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Autore: Harry Fine    09/03/2021    1 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
Capitoli:
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Becky per un attimo aveva pensato di avere le allucinazioni: Rafael, Athal, Momoko, Ivan, Kyran ed Ivar erano proprio davanti a loro, feriti, sporchi ed esausti, ma chiaramente ancora in sé!

Dopo tutte le disgrazie di quella maledetta giornata, vedere che sia lei che tutti i suoi compagni erano sopravvissuti all'infezione del virus sembrava davvero troppo bello per essere vero.

E lei non era la sola a sembrare sorpresa: King e Rahl stavano fissando l'arciere biondo come se gli fosse spuntata una seconda testa e Natasha stava facendo lo stesso con la Corvina, che però non sembrava altrettanto confusa.

Infatti la russa si ritrovò buttata a terra sotto il peso della sua partner e col suo seno ben premuto addosso. 《Natasha! Sei viva! Certo che quando vuoi farmi prendere uno spaventato ce la metti tutta eh?》

 

L'altra ragazza, le orecchie rosse come i suoi capelli, si limitò ad emettere una risposta disarticolata, incapace di smettere di pensare alla posizione indecente in cui erano messe!

Sentì chiaramente la risatina di King, ma non riuscì a trovare una riposta adatta per chiudergli la bocca! Non era mai finita in una situazione simile, non aveva idea di come comportarsi! Ed era anche piuttosto sicura che l'americano non l'avrebbe nemmeno ascoltata: era troppo impegnato a fare gli occhi dolci a Rahl e Kyran, una visione piuttosto singolare anche quella, visto che erano tutti e tre sporchi di sangue e polvere dalla testa ai piedi, ma anche stranamente dolce.

Ma Becky non diede retta a nessuno di loro. Rafael si era avvicinato a lei, aiutandola a tirarsi su, e aveva mostrato un sorriso più naturale del solito, nonostante le ferite. 《Come stati? Sei ferita?》

La ragazza scosse il capo. 《No, non in maniera grave almeno… sono solo… quella maledetta onda d’urto mi ha…》

 

《Oh, ma certo. Solo un attimo.》 Disse lui, poggiandole le dita sulla fronte.

Un attimo dopo la ragazza sentì finalmente il suo corpo tornare leggero e la sua mente schiarirsi ed emise un sospiro profondamente sollevato. 《Grazie Rafael, non sai quanto ne avessi bisogno. Ma dimmi, Come… come avete fatto a salvarvi?》

 

《Diciamo che siamo stati fortunati. Noi tipi S non facevamo parte di gruppi organizzati, eravamo in coppia, quindi quando è iniziata tutta questa storia siamo riusciti a evitare il grosso dei Corrotti e abbiamo guarito gli effetti del Virus quasi subito. Il problema è che siamo stati attaccati a più riprese quando abbiamo cercato di capire cosa stava succedendo e siamo stati quasi uccisi. Fortunatamente abbiamo incontrato Kyran mentre cercavamo di tornare agli aereoscheletri e da allora ci siamo fatti strada tutti insieme.》

La ragazza annuì, con un sorriso seriamente sollevato sulle labbra e le guance rosse. 《Sono contenta che stia bene.》

《È reciproco.》 Rispose lui, quel sorriso genuino che ancora gli ornava le labbra.

 

La ragazza, sul punto dell'autocombustione, avrebbe voluto continuare a parlare, ma Kyran li richiamò. 《Ragazzi, mi dispiace interrompere, ma non abbiamo più tempo per questo. I Corrotti stanno distruggendo la città e siamo tagliati fuori dal Bunker. Dobbiamo raggiungere i generali e avvertirli di quello che sta succedendo.》

《Kyran ha ragione, non abbiamo più tempo. Dobbiamo fare in fretta. Appena tutti noi saremo guariti, dovremmo andare immediatamente agli aereoscheletri.》 Aggiunse Ivan, di nuovo in forma.

 

《Aspettate un attimo!》 Li interruppe Momoko, prendendo la valigia che aveva portato via dalla tenda medica e aprendola. All’interno c'erano altri dieci contenitori più piccoli simili a degli zainetti che l'albina iniziò a passare a tutti loro.

《Che c'è dentro?》 Chiese King, rigirandosi il proprio tra le mani.

《Vaccini per Virus logici, antidoti per veleni, ago e filo per suture, attrezzi per effettuare riparazioni di emergenza. Ho preparato tutto il necessario affinché possiate guarirvi in caso venissimo nuovamente separati e foste feriti. A questo punto, non si può mai essere abbastanza prudenti.》 Disse lei amaramente.

 

 

Tutti quanti annuirono, allacciandosi le sacche intorno alla vita, e si misero immediatamente in posizione per farsi guarire, la tensione che tornava nuovamente a crescere anche grazie alle sue parole.

Quella di separarsi nuovamente era una possibilità concreta: ormai era chiaro che i loro nemici erano molto più furbi di quanto avessero pensato e l'orda di corrotti ne era una prova lampante.

Se non fossero riusciti ad avvertire il Generale, probabilmente la sostanziale sconfitta appena ricevuta in una battaglia indispensabile sarebbe stata solo la punta dell'iceberg. Se quello che era successo a loro fosse successo anche in altre città, allora avrebbero perso la guerra intera!

Nessuno di loro aveva intenzione di darsi per vinto, non dopo tutto quello che avevano dovuto sopportare, ma non potevano nemmeno negare di avere paura. Non avevano nemmeno pensato a cosa dire ai generali per spiegare quel disastro, tanta era la voglia di ritrovarsi ed evitare di morire o peggio, di ridursi come i loro ex commilitoni.

 

***

 

Corsero più rapidi possibile verso la zona di atterraggio, i loro corpi finalmente rigenerati e non più indeboliti dal virus, senza nemmeno preoccuparsi di nascondersi stavolta. Fecero semplicemente a pezzi qualunque corrotto provasse a mettersi sulla loro strada ed ignorando le esplosioni e il fumo che ormai avevano ridotto Los Angeles in un cumulo di macerie.

Quando arrivarono a destinazione, sulla cima di uno dei grattacieli più piccoli, tirarono un sospiro: Fortunatamente nessun corrotto era riuscito ad arrampicarsi così tanto da raggiungere il nascondiglio degli aereoscheletri, ma non ci avrebbero impiegato molto. Potevano già sentire i loro ringhi e urla mentre piantavano le loro unghie nei vetri per tirarsi su.

Salirono sugli aereoscheletri e decollarono immediatamente, guardando la città rimpicciolirsi sempre di più sotto di loro, e volarono velocissimi verso il Bunker.

 

Becky si voltò solo un attimo a guardare la città: ormai la città delle sta, la città che attirava decine e decine di turisti ogni anno, era stata ridotta a un cumulo di edifici distrutti e incendiati. 《Che disastro.》 Commentò tristemente.

《Non si preoccupi signorina Becky.》 Provò a rassicurarla Rahl. 《Appena informeremo gli altri Bunker torneremo a sistemare le cose.》

《Che cosa diremo ai generali?》 Chiese Ivan, dopo un attimo di esitazione.

 

《La verità. Quello che è successo oggi è la prova che le Biomacchine hanno ancora molti assi nella manica con cui ci possono cogliere di sorpresa. Tentare di negarlo servirebbe semplicemente a rischiare che una situazione come questa accada di nuovo.》 Rispose Ishley, mentre impostava le coordinate per l’atterraggio.

《Già. Per una volta dovranno darci retta, che gli piaccia o no.》 Commentò King, facendo altrettanto.

 

Il francese annuì, seguendoli a ruota insieme a tutti gli altri, sbarcando nell'hangar e scendendo a rotta di collo dal mezzo di trasporto, correndo attraverso I corridoi deserti e precipitandosi verso il salone principale.

All'interno c'erano tutti i generali e i colonnelli, ogni tipo O disponibile e una manciata di tipo B, tutti con gli occhi puntati sugli enormi schermi davanti a loro, che avrebbero dovuto monitorare la situazione, ma il generale Weiss, appena sentì lo schianto della porta, si girò a guardarli sgomenta.

《Generale!》 Urlò Natasha, la prima ad aver varcato la soglia.

《Natasha? Dottor Ishley? Che cosa ci fate voi qui?!》

Il dottore la interruppe. 《Si tratta di un’emergenza. Abbiamo perso la battaglia di Los Angeles: dopo la distruzione del Server, le biomacchine hanno rilasciato un virus potentissimo che ha contagiato e corrotto tutti gli Yorha presenti sulla superficie.》

 

L’espressione sul viso della donna era di pura confusione. 《Di che state parlando? Abbiamo saputo che il Server è stato distrutto e Non c'è stata alcuna segnalazione di un attacco virale in corso. Soprattutto non su scala tanto grande.》

《Questo perché tutte le comunicazioni con il Bunker sono state tagliate! Ma adesso non importa, dovete immediatamente avvertire gli altri generali di questo virus!》 Si intromise Ivar.

Becky annuì vigorosamente. 《Già. Le unità terrestri hanno completamente perso la testa! Hanno messo a ferro e fuoco la città!》

 

La donna rimase ferma a guardarli per un attimo, mordendosi le labbra, la mano che accarezzava l’impugnatura dello stocco. 《No. Gli unici a sembrare infetti qui… siete proprio voi.》 Disse, senza la minima espressione in faccia.

Gli Yorha più giovani sbarrarono gli occhi per l'orrore, notando con la coda dell'occhio che anche gli altri generali e colonnelli stavano mettendo mano alle proprie armi.

《Spero che lei stia scherzando! Come cazzo facciamo ad essere infetti se siamo qui a parlare con lei!?》 Sbraitò King, rosso di rabbia e già pronto a difendersi con la sua spada se li avessero attaccati.

Weiss gli scoccò un'occhiata glaciale e gli puntò contro la propria lama, mentre le altre unità B facevano altrettanto. 《Non mi posso fidare delle vostre parole. Verrete tutti detenuti per sospettata infezione virale.》

 

I tipo B iniziarono ad avvicinarsi, spade e lance puntate contro di loro, ma un attimo dopo i loro corpi furono attraversati da uno spasmo improvviso che fece contrarre i loro visi dal dolore. Si portarono le mani alla testa, la bocca aperta in un urlo muto e i loro occhi rossi e pieni di corruzione.

Momoko impallidì di colpo. 《No! Non può essere!》

Persino Ishley sembrava confuso. 《Come può essere arrivato qui!? Loro non sono stati colpiti dell’onda d'urto!》

 

Il generale li guardò senza parole, ma la ignorarono tutti appena videro che anche i Tipi O erano nella stessa condizione, piegati su se stessi, agonizzanti mentre quel maledetto li riduceva a nulla di più che marionette senza cervello.

La donna si avvicinò ad una di loro, poggiandole una mano sulla spalla e chiedendole che cosa avesse, ma lei fece scattare il collo con un movimento innaturale e lei fece appena in tempo a spostarsi prima che i suoi denti si piantassero nella sua mano.

I denti della tipo O morsero solo l'aria, ma questo non la fermò. Si rimise in piedi rapidissima provò a saltare nuovamente addosso al generale, ma la falce di Natasha si piantò nel suo cranio e la inchiodò a terra prima che potesse avvicinarsi troppo.

Immediatamente, la sala si trasformò in un campo di battaglia: i nuovi corrotti iniziarono Immediatamente ad attaccare, riducendo molto presto la sala principale ad un cumulo di macerie e cadendo uno dopo l'altro sotto i colpi della rossa, dei suoi compagni e del Generale.

 

《Cosa diavolo è successo!? 》

《Non lo sappiamo nemmeno noi! Questo maledetto virus ha infettato tutti sulla superficie. Appena abbiamo distrutto il server, è iniziata. Non si è salvato nessuno. Tranne noi.》 Le rispose Rahl, travolgendo un corrotto con un fascio di fiamme.

 

La donna sgranò gli occhi, ma il suono di un grilletto alle sue spalle la voce voltare di colpo, trascinando via l'albino appena in tempo prima che un grosso proiettile si piantasse nel pavimento.

Entrambi si girarono per fronteggiare il nuovo nemico, ma Weiss sentì l'olio gelarsi appena vide che quello che aveva sparato non era altro che suo fratello: le sue grosse spingarde ancora fumanti.

 

 

Gli puntò contro lo stocco per puro istinto, gli occhi colmi di orrore.《Schwartz! Che cosa stai facendo!?》

Lui non sembrò neanche sentirla, si limitò ad aprire gli occhi: Erano rossi. Caricò un altro colpo e fece nuovamente fuoco verso il petto della sorella. Lei si spostò con un salto, cercando di disarmarlo con la propria lama, ma lui si mosse con una contorsione innaturale e la colpì con il calcio delle sue armi dritta alla tempia.

La sua avversaria barcollò indietro, cercando di riprendere l’equilibrio, e lui ne approfittò per caricare nuovamente le spingarde e puntargliele addosso. La donna lo fissò a occhi sgranati dalla paura, però Rahl corse in avanti, superandola con un salto e colpendolo sul muso con il lato del fucile e spingendolo a terra con forza.

Gli puntò immediatamente l'arma contro la fronte, tenendolo fermo con un piede, ma il sibilo di una lama lo fece girare. Una spada passò vicinissima al suo viso, graffiandogli uno zigomo e costringendolo a lasciar andare il colonnello, mentre il generale Asiatico si metteva di fronte a lui, anche lei corrotta e con un inquietante sorriso in faccia.

 

L'albino tirò fuori il suo lanciafiamme, gli occhiali ben calati sugli occhi per prendere la mira, ma quella donna si muoveva come un turbine, un turbine tagliente ed altamente agile che evitava le sue fiammate senza fare una piega.

Solo che poi un grosso scudo le apparve davanti, bloccando la sua corsa e mandandola lunga distesa con un sibilo inviperito, mentre Ivan e Natasha si posizionavano davanti a lei pronti a combattere.

《Occupatevi degli altri, ci pensiamo noi a lei.》 Disse la rossa.

 

L’inglese annuì, afferrando il generale per il polso e gettandosi nuovamente nella mischia: ormai la sala era disseminata dai corpi dei tipo O e dei tipo B che avrebbero dovuto fare da scorta,  però lo scontro era tutt’altro che finito.

I due Videro chiaramente King e Ivar combattere contro il generale Europeo, un uomo Francese sulla cinquantina, allampanato e con lunghi capelli rossi e unti, armato con una gigantesca ascia bipenne, mentre Becky e Athal tenevano fermo il colonnello Asiatico, un coreano minuto e col muso da faina armato di due lunghissimi Pugnali, però di Schwartz e del colonnello europeo non sembrava esserci traccia. E nemmeno di Ishley, Kyran e Momoko.

《Dove sono finiti?》 Si chiese il ragazzo.

《Com’è potuto accadere tutto questo!? Mio fratello…》 Sussurrò Weiss, stringendo lo stocco.

《Quello non è più suo fratello, Generale. È un corrotto! Non esiti ad ucciderlo, lui non lo farà.》

 

La donna si morse le labbra. Sapeva che Rahl aveva ragione, ma quello era pur sempre suo fratello minor, quello che l'aveva aiutata fin da quando erano bambini e che si era offerto volontario per essere il suo secondo senza pensarci un attimo quando era iniziata quella guerra.

Sentirono un suono stridente e la ringhiera superiore fu fatta a pezzi: immediatamente videro il colonnello mancante, un uomo muscoloso di nazionalità italiana sulla trentina con un codino di capelli ramati e un lungo tridente in mano, precipitare sul pavimento inseguito da Kyran e Momoko, delle frecce di lui piantate nel polpaccio e nella spalla e con dei lunghi tagli sul volto e sul petto lasciati dai ventagli di lei.

 

La coppia di Yorha aveva il fiatone, ma sembravano essere in vantaggio, perché L'uomo sembrava davvero allo stremo delle forze. Infatti emise un verso animalesco, schivando una coppia di dardi con uno slancio disperato, ma un colpo di scudo lo fece volare dall’altra parte della stanza prima che potesse attaccare nuovamente e Ivan e Natasha lo superarono senza pensarci un attimo, lasciandolo alla mercé dei loro amici.

Lui si tirò nuovamente su, la parte destra della testa e della spalla praticamente distrutto, Ma sferzò comunque l'aria col suo tridente, mancandoli di poco, e continuò a muoversi con tutta la forza che aveva fino a quando il biondo non gli squarciò l'unico occhio rimasto con la punta del suo arco e poi gli colpì le caviglie, facendogli perdere l'equilibrio.

Momoko ne approfittò immediatamente: prima che potesse rialzarsi di nuovo, gli piantò i suoi ventagli nella fronte, trapassandogli il cranio da parte a parte e facendogli scendere ancora più olio da occhi, naso e bocca.

Il corpo del corrotto fu scosso da violenti spasmi, la testa che si muoveva violentemente nonostante le lame. Era uno spettacolo disgustoso: la sua bocca era invasa da quella schiuma rossa ed era aperta per prendere grandi boccate d'aria, i suoi arti si muovevano in maniera convulsa e dalla sua gola venivano fuori dei versi raccapriccianti intermezzi da quelli che avrebbero potuto essere singhiozzi. E andò avanti così fino a quando Le pupille non gli si rivoltarono all'indietro e lui crollò finalmente immobile.

Una grossa pozza di olio rosso si estese sotto di lui, lambendo le suole degli stivali di Natasha e Ivan: i due erano schiena contro schiena, le armi ben strette in pugno e gli occhi che si guardavano febbrilmente intorno.

 

Stavano inutilmente cercando di inchiodare quella maledetta cinese, ma quella donna era peggio di un ciclone; continuava ad attaccare a sorpresa ad un ritmo serrato, saltando fuori da chissà dove e assaltando senza pietà lo scudo del francese con quelle sue maledette spade. Per essere così minuta, aveva una forza considerevole e una velocità terrificante, il che rendeva i suoi attacchi particolarmente letali.

La rossa in particolare era molto attenta: quella donna era una tipo E, come lei, quindi conosceva i punti deboli di ogni tipo di Yorha e li sapeva sfruttare a proprio vantaggio. E il virus sembrava aver potenziato anche il suo desiderio di cacciare una preda. Stava infatti sfruttando la lentezza del francese e la sua tecnica difensiva per metterli all'angolo e coglierli di nuovo di sorpresa.

《Ivan, sta giocando al gatto e al topo. Vuole spingerci in trappola.》

Lui annuì. 《Lo so, ma che cosa possiamo fare? Non riusciamo a starle dietro.》

 

La ragazza ci pensò un attimo, e le balenò un'idea in mente. 《Invece di inseguirla, facciamoci inseguire. Tu tieni pronto lo scudo e attacca solo quando te lo dirò io.》 Disse, iniziando a correre nella direzione opposta.

Il ragazzo, anche se confuso, la seguì ugualmente, il suo braccio sempre pronto a scattare in caso di problemi, mentre lei tendeva le orecchie. Poteva sentire un lieve rumore di tacchi oltre i rumori delle lotte attorno a loro: quella donna si stava muovendo rapidamente nell’ombra da qualche parte vicino a loro.

 

Fece segno ad Ivan di avanzare, quando smise di sentire i suoi passi. Erano usciti dalla sala principale, ora erano nei corridoi nel Bunker; non c'erano molti nascondigli, ma per una tipo E di quel livello non sarebbe stato un problema.

Tese le orecchie, la falce in pugno, e si girò per un soffio quando sentì il suono di un piede che dava lo slancio. La sua lama venne parata da altre due e il volto della donna rimase a pochi centimetri dal suo, imbrattato di rosso e con i capelli sciolti per la foga.

Le diede una spinta all’indietro, costringendola ad allontanarsi. 《Adesso Ivan!》

 

La cinese si riprese dallo sbilanciamento, ma lo fece un secondo troppo tardi, perché venne travolta in pieno dalla carica del ragazzo, che le fece perdere una spada e la spedì con violenza contro il muro, sfondandolo e creando un grosso polverone.

Quando si diradò, il braccio destro della donna era piegato in maniera innaturale e stava perdendo olio da una grossa ferita alla testa, ma emise comunque un ringhio animalesco e si lanciò su Ivan con tutta la forza che le era rimasta.

Il francese parò immediatamente con lo Scudo, cercando di allontanarla, ma lei lo scavalcò, gli assestò una ginocchiata al mento e ruotando su se stessa gli tagliò il viso con un colpo di spada

Una fontana di olio rosso sgorgò dalla ferita, che andava dal sopracciglio quasi fino alle labbra e il ragazzo iniziò ad urlare per il tremendo dolore che lo aveva sopraffatto, il campo visivo oscurato, ma strinse ugualmente le braccia attorno al corpo della corrotta, mantenendo la presa fino a sentire le sue costole piegarsi.

Lei continuò a dimenarsi con foga, la bocca piena di schiuma rossa, nel tentativo di liberarsi, ma prima che potesse usare il braccio ancora libero per colpire il francese, Natasha saltò sopra di loro e muovendo la falce con un colpo netto.

La testa della Corrotta rotolò a terra con un tonfo, il corpo che smetteva di muoversi, e il ragazzo crollò sulle ginocchia, intento a tamponarsi la ferita sul volto, che gli aveva già inzuppato la manica e il petto di olio rosso.

 

 

La russa si avvicinò per provare ad aiutarlo, ma il muro davanti a loro venne giù con uno schianto e Ivar e King ne vennero fuori con foga, incalzando il generale Francese con tutto quello che avevano. Entrambi erano coperti di escoriazioni e tagli un po' ovunque, ma erano solo ferite lievi e il corrotto chiaramente non era all'altezza della sua collega asiatica, perché stava chiaramente perdendo.

Una delle sue caviglie era chiaramente rotta, così come il suo naso, la presa sulla sua ascia bipenne era diventata più debole e impacciata sotto i continui colpi di spada e lancia dei due Yorha più giovani e ormai era inzuppato da capo a piedi di olio rosso.

 

Ormai l'uomo stava sbuffando come un bufalo e i suoi occhi rossi dardeggiavano velocissimi verso il duo con una rabbia inquietante. Con uno slancio improvviso, deviò l'arma del più giovane con la propria e lo schiacciò con il suo peso, sollevando l'ascia sopra la testa, ma la lama dell’Americano si piantò tra le sue scapole prima che potesse affondarla nel cranio del più giovane.

Il corrotto sputò un grosso grumo rosso in faccia al biondo, facendo cadere l'ascia, e si accasciò per terra.  Provò per un attimo a tirarsi nuovamente su, ma Ivar gli piantò la propria lama nel cranio, facendolo crollare morto con degli orribili respiri gorgoglianti. Ma lui non se ne curò appena vide il viso di Ivan.

《Ivan! Che ti è successo?!》 Esclamò, avvicinandosi preoccupato a lui e strappando del tessuto dalla propria giacca per provare a fasciargli il viso.

《Il generale cinese mi ha colpito con una delle sue spade, ma non preoccuparti, Sto bene. L'importante è che sia morta.》 Rispose lui, nonostante il cranio gli stesse scoppiando per il dolore.

 

L'altro digrignò I denti. 《Non è vero! Non conta solo quello! Conta anche che tu sopravviva! Solo perché sei io più resistente, non ti devi mettere in pericolo per nulla. Non devi essere sempre tu quello che è costretto a sacrificarsi!》 Disse abbracciandolo. 《Ti prego. Non voglio che ti succeda qualcosa.》.

Il francese sentì gli occhi inumidirsi e ricambiò l’abbraccio come poteva.

 

King li lasciò stare, affacciandosi alla porta insieme a Natasha per controllare la situazione. Il Colonnello Asiatico era riverso per terra in una pozza rossa, il torace trapassato da vari proiettili di Becky, e Ishley, Rahl e il Generale stavano puntando le loro armi contro Schwartz.

Anche lui non era ridotto benissimo: un braccio pendeva inutile lungo il fianco e un taglio molto simile a quello di Ivan gli aveva squarciato la faccia. Eppure lui continuava ad attaccare senza sosta o preoccupazione per le ferite.

Sua sorella si stava mordendo le labbra fino a sentire il sapore ferroso. 《Maledizione.》 Disse, parando nuovamente un colpo con lo stocco.

 

Quello lì non era più suo fratello: era uno schiavo delle Biomacchine, del nemico. Era meglio mostrargli pietà ed ucciderlo piuttosto che lasciarlo in quello stato, ma era comunque straziante vederlo ridotto così. Erano sempre rimasti insieme fin da bambini, e lui era sempre stato lì per lei, eppure in quel momento tutto quello che lui voleva era ucciderla.

Non era più il bambino con cui andava in bici o il ragazzo che le aveva confessato il suo desiderio di andare all'accademia militare come aveva fatto lei. Non era altro che un mostro.

Di fronte all'attacco seguente, Ishley fu il primo a reagire: un piccolo coltello da lancio apparso da chissà dove volò rapidissimo, conficcandosi nella sua caviglia, rallentandolo e permettendo a Rahl di investirlo con una fiammata in pieno volto.

 

Weiss guardò con orrore suo fratello continuare ad avanzare, i muscoli e le ossa artificiali esposti sotto la pelle bruciata, l'olio che scorreva a fiumi e il respiro corto che ancora usciva dalla sua gola mentre cercava di trascinarsi verso di loro e quegli occhi orribilmente rossi.

Appena giunse davanti a lei, le braccia sollevate nel misero tentativo di colpirla, Weiss sentì chiaramente gli occhi pizzicare, ma non esitò: lo stocco si piantò con forza nel petto di suo fratello, facendolo crollare tra le sue braccia con un rantolo patetico.

Lei crollò in ginocchio insieme a lui, stringendolo tra le braccia fino a quando non smise completamente di muoversi. La donna, appena si rese conto che era morto, accarezzò delicatamente il suo volto massacrato con le spalle scosse dai singhiozzi.

 

 

Gli altri Yorha si avvicinarono con gli occhi bassi, nessuno esattamente sicuro di cosa dire. Quella donna li aveva presi in giro per tantissimo tempo, li aveva raggirati per fargli uccidere degli innocenti scomodi, però era impossibile restare indifferenti davanti a una scena tanto straziante.

《Generale, davvero non sa quanto mi dispiace, ma… dobbiamo chiamare gli altri Bunker.》 La richiamò dolcemente Natasha. 《Dobbiamo avvertirli dei pericoli che questo Virus comporta.》

La donna si asciugò sbrigativamente gli occhi e annuì, avvicinandosi al computer e cercando di mandare giù il nodo che aveva in gola. 《Qui il generale americano 1C. Sto diramando un avvertimento di emergenza per tutti i soldati Yorha sulla superficie, qualcuno riesce a sentirmi?》 Chiese, la voce vagamente incrinata.

 

L'enorme schermo davanti a lei si divise in vari quadranti, uno per ogni altro Bunker sulla Terra, ma c'era qualcosa che non andava. Non c'erano Generali o Colonnelli in ascolto e le pareti e il pavimento delle sale principali erano ricoperti di sangue e cadaveri squartati senza pietà. E le loro paure non ci misero molto a concretizzarsi.

Urla e ululati giunsero alle loro orecchie, mentre su ogni schermo appariva la stessa scena: folle intere di corrotti che si facevano a pezzi a vicenda con unghie, denti e armi, aggiungendo ancora più olio rosso a quello che c'era già ovunque e interrompendo la connessione.

Il poco colore sui visi degli Yorha rimasti defluì immediatamente. 《Com'è possibile?! Come può essere arrivato fino a lì!? Si trovano in altri continenti!》 Esclamò Momoko, gli occhi sbarrati dal terrore.

 

《Non possiamo pensare al “come” adesso. L'intero esercito è stato compromesso. Dobbiamo… terminare tutti i Bunker e andarcene via di qui.》 Disse Ishley, pallido come un cencio e guardando il Generale.

La donna annuì. 《Si, ha ragione. Andiamo immediatamente all’hangar. Una volta che saremo abbastanza lontani da qui… lancerò l'ordine di distruzione totale.》

 

Tutti quanti annuirono, avviandosi verso i corridoi deserti e disseminati di cadaveri. Quella situazione era ancora surreale. Sembrava che il loro esercito fosse stato corrotto del tutto e loro si stavano preparando per lanciare l'ordine finale: nel caso un Bunker fosse stato del tutto compromesso, i generali avevano la possibilità di attivare un processo di autodistruzione fatto apposta per spazzare via i nemici e scoprire i segreti nella banca dati.

Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di doverlo lanciare.

《Avanti, manca poco agli Aereoscheletri.》 Incitò Athal, in testa al gruppo, vogliosa come non mai di andarsene da quel posto.

《Io ancora non capisco.》 Disse il Generale. 《Com'è possibile che un virus talmente potente esista!? E soprattutto… come mai proprio voi non siete stati contagiati!?》 Chiese, la voce resa acuta dal nervoso e la paura.

 

《Non ne abbiamo la minima idea.》 Rispose immediatamente Kyran. 《Sappiamo solo che quando quella maledetta onda d’urto ci ha colpiti ci ha fatto male, ma il nostro sistema non è stato infettato. Forse hanno studiato un virus depotenziato per certi individui.》

《O forse era semplicemente perché eravamo disconnessi.》 Disse di colpo Rahl, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Ivar.

 

《Di che stai parlando?》 Gli chiese Becky.

《Io e Ivar settimane fa ci siamo inseriti nei server del Bunker per scoprire cosa ci stava nascondendo il generale, solo che ad un certo punto una sorta di Download è iniziato e il flusso di dati mi è sembrato sospetto. Così abbiamo disconnesso tutti noi dalla rete centrale del Bunker.》 Rispose l'albino.

 

《Ma questo vorrebbe dire che quel download è effettivamente servito a spargere il virus tra gli Yorha. E quindi… che questo Virus potrebbe essere stato inserito direttamente nella rete condivisa dei Bunker!》 Terminò Ivar per lui.

《Quindi sarebbe un lavoro interno!? Ma chi diavolo farebbe una cosa simile!?》 Sbraitò Athal, ai limiti della sopportazione.

 

《In questo momento non importa. Quello che voglio sapere io è che genere di segreti avete scoperto tra quei file e perché li stavate cercando!》 Si intromise Momoko.

《Ve lo diremo dopo. Ora dobbiamo andare via di qui.》 Rispose il biondo, proprio quando giunsero davanti alla porta dell'hangar.

Ci entrarono tutti velocemente, ma il generale si fermò sulla soglia, costringendoli a girarsi.

《Generale, si sbrighi. Dobbiamo andarcene da qui.》 La richiamò Natasha, ma la donna scosse la testa.

《Mi dispiace Natasha. Non posso.》 Disse, aprendo gli occhi, che si stavano tingendo di una famigliare sfumatura rossastra. 《Anche io ero collegata al Server principale al momento del Download.》

 

 

La ragazza rimase pietrificata dell’orrore.《Ma… ma Ivar e Ishley potrebbero accedere al suo sistema e…》

《Non c'è tempo, sta peggiorando: lo posso sentire. Non so nemmeno come abbia fatto a restare me stessa per tutto questo tempo, ma non lo sarò ancora per molto. Perciò rimarrò qui e imposterò l’autodistruzione dal computer centrale.》

Una sensazione di gelo scese sui soldati più giovani, mentre la donna girava sui tacchi. 《Siete l'ultima speranza rimasta per la Terra. Sappiate che è stato un onore essere il vostro generale, sono molto orgogliosa di voi. E… scusatemi, per avervi mentito.》

La russa provò a trattenerla di nuovo, ma Athal la prese per il polso, scuotendo leggermente la testa, e portandola verso uno degli aereoscheletri.

 

**

 

Weiss procedette lenta attraverso I corridoi, tornando alla sala principale. Poteva sentire le porte degli Hangar aprirsi: quei ragazzi si sarebbero salvati. Era l’unica consolazione in mezzo a tutta quella morte e distruzione.

Impostò i comandi per la distruzione di ogni singolo Bunker appena arrivò al Computer, il Virus che lentamente iniziava a divorare i limiti della sua coscienza, e Aspettò di sentirli volare via. Lei credeva in loro. Era sicura che, anche da soli, avrebbero trovato una maniera per salvare la Terra. Ognuno di loro era migliore di lei. Di tutti loro.

 

Ridacchiò amaramente, pensando a quanto fosse stata sciocca a credere alle promesse di quegli scienziati che le avevano promesso di contribuire a salvare il pianeta. Era sempre stata troppo zelante per capire di essere stata ingannata anche lei, e ne aveva pagato il prezzo.

Guardò il cadavere di suo fratello mentre finalmente inviava il comando finale, e poi rivolse lo sguardo agli schermi. 《Buona fortuna a tutti voi.》 Disse, chiudendo gli occhi rossi, poco prima che l’esplosione la inghiottisse in un oceano di fiamme.

   
 
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