"Incredibile! Non posso credere che tu abbia sempre una fortuna così sfacciata"
Esclamò Gilbert mentre si dirigeva con Vincent nel parcheggio. Per una volta, incontrare il fratello in pieno centro città, da solo e a mezzanotte passata, si era rivelato utile per lui. Molto utile.
Gilbert si fermò davanti a una Ducati. Inizialmente Vincent non pensò appartenesse a lui, ma quando il ragazzo tirò fuori le chiavi dalla tasca, rimase sorpreso.
"E questa da dove salta fuori?"
"Ricordi quella lotteria a cui Elliot aveva partecipato? Voleva vincere un computer nuovo, ma gli è andata un po' diversamente"
"E cosi ha ben pensato di farti questo regalo. Chi è che ha una fortuna sfacciata, eh? Ma da quando hai la patente?"
Aggiunse Vincent stupito, mentre afferrava il casco che gli passava Gilbert.
"Da un po’"
"Anche io voglio la patente, uffa!"
“Quando compirai diciotto anni, hai ancora tempo”
“Già…accidenti al nostro unico anno di differenza”
Disse Vincent, sovrappensiero.
"Un anno e mezzo in realtà, se vogliamo essere più precisi"
"Irrilevante"
Borbottò il più piccolo, arrossendo e indossando il casco, stando attento a non tirarsi i capelli.
"Comunque, potrei stare da te per un po'? Le ragazze hanno litigato e non mi va di starle a sentire, dato che Noise viene sempre da me per lamentarsi di Charlotte e viceversa! Ho girato a vuoto tutto il tempo e mi annoio da morire da solo"
Spiegò Vincent mentre Gilbert lo aiutava a salire. 
"Vorresti stare in un luogo meno caotico della città, giusto, Vince?"
Chiese nascondendo un sorriso di malizia mentre metteva il casco e saliva a sua volta, mettendo in moto. Poté sentire le braccia di Vincent avvolgerlo per tenersi.
"E' un problema?"
"Assolutamente no, mi piace avere compagnia e dopo un po' mi annoio a stare a casa da solo, quindi come potrei mai rifiutare il mio fratellino"
Vincent sorrise e poggiò la testa sulla sua schiena, chiudendo gli occhi mentre sentiva il vento scompigliargli i capelli rimasti fuori dal casco.
"Ma prima voglio portarti in un posto" 
"Dove?"
"Lo vedrai"
Durante il viaggio, Vincent notò che a Gilbert piaceva parecchio la velocità, e non era male considerato il caldo, ma dovette comunque rafforzare la presa sul fratello per non rischiare di perdere l'equilibrio.
Quando arrivarono, Vincent scese sfilandosi il casco, per guardare poi Gilbert che gli sorrideva.
"Piaciuta la corsa?"
"E io che pensavo fosse solo Break a premere troppo sull'acceleratore. Vorrei conoscere il folle che ti ha dato la patente"
Scherzò. Gilbert rise e lo fece voltare. Appena Vincent alzò gli occhi, le parole gli morirono in gola e, senza pensarci, andò verso la spiaggia.
Gilbert l'aveva portato al mare. 
Ora che ci rifletteva, una volta gli aveva confessato di volerci andare di notte, quando non c'è nessuno e l'acqua è cosi nera da sembrare di immergersi in un abisso.
"È bellissimo"
Mormorò, sorridendo meravigliato, poi si avvicinò a Gilbert e lo abbracciò.
"Grazie, Gil! Sei il miglior fratello del mondo!"
Esclamò dandogli un bacio vicino le labbra e subito sentì l'altro irrigidirsi al contatto.
"Ti ho solo portato al mare, Vince, non sulla luna"
Sussurrò imbarazzato e rosso in viso, appoggiando le mani sui fianchi magri di Vincent che si mise a ridere.
"Tu non li sai proprio ricambiare gli abbracci eh, Gil?"
Scherzò ancora, stringendolo più forte a se e Gilbert si limitò a sorridere addolcito all'espressione felice del fratellino.