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Autore: kioccolat    04/03/2021    0 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
dall’altra parte della città, una bellissima ragazza bionda, trascinava con difficoltà un trolley.
“Davvero Huotou, non era necessario che mi accompagnassi fin qui. So cavarmela da sola!”
“Sono soltanto preoccupata Esther... E’ una nuova città di cui non sai nulla. Volevo almeno accompagnarti al tuo nuovo appartamento”
“Stai tranquilla! Ne ho preso uno economico. Si trova da quella parte”
Sorridendo, Esther, indicò una strada e, con fiducia, si avviò su quella.
“Esther, da quella parte c'è il cimitero…dobbiamo girare l’angolo e fare due metri per arrivare al tuo appartamento…”
Silenzio.
“Certo, lo sapevo ovviamente!”
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Accelerator, Esther Rosenthal, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Shokuhō Misaki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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10 – Braccialetti
 

“Allora?”

“Le condizioni della tua amica stanno peggiorando. Abbiamo provato a farle fare riabilitazione con i supporti. Le gambe non riescono a muoversi correttamente quindi è impossibilitata a camminare.”

Il ragazzo sbiancò. Poi abbozzò un sorriso.

“Beh finché la sua vita non è in pericolo, va tutto bene no? Se non potrà più camminare ci penserò io!”

“Il tuo coraggio è ammirevole Thor. Ma il problema non sono soltanto le gambe. Te la faccio breve… C’è possibilità che non arrivi a fine mese.”

Thor si portò una mano alla fronte. Si sentiva spaesato e disorientato. In un attimo tutto il mondo gli era crollato addosso. Non poteva nemmeno lontanamente immaginare una vita senza Othinus. No, non lo avrebbe accettato.

“Ma non c’è niente che si possa fare? Una medicina, un’operazione…qualcosa!”

“L’operazione si. Ma le probabilità che sopravviva sono pochissime.”

“Non importa! Se c’è soltanto, almeno una, probabilità che sopravviva, fate tutto il necessario!”

Il medico girò le spalle a Thor e se ne andò. Sicuramente quel gesto non significava nulla di buono.

Ma lui doveva essere forte. Sia per se stesso che per Othinus. Non l’avrebbe lasciata andare.

Dopo essersi preparato mentalmente, tornò dalla ragazza

“Yahooo! Eccomi anche oggi a romperti le scatole!”

“Eheh… Non capisco da dove prendi tutta questa energia. Vai a batteria solare?”

“Mmmh… Se andassi a batteria solare, ci sarebbero giorni in cui sarei scarico. Mi piacerebbe di più andare ad elettricità.”

“Che sciocchezza…”

Othinus aveva un’aria tranquilla e, la presenza di Thor, pareva averla tirata un po’ su dalla noia e tristezza quotidiana.

“Cosa stai facendo? Nemmeno mi guardi in faccia!”

“Osserva…”

La ragazza alzò le mani mostrando a Thor un braccialetto con perline colorate intrecciate a stoffa rosa.

“E’…per me?”

“No, per la cugina di un tirocinante. Si chiama Ringo. Mi ha portato dei fiori.”

“Ma io ti porto sempre regali! E non mi hai mai fatto nulla. Non ti sembra ingiusta la cosa? Guarda che mi offendo!”

“Pensavo di farlo rosso a te, ma se lo vuoi rosa va bene ugualmente.”

“Nonono! Rosso va benissimo!”

La bionda trattenne una risata. Stare con Thor era come essere in compagnia di un bambino. Un bambino premuroso che si occupava di lei.

 

Dopo aver seguito le lezioni mattutine, Misaka ed Esther, si diressero alla caffetteria della scuola.

“Una birra…”

Disse Misaka sconsolata…

“Una tisana…”

Pronunciò Esther felice.

“Vi faccio due cappuccini.”

Proferì il barista senza guardarle.

“Come mai vuoi darti all’Alcool Misaka?”

“Io e Toma ci siamo lasciati. O meglio, io ho lasciato lui…Dopo una specie di lite.”

“Mi dispiace molto, ma affogare i dispiaceri nell’alcool non è una buona cosa.”

“Dispiaceri? Oh, no. Era per festeggiare.”

“Ah… “

“Quella sera ho pianto a dirotto…Lui era sempre stato il mio sogno. Ma a quanto pare, lo avevo visto come volevo vederlo. E non mi ero accorta della sua vera personalità…”

Esther fece una strana espressione. Misaka, con quelle parole, stava facendo sembrare Toma un mostro.

“Non fraintendere Esther. Lui è una brava persona ed ha un cuore d’oro. Ma io non reggo il passo e siamo incompatibili. Probabilmente sono restata con lui per così tanto, solo perché non avevo nessuno. Mi sento come se lo avessi sfruttato.”

Esther si alzò andando ad abbracciare Misaka. Non le disse nulla. La abbracciò soltanto. Un abbraccio di affetto, consolazione e conforto. Che donò sollievo a Mikoto.

“Ecco i cappuccini.”

Ad interrompere il momento magico, fu il barista. Che servì gli ordini alle due. Entrambe ripresero la loro postazione mettendosi composte.

“Tu invece? Volevi una tisana per calmarti? Effettivamente è da questa mattina che ti vedo su di giri ti hanno aumentato lo stipendio?”

“No! No, no! Non ha a che fare con il lavoro! Più o meno."

“Più o meno? Ora sono curiosa. Si sta facendo interessante. Racconta.”

Esther iniziò a raccontare tutto a Misaka. Partì dal principio…forse un po’ troppo principio. Iniziò il racconto dal suo arrivo in città, continuò dicendole dell’università, di Yoshikawa e Yomikawa e di come aveva incontrato Accelerator e Last Order. Finì dicendole l’accaduto di qualche giorno prima.

“Hm… Quindi, correggimi se sbaglio, ti sei innamorata del tuo datore di lavoro, un ragazzo maleducato, svogliato e arrogante, senza lavoro, che ha smesso l’università, che non sa pagare le bollette con una figlia a carico…Soltanto perché ti ha salvato dai detersivi?”

“Così la fai sembrare una cosa tristissima!”

“Tu come la vedi?”

“Un amore non corrisposto!”

“E poi ero io a farla sembrare triste?”

Esther chiuse gli occhi portandosi una mano al petto. Misaka proprio non capiva le sue intenzioni ed emozioni. Era così immatura.

“L’amore non corrisposto è il migliore. Se anche lui dovesse innamorarsi di me, finiremmo con l’uscire insieme. E non avrei tempo per studiare e concentrarmi!”

L’amica la guardò bevendo un sorso di cappuccino. Non riusciva a capire se fosse seria o stesse scherzando. Il ragionamento era molto contorto e ridicolo.

Decise così di fare una prova, per assicurarsi le condizioni dell’amica.

“Ora riesci a studiare?”

“No.”

“Perché? Come ti distrai?”

“Penso a lui… Ed è anche la sua presenza a distrarmi.”

A quanto pareva, la situazione era grave. Ma la cosa che dispiaceva più a Misaka, era non poterla aiutare nel suo percorso amoroso.

“Accelerator eh? Mi sembra di aver già sentito questo nome. Ma al momento non ricordo proprio dove… Beh, grazie per la chiacchierata Esther. Ora vado, ho un appuntamento con un’amica.”

“Buon divertimento!”

Mikoto, dopo aver salutato Esther, si diresse al parco. Classico posto per incontrarsi con un’amica. Banale, ma efficace.

Kuroko non era ancora arrivata. Quindi si sedette godendosi il venticello che tirava. Dopo tanto tempo, finalmente si sentiva libera e in pace con se stessa.

Il suo relax non durò molto, poiché una stretta l’abbracciò da dietro

“Onee-samaaaaaaaaaa!”

“Kuroko! Quanta energia!”

Con molta fatica, riuscì a staccarsi Kuroko di dosso, quest’ultima andò a sedersi accanto all’amica ritrovata.

“Aspetti da molto, Onee-sama?”

“No, sono appena arrivata. Mi stavo rilassando. Ma poi sei arrivata tu.”

“Detto così suona molto sgarbato sai?”

Misaka rise leggermente poi guardò la più piccola. Doveva ancora abituarsi al suo nuovo look. Non riusciva proprio a vederla con i capelli sciolti. Non che le stessero male, ma le codine con dei fiocchetti erano una cosa che la distingueva dalle altre banali ragazze.

“Ascolta… ma i tuoi capelli? Perché non li tieni più legati?”

Silenzio.

“Beh, si dice che quando una donna vuole ricominciare, inizia dai capelli no?”

“Ah si? E cos’è che avresti ricominciato?”

“La mia vita, senza di te.”

Misaka restò sorpresa e non riuscì a formulare nessuna frase. Anzi, non riuscì proprio a dire nulla. Cosa significavano quelle parole? L’aveva appena ritrovata e… Le diceva questo?

“Dopo aver perso i contatti con te, ho attraversato davvero un brutto periodo. Per me eri un punto di riferimento. Ho intrapreso una strana amicizia con Misaki e, ammetto, che è stata lei a risollevarmi dalla tua mancanza.”

Cosa aveva appena sentito?! Misaki? QUELLA Misaki? In pratica l’aveva sostituita? Ora l’idolo di Kuroko era lei? No, non poteva essere. Shirai l’aveva sempre venerata, rispettata e…amata.

“Misaki…”

“Si. E’ così strano?”

“Lei non fa qualcosa se non ci guadagna.”

“Non la conosci a fondo. Sei un po’ crudele Onee-sama.”

“La stai difendendo?”

“Beh, per me è una cara amica adesso.”

“Addirittura, cara? Ti ha fatto il lavaggio del cervello per caso?”

Kuroko si accigliò lievemente. Non capiva cosa stesse prendendo a Misaka. Cos’era quella reazione? Sapeva che fra la sua Onee-sama e Misaki non scorreva buon sangue… Ma non si era mai comportata in questo modo.

“Non dirmi che sei gelosa di lei...eheh”

“Ma figurati. Di cosa dovrei essere gelosa? Soltanto perché siete amiche? Pff che sciocchezza.”

Misaka si alzò guardando avanti.

“Dimmi solo una cosa… Lei mi ha sostituita?”

“Che intendi?”

Kuroko non ricevette una risposta alla domanda. Vide soltanto la sua Onee-sama darle le spalle leggermente seccata.

“Niente… Lascia perdere. Io vado a casa, devo studiare ed ho molte pulizie da fare. Buona serata…”

“Ah… Aspetta! Ma sono appena arrivata!”

“Ci aggiorniamo.”

Detto questo, molto freddamente, se ne andò arrabbiata… Anche se, a dire il vero, nemmeno lei aveva capito per cosa…


 

Angolo Kiocco: Pian piano siamo arrivati al capitolo 10^^, grazie delle recensioni. Mi fanno davvero piacere
   
 
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