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Autore: Danamochi97    04/03/2021    0 recensioni
“Ti capita mai di avere paura di quello che potresti diventare?”
“Non capisco”
“Ti capita mai di avere paura di non sapere come sarai tra un paio di mesi, con chi sarai, quello che sarai”
“Ehi, ehi guardami”
“Non ho paura di quello che sarò”
“Perché?”
“Perché tu sarai con me”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo giorno 
Il viaggio di nove ore dalla Corea alla Finlandia nel jet privato era stato molto tranquillo. 
I paesaggi nordici visti dall’alto e quel clima gelido a cui non si erano preparati rendeva tutto più eccitante. I ragazzi adoravano viaggiare, specie se poi si trattava finalmente di una vacanza. 
3 giorni interi ad Helsinki per ricaricare le batterie in vista dell’imminente concerto, erano proprio quello che ci voleva.
I suv neri dai vetri oscurati che usavano per spostarsi, si fermarono avanti ad una casetta su più piani, interamente in legno,  calorosa e accogliente.
Scesero in contemporanea trascinando i pesantissimi trolley e borsoni a mano. 
Arrivati sul vialetto si guardarono tutti un attimo negli occhi e poi, abbandonati in terra bagagli e valigie, iniziarono a correre come dei matti nel tentativo di accaparrarsi la stanza migliore.
Inutile dire che jk fu il più veloce del gruppo, seguito a ruota da Jimin che si prese la seconda stanza più bella: la penultima alla fine dello stesso corridoio dove si trovava quella di Jk. 
Il più sfortunato fu yoongi.. non era un asso nella corsa, ma in verità non gli interessava granché della stanza, anzi pensava che più piccola fosse stata, meglio ci si sarebbe trovato. Così fu infatti: prese la stanza scartata da tutti, la più piccola a piano terra.
Disfatti rapidamente i bagagli, dal momento che aveva nevicato molto il giorno prima e le strade erano ricoperte di neve, i ragazzi furono tutti d’accordo nel fare un sopralluogo del posto. Rimasero però nei dintorni della casa che, per motivi di sicurezza, era stata scelta di proposito molto distante dalla centro cittadino.
Una manto bianco candido si spiegava avanti ai loro occhi, così morbido e soffice da volercisi arrotolare. 
Jin infatti non ci pensò due volte: prese una rincorsa e si tuffò di schiena iniziando a disegnare un angelo con braccia e gambe. Jimin era affascinato dal contatto delle sue scarpe nel morbido della neve. Tae, jungkook e hoseok avevano già iniziato a tirarsi palle di neve, mentre yoongi, aiutato da namjoon stava realizzando un tenero pupazzo a cui diede il nome di Agust-D.
Inutile dire che quando una palla di neve colpì per sbaglio namjoon, anche quest’ultimo si aggregò agli altri e iniziò una vera e propria battaglia che presero tutti molto sul serio eccetto una persona 
 
 
yoongi.. 
 
Si allontanò pensieroso e si sedette su un ammasso di grosse pietre lì vicino.
Jimin, a cui nulla sfuggiva e a cui la battaglia non interessava più di tanto, lo raggiunse cauto, si sedette accanto a lui e lo fissò senza dire nulla.
Fu yoongi dopo un lungo respiro a parlare 
“Ti capita mai di avere paura di quello che potresti diventare?”
“Non capisco”
“Ti capita mai di avere paura di non sapere come sarai tra un paio di mesi, con chi sarai, quello che sarai”
“Yoongi, ehi Yoongi guardami” 
yoongi si voltò titubante verso Jimin incrociandone lo sguardo.
“Non ho paura di quello che sarò” 
“Perché?”
“Perché tu sarai con me” e proseguì  
“non sei solo, guardali” 
disse indicando con il dito il resto del gruppo che si era coalizzato nell’abbattimento, per sua sfortuna, del nemico-Jin. 
“Sono così buffi” disse Yoongi sorridendo
“Sono la nostra famiglia” ricatturò la sua attenzione Jimin. Yoongi gli sorrise.
Un rumore ovattato ma forte fece voltare entrambi verso i compagni.
Jin era appena caduto di sedere a terra e ora stava facendo una smorfia di dolore mentre tutti gli altri avevano iniziato a ridere.
Jimin lo vide da lontano sbraitare e gesticolare nel tentativo di essere aiutato da qualcuno di loro, ma piegati com’erano in due dalle risate, nessuno riuscì a prestargli attenzione. 
Yoongi rise di cuore a quella scenetta ridicola e Jimin annotò per il futuro, di cadere ogni qual volta yoongi si fosse sentito giù di morale. 
Il sole calò lesto e i sette nani furono costretti a rientrare.
Affamati e sudati si alternarono pacificamente per la doccia e per i pigiami stesi sui caldi termosifoni.
Jin, il cuoco del gruppo, stava cercando in dispensa qualcosa di “tipico” da cucinare. 
Trovò in cantina del pesce congelato che aveva un pessimo odore, “ma si sa” stava dicendo a se stesso “il pesce puzza sempre, è normale; cotto non si sentirà più nulla”.
Prese quei tranci di pesce giallognoli e li mise a cuocere in un pentolone con una zuppa improvvisata di ingredienti che aveva trovato in dispensa e che aveva unito unicamente sulla base del colore. 
Quando si sedettero a tavola, Jin andò a riempire i piatti per tutti. Era soddisfatto della consistenza che aveva assunto il pesce: era tenero, forse anche troppo tenero ora che ci pensava.. e anche il colore era cambiato... solo l’odore era rimasto simile, se non addirittura peggiore.. “ma si sa” si stava autoconvincendo :
“il pesce puzza sempre”.
Con un mestolo riempì sei ciotole che portò a tavola accolto dall’applauso fragoroso di tutte quelle bocche affamate.
“Tu non lo mangi Jin?”
“Sapete che odio il pesce, mi sono fatto un paio di verdure lesse al volo” 
Così, bando agli indugi, iniziarono a fagocitare la zuppa un cucchiaio dopo l’altro, talmente affamati da non interessarsi del sapore.
Mezz’ora dopo i piatti erano completamente vuoti e le pance piene. 
Tae iniziò a toccarsi l’addome
“Mmm ragazzi credo andrò in bagno” 
dopo 10 secondi si alzò e corse in bagno, nel solo e unico bagno della casa.
 
 
1 minuto dopo. . 
 
 
“Tae sbrigati devo andare anche io!!” stava dicendo hoseok sudando freddo. 
Tae uscì e venne sostituito in un lampo da hoseok che si chiuse in bagno mentre Jimin si stava lamentando di dover andare a sua volta. Namjoon a quel punto si stava insospettendo.. così interrogò Jin. 
“Hyung ma che ci hai messo in quella zuppa?”
“Le verdure ed il pesce che ho trovato! Le verdure erano nella dispensa della cucina, il pesce in cantina” 
“Non puoi aver trovato del pesce, la casa è stata chiusa per un anno e il pesce si conserva congelato per un massimo di 6 mesi... il che significa...” stava riflettendo ad alta voce namjoon “che quel pesce hyung era AVARIATO!” “Non ti sei accorto di un colore o odore particolare?!” “il pesce puzza è risaputo..e quel giallognolo è stato il colore dell’ultima collezione di Dior”. Namjoon si trattenne dal picchiarlo solo perché a sua volta fu costretto a correre in bagno.
La serata passò così: 
i ragazzi si alternavano non riuscendo mai a prendere sonno per attacchi improvvisi di diarrea e Jin, che da bravo infermiere, faceva ping-pong tra un letto e l’altro badando a tutti amorevolmente e chiedendo scusa di continuo per aver attentato alla loro vita.
Jungkook, che fortunatamente aveva scansato tutto il pesce dalla zuppa e aveva mangiato solo le verdure, fu in grado di mettersi a lavorare al suo G.C.F. 
Stava visionando un video fatto a Jimin quel pomeriggio. 
Quest’ultimo camminava pensieroso colpito da un leggero venticello che gli faceva abbassare spontaneamente gli occhi verso il basso. 
Jk rivide quei pochi secondi ancora una volta e pensò di provare ad aggiungere l’effetto rallentato; attivò lo slow motion ed osservò rapito e soddisfatto il profilo di Jimin che camminava ora a rallentatore con gli occhi chini, il viso pensieroso ed una bellezza ineguagliabile.
Hoseok giusto in quel momento aveva deciso di entrare per “distrarsi” da quelle sedute poco piacevoli a cui i 5 ragazzi erano sottoposti da ore.
“Ehi JK!” 
Jungkook saltò sul posto portandosi una mano al petto per lo spavento.
“Hyung che colpo” 
“Che combini?” 
“Stavo editando il gcf” 
“Uaaa ma questo è il nostro Jiminah! Ogni volta che lo vedo mi sembra sempre più bello” disse hoseok con sincerità
“Si lo è..” rispose sognante Jungkook mentre schiacciava il tasto play per farlo rivedere a Hoseok e poi, uscito Hoseok, per farlo rivedere a se stesso altre cento volte.
 
 
 
 
 
 
Secondo giorno 
La mattinata la trascorsero tutti e sette dormendo come ghiri; colpa della stanchezza e al 99% della cena preparata dal cuoco/omicida ..
Quando giunse il momento del pranzo tutti furono timorosi nel sedersi a tavola, cosa che non passò inosservata a Jin. 
“Ragazzi non ho cucinato io potete stare tranquilli..” dopo quella frase tutti si sedettero impugnando le posate. 
Il pranzo era stato preparato da un ristorante del posto e ora giaceva caldo e fumante sulla tavola. 
Zuppe invitanti, minestre cremose, secondi ricchi di verdure e dolci di ogni tipo decoravano quella tavola prelibata.
Gli unici rumori che si sentirono furono dapprima i crampi per la fame e poi i rutti di sazietà.
Rifocillati a dovere, i sette ragazzi concordarono di rilassarsi nelle proprie camere per essere pronti alla serata speciale che li attendeva, o almeno, questo era quello che aveva detto loro il golden maknae con fare misterioso.
 
 
 
 
21:00
“Okay come ci dividiamo?” 
“Posso guidare io?” chiese innocentemente Jimin. 
sei “NO” arrivarono all’unisono. 
Jimin ammutolì mettendo il broncio e i responsabili arrossirono. 
“Jin va a prendere la jeep” disse namjoon 
“Io prendo l’Audi” disse jungkook.
Tae guardò suga
“Oh no non fare quegli occhioni da cucciolo con me, l’altra volta hai guidato tu quindi stavolta guido io” rispose yoongi senza ammettere repliche avviandosi con lui a prendere un’altra macchina. 
Jimin rimase nel piazzale abbandonato a se stesso, bei compagni aveva..
Qualche secondo dopo il rumore del macchinone di jk lo ridestò.
“Sali?” 
 
~~~~~~~~~~
 
Era la loro seconda serata ad Helsinki, girare in quella macchina insonorizzata con le luci della città che si riflettevano sui vetri ed i finestrini abbassati era pura estasi.
“Voglio fare una cosa” disse Jimin scavalcando il bracciolo che separava i due sedili e mettendosi dietro. 
“Che vuoi fare Jimin?”
Jimin rimosse il portellone superiore e si alzò in piedi. 
Un vento freddo lo colpì in pieno petto, aprì la bocca, spalancò le braccia e iniziò a gridare come un pazzo. 
La velocità, il vento, le luci dei lampioni, tutto scorreva veloce, anche lui stava volando, era libero, leggero, felice
“YUHUUUUUUUUUHUUUUU” 
 
 
“SEI UN PAZZO JIMIN” gridò Jungkook continuando a guidare. 
Jimin rise rientrando e chiudendo il portellone. 
Brividi di freddo lo percossero mentre si sedeva nuovamente accanto a jungkook.
“Allora dove stiamo andando?” 
“Ora vedrai” disse jungkook inforcando la quinta e raggiungendo i 100 all’ora in autostrada.
Jimin e jungkook arrivarono ovviamente per primi, gli altri li raggiunsero a distanza di 10 minuti, il tempo che ci volle ai due per abituarsi a quella vista mozzafiato. 
Jungkook li aveva portati alle giostre. 
Sapeva quanto piacessero a tutti e sapeva che avrebbero apprezzato, sapeva che una persona in particolare avrebbe apprezzato..
 
 
 
“ODDIO MA È FANTASTICO QUI! È TUTTO COSÌ LUMINOSO! GUARDA JUNGKOOOK CI SONO I POP CORN E LO ZUCCHERO FILANTE ROSA! LA RUOTA PANORAMICA”
 
Jimin sembrava un bambino nel paese dei balocchi, i suoi occhi riflettevano le luci colorate e il suo sorriso diceva già tutto.
“Siamo arrivati finalmente” disse tae trattenendosi lo stomaco “tutte quelle curve....” yoongi gli allungò una busta alzando gli occhi al cielo “fa sempre il melodrammatico quando non guida lui” 
Il gruppo rise, tae lo guardò storto. 
“Credo andrò a comprarmi un mega pacco di pop corn” disse poco dopo estasiato alla vista di tutti quei chicchi scoppiettanti e profumati 
“Ma non stavi male fino a 2 secondi fa tu?!” disse yoongi irritato 
“Che ci vuoi fare, avrò un organismo forte” rispose bonariamente l’altro, correndo verso il primo venditore di pop corn al burro che vide. 
“Ragazzi se ci perdiamo ci rivediamo qui tra un’ora d’accordo?” Tutti assentirono dopodiché Yoongi raggiunse tae.
Hoseok Jin e namjoon iniziarono a vagare per il luogo incuriositi. 
Jimin si catapultò verso un ENORME peluche marroncino con gli occhi dolci, alto all’incirca un metro.
Stava parlando con il proprietario del gioco.
Jungkook si avvicinò ai due 
“Ah quindi per vincerlo bisogna colpire con tutta la forza che si ha quel centro con il martello di gomma giusto?... e quale punteggio bisogna fare per avere quello?” disse indicando l’orsacchiotto gigante 
“Almeno 850” rispose sghignazzando il venditore “ma tu esile come sei non superi i 500”.
Il venditore aveva ragione, Jimin lo sapeva, ma volle tentare ugualmente 
“Ecco il martello” prese la mira, focalizzò il centro e lo colpì con tutta la forza che riuscì a trovare nelle sue braccia. 
Il venditore visto il punteggio rise sguaiatamente mentre Jimin per l’imbarazzo abbassò la testa, ripose il martello e si allontanò, cercando di non farsi influenzare dall’eco della risata del venditore. 
Jungkook, quando vide Jimin allontanarsi, raggiunse quello stesso stand.
“Mi scusi, vorrei provare il gioco” 
“Certo ragazzo, cosa vuoi vincere?” 
“Quello” disse jungkook indicando il mega orso 
“Ahahahaha no ragazzo credimi lascia perdere, nessuno è mai andato oltre gli 800, figuriamoci tu che sei così magro, anche se alto lo ammetto” 
“Se faccio 850 quindi è mio?” 
“Certo” disse infastidito il venditore per la saccenza di jungkook 
Jungkook prese il martello, lo portò dietro le spalle con due mani, visualizzò il centro delineato da un contorno rosso, prese un bel respiro dopodichè a denti stretti e occhi chiusi, centrò con tutta la forza che sentiva di avere quel maledetto cerchio.
Il gioco suonò come fosse arrivata una squadra di vigili del fuoco, quello stand catturò l’attenzione di tutti i presenti, il venditore pareva aver perso l’uso della parola.
Jungkook aveva fatto 994/1000. 
Il venditore ancora sotto shock gli passò quel mega orso che per mesi era stato la sua carta vincente. 
Jimin, catturato da quel suono e incuriosito dalla calca di persone, era tornato indietro.
E ora Jungkook, sotto gli applausi della folla, camminava verso di lui, sorreggendo come meglio poteva un morbido orsone gigante. Era così buffo che Jimin non riuscì a trattenere una risata. 
“Tieni” disse poi imbarazzato 
“Jungkook ma come. .”
“Era quello che volevi no?”
“S-si...ma..come hai..era impossibile, nessuno ci era riuscito”
“Beh non ci avevo ancora provato io,
dopotutto sono il golden maknae no?” 
stava cercando di sdrammatizzare jungkook ma Jimin pareva incapace di pensare. 
La sola cosa che fece fu stringere forte quell’orso gigante a sè, come fosse la cosa più preziosa che avesse, sotto lo sguardo soddisfatto di Jungkook, perché, in suo onore, Jimin aveva deciso di chiamarlo Kook
L’ora era passata, al punto di incontro furono tutti puntuali. 
“Ragazzi che ne dite se prima di andarcene facessimo tutti insieme un giro sulla ruota panoramica? Non ci siamo mai stati” propose namjoon
Tutti furono felici della proposta. 
Arrivati si suddivisero per prendere posto alle panche fluttuanti nel vuoto. 
Namjoon e Jin
Hoseok tae e yoongi 
Per ultimi, a causa del peso di quell’orso, arrivarono Jungkook e Jimin.
Siccome gli altri erano già saliti furono costretti a sedersi insieme su una panca.
Jimin era al centro, a destra aveva Kook e a sinistra il vero Jungkook. 
La ruota prese a muoversi qualche istante dopo con uno scatto al quale tutti sobbalzarono spaventati reggendosi all’asta avanti loro. 
La vista mano mano che salivano diventava mozzafiato, tutta la città era visibile attraverso le luci dei palazzi, dei lampioni e della luna che di secondo in secondo sembrava sempre più vicina. 
C’era silenzio.
Jimin era ipnotizzato dal cielo mentre jungkook era ipnotizzato dal profilo di Jimin.
Tae stava scattando foto a ripetizione.
Yoongi stava corrodendo l’asta per il terrore. Namjoon ad occhi chiusi stava facendo dei respiri profondi con l’obiettivo di imprimere dentro di sè quel momento. Hoseok gridava come un pazzo ogni secondo che arrivava più in alto. 
Jin, mai troppo sentimentale, si stava sistemando il cappotto pensando che un WordWideHandsome dovesse essere sempre perfetto. 
Il girò finì prima del previsto, come tutte le cose belle, ora era arrivato il momento di tornare a casa. 
“Jiminie vieni in macchina con me vero?” stava dicendo con la voce da bambino capriccioso tae. 
“Certo taetae” rispose contento Jimin. 
Si fece passare Kook che stava traportando jungkook per quanto fosse pesante e si diresse con tae alla macchina. 
Jungkook andò a prendere la sua.
“JK vengo con te!” disse allegramente hoseok decidendo di unirsi a lui nel viaggio di ritorno. 
Namjoon Jin e Yoongi entrarono tutti nella Jeep di Jin, guidata stavolta da Namjoon per dare il cambio al compagno. 
La formazione era differente dall’andata:
Tae e Jimin erano partiti per primi, seguiti dall’Audi nera di Jungkook, dietro la quale c’era la jeep degli hyung più grandi.
Tae e Jimin stavano cantando a squarciagola canzoni improbabili, le ombre dei loro volti erano visibili dall’audi nera.
“Sono proprio due pazzi” disse ridendo hoseok 
“In realtà solo uno dei due lo è, gli altri lo diventano standogli accanto..” rispose con fermezza jungkook 
“È stato molto bello il gesto che hai fatto per Jimin stasera” 
“A cosa ti riferisci hyung?”
Kook” 
“Ah, no, nulla di che, dovevo solo usare i bicipiti, serviranno pure a qualcosa no? Dopo tanta fatica per ottenerli” rispose di un riso amaro jungkook
 
 
Erano stanchi morti.
Yoongi si fece una tisana.
Tae fu costretto dai compagni a fare una doccia perché puzzava di pop corn dalla testa ai piedi. 
Jimin namjoon Jin e hoseok se ne andarono direttamente a letto. 
Jungkook aveva la stanza dopo quella di Jimin, perciò passandovi accanto, incuriosito dalla porta semiaperta, la aprì  ancora un po’ per sbirciare all’interno, e l’immagine che vide gli scaldò il cuore: Jimin stava dormendo abbracciando l’orso gigante che si trovava sotto le coperte con lui.
Jungkook provò una sensazione così intensa che sarebbe rimasto a guardarli tutta la notte. 
Si diede uno schiaffo mentale per riprendersi e, dopo aver accostato lentamente la porta, si diresse in camera sua. 
 
 
 
 
Terzo ed ultimo giorno
Il profumo dei tipici dolci alla cannella di Helsinki rese il risveglio di tutti più piacevole.
Jimin, noto per non essere il più mattiniero del gruppo, stava ancora sbadigliando.
Si sedette e tentò di capire il senso della conversazione che stavano avendo gli altri.
“Buongiorno jiminah” stava dicendo hoseok sorridendogli 
Jimin si guardò attorno 
“Dov’è jungkook?”
“Sta editando il gcf, dice che lo vuole finire e non si può deconcentrare”
“Tae perche non mangi? tu adori i dolci” 
“Dopo tutti quei pop corn di ieri almeno per altre 5 ore non fatemi vedere cibo” 
 
 
“Qual é il programma di oggi?”
“Beh.. abbiamo la mattinata libera, ma poi dobbiamo metterci a fare i bagagli per tornare a casa, abbiamo il volo alle 8 di stasera ricordatevi!” stava dicendo perentorio yoongi  
 
“Che ne dite di fare un giro a piedi tutti insieme?” 
“È un’ottima idea jiminah”
“Vado a chiamare jungkook” disse namjoon 
Dopo mezz’ora erano tutti pronti.
Quei paesaggi sconfinati, quell’aria frizzante e la luce opaca rendevano quel posto magico, Jin inspirava ed espirava forte socchiudendo gli occhi catturato dalla videocamera di jungkook, poi intervenne Jimin, fasciato da un cappotto rosso, nel tentativo di sfidarlo afferrandolo per il colletto, non riuscendo però a rimanere serio e ai due moschettieri si unì il terzo: hoseok. 
Yoongi era andato più avanti, verso un albero spoglio ma pieno di rami che crescevano arrampicandosi in altezza. 
Era così sereno, così contento di non sentirsi più triste all’improvviso, quel senso di panico che come una morsa gli aveva sempre impedito di ragionare e di vedere il bello delle cose, quelle piccole cose che ora non solo vedeva ma apprezzava più di qualsiasi altre, quei rami, quel venticello, quel cielo plumbeo, i suoi compagni
Jin stava interrogando namjoon sulla possibilità che ci fosse vita su altri pianeti e la risposta di namjoon lo aveva lasciato con una lunga riflessione da fare “tu puoi credere a quello che vuoi, se ti fa piacere crederlo credici, non permettere a nessuno di dirti che non esiste una cosa, credi a ciò che ti fa felice e sarai sempre felice” 
 
Si fece l’ora dei bagagli.
Erano molto simili quei 7 ragazzi e così diversi quando si trattava di cose quotidiane come preparare una semplice valigia. Ci sono vari tipi di persone al mondo: quelle che buttano tutto dentro come fosse un sacco dell’immondizia tipo tae; quelli che appallottolano i vestiti “tanto le felpone se si stropicciano non si vede” tipo jungkook; il maniaco dell’ordine tipo yoongi; il maniaco dei colori abbinati tipo Jin; quelli che portano solo vestiti eleganti come Jimin; quelli che portano solo una maglia e uno spazzolino perché “la vita va vissuta alla giornata” tipo hoseok e poi ci sono le persone normali come namjoon. 
 
All’aeroporto l’attesa fu quasi più lunga del viaggio. Tae stava rubando caramelle dallo zaino di yoongi. 
Hoseok, namjoon e Jin stavano tentando di apparire persone comuni, mentre Jimin e Jungkook stavano facendo la lotta fingendo di essere su un ring, sferrandosi finti pugni e attirando l’attenzione e le risate dei passanti. 
“Ragazzi evitiamo di farci riconoscere, sapete che succede quando si accorgono di chi siamo..” Jimin e Jungkook alle parole di papà namjoon la smisero subito. 
Il viaggio di ritorno fu un po’ malinconico ma catartico.
Jungkook era riuscito a sedersi dalla parte del finestrino e ora stava riprendendo con la sua videocamera il sole tramontare tra le nuvole e queste ultime farsi sempre più dorate. 
Voleva mettere quella scena alla fine del suo G.C.F, in chiusura di un viaggio breve ma intenso che avrebbe voluto rivivere ancora e ancora, solo che non si poteva, stava dicendo accanto a lui Jimin.
“Non si può tornare indietro kookie, possiamo solo andare avanti.. Insieme
.
.
.
.
.
 
“Si” sospirò Jungkook.. “Insieme”
 
 
   
 
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