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Autore: Legeia    09/03/2021    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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chapter 22 Chapter 22


"quindi che dovrei fare? Cambiare i progetti? Perchè la gente è scema? Perchè non capisce cosa gli si spiega?"

"NOn sto dicendo questo, ma inserire... no nsaprei, un cartello, qualcosa... "

"Sei serio? Un cartello per i muri Ah-ah? E a che è servito allora farli fare?"

Kianta era poggiata al muro del Lueurdesoie, uno dei nomi dell'edificio dove Milan andava per incontri. Tutti i tipi di incontri. Era anche definito le petite Trianon perchè qualcuno aveva avuto la faccia tosta di affermare che sembrasse, all'inizio, esclusivo di Kianta  e la voce era partita con la definizione di . Peccato che invece quel padiglione fosse di Milan ma si sapeva, quando girava una cosa era difficile estinguere l'incendio.

Intorno a lei a ventaglio cèrano Jd, e gli altri capitani, compreso Gask che era l'ultimo arrivato, eppure con disappunto di lei, finiva sempre per essere considerato in ogni discussione e quindi presente. L'avevano intecettata mentre aspettava che la smorfiosetta dell'ultimo periodo uscisse per definirle chiaramente il suo ruolo e il suo posto là. Più volte l'aveva trovata a vagare verso zone che non doveva conoscere e solo perchè Milan la lasciava  nelle stanze del Casotto andandosene, non ricordandosi di mettere delle guardie pe controllarla. Essendo un luogo sicuro e privato pensava che anche la scema di turno capisse di tenere i piedi a freno dal vagare.
La penultima era stata buttata fuori, letteralmente nonostante le proteste di Jd, dal cancello principale su una macchina che la scortò fino a Parigi per direttissima, dopo che la scovò perfino dentro lo Chateau, ove non doveva andare senza qualcuno con lei, a infilare il naso nelle porte che trovava aperte. Mentre la precedente di questa, aveva osato varcare il ponte o i corridoi verso l'ala dove aveva la stanza, vagando dal salottino di Milan del lato opposto, perchè aveva voglia di esplorare, quando
non ci doveva stare.
E lei lo diceva e Milan orecchie da mercante! Di giorno lui stava sempre nelle sue stanze e le ragazze che gli facevano da accompagnatrici erano con lui nella sua ala, nonostnate le preghiere di non far vedere troppo alle donne. Le donne sono come i gatti, che sono come le serpi con le zampe, diceva sempre. E invece quella era finita pure nel giardinetto dello Chateau, quello al centro della struttura, che non dovrebbe essere aperto a nessuno tranne i membri, mentre quello grande in fondo era per gli ospiti, più lontano, sicuro e difficile da là, notare l'attività del corpo principale. E invece queste ragazze erano vogliose di ficcare il naso e con questa non ci sarebbe andata tanto per il sottile, o stava nel Casotto o negli appartamenti di Milan, senza muoversi da là o fuori dalle balle. Erano accompagnatrici, non militari o elementi della COmunità e si era stufata di fare il grande fratello con queste per controllarle.
Ancora di più se ogni volta che la vedevano si atteggiavano in faccette di sfottimento e derisione, mostrando più a lei che a Milan la mercanzia perchè, secondo il loro concetto inespresso pensava Kianta, le facevano capire quanto fosse meno di loro.
E lei odiava le donne che trattavano da schifo altre nate con quell'apparato sessuale, mostrando come tra persone dello stesso sesso non cèra da fare affidamento. Aveva odiato donne che avevano fatto cose impensabili contro altre donne e non capiva come potesse essere possibile. Lei odiava solo quelle donne che usavano gli altri con il potere delle parti basse e trattassero gli altri da fare schifo. Solo quelle detestava, e le amichette di Milan non erano da meno.
Una di quelle, visto che lui cambiava le accompagnatrici in base a cosa voleva mostrare in date circostanze, aveva avuto l'ardire di presentarsi nell'armadio di Milan mentre questi si vestiva e discuteva con Kianta di una questione, con il solo accappatoio messo senza coprire molto. E con delle pretese, che mutarono in offese.
L'embolo di Kianta partì via quando questa decise che la faccia che la mostrava, doveva essere di invidia e non altro come er ain realtà, e iniziò a fare riferimenti stronzi, che andarono fuori controllo. Le aveva dato della misera guardarobiera,  servetta ansimante per Milan, brutta, nana e invidiosa che non aveva nulla di donne vere come se stessa ed era finita a fare la schiava del leader per questi motivi, e disturbava con i suoi capricci. Per quanto Milan le aveva presentate solo in quel momento e senza dirle che aveva interrotto una cosa importante, la figa che se la sentiva aveva ordinato a Kianta di andare via perchè aveva già rovinato la sua doccia idilliaca con Milan, perche l'aveva fatta di corsa per parlarle e quindi si stava vestendo, e che andasse ad elemosinare attenzioni da qualche maschio disperato. A meno che non fosse lesbica, disse alla fine, ridendole in faccia, con gesti e pose da attricetta da quattro soldi.Visto e considerato che non erano cose sentite per la prima volta, e la macnanza di rispetto che le stava dando era la millecinquecentesima di sempre, Kianta se ne fregò di Milan, spinse la stronza verso un muro e la prese per i capelli.
Sembrava di vedere un lupo andato fuori dai gangheri che rimetteva a posto un gatto selvatico, ad altezze invertite.
NOonstante questa fosse sopra il metro e ottanta, venne trascinata dall'altra più bassa per tutto il corridoio fino alle scale, facendogliela letteralmente fare come un rotolo di carta igienica che scappa via per terra.
Quando vide il trio solito,  che le stava accanto su ordine di Milan che accorreva per la scala per le urla, ordinò di attaccare il cannello e prolungarlo davanti l'atrio, mentre faceva una versione casalinga della corsa e rotolamento  del formaggio famoso, fino all'ingresso, riprendendola per i capelli e spintonandola continuamente.
Quando fu giunta al portone, mentre gli uomini che lavoravano al piano da basso si fermarono o uscirono dalle stanze per la caciara che la ragazza faceva come se la scannassero, la spinse fuori, facendole fare i pochi gradini sul sedere, mentre l'accappatoio ancora indosso,  corpiva pochissimo per come si dibatteva.

"Tu non sei una di quelle stronze che adora essere guardata, ammirata, desiderata,  mostrando sempre anche le zone dove non batte il sole? Ecco! Eccolo il tuo pubblico che ti ammira per quello che sei. Spazzatura! ti permetti di lavarti, mangiare e dormire, qui, e a  offendermi in tal modo e darmi della sottona,  brutta e forse pure lesbica perchè non sono come te? permettimi di darti l rispetto che meriti, e per quanto mi riguarda puoi tornare a piedi con le cose che hai indosso fino al posto più vicino, perchè appena avrò due minuti,  prenderò il tuo schifo da sopra e verrò a tirartelo dietro,  uno per uno ficnhè no nfiniranno! Prova ancora a prenderti gioco di me e della mia persona,  solo per le apparenze,  e ti faccio conoscere gente peggio di me!"

"Stronza, come osi! guarad cosa mi hai fatto, sai io chi sono?" rialzandosi e urlando contro Kianta, come fosse una pescivendola al mercato, perdendo tutto ciò che la distinguevano come di classe, straordinaria, elegante.

"Oh, si! Una cagna in cerca di padroni danarosi che ti usino come giocattolino di lusso per la vista degli altri. Non sei altro che questo,  e rispetto altre che conosco e rispetto che sono SIgnore in petto a te, non sei altro che una capra ignorante, vanitosa e stronza,  che si permette di deridere e dare della cessa e forse lesbica a chi questo posto lo tiene in piedi. E hai esagerato ad offenredere Milan, il suo lavoro e tutti noi che lo seguiamo..." voltandosi verso di lui,che guardava la scena non proprio felice dalle scale"Ci sarà un'altra che meriterà di stargli al fianco, visto che sfotti i suoi collaratori e il suo lavoro! Girati e sorridi ai tuoi ammiratori!" disse lei con un ghigno mentre la rgazza si voltava e vedeva tutto il personale,  che in varie zone dell'ampio atrio e poi zona anteriore,  assistevano alla scena e a lei con il solo accappatoio, messo male.

"Mi hai tolto le mie cose, i miei momenti con Milan e non ho potuto finire la doccia per colpa tua, stronza lesbica del cazzo!"

Kianta guardò Zidgy con una faccia peggio di prima e gli urlò di dare la sua risposta alla .
"Pulite cortesemnte questa spazzatura in foma di gnocca, che non le ho permesso di pulirsi...?" con sdegno.
QUello prese da terra un lungo prolungo blu e lo puntò verso la ragazza che venne inondata da un getto di acqua gelata , mentre Milan scendeva dagli scalini della scala interna infondo,  e la raggiungeva sulla soglia della porta, chiamandola.
Kianta si voltò fissandolo arrabbiata,metnre la ragazza urlava e cercava di scappare, inciampando in modo stupido come fosse stato un film demenziale.

"..." la fissò per un istante come arrabbiato, confrontandosi, poi fece qualche passo dopo di lei e fece fermare l'acqua. Quando la ragazza riuscì a ricomporsi,  gli urlò arrabbiata che non aveva preso le sue difese e permesso a quello scimpanzè anemico, indicando KIanta, di farle quello.
Al che Milan parlò con tono serio e diretto che Kianta non aveva fatto nulla di sbagliato vista la situazione. Anche s eun pò estremo da prte di Kianta, lei invece aveva interrotto un colloquio importante e privato, aveva offeso lei e la sua posizione e aveva anche inteso qualcosa sul lavoro di MIlan come se nulla fosse,  mentre mostrava tutto, affermano che cèrano cose più importanti che fare i supereroi mascherati. Il dialogo tra MIlan e Kianta dopo fu non un diverbio, ma una chiarificazione delle cose.

"Lo capisci che mi hai messo in ridicolo davanti gli uomini?" le chiese furioso, sistemandosi la cravatta che prima non era riuscito a mettere per la foga di Kianta di buttar fuori la stronza gambelunghe, come la apostrofò.

"oh, ti sbagli..." disse lei stravaccata sul divanetto della cabina armadio/stanza "io ho salvato la tua reputazione e tutto i lresto..." notando che si girava a fissarla non comprenendo le parole "Quella donna è una delle tante che scegli per starti al fianco e mostrarla,e fin qui ok... ma lei ha insultato il tuo lavoro, te, me e tutti gli uomini là fuori e mostrando loro che non accettiamo prese in giro, offese e trattamenti del genere, ho chiarito come tu metti in primo piano loro, il tuo impegno, e persone che davvero vuoi vicino..."

"E te.." sorridendo.

"Mi ha dato della nana e di morta di gamberetti, oltre che scimpanzè anemico... non sono anemica!"

"Tra tutte le cose, ti sei offesa per l'anemica?..." ridendo di gusto. Era chiaro che aveva capito la cosa e non era più arrabbiato ma Kianta rincarò la dose.

"Se pensi che io abbia fatto male, và e gira come non fai molto tra gli uomini, ascoltali e commenta l'episodio per vedere se ho fatto male o bene. Una delle cose che insegniamo qui è il rispetto, la comunità, le singole persone, l'impegno, e il Desiderio, ossia portare finalmente questo mondo ad un salto moderno ed equalitario... e la prima cosa è far capire che no accettiamo ciò che pregna la società là fuori. Tu prova e poi mi dici..."

"Tenterò! Intanto..." sorridendole beffando "vedo che ti sei buttata sul divanetto per non leggere sul mio letto, eh? Questa volta cèra una lei con me e non ti è venuto come al solito di spiaggiarti sul mio letto di piume!"

"NOn amo che usi materassi di piume, anche se le nostre sono controllate e comprate apposta da poveri uccelli già morti e non vivi! Mi è bastato vedere con i miei occhi come prendono le penne dalle bestioline e quanto soffriranno per aver preso quegli animali, liberandoli, e aver fatto piangere quella gente! Ma io ho un materasso di lattice, tu di piume e a che ci sono... è comodo per leggere! Ma da oggi non più..." mostrando un'espressione schifata e rincagnandosi nella poltroncina con vero disgusto non celato, facendolo ridere.

Quella fu una situazione estrema rispetto le altre e ogni volta Milan sceglieva dalle scuderie delle signorine di classe, delle perfette imbecilli, per non avere problemi con le scaltre faine,  che cercavano di guardagnare cose con l'astuzia, ma purtroppo le scelte erano più sceme di un pagliaccio ubriaco. E a Kianta iniziava a pesare, il dover controllare quelle galline. Gli aveva più volte detto che era libero di fare cosa voleva e con chi, ma la cosa che la preoccupava era principalmente che fossero pericolose per diffondere elementi, segreti o altro che potessero ascoltare,  oltre che ricattarlo con altri. Ma a lui paiceva il gioiello da mostrare e quindi puntualmente tolta una scema, ne spuntava un'altra. Che fosse platinata, ramata, corvina o altro. Erano corpi e nulla più, degni del grande Crazy Horse,  ma con meno cervello se non giocare con le qualità naturali o meno, per ottenere i favori di MIlan o altri clienti. Tutte di gran classe ma fastidiose perchè  impiccione, prepotenti, giudicanti come tutti là fuori,  arrivando a offendere di fronte e dietro,  e sempre pretenziose. Anche i diamanti hanno le inclusioni che li sporcano, diceva Kianta. Ed era il minimo.
E così Jd quel giorno aveva saputo che lei era stazionata fuori dal Casotto, perchè non osava entrarci se cèrano Milan con,  o solo le sue amiche, per aggunatare la nuova e metterla in riga. Non sarebbe finita male, ma voleva evitare altri accompagnamenti forzati fuori dalla tenuta.
Con le altre no nera riuscito a fare nulla se non protestare, e ora voleva fermarla da qualche mattanza per i troppi nervi, visto che puntualmente le signorine se non offendevano le donne dello Chateau, cercavano di fare le gatte morte con tutti, con somma ira di Kianta, disturbando u nqeuilibrio tanto sudato. Voleva evitare gli altri spiacevoli casini. QUando si superava la soglia massima entro cui lei sopportava e somatizzava le cose, usciva fuori il suo lato profondo e vendicativo che portava a usare la forza o venir presa da istinti selvatici che neanche molti uomini loro o che cercavano di eliminare, avevano in un colpo solo. SOlo Gask e pochi altri, avevano mostrato di fare qualcosa di simile, ma erano situazioni in incarichi e pericoli nel lavoro che potevano avere un senso, dove dovevi dar fondo al tuo te stesso più profondo per farcela. COn Kianta era diverso, era come se fosse uno spirito inquieto che prendeva il sopravvento al massimo della rabbia. Ce ne voleva per farle scattare, normalmente, ma erano bastati Alaric, Gask, il vecchio cuoco per farle uscire il lato più nascosto, che Milan chiamava l'essenza del suo totem. E meno male erano pochi.

"Specificami" rivolta a Jd poco contenta, mentre Alaric sbuffava distro lubo "chi sono questi cretini, perchè sarebbe così, che non hanno capito un tubo di quelle costruzioni e tentano di scavalcarle, affermando che cè un errore strutturale! Per chi vuoi, chi è la capra?!?"

"Adesso non importa chi... il problema è che molti non conoscono questo tipo di..."

"Da quando sono qui?!? E quindi dovrei abbattere tutti quei muri, fatti specificatamnete, per quattro idioti patentati che..."

"Kiantaaaaaaaa!"

Si voltarono,  e Beppo correva verso di loro dalla sezione delle gradinate, al solito con tutto indossato a caso, capelli al vento e la solita aria contenta.

"Kianta, devo parlarti, vieni!" arrivando come un forsennato e tirandole un braccio.

"Beppo, stiamo discutendo di una cosa importante. Non puoi aspettare? Dieci minuti, promesso..."

"Ma è importante! Io prenderò cinque minuti, facciamo anche dieci! Solo..." tirandola.

"Vai, parleremo dopo dei muretti ah-ah!" disse Jd, dicendo agli altri di andare anahce loro, che dovevano controllare la partita nuova che stava arrivando. Quando invece avrebbero stazionato là davanti per evitare che Kianta tornasse e in qualche alterco, mozzicasse la sventurata. Poveretta per modo di dire, pensava Jd, visto che era stato inteso che no ndovevano mai andarsene in giro senza qualcuno ma ci provavano ugualmente.

"Perchè parlate dei muretti ah-ah? Qualcuno cè di nuovo caduto di sotto ed è rimasto come le capre?" chiese Beppo fermandosi,  mentre Kianta guardava Jd con uno sguardo eloquente.

"Spiegami comè che uno di dodici anni passati lo sa, e gente dai venti anni in su si appiccica come fossero l'uomo ragno per un sistema di difesa che dovrebbero conoscere!"

"Ormai tredici, non sono piccolo!"

"perchè o sono nuovi ,o hanno fatto turni e ronde in sezioni distanti dai muri e nessuno gli ha spiegato dicono..."

"Qualcuno mi spiega cosa sono questi cosi che fanno ridere?" domandò di colpo Gask fissando uno per uno tutti.

Il gruppo si voltò verso di lui mezzo stupito e mezzo incredulo, pensando che stesse scherzando,  ma fissava in faccia tutti come se aspettasse una risposta.

"Come fai a sapere che è una risata?" domandò di botto sospettosa lei.

"Credo sia per la nostra intonazione" disse Lubo improvvisamente, parlando al solito suo per pareri personali senza aver detto nulla prima "Ogni volta che lo dite, sembra che diciate una battuta di presa in giro..."

"Credo che abbia ragione" sorrise Jd, ripetendo come lo dicevano.

"Veramente già ne avevo sentito parlare da Django,  che mi aveva ammonito di non andare dopo quei muretti perchè sarei tornato solo in determinati posti specifici, ma dovevo consocerli..."

"E cosa altro ti ha detto" domandò Kianta come prevenuta e con gli occhi stretti stretti.

"Che ci vuole a sapere che sono? E' facile..." disse Beppo "Muro ha-ha a seconda dell’intonazione mima una risata sarcastica del ci sei cascato,  ma anche il disappunto dello scherzo, tipo, non fa ridere. Sarebbe un fossato e  un muro di chiusura, senza che sia visibile in lontananza. Evita ad animali ed estranei di penetrare nelle zone come prevenzione prima dei controlli e blocchi veri e prorpi.  In francese si chiama saut de loup, come sistema protettivo non visibile prima o come scherzi prospettici di continuità nel paesaggio. Lascia  l’illusione di essere liberi di vagare e continuare, senza recinzioni o fortificazioni finchè non è tardi.Il trucco si vede solo al confine, la barriera è invisibile perchè c'è una pendenza creata artificialmente della stessa altezza del muro. L'ho detto bene?" domandò alla fine incerto.

"ottimo, vedi come mostri di avere cervello?" disse lei, come una sviolinata a Gask,  guardandolo come fosse uno scemo a non aver cercato informazioni prima.

"Li ho visti e ho capito bene o male in funzionamento ma vorrei capire meglio, sono andato quasi al bosco delle lucciole e poi sono..."

"COSA?!" fossandolo male "Sei andato,  dove? Lo sai che quella è una zona vietata, vero?"

"perchè sarebbe vietata? non fa parte sempre della casa? Milan mi ha detto..." chiese Gask non capendo la questione.

"i posti definiti vietati, sono off limits per dei motivi che non è detto ti debbano essere spiegati. Se Milan non ti ha dato specifica autorizzazione e a me firmata, là non puoi andare. Già che sei andato in giro, a casaccio, vedendo quelle sistemazioni paesaggistiche e di protezione,  e ti sei attenuto a una spiegazione sommaria di Django è sbagliato. Dovevi chiedere maggiori spiegazioni e..."

"Va bene, la prossima volta domanderò prima e non scavalcherò questi muri. Lui me lo aveva detto dopo. E non andrò alla foresta..:"

"Scavalcherò?!? Non ho capito bene!"

Jd, mentre Kianta era voltata a fissare Gask con rabbia, fece no e mimò con la bocca a questi, portandolo però in confusione e facendolo restare zitto come uno scemo. Beppo attirò l'attenzione di Kianta su cosa voleva dirle e se la tirò via, lasciando il gruppetto solo.

"Posso sapere perchè ci troviamo qui,  nascosti come ladri,  a parlare di una cosa che dovremmo fare nella Sala?" chiese Gask sempre più confuso.

"Perchè è pazza, ecco perchè..." si intromise Alaric che era rimasto zitto fino a  quel momento.

"Ecco..:" iniziò Jd, vedendo gask confuso "lei attende... una persona. Per questo..."

"Ah, parli dell'amante!" constatò Gask rabbuendosi.

"CHI?"
"COSA?"
"..."

Jd, un istante dopo Alaric e nulla Lubo, che invece rideva, fecero le domande come urlante e con espressioni diverse. Il di Jd come se domandasse davvero chi fosse preso alla sprovvista. Alaric con un veraente sorpreso come se no nsi aspettasse fosse vero, e Lubo nulla, rideva.

"Come chi. Tutti la sera parlano di questo trianello e che Kianta è la nuova Maria antonietta, si dice cha la chiamano la signora del debito totale..." mostrando di non capirci davvero nulla, da cosa sapeva alle risposte di tutti.

"Ma davvero!" disse aspramente Jd,  voltandosi incazzato verso Alaric, che fingeva malamente di essere occupato a guardarsi altrove.

"Queste idizie da bevuta serale dimenticale. Questo luogo è un Casotto di Milan. Non ti è sembrato strano che dormisse poco nei suoi appartamenti? Che stesse sempre altrove?"

"Casotto... così lo chiama lui, è praticamente un palazzo di due piani e una mansarda nascosta, il trianon di Milan!"

"Basta!" urlò Jd ad Alaric che si era intromesso di nuovo "E' dall'inizio che metti ingiro cose false e Milan non ha gradito la pubblicità al uso luogo privato. E continui... lo so che sei stato tu che lo hai detto ai tuoi, che Lia chiamava scagnozzi, e a tutti gli altri di rimando. Sii adulto e ammetti la cavolata che hai fatto, che ha solo danneggiato Milan. E' dovuta diventare una zona proibita! Quindi taci!" facendo innervosire l'altro, per poi voltarsi verso Gask, indeciso su cosa fare o dire dopo quello scambio di battute, ma Jd continuò.

"Le fesserie che hai sentito sono totalmente sbagliate, inventate da qualcuno che aveva troppa voglia..."

"Chi sarebbe Lia?" domandò improvvisamente e tutti si accorsero dell'errore. Per la prima votla parlavano di lei a qualcuno, per la prima volta ritornava il suo nome dopo tempo e Gask per la prima volta lo sentiva,  dal poco tempo che era arrivato.

"Non capisco..." balbettò Jd mentre Alaric diceva che non aveva sentito nulla e Lubo voltava il capo, dopo aver fatto cenno di no con la testa.

"Ma hai detto..."

"Ascoltami, non badare a qualcosa che ti sembra di sentir male" sviando la cosa cosa con una mano, non facendolo voltare verso gli altri con una mano sulla spalla nonostante la differenza d'altezza "questo posto è il luogo privato di MIlan che..."

"me ne aveva parlato e fatto visitare,  ma non aveva mai accennato a nulla di ciò. Diceva solo che era la Porta dell'arte e della vita. E..."

"Ah, l'ha chiamato così! Sempre a inventarsi nuovo assurdi per posti che..."

"Alaric!..." urlando quel nome con un tono che non ammetteva altre repliche "Gask, voglio che tu capisca,  adesso! Questo Casotto, non importa come lui lo chiama veramente, è un luogo... privato di Milan. Non so se hai visto i suoi appartamenti, che prendono tutta una zona dell'ultimo piano dello Chateau,  nella zona sopra la nostra, la sezione sinistra dal davanti dello Chateau..:"

"Si mi ha fatto fare un tour dopo di te. Mi ha detto che tutta la zona sopra è sua e che guarda verso il boschetto e Parigi... almeno così ho capito..."

"Bene, tutto il piano è suo! Almeno quello dell'ala... Mentre ha adibito a stanze per gli ospiti tutte quelle dall'altro lato, dove cè Kianta. Inizialmente lui voleva far creare una nuova sezione, ossia unire le due ali nella zona finale per un nuovo corridoio che collegasse una punta all'altra..."

"negli gli appartamenti di Kianta, capito"

"No, lei non ha appartamenti! E non è per questo, lei sarebbe capace di andarsene a vivere nei casotti dei guardiano per quanto le riguarda! Immagina l'ala come un rettangolo con esempio dieci stanze in successione. Milan l'ha poi fatto fare ma a metà, sospeso sopra igiardini e non fruibile per nessuno tranne lui, le sue Ombre e Kianta.E gli inservienti..."

"Si con quelle porte nello stile dell'edificio che bloccano il ponte da entrambe le zone, ho capito"

"Esatto, ma Kianta non ha tutta l'ala. Non la volle all'epoca e non le interessa adesso. All'inizio un'altra persona aveva preso quella che dava di fronte alla porta del ponte sospeso, ma poi non so per qauale motivo scelse quella in fondo, l'ultima. E' stata sistemata da due stanze diverse, togliendo una parte di un muro, collegandole. QUindi ha un ambiente più grande della sola camera da letto ma è solo per l'esempio,  due stanze su dieci. Milan invece ne ha nove, quella più vicina all'angolo è diventata il suo armadio..."

"Quindi quello che ho visto da Milan..:"

"Era tutto ciò che è la sua zona. Si parte dalla prima stanza, ossia la seconda porta dopo la prima stanza svoltato l'angolo , la prima è divenuta l'armadio fruibile solo dalle altre stanze, chiusa dal corridoio. Ogni stanza di quelle è chiusa dal corridoio dall'esterno tranne una, quindi apribili solo dall'interno. Precauzione dice. QUindi si va dall' anticamera, salottino, camera da letto, bagno e sala da bagno, due cose diverse, che è l'ultima cosa alla fine dell'ala. La Camera da letto è  di fronte la porta del ponte. Il fatto è che di giorno usa quegli appartamenti, ma in altre occasioni se è qui,  preferisce questo edificio... " guaradandolo. Dalla forma tutta angoli, non ricordava la forma della pianta e che prevedva un ampio spazio luce al centro con delle balconate che giravano intorno che davano poi alle zone dell'edificio.

"L'ho visto da dentro e per le balconate sembra quello del Capo ma è... diverso"

"Quello è un edificio moderno in stile americano arricchito. Questo è progettato e studiato per richiamare lo stile ottocentesco dall'esterno, che sembra più austero ma moumentale, nel sneso che sembra più grosso di quel che è e,  all'interno richiama quello settecentesco. Se da fuori a Kianta piace, l'interno molto, molto meno..."

"Perchè? Anche il capo aveva cose simili"

"Il pacchiano moderno è un pugno nello stomaco seguito da quello in un occhio, dice. Il settecentesco stile Luigi XV, è famoso anche con il nome rococò, quello in cui ha vissuto Maria Antonietta e... se a Milan denota bellezza, arte, grandiosità e, boh, tutto quello che gli piace...  A Kianta richiama solo pacchianeria, ostentazione e... odia l'interno da non volerci mettere piede! DAlle decorazioni così oro che dice che le fanno male gli occhi, i decori floreali, le boiserie, coordinate per forme e colori, con gli arredi della stanza. E ogni stanza è diversa.Tutto richiama gli stili da Luigi XIV a Luigi XIV, quindi puoi immediatamente capire e riassumere..." ma vedendolo perplesso gli chiese cosa ricordasse dell'edificio interno "Come ti è sembrato l'interno?" gli domandò, portnadolo a riflettere.

"Cè qual grande spazio centrale bagnato dalla luce del tetto a vetro. Dopo che si entra dalla porta ci sono quegli strani scalini a onda o ferro di cavallo con gli angoli,  che scendono verso la zona centrale,  che si divide nella sezione inferiore, e quella superiore per le scale.  Al centro  in fondo delle scale epr andare al piano superiore, dove cè questa balconata che gira tutta intorno a questa parte centrale e...

" Ma io mi riferisco più al sopra... Ogni stanza ha una funzione specifica, come i suoi appartamenti e in successione. Cè la stanza da bagno, la sala da pranzo, il salotto per ricevere, gli spazi per intrattenersi e giocare, e così via. Tranne rari casi, dove Milan vuole sconvolgere l'ospite con lo Chateau, ospita e riceve le prsone qui. E Kianta gli sta lontano..."

"per non essere di troppo..."

"No, perchè le fa schifo che Milan sta con le sue amichette di sopra, difatti non vi è mai entrata. Se non all'inizio per sapere come fosse ma niente più. la zona circolare di sotto di cui tu parli è la zona concerti..." disse Lubo come se parlasse di quale macchinario usare per gli esercizi. Ma jd riprese la parola.

"Acolta, tu sei arrivato qui poco prima di Beppo. Abbiamo incontrato lui dopo quattro o cinque settimane dopo di te, ma da quel momento è passato abbastanza tempo per te per interessarti ad altro che allenamenti, serate e passatempi con tutti gli altri, voler aiutare Milan in tutto. Capisco che questo ti mancava prima e ti sei trovato bene, ma... magari tu sei quella persona speciale per lui, ma concentrati sul fatto che hai tuoi doveri  e impegni. Non te lo dimenticare"

"Ma..." disse Gask guardando strano Jd, andando con gli occhi verso Lubo per cosa aveva detto "credevo di aver già fatto molto. Kianta quanto ha fatto da quando è qui, come parità?"

"Cosa... lei è un'altra cosa" esclamò Jd prima confuso e poi indispettito "Non è un membro che possiamo dire regolare, non è una militare a tutti gli effetti anche se su quello..." mostrando quanto invece lei non ne fosse felice "tu e lei siete diversi. Tu sei un militare fatto e finito, lei no. La cosa è diversa. Kianta ad oggi è con noi da circa otto mesi, tu sei entrato pochi mesi dopo, una manciata, che non dimostrano nulla. Tu hai capacità ed esperienza alle spalle, sei venuto tu qui e hai giurato di fare del tuo meglio per il Cambiamento e il nostro stile di vita. NOn credo sia necessario ricordati tutte le regole, le promesse fatte quando sei diventato effettivo e..."

"Ma se è qui, allora lei è una di noi. Come noi. Perchè dite che non è così?"

"perchè rispetto a te, mi dispiace dirlo, non fa parte del nostro noi. Se per Milan tu meriti un posto tra noi, anche se sai essere pazzo quanto lei, non è possibile indicarla dei nostri. E' come un alieno..." cianciò Alaric ridendo di gusto

"Lascialo stare. Voleva dire che è... una figura diversa. Avere le nostre competenze e addestramenti passati, non la decreta membro effettivo delle forze armate, diversamente da te. Anche se... tu non hai come noi un curriculum regolare,ma la situazione è diversa. Non so cosa ti abbia detto Milan, ma uno dei motivi per cui Kianta è così scontrosa, ritrosa con i contatti umani e stare con e tra gli altri è dipeso da questo. Accettazione e categorizzazioni. Milan da un certo punto di vista vuole vedere lontano ma cade sempre nell'errore di voler posizionare la gente e tenerla in una ubicaione, in un ruolo,  e situazione a suo parere giusta. Ma questo porta a differenziazioni sostanziali anche nel come viene vista e trattata. Oltre al suo passato..." con una smorfia non felice.

"E quindi non è una di noi? E' come la segretaria di Milan?"

"NO!" quasi urlò Jd con le mani in aria come per zittirlo,  e si guardò intorno, vedendo Kianta che seguiva Beppo per chissà qualche discorso le volesse fare più avanti "La segretaria è segretaria, non è come Kianta perchè Kianta ha una posizione unica e difficile da spiegare. Ma non farlo, mai, mai più! Non devi mai paragonare qualcuno a Kianta o ti odierà di più, vorrà staccarti qualcosa e peggiorerai le cose. Lei anche tramite le lezioni cerca di insegnare che i paragoni nel lavoro,  come in qualsiasi altra cosa sono deleteri, offensivi, morlmente distruttivi. Ogni persona è unica, diversa e capace per sue qualità. Ma paragoni come si fa nella società là fuori dove tra due o più soggetti, i migliori sono quelli con i soli voti, mai. Qui trattiamo le persone diversamente, come è accaduto con te. Solo che tu nonostnate tutto il tuo background, hai un carattere opposto al suo, difatti anche dopo la corsa sulla sabbia, la gente qui ti ha visto meglio, gli sei piaicuto, sei amico di tutti e ti rispettano."

"Lo rispettano per quello che ha fatto secondo loro di figo, solo questo"

"Alaric!... ascolta, Gask non badarci,   qui da molto tempo abbiamo lavorato come un tot di persone fino a sfiancarci, per avere solo qualità! Ma abbiamo solo fatto peggio... poi abbiamo cercato di ingrandire il numero e sempre con persone che erano qualcosa per noi, non solo grossi numeri per apparire  o scegliendo solo i primi dieci dei test, come in altri. Ci sono persone che sanno dare in certe situazioni più che in altre, che non brillano in qualche cosa,  ma sono meno dei livelli che si vorrebbe normalmente altrove..."

"nel senso..."

"nel senso che la società là fuori cerca di aver tutti allo stello livello, o scremare solo con persone che i dati catergorizzano... seguendo delle tappe prestabilite con dei risultati prestabili, mentre gli altri che non riescono ad omologarsi, raggiungerli o essere per qualche motivo, ma che hanno altro che quelli là fuori non sanno vedere, sno scartati o trattati come inutili o peggio. E qui cerchiamo questi soggetti. I migliori per noi non sono quelli delle statistiche e risultati al voto più alto, ma quelli che danno frutti nei modi inattesi. Come te! Una delle cose che Kianta non ammetterà mai è che tu sei uno di quelli che potrebbe ammirare, che sono più capaci con le abilità melee, di forza e ingegno, come lei e visto chi sei, e le viene rabbia perchè come quel trio che ha sempre accanto, siete capaci senza armi..."

"Ah, il trio delle tre preghiere... se si muovono la gente prega davanti a loro e cosa possono fare. Ma in effetti fanno poco..:"

"Come il detto, il trio del'ave maria si fa pregare..."

Alaric e poi Lubo con il suo intervento, parlando tra loro, risero alle battute. Le battute facevano loro venire di continuare con le prese  in giro perchè di fatto erano le Ombre ma facevano poco, perchè Kianta non aveva bisogno se incazzata davvero, di far fare ad altri . Lei faceva sempre da se, al massimo quando non le andava di sporcarsi le mani e non cèrano alcool e salviette disponibili, ma sempre chiedendo se potessero farlo, come una richiesta e non un ordine. E gli altri ridevano, perchè dovrebbero essere impostati come ordini, ma lei con loro non lo faceva. Agivano,  ma solo in determinati moemtni, restando a braccia conserte ad assistere, solo in determinati momenti e situazioni loro mostravano l'interesse ad intervenire di fatto,  mettendosi a ventaglio davanti o dietro di lei.  Ma per poca roba, insoma gli altri ridevano perchè menavano o facevano didietro larghi raramente. Se intervenivano davvero però erano cavoli amari dei malcapitati, non a caso quei tre erano prima secondi di Lubo, Jd e un loro amico. Se da un lato per le posizioni era un onore essere un'Ombra,  anche assegnata a qualche ospite, per quei tre era un pò una barzelletta, visto che come Milan, Kianta li aveva sempre dietro ma usavano poco le loro abilità perchè non avevano bisogno di mani vere e proprie per agire, ma occhi in più.
Ma jd fece finta di nulla, continuanto la questione.

".. Se molti dei nostri sono abili con le armi che sembrano l'estesione di loro stessi, armi moderne e automatiche, noi siamo vecchia scuola. Tutti quelli di oggi sono preparati su armi moderne, le conosciute e facili da reperire o da avere negli addestramenti. Io, tu, altri siamo invece più in sintonia con armi vecchio stampo, metodi meno moderni, il mio fucile da cecchino non è di quelli attuali, superfighi che fanno tutto loro. Come dice Kianta, così è tutto più facile! Infatti noi cerchiamo persone che sappiano fare il loro lavoro indipendentemente dall'arma o equipaggiamento, perchè se fa tutto l'arma sei un militare a metà! Uno come te che usa più le pistole e le armi bianche, che i fucili e mitra come noi, è diverso. Soggetti diversi da quelli per cui si è addestrati oggi. Noi cerchiamo i migliori.."


"Va bene, ma la sostanza? Ho capito che cercate quelli che normalmente sarebbero scelti in secondo step,  perchè il militare deve essere quello che segue senza ripensamenti, tentenammenti, a occhi chiusi... lo so! Anche al Capo piacevano quei tipi..."

"Ma ha scelto te..."

"Mh.. " fece lui con una smorfia "diciamo di si...  ma gli altri dovevano essere in un certo modo, come so per qualunque gruppo speciale. Ho capito che non cè molta differenza, alla fine, è meglio il soldato che non sa pensare ma agisce su ordini,  che uno  capace di calcolare ogni situazione nelfrangente e decidere di suo come meglio agire... prima si cercavano persone come la prima categoria, ora sembra che facciano come voi! E' un soldato, guardia, guerriero, un essere che non è un'appendice del comando ma di più. Così diceva il Capo aggiornandosi tramite le sue reti sui vari reparti e gruppi militari del mondo. Devono saper affrontare la minaccia, sia interna che terroristica, anticipare ogni attacco, prevedere e adattare la propria condotta di conseguenza anche se diversamente dagli ordini ricevuti, purchè l'obiettivo sia raggiunto. Devono essere capaci oltre ogni possibilità di un soldato comune classico e moderno,  per intervenire e proteggere cittadini, territorio, soggetti specifici. Hanno l'incarico di pattugliare e osservare le aree sensibili, calde, con la differenza di un soldato normale è che non avendo un cervello vuoto,  possono vedere, cogliere, captare cose che quelli di base non noterebbero o scoprirebbero. Questo dice il capo e credo anche sapeva di voi, quando voleva trovare uomini nuovi e capaci negli ultimi due anni. Diceva che ormai si cercavano non fantocci ma persone con cervello. I livelli e risultati che prima erano la chiave per avere i migliori solo da alcuni lati, adesso erano tolti per lasciar spazio a persone veramente valide su molti aspetti. Non più fisicamente dotati sopra al top, efficienti, valenti solo sul piano fisico e comportamentale come prima. Dice sempre che ormai la gente vuole per davvero tipi brillanti e preparati oltre il fisico,  e a volte non è detto per forza su quello. Devono essere validi, intelligenti, ingegnosi, dotati e non soldatini come fatti in serie..."

"Ecco perchè Milan e lui vanno d'accordo! IN un certo senso se la intendono su certe cose. NOn a caso il tuo Capo aveva bisogno di elementi validi per i suoi affari e no nvoleva imbecilli qualsiasi... Il fatto è però che tu alla fine, perdonami se lo dico, sei più vicino all'apparenza del soldatino fisicamente perfetto e non altro, di cui il tuo capo parlava. Appunto, apparenza... Il tuo problema è che non hai avuto a quanto pare i mezzi per altre cose, ma con le Lezioni recupererai, vedrai. Anche se non capisco perchè tu voglia fare l'ombra di Milan, qando puoi impegnarti per il tuo obiettivo di essere migliore... "

"Voglio essere superiore agli altri per non trovarmi al di sotto... Che non vi siano persone più di me. Che non vi sia alcun male nel mondo sopra di me. E per non dover mai... voglio diventare qualcuno di speciale con i miei mezzi, i miei sforzi, le..."

"L'uomo che supera se stesso con la fatica, con la voglia e il desiderio di farlo. Crederci, usare tutte le proprie forze...  il problema è che tendi ad agire in un certo modo e non è positivo..." accennò in senso positivo Lubo.

"Cosa ho detto di male poco fa? Ho capito che ti riferisci a quello ma io..."

"Cosa hai combinato con quei muri?"

"Eh? Oh, ho solo deciso di risalirli per non dover fare il giro,  ammucchiando dei sacchi e arrambicandomi..."

"Ma li hai tolti spero... più volte capita che la gente per curiosità, trekking, ragazzini dei villaggi e paesi vicini vengano qui per il brivido del pericolo e tentino di fare Urbex... Se lasci quella roba per fare livello e scavalcare, non servono a nulla..."

"QUindi..."

"Toglili...senza dirle nulla!"

"Ma una delle regole non è chiarezza, fiducia..."

"Per te è meglio evitare, fai meglio...lei è quel tipo di donna che non ha bisogno di arrivare alle mani per tenerti sue spanne in basso rispetto a lei, e che all'occorrenza se le fai  girare sufficientemente i coglioni lei ti fa pentire di esser nato. Ma questo avviene finchè non si superi una certa soglia, dove tutto viene affrontato con molta calma, dignitià e classe comunque. Ma appunto finisce quando le cose dette o fatte rasentano o superano quela linea da non farle varcare mai, se si ripetono troppe volte le cose dimostrando di non aver capito e migliorato e una così grossa da farla arrabiare male e allora addio... Per questo vedi di capire come non farla..."

"Io faccio parte di voi, giusto? Come Capitano, adesso. Milan ha voluto che lo fossi, quindi ho responsabilità e doveri. E sono dei vostri come militare e membro di questa Comune! NOn ho intenzione di essere il super partes. Voglio esserlo come persona e abilità nel mio lavoro e percezione.Se siamo tutti uguali, lo sono anche io! Voglio superare me stesso, ma non in questo modo. Glielo dirò e chiederò a lei se è meglio toglierli o fare altro..."

"Aspetta, se lei scopre..." ma Gask era andato e seguiva Kianta e Beppo per parlare, mentre questi due erano più avanti e il ragazzino gesticolava e camminava come in diagonale, guardandola e parlando  eccitato o altro.

"Succederò il casino, lo sento!" rise Alaric,mentre Lubo faceva solo una smorfia, ma non smebrava di preoccupazione.

"Mi auguro che non accada qualche casino, ne ha già combinate e lei oggi non è di buon umore...." restando vicino il muro del Casotto, osservando i tre che si allontanvano.



Un anno  e quasi cinque mesi prima


Lia si vestì con cura. Un completo di pelle morbida, di ottima fattura sgraffign... no, pensò, presa in prestito. Si, era solo per poche ore, niente di che. La giacca nera con colletto ampio le cui punte arrivavano al taglio delle maniche e tutte bordate di zip dorata decorativa, le stava corta all'apparenza. Per lei, e come si vedeva. Non era abituata a mostrare molto prima, lo odiava, come aveva imparato ad odiare il suo corpo per sua madre e le altre compagne, dei vari anni. La chiusura era la metà della giacca, si fermava poco sotto il seno, lasciando uan zona scoperta a V, mostrando l'ombelico. Le tasche erano in diagonale e così piccole e strette che si chiese perchè farle proprio e non solo decorative. Chiuse la zip, in diagonale anche questa, che partiva come dal cuore e scendeva dal lato opposto a metà del busto. Tutte le parti metalliche erano dorate, non le andava mai il dorato ma cèra questo facile da prendere e doveva andar bene.
I pantaloni di pelle anch'essi avevano inserti di zip e decori in metallo dorato, come il bottone. Erano a vita bassa  e si domandò perchè bisognava vestirsi con tutta la pancia di fuori per moda, con pantaloni stretti come se fossero due taglie meno. Volendo le stavano bene, ma odiava sentirsi costretta che fossero fianchi, gambe, busto, braccia. La vestivano bene, era stata fortunata con la taglia, ma fece una smorfia delle sue gonfiando le guancie e le labbra chiuse notando come non si sentiva a suo agio, per niente. Ma doveva star zitta. Non poteva fermarsi in quel frangente.

Prese degli stivali alti fino al ginocchio sempre di pelle nera come il resto e si guardò. Mancavano i capelli e il cappello. Ah, gli orecchini, pensò. Prese enormi cerchi che per ampiezza sembravano cavigliere per elefanti, disse tra sè, ma poi si fermò. Prima la parrucca! Prese dalla testina il modello prescelto, che arrivavano a poco sotto le spalle, accarezzando il colletto ad ali aperto, e curò con massima attenzione la porzione anteriore, i baby hair sulla fronte e l'anima per la zona sopra l'orecchio. Aveva preso lezioni da Madame per molte cose, anche il comportamento, e ora valeva tutto in una notte, quella. I test comprendevano anche quelle lezioni, ma a che doveva stressarsi per sapere come muoversi come una donna gnocca, come diceva lei, doveva buttare tutta la mano sul tavolo e tentare. Doveva andare così!
I capelli erano identici, quindi non vi erano problemi. Così come abiti e accessori. Andava bene, dovev andare!
Controlò da varie angolazioni la parrucca, sembrava la sua testa naturale visto che costava veraente un occhio! Mai aveva avuto mille e seicento dollari nella sua vita in mano o forse in generale. Forse per anni dai regali dei nonni pensò, ma visto quanto le davano servivano 10 anni di risparmi dei regali dei nonni, per arrivare a quasi alla cifra. Quasi! E lei l'aveva in testa, invece. Però l'effetto era meraviglioso. Doveva ammetterlo.I suoi capelli naturali aveva deciso di tagliarli per levare una delle cose che l'avevano tormentata nel passato, sempre per chi aveva solo da lamentarsi e mai effettivamente dare una mano. Aveva odiato i capelli lunghi da bambina e poi ragazzina/adolescente.
La madre le urlava contro che faceva schifo a vederla rispetto le altre bambine. Diceva sempre così! Fai schifo a vederti. Non ti si può guardare. Non cè una cosa che sta bene. Le altre hanno avuto figlie che ci vuole il cuore a guardarle, mentre tu fai piangere i polli. Non calcolando che le figlie delle altre avevano abiti che stavano bene A LORO, mentre ne suo caso che piacevano ai suoi ma erano come accoppiare le cozze col bacon.
Una volta, perchè erano ricci particolari e avevano bisogno di cure che ne lei, che quella intelligente della madre conoscevano perchè li aveva lisci, l'avevano portata da sua nonna che riceveva un parrucchiere in casa che Lia stessa definì poi lo sterminatore di capocce. Le aveva tagliato, su indicazione dei geniotri e nonni, così corti quei poveri capelli che le erano poi cresciuti ancora peggio di prima. Sembrava un leone della savana con dei boccoli grossi che lievtinavano... e la situazione era peggiorata, perchè se prima non sapevano come gestire quei capelli, un riccio diverso da tutti, avevano decretato che era meglio tenerli corti. Ma tagliandoli in quella maniera come se fosse passato un decespugliatore con lame arrugginite, era risultata peggio, molto peggio dopo il primo shampoo. Era stata sempre lei a dover poi litigare con capelli che urlavano aiuto da tutte le parti. Avevano bisogno di cure particolari, e lei non aveva ne i prodotti ne le conoscenze per farlo. I genitori non ne volevano sapere di usare qualche soldo in più, ma urlavano come dannati perchè no nera di bella presenza, unito ai vestiti che sceglievano loro e i disastri ocn parrucchieri del cavolo. Quel tizio era parrucchiere da uomo e neanche in regola, andava in casa e le aveva devastato la chioma, ma a nessuno importava. Le urlano, i ceffoni e le cose sbattute o prese a pugni erano rivolti a lei che non sapeva apaprire bene. I capelli divennero di base molto più gonfi, difficili, i boccoli naturali grossi e pesanti avevano preso la brutta caratteristica di gonfiarsi e incresparsi ancora di più. E se lei non riusciva a gestirli, tutti urlavano contro di lei, senza davvero fare nulla, peggiorando il suo modo di vedere gli altri e se stessa. Ogni cosa era sule sue spalle, pesi che non poteva gestire senza denaro e conoscenze,  per qualcosa per sistemarli. E così aveva ormai una testa piena di boccoli ma come uscita dalla centrifuga di una lavatrice e ovviamente le stavano male senza le ciocche strategiche anteriori che tirava indietro. Come quel dannato ritratto trovato da Alaric, pensò.  E così da quel parrucchiere, ogni anno aveva inizato a contare le volte che i genitori la rimproveravano aspramente o la minacciavano di tagliarle i capelli di notte, pur di non vedere quello schifo sulla sua testa. E tutto si accamulava in lei, in negativo.
Ma non sarebbe un controsenso, pensava lei dai quattordici anni, quando aveva iniziato ad esserle stretta la vita, la scuola, la famiglia e la consapevolezza che era sola, sola con tutti intorno solo ad urlare e pretendere, quel dicevano e facevano?.
Vedeva le compagne di scuola o colleghe di quella cavolo di musica pomeridiana,  che la prendevano giustamente in giro per come la conciavano i suoi, ma non sapevano,  credendo fosse lei  e solo lei. Arrivavano tutti a dirle di star lontano da loro perchè faceva ridere ed era una persona pessima, senza neanche averla mai conosciuta veramente, come persona.
E urlavano e urlavano, ripensò lei guardandosi allo specchio, provando dolore sordo nel petto alle loro voci che risentiva identiche come fossero presenti. Che le ricordavano come fosse penosa rispetto le altre, che non permetteva di dire nulla con orgoglio ai suoi perchè per la disperzione non andava male a scuola, ma non le veniva di svenarsi sui libri oltre il necessario. IN musica non era portata ma loro credevano dovesse diventare chissà che asso famoso e no ncèra nulla in lei da vantare. E qundi come le dicevano tutti, non valeva niente e non era nulla. Aveva male da vivere dalle scuole medie ed era peggiorata.Lle lamentele delle sue compagne che le dicevano quanto faceva sfigurare la classe, oltre che loro,  con la sua presenza, vestita come una di mezza età perchè per i usoi gli abiti per la sua età non andavano bene. Con i capelli sempre gonfi che teneva legati con le mollettine ai lati, ma volevano cure perchè la mattina riusciva a sistemarli con vento, umidità e altro erano ingestibili. Il suo umore sempre disperato e triste che mascherava, fingendo come poteva, facendola apparire solo scema e svampita.
Ricordava ancora, seguendo con le dita la lunghezz adi quei capelli mossi della parrucca, come voleva solo piangere e urlare di voler morire, a tavola, sentendo i suoi sbraitare che faceva schifo e quei capelli dovevano eliminarli un giorno o l'altro, quando dormiva. Perchè erano stufi di non potersi vantare di lei in nessun modo, che nessuno dicesse belle cose su di lei, che la gente non parlasse di lei su niente se non come la facevano apaprire i coetanei e professori imbecilli. Lei li teneva lunghi sotto le scapole per cercare di imitare le altre, come tentava con tutto il resto, con risultati discutibili.
Lei non era fatta per mentire, fingere, nascondersi dietro una maschera. Quanto dolore ancora provava, dopo solo pochi mesi che era scappata, fingendo la sua morte. Eppure non le riusciva di guardarsi allo specchio, quasi mai, eprchè rivedeva solo la perduta, inutile, stupida, delusione vivente.
Sarebbe riuscita nel piano?
Voleva solo romprersi la testa là, quel momento contro lo specchio e... No, disse tra sè, guardandosi e pensando che doveva solo aspettare poco, il primo lunedì del quinto mese.
Sistemò gli orecchini e mise un borsalino nero con ampia fascia nera lucida,  e una tesa scesa da un lato.
Lo faceva anche per sè, disse a voce alta al suo riflesso. Aveva sognato tante volte che accadesse qualcosa per dimostrare ciò che era ma nascondeva per paura. Era solo per se stessa e cosa pensava, disse amaramente. Se era diversa anche per genere o altro, che sarebbe successo? Era una neutra, ma avrebbe peggiorato le cose?
 E di nuovo nello specchio vide qualcuno che non era lei e si chiese quanto di lei vi fosse ancora vivo dentro,  per riuscire a salvarsi.

"Nulla. Nulla ti dico..." amaramente.

Prese una borsetta di pelle nera e decori dorati, sempre un prestito, e mise dentro chiavetta, l'apparecchio che David le aveva dato, alcuni oggetti e uscì di corsa. Cercò di apparire tranquilla e non mostrare qualche segno che potesse attirare l'attenzione. Gli uomini erano tutti impegnati in varie cose o parlavano tra loro passeggiando.
Andò alla destra dello Chateau e si avviò verso la sezione sotterranea del garage e officina. L'officina più di lato nel piano terra, mentre poco più in là la sezione di uscita ed entrata macchine che venivano portate per la rampa a scivolo nelle tre sezioni di sosta sotterranee.
QUante grotte ci sono qui sotto, penso, da aver paura di finire inghiottita in qualche modo? O come dicono gli ingegneri sono grotte così in profondità che tutta la sezione sopra non crellerà mai?
COn una grotta enorme avevano creato tre livelli, non altizzimi ma abbastanza perchè i camion e mezzi più alti avessero passaggio.
Un livello per i mezzi pesanti, uno di mezzo per le missioni per tutti e l'ultimo, difficile da visitare, quello riservato ai mezzi speciali come macchine di un certo livello o di Milan. Era recente, prima vi era un'altra costruzione cadente ma in superficie, così si decise di mettere i mezzi in un luogo più sicuro e custodito, invece di un grosso capannone o in mezzo ai piedi come prima. i lavori erano andati veloci per via dei soldi. Sempre i soldi, pensò amaremente Lia.

Al solito era stazionato da due guardie armate che la riconobbero e la fecero passare senza domande. Ma fu uno dei custodi sotterrai, il lift-boy addetto a uno dei due ascensori, armato anch'esso anche se ocn una divisa diversa, a salutarla e chiederle dove volesse andare. Lia aveva ripreso come proposta l'dea degli ascensori anni venti e trenta, dove un addetto armato di chiave e codice da usare, era l'unico che poteva manovrarlo. Ogni piano aveva un codice e non la pulsantiera con i piani, e una direzione di chiave specifica. Senza questi due fattori nessuno poteva usarlo. Inoltre vi era una cam.
Lei chiese di usare una delle auto del piano riservato, dopo che questi ebbe visto il tatuaggio che lei aveva sul polso, una delle chiavi per l'organizzazione che la rendeva degna del livello alto. L'uomo annuì, prese la chiave, la inseriì nell'apposita serratura sotto il quadro della pulsantiera, la girò da una direzione e premette un codice specifico. L'ascensore si mosse in silenzio e dolcezza e lei si ritrovò al livello più basso, accolta da un altro addetto al piano, un custode diverso dagl ialtri due. Doveva controllare insieme ad altri, per turnazioni, quel settore, ed accertrsi che la persona che chiedeva un veicolo fosse idonea.
Mostrò prima il tataggio, poi l'uomo scansionò viso e iride con un pad e alla fine le diede l'apparecchio in mano. Lei lo avvicinò al viso, vicino la tempia, e un suonò scatto mostrando su schermata all'uomo che l'autorizzazione era accettata.
Non veniva dal centro di controllo, ma dal sistema direttamnete riconoscendola da que fattori. Poi il centro avrebbe controllato, nel tempo che lei fosse andata alla macchina e fosse giunta al passaggio di conferma, l'ultima tappa prima di uscire definitivamente dal garage, per lasciarla andare o mandare un avviso di blocco. Ma non avvenne, perchè sia la conoscevano e sia aveva i requisiti.
Così su indicazione del custode, che doveva capire le macchine e saper consiglaire come un bravo venditore di una concessionaria, le presentò un paio di autovetture.

"Capisco che lei voglia qualcosa di piccolo, poco appriscente ma che faccia effetto. E che abbia i migliori sistemi di controllo e protezione. Visto che è lei, le consiglio una delle ultime della scuderia. La Chevrolet Corvette C7 Front Splitter con sistema di bloccaggio di ultima genezione del sistema elettrico, delle portiere, della frenata e..."

"Voglio solo sapere se tiene bene in strada anche se si guida con tutte le qualificazioni di guida sicura, guida evoluta o di guida sportiva. Ho frequentato tutti i corsi ma logiacamente ho usato auto diverse! Inoltre, per qualunque situazione, qualè il prezzo di questa auto?"

"Se chiede quali sarebbero i costi in caso di... incidenti o piccoli danni... la quotazione attuale è di ottocentosessantamila dollari sul mercato del privato. Di più se nuova e con maggiori accessori. Ovviamente poi vi sono stati installati dei sistemi particolari di protezione. Nel lato sinistro dopo il cruscotto vi sono seizoni nascoste che comprendono..."

"Si, questo lo so... è che..." mordicchiandosi le labbra, incerta "Al diavolo, dammi questa. Spero che vada bene per me"

"Oh, stia tranquilla. E' adatta alle persone molto vivaci..." con un sorrisino divertito. Che però perse quando lei lo fissà in un certo modo, mostrando più professionalità e contegno.

"Dammi le chiavi e richiedi il permesso di uscita per il passaggio" gli ordinò con fermezza dandogli dell'idiota mentalmente.

Lia prese le chiavi, entrò e si diresse verso le rampe di uscita, passando lentamente verso il passaggio, l'ultimo baluardo di blocco e fermata con sistemi a scomparsa di arresto forzato del sistema dell'auto, sia fisici che elettronici. Quando constatò che il Centro non bloccava il passaggio, aumentò l'andatura e prese la strada riservata solo alle auto,  laterale,  per immettersi nel sistema autostradale su cui sboccava, in uan zona nascosta.
Sfrecciò seguendo la A6 per giungere Parigi, attivò il sistema Cirrine, la Ai integrativa di tute le loro auto che permetteva di avere gps, guida, comandi automatici di guida con un sistema di telecamere e il controllo in certi casi automatici del mezzo. Era anche una Ai di protezione, nel caso... si chiedeva se era stata una buona idea spingere all'inserimento di questa AI e quanto veramente capace, noontante test e prove...ma Milan al solito non andava di fare una fava, voleva solo il suo autista, un'auto con i contro marron glassè per godersi solamente i usoi successi e la comodità tra un impegno e un altro... ma andava tutto bene. Si, doveva. Non doveva pensare a null'altro.
Chiese a Cirrine di impostarle la strada per il quartiere Pigalle, perchè era più facile per giugnere dove doveva.
Si fermò in un punto stabilito e vide tre ragazze ferme un pò in disparte dalle altre, ad aspettare sotto un' insegna al neon in un rosso pulsante che le inondava da sopra.
Quel posto era pieno di negozi e aveva chiesto di mettersi in un angolo che non desse nell'occhio per non far insospettire. E invece erano sotto due negozi in successione,  chiusi,  e per di più sotto le insegne che le mostravano come un gioiello sotto le luci di una teca protettiva.
Stupide, si disse stringendo il volante. Irata suonò il clacson, poi con l'indice della destra segnò una per una le stupide che la stavano facendo innervosire e fece segno di avvicinarsi subito. Ognuna parti decisa, perdendo però tutto quando notavano il dito che si muoveva altrove. Si guardarono stranite, poi Lia suonò di nuovo e loro corsero. Salirono tutte e tre nella macchina un pò infreddolite per l'aria fresca che iniziava ad arrivare per la sera e rimasero zitte a guardarsi tra loro, intorno nella macchina,  e lei.

"Vi avevo chiesto di non insospettire, di comportarvi come persone normali ed evitare di essere riprese anche se siete camuffate dalla testa ai piedi. invece eravate tutte e tre insieme in uno stesso angolo urlando a chiare lettere dai vostri atteggiamenti . Siete serie?"
urlò lei irata in francese, sbattendo la mano sul volante, facendole trasalire. Prima che potessero dir nulla, continuò.

"Sentitemi bene perchè non lo dirò più e se farete qualche stronzata, vi abbandono al vostro destino e Adios! Ciaone. Non ci conosciamo ne saprò niente di voi. Ho aiutato prostitute, donne in seria difficoltà e altre persone come potevo per pulire un pò questo mondo marcio e voi fate queste stronzate. E' per voi che l o faccio. Chiaro?" guardando le due dietro dallo specchietto e l'atlra accanto "HO DETTO CHIARO?!?"

"SI, si si" dissero in coro

"Ascoltatemi bene!.. o va bene stasera o ve la vedrete dopo voi, sole, perchè io non vi aiuterò. E' già molto quello che sto facendo e so io cosa potrebbe acccadermi per questa notte. Quindi ricapitoliamo bene e aprite le orecchie, se sbaglaite anche una cosa e se ne accorge, farò finre voi male. Non esiste che abbiate rimorsi o altro se volete ciò che avete detto. Chiaro?" poi vedendole acconsnetire, disse "ora inizerò io, voi nascondetevi vicino la casa, senza farvi vedere. Se vi scorge vi picchio con qualunque cosa ho a portata di mano! Seguite il piano come è stato stabilito, il resto toccherà a voi. Ok? Avete portato tutto?"

"Si, io ho quello che hai chiesto" disse una da dietro.

"Anche io" rispose timidamente un'altra

"Andate bene anche con solo i vostri. ottimo lavoro. Adesso ricapitoliamo l'ultima volta e poi in scena..."

Un'ora dopo si trovava in un locale frequentato da molte persone che mostravano soldi e spavalderia,  anche solo come si muovevano. Chiese al barista un cocktail e dopo un'occhiata finto annoiata in giro, lo vide. Prese il bicchiere e camminò svogliatamente guardandosi in giro, fingendo di bere ogni tanto, sorridendo qua e là ma proseguendo con snobbismo e facendo finta di sentirsela. Sperava solo che andasse bene, che le lezioni non fossero state un buco nel'acqua e che fosse una brava attrice nei movimenti e atteggiamenti. Indossava abiti di qualità alta, orecchini d'oro finissimo, ottimo trucco che migliorava e non appariva eccessivo e volgare,  e movimenti lenti e calcolati. Studiati.
Madame le diceva che con la visualizzazione e la cacpità di vedere nella testa moviemnti e tutto, l'aiutava. Ma era così?

Poi dopo aver superato un pò il tavolo, finse di spostarsi un pò, inclinandosi all'indietro per far passare altri clienti, e si appoggiò col sedere al bordo del tavolo, voltandosi e chiedendo scusa a chi lo occupava. Sorrise e fece la carina, scusandosi ancora per aver toccato e fatto traballare un pò il tavolo dove vi erano posati i loro rink e promettendo di offrirgliene qualcuno se si fossero versati sulla superficie. Ma questi declinarono, mentre sorrideva posò gli occhi sul target, alzando il bicchiere per un saluto.
Poi si voltò e tornò al bancone, perchè con la scusa aveva versato a terra il drink, e ne chiese un altro. Mentre lo a spettava, si voltò con la schiena e la braccia poggiati contro il bancone, guardando verso la direzione dei tavoli. Sorrise ad alcuni uomini che passavano e declinava gentilmente alcuni inviti, bisbligliado piano e vicino,  così che nessun altro sentisse o leggesse il labiale, restando sola.

Mentre gli uomini scorrevano intorno a lei o li mandava a quel paese, pensava tra sè quanto schifo le facesse stare tra quelle persone e quello che volevano. Se fosse stata il tipo, avrebbe volentieri bevuto per farsi forza, peggio quando cercavano di toccarla su un braccio o la schiena, con quei modi melliflui da... bleah. Pensa a cose belle, solo cose belle, cazzo. Non mostrare lo schifo, non pensare più di volerli bruciare tutti piano piano, non ricordare cosa  è stato fatto q eulle ragazze. Per odiare e vendicarsi cè ancora tempo.

Il barman le porse il nuovo bicchiere, e sorridendogli Lia gli porse il prezzo dei due, dicendo che voleva darglii subito una mancia per la velocità e ottimo servizio. Avrebbe preso qualche altra cosa ma l'uomo che aspettava acnora non si sentiva.
Per aumentare la copertura, mosse il braccio in modo che la manica del giubbetto mostrasse l'orologio automatico sketron qualità svizzera che aveva sgraffigniato..no preso in prestito Lia! Prestito cazzo, ti senti meno in colpa per quello che stai facendo. Era maschile per chi se ne intendesse ma era di una misura media e poco vistoso. A lei interessava solo che fosse scheletrato, vedendo quindi il meccanismo in funzione, senza batterie. Si sentiva più in sitnonia con questi orologi che quelli al quarzo. Era per lei come un qualcosa di vivente, che batteva insieme a lei un Bum Bum, scandendo il suo tempo, una frazione infinitesimale del tempo dell'universo, a cui dava carica tramite corona per quelli da taschino o con il suo movimento per quel tipo. Solo con il suo movimento, creava una carica automatica o perpetua, che lo alimentava. Ossia un peso metallico oscillante, o rotore, che tracciava il movimento e quando si muoveva, azionava gli ingranaggi che a loro volta avvolgevano la molla principale. Questo immagazzinava energia nella molla in modo che l'orologio continuasse a muoversi segnando il tempo. Se l'orologio non veniva mosso, nel normale movimento quotidiano, l'energia della molla principale si riduceva fermandosi.  Trovava questo traordinario anche solo a pensarci. lei stessa dava a un meccanismo che segnava il suo tempo mortale e in una simbiosi straordinaria. QUalcosa di simile con gli orologi a carica manuale tramite corona,  che aveva collezionato in quei pochi mesi, che la facevano sentire come parte di qualcosa di preciso e scandito. Trovava gli orologi a batteria così freddi e da dimenticare come che non capiva perchè usarli. Potevano essere precisi più di quelli meccanici, visto lo scarto dei secondi di max cinquanta secondi al mese se non regolato continuamente, ma trovava la cura e l'interdipendenza, un'interconnessione, inscidibile tra un orologio meccanico o automatico e la persona,  da farle sentire bene il movimento più accentuato dei meccanismi contro la sua pelle... tenere in vita un meccanismo che batteva, per certi versi come se stessi, come se avessero un cuore e un sistema particolare che andavano insieme, che dava il tempo e ricambiava quinid, per ricominciare il ciclo.
No, è una cosa che la gente prenderebbe per stupida si disse. La gente mi ha sempre odiata, compatita come fossi pazza o altro per le mie pasisoni e hobby, perchè ne ho parlato. Mi hanno lasciata sola e trattata da voler essere sola alla fine per mia scelta, lasciandomi a me stessa quando aveva bisogno. Non merita niente nessuno!
Finse di guardare con sempre più cipiglio l'orologio. Poi con un broncio studiato, poggiò il bicchiere come se no nvoless epiù nulla per la frustrazione. salutò il barman  dicendo che non aspettava più la gente sciocca e camminò spavalda verso l'uscita. Rimase un pò all'esterno, fissando l'orologio e controllando con la coda dell'occhio cosa accadeva. E poi era dietro di lei.
Si voltò vedendo quell'uomo giovane che sorrideva come uno stronzo per la finta, situazione e iniziarno a parlare.
diceva tra sè fingendo il comportamento delle tre.
Se fosse stata se stessa quel tizio, seppure lei fosse bassa rispetto alle altre, sicuro non le avrebbe detto nulla.Ne avvicinato ne altro, a meno che non fosse vestita e atteggiata ancora peggio per indicare . Pernsò lei amaramente. Così truccata, imparruccata, vestita e atteggiata, doveva dar conto a Madame secondo cui perfino gli spicopatici seguivano...

Si avvicinò al uso orecchio e gli disse che, visto il terribile ritardo, l'altro poteva restare a bocca asciutta. ma lei voleva ancora qualcosa di bere, così gli chiese dove pensasse fosse interessante andare per cotinuare la serata in modo diverso.
Ma da me, rispose. "Ho un bell'appartamentino in un edificio tranquillo pochi isolati, di là. Ho i migliori liquori russi e so fare un ottimo frappé di assenzio, una ricettina che prevede assenzio con sciroppo semplice, acqua e ghiaccio tritato. Ovviamente, assenzio migliore del Canada, non uso più quello frncese... i miei ospiti sono pazzi per questa mia coccola di ospite!"

pensò tra sè, fingendo prima di pensarci con tanto di ultima occhiata all'orologio e poi accettando con piacere. Gli disse che con la sua macchina sarebbero arrivati in un lampo e lo vide restare senza fiato per quel gioiellino che nel mentre aveva suonato e intimato la gente troppo vicina di sloggiare.
 Sapeva che qualcuno poteva anche aver cercato di rubarla. Ma aveva la AI che gestiva le situazioni in base alla cam presenti nell'abitacolo dentro e fuori. Aveva collegamenti tramite il satellite e una serie di controlli automatici interni per fermare eventuali ladri o malintenzionati, anche con pilota all'interno. Era dotata di nebbia stordente come i moderni antifurto, gas soporifero e i sedili avevano degli inserti ad aghi nascosti che potevano sedare in pochi istanti la persona, una volta messa la cintura e bloccata la portiera.

Ma con lui non voleva. Doveva entare in casa. Notò la sue espressioni bramose per l'auto ed entrò, vedendolo accomdarsi e toccare con avidità come si si palpa la pelle delle donne gli interni, facendo versi stupiti. Le chiese ovviamente da dove venisse quel gioiello e lei senza giri di parole, gli disse di essere la figlia di un ministro e che era il regalo per tenere a freno la lingua dal dire alla madre delle scappatelle del paparino, ovviamente anche con altri. Sarebbe stato poco corretto far sapere di certe cose tutto il paese. Al che le chiese di che paese, in pochi mesi non aveva ancora digerito quella lingua che per lei pareva un'accozzaglia di parolacce e non amava. Sapeva che si capiva, ovviamente, e così cercò di buttarla sul ridere. La madre era italiana e il padre francese. per non aver eproblemi con gossip, aveva vissuto con madre e parenti di lei più vicini all'italia. Gli chiese così se conosceva l'inglese, perchè aveva studiato in inghilterra per avere diploma e lauera europei di maggior qualifiche. Inghilterra caput mundi, disse, affermando che se dicevi di avere titoli inglesi, la gente i vede diversamente.
Aveva migliorato quella lingua e una delle personalità che aveva progettato con David era proprio inglese. Etienette Prya, figlia di un ministro e una ereditiera italiana. Ma detta Prya e conocisuta con quel nome per scappare al nome francese. Voleva svagarsi e un amico l'aveva invitata dicendo che doveva vedere quel lato di Parigi,  che meritava. Almeno una volta, le disse. Ma le aveva dato buca? Non rispondeva ne altro e così alla fine... aveva trovato nuova compagnia, teminò sorridendogli.


"Ti va di collegarci su instragram, facebook e twitter? Hai un'ottima presenza e di sicuro farai un lavoro figo, più classico e interessante dei soliti che ho intorno. Mio padre vuole che sposi uno dei figli di quello o l'altro,  che seguono le orme paterne o sono amministratori o altro... sempre la solita cose. Pezzi grossi che però poi sono freddi e vuoti come un croissant sugerlato..:"

"hai mai mangiato un croissant rurgelato? Io mai...così so se è davvero come il paragone"

"Sono andata di nascosto in un viaggetto con amici e abbiamo preso un ostello, uno intero per noi. Siamo stati comodi e forse la nostra idea ha attirato un pò l'attenzione dei proprietari perchè sembravano aver compreso che eravamo ricchi. Comunque è stato divertente ma per colazione ci avevano fatto trovare tra le poche cose in cucina,  anche croissant surgelati... non so se era colpa nostra che non sapevamo usare il microonde che cèra nelle camere,  ma... non so come facciamo le persone normali a mangaire quella roba e dire che è buona. In inghilterra non li fanno come qui, ecco perchè torno, ma non erano assolutamente mangiabili quelli. Rimpiango di quel viaggio solo il cibo... " facendo una smorfietta di disappunto dpo esser andata in strada "Oh, ma scusa. non ti ho dato modo di parlare mentre io... scusa! Dimmi, indicami dove devo prendere...."

"nessun problema, anzi. Non sapevo che fuori dalla francia non fossero come i nostri. Io ho lo stesso problema con i liquori. Li adoro e molti sono obbligato a prenderli fuori dalla francia o... tramite amici, perchè qui sono vietati o di gradazione troppo elevata per le leggi. Non cè niente di meglio d un liquore di qualità, qui sono troppo leggeri..."



"Io ho provato una volta la vodka russa..." disse amabilmente "Tutto un altro mondo, quella francese ad esempio, rispetto all'originale. Mio padre tra i vari beve la francese, ma io ho amici che mi portano quella della grande madreussia... quelli sono drink! Ho provato quella della Polonia, inghilterra... ma la prima era migliore secondo me,  tra le due. Le migliori sono appunto quelle artigianali che non prevedono fabbriche da litri e litri l'anno per i guadagni,  ma chi fa la vodka per piacere e passione. Come la birra. Quelle che bevono gli altri non meritano neanche di essere nominate tali. Tovaritch, quella è la migliore secondo me, anche se altri dicono..."

"Te la faccio provare io una ottima, quella che preferisco. Vediamo se ti piace"

"Oh non vedo l'ora. Adoro liquori particolari e confrontarli. non bevo molto, ma lo faccio per provare cose nuove! E poi, se vuoi, io sarà tra non molto all' oktoberfest! Se vuoi partecipare al , prenotati adesso perchè stavo già discutendone con gli amici"

"Con piacere...eccol quella è la mia casa..."

Il palazzo era interessante già dall'esterno, accostarono e lei bloccò la macchina, Stava serena perchè la IA era settata in modo da attivarsi al suo nome e solo in quel caso, o per incidente o problemi che rivelava dalle cam per proteggere il pilota. Ma di solito era in modalità strealth. Lo seguì dentro e vide che vi era un citofono con telecamera più altre telecamere di sorveglianza. nessun problema.  Aveva già studiato la zona e i vicini.

Salirono, lui era all'ultimo piano e la fece accomodare in un bel salottino moderno,  in costrasto con l'edificio di stile antico tipici della zona.

"Adesso ti faccio assaggiare la mia specialità, solo un attimo e te lo porto..."

"Aspetto con impazienza. Lo sai" mentre le prendeva il cappottino "sono stata anche in russia e lì ho provato un liquore artigianale da infiammare e bere di corsa. Sfidando gli altri a che faccia fanno e quanto mostravano l'effetto di quel liquore assurdo, per quanto tempo. E' stato divertentissimo. I russi sanno divertirsi più dei tedeschi, sai?"

"Interessante, allora la prossima votla deciderò per un bel viaggio lì..."

"Ti darò tutte le informazioni e le tappe fatte. Vedrai, è qualcosa di stupefacente. Il modo migliore per usar ei soldi di papino perchè io non dica nulla..." rise lei in maniera cattiva, mettendosi con grazia sul divano, chiedendogli poi di scoprire quella sua perla.
Lo vide andare in un'altra stanza e lei sorrise. Prese il telefono normale che aveva scelto per la situazione e scrisse alle ragazze, una chat unica per tutte. Tutto andava a segno e si apprestò s sistemare tutto.
Lo sentì tornare e mise da parte il telefono, mostrandosi rilassata. Aveva portato due bicchieri, uno lo diede a lei e si sistemò accanto.

"Posso farti una domanda?" chiese lei in fase civettuola.

"Certo, intanto dimmi come ti sembra, ogni volta gli amici me lo chiedono sempre... magari posso darti una ricetta detagliata"

"Te lo dirò subito" disse lei ridacchiando, fingendo più di quanto abbia mai fatto con un uomo senza volerlo strangolare. Bevve un sorso, lo pasteggiò e poi mostrò un'espressione sorpresa in positivo. le era piaciuto molto.

"Adesso dimmi dove hai imparato questo... non so come definirlo perchè è qualcosa che non ho mai assaggiato" sistemata con le gambe accavallate con il busto verso la sua sinistra, con il bracio sinistro poggiato con il gomito sullo schienale. Lui teneva il drink con la sinistra ed era girato a guardarla.

"Mai provato l'assenzio?"

"non così..." sorrise lei, allungando la mano sullo schienale, sorridendo, fingendodi provarci "a vederlo lo avrei preso per una granita..è molto buono!" bevendone un pò, ancora, guardandolo negli occhi sopra l'orlo nel bicchiere,  come se nascondesse un segreto celato dal sorrisino.
"Ti prego dimmi una cosa. Per te non sono troppo bassa,vero? Mia madre lo è, è poco più bassa di me,pensa, ma era un amore di gioventù di mio padre. ora... non più, ma ho sempre avuto problemi. A volte gli uomini amano le donne alte con gambe lunghissime..." alnzando una gamba con molta plasticità e bravura in alto, come una ballerina.

"Hai fatto la ballerina?"

"Quale figlia di un pezzo grosso on ha iniziato con la scuola di danza... l'insegnante mi diceva che chi ha un corpo più basso, ha maggior controllo dello stesso,  e infatti le ballerine classiche più prestigiose e straordinarie non era alte. E' uno dei segreti, diceva..." disse lei con amarezza, guardando il bicchiere "adesso mi sta salendo un pò di tristezza, vorrei finirlo ma mi è venuto un pò, non so..." con un broncio stanco.

"Assaggialo finchè sei qui, quando tornerai a casa nnon lo troverai. I barman di solito non possono farlo, sai le leggi..." disse lui guardandola attentamente, sorseggiando il suo per spingerla. Parlando con una voce pastosa e vellutata, chiaramente finta, accarezzandoal.

"Mh..hai ragione. Come in russia..." lentamente e con sorrisini.

Di colpo il citofono ruppe l'atmosfera e lui saltò sorpreso, buttando il busto verso la porta. Sembrava incerto e rimase qualche istante fermo impalato, fisso verso la porta, finchè non suonò di nuovo. Lia allungò la mano tra la spalliera del divanetto e il muro, staccò la siringa dal nastro adesivo veloce esilenziosa e si alzò appena lo fece lui, direzionando l'ago verso il gomito, nascondendolo con la mano.

"Chi... non cè bisogno che ti alzi... saranno scocciatori, non ci sono per nessuno. Solo per te..." tornaod calmo e dolce con la voce.

"Non sei curioso almeno di vedere la faccia?" chiese lei fingendo con un pò di intontimento e sonnolenza, con il bicchiere vicino la bocca "Almeno ti accerti che non sia un fattorino..."

"Na... ci siamo solo noi" disse ancora più sicuro di prima, finchè non suonò ancora il citofono.

Mentre lui era di nuovo voltato, non capendo, lei tenne dritto il braccio, fermo e sicuro, e come nelle esercitazioni, diresse la punta dove doveva andare, ficcandola nel collo. La siringa era ad autoinizione, come le sue, una volta impizzata come le piaceva dire si toccava la parte finale e il sistema faceva il resto. Era stata ideata come una zanzara e l'idea era sua, poco più spesso come ago del normale ma aveva delle sorprese. Non era una siringa semplice come in farmacia,  ma solo loro. Micro sistema di inizione a scomparsa azionato dal corpo della siringa, una votla dentro e premuto il pulsante col pollice, l'ago che sembrava unico si apriva in sei sezioni. Due esterne che tagliavano la carne per una affondo migliore, insomma non era liscia come le normali, mentre le due successive si posizionavano come blocchi, sempre divaricati seguendo le altre, così che fosse difficile da sfilare facilmente e l'ultimo era l'ago vero e proprio che, tramite il micro sistema di propulsione nel corpo, spingeva lo stanutffo  e la sostanza,  in una freazione di secondo nel corpo ospite. Cèra voluto del tempo per metterla in pratica, sopratutto l'ago, ma funzionava ed essendo parte integrante ed azionato al corpo, l'ago non si buttava ma sterilizzato.
 Il tempo di appuntarla con forza e si toccava il pulsante, prima che la persona potesse alzare la mano e toglierla, gli aghi si aprivano e la propulsione li inondava prima che si strappasse via. E se veniva fatto prima di ripremere il pulsante per reinserimento degli aghi, i danni non erano pochi.


Lui non giunse in tempo con la mano. Lia lasciò e vide il processo attivo prima che lui la afferrasse per tirarla via,  ma si fermò appena toccata, perchè il prodotto, così vicino al cervello, faceva il suo dovere e non era rilevabile dai normali esami per droghe o altro.
Rimasero a guardarsi, uno stupito ma con un velo di rabbia e lei che sorrideva serafica, lucida e attenta, mostrandogli il bicchiere che toccava le labbra, beveva e inghiottiva. Lo vedeva, ancora capace di muovere i muscoli d'espressione, mentre non capiva perchè lei non andass egiù, mentre lui si paralizzava.
Tenne il bicchiere vicino le labbra, poggiato sulla gota, sorridendo sempre più malignamente, mentre lui non reggeva più la posizione e si afflosciava scomposto sul divano, fissandola, mentre le membra gli si facevano sempre più molli.Lei aveva osservato tutta la situazione con una calma assurda,  e con gli occhi sopra il bordo del bicchiere aveva seguito tutto, con gli occhi grandi che erano la sola cosa che lo seguivano, aperti e le ciglia finte, come se vedesse un bel film seduta con i popcorn.

"Ora sai come ci si sente drogati  epronti per lo stupro. Come sia aver eil corpo lontano da te da sentire come... come se si fluttuasse. Oh, starai lucido ancora per qualche attimo. I due composti non sono miscelati, ma sono divisi, un pò come olio sull'acqua. Così prima agisce il rilassante muscolare che stendenderebbe veramente un elefante. Sarai... come un giocattolino nelle mie mani! Come hai fatto con loro... e poi perderai conoscenza quando il secondo si attiverà nelle aree giuste del tuo cervello. E vagherai nel mondo di Orfeo... che ormai chi saprà chi èdi questi tempi?. La gente al tempo della conoscenza accessibile a tutti e facile,  è smepre più ignorante" si lagnò amareggiata. Continuò a fissarlo e lo vide sempre più sconvolto, e rise. Rise alzando la testa verso l'altro, poi all'indietro perchè le er venuta una risata di divertimento e forza che non riuscì a fermare.

Poi tornò su di lui e gli tirò sui marron glassè il  bicchiere come se centrasse un cestino "ah, tanto non ti farà male, non senti nulla! Ma se ti stai chiedendo perchè ancora sono in piedi, nonostante lo schifo che hai messo qui dentro... ti terrò a parte di un segreto. Diveramente dalle povere disgraziate che tu hai ridotto come sacchi di spazzatura, io ho Draper e Stoddarde che fanno il loro lavoro. Sputano in faccia alla tua merda!..." inclinando la testa verso la spalla "Ecco perchè ho dovuto partecipare di prima mano" disse voltandosi a poggiare il bicchiere sul tavolino da salotto vicino "perchè se mandavo qualcuno come Etta, sai che questo nome si legge come itta? Interessante... oppure avrei potuto incaricare Prisca,o Juria... ma poi mi son detta che loro diversamente da me soffrono gli effetti, come tutti. Queste droghe dello stupro sono una merda che solo strappandovi i testicoli a morsi di cane, si possono evitare. NOn sia mai che io tocchi le noci pelose della merda sotto forma di essere umano. In verità non so se ci sarà mai motivo per abbassarmi letteralmente... nel regalare qualcosa a qualcuno. DOpo lo schifo con Rò, non ci sarà mai nessuno che dirà che sono sua. E ne riceverà da me nulla, sempre che non mi dimostri di essere la persna speciale che merita il mio affetto... quell'unica persona che desidero nella mia vita. E non parlo di fidanzati o mariti del cavolo, se volevo ciò avrei abbozzato alla famiglia, facendo la schiava di un uomo e la sua famiglia, diventando un vegetale lobotomizzato che piace tante alla società. Quella che deve darla solo al marito e solo dopo il matrimonio, e dopo  i figli a subire i doveri con la bocca chiusa. O forse aperta, in base a quanto porco sarebbe stato... meglio la morte, se nonsono io a volerlo. Come in India o brasile dove le ragazze sono letteralmetne date dopo averle viste nude al primo scelto per interesse in cambio di doni. E se ti lamenti giù di botte. Se fosse capitato a me, una vita simile, meglio davvero la morte. NOn sono tipo, non accetto di stare ferma come la MOnna Lisa su un letto a fargli fare cosa vuole, con gli occhi chiusi e zitta, subendo. Se fosse per me cambierebbero molte cose, ma Milan non vuole! Essere senza palle!"

Sentì il verso prestabilito e si avviò in un'altra stanza, tornando con le tre ma fino al corridoio. Nella stanza dove lui era afflosciato, entrò sola dopo aver detto di far silenzio e lo guardò. Era sempre meno cosciente e notava che ancora era sveglio e capace di capire perchè la seguiva con gli occhi. Aveva chiesto una droga lenta apposta e ne fu contenta, quella normale era istantanea... lei assuns di nuovo la stessa posa, poggiando il peso del corpo su un'anca, testa verso la spalla e un sorrisino cattivo.

"L'hai sfangata finora. Ora, non più...  Spero che ti divertirai in cella. Eh..." prima di andar via, restando di nuovo come era, con il dito indice alzato verso l'alto, fissandolo negli occhi che si chiudevano pian piano "PRima che tu vada. Hogià provveduto a dare una scorsa alle carceri dove potresti finire. E in qualunque ti mandino, ho già pronto un regalino.... alcuni signori saranno molto arrabbiati per certe cose che gli farò sapere sulle loro figlie, sorelle e nipoti che potresti aver fatto... e  che è acclarato che siano poco generosi col didietro degli stronzi che gli stanno sulle balle! per davvero! Ricordati di me. Guardami bene perchè io sarò l'ultima cosa ti rimarrà impresso negli occhi e che odierai a morte. E sarò felice di questo, perchè saprò che ti avrò fatto a pezzi dentro! Ciao stronzo..." mentre lui cercava di lottare ma gli occhi gli si chiudevano. Dopo un pò che non si muoveva, Lia sorrise e guardò le ragazze, che erano rimaste zitte e ferme sulla soglia.

"Forza, muovetevi. Non abbiamo tutto questo tempo. Spero che vi siate sfilate abbastanza le calze e rovinato gli abiti..."

"A salire da quella scaletta rovinata? Puoi starne certa. Ho le mani che fanno malissimo..." disse una delle tre, lamentandosi. Ma Lia le fu vicino e guardandola negli occhi con rabbia la apostrofò.

"Cosa preferisci, sapere che questo stupratore pazzo malato la passi liscia e devasti altre come te, non pagando, o farti un pò male che guarisci in un paio massimo di settimane e vederlo soffrire fino all'ultimo suo respiro? Davvero le ferite di una scaletta veccihia, rovinata  ti sei srtusciata contro per salire dall'altro palazzo, sono peggio di cosa ti ha fatto? Allora no nstai poi così male dopo uno stupro se piangi per due taglietti..."

"Quello che lui mi ha fatto..." scatto, ma Lia la fermò con una mano, sempre più rabbiosa.

"Quell oche ti ha fatto dovrebbe alimentarti più di qualsiasi cosa al mondo per raggiunger eil fine che vi ho proposto. Deve essere il fuoco che ti arde dentro per volergli spaccare la faccia, rompere in mille pezzi anche dentro e quel che resta, per affrontare la vita a capocciate! Dovresti ridere su quelle ferite. Ora te lo richiedo di nuovo, altrimenti ti prendo a sberle e sarai fuori dal giro, fermando tutto anche per loro "indicando le altre due che erano terrorizzate dalla discussione "così che voi tre, come tutte le altre, lo sappiate libero e felice  a devastarne chissà quante,  e non saperlo ogni giorno a maledirci mentre conta quante volte gli fanno cosa ha osato su di voi... RIpetimi la tua decisione, che esco e non mi vedrete più!"

La ragazza stava per mettersi a piangere, poi vide le altre due che erano come lei, stringendosi le braccia intorno nervose, e si ricompose. Tiròsu col naso e rispose dura.

"Io sono qui, se non mi credi... farò più di quello che devo! Dimmi cosa devo fare... non lo lascio libero questro stronzo!"

"Allora seguiamo il piano e via... voi due andate a preparare la stanza e ricordate, i guanti! E tu.." di nuovo sulla ragazza "passami la borsa..."

La prese dalle mani della giovane e tirò fuori un portatile, degli aggeggi elettronici che la ragazza non capiva, poi due sacche sottovuoto con tessuti dentro.

"Indossa questi abiti, sono identici ai miei e grazie ai tuoi capelli naturali, sembrerà che sia tu quella entrata. Così che non debba preoccuparmi dei video di sorveglianza. Il cappello era sistemato in modo da non vedermisi il viso, il resto dovrai farlo tu, però! Tutto giocherà in primis dalla tua recitazione e da quella delle loro... indossali e metti ben piegati gli abiti che hai tranne le calze. Dirai che prima volevi metterti una gonna ma hai desistito per la temperatura. La scaletta ha fatto il suo lavoro rovinandoti dove hai toccato, anticipando le ferite."

Prese poi l'altro sacchetto sottovuoto e ne uscì un bellissimo cappottino sempre in pelle ma di fogglia diversa, con un pellicciotto che seguiva il colletto scendendo a V fin sotto il seno, con tasche inverticale sui lati, cerniera che scendeva dritta dalla fine del colletto a bordo del cappottino, che arrivava a metà coscia. La cintura sotto seno decorata in argento decorava il tutto. Cambiò anche cappello, prendendo un basco francese  e mettendoselo sui suoi naturali dopo aver tolto pa parrucca. Cambiò anche gl istivali con le scarpe della ragazza, avendole chiesto un numero preciso.
Strinse i denti perchè la cosa le faceva schifo,  ma per andare leggera, invece di mettere scarpe nella sacca, aveva optato per farle mettere alla ragazz, per scambiarle così che lei avesse anche gli stivali come il video.

Prese tutta la roba che no ndovevano indossare e la infilò nella sacca vuota, agganciando nell'attacco in plastica uno degli aggeggi, che tirò fuori l'aria creando una sottile busta da mettere nella sacca. Ordinò alla ragazza di mettere i guanti in lattice che aveva dato a tutte e di iniziare il piano anche in quella stanza. Tirò fuori dalla sacca, dalla taschetta estrena, le fascette di plastica e scotch, da usare all'ultimo. La ragazza quindi iniziò a sistemare una zona nella stanza con cuscini e bottigliette a terra, una catena con una manetta in un angolo di fronte la finestra, del lato dove cèra il divano e Lia andò nella stanza dell'ufficio dove iniziò a smanettare con il pc.
Agganciò uno degli apparecchi alle porte del pc e attivò così il Forcepunch, datole da David per forzare come bruteforce password e blocchi. Era del laboratorio e dai test aveva sbloccato ogni porta elettronica, pc e dispositivo protetto. Visionò alcune cartelle, poi per far prima collegò anche l'altro dispositivo, che conteneva due programmi lite, ossia senza installazione. Erano progettati per trovare immediatamente int utto il pc, programmi nascosti e criptati, di sorveglianza e con collegamento a deep e dark web conosciuti o tramite parole chiave e funzioni. Dopo aver ricevuto le risposte dal primo programma, lei forzò con il primo dispostivo password e pin, ottenendo i cloud e gli ultimi video delle telecamere in casa. Ma sapeva già che cèrano e fece un controllo dei filmati. Non erano in tutte le camere e per prima cosa, lei prese vecchi filmati copiandoli e inserendoli con nuove date e ora a quella sera. Il programma era in grado di modificare forzatamente i settaggi per camuffare con un altro video la registrazione che andava eliminata. Chiunque avesse cercato i video, e lei già aveva in mente di farli trovare facilemnte, avrebbe visto di quella notte lui, che era entrato con qualcuno ma guarda caso la cam aveva qualcosa che andava. Il video era falso ma datato correttamente.
Lasciò tutto, tornò dalla ragazza e le disse di vestirsi come lo era lei totalmente, e registrarono un finto video dove lei entrava dalla porta con lui. Controllarono che no vi fosse nessuno nelle scale e mimarono l'entrata, Lia davanti come fosse lui e la ragazza dietro, mostrandola chiaramente. Tornò poi nell'ufficio, prese il suo portatile e collegandolo a quello dell'uomo, usò tutta la potenza di quello preso dal laboratorio per qualcosa che non aveva mai tentato in vita sua. Il notebook era un rugged per impieghi pesanti , unico perchè solo sviluppato da loro con i soli componenti acquistati da aziene di avanguardia. Mentre fissava l oschermo, cercava di ricordare quanto fosse l'unico che potesse rispetto a un portatile comune, nell'intento. A partire dall batteria con durata straordinaria e design privo di ventole. Porte I/O sigillate, robusta struttura in lega di magnesio e alluminio, un hard disk anti-shock protetto da urti e impatti violenti. Studiato per le più estreme e diverse condizioni di utilizzo dove operavano, che fosse nelle zone del sud o nord del mondoe capace di eccellenti performance di elaborazione. In grado di gestire i dati acquisiti da una serie ampia di device per la raccolta delle informazioni.

Supportava efficacemente sia speciali software militari già utilizzati da altri che i loro, ed effettuava rapide conversioni di immagini 2D e 3D e un preciso posizionamento delle postazioni del nemico e delle proprie forze in campo. Per dissipare il calore dalla sede della CPU sulla scheda madre, vi erano dei tubi di rame pieni di liquido, permettendo al processore di mantenersi alla giusta temperatura e funzionare quasi a pieno regime anche a temperature esterne alte.  L’unità di espansione opzionale e all’interfaccia PCI /e integrata, gli permetteva di essere configurato per utilizzo a livello tattico o a livello di manutenzione di equipaggiamenti e mezzi militari con le opportune schede d’interfaccia, che fossero di qualuqnue unità del mondo che solo la loro. Tuttavia era protetto da un avanzato sistema Module per la protezione dei dati, una serie di codici e riconoscimenti, una connessione con qualuqnue tipo di segnale per connessione dati e il satellite. Era compreso, ma a parte, un cavo con dei convertitori per modulare i segnali dati di qulunque tipo più usati,  in modo da raggiungere il tipo interessato, che fosse via terra, via luce, gsm, via satellite, ect. Inoltre sfruttavano ancora, come molte altre cose, i vecchi sistemi di banda del canale telefonico sui 4 KHz; netta 300 - 3400 Hz. Tramite i segnali telefonici vecchi avevano operato senza problemi. Er per questo che avevano obbligato le compagnie a tenere ancora i vecchi cavi e tenerli a disposizione in appositi slot nelle cerntraline urbane o in edifici predisposti. Demodulando i segnali base era sicuro che la gente non potesse rompere le scatole, perchè ormai troppo presi da linee moderne in digitale, mentre loro operavano principalmente sulle modalità analogiche, se no nvi era necessità di grossi scambi di informazioni a livello di peso.

"non ho bisogno di grosso scambio di dati ora" disse tra sè Lia a voce bassa calmandosi. Stava facendo qualcosa che sapeva da alcuni missioni ma in prima persona e sola, era dvierso che da un video.

Infatti non doveva collegarsi a nulla, ma operare come Master su quello che aveva per rendere Slave quello del tizio, perchè facesse solo da ricevente. Prese quindi tutti video, vecchi e nuovi e grazie a quel pc e programmi fatti mettere apposta da David, creò dei deep fake così realistici che era difficile capire che non fossero veri, per chiunque non avesse abilità particolari e non usasse programmi e studi di sorgente specifici.Aveva fatto generare dei video falsi inserendo le ragazze precedentemente registrate e inserite adesso nel video di quella sera e in qualche giorno prima.
Chiamò le ragazze appena finito e dietro di lei, osservarono i video creati. Si stupirono nel vedere come sembrassero veri, loro registrate in quela stanza con sfondo verde, tranne l'ultimo, erano entrate in casa con il tizio, mentr einvece nell'originale  lui era solo. Le aveva fatte muovere con una porta che tenevano per le esercitazioni per gli scassinamenti, in modo che entrassero un pò di lato realisticamente, visto che dai pedinamenti e scaricamento vecchi video dall'esterno,  tramite i programmi di sorveglisanza, aveva notato come l'uomo apriva molto la porta ed entrava e chiudeva lentamnete, lasciando un margine per modificare il video. E così le tre ragazze erano entrate in quella casa in giorni diversi. Se fosse stato necessario, avrebbe studiato un modo per le camere dell'altrio, ma poteva farlo con calma dopo, solo se necessario volendoci davvero poco. Per quella sera era tutto pronto. Cancellò i video più vecchi dal cloud, così che comparissero sul pc i video modificati.
Fece un unltimo controllo e approvò i file. Utilizzò l'altro programma per cancellare dai cluster di salvataggio modifiche di sitema e attività,  tutti quei passaggi fatti e cambiare orari ad alcuni, perchè risultassero f atti da lui. L'ultimo controllo di pulizia prevedeva la cancellazione di collegamenti al pc fatti dai usoi dispositivi e il rugged e fece notare alle ragazze cosa celava quell'uomo. Collegandosi tramite programmi specifici riconosciuti e scovati dal primo programma, l'uomo entrava in gruppi di varie app e siti nell'internet sommerso per postare foto e video schifosi e commenti da far violtare lo stomaco. Alcuni sembravano video presi da qualche camerino e bagno.
Fu chiaro alle ragazze che dovevano andare avanti.

"Adesso tocca al'lultima parte, avete fatto cosa vi avevo chiesto?"

Le ragazze, mentre lei staccava tutti i dispositivi, assicurandosi che i guanti non avessero lasciato nulla, fossero messi bene e non vi fossero acpelli o latro, visto che li aveva nascosti sotto il basco, le mostrarono alzando gli abiti rovinati lividi, ferite e segni di diversi giorni. lei li osservò e non potè fare altro che ringraziarle per quel sacrificio e guardò quella che aveva scambiato gli abiti con lei.

"Sei pronta?" mentre questa faceva segno di si con la testsa.

"Si, assolutamente. Ho appena visto... ho visto che ha video di telecamere nascoste in bagni e spogliatoi di negozi e forse palestre. Se davvero quella roba è sua, allora è peggio di quel che credessi..e..:" come per piangere ma Lia la fermò.

"Mostrare segni di pianto e dolore va bene, devi farlo, alimentati con cosa nasce in te dopo aver visto quello e fatti forza per l'ultima parte. Se voi ragazze siete pronte, andiamo..."

Si recarono nel salottino, Lia mise via tutto nella sacca e rimase ad assistere mentre le due ragazze già ferite, si accordavano dandosi forza con la terza, che si era messa sopra quei cusciti e coperte ammucchiate nell'angolo in attesa, legandosi la manetta che era legata a una catena che finiva nella manetta collegata con la caviglia dell'uomo.

"Ragazze... dopo che me ne sarà andata, sarò tutto nelle vostre mani. Se avete tentennamenti, paura o altro, rivedete cosa vi ha fatto che ricordate e riprendete dalla mente quello che vi ho mostrato, su altre. Quei bagni con quelle ragazze ignare o spogliatoi dove le donne si sentono sicure e invece sono violate. E lui che vendeva e scambiava questo materiale. So che per te sarà difficile" rivolgendosi solo alla ragazza in piedi sui cuscini "ma sappi che, vista la società e il sistema giuridico attuale, l'unica maniera per fargliela pagare è farlo trovare con le mani non nel sacco, ma tutte le braccia dal gomito alle spalle dentro. Con la testa dentro, anche. E' brutto da pensare, è schifoso da credere,ma voi siete la testimonianza che i mostri possono farla franca perchè la gente giudica le ragazze per come sono vestite o la libertà che chiedono,unite a poche prove perchè siete scappate via e non avete fatto test e denuncia subito, mentre questi stronzi si fanno scudo dietro cavolate giuridiche e prove che devono essere necessarie,  altriementi cè un ragionevole dubbio. E sono fuori, mentre voi sarete etichettate come poco di buono, vergognose, da trattare come spazzatura. Lui torna a prima, oltre ad essere stato supportato da mentecatti come lui... fate nascere la forza da dentro di voi, perchè nessuna figlia di altri finisca come voi, come i vostri figli e nipoti e che sappiano che, con la forza interiore, si possono cambiare le cose e fermare lo schifo... l'unica forza che vi serve è chiudere gli occhi, tenendo vivo dietro di essi la sua faccia e quelle immagini, e incassare qualunque cosa ti venga addosso. Che sia ora o dopo con l'attivo del piano definitivo. pronte?"

Le due ragazze fecero cenno con la testa e iniziarono a picchiare la terza come potevano perchè avesse segni freschi e definiti su di sè. MentrePoi chiese alla terza appena picchiata e dolorante, di avvicinarsi e strofinare quelle mani e braccia su di se,  ferite fresche e qualche goccia di sangue, perchè restasse la sua pelle su mani e braccia di lui. Lo fece graffiare e ferire nahce sul viso. La legarono indossando tutte guanti, le mani e cavilgie della terza, facendola accodare sui cuscini.
Le due seguirono Lia nella stanza che avevano vandalizzato e con agli angoli opposti in fondo altri cuscini e coperte che avevano sporcato come potevano, anche con i loro bisogni perchè vi fossero elementi loro sopra. Le legò come la terza e dopo che si misero nei rispettivi angoli, parlò prima di terminare come da piano.

"Siete state gentili a non lavarvi i capelli e il corpo in questi igorni, come detto i vostri sacrifici porteranno alla vendetta. Se la società vuole questo, anche a causa delle stronze che usano questi drammi per le loro stronzate, non era possibile fare altro. Ricordatevi di recitare come ragazze disperate tenute qui da ore e giorni. Ogni telecamera che avete affrontato camminando fino a poche ore fa ha registrato altre persone, per modo di camminare, abiti e capelli. Rcordatevi di atteggiarvi diversamente e di mantenere il piano come lo abbiamo studiato. Siate pronte a qualunque domanda. Fate della vostra mente l'arma contro di lui, urlate nella vostra testa che quanto abbiamo definito è la verità, tutta la verità e fatela LA verità... è l'unico aiuto che posso darvi. Potevo mandare qualcuno a gonfiarlo male, ma era giusto che foste voi, con le vostre mani e volontà, a vendicarvi e rendervi giustizia. Quando avete paura e vi sentite incerte, richiamate tutto ciò che avete sopportato e visto delle sue azioni e lasciatevi pervadere in ogni vena e angolo dle vostro corpo dell'odio per le persone come lui. E combattete! Siate le nuove Franca Viola che cambiano la società! Almeno, non la parte che vede me! Ricordate che io e voi non ci conosciiamo, voi siete venute singolamente perchè lui vi ha minacciati e..." uscendo qualcosa dalla tasca del giubbino "questa er ain mano sua mentre vi ordinava di seguirlo e venire qui. Guardatela bene, imprimetevi nela testa quest'arma e siate la forza che altre come voi non hanno. E l'aiuto che altre del futuro non avrebbero avuto... "

Le due osservarono l'arma e fecero cenno di si con la testa. Lia prese uno strano oggetto e andò via, tornando  poco dopo con una specie di spazzolina a forma di goccia con dei lunghi denti in silicone,  azzurro. Spiegò che era una spazzola che si usava per pulire il viso come uno scub per togliere pelle morta, e lo aveva strofinato per bene sulla pelle dello stronzo, eprchè parti di pelle e cellule restassero sopra. Con attenzione passò i denti sorpa le mani legate delle ragazze e accertandosi che visibilmente e con una lampada a UV che aveva dietro, vi restassero più elementi rispetto alla prima ispezione, prima della spazzolina. Quando la lampada uv mostrò abbasnza materiale sopra le fascette di mani e piedi, fece cadere qualche capello di lui sui cuscini e chiese alle ragaze si passarci sopra le gambe perchè sembrasse reale. Poi le salutò alzandosi, diede loro le ultime istruzioni e uscì, chiudendo a chiave la porta. Con un vetro artificiale speciale che aveva dietro e aveva passato sui polpastrelli di lui, poggiò la zona delle orme sulla maniglia, controllando che vi fossero e ripetendo più volte il rpocedimento, finchè sul vetrino non si vedevano appena che delle sagome. Dalle prove dei laboratori funzionava bene e si doveva solo accertarsi che le orme delle dita giuste fossero nel posto giusto della maniglia. Fatto questo andò dalla terza. Le fece poggiare indosso sull oscotch e sullle fascette le mani direttamente di lui, così di lasciare elementi e impronte e andò vis, dicendo le stesse cose delle altre.

Si recò tramite le scale sulla sezione più alta, il tetto, e con attenzione passò sul bordo.Prese la scaletta che faceva raggiungere lacasa dello stronzo per via delle diverse altezza con quella affianco. Indossò i guanti speciali e si proiettò verso quello a fianco cercando di fare meno rumore possibile, sfruttando antenne e oggetti in ferro. Le case francesi di quei quartieri antichi avevano tetti particolari, detti con camini parigini. I tetti di numerose abitazioni di Parigi più vecchie, erano realizzati in lastre di zinco, sagomate piatte e spioventi, fino a coprire in basso e lateralmente, lo spazio delle mansarde. Parigi era un mosaico di grigio cangiante composto di ardesia e zinco in base al tipo di casa, e per fortuna pensò lei. Meno fatica per lei e le ragazze..  Camminò lentamente, finchè non giunse alla mansarda che aveva affittato e scivolò dentro con cura da una delle finestre. Aveva tutto pronto nell'appartamento per il ritorno, doveva solo attivare la fase Z e tutto sarebbe andato bene. La casa dell'idiota al fianco, il suo era stato un ottimo modo per scavalcare le leggi studpide e sbagliate, toccava quella in cui era e faceva molto per la scoperta.
La ragazza, dopo il tempo stabilito mentre Lia beveva un tè con calma nel mentre, aveva già iniziato a urlare e picchiare sui muri come il piano e lei scese trafelata nell'appartamemto sotto dove vi abitava una vecchina tranquilla e poco incline a farsi i fatti degli altri. Aveva scambiato con lei poche parole ogni tanto,  quando delineava il piano con ore di spionaggio e studio della stada, delle due case e dei soggetti interessati. Così si ritrovò la donna prepoccupatissima fuori dal suo appartamneto, turbata. Chiese alla donna se sentiva anche lei quei versi orribili e intimò di chiamare subito la polizia, perchè era orribile cosa si udiva.
Mentre la donna correva dentro a telefonare, aveva ancora un fisso, Lia fece un mezzo sorriso dei suoi , nascondendolo mentre altri del palazzo uscivano per sapere cosa accadesse. Si rpecipitarono da basso al piano dell'anziana,  raggiungendo Lia,  e iniziarono a discutere e cercare, con le orecchie sulle pareti, per capire da dove provenisse. Lia usò la personalità d Prya per mostrarsi una ragazza paurosa e preoccupata, agitandosi un pò e parlando come balbettando.
La polizia arrivò venti minuti dopo, con la noia che le derivava di stare in mezzo a quella gente, e Lia provò pena per la ragazza che urlava e batteva pugni e pedate sulla parte attaccata all'edificio dove era lei, finchè non giungesse finalmente qualcuno. Stringi i denti, disse tra sè, ma rivolta alla ragazza continuando a usare la personalità della civile comune.  I poliziotti prima si recarono nel palazzo dove si trovava Lia per parlare con gli inquilini, dopo aver ascoltato loro stessi le urla e colpi dall'altra parte, corsero nell'altro palazzo e finalmente dai rumori capì che erano entrati con le pistole. Avrebeb guardato con calma le registrazioni da remoto con le password del cloud.

ghignò dentro, anche se poi mutò lievmente l'espressione e si accigliò perchè così era più facile, troppo,  avendo i permessi amministratrivi. Faceva parte del piano, ma si sentì un pò inutile per certi versi. Avendo i permessi,  che non sarebbero comparsi nell'eventuale stampata sicuramente richiesta dalla polizia per orari e altro, non aveva problemi. Su quello era pulita, ma comunque era stato troppo facile e si rese conto che aveva dalla sua così tante opportunità e aiuti,  oltre le persone comuni,  che le sembrò di barare. E a lei non piaceva usare come gli altri là fuori scherzetti, scorciatoie e stronzate per fare le cose. Fatte da sè senza barare era il raggiungimento migliore, sudato e meritato. Ma poi con un sospiro, pensò che non era per lei. NOn aveva nessun vantaggio lei, ma quelle tre ragazze , come altre avrebbero potuto vederlo finalmente dentro una gabbia, invece che puntate di indice contro di loro perchè non avevano altre prove se non la loro parola, segni di abusi addosso ma nessuna prova regina per inchiodare lo stronzo. Contro ignoti, fu la dicitura messa sulla cartella di quel caso. L'uomo era rispettato e considerato, in tanti avevano detto che era un'ottima persona e come cittadino rispettato della società, senza prove di nessun tipo perchè era stato meticoloso, non era possibile incriminarlo neanche alla lontana. Poteva, forse, ma dalle telecamere, le celle dei cellulari... insomma gli avvocati trovavano sempre espedienti e mosse per salvare quella feccia. E peggio, lo stronzo aveva una donna come avvocato. Considerava giusto e corretto che le persone avessero un avvocato perchè li aiutasse se non colpevoli, a dimostrare l'opposto di quello che gli si imputava. Ma quel tizio era stato denunciato da tre persone, ragazze abusate,  e chiss quante che invece avevano paura di finire loro nella gogna. E quella donna sapeva, le era sembrato di sicuro dai video che aveva ottenuto da giornalisti, gendarmeria e altre fonti, aveva voluto studiare lui e l'avvocato per capire.
La sua proposta di istituire un gruppo speciale non cittadino per sistemare questioni del genere era stato vagliato ma ancora senza risposta, dal grande Milan e questo la preoccupava. Se non loro, allora chi?, si domandava, mentre cercava di non mostrare noia dalla situazione di attesa.
Gestualità, mimica e postura nel processo di comunicazione permettono a persone preparate su questi alementi a capire dai microgesti, micro espressioni e modi muovere occhi e mani, davvero gli altri, anche se cercano di mentire. Aveva studiato le basi della comunicaione interpresonale anni prima, e le era piaciuto leggere dei vari livelli o cerchi della persona, i metodi di comunicazione verbali e non verbali e altri elementi di quel libro. Ma quando seguì uno specialista allo Chateau per le Lezioni, scoprì che cèra un mondo che mancava a quel libro, ben più sottile  e capace. E aveva voluto quei video proprio per studiare ogni singolo elemento. le capacità che avev  aimparato e che l'istruttore specialista nel controspionaggio e relazioni per varie agenzie sapev a non fossero al top.
Anche per i test. Lia lamentava a David che da sempre ogni volta che cercava di sforzarsi per capire e imparare cose per lei difficili, finiva per snetire come... una barriera che premeva i lcervello, impedendole di ragionare come voleva. Era l'unico modo che sapeva, per spiegare come si sentiva quando svervellava e tutti i suoi sforzi non davano frutti, come si sentiva dopo tanto impegno. E lui aveva voluto capire anche per i test, ma non sapeva capire e spiegare nulla.
Erano utilizzate anche dagli avvocati stessi perchè, mettendo una persona capace durante la scelta della giuria e dopo, potevano sapere dallo studio delle persone cosa percepivano, sentivano, se odiavano  o meno qualcuno che testimoniava e via dicendo. Quello studio molte volte era alla base di arringhe e prove testimoniali, perchè colpissero determinate persone su altre. E questo era solo il minimo. Sapeva bene che specialisti del genere lavoravano in vari settori per sapere cosa riferire e come far muovere gli altri rispetto alle persone interessate.

E quindi, anche se aveva appreso molte cose,  ma sapeva di non essere davvero meritevole di darsi delle risposte senza quell'istruttore, voleva capire da sola, studiare quei due, superare quella sorte di barriera come poteva.
E le veniva lo schifo nel vedere quella donna che sapeva, Lia lo capiva da come guardava l'assistito o si comportava a domande e situazioni fuori dall'aula, e lo difendeva. Era ignobile il fatto che tu avvocato, che dovresti lavorare per la giustizia e sai che quella persona è feccia e deve pagare, lo copri e proteggi affinchè ne esca libero e pulito sapendo che poteva rifarlo. E se sei donna avvocato, ancora peggio. Se fosse capitato a qualche sua figlia o parente, chissà se faresti così o useresti tutte le armi che hai per i ltuo lavoro per farlo piangere, pensava.

Bello quando capita agli altri...

Lia era schifata dentro, perchè aveva usato di nuovo la visualizzazione là in mezzo alla gente,  per sua abitudine e le dava fastidio, perchè in quel caso non era cosciente delle espressioni che faceva...lo aveva fatto per analizzare le cose e rivedeva quella donna avvocato che o per ammissione, per prove o per suo istitnto sapeva e lo aveva fatto uscire. Per colpire di nuovo. E così si era travestita come le altre donne, sembrava che a lui piacessero abbiagliate e con certi atteggiamenti specifici ed era caduto, letteramente. Lui non voleva una storia di una notte e via, come sarebbe anche normale, luivoleva una bambola vuota da seviziare e poi lasciare andare, sapendo che non gli accadev nulla.
Come può un essere umano portarsi da un bar una persona,  eccitarsi e dire di divertirsi con qualcuno privo di sensi e vuoto, facendo un'azione schifosa e orribile? Non lo capiva mai, lei, e odiava le persone. Il problema è che alla setitmana di casi così ve ne erano molti e parecchi non erano denunciati. Voleva che la cosa finisse ma Milan diceva "no, pensa a cosa accade se cerchiamo di fermare di tutto qualcosa e dicontro quelli trovare altre stategie per fare la stessa cosa in maniera nascosta?"
"Quel vuol dire" chiedeva lei, "allora voi con le vostre menti e abilità, che vi state a fare?"
"Un sistema totalmente vietato porta ad altro in un sottobosco che potrebbe essere difficile per noi raggiungere. ma lasciar fare e agire come chiedi nascondendo che siano leggi ferree come una dittatura..."
"Ammesso che tu abbia ragione, mi stai dicendo che lasceresti tutto così?"
"Le leggi esistono, loro le aggirano. Se proprio vuoi che con la Raccolta crei una seizone apposita in ogni paese, a disposizione ma significa fare qualcosa che va anche contro le leggi. Creare situazioni finte non mi sembra una bella cosa, comunque"
"Quindi lasciamo rompere le persone perchè agire come ho consigliatova anche questo contro le leggi?"
Sempre di più, man mano che vedeva stando allo Chateau con loro, ancora più schifo e il peggio dell'umanità, voleva spingere Milan a fare davvero cose positive.. Vederlo più vicino che da televisine e film faceva ancora più male. Letteralmente.


Il suo telefono squillò. Dannazione pensò, si era di nuovo persona nella visualizzazione! L'anziana le stava vicino e rispondendo usando l'agitazione della personalità, disse alla donna che doveva andare per lavoro. Salì a casa, prese la sacca e scappò, dopo aver espresso rammarico che fosse assurdo che quelle cose capitassero dove abitava lei, e aveva nausea al pensiero di cosa fosse tutto quello.



Si avviò quindi verso il portone,  ma alcuni agenti la fermarono, chiedendo una sua dichiarazione. Venne anche l'ispettore incaricato e a quel punto lei gli diede un biglietto, dicendo di chiamare quel numero per avere spiegazioni. L'uomo la guardò stranito e visto che da lei non otteneva risposta, sfruttando la personalità per mostrare ansia, panico, incapacità di guardare negli occhie profondendosi in mille scuse ussurrate, telefonò.
Lia guardava i usoi piedi ma voleva alzare la testa e ridere come una pazza. L'uomo al telefono era un'alta carica della Guardia repubblicana, settore della Gendarmerie nationale francese,indirizzato a missioni cerimoniali, di guardia e di guardia d'onore alle più alte autorità dello stato e delle istituzioni della Repubblica francese. E ed era molto legato a Milan visto che era una sorta di Vip insilenzio e si usavano a vicenda per molte cose.  In pratica gli disse al telefono, dopo essersi dichiarato, che la persona che voleva fermare era inserita là in segreto, che era un loro incarico e che se la fermavano, interrogavano e inserivano nei fascicoli il suo nome o altre ifnormazioni, avrebbero creato un grave precedente per le indagini stesse. Non si doveva far parola della sua presenza, anzi cancellarla, e non si erano mossi sperando che loro non la fermassero.

L'uomo si presnetò di nuovo e confermò che lo conosceva e riconosceva la voce, Lia mostrò nel mentre in un angolo appartato il distintivo che teneva con sè per precauzione e chiese scusa di nuovo al telefono, disse frasi di circostanza a la termine,  le disse che si scusava ma er ail suo lavoro. Le disse chiaramnete che non sapeva chi fosse e non capiva come mai fosse in quel luogo in silenzio, ma vista la telefonata e cosa aveva mostrato, era importante che se ne andasse subito così che in pochi la notassero e ne parlassero. Lei ringraziò e si affrettò ad andare.

Anche quello, era un sotterfugio che usò più per sfruttare quell'uomo che doveva più di un favore a Milan e si conoscevano, essendo giunto all'ammodernamento della Chateau come ospite gradito per ammirare Milan e cosa aveva. Non le piacev ache la gente andasse proprio allo Chateau e non in altri luoghi mascherati da base, ma lui era così. Ostentare. E così lo aveva chiamato, consocendo il lavoro di Milan per la sicurezza e altro, e gli avev achiesto che, in caso di telefonata di qualcuno per una di nome Prya, dovesse coprirla con una scusa, affinchè facesse il suo lavoro.
Sapeva che era rischioso,  se quell'uomo scopriva cosa era accaduto alla casa accanto e facesse due conti, ma alla fine le era sembrato più divernte fare così che andrsene per i tetti come una ladra di notte, per usarlo. Che ricambiasse cosa riceveva, pensò. Aveva donato all'uomo un beò week end da Madame in anticipo, così che tramite quella donna avesse anche qualcosina per rimetterlo in riga.

Pensò amaramente mentre camminava tranquilla per strada, allontanandosi.  Era assurdo che tuttosi riduceva a interessi personali e paura per tenerli nascosti, ma così era. Ed era anche poco, disse, quell'uomo meritava di peggio ma er aun pezzo grosso, aveva protetto i figli varie volte dallo schifo che facevano e Milan lo aveva coperto altrettante, ripulendo le cose al posto suo. Lui non si faceva pagare da alcuni, ma faceva dei patti di silenzio e aiuto reciproco perchè  aveva in mano materiale scottante. Non l odiceva o faceva capire,  ma gli altri sapevano e accettavano di essere dispobili per qualunque cosa, bastav che tutto venisse insabbiato. Era più sicuro lui di altro. E odiava Milan per questo. Ma lui diceva smepre che era un piccolo passettino per un grande passo di eliminare questa gente. Non devi fare come la polizia, ma diventa dei loro e fai in modo che la colpa di qualcosa ricada su altri, allontana da te gli indizi. Sii invece il loro punto di riferimento perchè vengano da te per aiuto e consiglio. Ed era così che era entrato con suo fratello in certi giri, per giungere a quell oche era. Diceva che molte oganizzazioni ti lasciano espandere e diventare sempre più grosso e capace se ti mantieni con le loro regole e proibizioni. Se dimostri di essere quello che hai giurato. E Milan era riuscito sempre a far risultare colpevoli altri, uscendosene come uno di cui ci si poteva fidare. Senza pensare che invece li mordeva dall'interno.

disse amaramente e riprese la macchina e se ne andò via.

Trovò strano che la macchina fosse dove l'aveva lasciata, anche s emolti curiosi vi giravano intorno. All'interno, la AI le disse che aveva dovuto attivare il sistema Shoskwave. Ossia alcuni elettroni dagli atomi metallici che la compongono inizialmente sono neutrali,  ma artificialmente tramite la vernice della carrozzeria, venivano privati di qualche elettrone caricandosi negativamente ,assumendo quindi un certo potenziale elettrico. La persona restava  un  potenziale costante o neutrale di base. Attivando quel sistema, tramite la vernice conduttrice usata anche per circuiti veloci da dipingere a pennello e la pittura specifica, la corrente tendeva a fluire  scaricandosi sul soggetto neutro. Si trattava di molte migliaia di Volts in effetti,  un amperaggio bassissimo, che però veniva aumentato se si tentava ancora di toccarla. Si sviava con dei guanti ma era solo uno dei sistemi e se si aveva cervello. E aveva dovuto fare la scossa a molte persone.

"Fortuna che ci sei tu, mi sono risparmiata di controllare. Beh... altrimenti non ti avrei presa, stasera. Adesso controlla se hanno cercato di agganciarsi a te per la localizzazione..."

"Confermo. Tentativi di localizzazione tramite gps, satellite, celle. Numero di volte, diciotto. Confermato tramite risposta della chiamata di aggancio, non avevo ricevuto ordini su come comportarmi."

"tranquilla, così doveva andare. Far loro sapere dove mi trovo era importante. Sanno che non me ne andrei a caso, ma se la ricerca è stata così tanto ripetuta, saranno stati Jd o Milan a richiederlo con impazienza. Manda un segnale di ritorno, mantieni la guida manuale..."

"Ricevuto. Ho rilevato segnali dei canali della polizia che parlano di un accadimento all'indirizzo dove ci trovavamo. Sono stata segnalata come macchina sospetta e ho mandato l'avviso allo Chateau, i quali hanno già diramato la segnalazione di macchina protetta da segreto di stato."

"Tutto secondo i piani. Torna in modalità beckground e avvisami solo se ci sono novità di segnali e comunicazioni"

"Ricevuto, entro in modalità Stealth"

Sfrecciò tornando al contrario verso lo Chateau. Poi le venne un dubbio, avrebbe potuto benissimo andare per la A6 verso Digione o fare la strada verso Chagny. La distanza iniziale era uguale che fosse l'una o l'altra località, per poi dirigersi verso lo Chateau. Sui 315 kilometri per tre ore e passa di tempo, anche se lei sfrecciava al massimo e tramite i sistemi di bordo aveva un rilevatore radar di qualsiasi cosa vi fosse per una portata di max quaranta metri. Aveva due sistemi radar, a onde radio inviando un segnale ad una specifica frequenza e analizzando la frequenza di ritorno considerando anche il possibile efetto Doppler, determinanando posizione, distanza e velocità degli ostacoli.E poi cèra anche quella a  impulsi luminosi ad infrarossi per misurare la distanza e la velocità, ottenendo dati potenzialmente più precisi ma in base a determinati fattori era meglio il primo. Con questo dispositivo attivato, aveva sullo schermo sempre davanti dietro il volante eall'occorrenza in quello di bordo al centro, cosa cèra più avanti potendo decidere come muoversi, evitando collisioni o incidenti in anticipo. All'occorrenza era la IA stessa a prender ein mano la situaizone se il pilota non sembra mostrare segnali di autoconservazione. Questo le permetteva di andare al massimo senza rischi e in caso di autovelox, la machcina poteva rilevarle prima e inviare un segnale che fermava la macchina dallo scattare foto per eccesso di velocità. Erano in pochi a sapelo ma molte macchine blu e dello stato avevano questo sistema, così che si sapeva poco della velocità e posizione da multe.

Giunse ben prima delle tre ore ed entrà dal cancello principale, dopo che ricevettero in anticipo l'avviso di avvicinamento dalla AI, facendola procedere senza fermarsi. Parcheggiò l'auto davanti la Court yard, prima dell'ingresso principale dello Chateau. Dopo la porta grande principale cèra il vestibolo,  ma stranamente vide davanti solo le due guardie classiche che facevano guardia a turnazioni ocn altri. nessun altro.

Di colpo sbucò proprio dall'ingresso principale Lubo, che corse da lei essendo stato avvisato dal suo telefono mentre guidava. Sempre con comandi vocali, ma aveva deciso di chiedere a lui di accoglierla.

"bentornata. Aspettavo al patio dall'altro lato...dai le chiavi a me, ci penso io" si offrì. Lia gli sorrise, la cosa strana era che nonostante la stazza, naturale, che da lontano poteva essere scambiato per un lottatore di sumo senza panza o girovita come quei giapponesi, era invece gentile e disponibile. Anche l'ambiente e le persone stesse da Milan e Jd no erano stronzi come di solito si diceva dei militari o film, e questo smebrava aumentare il senso di stranezza in lei, perchè sembrava più un sogno o altro che la realtà, facendole credere che non esistssero persone simili ma solo nelle finzioni. E invece comunque erano tutti cordiali, gentili, amichevoli e pronti a fare gruppo  Sempre nei limiti dei militari, ma la cosa che lei constatò dall'inizio era che stranamente gli uomini, almeno i Capitani e amolti, non erano feccia e gentaglia. Potevano apparire rozzi e pesanti orsi, ma sapevano essere corretti se li trattavi in un certo modo. Quanta fortuna ho avuto, pensò?

"Grazie per aver atteso. Mi auguro che chi sai tu non sia adirato..." facendo una smorfia, dandogli le chiavi.

"Vai in ufficio, ancora non sa da me che sei tornata, e non credo glielo abbiano ancora detto. Ho chiesto di lasciar fare a me..."

"Ho capito, grazie" disse facendo qualche passo oltre lui, per poi fermarsi davanti il fanale sinistro e guardarlo ferma a tre quarti.

"Lubo..." vedendolo fermarsi dal salire in macchina, anche se si chiedeva quanto ci entrasse davvero e quanto comodo fosse"So che tu come gli altri non sarai, se non già da ora, convinto e comprensivo su quello che ho fatto oggi e lealtre volte... ma io sto per andarmene...!" disse in italiano, sapendo che lui era uno dei pochi che masticava la lingua dei pochi più vicini, meno di Jd e Milan, ma sapeva parlarla e capirla "...Non sono una di quelle persone che pensa a se stessa punto e basta. Credo fermamente che pensare così equivalga alla morte dell'essere umano. Una vita spesa per se stessi e basta, e intendo solo se e la famiglias tretta,  non porti da nessuna parte. Con quello che ho fatto io oggi e le altre, mi auguro di aver fatto quel poco di buono per il mondo. Una piccola parte, ma se lecose vanno come spero,  allora avrò fatto qualcosa di giusto e che valeva. Per altri. Una vita spesa all'egoismo non fa per me. Se me ne andrò e le cose per quel che ho fatto, gireranno correttamente, avrò speso del tempo nel modo giusto. A me non viene nulla, ma quelle ragazze e altre saranno vendicate e altre salvate. E se il tuo capo è la persona che dice di essere, se il mondo cambia davvero e ci sarà meno dolore relativo a cose imputabili ad altri e all'ignoranza, sarò ancora più in pace. Voglio che tu comprenda che, seppur non te ne freghi nulla o magari hai trovato le mie azioni di oggi sbagliate o stupide, inutili magari, sappi che ho preferito usare questi sforzi per salvare e aiutare qualcuno, che starmene in panciolle aspettando quel momento,  e di fatto rubare risorse senza far nulla. Non mi importa come gli altri trattano le situazioni e il prendere soldi e cibo,  facendo poco in tutta la giornata, ma io mi sono guadagnata quello che ho mangiato e usato, e come quelle mie preghiere a Dei sordi o meschini se esistono, ho voluto dare ciò che potevo,  perchè altri che ne avevano bisogno potessero avere chance. Con la raccolta ho già fatto qualcosa, meno di quel che volevo, ma posso andarmene senza rimorsi. Rimpianti parecchi, troppi. Che non potrei cancellare o colmare vuoti in me,  neanche in tutti gli anni che mi rimarrebbero. Colpa mia, ok, ma se Dio non mi ha ascoltata visto che dicevano che dovevo affidarmi a lui, allora che faccia quel che posso perchè non abbia rubato o altro, cose, senza meritarli.... Troverai nel cassettino delle cose che ti lascio. Non so se ci rivedremo,  ma volevo ringraziarti per essere stato un Signore anche tu, lasciarti qualcosa perchè tutto non vada sprecato... se qualunque Dio mi avesse ascoltato, questo corpo e questa vita non sarebbero andati sprecati così! QUalcuno potrebbe averlo occupato ormai da tempo e avrebbe vissuto come meritava, invece di portare me a un dolore senza fine... mi auguro che non mi reputi in nessun modo negativo e resti con Milan, ok?"

"OK" disse lui, ma prima che potesse continuare lei alzò una mano e gli disse con la testa. La discussione terminava in quel modo.

Camminò dentro lo Chateau non ascoltando nessuno, visto che quando incrociava qualcuno già dalle due guardie al portone, volevano dirle qualcosa, ma non le inportava. Invece si diresse senza fermarsi mai, neanche per la segretaria di Milan, nell'ufficio. Aprì con foga le due porte allo stesso momento,urlando contenta.

"splendete meravigliose stelle, perchè la notte si avvicina e diverrà il vostro palcoscenico, sbrillate..!" dicendo quel sbrillante a modo suo quando univa più parole, in quel cavo voleva dire bruciate come baluginii eterni ma le venne quella.

All'interno Milan er aseduto dietro la scrivania, mentre gli altri in piedi in un angolo della stanza come sempre. Quando lei entrò veloce, aprendo le porte e alzando le mani al cielo, rimasero spaventati.

"Dove eri finita! Sono ore che cerco di contattarti..."

Lia rimase ferma a metà stanza sorridendo tranquilla, sempre con la testa inclinata di lato verso la spalla, si tolse il cappottino che era lo stesso dei giorni che si recava in quella casa di giorno, per uscire dai tetti e scappare allo Chateau nascosta da Lubo, e lo buttò sul divanetto alla sua destra.

"Sembra che stiate discutendo di qualcosa. Cose serie? Ora vado... vorrei cambiarmi tra l'altro!" con una smorfia scrollandosi i vestiti per indicare che voleva cambiarsi.

"Da dove è venuta l' idea di prendere vestiti, oggetti, auto e andartene a parigi come s enulla fosse a fare casini?" unendo le dita con i polpastretti inclinandosi in avanti per parlarle.

Milan sembrava parecchio seccato, ma non così adirato come lei pensava. Avrebbe pensato di vederlo sbraitare come un forsennato sbattendo le mani sul tavolo, o pugni, come acadeva a casa sua. Invece era rimasto misurato, incollerito, ma non come si aspettava. Ed era una cosa che alcune volta odiava, quel comportamento calmo anche quando si doveva prendere gli uomini che facevano cazzate, grosse, e picchiarli finchè ci si chiedeva quante volte il sole fosse calato e risolto. E invece lo amavano perchè era comprensivo...mH! Eppure lei lo era stata tantissime volte, ma quando puniva si offendevano tutti. Lui non puniva, ammoniva, e per molti sembrava una cosa migliore, ma puntualmente le cose riaccadevano. Ergo, non comprendevano e imparavano ma si beavano del cuore di mIlan troppo aperto. Come diceva sempre lei, il troppo amore fa male!

"Conoscendoti, so che mi hai seguita con i dati della macchina, e... presumo sappia cosa è accaduto e dove mi trovavo!"

"E da dove ti è saltato in mente di inscenare un rapimento per vendetta,  da parte di quel soggetto per le tre che lo avevano denunciato? la gente controllando si chiederà come mai non si notano telecamere che mostrano la situazione..."

"Oh, Milan. Uno dei tuoi difetti è anche quello di non considerare tutta la gente scema, tranne te..." disse indicandolo, pe rpoi sedersi a metà della seduta del divano, restando eretta e in posizione con le gambe come aveva imparato da madame, per una Signora.

"Oh so bene che tu hai studiato tutte le cose, anche con Helias, anche se ancora è un prototipo. Ma voglio essere sicuro che non vi siano falle nella tua idea, perchè altrimenti..."

"Avere te è come... un altlante sul mondo, per davvero! Con i tuoi agganci e collegamenti, anche per Helias, non è stato poi così difficile mappare le telecamere cittadine, registrate per negozi e privati,  e quelle non indicate con un controllo fisico. Ho mappato tutto in uno schema così da capire dove potessi mandarle per una settimana o più, come per dire che erano regolari. ovviamente posti diversi..."

"QUindi non dovrebbero esserci telecamere! E la terza? Come ha fatto a farla salire senza avere problemi? Se lo chiederanno..."

"La terza lo aveva denunciato ma non era apparsa come le altre due, aveva cambiato capelli come taglio e colore, dopo l'abuso aveva già programmata da settimana una rinoplastica correttiva e medica. Lei dirà che lo aveva riconosciuto ma lui non aveva riconosciuto lei, anzi. Quel choker che portavo e messo su di lei, lo mostra in... certi atteggiamenti! Alcuni reali di ieri sera, altri pre registrati con un attore con un fisico identico e poi... deep fake!Ma usando la nostra apparecchiatura sono più veri dei veri. Lo sai bene anche tu... quindi no problem!E certo, Il fallimento non è il contrario del successo, ma parte di esso. Ma in questo caso puoi dormire su tre guanciali!"

"Sempre meglio quello che gli hai fatto, di quelli che hai fatto pestare a sangue in un modo che gli resterà per sempre dentro... il tuo aspetto li fa cadere in errore e per la prima volta finiscono male. QUando ho avuto i resoconti delle tue Grandi Cacce con Etta e le altre due, che li attiravate e poi li facevate diventare... no nso bene cosa, le foto non sono proprio belle! Se lo meritavano, anche peggio, Ma...  e so che gli ordinavate di guardarle stando bene attente a fargli ricordare ogni vostro discorso, gli avete marchiato a fuoco cosa pensavate... Ho avuto paura, giusto un pò, che facessero i vostri identikit. Per fortuna tu sei tu, hai usato protesi per modificare alcuni tratti del viso,lentine, parrucche, trucco contouring per cambiare la percezione dei tratti... ma sai che quegli uomini hanno sporto denuncia contro ignote, donne, affermando di essere vittime?"

"Non più... " in modo vellutato e orgoglioso.

"Non più?!? Mi sono perso qualcosa? L'ultima volta sapevo di trenta stupratori, conosciuti o che sono saltati fuori per caso, che erano diventati come gli omini Michelin ma come in un negativo fotografico, che piangevano come agnelli di cosa gli era capitato per delle scapestrate... Illuminami quindi, li hai fatti pestare di nuovo?"

"Non più... ... quello era solo l'anticipo" disse lei offesa "grazie al deep fake che mi hai gentilmente prestato, i giornalisti hanno ricevuto video interessanti di nuove vittime e durante i loro abusi video..."

"finti, vero?"

"Alcuni, altri invece erano veri purtroppoNon più...  ripuliti e migliorati, delle retate di video anche snuff e dell'interpool. lavorati in modo che nessuno se ne accorgesse, che mostravano tutti ciò che avevano fatto. I video erano veri,alcuni verissimi, altri con le teste no..."

"Non voglio sapere quali attori hai ingaggiato per finti stupri, guarda non voglio saperlo!"

"Nessun finto stupro, erano tutti sessioni fetish sui finti stupri. Sembravano veri, almeno pe quelli a cui li testati,  ho usato registrazioni di varie angolazioni delle Velvet room, facendo indossare cappucci verdi come un nuovo tipo di fetish..."

"i clienti..." sussurrandolo sbigottito  "hai usato i video dei clienti a loro insaputa? Non capiranno che..."

"Nnaaaa! Innanzitutto entrambi avevano i cappucci in stile bdsm in lattice secondo il tipo di stanza, e poi è stato solo necessaro un tocco di lavori digitali per modificare qualche cosine, eliminare nei o tatuaggi o altro riconoscibili, aggiungerne altri..."

"Ti prego basta, Meno so in questo caso, meglio è... e voi basta ridere!" disse ai ragazzi che ridevano dei resoconti su cosa era accaduto. "Non avrei accettato questa cosa se ne ero a consocenza, capisco i tuoi test, Lia, ma così sei andata oltre e quindi basta! Al massimo studieremo qualcosa on lgi uomini, ma non così! Ma Lia continuò.

"Le ragazze non volevano fnire sotto i giudizi dei bigotti...  hanno paura di mostrarsi per colpa della società, ma saputo dei che mostrano chiaramente esattamnete cosa loro facevano alle vittime, con le loro facce hanno cambiato idea! per una volta gli avvocati non portanno dire che non ci sono prove "sorridendo malignamente "Ho preso tutti i resoconti delle vittime, ho usato i miei cari amici di test e... Le ragazze poi si sono fatte avanti proprio grazie a quei video, affermando fossero loro e facendo un didietro a tarallo a quelle Bestie... I taralli grandi ovviamente. i piccoli sono così buoni" come se riasumesse una fiction per finire come se sognasse di mangiare i taralli al finocchio.

"Uff, e quindi che dovrei fare? Se fosse stato uno degli uomini dovrei darti una punizione, come facciamo adesso, per davvero. Ma in verità tu non sei uno di noi in quel senso..." facendo capire la situazione. Lia  si mise un pò di traverso, con la testa sul bracciolo, con uno svolazzo di braccio.

"Fà conto.. che sia l'ultimo desiderio di una moribonda, come un'ultima sigaretta o ultimo pasto. Semplice" con un sorrisone monello recitando come fosse Rossella O'hara..

"Stai scherzando!" urlò Alaric sbattendo i pugni sul tavolo di fronte Milan, che da che rideva, lo guardò sorpreso e contrariato "ha fatto una cazzata e deve pagare, come tutti. Sta qui con noi nell'organizzazione e deve esser epunita, non esiste l'ultimo desiderio... mica va al plotone di esecuzione. Magari!!!"

"In verità è così... David mi darà l'estrema unzione medica e io sparirò..." contaccambiò lei, prima gettandosi il braccio sinistro sugli occhi con teatraltà mentre poggiava con la testa acnora sul bracciolo, per poi fare POOOUPPH mimando un'esplosione con le mani.

"CAzzate, l'accordo non prevede questo! David ha sempre fatto mezzo flop, mi spiace dirlo ma è per questo che piagnucola di cavie. E restarai qui come una piattola fastidiosa nel culo a rompere le scatole..." mentre Milan lo rimproverata del linguaggio.

"bla bla bla "fece lei mimandolo "credi quindi che david non sia capace? A chi devi la tua salute attuale? Se sei mediocre come militare e ti fai sempre la bua, sempre, non farti ricoverare  ma prega tutti i santi che ti vengono in mente per guarire e invece dici poi ma invece è Grazie David, senza di te sarei un groviera. E io odio i formaggi foracchiosi come emmenthal, lerdammer..." facendo una smorfia di disgusto.

"Io ringrazio il dottore che mi cura, ma per farti andare via ci vogliono uno sciamano indiano, un esorcista, un disinfestatore e un demologo tutti insieme... e prego perchè bastino!"

Lia guardò lui che era rosso in viso, mentre Milan cercava di non ridere da dietro la scrivania, con il mento poggiato su una mano,  Jd e Bryden  invece osservavano Alaric con una punta di vergogna.

"Quindi non ti mancherò? Non ti dispiacerà la mia morte?" gli chiese fingendo tristezza e imitando una ragazina svampita.

"come dicono alcuni da dove vieni, ma và a morì ammazzata...!" disse uscendo e scacciando con la mano qualcosa per aria, mentre si richiudeva la porta alle spalle con Lia che urlava un
Eppure se all'apparenza poteva sembrare un'uscita infelice di Alaric, Lia e Milan risero divertiti ma capendo, mentre Jd si portava una mano in faccia.

"Quindi non siete incazzati?" chiese lei nel momento in cui Lubo rientrava.

Guardò tutti, si affacciò dalla porta e poi girandosi disse "Io no, Alaric sembra di si. E' per questo motivo, vero?"

Lia rise, si mise seduta e riguardò Milan, scontrandosi con una sfida di occhiate finchè non sorrisero.

"Tu forse non hai ancora saputo o visto, ma il tuo amichetto lasciato spanciato sul divano, almeno credo che sia caduto di pancia non saprei, si è svegliato dalle urla della ragazza e dalla porta devastata dall'intrusione della polizia. Un pò intontito, immagino tu abbia calcolato la dose sui quei poveri di Morty e Scorcy, e mi spiego come mai parevano due ebeti per due giorni, si è risvegliato prima di quello che credessi dall'ussunzione del farmaco ma ripeto, non so quanto gliene hai dato. Il nostro ovviamente, non quella roba che usano. E affermava serio e convinto che cèra un'altra stronza in casa sua, che le tre sono comparse senza speigazione e lui era innocente!   E si è visto la polizia contro con le pistole pronte, sangue e ferite su braccia, mani, abiti e faccia, la ragazza nell'angolo urlante e strepitante ferita malamente e altre due che erano legate e tenute prigioniere in una stanza accuramente sistemata come cella... Ora, capisco la vendetta, ma solo tu, giuro veramente sulla Madre e il Padre potevi..."

"esagerato.." fece lei con una smorfietta

"esagerato? Chiuque altro lo avrebbe preso e spiaccicato di botte come tutti gli altri, come solo tu sai fare quando perdi la pazienza" butto lì, facendole alzare un sopracciglio.

"...io non ho parole"disse a voce più alta Milan per continuare e farsi sentire "ad appostamenti, prove con quei due poveracci e piani con le ragazze, per farlo trovare letteralmente con le mani nel sacco. Sai che poteva andare male per un minimo errore? Quel tizio non ha avuto bisogno di prove o interrogatorio, preso per direttissima, tutte le prove video trovate e fisiche erano inequivocabili. E se la casa fosse stata diversa? Se in quel momento vi fossero persone che vi vedevano arrampicarvi? Se... non so nenache io inventarmi una qualuqnue possibile causa di fallimento! NOn è come  anni fa dove non c'erano telecamere come adesso o senza telefoni come quelli attuali. O qualcuno passava e vi vedeva o altro. So benissimo che lo hai fatto apposta di chiamare quella persona e dirle di coprirti in tutti i modi possibili con una telefonata o due massimo. E non dirmi come lo hai convinto, ho la minima, piccola, teoria che riguarda le sue passioni segrete... Dovresti ricambiare molto Madame per quello che ti ha dato, per tu arrivare a... questo! Ma mi domando, questi favori riuscirai a ricambiarli prima di andare via? Manca davvero  poco..."

"E' già tutto sistemato, tranquillo. Lei l osa. Io lo so. Tutti siamo felici e contenti. Anche lui! Oh, se sarà felice... anche se mi fa schifo, chi sono io per togliere a un uomo un seno caldo come fosse un neonato,...  se la donna è consenziente! Anche se essere un adult babies... mah"

"Un che?" chiese Lubo guardando tutti, ma Jd gli chiese di non fare altre domande. Meno sapeva, meglio era. Per quello.

"Quindi è tutto ok? Ha fatto una buona cosa, vero?" chiese ancora, ricevendo l'occhiata di tutti. Stranita di Jd, ridente di Bryden, esasperata di Milan per come Lubo fosse così zen, e con il pollice alzato da Lia.

"Diciamo che chiudo qui la cosa o la discussione sarebbe troppo lunga..:" pungente e indispettito, Milan fece finta di riprendere in mano la situazione, ma Lia gli rise, dicendogli che sapeva che si era divertito a seguire le sue mosse dopo la lettera lì, sulla scrivania, lasciata prima di andare.

"..." non rispose, sbuffando, ma non mostrava rabbia. Si, pensarono i ragazzi, non aveva avuto da dire visto il piano che era andato in quel modo ed essendo Milan, era stato come vedere un film in attori veri. Un bel passatempo per vedere di fatto una recluta come lei mettere in pratica le Lezioni.

"Sing me to sleep, Sing me to sleep... I'm tired and I, I want to go ...Don't try to wake me in the morning ... 'Cause I will be gone... Don't feel bad for me... I want you to know... Deep in the cell of my heart... I will feel so glad to go... I don't want to wake up... On my own anymore... Don't feel bad for me... I want you to know…"

"quindi il tempo è finito. Sono le tue ultime parole?" chiese mentre Lia cantava un brano che le piaceva sempre intonare "Ehi, smettila di intonare Asleep e ascoltami..."

"There is a better world... There must be...Well, there must be..." più letnamente e con tristezza, finchè non si fermò, si alzò e andò alla scrivania, posizionandosi di fronte Milan. Poggio il peso sulle mani aperte a contatto con il legno,  e mentre parlava scivolava con le stesse, allargando le braccia e scendendo di altezza mentre gli parlava.

"Grazie!... per quello che sei ed è già un miracolo che abbia trovato quel giorno i militari più anormali del mondo. E' qualcosa che capita una volta ogni duemila, ma grazie di quello che sei tu e loro" inclinando la testa verso la spalla destra mentre scendenva piano piano "E grazie!, per essere colui che esaudirà il mio desiderio... anzi, devo dirti perchè tu sei l'unico che mi ha donato l'unica cosa che desideravo e per cui avevo pure pregato! A me ormai importa poco, se vi mancherò un pochino o meno, quello dipende da voi, ma sono sicura che una come me non mancherà a nessuno!. non sono un militare come non lo sarei stata nella vita reale per un centimentro e un punto..., per via del fatto che in una manciata di mesi nonostante quanto imparato, non potevo definirmi ninete. Ero niente e tale sono rimasta... "

"Veramente, no. E' normale che non fossi chissà che fenomeno, sopratutto per i salti..." mettendosi a ridere senza risucire a fermarsi "ma non sto ridendo per tutte le volte in cui all'inizio della prima settimana,  non riuscivi a saltare il muro e con la corda dovevi tirarsi su di più per allungare un braccio o una gamba per issarti..." poi non ce la fece e sbattè una mano sul tavolo per le risa,  ricordandole scene dove lei malediva la sua bassezza, essendo stato costruito un percorso per altezza un pò più... elevate.

"Ehi, tu non ridere" girandosi verso Jd che rideva sputacchiando "che sei poco più alto di me e sei pessimo in azione corpo a corpo. Un nano che ride un una nana... bravo!" lo rimbrottò applaudendogli davanti.

"E' che non avevo mai visto una recluta muoversi come te, come una tarantola perchè non ci arriva... Mphhh.. scusa, davvero ma non posso dimenticare quando Alaric ti disse per gli anelli,  senza avvisarti che le prime volte per la tua altezza dovevi fare salti e prese allungandoti molto... ahahaha" ridendo poi come un matto,  ricordando i voli nel fango di sotto perchè erano posizionati troppo larghi, i muri affrontati come se li dovesse mozzicare per scavalcarli e le isole, zone circolari sospese su cui si doveva saltare per non cadere in acqua, che raggungeva per miracolo.

"Ho però risolto da sola e in poco tempo, senza il vostro aiuto! Bello ridere di me se avevate preso prima uomin molto più alti e calibrato per loro i percorsi! Quelle cose non le fai nella società normale, è ovvio che non sapessi la prima volta valutare le cose con voi che urlavate di fare veloce..."

"E' così che si fa nell'esercito! Rapidità, coordinazione..:"

"Si, si belle cose! Ma ci osno riuscita e meglio di molti uomini con la gamba lunga...ora..." voltandosi verso milan, mentre Jd era confuso sulla frase uscita un pò strana " Se non hai di che rimproverarmi, andrei. Non manca molto al mio Addio, per questo motivo vorrei riposarmi un pò, bisogna andare contro la morte di faccia e al massimo..."

"Vuoi sapere perchè non mi lamento e ti punisco, come dovrebbe essere in realtà?" mentre lei alzava gli occhi con un mezzo sorriso "perchè volrvo vedere come andava a finire. Capire se riuscivi a usare tutte le carte a tua disposizione dopo questi pochi mesi qui, aver imparato da noi e aver deciso da sola di vendicarti in modo pittoresco di uno stupratore seriale..."

"Pittoresco... avevo avuto altre idee, ma come sempre la società del piffero avrebbe comunque colpevolizzato le ragazze. Come sempre. Abiti troppo corti, voglia di divertirsi e vivere, un sorriso o un'occhiata, anche solo toccarsi i capelli con fare civettuolo come ho letto, essere libera, indipendente e aperta da voler essere donna e persona con diritti, anche sessuali... perchè una ragazza che desidera solo vivere ma viene trovata da uno strupratore,  ha colpe? magari io stessa posso condannare in parte l'uso di droghe e troppo alcool. Fa veramnete schifo vedere una persona che sia maschio o femmina,  non sapere chi è e dove si trova, camminare in maniera vergognosa, vomitare e buttarsi a terra in qualunque angolo della strada o peggio, per aver bevuto, fumato o sniffato così tanto da essere come un lobotomizzato. E peggio è che dicono sia per divertimento ma poi non ricordano nulla e hanno perso, di fatto, una parte della loro vita. Quella è davvero esagerazione e mi spiace dirlo,  lo condanno, ma se una donna vuole vivere una bella serata con giusto pò di alcool e senza droghe, non importa come è vestita, non devee ssere giudicata. Neanche se si fa offrire un drink e questo è drogato. la colpa ricade su chi commette l'atto schifoso, non chi lo subisce e si ritorna negli anni ancora sessanta e settanta,  per cui una donna era veramente marchiata e bollata a vita come vergognosa per colpa degli uomini. Ho letto di donne che sono state ingravidate dai fidanzati, carabinieri, medici, di persone che dovevano avere cervello e invece sfruttavano la ragazza di turno, si divertivano con la promessa di sposarle e invece appena incinta, bam! ciaone e tante care cose. E in quei libri di vita vera,  ho letto come fino alla loro morte sono state additate e giudicate anche davanti, con il figlio da crescere da sola e trattata come invece meritava l'uomo. Lui invece bello tranquillo a farsi una nuova vita. Per me questo deve finire! A cominciare dalle famiglie. Basta! Ammetto che mi spiace andarmene prorpio quando ho pregustato qualcosa di divertente da fare alla feccia, ma so che poi veramnete come disse Alaric, andrei oltre,  perchè vorrei solo guardarli negli occhi e leggere in loro dolore e disperazione, quella che secondo me non esiste dopo la morte. Non cè inferno, non cè paradiso. nessuno pagherà davvero, dopo! Solo un piano diverso per poi, se è davvero così, ci si reincarna. TUtto dimenticato e si rivive di nuovo. Prima di farlo, devono sputare anche le budella! E i denti. E qualche costola..."

"Se non sapessi che non uccideresti, quasi ti crederei... al resto, non alle budella e costole. Ed essendo un militare non mi sconvolge la cosa, mi spiace solo per loro nel caso fosse successo.." disse Milan meditabondo. Poi rise "Sarei stato curioso di vedere i nostri fare una cosa del genere da soli! E' chiaro che non è stata una cosa corretta quello che hai fatto, verso di noi. Hai preso oggetti,  non solo costos, i ma che avevano chiara indicazione militare..."

"Qualcuno che è appena uscito da là poco fa la chiamerebbe la super cazzola per coprire uan cosa che alla fine ti ha divertito..:"

"Ehi, non abusare della mia pazienza bimba. Avrei portuto fermarti prima di arrivare a Parigi e lo sai, anzi sono sicuro che te lo aspettassi! ma volevo sapere. Se avessi ocntinuando con pazienza fino all'ultimo punto, se quel punto Z lo avresti raggiunto sfangandola, oppure se il tuo odio, rancore e schifo verso persone come quello,  ti avrebbero portata davvero ad appenderlo come un trofeo di caccia sul bancone con la posa da uomo Vitruviano,  come avevi schizzato negli appunti, con sulla pancia legato uno schermo che riprendeva tutte le sue malefatte... e sei tornata,  possiamo dire,  vincitrice! però, Lia, una macchina da ottocentomila dollari e un computer da settemila più programmi e funzioni dal valore incalcolabile,  per un comune là fuori!!"

Milan si alzò dalla sedia, si sistemò gli abiti e si mise a guardare fuori dall'ampia vetrata dopo la scrivania, dando le spalle ai capitani.

"Come Alaric ha detto, avrei dovuto avere il pugno duro, visto che lo hai preteso per gli uomini. Eppure... uno solo di loro al tuo posto sarebbe stato capace,  da civile per prima ,  e dopo per quello che hai fatto oggi, di cavarsela allo stesso modo? Anche con tutto ciò che hai utilizzato..."

"Se pensi che io sia intelligente o altro, non fare brutte figure. Le insegnanti invece di aiutarmi perchè avevo una mente diversa da quei tarati tutti uguali, mi portarono a credere di essere problematica, con qualche disabilità, pazza addirittura,  solo perchè leggevo, sapevo e capivo in modo diverso. E ne ero così sicura che prima di quell'insegnante di pianoforte, pensavo che sarei stata all'altezza delle persone che, lavorando esempio come netturbini, al mercato e altri lavori bassi nella società, sono etichettati come falliti e inutili. Che non valgono nulla credono e quindi fanno quei lavori. Quando invece si scopre che nei fast food e prorio in quei lavori,  cè gente con la laurea ma non ha avuto il treno, ossia quell'occsione che ti capita e sfreccia vicino,  e devi cogliere,  se hai la fortuna di avertela sulla strada. Le possibilità di un passaggio del treno, dico sempre. E io per quella gente valevo meno di quelli. Perchè dicevano che loro almeno il pane a casa lo portavano, mentre io potevo andare bene solo come schiava e incubatrice in un matrimonio... ho solo fatto ciò che credevo e usato quello che tu avevi messo a disposizione. Niente di più. Loro, quegli uomini per cui ti ho chiesto di cambiare atteggiamento, sono invece qualcosa per questo mondo,  se davvero sei intenzionato a cambiarlo! Ognuno di loro vale quanto cento di me e se io cadessi in qualunque caso,  visto che volevi darmi quella carica, sarei facilmente e senza problemi sostituita. Sai quante persone ci sono che hann idee e te le buttano sul piatto? Ma non molti come Jd, Lubo, anche Alaric, o tutti i ragazzi là fuori. Perfino Django e gli altri due possono rispetto a me. Io ho imparato in pochi mesi le basi dell'addestramento standard, che gran cosa. Si ho preso alcuni oggetti, usato il prototipo del Crell e fatto una cosa che non mi ha fatto venire strizza o altro,  nel caso mi cioccavano. Anzi, non posso non negare che quando sono riuscita fino alla F, e lo avevo davanti caduto come un gelato sciolto, ero orgogliosa di quel poco che avevo fatto. Non sono all'altezza e non so se mai sarei riscuita a essere mediocre come Alaric, almeno quello, ma lo rifarei! Oh, se lo rifarei con ogni merda vivente sarei pronta a rifarlo e rischiare con tanto altro. Ma non ho fallito,  per cosa avevo. la AI dell'auto, il rugged, tutte possibilità che mi hanno permesso di scoprire telecamere,  altrimenti avrei dovuto fare solo di perosna studiando ogni strada, ogni cosa. Non so se sarei stata capace senza queste cose quindi non fare paragoni. Anche perchè come dico sempre, una persona non vale quanto il titolo di studi,  che sia prer grado militare o il pezzo di carta di una università, no vale di più come persona, non qualifica la persona solo la carta ma la consocenza è importante...e come ti dissi di fare con i nuovi membri, non guardare i voti che gli altri conteggiano molto, osserva cosa quei dati dicono!...  ma questo non significa che uno qualunque di loro, rispetto a me, non avrebbe saputo farlo allo stesso modo, qualcosa in meno o di più! Io hostudiato per settimane la cosa e l'ho abbozzato a modo mio, voi siete specialisti e magari altri avrebbero pure fatto qualcosa di straordinario davvero! Quindi Milan non dire queste cose. Sono solo la tua cavia preferita, non mettermi abilità e intelligenza che invece non ho..."

"Come vuoi, ma cercavo qualche epitaffio capace di descriverti per quando saresti andata..."

"Non mi serve un pezzo di marmo con una scritta,  per lasciare qualcosa... non lo voglio neanche,  perchè neppure io so chi fossi abbastanza per pensare di lasciare traccia di me..." inclinando la testa verso la spalla.

"E quindi? Cosa devo fare?" le chiese voltandosi verso di lei, la quale guardò jd e gl ialtri.

"Abbiamo tardato per il pranzo, andiamo a mangiare?" disse lei tranquilla, faacendoli ridere di colpo per l'uscita.

"E' stata una notte dura, fai uno degli ultimi pasti con noi?" chiese Lubo "Voglio tutti i dettagli..." uscendo,  seguito poco dopo che Jd e Bryden ridenti, mentre Milan scuoteva la testa. Prima di uscire Lia si ferm ò incollata alla porta, come se pensasse.


"Secondo te,  Alaric ha ragione o no sul fatto che dovresti mettere me sul piano degli uomini per cosa ho fatto? Tuttavia ho pensato..." guardandolo per bene,  mentre lui faceva finta di spostare cose sullas crivania "se tu no nvolevi determinate cose, non mi avresti dato codici e autorizzazioni... avresti potuto bloccare perfino la macchina tramite l'autopilota integrato , dopo i codici di arresto e blocco totale,  o farla muovere in remoto tramite satellite... e questi sono solo due modi con la macchina dopo che sono uscita. Sia prima quando ancora sgattaiolavo dentro lo Chateau o in qualunque momento, potevi revocarmi ogni autorizzazione e lasciarmi ferma da qualche parte, anche coe punizione. Avresti potuto mandare qualcuno dei ragazzi o quei tre a riprendermi, facendomi vedere da tutti  come la pecorella nera che torna all'ovile cornuta e mazziata... Ma non hai fatto nulla! Hai lasciato fare. Hai aspettato. hai osservato..!"

"Come te... come hai fatto con tutti! DA quelli che ti hanno rovinata agli uomini là fuori. Hai osservato e ascoltato, quando altri avrebbero punito o urlato di rabbia. Ti sei fermata invece di colpire. Hai ragionato invece di lasciar uscire fuori il tuo totem. Almeno, per tutti tranne che per quella gente. Il punto è che a quelle persone là fuori hai dato altro, hai ascoltato, non hai giudicato e tutto ciò ha pagato. Hai ripulito le mie idee e messo di nuove, ma quelle persone adesso sanno di essere e che saranno ascoltate, che cè un posto per  loro.
E quindi perchè no nfarlo per te..."

E quindi mi chiedo, chi tra Alaric e me ha torto per quanto accaduto? Io che ho sfruttato  senza permesso qualcosa per cui credevo molto,  oppure Alaric nel non aver calcolato queste cose e volermi rendere un militare e uno di voi, quando non lo sono?"


"Non lo sei? Non sei una di noi...?" chiese, fermandosi calmo e distaccato, per drizzarsi e guardarla.

"bella domanda... chi tra me, te e lui ha la risposta? la verita? Sono arrivata qui come ...cosa? Cosa sono essendo cavia? Cosa sono dopo addestramenti e preparazioni in questi mesi? In quale classificazione dovrei essere? Chi vorrebbe passare del tempo con me, volermi  vicino in qualunque situazione e non sentirsi a disagio? Chissà se fino al momento in cui me ne sarò andata, qualcuno saprà dire e farmelo sapere..."

"Magari è stato prima di quel che pensi, o semplicemente la gente capisce le cose solo quando sono perdute..."

Lei rimase con la maniglia stretta nella mano, ferma a guardare un angolo vicino il divanetto, poi tornò a guardarlo.

"Ci sarebbe mai stato un posto per me da qualche parte, dove fossi davvero accettata e voluta? Come pari? Senza etichette? Cè mai stato per me,  lontano dal posto nel quale sulla carta sono morta? E ci sarebbe stato per un'altra, nuova me stessa?"

"..."

"Non esisterà mai un posto per me, giusto? Perchè anche qui, come voi stessi avete detto, io non sono una di voi per varie cose, mentre in altre sembrate rimproverarmi di consdierarmi come un'esterna"

"..." fissandola.

"Siete davvero militari nei modi ma anche diversi dentro rispetto agli altri? Ho conosciuto stando con voi molta feccia con la divisa. Parecchia, ma fuori di qui e proprio qui... cosa sono o cosa vedono in me? E' per questo che mi hai lasciato fare? Per darmi una... sostituzione? o qualcosa di simile?"

"Ho nella mia cantinetta dell'ottimo Sorbara doc Secco,  e ho intenzione di discutere con te di alcune cose, tra cui queste. ovviamente solo considerzioni e... speculazioni. COnsiderato che è arrivato il momento del tuo viaggio finale, un ultimo bicchiere insieme? Posso aspettarti nel mio salottino, metri più in là?"

"...Mh!...può darsi, ma davvero mi daresti qualche risposta? Non cambierebbe nulla per quel momento, tanti istanti sono andati persi, ma è per capire se davvero sono una persona di merda, schifosa, egoista, stronza, ignorante, mentecatta e con problemi autistici,  come mi hanno sempre detto tutti nella mia vita... e se avessero ragione o fossi io, ad averla..."

"Quelli sono degli imbecilli, lo hanno detto anche i nostri psicologi, più quella di quando eri bambina. Essere diversi non vuol dire essere malati o autistici, altrimenti io e altre perosne che hanno dato a questo mondo cosa ha e cosa daranno in futuro, non avrebbero portato la tecnologia e tutto ciò che abbiamo ora. Einstein, Mozart, Darwin, Emily Dickinson,sono definiti tali per varie cose e perfino Thomas Edison fu mandato via dal maestro perchè riteneva che la metne del giovane non andasse bene con gli studi... autistico!.. eppure sappiamo entrambi come quegli idioti con problemi veri dentro " toccandosi la testa" cosa non  hanno dato, cosa e chi non erano, e quanto meritassero rispetto rispetto a perosne come me e te. Tu non lo sei, hai modi di ragionare e vedere le cose diversi. Tutto qua..."

"Mh... questo non cambia una cosa fondamentale..." facendolo di nuovo alzare lo sguardo su di lei, e ormai soprgeva solo una mano e la testa fino a poco le spalle, il resto nel corridoio "che parlate tanto, ma è da quando sono qui che... non è che abbia trovato un posto, anche temporaneo, per me. Perchè alla gente non andava bene! E quindi , che è cambiato? Comunque a stasera in camera tua. Devi ancora parlarmi di David..."

E sparì, chiudendo la porta, mentrte Milan sospirava e tornava a guardare dalla finestra "forse il tuo passato non ti ha permesso di essere libera e sei tornata a isolarti..." bisbigliò osservando gli uomini al di sotto.







   
 
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