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Autore: _Zaelit_    27/02/2021    0 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Quella fu l'ultima volta in cui Rainiel e i suoi compagni misero piede nel palazzo Shinra. Senza più Hojo al comando del dipartimento scientifico, forse, avrebbero condotto una vita in libertà, ma restavano comunque disertori e per questo rimanere nei paraggi del quartier generale era tutto fuorché una buona idea.


Rain e Sephiroth lasciarono il Drum dopo essersi concessi qualche minuto di pace, in silenzio, l'una accanto all'altro. Quindi si ricongiunsero con i loro amici, e Zack, che si era liberato finalmente dalla prigione di metallo del laboratorio grazie anche all'aiuto di Cloud, gettò loro le braccia al collo ed espresse tutto il suo affetto, persino al temerario ex-Generale. Dopotutto, era un suo caro amico.

Non era il momento per perdersi in chiacchiere né per raccontare le gesta degli eroi che erano riusciti a sconfiggere il nemico, perché restare lì era troppo rischioso. Scelsero, allora, di far scattare l'allarme antincendio, per prevenire che dilagasse e causasse delle vittime, un attimo prima di fuggire, svanendo nell'ombra silenziosi com'erano apparsi.

Infine, si ritrovarono ai piedi della piattaforma. All'orizzonte, oltre le distese aride e le montagne, l'alba stava sorgendo, promessa di speranza. Iniziava un nuovo giorno, con le sue mille emozioni: felicità, tristezze, paure, coraggio... e chissà quante avventure.

Non avendo un luogo dove andare, l'insolita squadra si rifugiò temporaneamente nell'Oasi, almeno per un giorno e una notte, soprattutto perché non era attualmente sotto controllo e, senza Hojo a capo del dipartimento scientifico, non lo sarebbe stata per un bel po'.

Zack era stato chiaro a riguardo: quella mattina e quel pomeriggio sarebbero state all'insegna del riposo e della guarigione... ma quella sera era imperativo che festeggiassero la grande vittoria. Si procurò gli ingredienti adatti nei bassifondi e, una volta tornato, organizzò una cena con i fiocchi che li avrebbe rimessi in sesto. Il suo fu un talento sorprendente: Rain non aveva idea che sapesse cucinare, eppure si dimostrò, oltre a un bravissimo guerriero, anche un ottimo cuoco.

Al calar della sera, l'Oasi divenne un mondo completamente diverso: le risate riecheggiavano nelle sale, e moltissime storie furono raccontate a proposito di ciò che era accaduto la notte precedente.

Quando fu il turno di Rain di raccontare la verità su ciò che era successo tra lei, Sephiroth e Hojo, bastò una dettagliata descrizione degli eventi a tenere ancorati gli occhi e l'attenzione di Zack e Cloud sulla singolare storia.


«Una materia, hai detto?» il giovane dai capelli neri sentiva girare la testa, e non a causa delle bevande che si era concesso finora.

Rain piegò il viso e osservò la sedia vuota al suo fianco. Sephiroth si era alzato qualche minuto prima, allontanandosi con la scusa di aver bisogno di un po' d'aria fresca. Raccontare quella vicenda, dunque, era toccato a lei.

Tornò a guardare Zack e Cloud, alternandosi. Entrambi sembravano egualmente sorpresi.

«Non saprei come definirla, altrimenti.» rivelò allora, «Era una piccola materia rossastra, dello stesso colore del sangue. Non so come si chiami, però...»

I suoi ricordi volarono lontani, ai momenti precedenti l'assimilazione di Yoshua, di cui aveva già parlato con loro, suscitando la loro preoccupazione ma anche grande meraviglia.

«... ho avuto una visione. Anzi, direi che più che altro ho ricordato un discorso sentito da neonata che Yoshua ha riportato alla mia mente.»

Allungò le mani e sollevò due dita, per indicare i due diretti interessati.

«Hojo la chiamava "materia ignota". Ha un doppio funzionamento, ma se non agisce a diretto contatto con una delle due creature aliene da cui trae origine, si sgretola e diventa totalmente inutilizzabile. Io e Sephiroth ne abbiamo parlato proprio questo pomeriggio, abbiamo persino cercato di ricrearla ma, come pensavo...»

Abbassò un dito, poggiando la mano sul tavolo e socchiudendo gli occhi.

«La materia è andata in frantumi al minimo contatto e non ha avuto effetto. La mia è solo una supposizione, ma ho una piccola teoria. Quello che ho notato è che, dopo l'utilizzo della materia ignota su Sephiroth, l'energia di Yoshua presente in me è fluita in lui e lo ha letteralmente riportato in vita. Ma il dono di Yoshua ne ha risentito...»

Provò a far nascere un fiore dal tavolo in legno attorno al quale erano raggruppati, ma questo appassì subito. Sia perché era stremata dal combattimento e dal suo esagerato utilizzo, sia perché era accaduto qualcosa di strano in lei.

«Non puoi più usare il tuo potere?» chiese Cloud, irrigidendosi quando Zack gli circondò le spalle con un braccio, scuotendolo per esprimere la sua incredulità.

«Posso ancora, ma mi sembra di essere tornata al punto di partenza. So che, anche riprendendomi nel corso dei mesi, non avrò più quel livello di energia che Yoshua mi aveva trasmesso. Anche se lui vive ancora in me. E, naturalmente, non posso più applicare questo potere alla materia nata dal sangue. In pratica, ho sacrificato il dono di Yoshua per salvare Sephiroth, e ora non mi resta che la mia piccola percentuale. Per cui, sorge spontanea una domanda...»

Come se stesse raccontando una storia di fantasmi, abbassò la voce e fece segno ai due di avvicinarsi per ascoltarla.

«Se Yoshua ha il potere di dare la vita, e se la materia ignota ha assunto questo potere quando è entrata in contatto con lui... cosa accadrebbe se venisse infusa del potere distruttivo di Jenova?»

I due ragazzi rabbrividirono.

«Spero che non dovremo mai porci questa domanda...» Zack distolse lo sguardo, battendo i piedi a terra per sciogliere la tensione.

Non aveva tutti i torti, pensò Rainiel mentre si appoggiava più comodamente allo schienale della sedia, ma per qualche ragione sapeva che quella domanda sarebbe rimasta vivida nella sua mente, almeno per un po'.

«Quel che conta è che stiamo tutti bene. Non m'importa del dono di Yoshua.» sospirò allora la ragazza, chiudendo gli occhi e godendosi quella pace.

Ancora non le sembrava vero. Era convinta che avrebbe vissuto la sua vita da prigioniera del suo passato, eppure... eccola lì, con la sua nuova famiglia, felice e pronta alle avventure che li attendevano all'orizzonte.

«Concordo con te. Adesso Hojo e i suoi esperimenti sono soltanto un ricordo, mentre noi siamo qui a festeggiare la vittoria.» sospirò Zack, massaggiandosi lo stomaco, riempito di prelibatezze.

Tutti... Rainiel si crucciò a quel pensiero. In realtà le sarebbe piaciuto rivedere Jadin, che non aveva avuto occasione di salutare prima di fuggire da Midgar, e anche riconciliarsi con la Turk Vaneja, che ovviamente non li aveva aspettati fuori dal laboratorio per scambiare quattro chiacchiere. Se non altro, anche loro adesso correvano un pericolo in meno.

Poco dopo, il SOLDIER dai capelli neri si guardò attorno, increspando le labbra.

«A proposito, che fine ha fatto Sephiroth?» chiese, confuso.

«È uscito poco fa. Non te ne sei accorto?» replicò Cloud, più attento di lui.

«Sì, ma è via già da un bel po'.»

Un'idea sembrò stuzzicarlo, quindi alzò e abbassò le sopracciglia mentre osservava diretto la ragazza seduta di fronte a lui.

«"Qualcuno" dovrebbe andare a cercarlo. Chissà che non abbia escogitato la cosa così da rimanere solo soletto con te?» insinuò.

Cloud si affogò con il boccone di dessert che stava cercando di mandare giù.

Rain, al contrario, rise senza più prendersela per la sua battutine. Che senso avrebbe avuto negare i suoi sentimenti? Oramai era chiaro a tutti che la relazione tra lei e L'ex-Generale non era più limitata ai ruoli di mentore e allieva.

Inoltre, era contenta del fatto che Zack e Cloud si fidassero di nuovo come prima, se non anche di più, di Sephiroth. Sembrava che anche quella faccenda si fosse risolta, almeno per loro due.

Finito di ridere, Rainiel respirò a fondo a si alzò da tavola, dandosi la spinta con i palmi delle mani.

«Sei imbarazzante, ma non posso più arrabbiarmi con te.» gli concesse, prima di scuotere piano una mano mentre si allontanava. «Torno subito.» esclamò allora, lasciando la stanza.

Mentre Zack e Cloud tornavano a parlare del più e del meno e a commentare, in particolar modo, il combattimento finale di cui gli era stata data notizia, la ragazza attraversò le sale della grande villa, ora illuminata e ripulita, finchè non si ritrovò all'ingresso.

Passare un po' di tempo da sola con Sephiroth, comunque, non le sarebbe affatto dispiaciuto.

 

   
 
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