Now I’m Done With Super Stars..
Deb’s
corner:
Okay.
Ammetto che questa storia è stata scritta tra l’1 e il 2 di agosto. È nata
quando ho letto su Internet (da un sito non troppo affidabile in realtà xD)
della sua presunta rottura con Camilla Belle. Ammetto di esserne stata infinitamente
felice, ma poi mi sono resa conto che per il nostro Joey è stato un duro colpo.
Ammetto anche che questa shot è stata scritta di
getto, perciò non è poi un granché. Stasera mi è capitata tra le mani e ho
deciso di postarla (anche perché non avevo nulla di meglio da fare xD). E lo so
che sembra incompleta, ma davvero non avevo niente da aggiungere.
Joseph
Adam Jonas, l’idolo di milioni di ragazzine, il cantante del trio più in voga
degli ultimi tempi, i Jonas Brothers, era seduto su una panchina, nel centro di
Los Angeles, dove centinaia di persone lo avrebbero potuto riconoscere; non gli
interessava per il semplice fatto che era profondamente arrabbiato con lei.
Avevano
un appuntamento, cavolo! Come aveva fatto a dimenticarsene? Non si incontravano
da giorni (settimane, forse!). Lui stesso non vedeva l’ora di quel momento da
tempo. Possibile che le fosse passato di mente?
Sbuffò,
spazientito.
Magari è solo in
ritardo,
pensò. Ma che ritardo e ritardo, non è
venuta. Di nuovo.
Avrebbe
potuto essere in ritardo un’ora fa, forse. Ma tre ore non sono un semplice
ritardo. Lei lo stava evitando. E lui
doveva scoprire perché. Era certo che non gli sarebbe piaciuta la risposta, ma
era necessario. La loro storia non poteva andare avanti così. A Joe piacevano
le ragazze complicate, prendeva la loro conquista come una sfida, e Camilla era
stata una sfida piuttosto interessante. Ma si era rivelata troppo.. troppo.
Le
aveva già inviato due messaggi, a cui ovviamente non aveva risposto, e l’aveva
chiamata ben cinque volte. Il cellulare era acceso, ma lei non rispondeva. O lo
ignorava o non lo sentiva. E Joe sperava con tutto il suo cuore che fosse la
seconda opzione.
Nonostante
tutto quello che si diceva in giro, nonostante sua madre sopportasse Camilla a
malapena, nonostante lei trattasse tutta la sua famiglia con sufficienza,
rasentando a volte la maleducazione, lui adorava la sua ragazza. La amava, la
amava davvero.
Si
fidava di lei, ma ultimamente si sentiva trascurato.
Si
alzò e si diresse lentamente , strisciando i piedi per terra, alla sua auto.
Mise in moto e sgommò a tutta velocità, ignorando cartelli stradali, semafori,
pedoni e strisce pedonali verso la casa di una delle sue più care amiche. Mandy
purtroppo era fuori città, in vacanza, e lui non se la sentiva di parlarle al
telefono. Perciò rimaneva una sola persona di cui si fidasse davvero, a cui era
certo di potersi rivolgere: la sua amica (e hairstylist) Sasha, che lui
chiamava giocosamente Sashimi; sì, come il piatto giapponese. In effetti, per
pura coincidenza, Sasha aveva proprio origini di quella nazionalità.
Aveva
lunghi e setosi capelli neri, sempre con
parecchie ciocche di vari colori che non passavano di certo inosservati e
deliziosi occhi a mandorla. Era piuttosto piccola per i suoi 22 anni, ma aveva
un talento eccezionale, Joe adorava farsi acconciare i capelli da lei.
Si
erano conosciuti poco più di due anni prima, ed era stato un colpo di fulmine;
cioè, non nel senso che si erano innamorati. Lei era una fan della musica dei
Jonas, e lui un ammiratore della sua arte.
Aveva preteso che lei diventasse la sua hairstylist personale. E come poteva
lei rifiutarsi?
Frenò
bruscamente davanti a casa sua, scese e bussò alla porta.
La
ragazza aprì pochi secondi dopo, e vedendo la sua faccia si preoccupò.
‹‹Hey,
che faccia, ma che hai?››
‹‹Ciao
Sasha›› rispose lui triste.
‹‹Sasha?››
la ragazza inarcò le sopracciglia. ‹‹Devi essere sconvolto se non usi il mio
soprannome. Non mi chiami così da.. da sempre! Su entra››.
Lo
fece accomodare nel suo salotto, gli offrì qualcosa da mangiare ma lui rifiutò.
‹‹Avanti
JJ, raccontami tutto›› sospirò lei.
‹‹Camilla››
disse lui, esitante. ‹‹Mi ha dato buca; ci tenevo, accidenti, e lei lo sapeva.
Non ci vediamo da settimane e lei si dimentica il nostro appuntamento?››
Te lo avevo detto
che non era la ragazza per te, pensò lei, ma poi decise di essere più
delicata. Joe teneva a quella donna.
‹‹Okay,
ascoltami, magari ha avuto qualche contrattempo, in fondo anche lei è super
ricercata come qualcuno che conosco››.
‹‹Ed
è tanto impegnata da non rispondere alle mie chiamate né ai miei messaggi?››
piagnucolò lui.
Sembrava
piuttosto triste, poverino. Non sapendo cosa dirgli si limitò ad abbracciarlo.
‹‹Grazie
Sashimi. Sei fantastica››. Sciolse l’abbraccio e fece un respiro profondo.
‹‹Dopo chiamo Cami e le chiedo spiegazioni››
‹‹Perché
non farlo adesso?›› suggerì lei.
Joe
annuì e afferrò dalla tasca il suo iPhone. Camilla questa volta rispose.
‹‹Ehi,
tesoro, scusami, non sono potuta venire prima..››
‹‹Sì,
l’ho notato, ti ho aspettata per due ore. Due!
Perché non c’eri, amore?››
‹‹Emh,
io..›› si sentì uno strano rumore, Joe non capì quale fosse la fonte. ‹‹Devo
parlarti, Joe››.
Devo parlarti, Joe. Quelle parole non
promettevano bene. Per niente.
‹‹Non
presentarti all’appuntamento non mi sembra il miglior modo per farlo››
constatò.
‹‹Lo
so, scusami ancora. Ti va di vederci tra mezz’ora? Al posto in cui dovevamo trovarci prima››
‹‹Va
bene, ciao tesoro. Ti amo››
‹‹Ciao››.
Camilla
chiuse la comunicazione.
‹‹Allora?
Che ti ha detto?››. Sasha era tesa e curiosa.
‹‹Che
mi deve parlare››. Dall’espressione della sua amica capì che i suoi sospetti
erano fondati: da quelle parole non poteva ricavare nulla di buono. ‹‹La
incontro fra mezz’ora››. Dopo un secondo le chiese un favore.
‹‹Tutto
quello che vuoi, JJ››
‹‹Vieni
con me››.
La
ventiduenne spalancò gli occhi.
‹‹Eh?
Dico, ma sei pazzo? Vuoi che venga ad un tuo appuntamento? Che fai fumato?››.
Joseph
sorrise divertito.
‹‹Ammetto
che sarebbe fico farti assistere ad un’uscita romantica di DJ Danger..››
cominciò. Poi il suo sorriso si spense. ‹‹Ma questa volta non credo che sarà
romantico, perciò penso che avrò bisogno di qualcuno che mi consoli senza dirmi
“Te lo avevo detto”››.
Alla
fine lei accettò. Mentre Joe andava a parlare con Camilla lei avrebbe fatto
acquisti in un negozio poco distante.
Passò
quasi un’ora prima che il ragazzo le telefonasse.
‹‹Sashimi,
sono nella mia auto, raggiungimi così torniamo a casa››. Qualcosa nella sua
voce fece scattare un campanellino d’allarme nella testa di lei.
Sasha
accorse e trovò il suo amico in un pessimo stato. Se non fosse che lo conosceva
fin troppo bene avrebbe detto che avesse appena pianto; ma Joe non piangeva
mai! A meno che..
‹‹Oh,
Joe, mi dispiace tanto!››. Stavolta fu lui
ad abbracciare lei, come se fosse la
ragazza ad aver bisogno di conforto.
‹‹Mi
ha detto che sono troppo piccolo per
lei. Ti rendi conto? È una scusa così sciocca! Siamo stati insieme per mesi, e
adesso si accorgerebbe che non sono adatto a lei?››. Stava singhiozzando. Non
era da lui fare così.
‹‹Adesso
andiamocene da qui, fai guidare me, credo che sia meglio››.
Si
scambiarono i posti e lei mise in moto. Guidava troppo piano per i gusti di Joe;
fosse stato per lui sarebbe andato a 120 all’ora sperando di schiantarsi contro
qualcosa. Non era dell’umore adatto per comportarsi come il solito buffone che
era sempre.
‹‹Siamo
arrivati›› gli sussurrò Sasha nell’orecchio, sporgendosi dal suo sedile. ‹‹Avanti, entra da me, non mi sembri ancora
in condizione di guidare››
‹‹Voglio
andare a casa››
‹‹Invece
no››
‹‹Invece
si››
‹‹Invece
non ci vai!›› ribatté lei. Sbatté forte la portiera, cosa che avrebbe fatto
arrabbiare Joe, se non fosse che il modo gli era appena crollato addosso, e
andò ad aprire la sua. Scese di malavoglia e insieme entrarono nella casa della
ragazza.
‹‹Vuoi
parlarne con me? Magari davanti a una bella tazza di the?››
‹‹Mmh,
grazie ‘Shimi››.
Sasha
preparò il the e poi lo versò in due tazze. Ne porse una a Joe, che rimase a
lungo a fissarne il fondo, come se sperasse di annegarci dentro. Si sentiva
piuttosto depresso.
Alla
fine raccontò ogni dettaglio della conversazione che aveva avuto con la sua
ormai ex. Era arrivata, si era seduta accanto a lui e, senza troppi giri di
parole gli aveva rifilato quella patetica scusa.
‹‹C’è
un altro, vero?›› aveva chiesto Joseph, cercando di restare indifferente.
Lei
lo aveva semplicemente fissato a lungo in silenzio, senza trovare il coraggio
di rispondergli e spezzare definitivamente il suo cuore. Ma lui aveva letto lo
stesso la conferma nascosta nei suoi occhi, e il risultato era stato peggio che
se lei si fosse presentata con l’altro.
‹‹Quanto
è stronza questa Camilla Belle!››
strillò la ragazza.
‹‹Sashimi..››
la rimproverò lui con una voce molto stanca.
‹‹Devi
dimenticarla, JJ. È l’unica
soluzione. Mi sembra evidente che non abbia intenzione di tornare con te››
disse, ma se ne pentì subito quando vide l’espressione afflitta e sofferente
del suo amico. ‹‹Scusa›› sussurrò.
‹‹Non
posso dimenticarmi di lei, è stata la storia più lunga che io abbia mai avuto.
Avevo intenzione di sposarla fra qualche anno.. di vivere con lei.. per una
volta stavo facendo sul serio. Ero innamorato di lei, e lo sono anche in questo
momento››.
A
Sasha vennero le lacrime agli occhi. Conosceva, più o meno, Camilla,
gliel’aveva presentata JJ. Aveva subito capito che Joe l’amava tantissimo. Da
come la guardava, da come le parlava.. Lei invece.. beh, se anche lo avesse
amato, di certo non era neanche paragonabile
a quello che provava Joseph.
Povero, piccolo,
innamorato Joe.
‹‹Piangi?››
‹‹No››
rispose lei, sbattendo le palpebre più volte. ‹‹È che ti vedo così.. distrutto.
Ti voglio bene, e non mi va giù il fatto che quella ti abbia preso in giro tutto il tempo. Te lo volevo dire,
JJ, ma tu mi dicevi sempre che io ero una delle poche che non ti rinfacciava
questa cosa.. Non ho voluto deluderti. Fidati, una ragazza come Camilla è
meglio perderla che trovarla. Lo capirai quando uscirai da questa fase; lei ti
ha solo usato, Joe. E tu ti sei innamorato››.
Joe
sorrise, un sorriso del tutto privo di allegria.
‹‹Ho
paura che tu abbia ragione. Dimmi che non sta succedendo davvero››
‹‹Purtroppo
è questa la verità, J. Ti starò vicina, vedrai che presto supererai tutto. Un
pagliaccio come te non può tenere quel muso tanto a lungo..››.
Quando
Joe se ne era andato, Sasha era rimasta a lungo a pensare alla sua situazione.
Era talmente ovvio che Camilla aveva semplicemente usato Joe per scopi a lei
sconosciuti, che le venne voglia di spaccarle la faccia. Ci teneva al suo piccolo amico, come lo descriveva sempre
lei.
Joseph
rimase in quelle condizioni per settimane. Solo durante i concerti cercava di
mantenersi allegro; peccato che le canzoni non lo aiutavano affatto a dimenticare la sua amata.
Una
volta se ne lamentò con lei, mentre gli sistemava i capelli.
‹‹Ma
accidenti a noi, sappiamo scrivere solo canzoni d’amore?? Non voglio cantare
stasera››
‹‹Vai
a dirlo alle 50.000 persone che ti aspettano là fuori, ti distruggeranno prima
che tu possa fiatare. Avanti, JJ, sei un ragazzo forte, puoi farcela. L’unico
più forte di te è Nicholas, ma lui è un caso particolare, Nick è in assoluto
il..››
‹‹Vado
a cantare se tu la pianti immediatamente di lodare, anzi, di nominare quel bambino›› sibilò lui. Poi
ridacchiarono insieme.
Almeno il suo egocentrismo
e la sua vanità stanno tornando. Sta facendo progressi, pensò Sasha.
Non
poté dire la stessa cosa quando tornò nel backstage dopo il concerto.
‹‹Non
canterò mai più!›› aveva urlato, facendo sbattere la porta del suo camerino.
Povero piccolo J, si era ritrovata a
pensare più volte. Ma era certa che, piano piano, con
tutta la calma e la lentezza che solo Joe possedeva, ne sarebbe uscito.
E
sarebbe tornato il solito vecchio Danger, pronto a distruggere qualche vaso in
casa di Sasha.
Possibilmente
non quello con le ceneri della nonna dentro. O almeno, non un’altra volta!