Il
mattino seguente Hooper mi affidò ancora del lavoro al
laboratorio, preparavo e compilavo le cartelle per il governo, quelle
che poi
puntualmente ritiravano gli Holmes. Un lavoro semplice in attesa di
cominciare
le mie prime autopsie. Puntuale alle dieci arrivò Mycroft bussò alla
porta a vetri, lo feci entrare
visto che stavo ancora finendo.
“E’
in ritardo stamattina dottoressa Lorenzi, non ho molto
tempo.” Era seccato e frettoloso, vestito
con la solita cura, come se fosse appena
uscito da casa, appoggiò il suo ombrello sulla poltrona e si sedette di fronte alla
scrivania.
Era
partito con il piede sbagliato, così finii per
vendicarmi. “Ho quasi finito, stia sereno, le firmo e gliele
consegno. Ma badi
di non restituirmele scombinate come ieri.”
Aggrottò
la fronte. “Nessuno nel mio ufficio mette in
disordine le vostre cartelle!”
“Qualcuno
si, visto che ho dovuto ripassarle tutte. Quindi
la prego avvisi i suoi sottoposti che siano ordinati.” Fui
troppo dura, ma mi
irritava che mettesse in forse le mie parole.
Il
risultato fu che la prese
malissimo, si alzò seccato, finì per
girare a vuoto per la stanza. Osservava con finto interesse qualsiasi
cosa gli
capitasse davanti, sorrisi a testa bassa, mascherandomi bene. Compresi che non amava
essere redarguito, così
smorzai un po' i toni.
“Forse
la fretta non ha permesso di mettere tutto in ordine,
capita, non ne faccia un problema”
Cercai
di per metterlo a suo agio, ma si mantenne sulle sue.
Ora di fronte a me con le mani piantate in tasca, che mi fissava
severo. Tornai
a lavorare il più rapidamente possibile per lasciarlo andare
via.
“La
smetta di fissarmi, Mycroft, mi mette in imbarazzo, sta
studiando ogni mio movimento. Fa così con tutti?”
Lo rimbrottai tediata.
“Le
dà fastidio?” Fu come al solito arrogante e
fastidioso.
“Si, mi sembra un
comportamento immaturo!” mi era presa la voglia impellente di
provocarlo.
“Mi
dà dell’immaturo?”
Roteò gli occhi, sbuffando.
Lo
guardai con stampato un sorriso ironico. “Non sia mai, Mister
Holmes, soprattutto a lei che tratta con
ministri e regnanti.”
Si
allontanò poco convinto. Il primo round lo avevo vinto,
ora si sarebbe comportato gentilmente.
Finii
per consegnargli le cartelle, che afferrò senza dire
nulla.
Poi
per stemperare la cosa, lo informai della mia visita a
Baker Street e del mio imminente trasferimento.
“Mio
fratello mi ha informato stamattina. Quindi la incontrerò
più spesso di quanto credessi, Lorenzi!”
“E
non sarà contento di vedermi di più Mister
Holmes?” Ci
misi quel tanto di ironia che servì per
pungolarlo.
Infatti
borbottò qualcosa di incomprensibile, uscì
fissandomi torvo. Sorrisi
ma allo stesso
tempo mi rammaricai di averlo trattato così, non mi spiegavo
il mio
comportamento.
Molly
entrò in quel momento e mi vide pensierosa.
“Che
hai fatto a quel povero uomo
laura? Bada che non è una persona facile, ed è
molto di più di quello che
sembra, praticamente tira le fila dello stesso governo. Sii
cauta”
“Lo
sarò se lui si comporta da
persona civile e non con quell’aria da
superiorità. E qui potrebbe anche andare
bene, ma quando ci incontreremo a Baker Street spero sia più
gentile..” Molly
annuì.
“Sii
paziente e vedrai che
riuscirai a stabilire un rapporto o al limite una tregua.
Perché gli Holmes
sono persone particolari ma affidabili.”
Mi pizzicai il naso pensierosa e pentita,
poi andai con lei al laboratorio che
precedeva l’obitorio, mi
prese il
braccio e mi portò fino alla porta.
“Che
dici di entrare? Solo per
mostrarti com’è dentro.”
Pensai fosse
una punizione per come mi ero comportata con Mycroft, ma non era
così, perché
Molly fu gentile e aspettò che rispondessi.
Acconsentii,
ed entrammo
nell’obitorio. Il primo impatto fu devastante,
l’odore di disinfettante era
totale. Le luci fredde e irreali. La seguii titubante chiedendomi se
era quello
il lavoro che volevo fare.
“Oggi
ti faccio solo visitare la
stanza, il resto un
poco alla
volta.” Il
mio tutor fu quanto di meglio
potessi avere, mi
guidò piano senza
forzarmi dandomi il tempo di adeguarmi. La mia prima volta fu senza
cadaveri,
e gliene fui
grata.
Quando uscii mi
sembrò che il mondo al di
fuori fosse
bellissimo, persino l’aria
era leggera e apprezzai di più il fatto di essere viva e di
respirare.