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Autore: kanejvibes    08/03/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 4

Nina era rimasta paralizzata per qualche minuto.
Un milione di pensieri le stavano offuscando la mente.
Dean era ancora vivo. Ne era certa. Eppure, le parole di Jaime avevano fatto davvero male.
Si asciugò le lacrime, ripensando al volto giovane del suo gemello. Non lo vedeva da tre anni, ma doveva ancora essere bellissimo.
Certe volte, accanto a lui, si era sentita così insignificante, ma Dean l'aveva sempre fatta stare meglio.
Delle grida di dolore la fecero risvegliare dai suoi pensieri.
Uscì freneticamente dalla tenda, spaventata.
Poi corse verso il luogo dove si era radunata una piccola folla, e si fece spazio tra la gente.
Perse un battito quando vide il ragazzo che aveva permesso a lei e Nick di uscire legato ad un albero, con frecce piantate sulle braccia e sulle gambe.
Era una scena davvero patetica: Fred urlava, supplicava, ma nessuno sembrava intenerirsi.
James incoccò l'ennesima freccia.
"Fermo!", gridò Nina, parandoglisi davanti.
Jaime la guardò male.
"Spostati".
"No. Tutto questo è...barbarico".
Lui le si avvicinò, abbassando l'arco.
"Tutto questo è la legge", sibilò.
"La tua legge? Non sei diverso dai WW, se tratti i tuoi compagni, i tuoi amici in questo modo".
"Se ti dispiace così tanto per Fred, forse vuoi prendere il suo posto. Forza, su", disse Jaime, indicandole l'albero.
Nina non rispose, assottigliando gli occhi.
"Come pensavo", sussurrò ancora lui, indietreggiando per incoccare di nuovo la freccia.
"Nick, toglimela di mezzo".
Nicholas non esitò e la trascinò via, a fatica.
Lei scalciò, si divincolò e arrivò addirittura a morderlo, prima che lui la lasciasse andare.
"Ti va bene tutto questo?", chiese, disgustata, scuotendo la testa.
Non poteva credere che una barbarie simile fosse routine per loro.
"Nina, quello che abbiamo fatto...ha messo a rischio Aline e ha sabotato la missione. Jaime doveva prendere provvedimenti", rispose il moro, mettendo le mani sui fianchi, rassegnato. Sembrava che volesse allargarsi per coprirle quella scena, ma lei non aveva bisogno di vedere per esserne turbata e non capiva come potessero essere tutti così tranquilli. Anzi, avrebbe potuto giurare che qualcuno si stesse godendo la scena.
"Perciò ha legato Fred ad un albero e lo sta torturando. Ti rendi conto di quanto la cosa sia brutale?", mormorò, incredula. Di nuovo, tornò a pensare che avrebbe fatto meglio a prendere Anna e Rick e andarsene a gambe levate finché ne avevano l'occasione.
Nick sospirò, rilassando le braccia e passandosi una mano sul viso.
"Ho commesso un errore".
"E Fred ne sta pagando le conseguenze!", esclamò Nina, scuotendo la testa.
"Non capisci come funzionano le cose qui, Nina. Se avessi potuto, avrei preso volentieri il suo posto. E questa è la mia punizione. Sapere che sta soffrendo al posto mio. Come Aline avrebbe sofferto al posto mio se la squadra non fosse intervenuta in tempo", si spiegò, chiudendo gli occhi un paio di volte.
"Mi dispiace per tuo fratello, ma Jaime ha ragione. Non posso rischiare le vite di chi amo per qualcuno che potrebbe essere vivo", concluse, andandosene.

Nina non aveva chiuso occhio e non sapeva se il motivo principale fosse il dolore lancinante alla spalla o il senso di colpa.
Aveva fatto avanti e indietro per la sua tenda, si era seduta, aveva provato a sdraiarsi, si era scaldata al focolare. Ma non aveva trovato posa.
Dette una veloce occhiata indietro ai suoi fratelli, che dormivano tranquillamente, e uscì dalla tenda.
Un vento fresco le scompigliò i capelli e le provocò un brivido lungo la schiena, ma lo ignorò e si avvicinò ad uno dei fuochi accesi per il campo.
Si sedette, osservandolo scoppiettare.
"Ti voglio bene", sussurrò, avvicinando una mano per seguire le forme rosse.
Una lacrima le attraversò una guancia rosea e la scacciò velocemente, mentre cercava, invano, di fare lo stesso con l'immagine di suo fratello che non la abbandonava mai.
"Ti voglio bene, ma hanno ragione...", si interruppe, non riusciva.
Semplicemente, non riusciva a lasciarlo andare.
Le tremarono le labbra, ma si trattenne dal piangere.
"Oh, Dean, cosa darei per prendere il tuo posto", sussurrò, mordendosi le labbra per fermare il tremolio.
Sospirò e tornò a guardare nel fuoco.
Se tu fossi qui al mio posto, sarebbe meglio per tutti, pensò, abbattuta.
"Non riesci a dormire?".
Trasalì, colta alla sprovvista da quella voce.
Nick schiuse le labbra.
"Non volevo spaventarti", disse, dispiaciuto, sedendosi vicino a lei.
Nina abbassò il viso e cercò di evitare il suo sguardo.
Rimasero in silenzio per un po'.
"Quindi...non riesci a dormire?", riprese Nick, con la speranza di farla sorridere o, almeno, allontanare l'imbarazzo.
"Tu che dici?", sbottò lei, fredda.
Si guardarono e Nina sospirò, stringendo le ginocchia al petto.
"Scusa, sono solo...", si interruppe, sospirando di nuovo.
"Non posso stare qui perchè ciò significa abbandonare Dean, ma se me ne andassi, allora abbandonerei Anna e Rick. Non posso...non so cosa...".
La voce le si spezzò e dovette di nuovo combattere con le lacrime. Abbassò gli occhi lucidi sul fuoco.
"Beh, non è una scelta facile, ma...quello che posso dirti è che Annabelle e Richard sono qui. Sono vivi, sono sani e hanno bisogno di te, hanno bisogno di te più che mai. E tu hai bisogno di loro".
Nina annuì appena, poi sospirò. Un sospiro disperato, tremolante.
"Ho bisogno anche di lui, tu non sai quanto! Quando ho perso il resto della mia famiglia è stato straziante, ma stare senza lui...stare senza lui è come non avere una parte di me stessa. Io non ce la faccio".
Alla fine, perse la battaglia contro le lacrime e scoppiò in un pianto tormentato.
Nick le strinse una mano e si guardarono. I suoi occhi caldi la rincuorarono appena.
"Andrà tutto bene, vedrai".
Nina sorrise appena e si appoggiò alla sua spalla, senza smettere di piangere.
Nicholas la strinse calorosamente a sé.
"Andrà tutto bene", ripeté, baciandole la fronte.

Aline gemette, tagliata dalla lama di Jaime, mentre si allenavano.
Il sole non era ancora sorto del tutto, ma la luce dell'alba era sufficiente.
La ragazza si toccò la ferita, più demoralizzata che dolorante.
Jaime le rivolse uno sguardo di rimprovero.
"Ci sto provando!", esclamò lei, esasperata.
"Non abbastanza, a quanto pare. E io mi sono trattenuto", ribatté lui, freddo, mentre puliva la punta della spada.
"Beh, tu sei troppo forte, forse dovrei combattere con qualcuno che...".
"Troppo forte? Oh, sì, hai assolutamente ragione, Aline. Quando combatterai contro i deeta dovrai soltanto richiedere qualcuno di più debole se ti troverai in difficoltà", sbottò lui, sarcastico. Non voleva essere così tagliente, ma era stanco, non aveva chiuso occhio ed essere frustrato lo metteva di cattivo umore.
La ragazza si morse il labbro, abbassando lo sguardo. Anche la lunga treccia che si era fatta sembrò afflosciarsi, demoralizzata.
"Hai ragione, sono una stupida", disse, buttando a terra la lancia. Avrebbe dato un occhio per accontentarlo almeno un pochino.
Jaime roteò gli occhi, poi sospirò, avvicinandosi per tirarle su il mento con due dita e costringerla a guardarlo.
"Non sei stupida", disse, accarezzandole la guancia.
Aline sorrise appena, rallegrata. Quegli occhi verdi avrebbero potuto farle fare qualsiasi cosa.
"Proviamo di nuovo, va bene?", riprese lui, indietreggiando.
Si mise in posizione di attacco e lei raccolse la sua lancia, pronta a difendersi, ma vennero interrotti da Nicholas.
"Aline! Come ti senti?", chiese, preoccupato, sfiorandole la spalla.
"Sto bene", sbottò lei, divincolandosi.
"Non che a  te importi", aggiunse, attaccando James, che si scansò di lato.
Nick sbuffò, incrociando le braccia mentre seguiva lo scontro con gli occhi.
"Certo che mi importa".
Aline rise appena, tornando all'attacco: fece roteare la lancia puntando alla testa del ragazzo, che questa volta si parò con una delle spade.
"Credevo di essere una spina nel fianco per te", sbottò, mentre, dando le spalle a Jaime, si voltava per incenerirlo con gli occhi scuri.
"Vi lascio da soli", disse il lupo, rinfoderando la spada. Ne aveva abbastanza di drammi e di sicuro non voleva allenarsi mentre uno gliene esplodeva intorno.
"No! Non ho niente da dirgli", ringhiò la mora.
"Sembra invece che tu abbia molto da dire", sibilò Nick, non più tanto calmo.
Aveva sbagliato, vero. Ma ancora per quanto doveva rinfacciarglielo?
Aline annuì.
"Bene. Penso che tu sia un idiota. Uno stupido. Ti sei preso una cotta per quella stronza che per poco non ha fatto ammazzare te e me in un colpo solo. E per cosa, poi? Cos'ha di tanto speciale? Dal momento in cui l'abbiamo incontrata non ha fatto altro che disprezzarci, metterci in pericolo e cercare di sminuire Jaime. Non mi importa quello che pensi di me. Sono una spina nel fianco? Ok. Meglio che essere così idiota", sbottò, buttando la lancia ai piedi del fratello, andandosene con disprezzo.
Nick abbassò gli occhi, poi guardò Jaime, che ricambiò lo sguardo, fissandolo con le braccia incrociate e un'espressione indecifrabile.
"Ho commesso un errore. Mi sono scusato. Cos'altro devo fare?", esclamò, alzando le braccia.
Jaime si avvicinò e gli tirò una pacca sulla spalla.
"Oh, conosci Aline, ti terrà il muso per qualche giorno, poi le passerà".
Nick annuì appena.
"E tu? Non sei arrabbiato?".
Jaime fece un sorriso enigmatico.
"Nah", disse, voltandosi per andarsene, ma ci ripensò.
"Ah, una cosa: d'ora in poi lei è una tua responsabilità", aggiunse, senza voltarsi.
Il moro aggrottò la fronte.
"Che intendi?".
"Se farà qualcosa per metterci in pericolo di nuovo, ti terrò direttamente responsabile. E, Nick: ci muoviamo, tra un paio di ore. Torniamo al bunker", concluse il lupo, andandosene velocemente.

Nina si rigirò tra le coperte, aprendo gli occhi. La spalla le faceva meno male, ma non era ancora guarita del tutto e le provocò una piccola fitta, facendola gemere.
"Scusa, ti ho svegliata?", fece Nick, sorridendole appena. Non sembrava essersene accorto. Bene, non voleva far preoccupare nessuno.
La ragazza scosse la testa.
"Ero già sveglia", disse, mettendosi seduta.
"Ti ho portato la colazione", continuò lui, passandole un pezzo di carne abbrustolito. Nina gli sorrise di rimando e iniziò a mangiare.
Nick la lasciò finire, osservandola in silenzio, ma come se avesse qualcosa da dire e fosse impaziente di farlo. Lei notò che stava muovendo incosciamente la gamba sinistra.
"Dobbiamo andare", disse, quando lei ebbe fatto colazione.
Nina lo guardò, confusa.
"Spostarci?".
"Dobbiamo incontrarci con altri membri della comunità, in città. Era là che stavamo andando", si spiegò il ragazzo, schiarendosi la voce.
C'era qualcos'altro, ma non sembrava volesse continuare.
"Ma è sicuro in città?", chiese lei, guardandolo.
Nick scosse la testa, sedendosi accanto a lei. Era teso, si vedeva, e stressato per qualcosa, ma provava con tutte le forze a mostrarsi rilassato.
"Gruppi di deeta e FAWW pattugliano le vie, ma abbiamo un rifugio sicuro. L'abbiamo lasciato per cacciare e cercare nuove alleanze, adesso è tempo che torniamo. Praticamente gran parte dei guerrieri e dei curatori sono con noi, non possiamo più tenerci lontani".
Nina annuì e alzò le spalle.
"Ok, bene".
"Vuoi partire?", chiese Nick, confuso.
"Sì, perché no? Non c'è niente che mi leghi a questo posto".

Le vie della città al calar della sera erano buie e pericolose, ma Jaime aveva ritenuto opportuno entrarvi quando il sole non potesse più mostrare la loro presenza a occhi indiscreti.
Avevano viaggiato tutto il giorno per i boschi e a fine pomeriggio avevano aspettato il tramonto prima di entrare in città.
Fortunatamente, non erano incappati in una delle pattuglie e dopo aver attraversato strade deserte e passato palazzi in decadimento arrivarono ad un grattacielo non diverso dagli altri. Una volta dentro, percorsero vari corridoi, giù per lo scantinato, fino ad arrivare ad una porta blindata, nascosta dietro una libreria. Jaime tirò fuori una chiave e la fece scattare.
"Il proprietario di questo edificio era ossessionato dall'apocalisse, perciò ha creato un bunker che potesse sostentare le vite della sua famiglia e di tutti i suoi conoscenti. Idea geniale, peccato che sia morto prima di poterlo utilizzare", spiegò Nick ad una meravigliata Nina, mentre scendevano per quella che sembrò una infinita fila di scale.
"Perciò...come l'avete scoperto voi?", fece Richard, che non aveva potuto evitare di ascoltare il moro.
Nick sorrise.
"Beh, Jaime conosceva sua nipote".
"Conosce, vorrai dire. Non parlare di me come se fossi morta, Nicholas", disse qualcuno con un accento tipicamente britannico.
Una figura graziosa ed elegante fece il suo ingresso nel salone dove erano appena arrivati, sorridendo radiosa.
Era una ragazza dai lunghi capelli rosso fuoco, lo sguardo penetrante, guance rosee e labbra intonate ai capelli.
Aumentò il sorriso, mentre porgeva lo sguardo su quelli che entravano nella stanza, poi posò gli occhi scuri su Jaime e non li mosse più.
"James", trillò, con voce sensuale.
Il lupo ricambiò lo sguardo e sorrise appena.
"Rose".
Si sentì Aline sbuffare sommessamente, poi si fece spazio tra Nick e Nina e si posizionò al fianco di Jaime, come a marcare il territorio.
"Tua sorella è leggermente gelosa?", commentò piano Nina, all'orecchio di Nicholas, che ridacchiò.
Nina, Richard e Annabelle non poterono che restare estasiati dall'accoglienza che ricevettero. Non solo il salone in cui vennero condotti era illuminato con l'elettricità, ma c'era cibo che non avevano toccato da anni e, soprattutto, musica.
Belle si commosse quando la sentì.
"Dobbiamo ballare!", disse, trascinando Richard con lei.
"Sai, tua sorella non ha tutti i torti. Mi faresti l'onore?", chiese Nick, porgendo a Nina una mano. Lei lo guardò, incerta.
"Non sono una brava ballerina e...".
"Nina...non importa a nessuno".
Si sorrisero e si buttarono in pista.



Buonaseraaa, nuovo capitolo. Che ne pensate fino ad ora? Spero che la storia vi intrighi, fatemi sapere!
-Vale
  
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