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Autore: Lady_Whytwornian    26/02/2021    0 recensioni
Atlantide è sulla Terra. La battaglia con il superalveare è stata vinta ed ora l'IOA deve decidere il destino della città e dei suoi abitanti
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Aveva analizzato a fondo il codice e rivisto più volte le singole procedure. Non c’erano dubbi: era stato inserito un programma silente che una volta lanciato avrebbe riattivato delle naniti ad Atlantide trasformando così tutti gli umani presenti in replicanti.
Contattò immediatamente Elbereth.
- Mia signora. Ho trovato qualcosa che non ti farà piacere.
- Capisco – disse dopo aver ascoltato attentamente ogni parola. Sospirò: - Cambio di programma – disse – adesso la priorità è diventata un’altra.
Elbereth scosse la testa preoccupata: se questo fosse successo e Atlantide fosse stata conquistata dai Replicanti i problemi per i wraith sarebbero aumentati. Avrebbero ripreso a moltiplicarsi e nella città Lantiana c’era tutto quello di cui avevano bisogno per farlo. In poco tempo la galassia di Pegaso sarebbe stata invasa dal loro peggior nemico.
Lo scopo per cui avrebbe attirato gli umani di Atlantide su quel pianeta era, per il momento, cambiato.
- Quale potrebbe essere la composizione della squadra inviata? – chiese a Guide – questo McKay potrebbe farne parte?
Guide alzò le spalle: - immagino che oltre a Teyla – è così che si chiama l’Athosiana – ci possano essere sicuramente gli umani che hai già avuto modo di incontrare: il colonnello Sheppard e il runner. Il dottor McKay non lo so, forse. Non è un soldato, ma è spesso con loro. È sicuramente abbastanza esperto della tecnologia delle naniti. Sì, potrebbe anche essermi d’aiuto…Credo abbia il gene degli Antichi. Sicuramente il colonnello Sheppard ne è dotato.
Elbereth lo guardò pensierosa: non conosceva questo dr. McKay, ma di sicuro non voleva Sheppard tra i piedi.
- Va bene. Procediamo secondo i piani. Poi decideremo il da farsi.
Il signor Woosley diede l’ordine di digitare le coordinate ricevute e l’iride si aprì. Teyla lo attraversò quasi di corsa, tanto era impaziente di verificare che le sue speranze di ritrovare la sua gente non erano vane.
Si ritrovarono in una radura al centro di una folta boscaglia. In lontananza si potevano vedere delle montagne.
- Vedete qualcosa? – chiese Ronon
Teyla si guardò attorno desolata.
- Non lo so. Forse verso il villaggio…
L’istinto di John urlava nella sua mente: - non mi piace. È l’ideale per un’imboscata – disse tenendo il P90 spianato davanti a sé.
Non fecero nemmeno tempo a realizzare cosa stava succedendo che lo stargate si attivò nuovamente e ne uscirono due dardi.
Prelevarono Sheppard e i suoi senza che si rendessero conto di cosa stesse succedendo
Con la stessa velocità con cui erano arrivati sparirono e lo stargate si richiuse.
Rodney si risvegliò con un gran mal di testa. Non sapeva quanto tempo fosse trascorso. Iniziò a guardarsi intorno e si rese conto di essere in una cella di una nave wraith. Soprattutto si rese conto di essere solo.
- E adesso che mi faranno? Mi mangeranno subito o aspetteranno? E gli altri dove sono? Hanno preso solo me?
Camminava avanti e indietro contorcendosi le mani. Dei passi attirarono la sua attenzione. Si appoggiò alle sbarre organiche della cella cercando di trovare un modo per aprirle o per raggiungere il canale dove si trovavano i comandi di accesso. Ma, come aveva già constatato in passato, la struttura era molto resistente.
- Sono venuti a prendermi…mi mangeranno…
Vide due soldati e un ufficiale che li seguiva. Sul suo viso apparve un’espressione tra il sollevato e il sorpreso: - … Todd?
- Dottor McKay.
- Dovrei essere preoccupato perché sono prigioniero dei Wraith, ma adesso mi sento sollevato perchè ci sei tu; a proposito: faccio bene ad esserlo?
Guide ignorò i discorsi di Rodney e ordinò ai soldati di scortarlo nella sala comando della nave alveare che era ripartita immediatamente dopo il rientro delle navette.
- Benvenuto sulla mia nave. Il dottor McKay? Corretto?
Rodney continuava a guardarsi attorno contorcendosi le mani. Al suono di quella voce che pronunciava il suo nome ebbe un sussulto: - Ehm…sì. – Poi mettendosi dritto: - Sì. Sono io
- Ho pensato che se avessi visto un viso conosciuto sarebbe stato più facile.
- Dove sono gli altri? Perché mi avete portato qui?
Elbereth rimase in silenzio: Rodney ammutolì.
- Stanno tornando ad Atlantide.
Il fatto che lo avesse rassicurato sullo stato di Sheppard e gli altri lo fece riflettere. Cosa volevano allora i wraith da lui?
Poi Elbereth continuò: - Ci servi…
- Immagino che con “ci servi” intendiate: ci servi vivo…Vero?
Rodney la seguiva con lo sguardo mentre camminava sul ponte della nave alveare.
- Se farai quello che ti dico – si voltò verso di lui - …sì. Intendo esattamente questo.
- Beh…in questo caso sono tutto orecchi…
- Ascolta bene, umano. Mi hanno riferito – e rivolse lo sguardo verso Guide - che sei abbastanza bravo nella programmazione delle naniti. E che hai una discreta conoscenza di tale tecnologia.
Anche Rodney si voltò verso il wraith con cui aveva lavorato tempo prima sia per salvare sua sorella sia per fermare i Replicanti.
- Insomma…ecco…
- È vero sì o no? Il tempo non è esattamente dalla tua parte…
Si avvicinò a Rodney sventolandogli davanti agli occhi il palmo della mano aperto.
- Sì. Sì è vero.
Il sudore stava iniziando ad imperlare la fronte di Rodney e un brivido freddo gli percorse l’intera schiena.
- Vedi? Serve solo un incoraggiamento…
Elbereth sorrise e poi riprese: - So che hai già lavorato con Guide per riprogrammare le naniti, quindi non è un lavoro nuovo per te…
- Con chi? – la sua sorpresa era genuina
- Ah. Giusto. Voi lo chiamate Todd, giusto?
- Ah… ecco… sì. Abbiamo lavorato insieme ad Atlantide. Ma cosa…?
Non fece tempo a finire la frase: - Bene, dottor McKay. Riprenderai il lavoro con … Todd se ti è più facile. Prima però mi servono delle informazioni.
Rodney deglutì rumorosamente; sapeva che quando ad un wraith servivano informazioni non usava mezze misure per ottenerle.
- Se posso…
- Dottoressa Elizabeth Weir…cosa mi sai dire…
Ora a Rodney era chiaro il motivo per cui era stato portato sulla nave alveare e perché avessero voluto indietro Guide. I dubbi che erano stati sollevati nella riunione ad Atlantide si erano rivelati esatti. I wraith stavano cercando di implementare la tecnologia delle naniti per i loro scopi. Gli sembrava impossibile che se ne volessero servire. Forse avevano trovato un modo per renderle inattive quando non servivano più. La sua mente era affollata da molti pensieri. Se effettivamente sapevano come gestire quella tecnologia sarebbe stato di grande interesse anche per lui. Sempreché poi lo avessero lasciato andare.
- Allora? – chiese impaziente Elbereth.
- Io…è morta. Sì. È morta…
- Dottor McKay. Come ti ho già detto, non ho molto tempo. Riprova con una versione più convincente…
- Ti dico che è morta. Almeno, la Elizabeth che conoscevo…
- E quell’altra, allora?
Rodney si rese conto che probabilmente sapevano dei replicanti e di quello che era successo. Sospirò. Cosa poteva dire?
- Ti devo persuadere?
Elbereth gli si avvicinò fissandolo negli occhi.
- No. No! Non serve! Non serve…Va bene.
Iniziò a raccontare a Elbereth quanto era successo.
Non aveva altra scelta - si disse come fosse in cerca di una giustificazione – se non glielo avesse detto di sua volontà lo avrebbe fatto parlare comunque.
- Delle coordinate nello spazio?
- Sì. Ha chiesto che venissero digitate delle coordinate che portassero non ad un altro pianeta, ma che li facessero andare direttamente nello spazio. Non voleva essere un pericolo per Atlantide e si è sacrificata per il bene di tutti.
- Commovente…Sapresti recuperare le coordinate?
Rodney rifletté prima di rispondere: i wraith conoscevano molto bene la tecnologia degli stargate, di questo ne era certo. Quella domanda poteva essere un modo per saggiare la sua collaborazione. Ed eventualmente valutare se potesse o no essere a loro utile. Era certo che se avessero ritenuto che non poteva aiutarli in alcun modo sarebbe divenuto il prossimo pranzo. Doveva cercare di guadagnare tempo. Se gli altri erano stati lasciati andare, come gli aveva detto, avrebbero sicuramente cercato di soccorrerlo.
- Io…Non saprei minimamente da che parte cominciare. Forse nella sala comandi di Atlantide si può tentare di recuperare lo storico…ma da qui…come faccio a farlo?
Elbereth rimase a pensare. Poteva combinare le due cose insieme: andare su Atlantide, aiutarli a trovare e disattivare la direttiva inserita nei loro programmi, recuperare quelle coordinate. Annuì.
Un tremore improvviso e un cambio di velocità annunciò l’uscita dall’iperspazio.
- Bene. Dicevo…ora scendiamo sulla superficie del pianeta e tu verrai con noi.
Rodney abbassò la testa. Quanto sarebbe durato ancora? E poi cosa gli avrebbero fatto?
- Ehm… ma certo…
Si recarono sul ponte di lancio. Elbereth e Guide presero una navetta mentre Rodney era rimasto fermo in piedi tra due guerrieri.
Poi il lampo del raggio smaterializzatore: non ebbe nemmeno il tempo di chiudere gli occhi. I due dardi poi lasciarono l’alveare con il loro carico.
McKay si ritrovò vicino ad una costruzione di nuovo tra i due guerrieri. Elbereth e Guide li raggiunsero dopo poco.
- Vogliamo entrare? E fece cenno con la mano a proseguire.
- Dove siamo? – chiese Rodney.
- Non l’hai ancora capito? Guardati bene attorno e poi rifletti…
Si guardò attorno e osservò la stanza. Era nella penombra e solo i wraith potevano vedere chiaramente.
- Io non vedo quasi nulla…
- Non ti preoccupare. Adesso alziamo le luci
In quel momento capì. Si trovavano in un laboratorio degli antichi. I wraith erano riusciti a trovarne uno intatto e se ne erano impossessati.
- Un laboratorio degli Antichi…Come avete fatto a trovarlo? Sembra intatto.
- Bravo…
- E ci sono ZPM? – chiese senza pensare.
Elbereth lo guardò con disappunto.
- Può darsi.
- E come avete potuto accedere alla loro tecnologia? Non avete il gene…O sì?
- Questo non ti riguarda. Adesso abbiamo un problema più grave ed urgente. Un problema comune. Guide ti spiegherà.
Stava per uscire dalla stanza quando Rodney chiese, senza rendersi effettivamente conto di quello che stava dicendo: - io…ho fame…si può avere qualcosa da mangiare? Lavoro meglio a stomaco pieno…
Poi si guardò attorno un po’ imbarazzato.
Elbereth si mise a ridere: - Ah…ti farò avere del cibo per umani, qualcosa da mangiare di adatto ai tuoi gusti. So che i nostri non sono proprio i tuoi preferiti…
Uscì dalla stanza e si fermò un attimo sulla porta e senza voltarsi gli disse: - Guide ti dirà cosa fare. Ti consiglio di essere collaborativo…
- Uh…grazie – poi dopo aver riflettuto per un secondo – aspetta…e se qualcun altro qui avesse improvvisamente fame? – disse guardando prima Guide e poi gli altri wraith nella sala – io sono l’unico umano qui dentro…
- Ah. Giusto…Allora cerca di finire prima che ci venga fame…
- Non è divertente
- Ho mai detto che lo fosse?
  
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