamento, perché riprese a spiegare: «Celebra il ricongiungimento delle divinità Orihime e Hikoboshi, rappresentanti le stelle Vega e Altair. Secondo la leggenda, i due amanti vennero separati dalla Via Lattea potendosi incontrare solo una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese.»

E quindi? Avrebbe voluto chiedergli, ma non lo fece: per qualche motivo, era capace di metterla davvero in soggezione e per questo preferiva continuare a ostentare calma e imperturbabilità. «Non ne sapevo nulla» ribatté soltanto.

Il sorriso di Hisoka le sembrava una via di mezzo tra una battuta di scherno e una dolce rassicurazione. «Non capita spesso che due stelle si incontrino» aggiunse lui, «non si può parlare di coincidenze.»

Machi istintivamente indietreggiò di un passo e lo guardò con astio. Voleva combattere con lei? Voleva ammazzarla?

«Non ancora» fece lui, come a leggerle nel pensiero. «È presto. Tanto le stelle sono destinate a rincontrarsi.» E con questo enigmatico congedo, di nuovo Hisoka le diede le spalle e tolse il disturbo.

 

La terza volta che Machi vide Hisoka aveva ventitré anni. Lui si era appena unito alla Brigata e si stava presentando agli altri membri. Non l'aveva degnata di uno sguardo, ma lei aveva sentito la sua aura che la puntava incessantemente come un cecchino.

Se si aspettava di trovare la stessa ragazzina inesperta di cinque anni prima, si sbagliava di grosso. Per le persone che vivevano come lei, anche pochi mesi potevano comportare una significativa variazione della personalità. Hisoka non le faceva più paura, anche se continuava ad avvertirne l'innata superiorità, non la metteva a disagio, e di certo non avrebbe potuto più spiazzarla con qualche frase a effetto che alla fine non significava assolutamente niente.

Come si era aspettata, si diresse nella sua direzione quando furono rimasti soli. Chrollo li aveva dichiarati compagni di missione e Machi aveva avvertito il suo sorrisetto irritante pur senza guardarlo in faccia.

Si incamminò verso di lei, che lo guardava con una gelida calma.

«Hai fatto molta strada» le disse, «la tua è una lunga caduta.»

«Un altro riferimento alle stelle cadenti e ti sgozzo» gli disse senza preamboli, senza mutare espressione e senza muoversi di un millimetro.

Lui dovette percepire il suo cambiamento, anche se il ghigno sulle labbra non si smosse neanche per un secondo. «Ah, sì?» Le si avvicinò, sedendosi per terra affianco a lei. «Mi piacerebbe vederti provare, prima o poi.»

Machi non rispose e si ritrovò a inspirare ed espirare con molta lentezza. Sapeva di non poterlo battere, non ancora almeno. Avrebbe potuto forse tenergli testa, ma attaccarlo conscia della sua inferiorità era da stupidi. Per cosa, poi? Per essere tremendamente fastidioso?

Perlopiù perché non riusciva a spiegarsi quei brividi che le percorrevano la schiena ogni volta che era in sua compagnia e che faticava sempre di più a mascherare. Quando non c'era non le mancava, mai una volta si era chiesta dove fosse o cosa stesse facendo, non le era capitato di sperare di rivederlo; tuttavia se fosse passato troppo tempo senza che quel pagliaccio dai capelli improponibili e dal sorriso sadico si fosse approcciato a lei, si sarebbe sentita come se le mancasse qualcosa. Qualcosa che, assieme a tutto il resto, l'aveva spronata durante quegli anni di isolamento in attesa di raggiungere una forza della quale potesse definirsi soddisfatta; qualcosa che ormai aveva quasi imparato ad aspettarsi, una prevedibile seccatura, inevitabile seppur non esattamente auspicabile; qualcosa che, se lo sentiva, a lungo andare non le avrebbe portato niente di buono.





ANGOLO AUTRICE
Questa storiella l'ho iniziata più di un anno fa, per riprenderla in mano oggi, apportare qualche cambiamento e scrivere una minuscola conclusione che non sono neanche sicura mi soddisfi. È sempre difficile per me maneggiare un testo che ho scritto tempo prima, anche solo qualche mese prima, perché mi rendo conto di come il mio stile e il mio modo di scrivere in generale cambi continuamente, ma spero che il risultato vi possa comunque piacere.
Non sono, come sempre, certa sugli IC dei personaggi. Io sono molto affezionata a questa coppia, ma è il mio primo tentativo di scrivere su di loro e boh, mi è molto difficile maneggiare Hisoka e anche Machi non è esattamente una passeggiata. Se potete, fatemi sapere. 
Grazie per essere arrivat* fin qui! ~


 

   
 
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