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Autore: loreley90    06/03/2021    0 recensioni
Come la prenderà il Capitano Bishop nel sentire la sua bellissima fidanzata italiana chiamare nel sonno la sua ex? I primi passi della loro convivenza si faranno più difficili o sarà la scusa per affrontare questioni non del tutto risolte?
Crossover Station19
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Carina De Luca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Maya POV

Sei così silenziosa durante il ritorno in auto verso casa. Tengo la mano destra appoggiata alla tua gamba mentre guido, le nostre dita sono intrecciate. Ho definitivamente la conferma che non sei qui con la testa, quando parte una delle tue canzoni preferite e non sembri battere ciglio. Di solito la canti talmente a squarciagola da trascinare inevitabilmente pure me nel tuo delirio. Il tuo sguardo è rivolto leggermente verso il lato opposto al mio, non permettendomi di capire cosa ci sia che non va. 

Così ti scuoto leggermente la mano, come per richiamare la tua attenzione. 

"Ehi, scusami..." dici, con tono colpevole.

"Non ti preoccupare, siamo quasi a casa."

 

Appena scendiamo dall'auto, ti fiondi dentro casa, senza rivolgermi nemmeno uno sguardo. Cammini con il viso rivolto quasi a terra, domando i tuoi capelli con una mano. Pensavo che ti saresti sentita un po' meglio, almeno un po', dopo la mia per quanto semplice sorpresa. 

Prendo un attimo di fiato prima di entrare in casa... a quanto pare tirarti su di morale sarà più dura del previsto, ma non voglio lasciarmi scoraggiare.

Chiudo la porta dietro di me e quando mi volto ti vedo in piedi, girata di spalle, con le mani appoggiate al tavolo della cucina. Devi aver gettato la borsa e il cappotto appena entrata, perché sono entrambi per terra, ai lati opposti del corridoio d'ingresso. 

Mentre li raccolgo, per sistemarli al loro posto, non stacco per un secondo gli occhi da te. Mi distrugge saperti così tormentata per la perdita della tua paziente. 

"Carina..." ti chiamo con voce bassa, come a volerti ricordare che non sei da sola, che io sono qui per te.

"Ho baciato Arizona" dici, un secondo prima di iniziare a piangere. Ti sento cercare di trattenere le lacrime, mentre di nuovo muovi la mano tra i tuoi capelli. È un gesto che fai spesso quando sei particolarmente agitata.

Ma la mia mente torna a quelle parole. 

"Tu... cosa?" ti chiedo incredula. In realtà riconosco l'inequivocabilità delle tue parole, ma spero di aver sentito male. Lo spero davvero con tutto il cuore. Non proferisci parola, né tantomeno ti volti verso di me, così mi avvicino io.

"Carina, tu cosa...?" chiedo di nuovo, quasi a volerti dare il beneficio del dubbio.

Continua il silenzio da parte tua, ma ora non posso proprio tollerarlo. Ti afferro il braccio, costringendoti a voltarti. Allento subito la presa, rendendomi conto della forza iniziale della mia presa.

I tuoi occhi sono pieni di lacrime e il tuo viso porta i segni delle scie umide che hanno lasciato su di esso.

"Ho baciato Arizona... e mi dispiace" 

"Ti... ti dispiace?" ti chiedo, retorica, la voce carica di rabbia. 

Ti guardo capendo subito che entrambe sappiamo che il problema non è tanto che tu abbia baciato qualcun'altra, tanto per chi hai baciato.

Vedo il tuo sguardo farsi quasi impaurito dalla mia reazione. Mi rendo conto che ho bisogno di  mettere della distanza tra di noi, di non guardarti, sperando che questo basti a calmare l'impeto che cresce.

Mi appoggio contro il retro del divano, con il corpo rivolto verso di te. Non riesco però ad alzare lo sguardo, non ancora almeno.

"Maya, ti prego, lasciami spiegare" mi dici, venendo verso di me, accarezzandomi il braccio, che scanso subito, appena sento quel tocco. Mi sposto, volendo rimettere una distanza maggiore tra di noi.

"Mi... mi serve un minuto" è tutto ciò che riesco a dire. Ed è davvero quello che mi serve. 

 

Carina POV

Quando ti allontani da me, togliendo il braccio da sotto le mie dita, il mio cuore va in frantumi.  Mi chiedi di darti un attimo, ma la tua reazione mi fa capire che tutta la mia preoccupazione aveva ragion d'essere. Sappiamo entrambe che il problema non è il bacio. È Arizona. Per giorni ti sei preoccupata delle conseguenze del suo ritorno in città. Ora questo!

Passo una mano tra i capelli, sentendo il mio cuore impazzire. Quando con la coda dell'occhio ti vedo girarti nuovamente verso di me, incrocio il tuo sguardo. Temo tu sia pronta ad emettere la sentenza, inappellabile, definitiva. Rivolgo il mio corpo verso di te, le braccia distese lungo i fianchi, quasi a dirti 'colpisci, sfogati, tira fuori tutta la tua rabbia'. Poi però presto maggiore attenzione al tuo sguardo. 

"Io... io non sono nessuno per giudicarti, Carina."

Sentendoti dire quelle parole percepisco ogni grammo della fatica, dello struggimento che stai provando. E di quanto ti abbia ferita.

"Ho solo una domanda da farti..."

Respiro a fatica, sentendo quelle parole, timorosa di cosa uscirà dopo dalla tua bocca.

"Sei ancora innamorata di lei?" 

Potrei rispondere di getto... vorrei poterlo fare. Solo che non è così semplice. Esito per quello che mi sembra un secondo, ma capisco che per te forse è un secondo di troppo. 

"Ho capito... scusami, devo andarmene da qui" dici, già pronta ad avviarti verso la porta, ma mentre ti volti vedo che stai piangendo. Non esito nemmeno per un secondo questa volta e vengo verso di te, afferrandoti il braccio, costringendoti a voltarti nuovamente verso di me.

"Cosa vuoi?" Mi urli contro, quasi come un leone che ruggisce. Ecco, la vecchia Maya. 

Ti rendi però conto subito di questo, di aver fatto riaffiorare la vecchia te e la tua espressione si fa ancora più delusa, sei arrabbiata con te stessa quasi quanto lo sei con me. 

Chiudi gli occhi per un attimo, mentre le lacrime ti rigano il viso, e ne approfitto per prendere il tuo viso tra le mani. Ti sento afferrarmi i polsi con forza e temo tu stia per allontanarmi di nuovo da te. Invece sembri quasi aggrapparti alle mie braccia, come un animale stanco e ferito. Continui a non guardarmi, a tenere gli occhi chiusi.

"Ehi, Maya" ti dico, alzando leggermente il tuo viso con il mio tocco, sperando questo ti convinca ad incrociare il tuo sguardo con il mio. Ed è esattamente ciò che fai. 

"Lasciami spiegare, ti prego"

Te lo chiedo con una voce implorante, consapevole di non essere nella posizione di poter fare richieste.

Mi fai un cenno di sì con la testa, mentre ti fai prendere per mano e guidare verso il divano.

Faccio un respiro a fondo, cercando di capire da dove cominciare, ma anche cosa dirti. Guardo i tuoi occhi, ancora una volta, prima di riuscire a proferire finalmente parola.

"Non so cosa mi sia preso. Ero distrutta per la perdita della mia paziente, avevo bisogno di buttare fuori quello che sentivo, quando Arizona mi ha vista..."

Ti racconto brevemente cosa è successo, incrociando a momenti il tuo sguardo, ma non riuscendo a sostenerlo a lungo. Tu resti ad ascoltarmi, in silenzio, con un'espressione che non riesco a decifrare. Credevo di conoscerle tutte le tue espressioni facciali, ma a quanto pare sbagliavo.

"...non so perché l'abbia baciata. Ero nel pallone, non ci stavo con la testa. E lo so che non è una giustificazione valida, lo so perfettamente! Ma è la verità, Maya, te lo giuro!"

A queste ultime parole, istintivamente allungo una mano verso il suo viso, posandola su di esso e facendo ancora una volta incontrare i nostri sguardi. Mi afferra il polso, e in un attimo temo che scacci la mia mano dal suo volto. Il suo respiro si fa più forte, più profondo, e il suo sguardo più intenso. Resta in silenzio, finché riesce a calmarlo.

"Non hai ancora risposto alla mia domanda..." dice guardandomi ancor più intensamente.

Le mie sopracciglia si contraggono in un'espressione perplessa. Capisce che non ricordo cosa mi avesse chiesto.

"Ti ho chiesto se la ami ancora, sei sei ancora innamorata di lei..." mi dice, con un tono di voce quasi asettico, o sfinito, non riesco bene a capirlo. La guardo e capisco che ora non le serve una risposta di getto: le serve la verità. Nuda e cruda. Qualunque essa sia. Basta che sia verità.

"Maya..." le dico, come a chiederle di ritirare quella domanda.

"Ti ho chiesto se la ami ancora..."

Il suo tono di voce tradisce questa volta la sua delusione, e in piccola parte rabbia. I suoi occhi implorano che la verità coincida con le sue speranze. 

"Arizona è stata una persona importante per me. In qualche modo conoscerla mi ha segnata. Ma la risposta alla tua domanda è no. E non lo dico perché è ciò che mi auguro tu voglia sentirmi dire, ma perché è ciò che sento."

Faccio una pausa dopo queste parole. Come ad assicurarmi che il messaggio sia arrivato forte e chiaro.

Ti alzi di scatto dal divano, andando verso la finestra. Vorrei avvicinarmi a te, abbracciarti, ma capisco che hai bisogno di mettere un po' di distanza tra di noi, per poter pensare più lucidamente forse. 

La tua risposta arriva secca, come una secchiata gelata.

"Ok" 

Tutto qui. Solamente un "ok".

 

Maya POV

Riesco a dire solo "Ok". Non voglio rispondere di getto. Mi ripeto le tue parole in mente, le riascolto, come in loop. 

"Hai detto che non la ami?" ti chiedo, come se volessi l'ennesima conferma delle tue parole. 

"No, Maya. Sei tu la donna che amo. L'unica e sola..." dici avvicinandoti a me. Ti sento appoggiare la mano sulla mia schiena, accarezzandomi, e sento il tuo viso che mi osserva mentre vieni di fianco a me. Non posso giudicarti, io ti ho fatto ben di peggio in passato, ma sapevamo entrambe che per me il sesso con Jack è stato, per l'appunto, solo sesso. Tu hai solo dato un bacio ad un'altra persona... ma tu e Arizona hanno avuto una storia. È inevitabile che questo giochi un ruolo fondamentale. 

"...ti amo, Maya" mi dici, quasi a voler dare ancora più forza a quelle parole, sussurrate solo pochi secondi fa.

Ti guardo mentre lo dici.

"Niente più stronzate simili?" ti chiedo, diretta, quasi brutale. I nostri sguardi si incrociano. 

"Niente stronzate simili, promesso" rispondi, con gli occhi fissi su di me. 

"Va bene..." è tutto ciò che riesco a dirti.

Vieni ancora più vicina a me, mentre mi accarezzi il braccio. Non mi sento ancora del tutto a mio agio al tuo tocco, e probabilmente lo percepisci dall'irrigidirsi dei miei muscoli sotto le tue dita. 

Mi guardi con quegli occhi imploranti e allo stesso tempo grati, che mi smuovono dentro, nel profondo.

Vorrei baciarti, ne sento il bisogno nelle viscere. Ma il pensiero che le tue labbra siano state di un'altra oggi ancora mi turba. Ho bisogno di toccarti, ma non ci riesco. Non ancora.

Decido che l'unica cosa che possa fare in questo momento è allontanarmi da te. Così mi volto, andando verso l'ingresso.

"Scusa, ma ho bisogno di prendere un po' d'aria..." ti dico, con voce roca. 

Il tuo sguardo mi segue ma ora non posso sostenerlo. Voglio però darti un po' di conforto.

"Tu non te ne andare, torno tra poco. Aspettami."

   
 
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