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Autore: coopercroft    07/03/2021    0 recensioni
Laura Lorenzi è un giovane dottoressa italiana, arrivata a Londra per specializzarsi in patologa forense. Convive con un doloroso passato che l'ha chiusa in una solitudine forzata.
Quel lavoro, che tanto ha voluto, le fa conoscere un uomo complicato e singolare con cui inizia un rapporto altalenante pieno di luci e ombre: Mycroft Holmes, fratello maggiore del più noto Sherlock.
Quella frequentazione problematica trascina Laura in gioco di potere, di attentati, di omicidi che logorerà entrambi.
Tra discussioni e riavvicinamenti, si ritroverà a combattere con caparbietà per quel sentimento tormentato che li avvolge sempre più strettamente: una "solitudine elettiva" che li porterà ad aprirsi reciprocamente.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 L’arrivo all’aeroporto di Londra fu in perfetto orario.

Lasciare l’Italia con il sole e ritrovarsi a respirare la prima nebbia della città, fu traumatico, ma avrei dovuto abituarmi in fretta visto che avrei trascorso sei mesi di tirocinio al St. Bartholomew’s Hospital  per diventare patologa forense. 

Mi strinsi nella giacca, desiderando un po' di calore, intanto cercavo con lo sguardo il mio tutor che attendeva nella sala degli arrivi. 

Vidi la dott. Hooper la riconobbi perché aveva in mano un cartello con il mio nome su cui spiccava un bel “Dott.ssa Laura Lorenzi, MD.” 

Mi inorgoglii della mia laurea e della mia futura specializzazione. Mi diressi verso la figura vestita con una giacca di lana con colori vistosi, che indossava un buffo cappello. Non era certo un tipico abbigliamento da inglese formale.  

“Dott. Hooper, che piacere incontrarla.”  Il mio inglese non era certo perfetto, ma contavo di migliorarlo in quei mesi. Le strinsi la mano con forza, sentii la delicatezza del suo tocco, una mano sottile, ma energica. 

“Venga Laura,” Hooper storpiava un po' il mio nome italiano, ma era normale pronunciato con quel tipico accento inglese.

 “La ospito a casa mia, finché non si libera una stanza dalla signora Hudson, una cara vecchia amica.” Le sorrisi, mentre mi trascinavo la borsa da viaggio.  Non avevo portato molti cambi di vestiario, decisa a fare acquisti nella City.  Prendemmo un taxi e attraversammo la città,  

La mia tutor abitava in una graziosa zona residenziale, divideva la casa con  altri colleghi, ma non poteva ospitarmi che per pochi giorni.  Mi sistemò in una camera con un’ampia finestra luminosa, un letto confortevole e una scrivania funzionale.  Appoggiai la mia borsa su di una sedia. 

“Mi spiace Laura di non poterti ospitare da subito.  Ti ho trovato una stanza a Baker Street,  per ora posso solo affidarti alle cure della signora Hudson e dei suoi stravaganti inquilini.”  Mi guardò pensierosa, ma si fece serena.

 “Con loro non ti annoierai di certo. Uno dei due collabora con me e con la polizia. Quindi sono di casa in un certo senso.”   Io annuii un po' distratta.

“Va bene dottoressa Hooper, di solito riesco ad adattarmi a qualsiasi situazione.” Cercai di tranquillizzarla facendole capire che non ero una persona schizzinosa.  Mi avvicinai ascoltando quello che mi stava per dire.

“Dovrai condividere parte dell’appartamento con due maschi adulti e una bimba, figlia del dottor Watson,  la cui moglie è morta circa due anni fa.  Loro dopo tante indecisioni, sono una coppia.”   Si fermò e fece scivolare le mani sui fianchi, mi sembrò imbarazzata.  “Questo può essere un problema per te?”   Non so perché non fui sorpresa, ma la mia famiglia adottiva in Italia era di ampie vedute e io ero cresciuta tollerante e disponibile a qualsiasi apertura mentale.

“Non ho nessun pregiudizio, dottoressa sono venuta per studiare non per giudicare la vita degli altri.”

Lei fu contenta della mia risposta, mi prese da subito in simpatia, poi mi lasciò nella mia stanza ad aspettare la cena.

 

 

   
 
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