“Nii-san! Forza, mangia! Non è certo velenoso”
Ancora perplesso, il giovane ragazzo dai capelli scuri passava lo sguardo dal fratellino, alla nuvola rosa di zucchero filato che gli aveva comprato, e viceversa.
“N-non sto pensando che ci sia della roba strana dentro, Vince”
Balbettò, stringendosi sopra quella panchina umidiccia.
“E allora qual è il problema?”
Il sorriso malizioso di Vincent lo fece arrossire.
“Mi chiedevo solo…perché…”
Il rumore del carrello dei dolci, che si allontanava, li distrasse per qualche secondo.
Lungo il viale che dava alla città, passeggiavano ben poche persone, in quella giornata dal tempo sereno. Nella stagione delle piogge, era quantomeno insolito che nel cielo non ci fosse neanche un mezza nuvola biancastra, colorata dai colori accesi del tramonto.
Anche Vincent si sedette sulla panchina vicino a lui; forse anche troppo vicino.
“Non ti sembra una serata perfetta per mangiare qualcosa davanti a un bellissimo tramonto, Gil?”
“In realtà sono molto stanco. Oggi quello scemo di Break non mi ha dato tregua”
“Vero, il lavoro a Pandora è stato molto duro per tutti noi”
“Ma se non hai fatto altro che passare le tue pratiche a me, Vince”
Il sorriso del fratellino non si scalfì neppure alle parole di Gilbert che, al contrario, più passavano secondi di silenzio, più si sentiva in colpa e si agitava, benché non ne avesse il ben che minimo motivo. Era Vincent che lo metteva in soggezione, in qualche modo.
Provò a dare un morso a quella nuvola rosa, impiastricciandosi la bocca. Registrò quindi solo in un secondo momento che Vincent si era fatto più vicino a lui, giusto per vedergli prendere con due dita un po’ di zucchero filato e servirsi.
“Permettimi di ricompensare la tua fatica con questo, Nii-san”
Il ragazzo sospirò, rilasciando tutta la tensione che aveva accumulato e la stanchezza del giorno. Quando riuscì a sentire il sapore del dolce, e a gustarlo per bene, una sensazione di benessere lo invase assieme al fresco e al profumo della primavera.
Quella calma era davvero piacevole. Sentì la mano di Vincent scostargli i capelli e poi avvicinarsi al suo viso.
“Gil”
Un sussurro seguito da un bacio leggero.
Con gli occhi colorati del tramonto all’orizzonte, il giovane si voltò di scatto.
“V-Vince! I-insomma…”
Balbettò, inciampando nelle parole. Vincent rise appena e gli riempì la bocca di zucchero filato, per vendetta.
Gilbert lo guardò con rimprovero, ma l’espressione tenera che aveva messo Vincent lo fece bloccare.
“Il fratellone non mi vuole?”
“Co-cosa? No…n-non è quello…io…ah, e va bene! Dai, vieni qui”
Disse con un po’ più di sicurezza, cingendo il bacino di Vincent con un braccio per tirarlo a se e intrappolarlo in un secondo bacio.