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Autore: MusicAddicted    08/03/2021    10 recensioni
AKA Le Avventure di JJ&KK!
Killgrave si incammina sul lungo e tortuoso sentiero della redenzione, tra uno scivolone e l’altro.
Jessica cerca di mantenerlo sulla retta via, tra un battibecco e l’altro.
Se volete farvi strada fra quintalate di fluff, situazioni tragicomiche e una spruzzata di romanticismo, siete i benvenuti ;)
Teoricamente sarebbe il sequel della miniserie ‘Stupid Christmas Time!’ … ma se volete la reader’s digest version: Kevin sta cercando di rigare dritto. Per lei. Sempre per lei.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave, Malcolm Ducasse, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera,
non ho più parole per ringraziarvi per il vostro meraviglioso supporto (prima o poi, fosse anche il 2023 arrivo a rispondere a tutti) <3

biww-cover



AKA I can deal with that
 



“Spero non ti dispiaccia se ho convinto le hostess che viaggiavamo in prima classe.” mormora Killgrave, mentre prendono posto sull’aereo.

“Niente mocciosi pestiferi che urlano o piangono, un sacco di spazio a disposizione e niente gente molesta attorno, oh beh… a parte te?” lo punzecchia Jessica, ma lui sorride e basta. “Sì, tutto sommato, direi che posso farmene una ragione.”

Proprio in quel momento arriva verso di loro una hostess che regge un vassoio con due flute di champagne.

“Gradite, Signori?” sorride loro cordiale.

“Puoi scommetterci!” afferra la sua flute dal vassoio Jessica, senza troppe cerimonie.

“Molto volentieri, grazie.” le sorride affabile Kevin, impartendo alla detective ruspante una lezione di buone maniere.

“Sì, posso farmene decisamente una ragione.” ribadisce lei, osservando le bollicine con aria soddisfatta.

“Un brindisi?” le propone Kevin.

“A cosa?”

“Allo sistemare le cose.” innalza la sua flute lui.

“Mi piace.” approva lei, scontrando le flute, prima di bere.

Di lì a breve seguono le istruzioni di routine sui comportamenti da adottare in ogni situazione.

“Tranne questa piccola libertà della prima classe che ti sei preso, perché approvo anche io, gradirei che la smettessi di ricorrere ai tuoi poteri.” detta le regole la super eroina, mentre sono in fase di decollo. “Pertanto sì, puoi rivolgerti al servizio bar, come farebbe chiunque, ma, no, non puoi chiedere cose fuori dal menù; sì, puoi chiedere informazioni sul volo, ma no, non lo puoi dirottare!”
 

“Perché lo dovrei dirottare, se è già diretto a Chicago?”

“Per fare prima e arrivare diretti a James Ave senza passare dall’aeroporto e poi prendere un taxi, tu ne saresti capace.” argomenta lei, scrutandolo con aria diffidente.

“Non ci avevo pensato, che idee che mi dai, mia cara!” replica lui, cominciando ad accarezzarsi il mento con fare pensieroso. “Beh, se avessero un giardino abbastanza grande…”

“Killgrave, no!”

“Scherzavo.” la tranquillizza lui. “Io invece non ti pongo alcun limite, sai.? Se vuoi che più tardi ci chiudiamo in bagno per darci da fare ad alta quota non hai che da chiedere.”

“Se non la pianti di dire cazzate giuro che ti strappo la cintura di sicurezza e la uso per tapparti quella cazzo di bocca!” ringhia lei, ma il decollo le impone di stare ferma e tranquilla.

“Guarda che tutte queste continue minacce ti possono stancare, ma se ti  addormenti sulla mia spalla io non mi lamento di certo!” le sorride Kevin, tra l’irriverente e l’accomodante.

Jessica si trova spiazzata da quel suo cambio di obiettivi, ora decisamente più casti e quasi… romantici?
Tuttavia, recupera subito la sua aria combattiva.

“Sono solo due dannate ore di volo, sarò più sveglia che mai, non temere!”

“Peccato.” fa spallucce lui, prima che gli venga in mente qualcosa. “Non mi hai ancora detto come hai saputo di quel tizio che ho usato come autista…”

“Se te la vuoi prendere con la Hogarth fa’ pure, però non arrabbiarti con Trish,” mette le mani avanti lei.

“E perché dovrei farlo?” si acciglia il persuasore.

“Ricordi quella puntata di ‘Trish Talk’… poco carina nei tuoi confronti? Che domande, ovvio che la ricordi, così come quella dopo con le scuse che ti son piaciute tanto… ecco, diciamo che Trish ha scatenato un fenomeno virale, hanno cominciato a farsi vive persone che sostenevano di aver avuto a che fare con te.”

“Interessante.” replica lui, intrigato.

“Uh! Mi fa piacere tu la prenda così bene. Fatto sta che la Hogarth ha avuto la bella idea di raccoglierli nel suo studio e farmeli esaminare, quindi vedi? Principalmente la colpa è sua!”

“Va’ avanti,” la sprona lui

“Così ho iniziato ad ascoltarli tutti, c’era anche chi sosteneva di averti visto emergere dalle acque con occhi rossi brillanti o che fossi Cinese!” lo fa ridere lei. “Però c’era anche chi era serio a riguardo, l’ho capito da certe cose che dicevano, da come lo dicevano, che avevano incrociato la tua strada.”

“E fra questi c’era il mio autista…”

“No, ho avuto la bella idea di creare un gruppo di ascolto fra quelli che si erano presentati che mi avevano convinto, è alla prima di queste serate che si è aggiunto anche lui, ho capito subito che non era un perditempo ed è lui che con un dettaglio mi ha fatto arrivare a Malcolm… cosa che poi mi ha fatto arrivare a te, il resto della storia lo sai.”

“Oh sì, il mio collo se la ricorda benissimo!” borbotta lui, fingendo di massaggiarlo.

Jessica valuta se sia il caso o meno di dirgli che è a quelle serate che è riuscita a rintracciare la madre di Kevin, ma alla fine decide che non è il caso di riportare alla mente del persuasore ricordi dolorosi.

- È solo perchè mi serve che sia di buon umore per mettersi al lavoro… non certo perché mi importi qualcosa di lui!- si convince la bella detective.

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Killgrave alla fine si è comportato a modo e quel volo è stato normale il più possibile, con gran compiacimento di Jessica.

Il taxi li porta a destinazione, con Kevin che provvede a pagarlo regolarmente, aggiungendogli una mancia perché resti lì ad aspettarli.

“Niente giochino del tassametro che segna zero? Sono sempre più sbalordita.” commenta Jessica, mentre percorrono il vialetto in mezzo al prato che conduce a una villetta dalle pareti giallo crema.

“So comportarmi come un cittadino qualunque, all’occorrenza… questo non significa certo che mi piaccia farlo.” brontola lui, prima di suonare al campanello.

Devono attendere un po’ ma poi apre loro la porta una donna mulatta sui trent’anni, piuttosto avvenente, nonostante le vistose occhiaie, i capelli scuri e ricci raccolti in un'acconciatura frettolosa e l’aria un po’ stressata.

“Sì? Cosa desiderate?” chiede loro, nascondendo meglio nella tasca del grembiule quella che sembra una macchinina.

 

“La Signora Clay?” chiede per conferma Jessica.

L’interpellata fa una smorfia di disapprovazione.

“Oh, per favore, non voglio più sentire quel nome nemmeno per sbaglio, ora sono la fiera, divorziata Signora Bumper” la corregge lei, lasciandoli entrare. “Siete qui per prendere le ultime cose del mio ex marito?”

“Non esattamente.” replica Kevin, che ancora non ha parlato.

“Temo di non capire, allora,” aggrotta le ciglia la donna.

Proprio in quel momento si sente un bambino gridare isterico dal piano di sopra, mentre lancia cose, forse i suoi giocattoli, contro al muro.

“Avery, amore, la mamma arriva adesso!” lo rassicura la donna, dal piano di sotto.

“Bene, Jessica, se ti serviva un’ulteriore prova, riconoscerei le grida di quel bambino pestifero fra mille.” bisbiglia alla detective il persuasore.

“Le mie ricerche non sbagliano mai.” gli bisbiglia lei in risposta.

“Non mi avete ancora detto chi siete voi due e perché siete qui!” comincia ad agitarsi la padrona di casa.

Nel frattempo il bambino, che non può avere più di sette anni è sceso dalle scale e ha tirato il suo elicottero giocattolo verso Killgrave, mancandolo di poco.

La detective e il persuasore alzano simultaneamente lo sguardo verso di lui.

“È lui, mamma, era lui con papà. È il Signore Cattivo!” grida il bambino, indicando Killgrave alla mamma. “È lui che ha fatto diventare cattivo papà.”

La madre prende in braccio il figlio agitato e lancia un’occhiata di fuoco a Killgrave e Jessica.

“Uscite subito da casa mia o chiamo la polizia!” tuona, furente.

Killgrave scambia uno sguardo con Jessica, che annuisce.

“Lei non vuole cacciarci via.” la persuade Kevin.

“Io non voglio cacciarvi via.” ripete come un’automa la padrona di casa.

Nel frattempo il bambino continua a gridare isterico.

Killgrave sa già cosa fare.

“Signora Bumper, lei resti tranquilla.” dice con tono pacato verso la donna, che posa placida il bambino su una sedia lì vicino. “Tu, Avery, sta’ lì, zitto e fermo e non fare altro che non sia respirare!” gli impone e il bambino non può che obbedire.

“Andamo a metterci comodi, Signora Bumper, dovremmo parlare un po’” le annuncia Jessica, andando verso il divano

“Lei sa di aver preso una decisione avventata, Signora Bumper.” prosegue Killgrave, prendendo posto accanto alla detective, mentre la madre del bambino si siede di fronte a loro.

“Io ho preso una decisione avventata.” riconosce lei.

“Signora Bumper, parliamoci chiaro, suo figlio è una peste senza precedenti. Lo abbandonerebbe mai?” interviene Jessica.

“No! Certo che no! Che razza di domande sono queste?” si scandalizza la donna.

“Bene, ora però sarà lui a farle la stessa domanda.” le annuncia Jessica e Killgrave ha già capito dove voglia andare a parare.

“Signora Bumper, risponda con sincerità, quando è ingestibile e la fa disperare, ha mai pensato di abbandonare suo figlio?”

“Sì.” risponde di riflesso la donna, tappandosi la bocca in lacrime, pochi secondi dopo. “Oh mio, dio! Non è possibile, io amo Avery con tutta me stessa!”

“E nessuno lo mette in dubbio questo, ma, vede? Sono normalissime pulsioni che anche il più mite fra gli esseri umani può avere, nella frazione di un momento.” riprende il discorso Jessica, sporgendosi più vicino alla donna, ancora in shock. “Ora poniamo caso che lei incontri un essere spregevole, un Signore Cattivo, come diceva suo figlio prima, qualcuno che ha il potere di far portare questo desiderio latente a compimento, qualcuno che può darle un ordine che lei eseguirà senza possibilità di ribellarsi. Si ritroverebbe ad abbandonare il sangue del suo sangue, con una minuscola parte di lei che sa che vorrebbe farlo.”

La Signora Bumper, sempre in lacrime, guarda prima Jessica e poi Kevin.

“Mio dio, ma allora… Alexander…”

“Sì, il suo ex-marito è stato una delle tante vittime di Killgrave, l’uomo che vede qui con me. Ma sa che le dico? Che se quel giorno ci fosse stata lei alla guida di quella macchina il risultato sarebbe stato il medesimo, con la differenza che ora sarebbe lei quella esclusa dalla famiglia, vista come un mostro senza cuore, accusata di un crimine orribile.”

“Perché ha portato in casa mia un uomo così terrificante?” si rivolge a Jessica la donna, tremando sia per i singhiozzi, ma soprattutto per la paura.

“Perché se mi fossi presentata da sola, sarebbe stata solo la parola di una detective contro la sua, senza uno straccio di prova. Io la prova vivente me la sono portata appresso, l’ha visto lei stessa quello che può fare. Ora crede a quello che è realmente successo?”

“S-sì, ci credo…”

“Bene. Perché questo Signore-ora-un-po’-meno-Cattivo sta cercando di imparare dai suoi errori e ricucire i pezzi di ciò che ha rotto, almeno là dove è ancora possibile.” le spiega Jessica.

 

“Proprio così. Ora che conosce la verità, riuscirà a perdonare suo ex-marito?” le domanda Kevin, senza ricorrere al suo potere.

“Sì, certo che sì, l’ho appena fatto, ma ormai è troppo tardi. Gli ho detto di non cercarci più, di sparire dalle nostre vite e lui… l’ha fatto.” si dispera lei.
 

“A questo penseremo noi. Ora sarà meglio andare.” si alza Jessica e così fa anche Killgrave.

“Sarà meglio che interrompa il comando che ho dato a suo figlio.” gli si avvicina il persuasore.

“No, aspetti… voglio dire, se non gli dice niente, quanto resta così tranquillo?” si azzarda a chiedere la madre.

“Oh beh, di sicuro tre giorni… però prima di regalarle tutta questa quiete, mi lasci correggere un paio di cose.” decide lui. “Avery, mangia quando devi mangiare, dormi quando devi dormire, usa il bagno quando ne hai bisogno, ma per il resto resta in silenzio, fa’ il bravo bambino e non far disperare i tuoi genitori.” gli parla con tono mite Killgrave. “Ecco, ora è a posto.” informa la donna prima che lui e Jessica escano.

“In effetti è vero, da come avevi imposto quel comando, quel povero bambino avrebbe rischiato di morire di fame…” borbotta Jessica. “Non è da te tutta questa umanità, Signore Cattivo.”

“Potresti evitare di chiamarmi così?” alza gli occhi Kevin, mentre tornano al taxi.

“Scordatelo, è troppo divertente!” si diverte a punzecchiarlo lei, ma poi quando meno se lo aspetta, gli prende la mano. “Sei stato bravo, lì dentro. Sono fiera di te.” aggiunge, guardandolo seria.

“Ho solo un’ottima insegnante.” le sorride lui, mentre il taxi li riporta in aeroporto.

“Ora viene la parte difficile.” gli preannuncia Jessica.

“Non era questa la parte difficile?” si stranisce lui.
 

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Jessica spinge il portone di quel locale dove era solito trovarsi il gruppo di ascolto, dove al tavolo adibito trova solo il Signor Clay, distinto ed elegante come lo ricordava.

“Sei puntuale.” gli riconosce lei.

“Nella e-mail che mi hai mandato dicevi alle 22:00” ribatte l’uomo. “Non so nemmeno perché ho accettato di riprendere la terapia di gruppo. Gli altri quando arrivano?” borbotta guardandosi in giro.

“Temo di non essere stata del tutto sincera con te. Gli altri non verranno.” lo informa lei, mandando l’SMS ‘Ora puoi entrare.’ a chi di dovere.

“Ah no? Farai solo incontri singoli? Questa è una novità…” risponde lui, paralizzandosi quando  vede aprirsi la porta, con il suo incubo peggiore che fa il suo ingresso indisturbato.

“Jessica, sei impazzita? Perché lui è qui? Fa parte della terapia?”

“Non c’è nessuna cazzo di terapia, mi serviva trovare un modo per farti venire qui.”

“Quindi è una trappola, cosa sei? La sua complice? Ora controlla di nuovo anche te?” ringhia l’uomo, in procinto di alzarsi e fuggire.

“Magari!” ridacchia Killgrave, guadagnandosi un’occhiata al vetriolo da Jessica. “No, non la controllo e non ho intenzione di controllare nemmeno te, ad eccezione di due comandi fondamentali: resta seduto e ascoltami senza interrompere.”

L’uomo AfroAmericano fa come gli è stato detto e l’Inglese prende posto di fronte a lui al tavolo di quel pub per lui così rudimentale.

“Diciamo che… ti devo delle scuse.” esordisce lui.

Il Signor Clay non può interromperlo e si limita solo a sgranare gli occhi incredulo.

“Oh, non credere che sia facile per me, in genere non mi scuso mai, ma… qualcuno mi ha fatto capire che dovrei farlo, almeno con chi posso,” guarda fugace Jessica, che si lascia sfuggire un mezzo sorriso. “Scusami per averti fatto abbandonare tuo figlio, mi dispiace, avrei dovuto semplicemente dirgli di starsene zitto e tranquillo.”

Seduta vicino al Signor Clay, Jessica allunga un piede da sotto il tavolo per tirargli un calcio sullo stinco.

“Ouch! No okay, non sarei mai dovuto salire sulla tua auto e renderti il mio autista personale. Mi dispiace.” si corregge Killgrave, compiacendola. “Ecco, ora, se vuoi, puoi parlare e muoverti.”

“Lo sai cosa accidenti me ne faccio delle tue dannate scuse? Mi hai rovinato la vita!” sbotta l’uomo, ma da come lo guarda glaciale il persuasore si azzittisce all’istante.

“E comunque, non siamo qui solo perché lui ti doveva delle scuse.” spiega Jessica. “Che tu mi creda o no, Killgrave ha cercato di riaggiustare le cose e io credo abbia avuto un discreto successo.”

“Sei andato da Wendy e Avery? Che cosa hai fatto? Jessica, tu sei qui per dirmi che lo hai fermato in tempo, vero?” si allarma il Signor Clay, teso come una corda di violino.

“Kevin, non dovevi togliergli quel comando, è evidente che lui non ascolta!” alza gli occhi Jessica, rivolta solo al persuasore, come se l’altro non fosse lì, ma sta solo fingendo, perché poi sposta nuovamente lo sguardo verso il Signor Clay. “No, non sono arrivata in tempo, per il semplice fatto che ero già lì. Io stessa sono andata a casa della tua ex-moglie con lui.” specifica lei.

“Allora sei davvero la sua complice!” l’accusa l’uomo.

“Hey, tu, bada a come parli, ho ribaltato tavoli per molto meno!” lo mette in guardia Jessica, alzandosi. “Semmai è il contrario, è lui il mio complice. Gli sto insegnando a essere migliore, lo sto portando a un utilizzo più benefico dei suoi poteri, gli sto dando una seconda chance, quella che la tua ex moglie ha deciso di dare a te.” lo informa.

Il Signor Clay li osserva sbigottito.

“Mi-mi state dicendo che Wendy mi ha perdonato?”

“Sì, ma non perché glielo ho ordinato, non durerebbe che tre giorni altrimenti. Io e Jessica le abbiamo aperto gli occhi, l’abbiamo aiutata a capire cosa ti è successo, a causa mia, le abbiamo fatto vedere le cose dal tuo punto di vista. Questa è una cosa che avrà effetto sempre.” precisa Kevin.

“Già, quindi perché non ti riprendi in mano la tua vita e corri dalla tua famiglia? Ora vivono qui.” gli allunga un pezzo di carta Jessica, con scritto l’indirizzo.

L’uomo non perde tempo e si alza, uscendo dal locale.

“Ma come? Se ne va via così, come se nulla fosse? Almeno un ‘grazie’ lo poteva dire!” sbuffa Killgrave.

“Tu rimarrai comunque il suo peggior incubo, semmai poteva ringraziare me!” borbotta lei, indispettita. “Beh, Kevin, stai avendo un assaggio di cosa significa fare l’eroe: tu ti fai uno sbattimento assurdo e a nessuno frega un cazzo!” lo fa ridere lei.

“Se arriva in tempo a casa potrà godersi la versione silenziosa di quel demone di suo figlio per almeno due giorni!” la fa ridere lui, alzandosi dal tavolo. “Ora ce ne possiamo andare a casa anche noi?”

 

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Considerando i due voli affrontati e il confronto avuto quella sera, Kevin è piuttosto provato e vorrebbe solo andarsene a dormire, ma Jessica sembra pensarla diversamente.

“Non la vuoi prima la tua ricompensa?”

“Avevamo detto che questo non contava come caso risolto, vuoi aggiungermi lo stesso la X e portarmi a quota otto?” le domanda speranzoso lui.

Per tutta risposta, Jessica ridacchia.

“Ci sono vari tipi di ricompensa, scommetti che questa ti piacerà anche di più?” lo stuzzica lei. “Va’ nel bagno di camera tua e aspettami lì.”

Ovviamente Kevin fa come gli è stato detto e nel giro di un quarto d’ora Jessica lo raggiunge con addosso pantaloncini e una canotta neri.

Lui invece si è limitato solo a togliersi giacca e scarpe.

Jessica si avvicina alla vasca, aprendo il rubinetto dell’acqua calda, per poi avanzare verso di lui. Comincia a sbottonargli la camicia, finché arriva all’ultimo bottone e gliela sfila.

Kevin preferisce non dire nulla, lasciandola fare, ma è alquanto stupito quando la vede abbassargli anche i pantaloni, per poi pensare ai suoi boxer.

Jessica sembra notare il suo senso di smarrimento.

“Oh, andiamo, ti scandalizzi per così poco? Con tutte le volte che ti ho visto nudo!” sdrammatizza lei. “‘Conosco la mappa dei tuoi nei a memoria.’” gli fa il verso.

Kevin sembra riguadagnare un po’ della sua consueta spavalderia.

“Ma se unisci i miei con una penna esce la scritta ‘Jessica, ti amo.’” le sorride suadente, scostandole i capelli dal viso.

“Che nei sdolcinati!” finge di lamentarsi lei, prima di baciarlo.

La vasca si è riempita a sufficienza e Jessica lo fa accomodare, andando verso la porta.

“Ma come? Pensavo facessimo il bagno insieme!” si imbroncia lui.

“Ti piacerebbe! Non è quella la tua ricompensa,” lo informa lei. “Ti aspetto di là, quando hai finito.”


Quando Kevin la raggiunge in camera, avvolto nell’accapatoio, trova sul letto un telo che prima non c’era, le luci soffuse e delle candele profumate alla lavanda accese agli angoli.

Jessica lo aspetta seduta sul letto, con in mano una bottiglietta che non riesce a identificare.

“Levati l'accappatoio e sdraiati a pancia in giù.” lo istruisce e lui non se lo fa ripetere.

Jessica gli sale a cavalcioni, sedendosi sulle sue natiche. Si versa un po’ di olio alla lavanda e all’arancia sulle mani, per farlo scaldare a sufficienza e poi comincia quel massaggio sensuale e rilassante, partendo dalle spalle e dal collo.

Li massaggia energicamente, ma non troppo, allentandogli tutta la tensione.

“Oh dio, Jessica, così mi porti in Paradiso.” mormora lui, mentre le mani della ragazza scendono verso la schiena.

“Me lo ricordo come mi guardavi a Natale, col tacchino. Diciamo che oggi te lo sei meritato, ma non ci fare troppo l’abitudine.” prosegue lei, massaggiandogli i fianchi.

“Se è questo il premio, devo fare cose buone più spesso.” mormora lui, contento, ancora di più, quando lei si sposta, per massaggiargli anche i glutei e la parte interna di cosce e gambe.

“Non lo dovresti fare per il premio, ma suppongo sia ancora troppo presto perché tu capisca questo!” commenta lei, aspettando che lui si volti.

Si inginocchia dietro di lui, facendogli appoggiare la testa sul suo grembo e gli accarezza i pettorali, cospargendoli di quell'olio profumato.

“Poi dopo io lo posso fare a te, vero?” azzarda lui.

“Ma nemmeno per idea, cazzo! Fatti bastare questo, perché non ci sarà altro.” lo disillude lei, proseguendo il massaggio sulla fossetta che ha vicino all’ombelico.

“Credo che posso farmene una ragione.” mormora compiaciuto. 

“Però il tizio, quello giovane, belloccio, al quale hai portato via la giacca che ti piaceva… lui non si riprenderà mai!” lo fa ridere lei, una volta terminato il massaggio.

Dopo qualche ulteriore momento di relax, Kevin indossa nuovamente l’accappatoio.

Jessica, con sua grande sorpresa, anziché tornare in camera sua, si sdraia dall’altra parte del materasso.

“Kevin, è vero che tra noi le cose stanno cambiando. Che tu stai cambiando. Lo so che tu vorresti altro da me… ma, non ce la faccio, non sono ancora pronta per quello. Spero tu non te la prenda.” bofonchia lei, temendo una sua brusca reazione.

Kevin la sorprende non poco quando scoppia a ridere.

“Vuoi scherzare?” scivola più vicino a lei, poggiando un gomito sul materasso, con la mano a pugno che gli regge la tempia. “L’anno scorso non mi era nemmeno concesso sfiorarti una mano e… guardaci ora,” le sorride, allungandosi per un tenero bacio che lei non gli nega.

“E poi ero serio quella notte al porto. Ti ho detto che avrei aspettato tutto il tempo necessario finché tu avresti capito di provare quello che provo io, E continuerò ad aspettare.” le sorride.

“Bene, perché mi piace il ritmo a cui stiamo andando.” mormora Jessica, prima che si accoccoli con la testa sul suo petto.

“Posso farmene una ragione.” risponde Kevin, mentre le accarezza i capelli fino a che entrambi non si addormentano.

 

TBC

Un minuto di silenzio per il tizio elegantone e la sua giacca perduta.
Nella puntata 1x4 ‘AKA 99 Friends’ poi ha una battuta fenomenale, in italiano è tipo ‘lo so che non è come uccidere la propria famiglia, però… era firmata!’

Insomma, io lo amo XD (se fossi un OC mi shipperei con lui ecco XD)

Scherzi a parte, voglio un bene infinito a tutte le mie J/K ma questa è proprio speciale per me, la chiamo ‘la mia piccola isola felice’ dove mi concedo di far succedere qualsiasi cosa, anche al limite dell’OOC, perché comunque le basi per farlo accadere ho provato a gettarle e ora me ne godo i frutti ^^’

Se volete smettere di seguirla perché le cose vi sembrano troppo forzate lo capirò… ma secondo me Kevin a questo giro il premio se lo meritava tutto e Jessica qualcosina comincia a provarlo già da qualche capitolo, un passetto in avanti mi sembrava doveroso.

Se invece non avete storto il naso e vi va di proseguire, sempre che non mi venga in mente altro, il prossimo capitolo dovrebbe riprendere toni più allegri e comici e Trish e Malcolm torneranno a far la loro comparsa.

Per il momento dal Signore Cattivo, dalla sua complice e da me è tutto ^^
   
 
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