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Autore: TennantClub    06/03/2021    5 recensioni
[David Tennant]“Vorrei che tutti i miei personaggi esistessero realmente e vorrei anche poterli incontrare"
Probabilmente nessuno ha avvertito David Tennant di non esprimere desideri che non si è disposti a veder realizzati.
Il Dottore ha appena perduto le sue companion, accettare un desiderio assurdo fa solo parte dei mille modi per non restare soli, poco importa che si trattino di altre creature con il suo aspetto.
Gli altri? Ognuno di loro sta svolgendo una vita normale quando accettano la missione.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Doctor - 10
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiooorno, prima ancora di scler..ehmm scrivere qualsiasi altra cosa, rullo di tamburi LOKI È TORNATAAAAAAAAAAAAA!!!!!!
Non che abbia mai effettivamente smesso di esserci. Questa storia è di entrambe sempre e comunque, ma vi siamo grate per la vostra pazienza in questi mesi che per lei non sono stati affatto facili ❤

Quindi vi lasciamo con Alec alle prese con quelli che ora son diventati i Magnifici Cinque, buon divertimento! ;)


cover-Incontri-Ten-TENNANTi


 

Capitolo XIII: You have my same…




-Scusali, loro sono un po’ maneschi, specie uno,- borbotta uno degli individui  mascherati, andandogli vicino.

La sua voce gli risulta fin troppo familiare, seppur con un accento decisamente diverso.

Tuttavia non è questa la cosa che lo sbalordisce di più.

-Fatemi capire… prima che mi spingesse qualcosa eravamo davanti una cabina telefonica… ora siamo in una specie di autosalone immenso. Come può essere?-

-Amico mio, non è un autosalone, questa è la TARDIS! È più grande all’interno!- gli spiega un altro dei tizi incappucciati e mascherati. Pure questo con una voce simile, ma con un’inflessione diversa e un modo di parlare molto più veloce e un acceso entusiasmo che traspare dal suo tono.


Non ha la più pallida idea di che cosa abbia blaterato.

"Cose che sono più grandi all’interno? Che stupidaggini! Non è scientificamente possibile, nulla di questo ha il benché minimo senso e… " pondera, prima di giungere a  una brillante deduzione.

Dopotutto è un detective eccellente.

-Ho capito!- si illumina Alec. -Siete i colleghi di Millah e okay, anche i miei, ma più i suoi, che mi avete fatto questo scherzo per quella volta che non ho voluto partecipare a quella cena di compleanno. Ingegnoso davvero! La cosa della cabina e dell'autosalone… non ho ancora capito come ci siete riusciti, peró, ma Millah questa me la paga. Il modo in cui imitate la mia voce poi, davvero ben fatto, magari andrebbe solo perfezionato un po’ il mio accento…-

-Non è un autosalone!- sbotta il tizio precedente, ora chiaramente risentito, mentre per la prima volta si sente uno scossone.

Tutti sono costretti ad aggrapparsi da qualche parte. 

Alec è l'unico che, stando ancora seduto, riesce a non doversi aggrappare a quella turbolenza di terremoto, peró si guarda intorno allarmato.

- Io lo so fare il tuo accento, è anche il mio!- protesta il primo che gli ha rivolto la parola, il più giovane del gruppo, ma nascosto sotto quelle vesti Alec non lo può certo intuire.

-Oh, piedipiatti numero due, non hai una cazzo di idea di quanto sei fottutamente lontano dall’aver capito la fottuta realtà!- lo sbeffeggia un terzo individuo, con una voce altrettanto simile ma un altro differente accento e un lessico decisamente più volgare, avvicinandosi a lui in modo più dinoccolato degli altri.

Se non fosse per quella lunga e pesante tunica che lo copre, Alec sarebbe pronto a giurare che lui stia… sculettando?

 

-Quindi non siete i colleghi del distretto?- domanda e i cinque scuotono le teste mascherate in modo negativo.

-Chi manca di rispetto alla TARDIS manca di rispetto anche al mio Secondo Signore Oscuro e chi manca di rispetto al mio Secondo Signore Oscuro... deve vedersela con me!- lo minaccia un quarto individuo avvicinandosi così velocemente che sembra abbia volato con una scia fumosa, con uno strano bastoncino che gli viene puntato all’altezza della fronte.

Di nuovo una voce simile, con un accento leggermente più Britannico ma un tono molto roco e ringhioso.

-Uno, due, tre, quattro,cinque…- li conta Alec, -Tu là in fondo non mi hai ancora parlato!-

-Se ti parlo io, a seconda di quello che dico, potrebbe essere un gran problema per te, quindi se fossi in te mi augurerei che non lo faccia spesso.- parla anche il quinto individuo mascherato.

Ancora una volta, la stessa voce, ma con l’accento più Britannico di tutti e qualcosa nel suo tono che gli mette i brividi, forse anche per la velata minaccia nelle sue parole.

Alec è colto da un sospetto e cerca qualcosa nella tasca della sua giacca, estraendo un tubetto arancione con delle pillole all’interno e un’etichetta sul retro.

- Ah-ah, fra gli effetti collaterali riporta allucinazioni uditive…- legge ad alta voce. -Ora torna tutto.-

-Comunque, se posso darti un consiglio, non è il giochetto ‘più piccolo fuori, molto più grande dentro ‘ la cosa per cui ti dovresti meravigliare di più.- lo avverte il primo che gli ha parlato, quello che gli è rimasto più vicino. -Ten, ora ce le possiamo togliere le maschere?-si rivolge a quello che deve essere il loro leader.

-Direi di sì, non ha più senso tenerle.- approva l’interpellato. -Però, è meglio se lo facciamo tutti nello stesso momento. Al mio tre. Uno, due…-

Al ‘tre’ tutti eseguono il comando in modo simultaneo e Alec cade nuovamente a terra per lo spavento: sta fissando cinque volti bene o male identici al suo.

Alec riagguanta il suo tubetto di medicinali e sembra tranquillizzarsi all’istante.

- Queste maledettissime pillole possono dare anche allucinazioni visive… ottimo, a saperlo prima mi tenevo il mio cuore ciancicato!- brontola lui, riponendo il tubetto in tasca.

-Cos’aveva che non andava il tuo cuore?- si dispera il più giovane, quello più vicino a lui, con l’ansia che lo assale.

Alec lo osserva meglio. Pare quasi che possa scoppiare a piangere da un momento all’altro.

A suo modo la trova una cosa tenera.

-Non ti preoccupare, ora sto bene, il peggio è passato…- lo rassicura Alec, in procinto di dargli anche una pacca sulla spalla, questo prima di rendersene conto. -Un momento, che diavolo sto facendo? Io nemmeno ti conosco! Chi diavolo siete tutti voi? Che diavolo volete da me? Perché diavolo vi vedo così simili a me? Ah già, quelli sono gli effetti dei medicinali… ma a tutto il resto esigo delle risposte!- sbotta lui, mantenendo le distanze.
 

Alec vede avvicinarsi quello che, fatta eccezione per se stesso, è quello con più barba, anche se appena accennata.

-Hai la mia stessa eleganza.. lascia perdere come sono vestito ora,- borbotta, ammirando il completo di sartoria blu scuro che indossa con una camicia bianca e una cravatta blu.

-Sì, okay, posso anche vestirmi bene ma non facciamone un maledetto affare di stato!- taglia corto il nuovo arrivato. - Ma poi, con tutta la stra dannata confusione che ho in testa, ti sembra davvero il caso di mettersi a parlare di dannati vestiti?- sbotta, aspro.

-Cosa più importante, hai la mia stessa rabbia!- lo guarda ammirato quello che forse gli incute più timore, sarà per i capelli spettinati, lo sguardo da pazzo e la lingua che gli scatta fuori dalle labbra in modo inconsulto.

- La mia non è rabbia, è una reazione incondizionata alla gente che mi infastidisce!- brontola Alec, aumentando l’ammirazione del più giovane.

- Nonostante tu abbia scelto di essere una specie di Auror, avresti le carte in regola anche per diventare un Mangiamorte,- sentenzia lui.

- Piantala di rivolgerti a me se devi usare questi termini incomprensibili!- sbraita Alec, guardandolo torvo, ma tutto questo non fa che far sorridere il suo inquietante interlocutore ancora di più.

- Dí un po’, Mago col Pedigree, perchè se io mi azzardo a dire qualcosa di sbagliato mi friggi peggio di una fottuta patatina, mentre lui è libero di rivolgersi a te come cazzo gli pare e tu gli sorridi come un fottuto ebete?- chiede spiegazioni quello più sboccato di tutti.

- Già, Barty, perché?- ribadisce quello che Alec ha ribattezzato come proprietario di quell’autosalone.

Se proprio ora che le cose fra me e il mio Barty stanno ingranando così bene ho un rivale non ci metto nulla a riaprire le porte del TARDIS e lasciarlo qui o a metterlo in una capsula spaziale e spedirlo nell’iperuranio! David farà a meno di un suo personaggio da conoscere!” medita un gelosissimo Signore del Tempo.

Ha le mani sui fianchi e un’espressione piuttosto contrariata, segno che non sta gradendo affatto quello che vede.

- Perchè, Drinky, tu sei volgare e insolente, mentre lui è raffinato e così scontroso!- risponde quello che continuano ad apostrofare come mago, che, se il Detective ha capito bene, dovrebbe chiamarsi Barty.

Questo prima che Barty si accorga di un fatto non irrilevante.

Il mio Secondo Signore Oscuro sta mostrando gelosia! Nei miei confronti, poi. Davvero non gli è chiaro che ho occhi solo per lui??”

Decide di ricorrere prontamente ai ripari.

- Oh no, mio Dottore, come puoi anche solo pensare che io abbia un qualche interesse verso questo Babbano che non sia per il suo carattere così ruvido e asociale? - lo rassicura , stringendosi a lui.

Dunque, ci sono Barty, mio Dottore… oh beh, immagino solo Dottore, Drinky che è il tizio che si muove in modo indecente, poi c’è il tizio elegante, solo non oggi, e quel ragazzino, quello che si è preoccupato per il mio cuore, che non la smette di guardarmi…” fa le sue considerazioni Alec.

Nel mentre è proprio Drinky che gli si avvicina con quel suo solito fare dinoccolato.

-Secondo me hai il mio stesso successo con le donne, amico!- commenta con un sorrisetto sfrontato.

Quali maledette donne? Quale maledetto successo? E poi mi è già bastato il tuo piccolo show con quel cameriere. Dannazione, Peter, meno male che sei  già tornato sotto il mio controllo, giuro che non ti farò allontanare più di un metro da me!” progetta un Kevin verde di gelosia, anzi, viola.

- Per l’inferno maledetto, ma a te tutta questa confidenza chi te l’ha data? E poi cos’è questo continuo chiamarmi ‘amico’? Non sono amico vostro, né tuo, né tantomeno del proprietario di questo autosalone!- sbotta Alec.

Stranamente si sente un secondo scossone appena apostrofa l'autosalone dove si trova come tale. Questa volta per lo meno nessuno è costretto ad aggrapparsi da qualche parte.

"Sono incredibilmente strani questi terremoti!" si ritrova a pensare il nuovo arrivato.

- Ti ho già detto che NON è un dannatissimo autosalone!- urla il Dottore, ai ferri corti, prima di accarezzare la parete più vicina della TARDIS come per calmare un animale da compagnia. -Visto? L'hai offesa!- aggiunge, infine.

Barty gli si struscia addosso in modo lascivo, come se fosse sotto l’effetto di un potente afrodisiaco.

- Oh, mio Secondo Signore Oscuro, la tua rabbia fa impallidire tutte le altre,- mormora, guardandolo con occhi più adoranti del solito.

Basta questo a restituire il buonumore al Dottore, che gli sorride, accarezzandogli il volto.

Tuttavia anche Alec stesso sembra calmarsi un po’, tornando a rivolgere la sua attenzione a Drinky.

- Ad ogni modo, temo di doverti deludere, le donne con le quali ci provo mi respingono tutte.- si lascia andare a certe confidenze.

Insolito, per lui, ma del resto tutta quella situazione lo è.

-Rifiutarti? Ma scherziamo? Ma cos’hanno nel cervello, segatura?- gli strappa un sorriso quello più giovane, che gli si avvicina nuovamente.

-Beh, ti ringrazio, ma... tu chi sei, cosetto?- si interessa lui e nemmeno sa bene perché.

- Mi chiamo Peter Carlisle, ma per distinguermi da lui, che si chiama Peter Vincent, mi chiamano Singy.- fa una pausa, indicando il più disinibito, per poi passare gli altri velocemente in rassegna - Loro invece sono Barty Crouch Junior, Killgrave, ma se è dell’umore giusto gli va bene anche Kevin, e il Dottore.-

- Dottore Chi?-

-Novecentocinque anni e questa cosa non smette mai di divertirmi!- ridacchia Ten- Solo Dottore.- precisa subito dopo.

-Ad ogni modo, se vuoi  puoi chiamarmi ‘cosetto’,- riprende il discorso il più giovane.

 

-Già ti chiamo io ‘cosetto’!- gli fa notare Killgrave.

-Ma io preferisco se lo fa lui!- ribatte Singy.

-Mi piace Peter, è un nome normale. Tu mi sembri il più normale qua dentro.- borbotta Alec, con un accenno di sorriso.

-Grazie. In effetti è così. Possiamo essere amici?-

-Se per amici intendi un minimo di interazione a debita distanza, allora sì.-

-Ė già un inizio.- lo disarma con un sorriso genuino Singy, per poi rivolgersi agli altri -E comunque, lasciatelo in pace, a lui ci penso io.-

- Non ho bisogno di alcuna protezione!- protesta Alec.

- Forse, ma di un amico sì.- controbatte prontamente l’altro, per poi guardarlo con un’espressione entusiasta. -E poi tu hai la mia stessa passione per indagare e scoprire la verità!-

-Sì, quella sì.- ammette il più grande.

- So che vestito così non sembra, ma sono un Detective Ispettore anche io, sai?- lo sorprende il più giovane.

 

- Spiacente di deluderti, Singy, ma io non lo posso proprio lasciare in pace.- li interrompe il Dottore, prima di rivolgersi al nuovo arrivato. -Alec Hardy, vorresti seguirmi alla Stanza delle Torte?-

Il detective si mette all’erta all’istante.

- Come diavolo sai il mio nome? E dove diavolo vorresti portarmi?- lo guarda arcigno.

-Io so molto cose e se per una volta vuoi provare a fidarti, ti assicuro che sarà la scelta giusta.-

C’è un qualcosa di molto convincente e calmante nelle parole di quello sconosciuto che sembra la sua copia più giovane.

Ma certo, abituato come deve essere a vendere macchine, lui sa come intortare la gente!” fa le sue considerazioni personali Alec, ma qualcosa in quello sguardo così profondo, come quello di chi ha visto troppe cose per poterle racchiudere in una sola vita, lo porta a fidarsi per davvero.


Barty fa per muoversi nella loro stessa direzione ma il Dottore lo ferma.

- No, ho detto noi due soli, sarà più facile, voi fate pure quello che volete, ma non seguiteci.- impone, allontanandosi con il nuovo arrivato.

-Ma, ma… mio Signore…- mugola Barty, ma ormai Ten si è già allontanato con l’ospite più recente.

-Beh, quando sei stato il primo a salire sulla TARDIS a te avrà spiegato tutto, mentre eravate soli soletti, no?- commenta Kevin.

- No, niente affatto, non ricordate? A me non ha rivelato nulla in anticipo, lo ha spiegato a tutti e tre nello stesso momento- rammenta a tutti Barty. -Perché lui deve avere quell’esclusiva?- ringhia.

- Oh beh, io ho avuto tutti voi seduti con me in pasticceria e per quanto abbia cercato di spiegarmi le cose il Dottore, alla fine è Killgrave che mi ha fatto accettare tutto.- ricorda Singy, compiacendo il persuasore.

-Evidentemente il mio Secondo Signore Oscuro ci reputa degli elementi distraenti.- si imbroncia il Mangiamorte.

-Mago col Pedigree, vogliamo parlare dell’esclusiva che avrai sotto le coperte di Mr Galassia stanotte?- cerca di risollevargli il morale Drinky, che come sempre non ha peli sulla lingua.

-Se è per questo ho già avuto un assaggio oggi pomeriggio mentre voi eravate in spiaggia… e senza coperte!- sorride sornione il Mangiamorte.

- Hai capito il nostro mago? Direi che sei andato ben oltre l’adorazione disinteressata!- si compiace l’illusionista.

- Certo che, con tutti i posti in cui lo poteva portare, perché proprio la Stanza delle Torte?- sospira infelice Singy.

Nel frattempo, proprio in quella sala, il Dottore ha fatto accomodare il nuovo arrivato.

-Ho tantissime torte a disposizione, non fare complimenti, serviti pure,- lo invita, cordiale, il Signore del Tempo.

-Zuccheri? Oh, per favore, ho appena superato i miei problemi di cuore, me ne vuoi dare di nuovi col colesterolo?- sbotta lui con un'espressione schifata.

Si alza dal tavolo e si aggira per quella stanza, mentre si aggiusta nervosamente il ciuffo.

 

-Hai tante di quelle cianfrusaglie assurde che non sapevo nemmeno potessero esistere…- borbotta, con il Dottore che sorride inorgoglito, pronto a  fargli da Cicerone.

-Possibile tu non abbia un dannatissimo microonde?- lo coglie impreparato Alec.

Non è certo la domanda che un Signore del Tempo si aspetterebbe.

-Uh? Ma certo che sì, io ho tutto. Aspettami qui.- cerca di accontentarlo, allontanandosi.

-Anche volendo, non ricordo il percorso labirintico che abbiamo fatto per arrivare qui.- brontola Alec, rimasto solo.

Il Dottore è di ritorno dopo alcuni minuti con quanto richiesto.
Ne ha approfittato anche per levarsi quella tunica, ora indossa di nuovo il suo tipico completo gessato blu.

-Per fortuna che ne conservavo ancora uno, più che altro per utilizzarne qualche pezzo se dovessi assemblare qualcosa, ma è ancora perfettamente integro e funzionante - gli spiega, inserendo la presa.

Alec non gli dà alcuna soddisfazione o segno di ringraziamento, ma cerca una tazza di ceramica fra quelle a disposizione, la riempie d’acqua con il lavabo che c’è lì, la mette nel microonde  e poi si rivolge nuovamente al Dottore.

-Hai del tè?-

Il sorriso del Signore del Tempo di allarga.

Apre uno di quei cassetti più simili a degli schedari, che sembra avere una lunghezza infinita.

-Se ho del tè? Ho una collezione proveniente da tutti i pianeti e le galassie dell’Universo; c’è un tè alla polvere di stelle, uno al buco nero, non è dei migliori se vuoi inzupparci qualcosa, poi c’è un’infusione con l’anello di Saturno, le acque di Marte invece ho preferito lasciarle lì dov’erano… - comincia la sua esposizione, facendosi incupire da brutti ricordi nell’ultima parte, ma poi non serve che prosegua oltre.

-Trovato!- esclama soddisfatto Alec, che ha scartabellato buona parte delle varianti, fino a trovare quella di suo interesse. -Tè nero.-

-Tè nero?!- ripete incredulo Ten. -Hai la possibilità di assaggiare tè provenienti da ogni punto dello spazio… e tu vuoi uno dei più banali che possano esistere per un Terrestre?-

-Esatto!- fa spallucce il detective. -Anche se riconosco che hai una selezione di tutto rispetto, mai pensato di abbandonare l'autosalone e aprire una sala da tè?- gli domanda mentre inserisce il filtro nella tazza, prima di scaldarla nuovamente nel microonde, per maggior sicurezza.

Una terza scossa arriva una volta finita l'operazione, per fortuna è più leggera delle altre.

Respira, Dottore, respira. Non lo getterai nel cuore della TARDIS. Non sarebbe ospitale.” si affida al suo pluricentenario autocontrollo il Signore del Tempo, stropicciandosi la faccia con le mani.

- Bene, senza farmi fare altri viaggi intercontinentali non richiesti… ce l’hai un po’ di latte, classico, ‘terrestre’, come diresti tu?- gli domanda Alec, che ancora non è riuscito bene ad inquadrarlo.

Dev’essere scappato da un manicomio e crede di gestire un autosalone, è pure vestito come tale… ma in effetti non c’è nemmeno un'automobile.” considera prendendo un sorso del suo tè, prima che il Dottore gli allunghi quanto richiesto.

“Perfetto. Ora che sono un po’ più calmo, mentre mi gusto il tè e aspetto svanisca l'effetto collaterale delle allucinazioni, me lo vuoi dire cosa ci faccio qui con voi e cosa volete da me?- lo interroga, con tono quasi affabile.


Circa un quarto d’ora più tardi, Kevin, i due Peter e Barty sono intenti a chiacchierare, quando vedono sfrecciare in mezzo a loro Alec.

-Un alieno? Uno stregone? Un cacciatore di vampiri? Un manipolatore di menti? Cos’è, una barzelletta? Mi credete davvero così idiota da crederci?- tuona lui. -Non me ne resterò qui a farmi prendere in giro da voi un solo minuto di più!- decide, marciando verso le porte della TARDIS.

-Non lo farei, se fossi in te,- lo consiglia Ten, che gli è corso appresso, ma se gli consente di farlo è perché vuole dimostrargli qualcosa.

La porta infatti Alec la apre, ma poi indietreggia subito.

-Per l’inferno maledetto, non può essere!- commenta, allibito.

La TARDIS è già stata precedentemente azionata dal Dottore e ora si trova in pieno spazio, senza una meta precisa, sostando sospesa nell’orbita.

Uno spettacolo più unico che raro.

-C’era… c’era una strada.. non più di mezz'ora fa…- bofonchia confuso Alec, estraendo un’altra volta il tubetto dei medicinali. - Ah, ecco: ‘possibile alterazione della percezione degli spazi.’- cerca una spiegazione logica fra gli effetti collaterali.

Tuttavia di logico non c’è nulla.

-Lascia stare queste, qui non ti serviranno, posso darti delle compresse di tecnologia ultra mega iper avanzata, provenienti dall’ospedale di Nuova New York e lo hanno abbreviato perché andrebbe detto quindici volte!- lo confonde ancora di più il Dottore, questo prima di capire che è meglio se passa ai fatti. -Il punto è che devi capire che non sei sotto allucinazioni, abbiamo davvero la tua stessa faccia, la tua stessa voce, ti ho già spiegato perché e...Barty!- chiama quello che è ormai è il suo Compagno e amante.

-Dimmi, mio Dottore,- accorre il Mago Oscuro.

- Faresti una qualche magia innocua per dimostrare al nostro ospite che è tutto vero?-

-Non devi nemmeno dirlo. Lumos!- pronuncia Barty e la punta della sua bacchetta s'illumina come fosse una torcia, irradiando luce.

-E questo mi dovrebbe convincere? Sembra un giocattolo che danno ai poppanti, premi un qualsiasi bottone ed è fatta, mi stupisce che non emetta anche dei suoni!- brontola Alec, più scettico che mai.

-Aguamenti!- ribatte Barty e dalla bacchetta esce un forte getto d’acqua che inonda il malcapitato detective.

-Barty!- lo riprende Ten, ma sotto, sotto un po’ è divertito.

-Mio Signore, si stava scaldando un po’ troppo!- riferisce il mago in propria difesa. strappandogli un sorriso.

Chi non sta ridendo affatto è Singy.

-Non puoi lasciarlo così, non fargli prendere freddo, ti prego, ha un cuore debole!- lo implora, quasi piangendo.

Barty sbuffa, ma sembra accogliere quella richiesta.

-Exsicco,- lancia un nuovo incantesimo, stavolta per asciugargli vestiti e capelli.

-Ecco sì, questo mi ricorda la doccia che ti fanno all’ospedale di Nuova New York!- commenta allegro Ten, mentre Alec deve per forza credere a ciò che gli è appena accaduto.

Forse per il Dottore ancora non è abbastanza.

-Killgrave, ti spiacerebbe… -

Il persuasore non ha nemmeno bisogno che finisca la frase.

Che cazzo di fottuto motivo c’era? Non bastava lo show del Mago col Pedigree? Perché deve dargli degli ordini il mio fotti-cervello? Non gli basta più darli a me?” rimugina Drinky, non gradendo la situazione, ma se non altro riesce a tenerlo per sé.

-Beh, direi che con te ci vuole qualcosa di incisivo, probabilmente qualcosa che non hai fatto molto spesso nella tua vita: sorridi.- lo mette alla prova e i lineamenti della sua vittima cambiano in modo drastico, quando si ritrova a sfoderare un sorriso smagliante.

Potrebbero anche dolergli gli angoli della bocca per quanto poco è abituato a farlo.

-Di’ qualcosa di carino a tutti noi- prosegue Killgrave

-Qualcosa di carino a tutti noi- esegue troppo letteralmente Alec, continuando a sorridere.

 

-Il solito scivolone…- alza gli occhi Killgrave. -Vabbè, può bastare, no? Smetti di sorridere, fai quasi impressione.- lo riporta alla normalità.

-Certo che può bastare, hai fatto pure troppo!- lo stringe possessivamente per un braccio Drinky.

-Ti basta? Mi credi ora? Anche perché un modo per dimostrarti che Drinky è un Cacciatore di Vampiri non ce l’ho, a meno che non porti la TARDIS in Transilvania, ma poi saremmo in ritardo sulla tabella di marcia…- parla a raffica il Dottore.

-Non farti venire queste idee del cazzo, Ten!- lo fa desistere subito Peter Vincent. - E poi, chiariamo, Cacciatore non significa che io vado a stanarli quei fottuti succhiasangue, se loro se ne stanno al loro posto io son più che contento, ma se mi rompono i coglioni poi in qualche modo devo reagire!-

Alec è ancora troppo sconvolto per parlare.

-Bluffavo, Drinky, nessuna Transilvania, tranquillo.- ridacchia Ten.

-Allora è tutto vero… o forse sto avendo un esaurimento nervoso, Millah me lo dice sempre che lavoro troppo…- ritrova la facoltà di parlare Alec.

-Ten, io credo che per lui siano troppe emozioni da reggere in una giornata, posso portarlo alla sua stanza che mi hai già mostrato?- si offre Singy.

-Mi sembra un’ottima idea, e visto le sue condizioni di salute e il fatto che anche tu tutto sommato sei ancora nuovo, direi che siete esentati dalla regola del nudo,- approva il Signore del Tempo.

-La regola del... cosa?!- sgrana gli occhi Alec.

-Non farci caso, non preoccuparti di niente, vieni con me,- gli fa strada Peter Carlisle, prendendolo gentilmente per un braccio.

Quando entrano nella stanza Peter si accorge di una modifica dell’ultimo momento che prima non c’era, a opera del Dottore, se non della TARDIS stessa: sulle pareti ci sono ologrammi delle stesse scogliere di Broadchurch, forse un tentativo in più per rilassare il loro ospite. Si sente anche l'infrangersi delle onde a riva.

-Wow! Nella mia stanza una cosa del genere non l’hanno fatta, ma meno male, io vivo in una specie di città sala-giochi, altro che rilassante!- gli strappa una risata il più giovane. -Oh, ma allora sai ridere! Sei anche più bello quando lo fai.-

Bastano queste parole di Peter per far tornare Alec serio come non mai e farlo chiudere in un silenzio imbarazzante.

Peter riesce comunque a far togliere le scarpe e la giacca a Alec e a farlo distendere sul letto, lui si siede sull’altro lato.

-Se è vero quello che quello strano tizio che si fa chiamare il Dottore mi ha detto… allora sono solo un personaggio di una serie TV, non esisto davvero…-

-Che sciocchezze, tu esisti, come esisto io, solo in un altro universo, quello che per un altro universo è solo una serie tv, ma ciò ti rende comunque vivo e reale come ti vedo io ora e lo stesso vale per me e tutti gli altri qui nel TARDIS e tutto questo lo dobbiamo a David. Il Dottore ti ha detto di David, vero?-

Alec annuisce.

-Solo che mi sembra tutto così assurdo, insomma… tu come hai fatto ad accettarlo così serenamente?-

Stavolta è Peter che scoppia a ridere.

-Serenamente? Io ho tentato di evadere, c’ero anche riuscito, ma mi hanno ritrovato subito,- lo sorprende con le sue rivelazioni.

Non c’è bisogno di dirgli perché mi hanno ritrovato così facilmente.” medita.

-Comunque, fidati, non sono cattivi. Possono sembrarlo; no, okay, Barty lo è davvero, anche Kevin un po’, ma tutto sommato è solo questione di farci l’abitudine.- lo rassicura Peter.

-Se lo dici tu…- mugugna l’altro.

-Lo dico io, come dico che dovresti dormire un po’, è stata una giornata intensa, ma ora va tutto bene, è tutto calmo, c’è pace…Shhh. Shhh.-

Alec abbassa gradualmente le palpebre, ma poi sente come una musica.

 

-It's, oh, so quiet

Shhhh Shhhh

It's, oh, so still

Shhhh Shhhh

You're all alone

Shhh Shhh

And so peaceful until…-

La voce di Peter, così uguale alla sua, che canta sopra quella originale femminile, è un balsamo, questo prima che musica e ritmo cambino improvvisamente.

Peter balza giù dal letto e inizia qualche passo di danza, coreografando il resto della canzone.

-You fall in love

Zing boom

The sky up above

Zing boom

Is caving in

Wow bam

You've never been so nuts about a guy

You wanna laugh you wanna cry

You cross your heart and hope to die

'Til it's over and then…-

La musica torna calma e lenta, così come il tono di Peter.

 

-Shhhh, Shhhh

It's nice and quiet

Shhhh, Shhhh.-
 

È solo in quel momento che Alec si accorge che la musica non l’ha solo immaginata.

-Un momento! Sei tu che emetti musica? Come accidenti ci riesci? Sei un qualche alieno anche tu?- si stranisce, prendendo le distanze.

Peter si interrompe all’istante.

 

-Uh! No, nessun alieno, sul mio universo si usa così, a volte la gente si mette a cantare sopra a canzoni esistenti, in linea con quello che sentono al momento.- spiega lui.

-Questo spiega perchè ti chiamano Singy.- deduce Alec, tornando a letto.

-Esatto, puoi immaginare perché chiamino l’altro Peter Drinky!- gli strappa un altro sorriso il più giovane.

-Sta’ a vedere che il più normale qui dentro sono io.- borbotta Alec.

-Non ne sarei così sicuro.-

-Uh?-

-Insomma,  un caratteraccio come il tuo non credo rientri nella norma!- si fa beffe di lui Peter.

-Hey! Sbarbatello sbruffone!- gli lancia addosso un cuscino Alec, facendolo ridere.

-’Sbarbatello’ mi piace, se sei tu a chiamarmi così.- gli fa l’occhiolino, rimettendo il cuscino sul letto.- -Ora sarà meglio che vada. A domani, quando ti sveglierai ti accorgerai che non è affatto un sogno, però insieme sarà più facile affrontare tutto. Buonanotte, Alec.-

-Buonanotte, sbarbatello.- lo saluta, prima che esca.

Un momento. Perchè nella canzone parlava di innamorarsi?” è l’ultimo pensiero col quale si addormenta.

Nel frattempo nella sala della TARDIS è calato il silenzio, i tre Companions rimasti e il Dottore sono immobili a guardare il panorama al di là della porta. L'universo è uno spettacolo incredibile con i suoi colori che risaltano sullo sfondo buio dello Spazio Aperto. In un angolo c'è una stella nascente con il suo chiaro color dorato mentre più distante, vicino a una galassia, fa la sua magnifica apparizione una Mega Nova morente.

Il primo ad avvicinarsi come attratto dallo spettacolo stesso è Barty che osserva il tutto con sguardo estasiato. Ha già studiato le costellazioni a scuola, ma visto da lì il cielo è tutta un'altra cosa. Si avvicina alla porta e si lascia scivolare seduto sull'orlo della porta.

-Fottuta merda, che cazzo di figata!- esclama Peter, muovendo dei passi verso le porte spalancate, cosa che fa sorridere il Dottore, che nel frattempo si è avvicinato a sua volta.

-Sì, questo è…- si interrompe perché nota Barty tremare. -Ma tu hai freddo, Barty!- esclama, preoccupato levandosi la propria giacca e poggiandola sulle spalle del mago. Quest'ultimo sorride, mentre Ten scivola a sedere al suo fianco. 

-Mio Dottore…- mormora il mago, poggiando la mano su quella dell'alieno.

-Che fottuti piccioncini che siete!- li deride Peter che ha osservato l'intera scena, ma non viene ascoltato dagli altri due. Kevin è già alle sue spalle, stringendogli le braccia attorno al busto. 

-Taci, Peter.. Fino a quando non si chiude la porta.- gli sussurra nell'orecchio, restando lì a guardare lo spettacolo di luci davanti a lui.

 Peter non ha bisogno di parlare per dare il proprio consenso poggiando le mani su quelle del suo fotti-cervello preferito.

TBC


 

Lasciamoli così, da coppiette tenerelle a godersi quell’incanto di panorama notturno <3

e dei due Detective che ci dite? Speriamo vi siano piaciuti, abbiamo un nome anche per la loro ship, ma vogliamo sentire le vostre proposte se ne avete ;)

ah, proposito, Disclaimer: in questo capitolo Singy ha cantato ‘It’s oh so quiet’ di Björk ;)

p.s. io (Lu) lo so che ‘Exsicco’, così come ‘Tingo’ sono incantesimi che in HP non esistono, ma ormai ci sono troppo affezionata, quindi, please, concedetemelo ;P


L’avrete notato, il sottotitolo di questo capitolo poteva essere ‘It’s not a car showroom!’ , tutto ciò, oltre ad essere stato estremamente divertente da scrivere, vuol essere un richiamo a ‘Doctor Who’ spesso il Dottore si impunta su qualcosa anche quando non è così (c’è ad esempio una puntata meravigliosa di Twelve che si ostina a chiamare in continuazione ‘insegnante di ginnastica’ uno che in realtà insegna matematica, ahah) , quindi volevamo ripagare il Dottore con la sua stessa moneta e se vuoi fargli davvero male… bisogna puntare alla TARDIS XD, che comunque non se n’è rimasta a guardare XD

 

Sempre che questi personaggini ce lo concedano perchè fanno sempre quello che vogliono loro, forse, e diciamo forse, nel prossimo episodio potreste cominciare ad avvistare nuovamente due presenze (occulte/eteree) familiari ;)
 

a presto… si spera!
 

L&L

   
 
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